Due recenti pubblicazioni Fazi Editore che vanno dritte dritte in wishlist!
La prima perchè affronta l'argomenta temi attuali e delicati, come l’abbandono e lo sradicamento, sempre in bilico tra il desiderio di ricordare e la necessità di dimenticare gli orrori della Shoah.
La seconda perchè narra le vicende di una famiglia, con i suoi segreti, le sue passioni, scritte - stando alla critica - con un'interessante finezza psicologica.
SCORPION DANCE
di Shifra Horn
Ed. Fazi trad. S. Castoldi 432 pp 18.50 euro Gennaio 2016 |
Trama
La storia di Orion, un ragazzo che ha perso il padre durante la guerra dei Sei Giorni e che viene cresciuto da due donne nel quartiere di Old Katamon, è un viaggio di straordinaria intensità tra i suoni, i colori, i profumi e le ferite di Gerusalemme che dall’Olocausto giunge ai giorni nostri.
Orion porta sulle spalle il peso di un padre che non ha mai conosciuto, il dolore per l’abbandono della madre che, rimasta vedova troppo giovane, vola in Australia per risposarsi, e soprattutto il ricordo di Johanna, la nonna tedesca che parla un pessimo ebraico e odia la Germania.
Quando Orion incontrerà la sua Basherte, una cantante d’opera berlinese con cui vivrà un’appassionata storia d’amore, si troverà a fare i conti con la propria individualità, con il passato del popolo ebraico e con l’ultimo, essenziale, segreto di Johanna.
E né Sarah, il pappagallo parlante dai sentimenti umani ereditato dalla nonna, né il glicine giapponese che avvolge con una forza soprannaturale la sua nuova casa, né Falada, il camioncino-biblioteca dotato di volontà propria e senso dell’umorismo, basteranno a salvarlo da un vortice di incertezza, sradicamento e lutto.
Come nella danza dello scorpione, questo romanzo – complici un sottile realismo e un lirismo sofisticato – si riavvolge in continui movimenti tra passato e presente, e ci accompagna attraverso la lotta per la sopravvivenza dei tre protagonisti, sempre in bilico tra il desiderio di ricordare e la necessità di dimenticare.
Shifra Horn, con lo sguardo di chi è abituato a interrogarsi sulla propria storia, è abilissima nel mescolare l’amore e le relazioni umane a questioni difficili come il tema della memoria e dell’identità.
Shofra Horn è nata nel 1951 a Tel Aviv e vive a Gerusalemme. Dopo aver concluso la Hebrew University laureandosi in Studi biblici e Archeologia, ha proseguito la formazione approfondendo anche l’ambito della comunicazione di massa e ottenendo un diploma per l’insegnamento. Negli anni universitari è stata funzionario didattico per l’Unione Mondiale degli Studenti Ebrei, coordinando la campagna per salvare gli ebrei etiopi e farli tornare in Israele. Ha trascorso cinque anni in Giappone come corrispondente dall’Estremo Oriente per il quotidiano «Maariv». Autrice pluripremiata di fama internazionale, con Fazi Editore ha pubblicato Quattro madri (2000), La più bella tra le donne (2001), Tamara cammina sull’acqua (2004), Inno alla gioia (2005) e Gatti (2007).
ARMADALE
di Wilkie Collins
Trama
Ed. Fazi trad. A. Tubertini 800 pp 18.50 euro Gennaio 2016 |
È piuttosto la storia del nome stesso, anzi del mistero che vi si cela. Perché sono quattro gli Allan Armadale coinvolti nella vicenda, due padri e i rispettivi figli: opera del destino o del caso?
Quando l’anziano Allan Armadale, in punto di morte, affida a una lettera una confessione terribile, non immagina nemmeno lontanamente le ripercussioni che ne seguiranno: il segreto che rivela coinvolge la misteriosa Lydia Gwilt, tentatrice dai capelli rosso fuoco, bigama, dipendente dal laudano e avvelenatrice di mariti. I suoi maliziosi intrighi carburano la trama di questo dramma appassionante: una storia di identità confuse, maledizioni ereditate, rivalità amorose, spionaggio, denaro… e assassinio.
Il personaggio di Lydia Gwilt orripilò i critici dell’epoca, al punto che un recensore la descrisse come «una delle donne maligne più recidive di sempre, i cui espedienti e le cui brame hanno infangato la narrativa». Resta fra le più enigmatiche e affascinanti donne del diciannovesimo secolo, il cuore nero della più sensazionale fra le sensation novel vittoriane.
Considerato tra i capolavori di Collins, Armadale, romanzo a tinte forti e pieno di suggestioni, conferma il talento magistrale dell’autore nel tessere un intreccio in maniera impeccabile.
Wilkie Collins (1824-1889) è considerato il padre del genere poliziesco. Il primo romanzo maturo di Collins risale al 1860: ispiratogli da un fatto personale realmente accaduto e improntato agli influssi balzachiani, La donna in bianco è un complicatissimo romanzo a tinte forti, che in sostanza preclude a quello che sarà poi il suo capolavoro definitivo, La pietra di Luna, del 1868, appassionante romanzo raccontato a più voci in cui si narra di un prezioso gioiello andato perso e dell'onore di una ragazza che rischia di essere macchiato. A partire dal 1870 però, anno della morte di Dickens, la fama di Collins comincia a scemare, iniziò a soffrire di artrite, finì col diventare dipendente dall'oppio, sviluppò una sindrome paranoica che lo portò a credere di essere sempre accompagnato dal suo alter ego. Nel suo romanzo The Moonstone tratterà proprio degli effetti dell'oppio. Collins non si sposò mai, ma nel 1958 si innamorò di una vedova, Caroline Graves, con la quale convisse per molti anni.