domenica 21 luglio 2019

Recensione: NON TI LASCERÒ di Chevy Stevens



Fuggire da un amore possessivo e violento per dare a se stessa e alla propria bambina una prospettiva di vita nuova e più rosea: è il legittimo desidero della protagonista di questo romanzo, che parte puntando i riflettori su un amore malato per poi colorarsi di suspense e mystery.



NON TI LASCERÒ
di Chevy Stevens



Fazi Ed.
trad. G. Marano
Aprile 2019
Lei è Lindsey Nash e ha diciotto anni quando conosce colui che di lì a poco diventerà suo marito e, non molto tempo dopo, uno dei suoi peggiori incubi.

Lui è Andrew ed è bello come il sole: fisico aitante, braccia forti e muscolose, sorriso sghembo irresistibile, voce profonda, aria scanzonata e gentile, personalità determinata e intraprendente.
Una ragazza dolce e ingenua come Lindesy fa presto ad innamorarsi di un tipo così.

Conosciamo la bella coppia di sposi nel novembre 2005, mentre sta trascorrendo una vacanza in un resort di lusso a Cancùn: il mare cristallino, la spiaggia bianchissima, un luogo paradisiaco. Il posto ideale perché una giovane e bella moglie possa rilassarsi insieme al suo attraente marito e alla loro dolcissima bambina di sette anni, Sophie.
Ma non è così per Lindsey, che non riesce proprio a godersi la vacanza.
Perché il suo matrimonio, in apparenza perfetto e invidiabile, in realtà è una gabbia soffocante e pericolosa dalla quale lei deve scappare il prima possibile, prima che lui perda del tutto la testa e le faccia del male definitivamente e, peggio ancora, arrivi a farne alla loro bambina.

La giovane donna, infatti, non è felice accanto a Andrew, tutt'altro: ne ha paura e il loro matrimonio è un incubo. Andrew è un uomo morboso, geloso nel senso peggiore del termine, è possessivo fino all'esasperazione: qualunque gesto della moglie, anche involontario, può scatenare la sua rabbiosa gelosia e farlo diventare violento. E poi ha il viziaccio di affogare frustrazioni e nervosismo nell'alcool e quando beve.... diventa incontrollabile.

Non è sempre stato così, ovviamente.
C'è stato un tempo in cui Andrew è stato un ragazzo dolce, premuroso, sempre disponibile e comprensivo verso la famiglia di Lindsey, arrivando anche ad assumere come dipendente il suocero quando questi perde il lavoro per aver dovuto assistere la moglie malata di sclerosi multipla.
Quando convola a nozze col suo bellissimo principe azzurro, Lindsey ha solo diciannove anni, è inesperta, innamorata pazza del marito e ci vuole un po' prima che si accorga che certi atteggiamenti di lui, certe parole, certi sguardi... sono da ricondurre ad un tipo di amore "malato", da parte di Andrew.
L'uomo ama la moglie ma ha una concezione tutta sua - molto egoistica, maschilista - di come debba comportarsi lei, soprattutto rispetto al genere maschile; controlla tutto, progressivamente toglie a Lindsey ogni passione, libertà, hobby, l'allontana da ogni accenno di vita sociale (al di fuori della famiglia), l'osserva con cattiveria e malevolenza, immaginando sguardi provocanti o tentativi di seduzione da parte di lei verso altri uomini lì dove non ce n'è motivo, e questi dubbi infondati sono sufficienti a farlo scoppiare, col risultato che Lindsey si ritrova un marito che non esita a farle del male quando è arrabbiato con lei.
E se le prime volte i lividi sembrano il frutto di un "incidente" (Lindsey inizialmente prova a giustificare Andrew, convincendosi che non voglia davvero farle del male e che forse lei ha davvero fatto qualcosa di sbagliato), man mano che il tempo passa, la donna si rende conto che quello di lui è proprio un modo di essere e che difficilmente lei potrà cambiarlo.

Quando poi nasce Sophie, il senso di responsabilità e il dovere di proteggere la bambina, prendono il sopravvento, e così un giorno Lindsey, dopo essersi confidata e consultata con l'amato fratello Chris, decide di scappare da quella vita e da quel matrimonio vissuti nell'angoscia quotidiana, nella paura che lui superi "il limite" e che possa addirittura ucciderla.
Sì perchè Lindsey aveva cercato di lasciarlo e di farlo parlandoci in modo ragionevole..., ma lui l'aveva minacciata di ammazzarla se fosse scappata, dando successivamente una triste prova di come fosse assolutamente pronto a mettere in atto la propria terribile minaccia...

"Una volta ero capace di convincermi che non mi avrebbe mai fatto del male davvero, che non sarebbe mai arrivato a tanto, che qualcosa in lui l’avrebbe spinto a fermarsi. Che mi amava. Adesso non potevo più mentire a me stessa. Sarebbe successo di nuovo."

Allora prima di diventare una delle tante vittime di femminicidio e di violenza domestica, la donna organizza un piano per far sì che il marito cada in un sonno profondo e lei possa avere il tempo di lasciare la casa insieme a Sophie e trovare riparo in un posto sicuro.

Il piano ha successo, mamma e figlie si allontanano da Andrew e non torneranno più da lui, anche perché in quella notte fatidica l'uomo verrà arrestato in seguito a un brutto incidente (dalle conseguenze tragiche, che coinvolgeranno un'altra innocente famiglia).

Per Lindsey e la bambina inizia un periodo di pace.
Le ritroviamo undici anni dopo: Lindsey è una quasi-quarantenne bella e indipendente, con grandi sacrifici ha aperto una piccola impresa di pulizie e ha pure dei dipendenti; la sua vita e quella della figlia adolescente scorrono tranquille in una nuova città.
Lindsey è una donna, ormai, non è più la ragazza giovane e innamorata coi prosciutti sugli occhi, che si fa manipolare e maltrattare senza reagire; è più matura, consapevole di se stessa e di ciò che vuole, è una madre coscienziosa e responsabile ed è più che mai determinata affinché niente e nessuno turbi l'esistenza serena che ha saputo costruirsi insieme a Sophie.
La donna frequenta un gruppo di sostegno ed è in contatto con altre donne che hanno vissuto o vivono situazioni simili alla sua; lì ha conosciuto due persone con cui ha stretto una bella amicizia: Jenny (che ha alle spalle un'esperienza simile alla sua) e il bravo e gentile Marcus, che l'aiuta ad allenarsi per potersi eventualmente difendere in caso di aggressione. Anche l'uomo ha un'esperienza dolorosa che l'ha segnato ed è un punto di riferimento importante per Lindsey, la quale si fida ciecamente di lui.
Inoltre, frequenta Greg, un brav'uomo che la ama più di quanto lo ami lei.
L'esperienza con l'ex-marito l'ha comprensibilmente resa cauta e un po' diffidente verso qualunque uomo l'attragga e con cui ci sia la possibilità di un legame; questi timori (uniti al voler preservare la figlia da eventuali delusioni e turbamenti) la frenano e fanno sì che nessuna relazione con l'altro sesso assuma i caratteri di un fidanzamento vero e proprio, ma resti relegata nei limiti più rassicuranti di una semplice "frequentazione".

La quiete ha termine quando Andrew viene scarcerato e cominciano ad accadere cose strane, una serie di incidenti sempre più inspiegabili e misteriosi che gettano nella mente dell'accorta Lindsey il sospetto che l'ex la stia controllando, seguendo, con lo scopo di vendicarsi e farle del male.

A motivo di una serie di inquietanti circostanze, non liquidabili come semplici coincidenze in quanto lei ci vede lo "zampino" di Andrew, Lindsey e Sophie temono di essere nei guai.

Davvero Andrew sta cercando di terrorizzarla intrufolandosi in casa loro o pedinandola sul posto di lavoro per fargliela pagare per ogni giorno trascorso dietro le sbarre? È tornato per mantenere la sua promessa? 
Come se non bastasse, qualcuno cerca di far del male addirittura al suo cane e allo stesso Greg..., e questo qualcuno - Lindsey ne è straconvinta - è per forza Andrew.

La narrazione degli eventi è affidata alle due protagonisti femminili, così leggiamo lo svolgersi della trama "ascoltando" la voce sia di Lindsey che di Sophie.

E se dalla prima apprendiamo il passato, i tristi precedenti che l'hanno portata a lasciare il marito, le sue paure, i dubbi, le speranze, le consapevolezze acquisite, gli sforzi per rifarsi una vita e per crescere da sola una figlia protetta e amata al di sopra di tutto e tutti, grazie alla seconda vediamo le cose dalla prospettiva di una diciottenne che, sin da piccola, ha visto sua madre avere paura di suo padre, ha dovuto subire la rottura di una vita famigliare caratterizzata da legami non sani, ha seguito la madre nei suoi continui spostamenti - che inevitabilmente l'hanno destabilizzata -, ed è dovuta crescere praticamente senza un padre.

Un padre che ricorda dolce e premuroso con lei ma violento e minaccioso con la madre, che infatti è scappata a gambe levate da lui.
Un padre di cui non c'è da fidarsi perchè il suo modo di amare è perverso, insano, possessivo e morboso.
Eppure quest'uomo resta comunque suo padre e Sophie decide, a un certo punto, di scrivergli, iniziando con lui una relazione prima epistolare e poi, una volta scontata la pena, fatta di qualche segreto incontro con lui.
Sophie è combattuta tra l'amore e la fiducia che ripone in sua madre (e il non volerle dare un dispiacere, cosa che accadrebbe se la donna sapesse che padre e figlia si vedono di nascosto) e la voglia di costruire un rapporto col genitore assente ma che pure le ha influenzato l'esistenza.

Andrew dice di essere cambiato ma l'ex-moglie è certa che sia sempre lo stesso (gli uomini come lui non cambiano!): inaffidabile, narcisista, prepotente, ossessivo, manipolatore e bugiardo; è lui che la sta terrorizzando con squallidi mezzucci e "scherzetti" e, anche se finora non s'è fatto beccare ed è difficile dimostrare che la stia perseguitando, Lindsey non ha dubbi sulla pericolosità di un soggetto simile.
Benché lui continui a negare e a rigettare ogni accusa di persecuzione, resta l'unico sospettato.

Del resto, chi altri potrebbe essere...? C'è qualcun altro che potrebbe voler far del male a Lindsey e a Sophie?
Fino al giorno in cui accade un evento improvviso che sembra, seppur tragicamente, porre fine all'incubo delle due donne.
Ma è davvero così? E se Andrew fosse - una volta tanto - sincero e realmente estraneo alle strane circostanze accadute a Lindsey?
In questo caso, ci sarebbe da avere ancor più paura perchè la minaccia di pericolo potrebbe venire da qualcuno di insospettabile e quindi essere più insidiosa in quanto meno riconoscibile.

Ho letto questo romanzo con viva partecipazione; le vicende familiari coinvolgono a livello emotivo perché sono inevitabili l'empatia e la solidarietà verso Lindsey, vittima di abusi fisici e psicologici da parte di un marito "carnefice", con evidenti problemi di personalità e di alcolismo. 
Viviamo insieme alla protagonista ogni attimo di paura, ogni dubbio, ogni speranza di poter prima "sistemare" tutto e salvare il matrimonio (per amore verso il marito ma anche per il bene della bimba) e poi di fuggire da questo legame sbagliato, che la sta devastando dentro.
Ho apprezzato la sua evoluzione come personaggio, frutto del tempo trascorso e delle esperienze vissute, ma anche di un carattere meno debole di quanto ci fosse parso all'inizio.
L'Autrice è stata brava anche nell'affiancare il punto di vista della giovanissima Sophie, lasciandoci entrare nel suo mondo di ragazza alle prese con i tipici problemi dell'età, le sue contraddizioni, il bisogno di essere amata, compresa, quello legittimo di avere un padre e di provare a credere in lui, la consapevolezza delle proprie capacità, dei propri sogni e desideri e, infine, la scoperta dell'amore attraverso un coetaneo, Jared, tanto bello quanto ricco e appartenente a un ceto decisamente lontano dal suo.

Tutta la narrazione mantiene sempre un buon livello di interesse e coinvolgimento verso le vicende delle protagoniste, rese accattivanti da piccoli e quasi invisibili dubbi che certi particolari riescono a insinuare nel lettore; ma a un certo momento interviene un evento che crea suspense, fa alzare il picco della tensione, fino ad arrivare verso la fine del libro col fiato sospeso e incalzati da una sequenza di momenti dinamici (proprio "da film thriller") e dal ritmo frenetico.

Chevy Stevens mi convince ancora una volta per la sua scrittura accattivante, i suoi profili psicologici attenti e realistici - in particolare Andrew, che ho trovato complesso e dalle tante sfaccettature -, le tematiche attuali e importanti (l’ossessione amorosa, i legami sbagliati, la violenza sulle donne, i conflitti adolescenziali, le relazioni famigliari).

Consigliato, se avete voglia di una storia appassionante, che passa gradualmente dal  family drama al thriller psicologico, e se non vi infastidiscono i passaggi tra presente e passato (concentrato nella prima metà del libro) e il doppio punto di vista narrativo.



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sabato 20 luglio 2019

Nuovi acquisti librosi: due romanzi di Fannie Flagg (luglio 2019)



Ieri mattina al mercatino dei libri usati non ho avuto l'opportunità di dare il meglio di me nell'acquisto di libri, però a casa comunque non sono tornata a mani vuote.
Mi sono lasciata stuzzicare da due romanzi molto apprezzati di Fannie Flagg.




POMODORI VERDI FRITTI AL CAFFÈ DI 
WHISTLE STOP

Bur Rizzoli
trad. O. Crosio
368 pp

Coniugando uno humour irresistibile alla rievocazione struggente di un mondo che non c’è più, Fannie Flagg racconta la storia del caffè aperto in un’isolata località dell’Alabama dalla singolare coppia formata da Ruth, dolce e riservata, e Idgie, temeraria e intraprendente.
Un locale, il loro, che è punto di incontro per i tipi umani più diversi e improbabili: stravaganti sognatori, poetici banditi, vittime della Grande Depressione.
La movimentata vicenda che coinvolge Ruth e Idgie, implicate loro malgrado in un omicidio, e la tenacia che dimostrano nello sconfiggere le avversità, donano a chiunque segua le loro avventure la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell’esistenza.


PANE COSE E CAPPUCCINO
DAL FORNAIO DI ELMWOOD SPRINGS

Bur Rizzoli
trad. O. Crosio
368 pp


Dena è una splendida e ambiziosa stella nascente della televisione degli anni Settanta. L'aspetta un futuro più che promettente, ma il suo presente è irto di complicazioni e il passato avvolto nel mistero. 
Tutti i nodi della sua vita vengono al pettine quando è costretta a lasciare l'amata New York per fare ritorno nella cittadina della sua infanzia, Elmwood Springs, Missouri.
Dove rivede una vecchia amica pronta a buttarsi nel fuoco per lei; i parenti chiacchieroni ma saggi; una pioniera delle trasmissioni via etere. E altri personaggi teneri e bizzarri, tutti ammaliati da una donna che, senza sapere dove sia la sua casa e neppure cosa sia l'amore, proprio grazie a loro mette le basi per un futuro nuovo ed inaspettato.


L'autrice.
Fannie Flagg ha esordito a 19 anni come autrice e produttrice televisiva. È stata attrice e sceneggiatrice per la tv, il teatro, il cinema. Si è affermata come scrittrice con Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop (Sonzogno, 1992), divenuto un film di successo. I suoi ultimi romanzi sono Mr. Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina e Torta al caramello in Paradiso, entrambi in Bur.

venerdì 19 luglio 2019

Anteprima Butterfly Edizioni: "Tutta colpa dell'autocorrettore" di Mina F.



Cari lettori, stasera vi presenti un libro che ha fatto sognare 3 milioni di lettori su wattpad: si tratta di una pubblicazione Butterfly Edizioni.



Tutta colpa dell'autocorrettore


Autore: Mina F.



Editore: Butterfly Edizioni
Collana: Digital Emotions
Genere: Romance
Pagine: 490 ca. 
Prezzo: 3,99 € ebook
Data di uscita: 23 luglio 2019



** il libro sarà in offerta a 0,99 € solo i primi 3 giorni **


Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited 


Cartaceo disponibile a partire da agosto, sullo store della C.E. in preordine con uno sconto speciale a partire dal 23 luglio: Butterfly Edizioni - Blomming Social Shopping 




Avalon ha diciotto anni, odia le feste e preferisce rifugiarsi nel suo mondo fatto dei libri che legge o delle storie che scrive e pubblica su Wattpad. 
La vita reale, invece, l’ha abituata a lottare e difendersi dai suoi dispettosi – ma anche affettuosi – fratelli gemelli e dal suo nemico giurato numero uno: Julian Hamilton, capitano della squadra di football. 
Se Avalon non sa spiegare il motivo per cui lo odia tanto, Julian sa bene perché con lei è guerra aperta. Non può dimenticare quello che lei gli ha fatto due anni prima. 
Quando legge il post in cui Avalon mette in vendita la propria verginità, anche se si tratta di un errore dell’autocorrettore, Julian manifesta un prepotente senso di protezione nei confronti della ragazza. 
È inutile nasconderlo, in tutto quell’odio c’è un legame silenzioso e indissolubile. 
Solo quando si troveranno a faccia a faccia con una crudele realtà sapranno comprendersi, perché Avalon, più di ogni altra cosa, è arrabbiata con la vita e con la morte. 
Non riesce a superare la prematura perdita della madre e non accetta che il suo cuore malato non funzioni come dovrebbe. Ha tanti progetti per il futuro, ma solo un miracolo potrà permetterle di realizzarli...
Si odiano. Si fanno del male. Sono nemici senza benefici.

giovedì 18 luglio 2019

A novembre al cinema: L'UFFICIALE E LA SPIA || ATTRAVERSO I MIEI OCCHI



Un altro film tratto da un libro - in uscita in autunno - e che ruota attorno al celebre caso Dreyfus, è L'UFFICIALE E LA SPIA, la storia del capitano dell’esercito francese accusato di tradimento e confinato sull'isola del Diavolo e che sconvolse l'opinione pubblica francese alla fine del XIX secolo.
Firma la regia Roman Polanski; al cinema dal 21 novembre.

Robert Harris ha scritto l'omonimo libro, pubblicato da Mondadori - link IBS

Nel cast: Emmanuelle Seigner, Jean Dujardin, Louis Garrel, Mathieu Amalric, Melvil Poupaud. 


(mymovies)



"La storia è quella dell'affare Dreyfus: nel dicembre del 1894 il capitano Alfred Dreyfus fu accusato di tradimento dall'esercito francese di cui faceva parte. Condannato dalla corte marziale, fu mandato a scontare la pena nell'Isola del Diavolo: solo il colonnello Georges Picquart, capo del controspionaggio, comprese che era stato commesso un errore madornale nelle indagini, e che Dreyfus era innocente. Il suo tentativo di salvarlo portò l'esercito a isolare progressivamente Picquart e persino ad arrestare anche lui. Dreyfus fu scagionato solo dopo dodici anni." (Fonte: https://www.mymovies.it)


Ho scoperto, sbirciando sul sito filmtv, che un libro che ho letto un po' di tempo fa diventerà un film: L'arte di correre sotto la pioggia (recensione) di Garth Stein sarà un film diretto da Simon Curtis, con Milo Ventimiglia, Amanda Seyfried, Kathy Baker, Martin Donovan, Ryan Kiera Armstrong, Gary Cole.
 Attraverso i miei occhi (The Art of Racing in the Rain) racconta la storia di Enzo, un cane che attraverso il suo legame con il proprietario Denny Swift, un aspirante pilota di Formula Uno, acquisisce una straordinaria conoscenza della condizione umana e comprende che le tecniche necessarie in pista possono essere usate anche per muoversi con successo in quel viaggio straordinario che è la vita. In particolar modo, il film segue Denny e gli amori della sua vita: la moglie Eva, la piccola figlia Zoë e, ovviamente, Enzo, il suo miglior amico a quattro zampe. Avendo visto un documentario sulla Mongolia, in cui si sostiene che dopo la morte un cane possa reincarnarsi in un uomo, Enzo desidera rinascere come un umano, con i pollici opponibili e una lingua che facilita la comunicazione, permettendogli di esternare quei pensieri saggi e filosofici che una voce fuori campo (quella dell'attore Kevin Costner nella versione originale) tende a restituire.
Dal 7 novembre al cinema.



mercoledì 17 luglio 2019

Recensione: L'INVERNO DI GIONA di Filippo Tapparelli



Solo accettando di ricordare non più le menzogne ma la verità, il giovane protagonista, Giona, potrà uscire dal suo inverno, da quel "paese" di cui è allo stesso tempo padrone e schiavo e nel quale si era nascosto per non vedere la realtà.




L'INVERNO DI GIONA
di Filippo Tapparelli


Ed. Mondadori

192 pp
€ 17,00

2019


"La realtà è migliore della malattia (...)? Non ci sono cose più fragili della verità. Per questo motivo va detta a bassa voce. Le parole la sporcano e la confondono, non sanno riportarla in modo fedele. La verità è fatta di silenzio. Un silenzio che riesce a rendere sordo il mondo, quando ciò che cela è troppo grande per essere compreso".

Un anziano con la barba bianca, il volto segnato da rughe, gli occhi di ghiaccio; una vita solitaria in montagna, pranzi e cene frugali a base di pane e formaggio.
È un nonno. È il nonno di un quindicenne di nome Giona, al quale ha fatto da padre, da nonno, da unica figura di riferimento.
Una descrizione così non vi farebbe pensare a una celebre storia della nostra infanzia, in cui una nipotina vispa e allegra vive sola ma felice col suo nonnino in una baita di montagna?
Beh, sappiate che le somiglianze iniziano e finiscono lì. 
Il vecchio Alvise, il nonno di Giona, è lontanissimo dal nonno di Heidi, burbero ma buono.

Alvise è tutto controllo, rigore estremo, disciplina, ordine quasi militare; e guai a "sgarrare"! Sono botte e punizioni per quel nipote che lui ha accolto in casa e che si impegna a educare secondo i propri principi intransigenti, parole e atteggiamenti bruschi che non lasciano spazio a gesti affettuosi, al calore dell'amore familiare.

Si respira il gelo, tanto in casa che fuori. È una montagna ostile, fa molto freddo; nonno e nipote vivono in un villaggio aspro e desolato, tenuto sotto scacco dallo spietato Alvise, che domina e comanda, tanto in paese quanto in casa propria, dove impone al ragazzo compiti apparentemente assurdi e punizioni mortificanti, ammantati da una ipocrita saggezza insita nelle sue "lezioni di vita".

"Hai sbagliato e queste sono le conseguenze. Lo sai benissimo. Io ti spiego come fare ma tu continui a sbagliare. Non impari. Ecco perché ti punisco. La sapienza, Giona, si acquisisce attraverso la sofferenza» dice. «Deve essere così. Diffida di chi impara con gioia, perché ciò che si apprende senza dolore, altrettanto facilmente si dimentica.» Alvise mi ripete sempre che bisogna avere consapevolezza di tutto per riuscire a cambiare le cose, ed è per questo che è costretto a picchiarmi. Per inchiodare la consapevolezza nelle mie ossa. E che deve continuare a farlo perché, dopo che la conoscenza mi ha raschiato la carne e il dolore ha cominciato a placarsi, è giusto che la pelle continui a ricordare."

Giona è un adolescente cresciuto in un ambiente privo di carezze e tenerezza; non ha ricordi dei suoi genitori e l'unica cosa sua è un logoro maglione rosso, rammendato ripetutamente perchè il nonno gli ha lasciato solo quell'indumento per scaldarsi in inverno, quando il freddo punge ossa e pelle.
Giona è abituato a parlare e muoversi a comando, se e quando il nonno gliene dà il permesso; sa che deve eseguire con meticolosità tutti gli ordini del vecchio, mettere in atto sempre gli stessi gesti, tenere tutto lindo e pinto e servirlo come se fosse il suo schiavo.

Fino a quando, un giorno, non riesce a scappare.

"Decidi cosa fare, Giona. Non cercare il tempo del sole e della luna, o per te non ci saranno altre albe. Il tuo tempo ora è quello della scelta. Puoi decidere se essere per sempre il servo di Alvise, oppure provare a diventare un uomo libero."

È un atto di ribellione che nasce in seguito ad una piccola ma preziosa scoperta: una foto di lui con una donna - la sua mamma - e da quel frammento del passato scaturisce un flusso di ricordi prima confusi e poi più nitidi.
Giona ha avuto un padre e una madre, che a un certo punto non ci sono stati più, l'hanno lasciato solo con l'arido e cattivo nonno Alvise. Perché? Sono morti? E in che modo? C'entra qualcosa Alvise?

Quella foto scuote Giona nel profondo, così il ragazzo decide di non restare più in casa del nonno, di sfuggire alla sua tirannia, a questa non vita alla quale si è finora tristemente adattato.
Anche la voce che vive nella sua testa gli suggerisce di scappare, di non dare al vecchio il modo e il tempo di fargli nuovamente del male e di trattenerlo lì.

Varcare la soglia della casa in cui è cresciuto per immergersi nel freddo glaciale e nevoso che attanaglia il silenzioso villaggio non è una decisione semplice per lui, ma è l'unica scelta possibile se non vuole morire lì, in balìa di un vecchio matto e crudele, che prima o poi finirà per ammazzarlo a suon di pugni e calci.
Nonostante la paura delle conseguenze, Giona deve provarci e lasciare la casa-prigione del nonno.

"Di paura ne ho eccome, ma lui mi ha già preso tutto: non mi ruberà anche quella. Oggi è mia e mi serve per sopravvivere"

Giona non sa dove andare e nel suo peregrinare, e nel dirigersi poi verso la chiesa del paese, dovrà affrontare il proprio personale inverno, un'inesorabile caduta negli inferi, intercalata da pezzi di ricordi della sua famiglia, scene ben precise in cui lui sembra un bimbo felice con la sua mamma - che lui ricorda sempre malata e stanca - e che sembrano appartenere a una vita precedente.

Attraversando il paese, Giona incontra altre persone: c'è la gentile signora Anna, che custodisce e pulisce la sagrestia dopo la morte del prete del villaggio; ci sono Attilio e Linda, un'anziana coppia sempre in contrasto a motivo della loro figlia Lucia, che ha preso sogni e scarpine da ballerina e se n'è andata da quel paese claustrofobico e opprimente.
E poi c'è lei, la piccola Norina - figura sfuggente, evanescente -, una bimba col suo gatto Carbone, che appare e scompare al momento giusto, parlando a Giona con decisione e con tono da adulta.

E se gli abitanti sembrano burattini senza vita, volontà, coraggio, il paese appare come un animale ferito, in procinto di crollare su se stesso, e la terra sembra sprofondare pian piano sotto i piedi del ragazzo. 

Ma che succede al mondo intorno a te, Giona?
Qual è la verità su Alvise, sui tuoi genitori..., su di te?
Ciò che appare corrisponde a ciò che è davvero?
Chi sei tu?

Se il vecchio nonno, nella sua mania di controllare tutto, vive ingabbiato in un eterno presente, Giona ha il dovere verso se stesso di cercare nel proprio passato, ma di farlo sul serio, smettendo di raccontarsi bugie.

"Sei un bugiardo, Giona» (...) Ti inventi le cose perché hai paura e sei senza coraggio."
Ci vuole coraggio a guardare in faccia la realtà, a immergersi nella nebbia che copre tutto, offusca i ricordi, impedisce di vedere bene e rende l'atmosfera pesante, soffocante, come se ci fosse una cappa di immobilità che avvolge tutto - il paese, la montagna e la stessa mente di Giona.

"Io non temo il buio, anzi. Nel buio più profondo anche la paura procede a tentoni e io, invece, ho imparato a vederci."

Solo attraversando la solitudine, la nebbia e il gelo, solo incamminandosi per quelle aspre strade che conosce bene e che finora l'hanno tenuto prigioniero come in un labirinto senza uscita - quelli in cui prendi una strada piuttosto che un'altra e ti sembra di aver fatto progressi verso la luce e la libertà, ma in realtà stai solo girando in tondo -, solo accettando di ricordare non più le cose sbagliate ma quelle vere, Giona potrà uscire dal suo inverno, da quel "paese" di cui è allo stesso tempo padrone e schiavo e nel quale si era nascosto per non vedere la realtà.
È un cammino necessario che il protagonista e il lettore affrontano insieme, e anche quest'ultimo si ritrova imprigionato in una dimensione priva di riferimenti temporali, sospesa, in cui il sogno, le allucinazioni, i ricordi spezzettati di Giona si confondono con la realtà, fino a creare uno spazio onirico irreale che può essere compreso solo facendo il passo decisivo che permettere di comprendere davvero che cos’è l’inverno di Giona.

Il romanzo è come diviso in due parti: nella prima viviamo la decisione di Giona di sfidare Alvise e i propri dolorosi ricordi, scontrandosi con il villaggio, chiuso nella sua bolla senz'anima; nella seconda, è come se facessimo un salto da questa dimensione ad un'altra, che ci aiuta a comprendere la precedente; anche nella nuova dimensione ritroviamo Giona, che sta ancora combattendo la sua battaglia personale per uscire definitivamente dalla "pancia del pesce" e ritrovare se stesso.
E poco importa se in questo percorso non tutti sapranno qual è la "verità vera"; ciò che conta è che Giona sia finalmente libero.

Ho letto questo libro di Filippo Tapparelli incuriosita dalla bella recensione di Mr. Ink: Diario di una dipendenza e sono contenta di averlo fatto perchè mi sono lasciata sedurre dalla scrittura evocativa e piena di suggestione dell'Autore, che ha saputo coniugare l'elemento del mistero con un profondo livello introspettivo, lasciandoci entrare nella mente del protagonista, nelle sue paure e nei pensieri più intimi, nelle sue emozioni inespresse, nelle verità difficili da raccontare a se stesso (e agli altri!) ma con le quali, prima o poi, deve fare i conti.

Bello, lo consiglio a quanti hanno voglia di una storia capace di scandagliare nel profondo dell'animo umano e in cui i confini tra verità e allucinazioni si perdono per poi distinguersi nettamente mentre si va verso la svolta delle battute finali.


martedì 16 luglio 2019

Prossime uscite - libri per l'estate



Eccovi alcune prossime uscite che, dalle trame, mi sono sembrate indicate per questa stagione in cui probabilmente siamo alla ricerca di letture non troppo impegnative!



LA CASA SULLA SCOGLIERA
di Emma Rous



Ed. Sperling&Kupfer
330 pp
17.90 euro
USCITA: 16 LUGLIO 2019



La 25enne Seraphine ha appena perso suo padre; sua madre è morta da molti anni, da quando si gettò dalle scogliere vicine a Summerbourne, la grande casa di famiglia sulla costa del Norfolk, in Inghilterra, solo poche ore dopo aver messo al mondo lei e suo fratello gemello Danny. 
Una ferita ancora aperta che ha segnato l'esistenza di Seraphine.
Ora, tornata a Summerbourne per mettere a posto le cose del padre, rovistando tra torri di vecchie scartoffie, Seraphine trova una strana fotografia scattata il giorno della sua nascita. 
Nella foto, sua madre, con i capelli ben pettinati e pervasa da un'apparente calma composta, siede sul patio circondata dal marito e dal figlio maggiore e guarda con orgoglio l'obiettivo, con un solo bambino in grembo. Sembra suo fratello gemello, ma Seraphine non c'è. 
Perché? Chi è il bambino nella foto e cosa è successo quella notte?
Nulla in quell'immagine lascia presagire la tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco. Forse, però, proprio tra quei contorni sfocati è contenuta la chiave del mistero. La verità sul passato di Seraphine e su ciò che potrà essere il suo presente. Solo una persona conosce le risposte e Seraphine ha deciso che è arrivato il momento di trovarla.

Un debutto folgorante per critica e pubblico, che ha visto gli editori di tutto il mondo competere per aggiudicarsi i diritti di pubblicazione. Ora in corso di traduzione in nove lingue, La casa sulla scogliera è una saga famigliare piena di segreti e colpi di scena che vi terrà inesorabilmente incollati fino all'ultima pagina.


APPUNTAMENTO DOVE IL CIELO E' PIU' BLU
di Emma Sternberg





Ed. Sperling&Kupfer
336 pp
17.90 euro
USCITA: 23 LUGLIO 2019


« un'estate a Capri. Cerca si assistente-dattilografa personale.» 

Quando Isabel legge per caso questo annuncio, non ha niente da perdere: l'uomo che amava l'ha lasciata e il suo nuovo impiego le fa rimpiangere ogni giorno la libreria in cui ha lavorato per quasi quindici anni e che ormai ha chiuso i battenti. 
Così, fa le valigie e parte. 
Arrivata a Capri, scopre di essere stata assunta nientemeno che da Mitzi Hauptmann: una famosa scrittrice, ora settantacinquenne, in cerca di aiuto per la stesura della propria autobiografia. 
Mentre il racconto di quell'esistenza favolosa si rivela tra dettagli appassionanti e i panorami mozzafiato dell'isola, Isabel  sente che il suo cuore riprende pian piano a battere e si accorge che lei e Mitzi hanno molto in comune: entrambe hanno conosciuto la solitudine, entrambe hanno ancora qualche sogno nel cassetto - che ora è giunto il momento di aprire. 
Perché non è mai troppo tardi per scrivere la propria storia, e viverla. 

Autrice bestseller internazionale, con i suoi romanzi Emma Sternberg ha venduto oltre 300.000 copie nella sola Germania e raggiunto i vertici delle classifiche. Dopo aver conquistato le lettrici italiane con il suo libro d'esordio, torna in libreria con una nuova lettura lieve e frizzante, perfetta per estate: un inno luminoso all'amicizia, agli affetti che contano e alle seconde chance della vita.




IL PICCOLO NEGOZIO DEGLI AMORI PERSI E RITROVATI
di Trisha Ashley



Newton Compton Editore
448 pp
10 euro
USCITA: 25 LUGLIO 2019


Alice Rose ha trascorso la sua vita desiderando di scoprire chi fossero i suoi genitori naturali. 
Quando era in fasce, infatti, è stata ritrovata nelle brughiere dello Yorkshire, vicino alla cittadina di Haworth. 
Dopo un’adozione finita male si è dovuta prendere cura di sé stessa, cercando un luogo che la facesse sentire a casa. E in effetti un luogo simile esiste: è la sua cucina. 
Quando annusa gli aromi di cannella e di limone o affonda le mani nella farina, ha la certezza di essere finalmente nel posto giusto. 
E così decide di aprire una piccola sala da tè a Haworth, sicura che questo passo segnerà l’inizio di una nuova vita. Gli amici infatti non tardano ad arrivare e tra loro c’è anche l’affascinante vicino di casa, che si offre di aiutarla a risolvere il mistero che coinvolge la sua famiglia. Ma la verità richiede spesso una buona dose di coraggio. 
Alice non vuole di certo sottrarsi alle prove che la aspettano, e sa che farà di tutto per conquistare il lieto fine che merita...



I DIARI DELLA BORGOGNA
di Ann Mah



Ed. Giunti
448 pp
14.90 euro
USCITA: 28 AGOSTO 2019


Kate, giovane sommelier di San Francisco vuole diventare Master of Wine, il più alto riconoscimento nel mondo degli esperti del vino. 
Nonostante la sua famiglia sia di origini francesi, il suo tallone d'Achille sono proprio i vini bianchi della Borgogna. 
È quindi ora di partire e trascorrere un po' di tempo a Meursault dal cugino Nico e sua moglie Heather. 
Li aiuterà con la vendemmia e a rimettere in ordine la cantina. 
Ed è così che tra scatoloni impolverati e mobili da buttare, compaiono i diari di una ragazzina di nome Hélène, vissuta durante l'occupazione nazista. Ma chi è? 
In che modo è legata alla sua famiglia? Come riconciliare i drammi del passato con i valori del presente? Le vigne nascondono segreti e ricordi dolorosi, ma l'amore, quello vero, sopravvive per sempre.

lunedì 15 luglio 2019

Leggere per emozionarsi (romance contemporaneo/poesie)




Proposte editoriali per lettrici in cerca di emozioni.


LUI E' PERFETTO PER ME
di Natasha Madison



QUIXOTE EDIZIONI
TRADUZIONE: Arabella McKenzie
AMBIENTAZIONE: New York
COVER ARTIST: MGBookCover&Design by Melissa Gill
SERIE: Something so #2
GENERE: Contemporaneo
FORMATO: E-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
PAGINE: 301
PREZZO: €4,99 (e-book) 
su Amazon, Kobo, iTunes, Google Play, Store QE
DATA DI USCITA: 12 luglio 2019


TRAMA

Matthew
Sono stato preso nella mia prima squadra quando avevo diciassette anni, a diciotto ho giocato in prima linea, e mi hanno marchiato come il bad boy della NHL a diciannove. A ventitré sono stato buttato fuori dalla squadra e sono tornato a casa, a vivere con i miei genitori. Quando hanno bussato alla mia porta, mi hanno offerto un’occasione a cui non ho potuto rifiutare. Tutto quello che dovevo fare era dimostrare di aver imparato dai miei errori, quindi in nessun modo mi sarei dovuto innamorare di una ragazza dall’espressione imbronciata, anche se avrei voluto passare tutto il giorno a divorarle la bocca.

Karrie
Quando mio padre mi ha offerto il lavoro, non avevo idea che avrei dovuto badare a un giocatore della NHL. Voleva che fossi la sua accompagnatrice, la sua baby sitter strapagata. Pensavo che fosse uno scherzo, ma poi ho incontrato lui: Matthew Grant. Non mi aspettavo per niente che fosse un bad boy così speciale. Non è solo sexy, è anche arrogante, ma molto dolce, della serie “mi fai impazzire”.
In sostanza, ora che ha finito di rovinare la sua vita, ha deciso di stravolgere la mia.
Lei è la prima cosa che abbia mai voluto più dell'hockey.

Lui è il ragazzo che dovrei tenere alla larga da me.

Ma cosa succede quando una cosa che è iniziata così male, si trasforma in qualcosa di così perfetto?




DICIANNOVE
di E.S. Carter



QUIXOTE EDIZIONI
Trad. A. Esposito
AMBIENTAZIONE: USA
COVER ARTIST: Rocchia Design
SERIE: Love by numbers #1
GENERE: New Adult
FORMATO: E-book e cartaceo
PAGINE: 289
PREZZO: €3,99 (e-book) – disponibile su KU
DATA DI USCITA: 17 luglio 2019

N.B.: il secondo volume della serie uscirà il 24 luglio!

TRAMA

La vita può cambiare in un batter d'occhio.
Ciò che ti definisce è il modo in cui ti adatti ai cambiamenti.
Jake Foy è un aspirante attore che ha avuto poco successo. È anche il tipico ragazzaccio che "le ama e le lascia", senza che l'amore entri mai nell'equazione.

Emma Campbell sta cercando la sua strada, affrontando i ricordi del suo passato, una madre apatica e e scelte davanti a sé. Riuscirà a concentrarsi sulla luce quando la vita continua a circondarla di oscurità?
L'amore saprà legare questi due poli opposti o le circostanze sfuggiranno al loro controllo, distruggendoli?


LA BAMBINA CHE ANNUSAVA I LIBRI
di Manuela Chiarottino


link Amazon
Per Stella, cresciuta in una famiglia di antichi stampatori, i libri sono come degli amici. Non solo ama leggerli, ma li conosce profondamente, riuscendo a distinguerli dall’odore e dalla grana delle pagine, capacità fondamentali per lavorare, insieme al padre, nella libreria di famiglia.
La vita tranquilla di Stella subisce un brusco cambiamento quando la ragazza riceve in eredità dal nonno un libro molto antico e una strana lettera. In essa si parla di una collezione di volumi preziosi, nascosti in un luogo segreto. 
Sta a lei risolvere l’enigma del nonno e ritrovarli.

In una ricerca convulsa tra i paesi della Toscana, in compagnia di un affascinante e ambiguo restauratore, Stella si addentrerà nei misteri della sua famiglia e del suo cuore, imparando a lasciarsi andare ai sentimenti, pagina dopo pagina.





E dopo tre storie d'amore, vi presento una breve raccolta di poesie.

EMOZIONATI E VIVI
di Giusy Schiavello


.
Editore: Anastasia Martini
Genere: Poesia
Prezzo ebook: € 3.99 
13 pp
 su Mondadori, Feltrinelli, Amazon, ibs, kobo, streetlib, Hoepli, Fnac, Bookland 
Data pubblicazione: 27 giugno 2019



Sinossi

La breve raccolta poetica è una lente sulla realtà circostante, la descrive in versi, fornendo
spunti di riflessione al lettore. Dietro ogni testo poetico si cela, infatti, una morale, non difficile da cogliere. 
L’opera proietta, così, lo sguardo di chi legge oltre la mera bellezza naturale delle cose, al di là dell’esteriorità.

L'autrice.
Giusy Schiavello è una giovane ragazza calabrese, nata in provincia di Reggio Calabria.
Diplomatasi presso il Liceo Scientifico, decide di proseguire i suoi studi presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Messina. Appassionata di materie umanistiche e grande osservatrice della realtà, dedica parte del proprio tempo libero alla stesura di poesie, nelle quali esprime in versi osservazioni e stati d’animo.

domenica 14 luglio 2019

Segnalazioni editoriali (luglio 2019)




Cari lettori, torno qui sul blog per presentarvi 'Il lato oscuro della Mafia Nigeriana', un saggio di grande attualità, sulla mafia nigeriana, scritto da Fabio Federici, colonnello dei Carabinieri e docente universitario che nel libro rivela al lettore informazioni e prospettive analitiche preziose, frutto di un pensiero concreto e di una curiosità intellettuale e militare da apprezzare, anche per il livello di sistematicità in cui si muovono.
 “In particolare è davvero degna di nota", sottolinea Nando Dalla Chiesa nell'introduzione, "tutta la parte relativa alla descrizione dei ‘culti nigeriani’, della loro natura e organizzazione, la cui analisi è ben sorretta da uno studio attento degli atti processuali. Qui Federici, filtrandolo attraverso la sua cultura professionale, fornisce materiale di interesse rilevante per gli studiosi di scienze sociali”.

In libreria dal 18 luglio per Oligo Editore (164 pp, 20 euro)
-
Oggi la presenza della Mafia Nigeriana in Italia è una pericolosa realtà, sicuramente posta sotto l’attenzione dalle tante Istituzioni competenti (Ministero Interno, magistratura, DIA, Forze di Polizia); ma in essa convivono ancora molti lati oscuri che devono essere esplorati con un approccio sistemico di natura criminologica-olistica. 
La Mafia Nigeriana, che possiamo già chiamare “Cosa Nera”, è un “network criminale” di caratura internazionale formato da un insieme di individui coalizzati attorno ad una serie di progetti criminali che vengono perseguiti in un contesto di alleanze variabili, per mezzo di sottogruppi indipendenti, ciascuno con attività delinquenziali proprie, che fondono la loro forza intimidatrice nel particolare background culturale d’origine. 
In particolare, l’asservimento fisico e psichico delle vittime dei “secret cult” – i “culti segreti” – avviene anche attraverso rituali magico-esoterici e forme di estrema violenza. Grazie all’ormai trentennale esperienza sul campo dell’autore – Crime Analyst e Colonnello dei Carabinieri – questo saggio, in modo documentale e scientifico, prova a navigare tra le pieghe del fenomeno per fare chiarezza, mettendo ordine alle conoscenze sul tema in un contesto di studi che vede, sinora, la pressoché assenza di analisi accademiche sulla presenza della criminalità organizzata di origine nigeriana nel nostro Paese. 
La Mafia Nigeriana agisce con una “duttile capacità manageriale”, ponendo in essere un diversificato “portfolio” di crimini, che vanno dalla tratta di esseri umani e la riduzione in schiavitù – attività in strettissima relazione con il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina –, per passare allo sfruttamento della prostituzione, al traffico d’organi e finanche al traffico di sostanze stupefacenti, senza disdegnare efferate azioni sanguinarie.

L'autore.
FABIO FEDERICI, colonnello dei Carabinieri, docente universitario, crime analyst e giornalista pubblicista, è Medaglia d’Argento al Valor Civile, Medaglia d’Oro della “Fondazione Carnegie” e Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Vanta una lunga esperienza investigativa, avendo diretto indagini su crimini efferati dalla vasta risonanza mediatica, nonché inchieste in materia di criminalità organizzata e di contrasto all’immigrazione clandestina. Per Oligo editore ha pubblicato: Il se e il ma delle investigazioni (con Alessandro Meluzzi, 2017), Menti insolite: radiografia di cinque femminicidi (con Alessandro Meluzzi e Massimo Numa, 2018) e Il crime analyst (con Alessandro Meluzzi, 2019). Come saggista, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui si segnalano nel 2018 il Premio Internazionale “Giovanni Acerbi” (sezione saggistica) e il Premio Speciale “Vitaliano Brancati”, nell’ambito del Premio Internazionale di Giornalismo “Vitaliano Brancati”, VIII edizione
.


Seconda segnalazione, il romanzo noir “OMICIDIO ALL'ACQUARIO DI GENOVA” di Marco Di Tillo (Fratelli Frilli Editori).

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Ritorna l'ispettore Marco Canepa di Genova con una nuova indagine tra lamantini, razze e delfini.
Dopo il successo di "TUTTE LE STRADE PORTANO A GENOVA" dello scorso anno la'utore Marco Di Tillo si tuffa nuovamente in un romanzo giallo-noir in uno dei luoghi divenuto tra i più rappresentativi di Genova.

Chi è davvero l’addetto alle pulizie trovato morto dentro la vasca dei gentili lamantini? Da dove viene? Qual è la sua storia? E poi perché un omicidio così plateale e assurdo? 
Queste le domande che si pone Marco Canepa, coadiuvato come sempre dal suo vice Bruno Tozzi e dal PM Tiziana Anselmi, magistrato dai capelli rossi, da tempo innamorata perdutamente di lui. L’Acquario è passato al setaccio dagli uomini della squadra mobile e dai tecnici della scientifica, nella speranza di trovare al più presto un indizio importante o almeno qualche immagine ripresa da una delle varie telecamere, mentre tutti i funzionari della famosa struttura del porto antico si mettono da subito a disposizione della polizia. 
Sarà un’indagine complicata che, dalle strade e dai vecchi quartieri genovesi, porterà infine l’ispettore fino all’antica e sperduta valle di Theth, in Albania, dove, ancora oggi, l’unica legge che conti non è quella ufficiale dello stato ma invece quella del Kanun, un codice antichissimo che risale al medioevo e che regola le faide familiari, obbligando alla vendetta fino al terzo grado di parentela.


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Ultimo libro di oggi è il romanzo storico "Traditi e consegnati alla morte" di Emilia Anzanello (autopubblicato,450 pp, 24.99 euro). 

Dopo l'8 maggio 1945, in Germania le ferite della guerra mondiale sono ancora aperte, e a pagarne le conseguenze sono anche i soldati tedeschi, consegnati prima agli statunitensi e poi ai sovietici. Questo romanzo è la storia di alcuni di questi soldati, svelandone il lato umano, spesso dimenticato.


Dopo l'8 maggio 1945 e la capitolazione della Germania, anche la 3. SSPanzer Division Totenkopf, ormai priva di mezzi, di armi e con gli effettivi ridotti a soli 6000 uomini, ricevette l'ordine di deporre le armi e si arrese: si consegnò agli americani, che avevano assicurato ai comandanti tedeschi che le truppe sarebbero state trattenute quali prigionieri di guerra.
Fu una delle più colossali menzogne degli statunitensi: dopo aver tenuto i soldati prigionieri in un campo provvisorio, senza cibo né acqua, li consegnarono tutti ai sovietici, consapevoli di mandarli a morte, ma del tutto indifferenti alla loro sorte.
Iniziò così, per quei valorosi, un'odissea di sofferenza, che li decimò lentamente, uno dopo l'altro, prima di far approdare i superstiti, meno della metà, ai campi di prigionia in Russia, e dai quali fece ritorno solo uno sparuto gruppo, più di dieci anni dopo.

Questo è il racconto di alcuni di loro: di Fabian, che qualche peccatuccio, sulla coscienza, ce l'aveva, ma che certamente lo scontò ben al di là delle sue colpe. Di Ulrich, che tenterà la fuga, per ricongiungersi con la donna amata e col loro bambino. E di altri, ai quali non è mai stata concessa voce per farsi ascoltare, ma che sicuramente meritano il rispetto dovuto a chi, anche dopo la fine della guerra, ha continuato a soffrire e a morire, colpevole solo di aver combattuto per la propria patria e per i propri ideali fino all'ultimo, e oltre...

sabato 13 luglio 2019

Recensione: FIABE IRLANDESI di William B. Yeats



Una galleria di creature fatate, dispettose, malefiche, burlone, sfuggenti....: Yeats ci trasporta in un magico universo di leggende proprie del folclore irlandese, popolato da spettri, folletti, diavoli, giganti, streghe, re e principesse.


FIABE IRLANDESI
di William B. Yeats



Ed. Newton Compton
trad. P. Meneghelli
383 pp
"DOVE VANNO I MIEI LIBRI

Tutte le parole che raccolgo,
e tutte le parole che scrivo,
debbon spiegare instancabili le ali,
e mai smettere di volare,
finchè là giungan, ove triste, triste è il tuo cuore,
e per te cantino nella notte,
oltre il punto dove muovono le acque,
oscurate da tempesta o luccicanti di stelle"

Quando il grande poeta Yeats riunì per la prima volta nelle raccolte Fiabe e racconti delle campagne irlandesi (1888) e Fiabe irlandesi (1892) le favole e i racconti dei più grandi scrittori del suo Paese, fece riferimento agli scritti di autori come Thomas Crofton Crocker, Lady Wilde (madre di Oscar), William Carleton, Douglas Hyde, contribuendo a rivendicare la validità di una tradizione narrativa popolare autonoma e vivace.

È

 uno di quei libri cui ti accosti con la leggerezza e la spensieratezza tipica dell'infanzia che, in fondo, non ci abbandonano mai, e anzi dovremmo coltivarle per fare in modo che restino sempre con noi per aiutarci a sognare un po', a staccare la spina dalla realtà quando ne sentiamo il bisogno e la voglia.

Yeats ci riporta le storie raccontate da altri autori e conosciamo da vicino creaturine misteriose come folletti. fate, sirene... imparando anche i dovuti distinguo.

I folletti sono creature fatate (sheehogue), un po' come degli angeli nè troppo buoni nè troppo cattivi, dal temperamento molto suscettibile e permaloso, amanti di feste e danze e canti, chiamati comunemente "il buon popolo", che le persone cercano di non fare arrabbiare perchè conoscono bene di cosa son capaci se prendono in antipatia qualcuno.
Sono esserini buffi, piccoli, rugosi, che spesso e volentieri intervengono negli affari "umani" e danno delle belle lezioni a quegli uomini (o quelle donne) arroganti, sciocchi, che vivono in maniera egoistica, dissoluta e disordinata.

Non so voi, ma io le sirene le ho sempre immaginate belle, bionde o rosse che sia ma comunque sempre dall'aspetto piacevole, dall'animo gentile... E beh, le sirenette  di cui ci racconta l'Autore non sono nè tanto avvenenti nè cordiali e amichevoli verso gli uomini...!

Poi ci sono le fate (banshee), le cui apparizioni non sono quasi mai di buon auspicio; spesso compiono delle "birichinate" tremende e senza un motivo, come rapire i bambini e mettervi al loro posto dei folletti che sono una brutta e spenta copia del piccolo (changeling); e ancora spettri, che sono come sospesi tra l'aldilà e l' "aldiqua", trattenuti sulla terra da passioni, desideri, preoccupazioni; inquietanti, appaiono e spariscono all'improvviso e possono trasformarsi in animali; streghe capaci di danneggiare le persone con i loro incantesimi malvagi, per liberarsi dei quali è necessaria una "contro-fattura" (con tanto di spilli).
Non mancano leggende con protagonista il diavolo, i santi, e poi le classiche fiabe con principesse, re, non prive di morale, che si riassume essenzialmente in coltivare le virtù ed evitare vizi.

Le superstizioni si mescolano con elementi religiosi e la gente, nella sua semplicità, crede tanto nei folletti maligni che rapiscono i bambini o ti aiutano a trovare pentole piene d'oro, quanto nei santi, nella Madonna, in Dio, nel giudizio dei peccati e nel paradiso.

E' un mondo antico, affascinante, allegro, abitato da questi esserini che incutono un po' timore e un po' curiosità, perchè loro non invecchiano, non si ammalano, alcune creature fatate sono perennemente allegre, festaiole, bellissime e giovani in eterno: insomma, hanno quello che l'uomo desidererebbe avere per sè e questo le rende, agli occhi dei poveri mortali, ricche di un fascino immortale.

Una lettura piacevole, seducente, che fa sorridere, ti trasporta in una terra ammaliante, piena di tradizioni, leggende antiche, di quelle tramandate di bocca in bocca, raccontate davanti al caldo fuoco di un camino acceso, magari con un bicchiere di whisky, per rallegrare le serate e, perché no?, spaventare i bambini.
Se vi piace l'Irlanda, con il suo patrimonio folcloristico ricchissimo straordinario, questo è il libro giusto.

venerdì 12 luglio 2019

Recensione: LA STRADA di Cormac McCarthy



In un mondo impazzito e ormai ridotto a un lugubre cumulo di macerie, è possibile coltivare la speranza in un futuro più luminoso e umano?


LA STRADA
di Cormac McCarthy 



Einaudi
trad. M. Testa
218 pp
12 euro 
“Su questa strada non c’è benedetta anima viva. Sono scomparsi tutti tranne me e si sono portati via il mondo”.

Immaginare di calcare il suolo della terra in cui siamo nati e destinati a vivere, e non ritrovare nulla di ciò che è stato un tempo, credo sia qualcosa di terribile.

Siamo in America e lo scenario proposto e immaginato dall’Autore è davvero, terribile, e il lettore ne è spettatore diretto attraverso gli occhi dei due protagonisti, un padre e il suo figlioletto che, in compagnia di un carrello in cui riporre i pochi oggetti e viveri a disposizione, camminano lungo una strada, dirigendosi verso un indefinito sud, forse con la speranza di trovare altre persone con cui unirsi e provare a ricominciare a vivere (?).

Non sappiamo chi siano questi due sopravvissuti, non ci viene detto il nome, l’età, la provenienza (ogni cosa è stata loro tolta, dall’identità alla casa, dal cibo alla propria città): lui è semplicemente l’uomo e l’altro è il suo bambino, suo figlio, l’unico legame rimastogli con la sua vita “precedente”.
Fa freddo, molto freddo, e i due proseguono stanchi, affamati, alla perenne ricerca di coperte e quant’altro possa servire per scaldarsi e coprirsi i piedi, così da poter camminare senza congelarsi o ferirsi; ma la priorità è il cibo, ed il padre sa di dover superare diffidenze e timori pur di sfamare il suo bambino, e se questo significa infilarsi in abitazioni ormai ridotte a tuguri puzzolenti e disabitati, col rischio di non trovare alcun alimento commestibile ma solo qualcuno pronto a spararti, lui è disposto a farlo. Perché mantenere in vita suo figlio è la sola missione che gli resta.

“Io ho il dovere di proteggerti. Dio mi ha assegnato questo compito. Chiunque ti tocchi, io lo ammazzo”.

Non sappiamo bene cosa sia successo alla terra, se non che non moltissimi anni prima si presume ci sia stata una mega catastrofe nucleare che l’ha resa un postaccio invivibile, spoglio, infernale, ricoperto da uno spesso strato di cenere; le notti sono lunghe, buie, di un gelo assassino; ovunque si possono trovare cadaveri mummificati, corpi senza vita raggrinziti, sempre senza scarpe (i sopravvissuti le hanno rubate); le macchie boschive rimaste sono anch’esse tetre, bruciacchiate, ciò che resta di case o negozi è un cumulo di rovine tristi, carbonizzate, i pochi specchi d’acqua sono putridi e stagnanti.

Il mondo ha perso ogni minima traccia di bellezza, non vi è che un’oscurità implacabile, un vuoto nero e opprimente, un “terra morta senza testamento” e, al pari di due fantasmi impauriti e disorientati, l’uomo e suo figlio vagano lungo questa strada desolata, senza mai discostarsi troppo da essa se non per trovare un rifugio per la notte, provando a riposare per riprendere le forze in vista di un nuovo eterno cammino verso “questo sud” indicato su una mappa sgualcita.
Il padre è sempre all’erta, con la pistola in pugno e l’altra mano sul carrello; una pistola con due soli colpi disponibili, per difendersi da altri sopravvissuti come loro ma che non fanno parte dei “buoni” bensì dei “cattivi”.

Lungo il percorso solitario, infatti, i due viaggiatori incontrano altri esseri umani: alcuni hanno maschere antigas, tute antiradiazioni, sono aggressivi, affamati, incattiviti e da essi bisogna proteggersi (eventualmente sparando per primi) e scappare; e poi ci sono altre creature disgraziate peggio del padre e del figlio, con pochi e sporchi stracci addosso, lo stomaco vuoto, i radi capelli unti, il corpo paurosamente scheletrico.

È un viaggio connotato dalla ripetitività di parole ed azioni (mettersi in cammino, nascondersi, cercare cibo, dormire) ma non per questo meno drammatico, faticoso, lento e pericoloso, perché c’è da stare attenti e guardarsi sempre le spalle, in quanto i pericoli non mancano, in giro ci sono i “cattivi” che hanno davvero brutte intenzioni verso i “buoni”…, e vi lascio immaginare in tempi di carestia quali “misure” estreme si può arrivare ad adottare pur di nutrirsi…

Il padre sa com’era la vita prima, ha conosciuto il mondo antecedente l’apocalisse, e ogni tanto i suoi ricordi prendono il sopravvento, così in quei pochi flashback conosciamo la moglie, nonché mamma del bambino, che ha preferito non esserci per non assistere agli orrori successivi all’olocausto nucleare; il bimbo è nato proprio durante la guerra e al suo fianco ha solo questo padre che cerca in tutti i modi di tenerlo in vita.

Il rapporto tra i due è intenso, tenero, sincero; il padre si preoccupa sempre di chiedere al figlio un suo parere su ciò che accade loro durante il giorno, cerca di farlo parlare e di impedirgli che si chiuda in se stesso, gli spiega sempre ciò che sta per fare e, quando può, fa di tutto perché non assista a visioni orribili e di morte (come dicevo poche righe su, l’uomo arriva a commettere azioni davvero turpi in tempi oscuri, non esitando ad essere “lupo” per i suoi simili), anche se è difficile evitare che il bambino non guardi la distruzione e il contesto raccapricciante che gli è intorno.

Spesso il ragazzino diventa triste e taciturno, osserva in silenzio quel padre che a volte sembra perdersi tra gli spettri del passato e di ricordi lontani, e non sempre condivide le sue scelte; fa tenerezza leggere episodi in cui emerge tutta l’innocente bontà presente nell’animo puro del bimbo, rispetto all’atteggiamento più pratico e comprensibilmente egoistico dell’uomo, che non si fida di nessuno - neanche di chi sta messo peggio di loro e probabilmente non è in grado di danneggiarli realmente - e che mal volentieri è disposto a donare ad altri qualcosa dei pochi viveri che riesce a racimolare con un po’ di fortuna e che servono al figlio e a lui stesso.

I dialoghi tra i due sono brevi, essenziali e spesso si concludono con un ok, rassegnato e non sempre convinto da parte del ragazzino, che accetta, in un misto di passività e fiducia, le decisioni e le spiegazioni paterne, anche se magari non le comprende appieno.

Commuove l’insistenza con cui l’uomo cerca di incoraggiare il figlio a non arrendersi, a credere che sì, loro sono i buoni e che, nonostante i cattivi in giro, troveranno altri buoni come loro; lo esorta a preservare il fuoco e il bene che sono dentro di lui perché saranno la sua salvezza.

Ciò che colpisce di questo libro non è tanto la storia in sé, che comunque riesce ad essere tremenda e soffocante nella sua semplicità, ma è lo stile: l’Autore sa come conciliare lo sfondo crudo e cupo con punte di lirismo che caratterizzano diversi momenti ed in particolare nelle ultime pagine - pura poesia - che stringono il cuore e indirizzano il lettore a simpatizzare con i suoi “poveri” protagonisti fino alla fine.

Lo ammetto: un po’ mi è mancato sapere in modo chiaro cosa sia successo alla terra e all’umanità per ridursi in un tale stato di abbandono e miseria - materiale e non -, mi sarebbe piaciuto anche conoscere qualcosa di più del passato dell’uomo e di come stavano vivendo questo stato di cose altre persone, ma sono pensieri che ho formulato soprattutto all’inizio, quando ho dovuto prendere familiarità con la storia e capire in quali anguste condizioni stessero sopravvivendo l’uomo e suo figlio.
Andando avanti, camminando insieme a loro lungo la strada, questi interrogativi si attenuano e ciò che resta è l’aspetto emotivo che accompagna la narrazione: si resta rapiti dal legame padre-figlio, dai tentativi del primo di non soccombere (per il bene del ragazzo) e dalle osservazioni così umane e sensibili del secondo, che ci lasciano comprendere come proprio nel ragazzino, in un cuore pulito e buono come il suo, possa risiedere l’unica possibilità per l’umanità.

“Sapeva solo che il bambino era la sua garanzia. Disse: Se non è lui il verbo di Dio allora Dio non ha mai parlato.”

Un romanzo post-apocalittico scritto con grande sapienza narrativa; le descrizioni vivide, realistiche di un ambiente desolato, grigio e silenzioso - in cui le persone rimaste vivono in una condizione primitiva, degna dei cannibali e dei selvaggi, in cui ogni forma di civiltà e progresso è un lontanissimo ricordo - viaggiano di pari passo con lo stato d’animo e l’aspetto fisico dei protagonisti (malinconici, sofferenti, sfiniti, emaciati, lerci).

Un romanzo che merita di essere letto, a mio avviso; recupererò il film. 

“Ricordati che le cose che ti entrano in testa, poi ci restano per sempre (…) Ci dimentichiamo le cose che vorremmo ricordare e ci ricordiamo quelle che vorremmo dimenticare”.
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