martedì 20 gennaio 2015

Viaggiare leggendo ... Schindler's list



Come ho già detto qualche giorno fa, sto leggendo "La lista di Schindler" e volevo presentarvi alcuni dei  luoghi legati a questo personaggio e alla sua storia.

Schindler nacque nel 1908 a Zwittau (oggi Svitavy, che si trova a 180 km ad est di Praga) nel Sudetenland, ovvero nei Sudeti, una regione all'epoca in Austria-Ungheria e successivamente in Cecoslovacchia.
 L'annessione di questa alla Germania nazista fu per Schindler l'inizio di un'avventura che lo portò a Cracovia; qui (Polonia) acquistò a basso prezzo una fabbrica in via Lipowa n. 4, nel quartiere industriale di Podgorze (parte sud di Cracovia), che chiamò Deutsche Emaillewaren-Fabrik, dove produsse pentolame e in seguito munizioni.

Dopo aver assistito con orrore al rastrellamento del 1942 nel ghetto di Cracovia (gli ebrei furono portato nel campo di concentramento a Plaszów, e molti di loro furono uccisi selvaggiamente), Oskar fece di tutto per salvare i suoi Schindlerjuden ("gli ebrei di Schindler"). 
Arrivò ad accordarsi col cinico e crudele  Amon Göth, il comandante di Plaszów, per il trasferimento di 900 ebrei nell'adiacente complesso industriale, dove sarebbero stati relativamente al sicuro dalle angherie delle guardie tedesche.

Płaszów era un sobborgo nella parte meridionale della città di Cracovia, in Polonia, dove nel dicembre 1942 venne inaugurato un campo di lavoro forzato nazista.

Quando l'Armata Rossa era ormai prossima a liberare Cracovia, i tedeschi distrussero i campi e uccisero gran parte degli internati. 
Schindler, tuttavia, riuscì a spostare 1.100 "lavoratori" in una fabbrica a Brunnlitz in Cecoslovacchia, sottocampo del complesso di Gross-Rosen, nell'ottobre 1944. 

La fabbrica di oggetti smaltati di Oskar Schindler (Fabryka Emalia Oskara Schindlera),  nel 2010, dopo varie vicissitudini e dopo l’acquisto della Fabbrica stessa, da parte del Comune di Cracovia, divenne un Museo, definito “La Fabbrica della Memoria”. In questo Museo è possibile ripercorrere il periodo più tragico della storia di Cracovia grazie all’esposizione permanente intitolata: Cracovia durante l'occupazione nazista 1939-1945.

Di seguito qualche immagine presa da siti che parlano di Oskar.

lunedì 19 gennaio 2015

Novità editoriale giallo nordico‏: "Il signore del fuoco" (Torkil Damhaug)



Anteprima... in giallo ^_^

Vincitore del Rivertonprisen 2011 (Miglior thriller norvegese)
Nominato al Premio Glass Key Nordico



IL SIGNORE DEL FUOCO
di Torkil Damhaug


Atmosphere libri
collana biblioteca del giallo
pp. 496
€ 19,00
in libreria: 28 gennaio 2015


Trama

A Oslo c’è una serie sconcertante di incendi dolosi. Il commissario Horvath e il suo amico, il giornalista Dan Levi, inseguono il piromane - il “signore del fuoco” - che sembra credere nel potere di pulizia delle fiamme. 
Mentre proseguono gli incendi, il diciottenne Karsten si innamora della sua compagna di classe Jasmeen, pakistana, ma i fratelli maggiori della morigerata famiglia musulmana cercano di vietare la loro relazione. 
Improvvisamente Karsten scompare senza lasciare traccia, mentre il piromane è ancora in libertà. Sette anni più tardi, la sorella di Karsten, Synne, decide di scoprire quello che è successo a Karsten. Ma la sua indagine privata avrà conseguenze terribili, suscitando assopiti e pericolosi ricordi. Il piromane, a riposo per sette anni, sta seguendo le ricerche di Synne con intenso interesse...

«Risponde Il signore del fuoco alle aspettative? Sì. È anche meglio rispetto ai suoi predecessori? Sì che lo è». 
Ola A. Hegdal, Dagens Næringsliv

«Damhaug scrive molto bene. C’è una profondità nei suoi personaggi come pochi altri scrittori di storie criminali sanno fare». 
Tracey Nålsund

«Il signore del fuoco diventa uno scottante candidato quando sarà dichiarato miglior crimine dell’anno». 
Torbjørn Ekelund, Dagbladet

«Vorrei insistere senza esitazione che ormai Torkil Damhaug è riconosciuto come uno degli eccellenti scrittori di thriller della Norvegia». 
Romerikes Blad


L'autore.
Torkil Damhaug (nato nel 1958 a Lillehammer) è un autore norvegese e medico. Ha studiato letteratura e antropologia presso l’Università di Bergen e medicina presso l’Università di Oslo. Ha lavorato come medico nelle isole Lofoten e in istituti psichiatrici della contea di Akershus. Ha debuttato nel 1996 con il romanzo Flykt, måne. Ildmannen (Il signore del fuoco) è il suo sesto romanzo e ha vinto il Rivertonprisen nel 2011. I suoi libri sono pubblicati anche in Germania
.

Anteprima: "Le fedeltà", il romanzo d’esordio di Diane Brasseur



Esce il 29 gennaio per Sonzogno Le fedeltà, il romanzo d’esordio di Diane Brasseur che in Francia è diventato un caso letterario.

LE FEDELTA'
di Diane Brasseur


Ed. Sonsogno
pp. 128 
€15.00. 
Trad. Jacopo De Michelis
dal 29 GENNAIO 2015

Il monologo interiore di un uomo che si obbliga a una scelta impossibile tra sua moglie e la sua amante
«Un romanzo pieno di quei piccoli dettagli che creano un successo» Frédéric Beigbeder, LE FIGARO

«Sembra un po’ Cassavetes per il modo realistico di raccontare, con un pizzico di Kureishi» PREMIÈRE



Tre protagonisti in cui tutti possono immedesimarsi: chi tradisce, chi è tradito, e chi non tradisce né viene tradito

Trama

Prima di partire con la famiglia per le vacanze di Natale, il narratore si rinchiude nel proprio studio determinato a non uscirne finché non avrà preso una decisione. 
L’uomo ha 54 anni e da dodici mesi si divide tra Marsiglia e Parigi, tra moglie e amante. 
Ma la situazione è ormai diventata insostenibile, deve fare una scelta. Ama ancora la moglie, ama ritrovare il profumo della sua crema da notte, guardarla sorridere con la fi glia adolescente, notare quello che hanno costruito assieme. 
Tutto questo però non gli ha impedito di andare più in là con Alix, l’amante del cui giovane corpo non riesce più a fare a meno. 
Vive in attesa del prossimo momento di intimità, della lucina che indica un suo messaggio sul telefonino, perché con Alix non è solo l’ebbrezza di una nuova giovinezza, è più complicato di così, «è la possibilità di fare un secondo giro nel momento in cui le possibilità si restringono». 
Lascerà casa e inizierà una nuova vita con l’altra donna, come fanno tanti uomini della sua età? Oppure troncherà la relazione per dedicarsi a moglie e figlia? 
Nel chiuso della stanza, l’uomo ripercorre la storia del proprio adulterio: gli incontri con Alix, le prime bugie, il senso di colpa. 
C’è chi è a proprio agio con la doppia vita. Lui no: ama la moglie, ama Alix, non ama l’infedeltà.

L'autrice.
Diane Brasseur (1980) è di origine franco-svizzera e ora vive a Parigi. Lavora nel cinema come sceneggiatrice. Le fedeltà è il suo primo romanzo
.

Giorno della Memoria: una miniserie tratta da "Max e Helen" di Wiesenthal Simon



Il libro portato al cinema di questo lunedì è...:

MAX E HELEN
di Wiesenthal Simon


Ed. Garzanti
Trad. F. Saba Sardi 
176 pagine 
€ 9.90
Un amore nato tra le macerie di una guerra.
La vendetta di un uomo.
La giustizia nel cuore di una donna.

Trama

La vicenda di Max e Helen è una struggente storia d'amore realmente accaduta. Nata nei terribili anni della guerra e segnata dalla deportazione nazista nei campi di concentramento, è diventata per Simon Wiesenthal, il cacciatore di nazisti per antonomasia, il simbolo di ciò che la Storia di quel periodo ha significato per i destini delle singole persone, travolti dall'onda della morte e della distruzione. 
Wiesenthal è a un passo dall'incastrare Schulze, oggi un rispettabile dirigente d'azienda di Karlsruhe, che si è macchiato di orribili delitti sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale. 
Ha solo bisogno di un testimone per corroborare il suo impianto accusatorio. Per questo rintraccia Max. Lui sa, lui ha visto di cosa è stato capace Schulze, spietato e sadico aguzzino. 
Ma non può testimoniare contro di lui. Nonostante tutto, non dirà una sola parola per inchiodarlo alle proprie responsabilità. 
Perché quella che narra Max, ora medico a Parigi, è anche la sua grande storia d'amore con Helen. 
Al momento del loro arresto erano fidanzati. Furono poi deportati nel lager di Zalesie, nei pressi di Lublino. Finita la guerra, Max l'aveva cercata disperatamente quando, nel '58, era riuscito a tornare in Polonia. E tuttavia, ritrovandola, l'aveva perduta per sempre.
Il forte impatto emotivo del libro di Wiesenthal documenta, attraverso la storia drammatica e commovente di Max e di Helen, uno dei casi più paradossali che siano mai capitati all'instancabile cacciatore di nazisti, che per una volta, e per una ragione assolutamente insuperabile, ha dovuto rinunciare a una cattura che sembrava ormai inevitabile.

L'autore.
Simon Wiesenthal (Bucˇacˇ, Ucraina, 1908 - Vienna 2005) ha studiato a Vienna e a Praga, dove si è laureato in architettura. Deportato in tredici diversi campi di concentramento durante il nazismo e fortunosamente scampato alla Shoah, nel dopoguerra ha lavorato per i servizi segreti americani e ha creato a Vienna il Centro di documentazione della lega dei perseguitati ebraici del regime nazista. Al suo talento investigativo e alla sua tenacia si devono l'individuazione e la cattura di Adolf Eichmann e di altri
aguzzini nazisti. Tra le opere di Wiesenthal pubblicate in Italia, Garzanti ha in catalogo anche Il girasole. I limiti del perdono.

"Max e Helen" è diventata una miniserie (regia di Giacomo Battiato) e andrà in onda su Rai Uno il 26 e 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria.

crescentini
Basata su una storia vera sullo sfondo di Cracovia (nel 1960) e racconta le vicende di un’intesa storia d’amore tra due giovani interpretati da Carolina Crescentini, che sarà Helen Blondel ( la figlia del console onorario francese a Venezia) e da Alessandro Averone - cioè Max Sereni, uomo dalle origini ebree - , ostacolata dall’avvento dell’occupazione nazista. 

Nel 1960, Max Sereni è stato appena rilasciato da un gulag e si spaccia per un ex-ufficiale delle SS in fuga; il suo intento è trovare il criminale di guerra che ha torturato e ucciso sua moglie Hélène. 
Il suo nome era Thomas Koeller, funzionario di un Einsatzkommando. 
averone
Max scopre la verità su Hélène e sarà il momento della verità per la sua coscienza, costretto a scegliere tra vendetta, giustizia e compassione.

Max Sereni è stato appena rilasciato da un gulag e si spaccia per un ex-ufficiale delle SS in fuga. Vuole trovare il criminale di guerra che ha torturato e ucciso sua moglie Hélène. Il suo nome era Thomas Koeller, funzionario di un Einsatzkommando. Max scopre la verità su Hélène e sarà il momento della verità per la sua coscienza, costretto a scegliere tra vendetta, giustizia e compassione. 





Non si tratta del primo riadattamento che viene fatto del libro di Simon Wiesenthal: la storia di Max e Helen è stata già riproposta in un tv movie americano uscito nel 1990 con Martin Landau nel ruolo dello scrittore. 
Il film fu però molto criticato per le “scene piuttosto forti di tortura”.

Max and Helen
USA 1990
Genere: Drammatico
durata 79'
Regia di Philip Saville





sabato 17 gennaio 2015

Recensione: "Pericle il nero" di Giuseppe Ferrandino



Lettura veloce ma.... di un certo "impatto"!

PERICLE IL NERO
di Giuseppe Ferrandino


 Adelphi
2002, pp. 144
Letteratura italiana, Polizieschi
€ 7,00 
«Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie … Io mi chiamo Pericle Scalzone … Di mestiere faccio il culo alla gente».

Se il buongiorno si vede dal mattino, l'ncipit di Pericle il Nero dovrebbe dirla lunga sul protagonista, del quale seguiamo le avventure di "aiutante-boss".

Pericle vive a Napoli ed è al servizio del boss Luigino, per il quale spesso e volentieri fa dei servizietti a persone che hanno in qualche modo offeso il proprio datore di lavoro...

Sin dalle prime battute, ci sembra di vederlo, Pericle, mentre porta avanti le sue "piccole missioni" con un atteggiamento quasi indifferente, come se le sue (cattive) azioni fossero qualcosa di normale, che non gli smuovono la coscienza e non lo fanno sentire in colpa per questo stile di vita delinquenziale.

Ma arriva il giorno in cui le cose non vanno come programmato e Pericle si lascia prendere dalla situazione e "sfora", facendo cose non previste che porteranno brutte conseguenze.

Infatti, un giorno, Luigino ordina a Pericle (che si ostina a chiamare Pasquale perchè il nome vero non gli piace) di dare una lezione al parroco, don Leone, che è stato un po' irriverente nei propri confronti.
Ma quando Pericle giunge in sagrestia, trova il prete con una persona che non dovrebbe essere a Napoli, bensì in Portogallo....: Signorinella, la temibile e potentissima sorella del boss Ermenegildo Coppola, capo delle supplicanti di san Gennaro, che, «quando parlava di uccidere, si metteva le mani sulla faccia perché non le piaceva e diceva che tutti sono figli di mamma».

E cosa fa Pericle?
Agisce d'impulso e massacra di botte la donna e picchia il prete, senza  però volerlo ammazzare.
Convinto che Signorinella sia morta, Pericle sa che deve scappare se non vuole rimetterci le penne...!
E va bene che è abituato alla violenza, ma da qui ad aspettare passivamente che lo facciano fuori... ce ne passa!

Continuavo a pensarci e pensavo che non sapevo neanche che cosa ci stava di mezzo, pensavo solo: mi vogliono ammazzare.I pensieri giravano e finivano sempre là.Poi ho pensato che non ci potevo fare niente e che tanto era meglio se mi facevo ammazzare subito e non ci pensavo più. E pensando questo, anche se non era vero, che io di morire tenevo proprio paura, mi sono addormentato.

E così, da questo momento, cominciano i guai per il nostro eroe (e per i suoi familiari), che cercherà prima di nascondersi e poi fuggirà in auto fino a Pescara, dormendo in macchina e mangiando dove capita.
Finchè una mattina incontra in un bar una donna, poco più grande di lui: Nastasia, una polacca che lavora a Pescara in una fabbrica di copertoni.
La donna lo ospita per qualche giorno a casa sua, dove vive coi tre figli, e tra i due nasce una sorta di relazione..., più fisica che sentimentale.
Ma Pericle deve tornare a Napoli e regolare i conti: non può pensare di vivere da fuggiasco per sempre, e poi ha bisogno di soldi...

Il ritorno nella sua città lo vedrà diverso, più consapevole di se stesso e deciso a non essere più lo schiavo di qualcuno, ma di essere libero, magari con qualche piccolo "progetto" da realizzare..., chissà, forse con quella polacca un po' strana, finalmente libero da una vita che finora è stata contrassegnata da violenza e solitudine, priva di ambizioni personali, asservita ai voleri degli altri.

Come sempre nella mia vita stavo facendo quello che mi dicevano di fare.Volevo dimostrare a me stesso di essere uomo, ma se uno, per considerarsi, fa quello che si aspettano gli altri, è una sega, altro che uomo.
E' una storia scritta con un linguaggio molto realistico, con espressioni dialettali (napoletano), senza peli sulla lingua, con qualche "scena" non proprio edificante e personaggi grotteschi, che sembrano usciti da un film di qualche anno fa.

Leggevo in web che il romanzo uscì per la prima volta nel 1993 e l'autore lo pubblicò con lo pseudonimo Nicola Calata (casa editrice Granata Press); ma il romanzo passò praticamente inosservato agli occhi del pubblico e della critica. 
Nel 1995 i diritti del libro vengono acquistati dall'editore francese Gallimard, che lo pubblica nella collana Série noir, diventando il caso editoriale dell'anno.

Non solo, ma per quanto concerne la trasposizione cinematografica, la produzione  è passata da Abel Ferrara a Riccardo Scamarcio, che avrà anche il ruolo del protagonista, e che ha scelto Stefano Mordini come regista. 

L'intera vicenda verrà spostata da Napoli a Bruxelles.*

Beh, nel libro Pericle è descritto come grasso e bruttarello... per cui mi risulta mooolto difficile accostarlo a Scamarcio (inevitabilmente ho provato a immaginarlo, mentre leggevo), ma mi fido, quindi... curiosa me :))


fonte: wikipedia e web

L'amore durante la guerra: novità in libreria



Recenti pubblicazioni aventi come sfondo la seconda guerra mondiale e il nazismo.


QUANDO TUTTO SARA' FINITO
di Audrey Magee

Ed. Bollati Boringhieri
18 euro
324 pp
dal 15 gennaio 2015
Trama

Peter Faber è un soldato semplice, un insegnante spedito sul fronte orientale. 
Katharina Spinell è una ragazza di Berlino, con un lavoro poco attraente e genitori oppressivi. 
I due si sposano senza essersi mai conosciuti: è un matrimonio di assoluta convenienza, che garantisce a lui una licenza di dieci giorni, a lei una pensione dovesse Peter morire in guerra.
Inaspettatamente, i due ragazzi si innamorano a prima vista, e al momento della separazione si scambiano promesse di fedeltà e di un futuro insieme. 
Il ricordo dei brevi giorni passati con Katharina e il sogno di una vita familiare al ritorno, sono le uniche cose che permettono a Peter di resistere agli orrori del fronte russo.
Katharina si accorge di aspettare un bambino e cerca di sfuggire al controllo ossessivo di un padre convinto seguace della dottrina nazista: è questo il personaggio che meglio di tutti rappresenta la Germania del tempo, quella della «banalità del male», quella della gente comune che ritiene legittimo impadronirsi delle case degli ebrei deportati, stanare i fuggiaschi e continuare a brindare alla vittoria e a godere dei privilegi conquistati all’interno del regime anche quando la realtà annuncia la sconfitta.



venerdì 16 gennaio 2015

Narrando l'Oriente: "L'imperatrice Cixi" di Jung Chang



La storia della concubina che accompagnò la Cina verso la modernità.

L'IMPERATRICE CIXI
di Jung Chang


L'imperatrice Cixi
Ed. Longanesi
576 pp
20 euro
IN LIBRERIA
22 GENNAIO 2015
Trama

Entrata nel palazzo imperiale a sedici anni come concubina dell'imperatore e poi salita al potere dopo la sua morte, Cixi (1835-1908) è considerata una delle donne più importanti della storia cinese, responsabile del passaggio del paese dal Medioevo all'età moderna. 
In questa biografia, Jung Chang ci rende in pieno la figura affascinante della donna che ebbe la capacità e la forza di introdurre una serie di innovazioni dirompenti. 
Sotto la sua guida la Cina non solo conquistò tutti gli elementi di uno stato moderno - lo sviluppo delle industrie e delle ferrovie, la diffusione dell'elettricità, del telegrafo - ma eliminò anche i vecchi retaggi del passato, come la fasciatura dei piedi e la tortura. 

Un viaggio negli angoli più segreti del palazzo d'estate e nell'harem della città proibita di Pechino alla scoperta di una grande statista che fu anche e soprattutto una donna.

L'autrice.
JUNG CHANG è l’autrice del best seller 'Cigni selvatici' (Longanesi, 1994), acclamato dalla critica come il libro più letto sulla Cina, e del saggio 'Mao, La storia sconosciuta' (Longanesi 2006, con Jon Halliday), che il Time ha descritto come «una vera bomba atomica». 
I suoi libri sono stati tradotti in più di 40 lingue e hanno venduto più di 15 milioni di copie all’estero, essendo l’autrice bandita in Cina. Nata nel 1952 a Yibin, nella provincia cinese del Sichuan, dal 1978 vive a Londra.

Frammenti da... "La banalità del bene"




Giorgio Perlasca...: un eroe italiano.

.
"A maggio la guerra era finita, il Terzo Reich era caduto. Nell'Europa distrutta ricominciarono a funzionare treni e stazioni. Il 29 maggio del 1945, un trafiletto su un quotidiano di Budapest annunciava la partenza dalla capitale ungherese dell'amico italiano. Alla stazione Est, in attesa del treno, venne a salutarlo una piccola folla, amici e persone cui aveva salvato la vita. Davanti ai binari si presentò una delegazione degli inquilini della casa di piazza Santo Stefano 35 e gli consegnarono l'ultimo attestato:

Ci dispiace apprendere che lasciate l'Ungheria, diretto alla vostra terra natale,. l'Italia. In questa occasione vogliamo esprimervi l'affetto e la gratitudine delle diverse migliaia di ebrei sopravvissuti grazie alla vostra protezione. Non ci sono parole per lodare la tenerezza con cui ci avete sfamato e vi siete preso cura dei vecchi e degli ammalati. Ci avete incoraggiato nel momento in cui eravamo vicini alla disperazione e il vostro nome non mancherà mai dalle nostre preghiere. Che Dio Onnipotente possa ricompersarvi.".

E. Deaglio, La banalità del bene

Recensione: LA BANALITA' DEL BENE di Enrico Deaglio



Finalmente riesco a recensire il primo libro dedicato alla "Giornata della Memoria"!
Ho in lettura "La lista di Schindler" e devo confessarvi che è più "tosto" di quanto pensassi, infatti vado piuttosto lenta!!

LA BANALITA' DEL BENE
di Enrico Deaglio


La banalità del bene
Ed. Feltrinelli

"Lei che cosa avrebbe fatto al posto mio?".
Una domanda semplice e, allo stesso tempo impegnativa, cui è difficile dare una risposta onesta e vera.
Ma l'Autore se l'è sentita porre davvero da un uomo anziano, che gli ha raccontato la propria storia; quella storia sconosciuta per troppo tempo e troppo tardi resa nota "al mondo", e davanti alla quale ci si sente piccoli e senza parole.

"La banalità del bene" sembra un romanzo d'avventura, e in un certo senso lo è, contrassegnato com'è da caos, spari, grida, paura, lo sfondo della seconda guerra mondiale, l'incubo di vagoni pieni di gente ammassata e sfinita, in viaggio verso la morte.

Ma questo non è un romanzo: è una storia vera.

E' la storia di un uomo che ha mentito, che s'è inventato un incarico di responsabilità e un ruolo diplomatico da lui completamente lontani, che è andato di qua e di là tra le strade di Budapest rivendicando protezione per  migliaia di ebrei, sotto la bandiera del consolato spagnolo.*

Un commerciante padovano con un passato di fascista entusiasta e soldato volontario in Spagna al servizio di Franco che, in un momento storico tra i più difficili nella storia umana, ha "semplicemente" preso una decisione, si è prefisso degli obiettivi e non ha esitato a spacciarsi per un diplomaitco spagnolo (lui che era "nessuno"!) pur di perseguirli. 

A costo della propria vita..., lui che avrebbe potuto tranquillamente mettersi in salvo, decide di restare in un paese tormentato dalla guerra e perseguitato dai nazisti, e fare quello che ciascun uomo, dotato della capacità di discernere il bene dal male e convinto di scegliere il bene, dovrebbe sentirsi in obbligo di fare.

Lui, uno spettatore tra vittime e persecutori, aveva mostrato che un orrore si riesce a riconoscerlo in tempo, dai primi sintomi, e che ci si può opporre senza aspettare.


Conosciamo la storia di Giorgio attraverso i suoi racconti e il suo diario, e conosciamo "le sue gesta eroiche", che fanno di lui la persona straordinaria che è stata: un uomo sostanzialmente solo, in terra straniera, circondato da pochi amici fidati (ricordiamo Madame Tournè e l'avvocato Farkas), che sforna documenti falsi, organizza e difende otto "case rifugio", trova cibo, strappa tante persone dal viaggio verso la morte "per il rotto della cuffia", come fu con due gemelli, che un impaurito, ma allo stesso tempo coraggioso, pseudoconsole rubò nientemeno che a Adolf Eichmann.

Giorgio Perlasca e Adolf Eichmann si incontrarono per una manciata di minuti, in una mattina di ordinario macabro trasporto di ebrei ungheresi verso Auschwitz. Fu un match breve, tra un calmo tenente colonnello delle SS contro un emozionato diplomatico spagnolo. Avevano più o meno la stessa età, uno aveva il potere e l'altro non l'aveva. Ma vinse quest'ultimo, che non era diplomatico e neppure spagnolo.Di questa storia che è rimasta così impressa nella memoria di Giorgio Perlasca, quello che a me piace di più è che ci fu una scelta.L'italiano vide due ragazzi gemelli ed ebbe uno scatto pensando che si poteva fare qualcosa per evitare che fossero Uccisi. Il tenente colonnello tedesco forse non li vide neanche (me li immagino rannicchiati dentro la macchina) e, con un gesto della mano, li lasciò vivere. Per lui erano due numeri, non due persone. Un fatto statistico.

Insomma, un magnifico impostore, il nostro eroe italiano, che è però, prima di ogni cosa, solo e soltanto un uomo, e le pagine del suo diario ce lo mostrano per quello che è: un uomo che provava paura, smarrimento, ansia, ma che non ha smesso di pensare agli altri prima che a se stesso, e la consapevolezza del pericolo che correva non lo ha distolto dal suo intento: salvare vite innocente dalla follia dell'odio razziale.

Un eroe cui, giustamente, non sono mancati i dovuti riconoscimenti.

  • Premiato prima in Ungheria con l'Ordine della Stella d'Oro da parte del Parlamento
  • Giusto tra i Giusti e cittadino onorario di Israele
  • onorato dall'Holocaust Memorial Council di Washington e dal comitato Raul Wallenberg di New York
  • commendatore di numero dell'Ordine di Isabella per decreto del Re di Spagna Juan Carlos
  • In Italia, Commendatore Grand'Ufficiale.

Una storia che smuove le coscienze e che inevitabilmente ti porta ad affermare: 

Giorgio Perlasca è  un uomo cui vorremmo assomigliare 

Giorgio Perlasca, nel 1961, non andò a testimoniare a Gerusalemme e in Italia, l'articolo che raccontava quanto aveva fatto, passò del tutto inosservato. Ma se si fosse presentato al banco dei testimoni e il pubblico ministero gli avesse domandato: - Signor Perlasca. Lei era un commerciante italiano. Lei non era parte in causa. Lei avrebbe potuto scappare da Budapest. Perché ha fatto tutto quello che ha fatto? Perlasca avrebbe risposto allora con le poche parole che ripete adesso.- Vedevo delle persone che venivano uccise e, semplicemente, non potevo sopportarlo. Ho avuto la possibilità di fare, e ho fatto. Tutti, al mio posto, si sarebbero comportati come meAvrebbe forse aggiunto, con la sua lenta cadenza veneta: - Si dice in Italia: l'occasione fa l'uomo ladro, di me ha fatto un'altra cosa. E avrebbe dato la prova che anche nella più impenetrabile nebbia, esiste - perché è propria dell'animo umano - una tentazione irriducibile, indicibile, fiabesca alla banalità del bene.
Assolutamente consigliato... film compreso!


Articoli correlati:

Giornata della Memoria. Giusto tra le nazioni: Giorgio Perlasca


* L'Ambasciata spagnola rilasciò visti utilizzando una legge promossa nel 1924 da Miguel Primo de Rivera, che riconosceva la cittadinanza spagnola a tutti gli ebrei di ascendenza sefardita (di antica origine spagnola, cacciati alcune centinaia di anni addietro dalla Regina Isabella la Cattolica) sparsi nel mondo.La legge Rivera è dunque la base legale dell’intera operazione organizzata da Perlasca, che gli permette di portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

giovedì 15 gennaio 2015

Novità in casa Fanucci Editore (gennaio 2015)



Il meglio dello sci-fi per ragazzi ed il Fantasy più emozionante. Sono disponibili in ebook: VIOLET e  IL TRONO OMBRA.


Per gli amanti dell'urban paranormale, fantascientifico, intenso:

VIOLET
di Jessica Brody


Fanucci Editore
IN EBOOK il 15 Gennaio
IN LIBRERIA 29 Gennaio
Trama

Quando il volo 121 della Freedom Airlines precipita nell’oceano Pacifico, nessuno si aspetta che ci siano dei superstiti. 
Così, la notizia di una ragazza ritrovata a galleggiare tra i rottami dell’aereo, praticamente illesa, fa il giro del mondo. 
Nessuno sa spiegarsi come possa essere sopravvissuta... tantomeno lei.
La sua mente è una tabula rasa: non ricorda il proprio nome né nessun avvenimento della sua vita, e non sa spiegare cosa ci facesse su quel volo. 
Le sue impronte digitali e il suo DNA non si trovano in alcun database, nessuno ha denunciato la sua scomparsa.
Intrappolata in un mondo che non riconosce, con delle abilità che non è in grado di comprendere e ossessionata da una minaccia che è solo un’eco nella sua testa, la ragazza misteriosa si sforza di rimettere insieme i pezzi del proprio passato e scoprire chi è veramente. 
Ma a ogni indizio seguono nuove domande, e lei non ha abbastanza tempo per trovare le risposte. 
La sua unica speranza è un ragazzo affascinante, che sostiene di conoscerla da prima dell’incidente e di averla aiutata a fuggire da un esperimento top secret.
 Ma lei di chi può fidarsi davvero?


E poi l'attesissimo seguito de I MILLE NOMI..:

IL TRONO OMBRA
di Djang Wexler


Fanucci Editore
IN EBOOK il 15 Gennaio
IN LIBRERIA 29 Gennaio
Trama

Il re di Vordan giace sul letto di morte. Presto sua figlia Raesinia Orboan gli succederà al trono, ma il regno è minacciato da uomini ambiziosi, e povertà e speculazione stanno spingendo la popolazione allo stremo.
È questo lo scenario che si presenta agli occhi di Janus, Winter e Marcus quando giungono nella capitale dopo essersi separati dal reggimento dei Coloniali. In un ultimo atto volto a proteggere il regno, il re nomina Janus ministro della Giustizia, nella speranza di contrastare l’influenza del duca Orlanko, un uomo pericoloso in grado di tenere sotto scacco la futura regina.
Marcus viene nominato capo del corpo di pubblica sicurezza, mentre il compito di Winter sarà di infiltrarsi in un quartiere popolare in fermento, per disporre le proprie pedine nella partita contro Orlanko.
La situazione in città è tesa, e dopo la morte del padre, il primo atto regio di Raesinia è l’istituzione di un comitato di rappresentanza popolare al quale cedere temporaneamente le prerogative politiche. 
Anche Janus, Marcus e Winter lottano insieme al popolo per quella terra che avevano creduto di non vedere più. Ad attenderli c’è la battaglia più difficile: il duca Orlanko sta marciando verso la capitale, alla guida di un reggimento incaricato di sedare la rivolta. 
Ma non sarà l’unica minaccia che dovranno affrontare, perché le grandi potenze del continente sono allarmate dal nuovo assetto politico-sociale di Vordan...

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