martedì 12 dicembre 2017

Recensione: CORALINE di Neil Gaiman



Una bimba annoiata per la sua vita sempre uguale si ritrova in un mondo parallelo, senz'altro più vivace ma anche più oscuro ed inquietante, dal quale rischia di non poter più venir fuori.
Cosa può nascondersi dietro una porta magica?




CORALINE
di Neil Gaiman




Ed. Mondadori
ill. D. McKean
trad. M.Bartocci
2004
Coraline ha 11 anni e si trasferisce con i suoi genitori in una nuova casa; la scuola ancora non incomincia e lei trascorre le sue giornate... annoiandosi!
E' sempre alla ricerca di qualcosa di interessante da fare (com'è giusto che sia, alla sua età), chiedendo anche consiglio ai suoi genitori, ma questi ultimi sono sempre molto (troppo) indaffarati, le rispondono con superficialità, non andando incontro alle esigenze della figlia, la quale si sente trascurata.
Addirittura in ciò che mangia c'è trascuratezza, visto che Coraline pranza e cena quasi sempre con snack e cose surgelate, proprio perchè la mamma non ha tempo per cucinarle manicaretti e le ricette bislacche di suo padre non sono granchè.

Le uniche distrazioni sono costituite dai vicini di casa: le signorine Miss Spink e Miss Forcible (estrose ex-attrice di teatro) e il vecchio Bobo, definito "il pazzo" per i suoi bizzarri comportamenti e la sua fissa per i topi.

In casa di Coraline ci sono tredici porte che permettono di entrare e uscire da stanze e corridoi. Ma ce n'è anche un'altra, la quattordicesima, che dovrebbe essere murata, ma un giorno Coraline scopre qualcosa di sensazionale: al di là della porta si apre un corridoio scuro, e alla fine del corridoio c'è una casa identica alla sua, con una donna identica a sua madre che dice di essere anche lei sua mamma.
In questa "altra casa" vivono dunque questi "altri genitori" (che vengono chiamati "Altra Madre" e "Altro Padre"), che hanno alcune peculiarità decisamente sinistre: al posto degli occhi hanno due bottoni scuri cuciti; i capelli dell'Altra Madre" sembrano avere vita propria, come un ammasso di serpenti sulla testa ei suoi sorrisi sono terrificanti e sospetti; la donna - esageratamente magra e più alta del normale - inizialmente accoglie Coraline con entusiasmo e affetto, cucinando per lei tante cose buone e garantendole che con loro, in quest'altra casa, sarà coccolata e felice.
Chiaramente, perchè questo avvvenga, Coraline dovrà lasciare i suoi genitori (che tanto, sostiene "l'Altra Madre", non vedevano l'ora di liberarsi di lei) e cucirsi i bottoni sugli occhi...

Coraline, che è una bimba sveglia e riflessiva, comprende subito che in questa casa, solo apparentemente identica alla sua, ci sono troppe cose strane, a partire proprio dai due presunti genitori, che le fanno venire i brividi.
Ok, i suoi veri mamma e papà saranno pure un po' distratti ma le vogliono bene e Coraline desidera tornare da loro.
Ma con sua grande sorpresa e preoccupazione, si accorge che questo è tutt'altro che semplice: i suoi genitori sono scomparsi e Coraline intuisce che è colpa dell'Altra Madre; solo tornando indietro, oltre la porta magica, attraversando il corridoio buio e affrontando quell'essere le cui sembianze sono tutto fuorchè umane, la nostra coraggiosa undicenne potrà riportare indietro i suoi cari genitori e riavere la propria casa e la propria vita.

In questo mondo fantastico in cui vive la sua strana avventura, Coraline si trova faccia a faccia con personaggi che sono una sorta di "copia deformata" di quelli veri, del suo mondo: anche qui, infatti, ci sono le strambe signorine Miss Spink e Miss Forcible (sempre impegnate col teatro), c'è il pazzo vicino con i suoi topi (che hanno la loro funzione non irrilevante nella storia), c'è un gatto nero che in questo altro mondo parla e sarà una sorta di compagno di avventure che aiuterà Coraline a capire meglio dove si trova e come uscirne.

L'Altra Madre è un personaggio fantastico davvero particolare, è cattiva e spaventosa, non solo nell'aspetto (che mutano man mano che la sua vera, oscura natura emerge) ma anche per le intenzioni che ha verso Coraline, la quale scopre che altri bimbi sono stati acchiappati dalla megera e... hanno fatto una fine non proprio lieta!
Questa strega diabolica ha abitudini disgustose (mangia scarafaggi come fossero patatine) e poteri straordinari, tra cui quello di distorcere la realtà, appunto, per crearne un'altra alternativa e come piace a lei.

Coraline, in questo mondo distorto e pauroso creato dalla megera, dovrà affrontare sfide e pericoli, tirar fuori il suo coraggio di bambina esploratrice e curiosa, ingoiare la paura che spontaneamente le sale su quando si trova davanti a creature e situazioni tenebrose e poco rassicuranti, e cercare di capire il punto debole della sua nemica per poter riconquistare la libertà.

In questa fiaba per ragazzi  dalle tinte dark ritroviamo tanti elementi tipici del genere fantasy/horror: la protagonista, giovanissima, curiosa e inconsapevolmente impavida, che non esita ad aprire porte che sarebbe meglio lasciar chiuse o ad incamminarsi per corridoi buii; l'antagonista brutta e cattiva, con capacità ultraterrene, da cui bisogna assolutamente scappare per non essere sue vittime; fantasmi, o meglio anime in pena in cerca di libertà; oggetti magici e talismani (utili all'occorrenza per non restare soggiogati dai malefici dell'antagonista); creauture mostruose al servizio della megera; animali parlanti che aiutano la protagonista.
Lo stesso scenario è azzeccatissimo perchè si parte da una casa tranquilla in cui non accade mai nulla e poi basta una porta aperta per ritrovarsi in un'altra dimensione, tetra e terrificante.

E' un horror per giovani lettori davvero piacevole e simpatico da leggere, stimola la curiosità di sapere cosa accadrà alla piccola Coraline, che personalmente (da fifona qual sono) ho ammirato in quanto straodinariamente dotata di self-control, tant'è che si spaventa ma reagisce con una lucidità e calma che io mai avrei al suo posto.
Sono curiosa di vedere il film d'animazione diretto da Henry Selick.  

lunedì 11 dicembre 2017

Viaggiare leggendo... "L'arte di correre sotto la pioggia"



Alcuni luoghi menzionati nel romanzo "L'arte di correre sotto la pioggia" di Stein Garth.


"Denny mi portò (il narratore è il cane Enzo) a vivere lontano dalla fattoria di Spangle, in un quartiere di Seattle chiamato Leschi, dove abitava in un piccolo appartamento in affitto sul lago Washington."


pinterest

wikipedia



"...la casa in cui si svolgeva la cerimonia, una graziosa villetta in riva al mare sull’isola di Whidbey": la location del matrimonio tra Denny ed Eve.


WallPapersok.com



La nuova casa di Denny, Eve, Zoe ed Enzo:

"La casa era bella. Un’elegante villetta d’epoca come quelle che avevo visto nel programma This Old House (...) si trovava sul fianco di una collina del Central District"


MyNorthwest.com


"Un sabato pomeriggio d’estate, dopo aver trascorso la mattinata sulla spiaggia di Alki, a nuotare e a mangiare fish and chips da Spud’s, tornammo a casa rossi e stanchi per il sole. Eve portò Zoë a fare un sonnellino, e Denny e io ci sedemmo davanti alla tv a studiare. "



it.dreamstime.com


http://www.alkispud.com/


"Maxwell e Tris (suoceri di Denny), i Gemelli, vivevano a Mercer Island, l’isola al centro del lago Washington, in una casa molto lussuosa all’interno di una grande tenuta boschiva, da cui si godeva una vista straordinaria sul lago e su Seattle." 


una villa tipo questa? ^_^
Realogics Sotheby's International Realty

 Mercer Island
wikipedia

Luoghi di vacanza:


Cascades: la Catena delle Cascate è una catena montuosa dell'America Settentrionale.
Si estende in direzione longitudinale, dalla Columbia Britannica meridionale sino alla California settentrionale, attraverso gli Stati di Washington e Oregon, per uno sviluppo complessivo di circa 1100 chilometri.


Fine Art America


"Nel mese di febbraio, in pieno inverno, andammo in vacanza nella parte centro-settentrionale dello stato di Washington, in una zona chiamata Methow Valley."


Destination 360


N.B.: LE IMMAGINI SONO STATE PRESE PRINCIPALMENTE UTILIZZANDO GOOGLE MAPS E/O UNA SEMPLICE RICERCA SU GOOGLE (il più delle volte uso il filtro "immagini contrassegnate per essere utilizzate) ATTRAVERSO PAROLE CHIAVE, QUALORA AVESSI VIOLATO COPYRIGHT, SEGNALATEMELO E LE TOLGO.

THESE IMAGES HAVE BEEN TAKEN MAINLY USING GOOGLE MAPS AND / OR SIMPLE GOOGLE SEARCH BY KEY-WORDS, IF I HAD VIOLATED COPYRIGHT, PLEASE WRITE ME AND I'LL REMOVE THEM.

domenica 10 dicembre 2017

Recensione: "TERESA FILANGIERI. Una duchessa contro un mondo di uomini" di Carla Marcone



Questa è la storia di una duchessa realmente esistita, una donna "forgiata nel fuoco della terra", un angelo dal cuore nobile e generoso e con la grinta e la tenacia di un generale, che ha speso la propria vita per la sua Napoli e per i diseredati.




TERESA FILANGIERI.
Una duchessa contro un mondo di uomini
di Carla Marcone


Scrittura e Scrtture
170 pp
13.50 euro
«“L’uomo nobile non si perde mai d’animo e vince il timore”, così le aveva detto Alfonso quando le autorità municipali requisirono la sala della chiesa di Piedigrotta, infrangendo un sogno e gettando per strada più di trenta bambini. E quelle parole le erano bastate a porle nell’anima l’ebbrezza che emerge dal pericolo e ne trae una forza più grande. Non si sarebbe arresa mai!»



Siamo nella Napoli del prima e dopo l’Unità d’Italia, una città provata dal colera e dalla miseria e la protagonista di queste pagine è Teresa Filangieri Fieschi Ravaschieri (1826-1903).
Teresa è è una figura di spicco nell’Ottocento napoletano ed è ricordata soprattutto per le sue opere filantropiche, portate avanti con coraggio, determinazione, andando contro convenzioni e pregiudizi, sfidando lo scherno e il sarcasmo di uomini potenti, combattendo contro l'acerrimo nemico di ogni popolo, di ogni tempo e luogo: l'ignoranza, e con essa il degrado, la malattia, l'indifferenza crudele vero i reietti della società. 

Figlia di un generale, nipote di Gaetano Filangieri (filosofo e giurista alla corte del re), la duchessa Teresa cresce all'ombra di una rigida educazione, e da parte del padre (che avrebbe desiderato un maschietto) e da parte della nonna Carolina, che fino a quando è stata viva ha cercato di incasellare la nipotina - che già da piccola manifestava uno spirito vivace e anticonformista - nelle etichette del proprio ceto sociale.
 
Teresa non è una donna qualsiasi e mostra sin dalla giovanissima età una personalità forte, che la caratterizzerà per tutta la vita e che la spingerà a impiegare tempo e risorse (umane ed economiche) per operare concretamente e in modo visibile a vantaggio dei poveri, in primis dei bambini, tanto da arrivare a scomodare l'esercito borbonico pur di realizzare il suo più grande sogno...

Tra le pagine del presente romanzo (unico su questa figura storica), che oscilla tra realtà e finzione narrativa, conosciamo Teresa, leggiamo nel suo animo di ragazza appassionata, nel suo cuore affranto di madre, una mamma che perde il suo angelo, la figlioletta Lina, quando questa è ancora una ragazzina; Teresa, una donna combattuta nei sentimenti per il suo gentile marito e per il maggiordomo di casa, il buon Raffaele, che l'amerà con ardore (misto ala rassegnazione di non poterla avere) fino alla fine dei suoi giorni.
E ancora la Teresa che si guarda attorno, che osserva rattristata la sua Napoli, tra le cui vie vivono uomini e bambini...


"«Scarni e pallidi, figli di una città sempre affamata, dai mille volti, inenarrabile ed evanescente per le sue mille storie, per le sue mille leggende, ingovernabile e fiera, dove l’unico segno di potere è la libertà e l’unico sovrano san Gennaro, dove vivere è una ricompensa e morire spesso un privilegio, dove la gente è artefice e strumento, attore e spettatore di uno spettacolo che non finirà mai». "


e si convince di dover far qualcosa per chi è meno fortunato di lei; in questo, molto peso avrà l'amicizia con il filantropo Alfonso Casanova e la nobile Paolina Craver, con cui Teresa si impegnerà a portare sollievo, medicine, a dare rifugio e un minimo di condizioni igieniche decenti alle famiglie poverissime, devastate dal colera.

E' una Napoli stretta nella morsa della miseria e tra le sue strade affollate, confusionarie, tra gente che grida bestemmie, tra povere giovinette che vendono il proprio corpo, tra uomini bruti che commettono scelleratezze, tra  bambini orfani, malati, il cui destino era il casermone maleodorante del Palazzo dei Poveri e, una volta adulti, quasi sicuramente avrebbero militato tra le fila della Malavita..., ebbene in mezzo a questa Napoli infestata dagli spettri malevoli della fame e della miseria, vediamo correre Teresa, l'instancabile angelo d'acciaio, che non si limita a fare una semplice beneficenza ma dà tutta se stessa e lotta, si sporca le mani e i ricchi vestiti camminando per i vicoli sudici e malati, soccorrendo i bambini, i poveri (denunciandone le cattive condizioni di vita con articoli su "Il Piccolo") e gli infermi, e per realizzare tutti i suoi nobili e altruistici sogni non ha esitato un attimo a scontrarsi con il mondo degli uomini, che di volta in volta le lanciavano sguardi carichi di disprezzo e scherno al solo sentire le sue idee e i suoi progetti.

E' un romanzo storico, questo di Carla Marcone, che scaraventa il lettore in uno scenario ben descritto, in cui avvertiamo tutto il distacco tra chi sta bene e si può "permettere il lusso" di chiudere gli occhi davanti ai problemi altrui, e chi vive (se di vita si può parlare) nell'indigenza e nell'ignoranza più profonde; è una Napoli che sembra viaggiare per conto proprio, separata nei tempi e nei modi dal resto d’Italia (altrove un progresso che avanza, qui il degrado diffuso).

Le pagine scorrono davanti ai nostri occhi lasciandoci immaginare in modo vivido uno sfondo tutt'altro che lieto, ma queste brutture sono narrate con una prosa raffinata che sa essere verace e realistica pur restando delicata, emozionante ed intensa.
Mi son goduta la lettura pagina dopo pagina perchè mi ha affascinata la personalità di una donna come Teresa Filangieri, che ha fatto una scelta di vita tutt'altro che scontata e che per questo non merita affatto di cadere nell'oblio, piuttosto va ricordata perchè ella, col suo carattere tenace, indipendente, con le sue idee incredibilmente moderne, ha amato la sua città, ma non a parole e sospirando sconsolata, bensì con i fatti, con l'amore reso azione, "ubriacata dall'idea che le imprese meno semplici, le grosse battaglie appartengono ai valorosi", e convinta che


«Napoli è un paese ove occorre che qualcuno abbia un poco più di coraggio affinché gli altri lo imitino dopo. Non prendiamola più in giro questa nostra città, né seduciamola con promesse irrealizzabili. Aiutiamola piuttosto a risorgere. Il popolo siamo noi e siamo la nostra più grande risorsa!».

Un libro scritto davvero molto bene, coinvolgente per stile e storia, con personaggi bel tratteggiati che sembrano prendere vita dalla carta; mescolando con maestria la fantasia e la finzione narrativa con uno scenario ed un contesto assolutamente reali, ne viene fuori un bel romanzo storico incentrato su una protagonista femminile che non dimenticherete facilmente.

"...il coraggio è dimostrabile attraverso le scelte che si fanno, non da come si cominciano le cose ma da come si decide di finirle"

Consigliato, in particolare a quanti amano il genere storico e cercano storie incentrate su contesti e personaggi realmente esistiti.

giovedì 7 dicembre 2017

Recensione: LA BOLLA DI ONAR di Elisabetta Carovani



Un folletto Pennaio, che abita in una terra incantata (contenuta in una bolla bidimensionale, posta tra Terra a Luna), ha scritto per noi terrestri un volumetto in cui ci racconta dettagliatamente tutto ciò che riguarda il suo magico popolo.


LA BOLLA DI ONAR
di Elisabetta Carovani



Giovane Holden Ed.
64 pp
11 euro
Ogni sera milioni di bambini sulla Terra si preparano ad addormentarsi e, chissà...!, a fare dei sogni bellissimi.
Cosa permette ai bimbi di fare "sogni d'oro"?
A rispondere a questa domanda ci pensa proprio il folletto che scrive cronache, Rabdos: esistono dei folletti preposti a questo compito meraviglioso e delicato, che con i loro fedeli cavalli alati Burak, sono pronti a intervenire per garantire a tutti i bambini di vivere nei loro sogni fantastiche avventure.

Il nostro simpatico e minuzioso narratore ci descrive la propria realtà: chi governa la comunità di Onar, la Scuola in cui vengono addestrati i Guardiani dei Sogni e i pericoli cui bisogna stare attenti per proteggere gli abitanti dell'Altro Mondo (noi umani) e i loro bambini innocenti da un temibile e acerrimo nemico: Efialtes, la cui presenza sul pianeta Terra sta mettendo in pericolo l’innocenza, la spensieratezza e l’incanto dell’immaginazione nei più piccoli. 
Questa ignobile creatura malvagia, infatti, semina sentimenti negativi nei cuori delle persone: amarezza, delusione, tristezza...
Insomma, c'è da stare attenti per non dargli spazio di azione!

In queste pagine si respira una atmosfera carica di magia: si parla di viaggi nel tempo, oggetti dagli straordinari poteri, ampolle speciali che custodiscono ricordi ed emozioni di esperienze vissute dai folletti nell'Altro Mondo e nelle diverse epoche..., in pratica si tratta di un vero e proprio "mini-manuale" che catapulta il lettore in una dimensione extra-terrestre, in questo mondo racchiuso in una bolla, popolato da abitanti che agiscono tutti spinti da buoni sentimenti.
Ma purtroppo il seme della cattiveria arriva fino ad Onar e c'è qualcuno che, mosso da pensieri poco nobili, è pronto a lasciarsi contaminare dai malefici di Efialtes.

E' un libro che, pur essendo per lo più descrittivo, conserva molta fluidità; ho apprezzato la fervida immaginazione dell'Autrice e il suo stimolare anche la fantasia del lettore, chiamato a raffigurarsi, attraverso le descrizioni del folletto narratore, la bolla di Onar e i suoi magici abitanti, che da tempo immemore visitano costantemente il nostro pianeta.
Un racconto fantasy molto carino, scritto bene; i capitoli sono brevi e la scrittura semplice ma coinvolgente.

Pagine adatte sicuramente a giovanissimi lettori ma che intrattengono piacevolmente anche i più grandi e, in generale, quanti sono pronti a vivere la magia che avvolge il mondo dei sogni.

mercoledì 6 dicembre 2017

Prossimi arrivi in libreria (gennaio/febbraio 2018)



Nuovi arrivi in libreria ci attendono a gennaio!
Ne vediamo alcuni?



  • "Fiori sopra l'inferno": l'esordio letterario di una scrittrice piena di talento: un romanzo dal ritmo implacabile, una protagonista che non si fa dimenticare. 
  • "Come cade la luce": il ritorno di un'autrice ce sa come nessun'altra raccontare la forza e le debolezze della famiglia.
  • "Orient": una comunità chiusa, l'arrivo di uno sconosciuto, una serie di omicidi.
  • "Nient'altro al monso": un romanzo in cui due miche si tengono per mano, affrontando con forza i capricci del destino.



FIORI SOPRA L'INFERNO
di Ilaria Tuti


Ed. Longanesi
USCITA
8 GENNAIO 2018
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde.
Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere.
Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno.
Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine.
Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».





COME CADE LA LUCE
di Catherine Dunne


Ed. Guanda
trad. A. Arduini
USCITA
GENNAIO 2018
Una madre severa e un padre comprensivo, una sorella maggiore troppo ribelle e una sorella minore troppo responsabile: ogni luogo comune è ribaltato nella famiglia Emilianides, emigrata da Cipro a Dublino dopo la tragedia del colpo di Stato del 1974. 
Forse è per via di Mitros, il secondogenito, al centro del terzetto di figli, uno spazio di dramma tra la vivace Alexia e la tenera Melina. Mitros infatti, dopo una malattia che lo ha devastato a pochi mesi d'età, non cammina, non parla, non è chiaro se sappia sorridere: eppure sarà lui il deus ex machina di questa storia. 
Perché grazie a lui la sua famiglia conoscerà quella di Cormac, il figlio del primario della clinica dove a un certo punto si rende necessario ricoverare Mitros adolescente. 
E l'incontro con Cormac sarà, per Melina ma non solo per lei, l'inizio di un altro destino, che sconvolgerà ogni cosa e a metterà in crisi persino quanto lei ha di più caro: il legame con l'adorata sorella Alexia, forgiato nei difficili anni dell'adolescenza e temprato dagli sconvolgimenti della vita adulta...




ORIENT
di Christopher Bollen



Ed. Bollati Boringhieri
USCITA
18 GENNAIO 2018
Orient, sulla punta della North Fork di Long Island, affacciata sul braccio di mare che separa l’isola dal Connecticut: Christopher Bollen costruisce lo sfondo di una storia che, pagina dopo pagina, cattura il lettore e non lo lascia andare. 
Il narratore descrive con estrema accuratezza paesaggio, personaggi e contesto: un paradiso marittimo abitato dalle stesse famiglie da molte generazioni…
In questo paradiso delle rondini di mare, dei pescatori e delle fioriture selvagge, delle spiagge con delfini e balene, arriva un giorno da New York Mills, un drifter, un vagabondo, ex tossico dipendente, ex bambino abbandonato, passato da un «affido» all’altro. 
Ospite, in cambio di lavoro, di un signore che possiede una bella casa di famiglia da sgombrare e ristrutturare dopo la morte della madre, Mills viene accolto da subito con molta diffidenza nella comunità locale, tanto più che, uno per volta, si rinvengono i corpi senza vita di numerose persone. 
Episodi di violenza mai visti prima nella tranquilla cittadina. Mills, con l’aiuto di Beth, ex artista e moglie in crisi di artista famoso, tornata a Orient dopo anni trascorsi a New York, inizia a indagare e porta alla luce un intreccio di amori, odi, conflitti di interesse e perversioni la cui scoperta spaventa la piccola e chiusa comunità di Orient più dei delitti stessi.



NIENT'ALTRO AL MONDO
di L. Martinetti, M. Perugini


Ed. Garzanti
USCITA
22 FEBBRAIO 2018
Alma e Maria apprendono di essere incinte a pochi mesi di distanza l'una dall'altra. 
Amiche dai banchi del liceo non c'è stata esperienza che non sia stata condivisa. Ora è arrivata quella notizia che cambia tutto. Quella notizia così agognata che riempie di paura e di emozione. 
Ma le loro strade si dividono presto: il sogno di Alma continua mese dopo mese, mentre quello di Maria si spezza in una fredda giornata d'autunno lasciandola con un incolmabile senso di vuoto. 
Ed è allora che l'amicizia che le lega deve stringere i fili della sua rete. 
Perché dolore e gioia possono confondersi, scambiarsi, sorprendere. Perché dire tutto quello che c'è in fondo al cuore è un'impresa difficile. Ma non lo è più se accanto c'è chi sa ascoltare, chi ci fa sentire come se non ci fosse nient'altro al mondo.

martedì 5 dicembre 2017

Recensione: L'ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA di Stein Garth



Un cane intelligente e sensibile, "quasi umano" quanto a pensieri e sentimenti e una missione da portare a termine: la felicità del proprio padrone, costi quel che costi.



L'ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA
di Stein Garth



Ed. Piemme
288 pp
9,90 euro
"Un concetto così semplice, eppure così vero: ciò che manifestiamo è davanti a noi; siamo noi gli artefici del nostro destino. Intenzionalmente o meno, siamo soltanto noi i responsabili dei nostri successi e dei nostri fallimenti."

Enzo è un cane, a dispetto del nome molto "umano".
Beh, a dire il vero, Enzo è un cane così speciale da sembrarci una persona: ama guardare la TV, soprattutto i documentari del National Geographic, è ossessionato dai pollici opponibili (se solo li avesse..., quante cose gli sarebbe consentito fare!!): il suo nome non è stato dato certo a caso, ma si ispira allo stesso del grande Ferrari, e come lui... adora le macchine. Sa tutto: i modelli, le scuderie, i piloti, le stagioni…
Glielo ha insegnato Denny Swift, il suo amatissimo padrone.
Denny lavora in un’autofficina, ma in realtà è un pilota automobilistico davvero in gamba, un potenziale campione, che però non può dedicarsi anima e corpo alla passione delle corse perchè ha delle responsabilità: deve prendersi cura della sua famiglia (oltre che di Enzo), e chissà se un giorno potrà dedicarsi interamente alle gare...?

Enzo e Denny passano ore a guardarsi vecchie gare automobilistiche, in particolare stravedono per il compianto Ayrton Senna; Denny parla col suo cane come ad un suo simile, e lo ha edotto circa le caratteristiche di un buon pilota, su come deve comportarsi per poter vincere, soprattutto quando tutto sembra contro di lui.
Denny ed Enzo ne hanno passate tante insieme e il racconto simpatico e commovente di questo cagnolino non può non coinvolgersi sin dalle prime battute.

Enzo c'è sempre stato per Denny, condividendo con lui i suoi momenti più importanti: c'era quando Denny ha conosciuto la bella Eve, che è diventata sua moglie; nei primi tempi, Enzo ne era un po' geloso, perchè tutte le attenzioni del proprio padrone erano per quest'intrusa, ma pian pian ha cominciato ad affezionarsi a questa donna per il quale il suo Denny moriva d'amore.
Quando poi è nata la dolce e allegra Zoe, Enzo non ha fatto che divertirsi ed essere la propria padroncina un ottimo compagno di giochi!
Erano una famiglia felice... finchè la malattia non è entrata in casa di Denny, facendo ammalare sempre più gravemente la povera Eve di un male terribile e inesorabile.
Questo triste evento mette in circolo una serie di avvenimenti drammatici e dolorosi per tutti, che vedranno la forte e razionale Eve diventare piccola e fragile a causa del brutto male che l'aggredirà, Denny sempre più impotente al cospetto di una moglie che gli scivola via settimana dopo settimana..., il pensiero di una bimba piccola - ma che capisce tutto quello che sta accadendo e ne risente - che da un giorno all'altro potrebbe ritrovarsi senza mamma...

E poi loro: i Gemelli Cattivi, i genitori di Eve, che vogliono mettere becco nella vita del genero, condizionandolo e decidendo cosa è meglio per Eve e Zoe, dando per scontato che Denny non sia nè un buon marito nè tanto meno un buon padre.
Lui, che è fissato con la storia delle corse e che spesso e volentieri se ne va per giorni pur di fare gare a destra e sinistra; lui, che non ha chissà quale stipendio per dare a moglie e figlia le comodità che invece avrebbero se vivessero con i genitori di lei, che sono ricchi, colti e preparati a gestire tutto.
E quando la morte bussa a casa di Denny, iniziano i guai, guai seri, ed Enzo se ne accorge da subito.

Perchè lui ha un fiuto che non sbaglia un colpo: lui intuisce subito se di una persona ci si può fidare o meno, perche è attento a gesti, sguardi, toni di voce... e vede ciò che forse neppure gli umani vedono nei loro simili.

E quei dannati genitori di Eve (Maxwelle e Trish) daranno a Denny del filo da torcere, perchè si infileranno nelle sue decisioni di marito e padre, cercheranno in tutti i modi di rovinarlo, di fargli abbassare la testa, di lasciarlo nella disperazione più nera affinchè accetti le loro condizioni..., ma non hanno preso in considerazione due particolari non indifferenti: Denny ha accanto a sè l'amico degli amici, Enzo, che non resta accanto al suo padrone sempre, cercando a modo suo di incoraggiarlo (ahilui, non con le parole ma abbaiando e con i comportamenti); e secondo, Denny è un campione, un pilota che ha capito come correre anche sotto la pioggia.

"Il vero eroe è imperfetto. La vera prova per un campione non è riuscire a trionfare, ma piuttosto riuscire a superare gli ostacoli – meglio se creati da lui stesso – che gli impediscono di trionfare. Un eroe senza imperfezioni non interessa né al pubblico né all’universo, che, dopo tutto, si fonda su conflitto e opposizione, la forza irresistibile che incontra l’oggetto inamovibile."

Tre anni difficili, fatti di lacrime, solitudine, bugie, accuse infanganti da cui è davvero difficile uscire puliti...: ma Denny è un lottatore, uno che non molla, ed Enzo lo ammira per questo e sa che il suo compito è restargli accanto fino alla fine della battaglia che il suo dolce e caro padrone deve affrontare per riavere la propria vita, la propria famiglia.

«Una gara non si vince mai alla prima curva» disse Denny. «Ma alla prima curva capita spesso di perderla.»

...perchè spesso tanti imprevisti s'insinuano e ci fanno perdere il controllo della nostra vita; la pioggia è, ad es., un imprevisto gigantesco per il pilota e se questi non la sa affrontare, finisce per commettere un sacco di errori; ma il vero pilota si vede lì, da come affronta le gare importantissime davanti alle quali non può proprio tirarsi indietro:

«Perdere una corsa non è un disonore» (...) «Il solo disonore è non correrla per paura di perderla.»

"L'arte di correre sotto la pioggia" è un romanzo delizioso; la narrazione è in prima persona ed è proprio il simpaticissimo ed arguto Enzo a narrarci tutte le traversie di Denny; le sue osservazioni acute, ironiche e piene di empatia danno alla narrazione ora un tono umoristico e buffo, ora uno commovente, dolcissimo.
Sono diversi i momenti che fanno scappare qualche lacrima, perchè Enzo, così esilarante e tenero insieme, sa prestarci i suoi sensibili occhi canini per riflettere su quanto la vita umana (e gli esseri umani, ovviamente) sia tanto meravigliosa quanto spesso assurda.
Sorridiamo leggendo della sua profonda convinzione nella legge del karma e nel fatto che di sicuro nella vita successiva sarà un uomo; ma non uno qualsiasi, bensì un brav'uomo:

"Ecco perché sarò una brava persona. Perché ascolto. Non so parlare, perciò ascolto molto attentamente. Non interrompo mai, non tento mai di deviare il corso della conversazione con un commento personale."

E' una lettura che coinvolge le emozioni del lettore e sul finale, se siete anche minimamente sensibili, vi conviene preparare i fazzolettini, per sicurezza ^_-

Molto carino, lo consiglio!!

lunedì 4 dicembre 2017

Recensione film: PRIMA DI DOMANI di Ry Russo-Young



Prima di domani è un film tratto dall'omonimo best seller (pubblicato già nel 2011 con il titolo "E finalmente ti dirò addio" da Piemme).


PRIMA DI DOMANI


-
REGIA: Ry Russo-Young
ATTORI: Zoey Deutch e Halston Sage, Logan Miller, Elena Kampourish, Kian Lawley, Medalion Rahimi, Cynthy Wu.

Qualche anno fa lessi "E finalmente ti dirò addio" (che vinsi con un giveaway, con mia somma gioia e sorpresa) e ne rimasi positivamente colpita.

Di cosa tratta questo romanzo, e quindi il film?

Sam è una ragazza al 4° anno di liceo, molto popolare nella scuola, sempre in giro con le sue tre amiche del cuore, a ridere e scherzare.
Le quattro inseparabili sono un po' snob e guardano con disprezzo e scherno tutti coloro che non sono fighetti come loro, giudicandoli sfigati o pazzi.
E' il caso, ad esempio, di Juliet, una ragazza asociale, sempre emarginata, vestita in modo poco attraente e spesso oggetto di prese in giro da parte dei coetanei della scuola.

Il film inizia come un normale teen movie incentrato sulla vita di questa adolescente amata, bella, allegra, per poi tingersi di angoscianti sfumature drammatiche quando un incidente rivoluziona tutto.
In una sera qualunque e come tante altre, Sam e le amiche - Lindsay, Ally ed Elody - sono di ritorno da una festa, organizzata da un ragazzo semplice, buono e simpatico, innamorato da sempre della bella Sam, così inarrivabile per uno come lui, che non rientra nella categoria "fighi"; tra l'altro, ufficialmente Sam è fidanzata con Rob, carino e corteggiato, e proprio quella sera la protagonista sembra essersi convinta a perdere la verginità con lui.
Durante la festa accade un episodio spiacevole, che un po' diventerà il perno attorno al quale ruoterà il resto della storia: la povera Juliet viene presa nuovamente di mira dalle amiche di Sam, in particolare da Lindsay, che tra tutte è quella che si dimostra restia ad esternare sentimenti ed ostenta frivolezza e voglia di divertirsi senza pensare a nulla e a nessuno.
Proprio lei comincerà a litigare con Juliet, si prenderanno per capelli e ad avere la peggio sarà la seconda, che verrà presa  a birre in faccia e cacciata dalla festa, tra le risate e gli scherni di tutti i presenti.
Una scena degna del più bieco dei bullismi.

Ebbene, lasciata la festa, mentre sono in auto, a motivo di una distrazione, le quattro ragazze hanno un terribile incidente, alle 00:39, e la macchina finisce fuori strada. 

Sam da quel momento rimane intrappolata in un ripetitivo vortice temporale, che la costringe a rivivere la stessa (ultima) giornata fino al momento della sua morte. 
Nessun altro sembra accorgersi della preoccupante ripetizione di eventi: nè il suo ragazzo perfetto (che tale non è e lo capirà anche lei), né le sue migliori amiche. 
Per uscire dal loop temporale Sam dovrà indagare sul fenomeno per conto suo, capire quale parte della giornata modificare, quali comportamenti correggere e soprattutto a quali persone dedicare il tempo che ha a disposizione.

Se devo rivivere lo stesso giorno, tanto vale...
...cercare di cambiarlo!
...fare ciò che voglio!
... fare qualcosa di buono per me e per gli altri.
Quale sarà l'atteggiamento giusto?


Da un evento tragico, quale può essere l'incidente e la morte che ne consegue, potrebbe in fondo venir fuori l'occasione preziosa per rimediare agli errori del passato e cercare una sorta di "riscatto".

Devo dire che ero partita un po' scettica sul film, forse per via di qualche commento qua e là non proprio entusiasta, eppure ammetto che invece alla fine mi è piaciuto, perchè credo colga il nocciolo del romanzo: cosa faresti se sapessi di star vivendo (e rivivendo più volte) il tuo ultimo giorno di vita? Cosa cambieresti di quelle ore che precedono ineluttabilmente la tua morte?

Mi è piaciuta anzitutto la protagonista, interpretata da Zoey Deutch, che secondo me riesce a far trasparire l'angoscia di rivivere l'incubo dell'ultimo giorno: terminare la giornata alle 00:39  (quasi sempre) con un terribile incidente e svegliarsi puntualmente il giorno dopo col suono odioso della sveglia (e sempre con la stessa musica!),è tremendo e a me vengono i brividi solo a pensarci, è una cosa che mi mette davvero ansia e infatti il film mi ha trasmesso questo..., ma non è un aspetto negativo, anzi: significa che mi sono immedesimata nella protagonista, che mi ha convinta anche per la sua aria sempre un po' malinconica e smarrita all'idea di vivere sempre gli stessi eventi... con qualche variante, ovviamente.

Eh sì perchè se c'è una cosa che intuisce da subito Sam è che deve far qualcosa per porre fine alla ripetizione dell'ultimo giorno. Cosa? Beh, lei non lo sa effettivamente, quindi procede per tentativi, non sempre positivi...
Una cosa imparerà: che ciò che conta è il rapporto con le persone, e lei questo devo curare, dando valore ai singoli istanti, ai sorrisi, agli abbracci, alle parole incoraggianti, ai ti voglio bene detti spontaneamente, ai baci dati al ragazzo più dolce che ci sia e che ti muore dietro dalle elementari.

Se dovesse smettere di esistere, cosa vorrebbe che ricordassero di lei quanti l'hanno conosciuta?
A casa penseranno a lei come la figlia ribelle e indifferente? La sorellina la ricorderà come la sorella maggiore scontrosa che non la calcolava neppure di striscio?
A scuola diranno di lei che era un'adolescente molto carina ma con la puzza sotto il naso?
E le sue amiche...? 
Stanno sempre insieme, sembra che conoscano tutto l'una dell'altra, ma in realtà ciascuna nasconde all'altra dei piccoli segreti, forse per il timore di non essere più apprezzata se certe cose di sè si sapessero.
E poi c'è lei, Juliet: questa ragazza fragile, sola e vittima di bullismo: provare a conoscerla e a parlarci sarà una delle cose più importanti in questo percorso di Sam per porre fine al circolo temporale vizioso in cui è caduta.
E' un film che tratta quindi tematiche care al mondo degli adolescenti e lo fa con questa chiave "fantastica", di rivivere appunto l'ultimo giorno di vita per poter sistemare ciò che non poteva essere lasciato "storto".
Davanti al finale ho pensato: "Non poteva finire diversamente", anche se chiaramente mi ha lasciato una sensazione di malinconia.

Parere positivo per "Prima di domani".

domenica 3 dicembre 2017

"The Glass Castle": il film tratto dal libro autobiografico di Jeannette Walls



È diventato un film (non è ancora nota la data di uscita al cinema) il libro autobiografico della giornalista americana Jeannette Walls (per oltre 5 anni nella classifica dei Best Seller del New York Times), The Glass Castle, il racconto dell'infanzia nomade e travagliata dell'autrice/protagonista.


IL CASTELLO DI VETRO
di Jeannette Walls 



‎ I. Annoni (Traduttore)
Ed. Piemme



Jeannette e i suoi fratelli hanno una famiglia molto particolare, sicuramente imperfetta.
Qualcuno direbbe, e on a torto, disfunzionale: il padre, Rex, poliedrico, bizzarro e di grande intelligenza, non riesce a tenersi né lavoro né soldi per via dell'alcol. 
Perde al gioco e costringe tutti a una vita da nomadi per fuggire dai creditori. 
La madre, Rose Mary, artista e insegnante, è insofferente a qualsiasi responsabilità e sostiene che i bambini debbano cavarsela da soli, dal procurarsi il cibo al rammendarsi i vestiti per non andare in giro con i buchi.

La quotidianità dei fratelli Walls è un bizzarro mix di meraviglia, funambolismo e tragedia: Rex si occupa dell'istruzione dei figli, insegnando loro geologia, astronomia e letteratura, con lezioni sotto le stelle, ma i fratelli devono imparare presto a proteggersi a vicenda e a tenere a bada l'incoscienza dei genitori.

Eppure, nonostante Jeannette sin da giovanissima sapesse che solo volando via da quel nido poteva salvarsi, non ha mai smesso di pensare con affetto alla propria infanzia, ed è riconoscente nei confronti dei suoi imperfetti genitori perché le hanno fatto un dono prezioso: un amore incondizionato e la libertà.
,

DATA USCITA: non c’è ancora
GENERE: Biografico, Drammatico
ANNO: 2017
REGIA: Destin Daniel Cretton
ATTORI: Brie Larson, Naomi Watts, Woody Harrelson, Sarah Snook, Max Greenfield, Iain Armitage, Ella Anderson, Charlie Shotwell

sabato 2 dicembre 2017

Idee-regalo per piccoli lettori




Due idee regalo per piccoli lettori!



LE DIECI PAROLE DI TULLIO.
I 10 COMANDAMENTI RACCONTATI DA UN BAMBINO
di Massimo Camisasca



Illust. Marta Tranquilli
Mondadori Electa
ElectaJunior
80 pp.
14,90 €
in libreria 
dal 28 novembre 2017
"...i famosi dieci comandamenti, le dieci parole che Dio ha detto a Mosè sul monte Sinai, sono innanzitutto una voce che abbiamo dentro di noi e che ci insegna a vivere bene e a camminare verso la vera felicità."

Molti bambini conoscono i dieci comandamenti, ma ne capiscono il vero significato? Percepiscono che sono importanti, ma spesso li sentono lontani da loro, dalla modernità che li circonda. 
Per riavvicinare i più giovani al tema, Mondadori Electa pubblica Le dieci parole di Tullio. I 10 comandamenti raccontati da un bambino di Massimo Camisaca, un volume rivolto proprio ai giovani lettori.
Attraverso un interessante espediente narrativo monsignor Massimo Camisasca racconta come gli insegnamenti dei dieci comandamenti trovino spazio nella vita di ciascun bambino.
Il tema del libro, i dieci comandamenti, è infatti affrontato attraverso la storia di un ragazzo di undici anni, Tullio, che parlandoci in prima persona ci racconta delle sue esperienze di vita, dei suoi genitori, dei suoi amici, dei suoi fratelli.

Il mio nome è Tullio. Ho 11 anni e frequento la prima media. Mi dicono che sono alto per la mia età, forse un po’ troppo magro. Quello che posso assicurarvi è che ho i capelli rossi e le lentiggini sul volto. E che sono contento di come la mamma mi ha fatto.
Ogni episodio di vita raccontato da Tullio fa riferimento a un comandamento ed è introdotto da una citazione biblica che a esso si collega: i piccoli lettori vengono così avvicinati ai dieci dettami impartiti da Dio a Mosè.
Si scoprirà che i valori trasmessi dai comandamenti sono sempre attuali, anche per i bambini nativi digitali, e soprattutto che sono valori assoluti, validi anche per bambini che vivono in una famiglia laica.

È stata una bella avventura per me provare ad aprirvi la porta della mia casa. Portarvi a conoscere, almeno un po’, i miei genitori, mio fratello e mia sorella, i miei amici, le mie passioni.
Ma è stato ancora più sorprendente scoprire come, nelle pieghe delle mie giornate, si nascondesse sempre un insegnamento, qualcosa che la vita mi metteva lì, come un regalo che mi faceva crescere nella conoscenza di me stesso e del mondo.



L'autore.
Massimo Camisasca (Milano, 1946), a quattordici anni incontra al liceo Berchet di Milano don Luigi Giussani, che sarà il fondatore di Comunione e Liberazione, movimento nel quale, negli anni successivi, ricoprirà importanti cariche di responsabilità. Laureatosi in Filosofia all’Università Cattolica di Milano inizia il suo insegnamento di storia, filosofia e religione prima nei licei milanesi, poi all’Università Cattolica di Milano. Nel 1975 viene ordinato sacerdote. Durante gli anni successivi diventa responsabile della Pastorale Scolastica della Diocesi di Bergamo e dal 1978 è trasferito a Roma per curare le relazioni tra Comunione e Liberazione e la Santa Sede, lavoro che lo terrà impegnato per quindici anni. Nel 1985 fonda la Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, Società di Vita Apostolica di diritto pontificio. Il 29 settembre 2012 è stato nominato da Sua Santità Benedetto XVI Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla. Ha pubblicato numerosi articoli di pastorale, filosofia e teologia sui più importanti quotidiani italiani. È stato redattore della rivista internazionale di teologia “Communio”. Ha collaborato a diverse trasmissioni RAI, sia come redattore che come commentatore televisivo. È autore di oltre cinquanta libri, tradotti in inglese, spagnolo, tedesco, francese, portoghese e russo
.



In QUESTO POST vi ho parlato di alcuni film tratti dai libri in uscita a fine anno; tra essi c'è la pellicola - in uscita nelle sale italiane il 3 gennaio 2018 - ispirata alla storia di Milne, l'Autore del celebre orsetto Winnie The Pooh.


WINNIE THE POOH
QUANDO ERAVAMO DAVVERO GIOVANI
di A.A. Milne


ill. di E.H. Shepard
Mondadori Electa
ElectaKids
21,6 x 25,8 cm
120 pp.
19,90 €
Dai 3 anni
in libreria il 5 dicembre 2017
Ecco perché questi versi vanno insieme: sono tutti amici di Christopher Robin; se ne lasciassi fuori uno perché non è proprio come quello sopra, allora dovrei lasciare fuori anche quello sopra perché non è proprio come quello sotto, il che li deluderebbe entrambi.
A.A. Milne

When We Where Very Young, uscito in Inghilterra nel
1924, è stato il primo libro per bambini di A.A. Milne, che, ispirandosi al figlioletto Cristopher Robin, aveva raccolto una serie di poesie poi pubblicate nel volume .

Il 5 dicembre, in occasione dell’uscita del film, Mondadori Electa pubblica in anteprima l’edizione italiana della raccolta di versi che hanno visto nascere il successo di Winnie the Pooh: Winnie the Pooh. Quando eravamo davvero giovani.
Attraverso 99 poesie di A.A. Milne e le altrettante
illustrazioni originali di E.H. Shepard, colorate dall’artista Mark Burgess, il piccolo lettore entrerà a Buckingham Palace con Christopher Robin e i suoi amici, imparerà che cosa piace a un re per colazione e incontrerà per la primissima volta un orsetto poi amato da generazioni di bambini e genitori: Winnie the Pooh.

L'autore.
A.A. Milne nasce a Londra nel 1882. Inizia la carriera da autore scrivendo per la rivista “Punch”; compone anche poesie e opere teatrali. Winnie the Pooh appare per la prima volta sul “Punch”
nel 1923. Pochi anni dopo, nel 1926, Milne pubblica i primi racconti con l’orsetto, che hanno un successo immediato. Da allora, Pooh è diventato famoso in tutto il mondo e i racconti di Milne sono stati tradotti in circa quaranta lingue. 

E.H. Shepard nasce a Londra nel 1879. Vincitore di una borsa di studio alla Royal Academy Schools, in seguito lavora, come Milne, per il “Punch”, dove è vignettista e illustratore. Gli spiritosi e teneri disegni di Winnie the Pooh e dei suoi amici del Bosco dei Cento Acri sono diventati parte integrante delle storie di Pooh, e le illustrazioni di Shepard un classico in sé.

venerdì 1 dicembre 2017

Bilancio di letture + Reading Challenge (novembre 2017)



Il 2017 sta per terminare... e io ritorno ad inizio mese a fare il punto delle mie letture nel mese appena trascorso, novembre ^_-


Parto come sempre dalla Reading Challenge:

.


  • Obiettivo n.5 . Un libro di un autore morto negli ultimi cinque anni: IO UCCIDO di Giorgio Faletti (RECENSIONE). Faletti, con il romanzo d'esordio Io uccido, ha scritto un thriller sorprendente, che cattura il lettore nella ricerca forsennata di un serial killer tanto folle quanto intelligente, coinvolgendolo attraverso tanti colpi di scena in un crescendo di tensione, dove al centro vi è la lotta tra personaggi totalmente opposti tra loro ma che fuggono ognuno dai propri demoni.
  • Obiettivo n.23 - Un libro che avresti voluto leggere e non l’hai mai fatto: I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER di J.W. Goethe (RECENSIONE). Un piccolo classico di fine Settecento, che racconta lo struggente amore impossibile di un giovane colto e romantico, il cui animo sensibile si ritrova schiacciato proprio da questo sentimento appassionato.
  • Obiettivo n.22 - Un libro dal punto di vista dei cattivi: LA PARANZA DEI BAMBINI di Roberto Saviano (RECENSIONE). Storie di innocenze rubate, di adolescenti che giocano a far gli uomini, andando incontro al rischio e alla morte con l'atteggiamento distaccato di chi sa che tutto quello che devi fare per essere qualcuno e per avere i soldi in tasca, va fatto oggi, non domani, perchè domani potrebbe essere tardi e tu potresti già non esserci più.

Altri libri letti:
  • L’IBISCO VIOLA di Chimamanda Ngozi Adichie (RECENSIONE). Una ragazzina cresciuta all'ombra della religiosità cupa e rigida di un padre bigotto, seppur sincero nella sua fede, che scopre come la vita possa essere ricca di cose belle, per le quali valga la pena sorridere.
  • VIVA PIU' CHE MAI di Andrea Vitali (RECENSIONE). Un giovanotto dall’aria sempre spaesata e dalla risposta costantemente dubbiosa si ritrova faccia a faccia col cadavere di una donna, che galleggia nel lago di Como. Scomode verità si nascondono tra quelle gelide acque ed emergeranno, tra coincidenze impensabili e piccoli misteri svelati.
  • MISTERI E MANICARETTI DELL'APPENNINO BOLOGNESE a cura di C. Caputo, L. Lusetti (RECENSIONE): diciannove racconti ambientati sull'Appennino Bolognese, storie tinte di giallo, ricche di colpi di scena in cui il mistero si mescola con i sapori della tradizionale cucina del territorio. 
  • NON CHIEDERMI DI PIU' di V. Doati (RECENSIONE): un amore giovanile, tormentato, intenso, di quelli che ti stringono il cuore fino a fartelo sanguinare: è sano un amore così? Forse no, eppure quando ci ritroviamo ad amare tanto intensamente, esso diventa l'ossigeno delle nostre giornate e il pensiero di rinunciare ad esso è un dolore impensabile da affrontare.

Tra questi, i miei preferiti sono stati senz'altro Faletti e Saviano!


Per quanto riguarda il fronte "cinema", ahimè scarseggia: segnalo soltanto PRIMA DI DOMANI, tratto dal romanzo urban fantasy/Y.A. "Prima di domani" (o "E finalmente ti dirò addio") di Olivier. Spero di parlarvene a breve.


Cosa sto leggendo?

L'ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA di Garth Stein;
TERESA FILANGIERI. Una duchessa contro un mondo di uomini, di Carla Marcone.


E A VOI, COM'E' ANDATA?
 QUALI SONO STATE LE VOSTRE LETTURE DI NOVEMBRE?
DITEMI LA VOSTRA, SE VI VA! *_*

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