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domenica 24 agosto 2025

[ Recensione ] RITORNO A CASA di Kate Morton



In un caldo pomeriggio estivo, i quattro membri di una famiglia sono stesi sul prato; hanno l'aria di essere serenamente addormentati e, a vederli, la scena è così perfettamente immobile da sembrare un  dipinto.
Ma se si osserva con attenzione, si può notare che tutta quell'immobilità è troppo strana, tanto da risultare sospetta ed infatti quelle persone (una donna con i suoi tre figli) sono morti.
Che cosa è successo? Perché un normalissimo picnic è finito in tragedia?
Decenni dopo, una donna - appartenente a quella famiglia - si proporrà di capire cosa sia davvero successo.


RITORNO A CASA 
di Kate Morton

HarperCollinsIt
trad. R.Zuppet
592 pp
Adelaide Hills, Australia Meridionale, 1959. Quando il fattorino Percy Summer si avvicina alla bellissima tenuta di campagna, chiamata Halcyon dai padroni di casa, vede una donna e i suoi bambini appisolati, nel corso di un picnic.
La donna è Isabel Turner e i tre sono i suoi figli Matilda, Evie e John, che hanno evidentemente deciso di trascorrere il pomeriggio della vigilia di Natale del 1959 a fare merenda sul prato e forse a fare una nuotata.
Eppure, agli occhi di Percy c'è qualcosa in quella che sembra una scena tranquilla e bucolica, che stona terribilmente.

"La scena sotto il salice trasmetteva una certa intimità, una certa vulnerabilità. Ecco una famiglia riunita che dormiva, con le tracce del pranzo ancora disposte a casaccio sulla coperta: piatti e tazze, croste di pane e briciole di torta. 
Fu allora che l'immobilità della scena lo colpì. Era quasi innaturale. (...) Qualcosa si muoveva sul polso della bambina più piccola, notò. Si avvicinò cautamente. E fu allora che vide la fila di formiche strisciare sul suo corpo, lungo il braccio e verso gli avanzi del picnic. Tutto il resto era statico, silenzioso. I lineamenti non si contraevano nel sonno. Nessuno sbadigliava o cambiava posizione (...). Nessuno alzava o abbassava il petto".

In un misto di sorpresa e terrore, Mr Summers si rende conto che i quattro... sono morti!

Senza indugio, ed evitando di farsi domande che in quel momento resterebbero prive di risposta, monta sul proprio cavallo e va a cercare aiuto.

Partono immediatamente le indagini per capire cosa sia accaduto ai Turner: come sono morti? Si tratta di un incidente o è un pluriomicidio? 
La piccola e tranqueilla città di Tambilla sprofonda in uno dei casi di omicidio più sconvolgenti della storia dell’Australia Meridionale e ad incrementare il livello di angoscia e di shock ci pensa un altro agghiacciante particolare: Percy, preso dalla paura, non si era accorto di un elemento importantissimo e che però si palesa, agli occhi della polizia, quando questa giunge sulla scena della tragedia (o del delitto?), vale a dire che appesa a un ramo c'è una cesta in cui doveva esserci la piccola Thea, l'ultimogenita della signora Isabel.
Dov'è finita la piccola, che ha solo pochi mesi? Chi l'ha presa e perché?

Percy Summers è sconvolto e quella maledetta scena che gli si è presentata davanti non la dimenticherà più, anzi assumerà i contorni di un incubo che continuerà a perseguitarlo e tormentarlo negli anni a venire.

Ovviamente, la polizia deve battere tutte le piste possibili ma è tutto molto misterioso in quanto i corpi non presentano alcun segno che faccia pensare ad un'aggressione da parte di qualcuno....

Come sono morti i Turner? E se sono stati assassinati, da chi? Chi poteva avere interesse a uccidere tre minori e una signora bella e gentile proveniente dalla lontana Inghilterra, sposata con un uomo rispettabile (purtroppo spesso via per lavoro)?

La narrazione si divide in due piani temporali: il 1959, appunto, e il 2018 e per capire nel dettaglio cosa sia accaduto in quel torrido 24 dicembre del 1959, il lettore farà molti salti da un anno all'altro e sarà nel 2018 che una donna - legata per parentela ai Turner - farà di tutto per capire cosa sia accaduto in quel drammatico pomeriggio e  per sciogliere ogni piccolo dubbio su colpe e responsabilità.

Questa donna è Jess Turner-Bridges, che nel 2018 è vicina ai quarant'anni; vive a Londra, ha da poco chiuso una relazione importante ed è stata pure licenziata, per cui è alla disperata ricerca di un lavoro come giornalista; ad aumentare il carico di ansia e disperazione ci pensa una telefonata dall'Australia (la sua terra natia) che avrebbe preferito ricevere il più tardi possibile: la sua cara e amata nonna Nora è ricoverata in ospedale in seguito a una caduta e, quando Jess va a trovarla, sembra non sia rimasto nulla della donna coraggiosa che conosceva.

L'anziana è immobile in un letto d'ospedale, per lo più dorme ma, in quei rari momenti in cui riesce ad articolare suoni, mormora parole incomprensibili e misteriose in cui è evidente come la nonna abbia paura..., paura che qualcuno voglia rubarle la sua bambina...

D quale bambina sta parlando? Di Jess o della propria figlia Polly (la madre di Jess)?

Jess non capisce cosa turbi la donna e, in più, viene a sapere che Nora è caduta mentre cercava di andare su in soffitta, quella stessa soffitta che a Jess, da bambina, era stata severamente proibita.
Ovviamente, proibire qualcosa a una bimba vivace e curiosa come Jess era come invitarla a disobbedire, ed infatti ella ha costantemente frequentato di nascosto la vecchia soffitta a Darling House, la bella casa di Nora, in cui Jess ha trascorso gran parte della propria vita e a cui sono legati tantissimi cari ricordi.

Certo, questi ricordi sono meno cari quando Jess pensa alla madre Polly, verso la quale nutre non pochi rancori: Polly, infatti (ragazza madre e -pare - abbandonata dal padre di Jess), a un certo punto prese la decisione di lasciare la figlioletta (allora decenne) a Darling House, con Nora; nonostante avesse promesso di andare a riprenderla e portarla con sé, non l'aveva mai fatto e questa distanza fisica ne aveva creata una emotiva, così da deteriorare il legame madre-figlia.

Nora ha fatto da madre a Jess, c'è sempre stata per lei, non ha fatto che incoraggiarla ad essere una ragazza determinata, vincente, a non arrendersi davanti agli ostacoli ma a porsi degli obiettivi e a lavorare sodo per raggiungerli.
Jess ama sua nonna teneramente e il pensiero che potrebbe morire in quell'asettica stanza d'ospedale, la fa star male.
Ma cosa ancora più urgente, Jess vuole scoprire cosa angosciava Nora tanto da spingerla a rischiare di prendere la scala e salire in soffitta: cosa cercava in quell'angolo della casa? Cosa la turbava tanto nei giorni precedenti la caduta?

Jess inizia a scavare nella polvere di Darling House e, grazie alla lettura di un testo - un libro-inchiesta scritto in una forma romanzata -, "Come se dormissero" del giornalista americano Daniel Miller, apprenderà una tragica verità sul passato dei Turner: c'è stato un terribile omicidio il giorno della Vigilia di Natale del 1959, un cold case rimasto irrisolto e che ha inquietanti collegamenti con la stessa Jess, che si appassiona tanto alla lettura del libro da non riuscire a staccarsene: lei deve assolutamente capire cosa effettivamente sia accaduto a Isabel, a John, a Matilda, ad Evie...
E poi c'è la questione della neonata rapita, Thea, anche se vent'anni dopo (quindi nel 1979), un tristissimo ritrovamento (non distante dal luogo del tragico picnic) farà ritenere chiusa almeno quella parte del mistero.

Il romanzo ha una trama davvero molto articolata e complessa, composta da numerosi personaggi, dislocata in un arco di tempo che va dal 1959 (con "fermate" nel 1978-'79) al 2018; l'autrice unisce il passato al presente attraverso una narrazione a più livelli, per cui alla prospettiva di Jess (nel presente) si aggiunge quella offerta dall'autore del saggio "Come se dormissero" (il reporter  Miller), letto dalla stessa Jess ("libro nel libro", in pratica) e che   occupa non poco spazio, permettendo tanto alla protagonista quanto al lettore di immergersi totalmente nella vita della famiglia Turner all' interno dell' affascinante tenuta Halcyon, sbirciando nel privato di Isabel, dei suoi figli, ma anche dei Summers e degli altri abitanti di Tambilla, così da sentirsi coinvolti emotivamente dalla brutta faccenda riguardante la morte dei quattro sfortunati nel corso del picnic.

La ricerca della verità conduce Jess ad aprire un baule (letteralmente e metaforicamente) pieno zeppo di segreti, di cose non dette, di verità taciute per paura o egoismo, di bugie e inganni che però pian piano verranno tutti a galla e questo permetterà a Jess di dare un senso a quel suo tornare a casa - in generale, in Australia, e a Darling House nello specifico - per comprendere meglio, con chiarezza e senza più ombre e nebbie, le proprie origini, la storia della propria famiglia, per guardare da vicino e ad ascoltare con attenzione un lungo e doloroso racconto che parla di donne forti ma anche sole, di madri che hanno dovuto fare delle scelte difficili e sofferte, di figli molto desiderati ed amati, di azioni incoscienti dalle conseguenze atroci.

Ricco di descrizioni suggestive delle due case in cui i personaggi si muovono (Darling House ma soprattutto Halcyon), il romanzo ha per lo più un ritmo pacato, dilatato, in cui io personalmente ho avuto modo di gustarmi ogni particolare, ogni descrizione (di persone, ambienti naturali, di pensieri e stati d'animo dei personaggi...) senza sentirmi mai annoiata, ma anzi accogliendo questa calma come coerente con l'impianto narrativo, fatto di attese lunghe decenni.

Forse qualche pagina in meno non avrebbe guastato, senza dubbio il romanzo soffre di un po' di lentezza, ma io ho amato molto la storia, i luoghi, i piccoli colpi di scena, l'intreccio fitto di misteri e graduali scoperte che girano attorno al picnic, alla morte dei Turner, alle origini di Jess, a ciò che successe alla bimba scomparsa dalla cesta.

Un racconto corale molto ricco, quindi, di tanti elementi e dettagli, in cui il concetto di casa, di sentirsi a casa, lì dove si è al sicuro e accolti e amati per ciò che si è, accompagna Jess e il lettore dall'inizio alla fine, e dove la conoscenza della verità e del passato sono necessarie per capire chi si è.

"Casa, aveva capito, non era un luogo, un tempo o una persona, benché potesse essere tutte queste cose insieme. Casa era una sensazione, un senso di completezza. Il contrario di casa non era lontananza, bensì solitudine. Quando qualcuno diceva: <Voglio andare a casa> in realtà intendeva che non voleva più sentirsi solo".

A me è piaciuto molto; per i miei gusti letterari, la Morton si conferma una bravissima narratrice e ho amato questo romanzo dalle atmosfere inevitabilmente malinconiche, nostalgiche, decadenti, come lo sono, di sovente, le grandi case di campagna quando, dopo anni in cui sono state abitate e riempite di voci, risate, giochi e scherzi tra bambini, vengono  poi abbandonate, lasciate all'incuria crudele del tempo, diventando tristemente silenziose ma pur sempre cariche di ricordi e storie da scoprire.

"Le persone che sono vissute nelle vecchie case arrivano a capire che gli edifici hanno un carattere. Che hanno ricordi e segreti da raccontare. Bisogna solo imparare ad ascoltare e poi a comprendere, come con qualsiasi lingua."

Consigliato a chi ama i libri che si concentrano su vicende famigliari e misteri da risolvere.


Alcune citazioni

"Eppure c'erano momenti in cui provava terrore per la propria desolazione, per la sensazione tormentosa di aver perso qualcosa a cui non sapeva dare un nome e che dunque non poteva sperare di ritrovare".

"...all'interno delle copertine c'erano mondi interi, pieni di persone e luoghi, di avventure e umorismo, che aspettavano solo che lui vi prendesse parte".

"...la paura è la porta dell'opportunità. E posso assicurarti, tesoro, che ogni cosa bella che mi è successa da allora è arrivata quando ho agito nonostante le mie paure".

"Le cose brutte succedono anche alle persone migliori e non possiamo lasciarci sopraffare. La vita non va sempre come l'abbiamo pianificata, ma alla fine le cose si risolvono".

"Le parole (...) sapevano essere insidiose quanto le persone: sembravano dire una cosa, mentre sotto la superficie si nascondeva un altro significato segreto".

"La lettura plasma le persone. Il paesaggio dei libri è più reale, per certi versi, di quello fuori dalla finestra".

"La casa è dove si trova il cuore, e il cuore può essere un luogo oscuro e danneggiato ".




2 commenti:

  1. Ciao Angela, non conoscevo questo libro di Kate Morton. Anche se (da quello che ho capito) è un po' lento, sembra una storia molto interessante.
    Come sempre, la tua recensione è dettagliata e particolareggiata.
    Un abbraccio e buona domenica 😘

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  2. Ciao Angela, non ho mai letto nulla di questa autrice, che ho sentito nominare parecchio. Mi segno il titolo in wish list perchè la tua recensione mi ha proprio incuriosita, nonostante la lentezza... Buona domenica :-)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz