lunedì 13 agosto 2018

Recensione: "Sanzevìre è ssèmb bbèlle" di Michele Vene (RC2018)




Sanzevìre è ssèmb bbèlle  è una raccolta di poesie in dialetto sanseverese che mi ha fatta sorridere e pensare con tenerezza e affetto a tutte quei tratti caratteristici del mio paese, da certi modi di dire a specifici cibi, da quartieri a me noti a scene di vita quotidiana, in pratica a tutti quegli elementi che, pur facendo parte, probabilmente, più del passato che del tempo presente, sono e saranno per sempre "miei", "nostri", perchè è la memoria a renderli immortali.
82 pp

A scriverle è Michele Vene, pittore e poeta sanseverese: pittore per scelta, poeta per diletto.

Come dicevo, si tratta di poesie (63, se non ho contato male) in vernacolo sanseverese e costituiscono una sorta di specchio che riflette un modo di vivere, di parlare, di osservare il mondo attorno a sè proprio di San Severo, e che da una parte porta il lettore indietro nel tempo, dall'altra non lo fa restare ancorato ai tempi che furono in modo passivo, bensì lo induce a cercare di ritrovare nel presente tracce del passato.

Io sono nata e sempre vissuta a San Severo, conosco il dialetto abbastanza bene e, per divertimento e quando c'è bisogno di dire qualcosa "ad effetto", lo utilizzo con parenti ed amici, perchè ci sono cose che dette in dialetto "arrivano" prima e meglio e rendono certi concetti in modo più convincente che se "tradotti" in lingua italiana (per non parlare del fatto che strappano qualche risata e mettono il buonumore).

Leggendo queste simpatiche poesie mi sono comunque resa conto che molte espressioni e termini "antichi" neanche li conoscevo, ed è stato bello impararli; ogni dialetto è una lingua a sè ed è giustissimo che venga valutato e è preservato come un piccolo tesoro che contribuisce a connotare un determinato luogo, i suoi abitanti, le usanze del posto, i piatti tipici, la filosofia di vita ecc...

Sono versi che si leggono quasi come delle filastrocche recitate, con la stessa leggerezza e vivacità, ma racchiudono un realismo e un'aderenza alla cultura e alle tradizioni della mia città che fa piacere ritrovare, perchè leggendo rivedevo scenari, personaggi, espressioni... che conosco, che sono anche un po' miei. Il dialetto è una lingua viva, a mio avviso, riesce a far prendere vita in modo vivido, pittoresco, ciò di cui sta parlando.

C'è un velo sottile e piacevole di malinconia che attraversa queste pagine: basta pensare ad un certo piatto che preparava nostra nonna/mamma - come 'u pànecòtte" (pancotto) o i "torcinelli", le "scorpelle" (pagnottelle di pasta lievitata che vengono fritte e sono tipiche del periodo natalizio) - e, soprattutto se un sanseverese è "emigrato" al nord o in un'altra nazione, immediatamente si fa prendere da una dolce melancolia ripensando alle bontà lasciate al proprio paese e che gli ricordano l'infanzia e i bei tempi andati.
Insomma, poesie che raccontano con amore, un pizzico di amabile nostalgia e di sincero orgoglio per le proprie origini, di luoghi, parole, persone, sapori e odori.... solo apparentemente lontani, ma in realtà ancora vivi e presenti ai nostri giorni, perchè ciò che è stato non può essere dimenticato, anzi va conservato, raccontato, tramandato, valorizzato perchè fa parte di ciascuno di noi, identifica le nostre radici, ciò che siamo, nel bene e nel male.





Reading Challenge
obiettivo n.33. Un libro scritto da un tuo conterraneo.

domenica 12 agosto 2018

Serie tv "Poldark" - prima stagione



Ultimamente mi sto dando alla pazza gioia con la visione di (qualche) film e serie tv ^^

Attualmente, ad occupare tutta la mia attenzione è la serie tratta dal romanzo distopico di Margaret Atwood, "Il racconto dell'ancella"; sono a metà della seconda stagione, quindi per ora passo e ne parliamo successivamente :-P

Ciò che volevo condividere con voi oggi, piuttosto, è un'altra serie, di tipo storico, ambientata in Cornovaglia sul finire del XVIII sec.

Su canale 5, dal'8 luglio al 5 agosto, sono andate in onda otto puntate dell'adattamento dei primi due romanzi della serie letteraria Poldark (recensione libro), di Winston Graham - i più informati sapranno che già negli Anni '70 ci fu la prima omonima serie tv.


Il giovane ufficiale dell'esercito inglese Ross Poldark torna a casa, in Cornovaglia, dopo aver trascorso gli ultimi tre anni della propria vita combattendo nella Guerra d’Indipendenza Americana; giunto a Nampara (la casa di famiglia), la trova in evidente stato di decadenza, ma non solo: il padre è morto, il patrimonio è sfumato e i due servi rimastigli hanno lasciato che la casa andasse in rovina.
Insomma, la situazione che gli si para davanti non è delle più rosee sotto nessun aspetto; a dargli la mazzata finale ci pensa la bellissima Elizabeth, la fidanzata lasciata tre anni prima con la promessa di aspettarsi reciprocamente...; la giovane, però, avendo avuto la (falsa) notizia della morte di Ross, ha ben pensato di fidanzarsi con il cugino di lui, Francis Poldark.
Quando rivede Ross, vivo e vegeto, la povera Elizabeth capisce di aver commesso l'errore più grande della sua vita, al quale non può (non vuole?) porre rimedio: decide quindi, con grande sofferenza, di lasciare le cose come stanno, illudendosi di dimenticare l'ex-fidanzato e sposando Francis, che tra l'altro è l'opposto del cugino, caratterialmente soprattutto.

Ross Poldark (interpretato dal fascinoso Aidan Turner) è un tipo impulsivo, irascibile, poco avvezzo alle buone maniere, decisamente anticonformista e anticonvenzionale, allergico all'etichetta dell'aristocrazia, di cui egli non sente di far intimamente parte.
Non ha proprio un carattere docile, il protagonista, ma le virtù non gli mancano: coraggioso, onesto, generoso, vicino alle esigenze e ai problemi della povera gente, alla quale si sente più vicino che alla sciocca e superficiale nobiltà di cui fa formalmente parte; è deciso a risollevare le sorti della sua famiglia e a riconquistare ad ogni costo la fiducia della gente del posto e dei lavoratori della miniera.

Insofferente alle regole degli aristocratici inglesi e incredibilmente testardo, Ross decide di dare lavoro, ospitandola in casa, ad una ragazza selvaggia e coraggiosa, costantemente maltrattata dal padre ubriacone: Demelza Carne (la bella rossa Eleanor Tomilinson), che quindi entra a servizio in casa Poldark e si affeziona sempre più a Ross...

I pettegolezzi si fanno presto sentire e inizialmente a "padron Ross" poco interessano, anche perchè  il proprio comportamento verso la fanciulla è onesto e non intende approfittare di lei, però i due non potranno resistere ai sentimenti che pian piano si fanno spazio tra loro...
Del resto, se Elizabeth deve uscire obbligatoriamente dal suo cuore, ci sarà pur posto per un'altra donna, no?
La differenza di ceto potrebbe mai essere un problema per Ross Poldark e fermarlo dallo sposare la dolce Demelza, che si impegna in tutti i modi per migliorare e cercare di piacere al suo padrone?

In queste puntate, che personalmente ho guardato con interesse, assistiamo ai tentativi di riscatto dell'irruente Ross, alle conquiste come ai fallimenti; Aidan dà al suo personaggio quell'aria da eroe tormentato, sempre coi capelli sconvolti, gli occhi scuri espressivi spesso duri, ma anche malinconici, tristi e, quando l'amore lo travolge, dolci.

Mi è piaciuta molto Demelza, non solo perchè l'attrice è di una bellezza naturale e particolare, ma proprio come personaggio, che sa crescere e cambiare, pur restando se stessa, un'anima pura, sincera, altruista.

Elizabeth è forse quella che ho amato meno: è bella ma non balla, nel senso che la vedo troppo remissiva, con poco carattere; pure Francis (Kyle Soller), con i suoi complessi di inferiorità nei confronti di Ross, è un attimino patetico, ma ci sta: Ross ha diversi nemici e piace a pochi proprio per i suoi modi di fare da "menefreghista" rispetto ai "ricchi" e alle loro regole e convenzioni sociali.

Mi ha fatto tenerezza e simpatia la cugina Verity Poldark (Ruby Bentall), alla quale non si può non augurare che mandi al diavolo il fratello presuntuoso e frustrato.

Intrigante l'antagonista vero di Poldark, George Warleggan (Jack Farthing): un cattivone ci sta sempre bene e aiuta a rendere vivaci le dinamiche ^_^

Bella l'ambientazione, questa fetta di Cornovaglia (lo scenario mozzafiato è quello di Park Head a Porthcothan, tra Newquay e Padstow) con i suoi promontori selvaggi, battuti dal vento, il mare che si agita e si infrange sugli scogli.

Il finale mi ha lasciato una gran voglia di vedere il seguito...
Speriamo accada presto :-D

sabato 11 agosto 2018

Kimerik Edizioni: novità da non perdere ^_^



Aggiornamento su alcune uscite Kimerik Edizioni!



IL MONDO DI EMILY BRONTE
di Francesca Santucci



 pp 238
25 euro

La fascinazione che la famiglia Brontë, con le sue passioni e l’innata capacità narrativa, esercita su Francesca Santucci, scrittrice e poetessa, traspare in ognuna delle pagine del libro e ci trasmette, con passione e rigore, emozioni e pensieri che contribuiscono a formare nel lettore una memoria storica del XIX secolo e insieme a far conoscere l’unicità di personaggi indimenticabili.
Una descrizione accurata di ambienti, luoghi e atmosfere che, a partire dai membri della famiglia, tocca i grandi temi della vita, dell’amore, della morte, del destino e del coraggio. 
Identità personali che s’intrecciano con l’identità di un popolo permettendoci di attraversare quelle esperienze di comprensione che fin da sempre ci modificano e ci arricchiscono.






L'AGO DELLA BILANCIA
di Adele Perna

144 pp
13.60 euro
Flora è un’adolescente come tante, una ragazza forte e ironica. Come tutte le sue coetanee sogna l’amore vero, quello che coinvolge e sconvolge. 
Il sogno diventa realtà quando nella sua vita compare Marcello: un giovane inizialmente burbero e spigoloso che la travolge in un’estate di emozioni. 
Flora è finalmente felice, ma l’abbandono improvviso e immotivato di Marcello la ferisce così tanto da farle trovare riparo nel cibo. 
Inizia così una lunga lotta contro i disturbi alimentari. 
Purtroppo la vita riserverà a Flora molti altri dolori. 
La perdita prematura di entrambi i genitori la lascia infatti in uno stato di dolore insostenibile. 
Ma Flora non molla. Cade e si rialza cento volte, come una guerriera continua a combattere e alla fine risorge, convinta di poter trovare un giorno la felicità tanto sperata e meritata. 

Una storia cruda, vera, che si attacca alla pelle e ci parla del lato oscuro che è in ognuno di noi. Una storia di speranza che ci invita a non mollare mai, perché la vita ha sempre una sorpresa incredibile da regalarci, anche quando siamo convinti che sia tutto finito.



TRA I MIEI SOGNI E LA REALTA'
di Katia Puccio




140 pp
15 euro
Katia è una ragazza che al mondo reale preferisce quello dei sogni, e che grazie a una fervida fantasia riesce a sopravvivere a un ambiente piuttosto bigotto e a un padre ‘vecchio stampo’ che la controlla a vista. C
osì i suoi primi amori sono per lo più immaginari, indirizzati verso miti della TV che sublimano un vuoto capace però di renderla unica, diversa dalle sue coetanee, incline a un bovarismo speciale e desiderabile. 
Fin quando nella sua vita irrompe Francesco, prima tanto odiato e poi tanto amato, che diviene suo marito e padre della sua bambina, in un matrimonio che purtroppo si rivela molto diverso dal trionfo di gioia inizialmente vagheggiato, stravolgendo per sempre la sua esistenza, nel bene e nel male. 

Con una prosa genuina e sensibile, l’Autrice riversa in queste pagine una vita intera, dipingendo un ritratto di donna autentica, tanto nelle sue paure quanto nel suo estremo coraggio.




BENEDETTA. IL SUO NOME E' LA SUA STORIA
di Claudia Calderoli



124 pp
12 euro
Un diario lungo una vita, scritto con l’inchiostro dell’amore. 
Il racconto del rapporto tra una figlia fragile, disarmata, angosciata, ma amata così com’è, e una madre che non si è mai arresa, bensì ha caparbiamente e disperatamente tentato di comprendere i propri vissuti e quelli di Benedetta per decifrarli e offrirle esperienze che possano aiutarla a crescere, donarle quiete proteggendola dalle tempeste di angoscia da cui è facilmente travolta, mitigare il suo isolamento e vuoto di soggettività.


giovedì 9 agosto 2018

Recensione: ALICE NON LO SA di Carmen Laterza



La vita porta con sè ogni giorno il proprio fardello e non di rado sono più frequenti i momenti di tristezza che quelli di gioia. Forse dovremmo imparare ad affrontare i problemi con il sorriso e con un atteggiamento positivo, proprio come fa la piccola Alice, che si impegna per portare gioia e serenità a chiunque le è vicino.


ALICE NON LO SA
di Carmen Laterza






Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Libroza
Pag: 346
eBook EUR 2,99
Cartaceo EUR 15,00
La famiglia di Roberta è una famiglia come tante, e proprio come tante, ha i suoi problemi, le sue "crepe", che forse dall'esterno non si vedono ma che ci sono e sembrano far scricchiolare tutto a ogni piccolo scossa.

Roberta ha superato i quaranta ed è ancora una donna piacente..., ma sembra che nessuno ci faccia caso; si sforza di tenere tutto sotto controllo e di non far mancare le proprie attenzioni ai famigliari: cerca di essere una moglie attenta per Carlo - uomo in carriera, ambizioso, dedito al lavoro e molto assente in casa... -, una mamma responsabile e premurosa verso i figli - l'adolescente Riccardo e la piccola Alice di sei anni - e un'impiegata coscienziosa che fa bene il proprio lavoro.

Ma far quadrare i conti non è sempre facile, anche quando sei una donna determinata, orgogliosa, che preferisce portare su di sè ogni preoccupazione, ogni assillo, ogni pensiero.... piuttosto che ammettere le proprie fragilità e chiedere aiuto.

Diciamolo..., Roberta è infelice.
E' stressata, stanca fisicamente e mentalmente, sente che ogni suo sforzo risulta non sufficiente perchè tanto le redini della famiglia le stanno sfuggendo di mano e lei non sa che fare perchè le crolli tutto addosso...!

Riccardo, tredicenne chiuso, musone, dall'aria sempre arrabbiata, con le cuffiette nelle orecchie ad ascoltare musica per tener lontano chiunque voglia parlargli, allergico a qualsiasi discorso da parte degli adulti..., sembra odiare sua madre: non vuole ascoltarla, pare provare fastidio anche solo se lo tocca e si chiude in se stesso, alzando un muro di ostinatezza che Roberta proprio non sa come scalfire nè tanto meno abbattere.

Carlo, il marito e padre che c'è ma non c'è davvero: lavoro, lavoro e sempre lavoro; nessuna responsabilità verso i figli - se non quella di portare il pane a casa -, nessuna attenzione verso la moglie, che lui sembra non guardare nè desiderare più. Ma non avrà un'amante?, si chiede terrorizzata Roberta, sperando di sbagliarsi.

Sua madre, la cara Mimì, un'anziana ancora piena di vita, gentile, comprensiva, sempre disponibile, cerca di far sfogare la figlia, sperando che ella si renda conto di quanto sia infelice e faccia qualcosa per riappropriarsi di se stessa, del proprio diritto a un'esistenza più piena, più viva, che non sia fatta solo di problemi e ansia.

Ma Roberta non vuole ascoltare i consigli della madre sul cercare la felicità: non ha alcuna intenzione di mettere Carlo con le spalle al muro perchè teme che egli possa andarsene di casa e lasciarla con due figli ancora in fase di crescita e che hanno assoluto bisogno di vedere entrambi i propri genitori nella stessa casa.
Menomale che di tutti questi problemi, la piccola di casa, la vispa e sempre allegra Alice, non sa nulla.

Eh sì, lei ha sei anni, vede il mondo come un posto bello (nei suoi disegni non manca mai un bel sole giallo e splendente), tutto lilla e brillantini, e ogni giorno è una opportunità che ci viene data per essere felici, per sorridere e far sorridere gli altri; Alice è una bimba molto intelligente, acuta osservatrice: i suoi occhi limpidi scrutano a fondo i suoi interlocutori ed è sempre pronta a stupire con le sue domande a bruciapelo e a suscitare tenera meraviglia in chi la ascolta, proprio per il suo eterno ottimismo e la sua capacità di trovare il bello e il buono in tutti e in ogni situazione.


"Alice era cresciuta, ma il suo sguardo era rimasto così, vispo e curioso, attento a cogliere ogni dettaglio del mondo intorno a sè."

Tutti gli adulti sono troppo convinti che Alice sia troppo piccola per capire ciò che le succede intorno,  e invece la bimba li osserva e riesce a vedere oltre la maschera di indifferenza, di mutismo, di forzata serenità che essi ostentano e che in realtà nasconde... una grande infelicità, solitudine, stanchezza, distacco, turbamenti.

Alice non lo sa cosa può succedere tra mamma e papà: lei oberata dal lavoro e dagli impegni famigliari, che paiono gravare soltanto sulle sue spalle; lui sempre fuori casa e quando torna, la sera, è troppo stanco e seccato per prendere impegni con i figli (del resto, può farlo la mamma: che ci sta a fare altrimenti?) o per ascoltare le lagnanze della moglie stressata.

Alice non lo sa cosa frulla nella testa di Riccardo; il ragazzo ha alzato una barriera di ostilità verso tutti: il padre è come se non ci fosse e questo è un bene per lui perchè almeno non lo scoccia; la madre è un vero e proprio tormento: non fa che rimproverarlo, urlargli contro, non tenta di capirlo e con lei Riccardo non ha alcuna sintonia, anzi meno la vede, meglio sta. L'unico essere umano con cui riesce ad essere se stesso e a condividere la sua passione (la musica) è l'amico e coetaneo Giovanni: quando c'è lui - solo Alice se ne accorge - al fratello brillano gli occhi, cosa che non gli capita con nessun altro.

Alice non lo sa come sta davvero l'amata nonna Mimì: lei, sempre gioiosa, col sorriso sulle labbra, pronta ad ascoltare i racconti dell'adorata nipotina, a cercare di entrare in contatto con l'introverso Riccardo, a dare consigli alla figlia Roberta... Lei che dice di avere un sacco di spasimanti e che spesso e volentieri se ne va in vacanza col "fidanzato" di turno...
Lei che pare sprizzare gioia di vivere da tutti i pori..., è possibile che in realtà si celi ben altri dietro questa maschera di serenità?

Forse è vero che Alice non può sapere tutto, perchè tutto non le viene detto (è piccola, "non capisce", e non sarebbe neppure giusto parlare di "cose da grandi" con una bambina di sei anni, che ha il diritto di pensare solo alle cose tipiche della sua età - alle bambole, alle figurine, a Frozen e alle chiacchiere con le amichette), ma il suo sguardo attento e sensibile, l'amore sincero per i suoi cari, la spinge ad andare oltre, a cercare di capire, per quello che le è possibile, ciò che gli adulti le nascondono, arrivando a comprendere perfino quello che essi stessi non sanno o non riescono ad ammettere neppure a loro stessi.


In questo romanzo Carmen Laterza ci racconta di legami famigliari, di vita quotidiana, di problemi piccoli e grandi, di gioie e dolori che fanno parte dell'esistenza di ciascun essere umano; un'esistenza che purtroppo spesso non è avara di difficoltà, che creano panico, impotenza, paura, frustrazioni... ed è tutt'altro che facile e automatico affrontare ogni situazione col sorriso e con un'alzata di spalle, soprattutto quando accadono imprevisti dolorosi, come può essere la malattia.


"...la verità è che la vita è questa. Un'accozzaglia di imprevisti, di cambi di direzione, di delusioni e sorprese. Forse bisognerebbe saper accettare la parte di dolore e di paura. Tutto qui."

Ma "...la felicità non è rimandabile. E dunque bisogna battersi tutti i giorni per conquistarla.", ci ricorda Mimì, un personaggio femminile che mi è piaciuto moltissimo: la nonna di Alice ha una forza interiore notevole, che la porta a sacrificarsi per chi ama, a sopportare da sola i propri "guai" per non far preoccupare la figlia, che ha già i suoi grattacapi per la testa.
Deliziosa è Alice, questa bimba inaspettatamente saggia, riflessiva, che non riesce a non notare le sofferenze altrui, gli sguardi assenti, i sorrisi tristi, e si sforza perchè gli altri ritrovino il sorriso (ma quello sincero, non finto!) perchè la felicità è un bene che va condiviso.

Quando sento che qualcuno vicino a me è triste o preoccupatovorrei tanto riuscire a trovare il modo di renderlo felice.Altrimenti a cosa serve se sono felice da sola?

Di ogni personaggio - anche secondario - l'Autrice ci dà un ritratto profondo, che induce il lettore a non soffermarsi alle apparenze, alle etichette e alle facili aggettivazioni, ma a riflettere sull'interiorità di ciascuno di essi, anche su chi apparentemente ha atteggiamenti negativi, che sia lo scorbutico Riccardo o l'impassibile e freddo Carlo, i quali - ci fa capire l'Autrice - si comportano in un determinato modo per delle ragioni personali, che non vanno giudicate ma comprese.

Complesso e molto realistico il personaggio di Roberta, questa donna che dalla mamma ha preso la grinta, la tenacia e la voglia di combattere, ma che al contempo non è priva di fragilità, di timori, che lei cerca di gestire da sola, e anche lei, come la madre, lo fa per non far preoccupare chi le è attorno, illudendosi di poter fare tutto da sola, ma la realtà è che non c'è posto per wonder woman: siamo donne, che nei momenti più complicati, a volte sanno trovare una energia e una risolutezza incredibili, e altre volte si disperano, si sentono sole, e avrebbero bisogno di un abbraccio, di un gesto d'affetto, di qualcuno che riconosca gli sforzi, i capitomboli che si fanno per far quadrare tutto...

Con un linguaggio semplice, immediato, che si adegua alle situazioni narrate (alcune delle quali drammatiche) e sa farci guardare gli eventi ora con gli occhi puri di una bimba, ora con quelli preoccupati di una madre/figlia che si sente inadeguata e ora con quelli sereni e placidi di chi ha imparato tanto "semplicemente vivendo"..., la scrittura di Carmen arriva dritta al cuore,  è intensa, sensibile, delicata e profonda insieme, sa scavare nei sentimenti dei suoi personaggi, che ci appaiono così "normali", ricchi di umanità, di pregi e difetti come tanti di noi, che è difficile non immedesimarsi.
Mi sono commossa diverse volte durante la lettura, perchè tra queste pagine c'è Lei, la vita, in tutte le sue sfaccettature, con tutto quello che la caratterizza: le cose belle e quelle brutte, i problemi in famiglia, coi figli, col coniuge, la malattia, la morte, il ricordo nostalgico e a volte doloroso di quello che è stato e che, forse, non abbiamo apprezzato appieno, il rimpianto per ciò che avremmo potuto fare "se solo avessimo saputo..., immaginato...", la paura di perdere quel po' di stabilità che abbiamo faticosamente costruito, ma anche la speranza che, dopotutto, finchè i nostri piedi poggiano ancora su questa terra è possibile far qualcosa perchè la felicità non ci sfugga di mano ma resti tra le mura della nostra famiglia. Nessuno può dire che sia facile, e forse non sempre riusciremo ad evitare le lacrime e il dolore, ma ciò che può fare la differenza è come affrontiamo "le brutte sorprese": 

"Sai, nella vita succedono tante cose. Alcune bellissime, altre meno. A volte va tutto bene, a volte ci sono dei problemi. Ma se resti allegra, se prendi le difficoltà con un sorriso, è più facile superarle".


Ringrazio l'Autrice, Carmen Laterza, per avermi dato l'opportunità di leggere il suo romanzo; già in passato avevo avuto modo di apprezzare il suo modo di scrivere, la complessità dei suoi personaggi, le tematiche affrontate, e con questo libro riconferma la sua bravura; non posso che consigliarvi la lettura di "Alice non lo sa".

mercoledì 8 agosto 2018

Prossimi arrivi in libreria: UNA MORTE PERFETTA di Angela Marsons // OGNI RICORDO UN FIORE di Luigi Lo Cascio // UNA DI LUNA di Andrea De Carlo



Cari lettori, oggi vi presento alcune delle anteprime che hanno catturato maggiormente la mia attenzione.


Torna la scontrosa ma bravissima detective Kim Stone, già protagonista di "Urla nel silenzio", "Il gioco del male", "La ragazza scomparsa"; devo recuperare il secondo e il terzo, ma ce la farò, sono fiduciosa ^_^



UNA MORTE PERFETTA
di Angela Marsons

Ed. Newton Compton
384 pp
9,90 euro
Il laboratorio di Westerley non è un posto per i deboli di cuore. 
Si tratta di una struttura che studia i cadaveri in decomposizione. Ma quando la detective Kim Stone e la sua squadra scoprono proprio lì il corpo ancora caldo di una giovane donna, diventa chiaro che un assassino ha trovato il posto perfetto per coprire i suoi delitti. 
Quanti dei corpi arrivati al laboratorio sono sue vittime? 
Mentre i sospetti di Kim si fanno inquietanti, una seconda ragazza viene aggredita e rinvenuta in fin di vita con la bocca riempita di terra. 
Non c'è più alcun dubbio: c'è un serial killer che va fermato il prima possibile, o altre persone saranno uccise. Ma chi sarà la prossima vittima? 
Appena Tracy Frost, giornalista della zona, scompare improvvisamente, le ricerche si fanno frenetiche. Kim sa bene che la vita della donna è in grave pericolo e intende setacciarne il passato per trovare la chiave che la condurrà all'assassino. Riuscirà a decifrare i segreti di una mente contorta e spietata, pronta a uccidere ancora?



Un attore italiano che apprezzo moltissimo è sicuramente Luigi Lo Cascio, che si lascia conoscere anche come scrittore.Il ritmo caldo delle terre di Sicilia e la sua letteratura, popolata di personaggi paradossali, vive in queste pagine fulminanti, malinconiche e ricche di inventiva.


OGNI RICORDO UN FIORE
di Luigi Lo Cascio



Ed. Feltrinelli
224 pp
18 euro
USCITA
6 SETTEMBRE 2018
In viaggio da Palermo a Roma, di ritorno dal funerale del padre di un amico d'infanzia, per isolarsi dal battibeccare costante dei suoi compagni di vagone, Paride Bruno decide di lanciarsi in un'impresa epica: rileggere i suoi duecentoquaranta (e oltre) tentativi di romanzo, tutti interrotti al primo punto fermo, e decidere infine cosa farne. 
Paride Bruno, infatti, ha cercato di cimentarsi in ogni genere e stile possibili, senza mai riuscire a sceglierne uno, portare a termine un'opera e potersi così dire scrittore.
 «Sono un tipico esempio di come agisca in maniera diffusa lo spirito incerto e schizoide dei tempi, per cui, mentre sto appena vivendo un'esperienza, mi sento accerchiato da tutte le cose che in quello stesso istante sto perdendo. E migro. Trasmigro». 
Ma proprio questi tanti cominciamenti narrativi disegnano, tassello dopo tassello, la figura del protagonista: in ognuno degli incipit è contenuta una scheggia della sua vita, delle sue ossessioni, delle sue paure e dei suoi desideri. 
Come egli stesso ammette, «tra smozzichi un po' veri, un po' inventati, ci sono i miei soggiorni in ospedale, o quel periodo in cui sfiorai la fine e fui salvato dalla grande madre, c'è il pessimismo in scala planetaria, e ancora i miei garbugli nell'amore, gli incontri non previsti e disattesi, l'umile furto di drammi privati, la mia facilità di annullamento quando il mistero la mente sconvolge». 
La vita stessa, in fondo, pensa Paride Bruno, finisce sempre per essere incompiuta, «uno svolazzo di pagine sparse». 
Più simile ai fiori deposti sulla tomba dell'uomo a cui ha appena dato l'addio: ogni fiore a rappresentare un ricordo, ogni ricordo a tesserne la storia, «come se fosse un mantello di Arlecchino».


Torna Andrea De Carlo con un libro che si addentra nel territorio delicato del rapporto di una donna con la figura paterna, facendo affiorare aspettative e delusioni, slanci e rifiuti, tenerezze e rabbie, frustrazioni e magie.


UNA DI LUNA
di Andrea De Carlo



La Nave di Teseo
264 pp
17 euro
USCITA
13 SETTEMBRE 2018
Margherita Malventi si dedica a una cucina intima e riflessiva nel suo piccolo ristorante a Venezia, nel sestiere di Castello, ed è convinta che la luna le abbia salvato la vita più di una volta. 
Suo padre si chiama Achille, ha ottantasette anni, è alto un metro e cinquantaquattro, ed è stato uno dei più rinomati chef della città lagunare, finché non ha perso tutto a causa delle sue manie di grandezza. 
È un uomo rabbioso, in guerra contro il mondo, ma l'invito a partecipare come ospite d'onore a Chef Test, popolarissimo programma televisivo di cucina, sembra offrirgli la possibilità di una rivalsa pubblica. 
Margherita decide di accompagnarlo a Milano, dove il programma viene registrato, con la speranza assai poco realistica che il viaggio possa dischiudere tra loro una comunicazione che non c'è mai stata. 

Andrea De Carlo ha spesso raccontato il mondo femminile con attenzione e sensibilità, ma con questo suo ventesimo romanzo si addentra in un territorio particolarmente delicato, quello del rapporto di una donna con la figura paterna. 
E lo fa dal punto di vista di una donna, Margherita, facendo affiorare la sua complessa miscela di aspettative e delusioni, slanci e rifiuti, tenerezze e rabbie, frustrazioni e magie, in una luce ironica e lunare.

martedì 7 agosto 2018

Proposte editoriali (Kimerik ed. - Quixote Ed. - Frilli Ed.)



Cari lettori, vi auguro una felice giornata d'agosto segnalandovi alcune proposte editoriali di diverso genere. Spero qualcosa incontri i vostri gusti!!



STORICO


Una lettura indicata in particolare a chi ama i romanzi storici focalizzati sulla "gente comune" invece che sugli "eroi" o a chi è incuriosito da una prospettiva diversa dal solito e quasi del tutto inesplorata sulla Seconda Guerra Mondiale: quella dei soldati delle SS.


ERANO KNOCHENSTURME
di Emilia Anzanello


self-publishing
1042
24.09 euro
"Knochensturme" era il soprannome che le SS delle altre divisioni corazzate avevano dato alla 3. PanzerDivision Totenkopf (altrimenti detta Teste di Morto, a causa del loro emblema, un teschio con le ossa incrociate).
"Knochensturme" si traduce come Tempesta di Ossa, oppure Tempesta di Scheletri, perchè l'Alto Comando Tedesco aveva l'abitudine di mandarli sempre in prima linea, dove i soldati della Wehrmacht, l'esercito normale, era nei guai, per tirarli fuori dagli impicci, e i Totankopf, anche a costo di innumerevoli perdite, non indietreggiavano mai, e la mortalità era così elevata che alla fine della guerra, di tutti gli effettivi che vi erano stati arruolati, ne erano sopravvissuti solo un terzo. 
Questo è il racconto di alcuni di quegli eroi che, quando ormai le armate sovietiche avevano invaso i territori del Terzo Reich e tutto era perduto, pur consapevoli di essere sconfitti, rimasero a combattere fino all'ultimo, facendo dei loro corpi barriera al nemico venuto dall'Est. 
Tra tutti, questa è la storia di Wilhelm, che una rovente passione legherà a Maria Anna, in un indissolubile amore che li vedrà trascinati nelle vicende dell'ultimo periodo della seconda guerra mondiale, fino alla inevitabile resa tedesca e alla conseguente prigionia di Wilhelm nel campo lager americano POW A8 di Dietersheim, dove Maria Anna, che ne ha seguito le tracce per mezza Europa, lo trova, in fin di vita.



ROMANCE

PICCOLI SOGNI
(Pretty little dreams)
di Jennifer Miller




AMBIENTAZIONE: Chicago
trad. Alice Arcoleo
SERIE: Pretty little lies
COVER ARTIST: 
Angelice Graphics and Book Cover
Designer
GENERE: Romance Suspense
FORMATO: E-book 
PAGINE: 364
PREZZO: 3,99 € (e-book) 
DATA DI USCITA: 10 agosto 2018
TRAMA

In ognuno di noi esiste un posto in cui celiamo i nostri segreti più profondi, in attesa che emergano, e prima o poi verranno in superficie.
Dopo aver vissuto un vero incubo, Olivia desidera solamente poter dimenticare. Dimenticare e andare avanti. Ma come puoi cancellare dalla memoria qualcosa che ha macchiato la tua anima e ti ha costretto a mentire alle persone che ami, anche se soltanto per risparmiare loro gli orrori della verità?
Luke sa che Olivia non si è ripresa, come lei invece vuole fargli credere. Nei suoi occhi, riesce a vedere il dolore che prova a nascondere, e sente che non gli ha raccontato tutto. Tuttavia, come può salvare qualcuno che non desidera essere aiutato? Mentre la vergogna tiene Olivia prigioniera, Luke soffre a causa del senso di colpa per non essere riuscito a proteggere la persona che ama più di ogni altra cosa al mondo.

Due persone che hanno sofferto tanto possono trovare un modo per venirsi incontro, o rischieranno di mandare in frantumi i loro sogni? L’amore è in grado di trovare una soluzione, quando il perdono non è sufficiente?

L'autrice.
Jennifer Miller è nata e cresciuta a Chicago, ma ora vive in Arizona, luogo che considera casa sua. L’amore di Jennifer per la lettura è iniziato fin da bambina e l’ha accompagnata durante tutta l’adolescenza, crescendo sempre di più fino all’età adulta.
Quando aveva nove anni, Jennifer ha vinto un concorso letterario con una storia fantasy di una ragazzina che aveva come animale domestico un unicorno, e da lì ha capito che i sogni non devono rimanere chiusi in un cassetto ma bisogna inseguirli con tenacia e, se possibile, sognare in grande. Ma la cosa più importante per lei è essere madre e moglie, ed è grata alla sua famiglia che la ama e la sostiene nelle sue scelte. Ha una dipendenza dipendenza per le borse e le fragole ricoperte di cioccolato, ma fino a ora nessuno si è preoccupato di curarla
.



GIALLO/NOIR


A Genova c'è un nuovo ispettore, Marco Canepa, pessimo giocatore di ping pong  ma bravo poliziotto che dovrà risolvere un caso che parte dal ritrovamento del cadavere di una prostituta ucraina assassinata in uno squallido appartamento di Sampierdarena.


TUTTE LE STRADE PORTANO A GENOVA
di Marco Di Tillo



Ed. Frilli
160 pp
11.90 euro
Una giovane cameriera ucraina viene trovata assassinata in un appartamento di Sampiardarena. Tra le braccia stringe un orsacchiotto con la maglietta del Genoa. 
Si occupa del caso l'ispettore della squadra omicidi Marco Canepa, grande poliziotto e pessimo giocatore di ping pong. 
Le complicate indagini si muovono tra i caruggi della città vecchia, le dighe di Begato, il lungomare Bettolo di Recco e arriveranno fino ad Odessa, in Ucraina. 
L'epilogo, però, è nella stessa Genova, davanti allo scoglio di Vesima e al famoso studio di Punta Mare, quello in cui il grande architetto Renzo Piano, protagonista della storia a sua insaputa, pronuncerà la frase che offre il titolo al romanzo.





NARRATIVA



SCEGLIENDO DI CREDERCI ANCORA 
di Tatiana Speroni



Kimerik Ed.
122 pp
13.60 euro
Una fenice che risorge dalle proprie ceneri, ecco come si presenta al lettore la protagonista di questo romanzo.
Una donna, come tante, che imparerà a proprie spese come spesso a circondarla siano soltanto maschere e non volti.
Una leonessa, pronta a non arrendersi di fronte alle difficoltà, ma anzi, determinata a sciogliere i nodi del destino pur di vivere il proprio amore e la propria serenità in famiglia.
Nonostante le avversità, nonostante la necessità e la caparbietà nel voler costruire una fortificazione attorno a sé che la protegga da qualsiasi intrusione, Dahila sceglierà di crederci ancora, di dare una chance a quella sorte che finora l’ha vessata.
E imparerà che non tutto è ciò che sembra, che per amare bisogna prima amarsi, che non si è mai consapevoli di quanta forza sia insita in se stessi fin quando avere la forza non sarà l’unica soluzione possibile e chissà… forse darà all’amore una seconda possibilità.

domenica 5 agosto 2018

"Con il cuore spezzato" di Kelly Elliott - playlist



Come ho precisato già nel post della recensione del romance western CON IL CUORE SPEZZATO, l'Autrice ha inserito nella narrazione molte canzoni, una vera e propria playlist che accompagna in sottofondo diversi momenti importanti, dai più leggeri ai più romantici.
Prima di elencarvi i titoli dei brani presenti (qualcuno mi sarà sfuggito probabilmente), vi lascio un breve frammento del libro, con canzone associata ^_~


«Non saprei vivere senza il tuo amore; non sei solo l’amore della mia vita, ma anche il mio migliore amico.»
E, infatti, “My best friend” di Tim McGraw era la canzone che aveva scelto per me.
La guardai e, questa volta, toccò a lei asciugarmi le lacrime. «Dio, ti amo così tanto che non so neppure da dove incominciare a dirti quanto sia immenso quello che provo per te.»





Di seguito, le tracce musicali presenti nel libro ;-)


Buttons - Pussicat Dolls
Big promises - Keith Urban
Never let her go - Florida Georgia Line
Done - The band Perry
Something to do with my hands, Thomas Rhett
Dancin' away with my heart, Lady Antebellum
What about love - Austin Mahone
Right round, Flo Rida
Whatever she's got, David Nail
Honey bee, Blake Shelton
"Changed by you”, Between the trees
“All for you” di Keith Urban


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