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il mio pensiero |
I GIORNI DEL TE’ E DELLE ROSE
di Jennifer Donnelly
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Ed. Sonzogno |
Un
romance corposo ma assolutamente piacevole e avvincente, per i miei gusti!
Quella
narrata dalla Donnelly è una storia densa di avvenimenti, colpi di scena, con
personaggi ben caratterizzati, a cominciare dalla protagonista, Fiona Finnegan.
Fiona è
una diciassettenne di origini irlandesi, che vive a Londra, a Whitechapel (quartiere londinese, zona est); suo
padre lavora al porto e lei è impiegata presso la Burton Tea, un’azienda molto
importante che commercia tè.
La vita
di Fiona procede serena e piena, circondata com’è dal calore della famiglia e
dall’amore dell’uomo che ama, il giovane Joe Bristow, venditore ambulante di
frutta e verdura.
I due
ragazzi si conoscono e si amano praticamente da sempre; pur non vivendo nelle
agiatezze e pur lavorando ogni giorno con fatica, i due conservano un sogno
comune: aprire una drogheria, un negozio in cui vendere tanti prodotti di prima
necessità ma anche di prima qualità, e per cercare di realizzare il prima
possibile questo progetto, Fiona e Joe stanno mettendo da parte del denaro, uno
scellino alla volta.
Sentir
tintinnare il “salvadanaio” (una lattina
di cacao) li rende euforici ed eccitati e ogni volta che aggiungono
anche solo qualche penny, sono già felci.
Ma la
vita nel vecchio quartiere londinese, negli anni Ottanta dell’Ottocento, non è
affatto facile e i sogni dei due innamorati devono fare i conti con la realtà
circostante.
Anzitutto,
i problemi economici, che vanno a incrociarsi con quelli sindacali, con i
diritti dei lavoratori che non vengono assolutamente rispettati.
Il padre
di Fiona, il buon Paddy Finnegan, è un sindacalista e, insieme ad altri
colleghi, si impegna a far nascere nei colleghi una coscienza sociale, per
pretendere un aumento salariale che non è che uno dei tanti diritti di cui il
capo dell’azienda priva i suoi dipendenti.
Chiaramente,
questa situazione è tutt’altro che rosea e il padre di Fiona incontrerà non
pochi problemi nella sua lotta sindacale…
A questo
si aggiunge l’atmosfera di terrore che aleggia per le strade e i vicoli di
Whitechapel: un pericoloso serial killer va adescando delle prostitute e poi le
ammazza crudelmente, infierendo sul loro corpo a colpi di coltello.
E chi
sarà mai quest’assassino?
Immediatamente
gli viene affibbiato il soprannome di Jack Lo Squartatore, dalla polizia, come
dalla stampa, come dalla gente comune.
Ma
nonostante tutto, il mondo di Fiona resiste, sta in piedi e lei prosegue a
testa alta e con entusiasmo, lavorando e mettendo da parte i suoi scellini,
mentre cerca di essere utile alla sua bella famiglia: il caro papà Paddy, la
bella e saggia mamma Kate, il fratello minore Charlie, un po’ testa calda ma in
fondo un bravo ragazzo, il piccolo Seamie, di quattro anni e l’ultima arrivata,
la piccola Eileen; per non parlare degli amici, dal caro e buono “zio” Roddy,
un agente di polizia, amico di famiglia, alla mamma di Joe, Rose.
Ma il bel
quadro familiare si frantumerà ben presto e i sogni di un futuro come
commerciante, nonché moglie di Joe, cominceranno a sfumare in modo drammatico.
Il “male”
si insinuerà come un serpente, strisciando silenzioso, e come il serpente
dell’Eden inizialmente avrà sembianze positive. Joe, stanco di lavorare
obbedendo al padre dalla mentalità chiusa, che non ha “mire espansionistiche” e non crede di dover
modificare e migliorare il proprio modo di lavorare per aprirsi margini di
guadagno maggiori, decide di accettare una allettante proposta di lavoro a
Covent Garden, da parte di un imprenditore, tale Tommy Peterson
E in
effetti imparerà un sacco di cose e accrescerà le proprie competenze di
commerciante, essendo già lui portato per questo e avendo da sempre tante belle idee e un grande entusiasmo;
ma lontano dalla famiglia e dalla sua ragazza – che pure cerca di
tranquillizzare, dicendole che con questo lavoro metterà da parte più soldi e
più velocemente per poter aprire il loro negozio -, Joe si ritroverà invischiato
suo malgrado in un ambiente che tenterà di “risucchiarlo”, allontanandolo dalla
gelosa Fiona, che col suo istinto di donna capisce che sta rischiando di
perdere il suo Joe..
Il
mondo di Fiona comincerà ben presto a crollarle addosso e diversi colpi di scena condurranno la bella,
spaventata ma coraggiosa Fiona, a prender la manina del piccolo Seamie e a
fuggire alla svelta da Londra, salpando su una nave della White Star (la stessa
compagnia del Titanic), in compagnia di un giovanotto strambo ma simpatico e
onesto (Nick) conosciuto per caso, e approdando in America, a New York, dove vive uno
zio, fratello del padre, possessore di una drogheria, in cui Fiona intende imparare
tante cose per aprire un giorno il proprio negozio (sogno che comunque non ha
smesso di custodire).
Sola,
senza famiglia e senza l’amore di sempre, Fiona non troverà a New York la
situazione ”idilliaca” che sperava, ma questo non le impedirà d fare come
sempre: alzare il mento, arrotolarsi le maniche e mettersi a lavoro per partire
da zero e costruirsi un futuro.
La grinta
e la determinazione di questa giovanissima ragazza, che non ha ancora 18 anni
ma i cui occhi e le cui orecchie hanno visto e udito di tutto e il cui cuore
nasconde pesi troppo grandi per una fanciulla, attraversano tutte le pagine di
questo libro, in cui impariamo a conoscere Fiona ed apprezzarla, ammirarla per
il suo carattere forte, non privo di fragilità, certo, ma capace di andare avanti
nonostante le lacrime e i tanti momenti di solitudine, di disperazione, sempre
circondata da persone che le vogliono bene e che le saranno di grande aiuto per
realizzare i propri sogni, andando anche al di là delle proprie aspettative.
Un sogno
che ha il sapore deciso e delizioso del tè e l’odore delicato delle rose tè.
Un sogno
che si realizza non solo grazie alla caparbietà e alla forte personalità di
colei che continua a crederci, ma anche grazie alla presenza di persone sincere
e affettuose nelle quali, pure nella sconosciuta e frenetica New York, Fiona
riesce a porre la propria fiducia.
Certo,
non sarà sempre facile la via per il raggiungimento dei propri sogni e
attraversandola Fiona incontrerà diverse persone e un paio di uomini, ai quali
in qualche modo si legherà: Will McClane e Nick Soames, entrambi affettuosi con
lei, sinceri nei loro sentimenti e, in qualche modo, entrambi ricambiati.
Ma nulla
che somigli vagamente all’amore ardente e alla passione travolgente che il suo
cuore e il suo corpo hanno provato con e per Joe.
Distanti
chilometri e chilometri, divisi dall’oceano, entrambi vivono struggendosi l’un
per l’altra, credendo che sia ormai troppo tardi e che ognuno ha ormai la
propria vita.
Ma ci
sono fuochi che non si possono estinguere e ciò che lega Joe e Fiona è qualcosa che mira a durare per sempre, a superare matrimoni sbagliati, risentimenti, destini
avversi, anni di lontananza.
I giorni del tè e delle rose è una splendida storia d’amore, in cui quest’ultimo c’è in tutte le sue
forme: l’amore tra i membri di una stessa famiglia, tra due innamorati, l’amore
per il proprio lavoro, l’amore non corrisposto, l’amore non compreso (come
quello omosessuale), l’amore che caratterizza la vera amicizia.
È anche
una storia di rivincite, vendette, di odio e di crudeltà, sentimenti davanti ai
quali Fiona non riuscirà mai ad abituarsi e che anzi la spingeranno a stringere
i denti e ad andare diritta per la sua strada, a volte con successo, altre
volte correndo rischi incredibili, ma sempre con la determinazione di chi
agisce per amore, per il senso di giustizia, per orgoglio, per rispetto verso se
stessi e i propri valori.
Diversi sono
i personaggi che satellitano attorno alla testarda e bella protagonista, alcuni
ci faranno indignare, altri ci commuoveranno o ci faranno sorridere di simpatia
e tenerezza, ma è probabile che comunque non li dimenticheremo in fretta.
Un
romanzo che ho letto in tutta fretta, non perché qualcuno mi corresse dietro ma
per la voglia di andare avanti, di scoprire insieme a Fiona cosa le riservava
il giorno dopo.
Fiona è
un personaggio femminile che spesso mi ha ricordato Rossella O’Hara, anche se
rispetto a quest’ultima, Fiona è molto più generosa, sensibile verso il
prossimo, fedele all’amore che vive nel proprio cuore coma una fiammella
inestinguibile; però le accomuno per la stessa forza, audacia, capacità di
tenere la schiena dritta e il mento su, pronte a stringere i pugni e a guardare
verso il futuro con il desiderio di prenderlo in mano e non di lasciarsi
sopraffare dagli eventi (tragici) che la vita spesso riserva.
Anche il
personaggio maschile mi è piaciuto molto, e in generale i personaggi principali
sono ben tratteggiati e la stessa tecnica narrativa scelta dall’Autrice (sempre
in terza persona) ci permette di vedere le cose da diversi punti di vista e di “sbirciare”
in diverse vite, così da “sentire” le vicende più da vicino.
L’ambientazione
anglo-americana della seconda metà dell’Ottocento, il riferimento a Jack Lo
Squartatore, la descrizione vivida e vivace dei quartieri, delle persone, dei
mercati, mi hanno catturata e immersa in quel contesto, come se fossi lì e potessi sentire odori, sapori, voci...
E’ il
primo libro della Donnelly che leggo e non sarà l’ultimo; ho già pronto “Come
una rosa d’inverno”, da portare con me in vacanza e da “spolpare” in auto, nel
corso di 12 ore di viaggio dalla Puglia alla Svizzera.!! ^_^
Ok, non
so se si è intuito, ma lo consiglio vivamente a chi ama il genere romance!!