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martedì 29 aprile 2014

Recensione UNA LONTANA FOLLIA di Kate Morton



Ultimo libro terminato ieri sera e che mi ha tenuta incollata e con un livello di attenzione ai massimi livelli!!!
Di che libro si tratta?
Eccolooooooo!

UNA LONTANA FOLLIA
di Kate Morton


Ed. Sperling&Kupfer
Trad. A.E. Giagheddu
588 pp
14.90 euro
2011
Trama

Edie Burchill ha un'anima appassionata e un bruciante amore per i libri. Forse è per questo che non è mai riuscita a capire sua madre Meredith, una donna fredda, scostante e silenziosa, sempre assorta in pensieri che solo lei conosce.
Un giorno, però, a casa Burchill arriva una lettera e tutto cambia: sulla busta, un timbro vecchio di cinquant'anni e l'indirizzo di Milderhurst Castle, la dimora di campagna dove Meredith, sfollata da Londra, trovò accoglienza quando aveva tredici anni. 
Di fronte a quella busta ingiallita dal tempo, Meredith è sconvolta. Toccherà a Edie compiere un viaggio nel passato per capire quale terribile segreto nasconda la madre, imparando così a volerle bene.


L'autrice.
Kate Morton, australiana, affascinata dall'Ottocento, si è laureata con una tesi sulla tragedia nella letteratura vittoriana e si è a lungo dedicata al tema del gotico nel romanzo contemporaneo. I suoi romanzi - tutti ai vertici delle classifiche internazionali - sono pubblicati in trentotto Paesi e hanno venduto sette milioni e mezzo di copie. L'autrice vive a Brisbane con la famiglia
.

il mio pensiero

Non avevo mai letto nulla di quest'autrice ma ora posso dirlo: è amore.
Quanto sono importanti le prime righe, la prima pagina?
Per me molto, perchè quando incontro un autore il cui stile narrativo mi rapisce da subito, dall'incipit, non vi nascondo che mi entusiasmo immediatamente e la voglia di leggere è subito alta!
Del resto, credo sia una cosa comune a tutti i lettori, no?
E così, l'atmosfera affascinante e misteriosa, gotica, "da notte buia e tempestosa", quella in cui non può non accadere qualcosa di straordinario, si palpa da subito:

"Sssh... lo sentite?Gli alberi sì. Loro sono i primi a sapere che sta arrivando.Ascoltate! Gli alberi del bosco più fitto si agitano, le foglie argentate tremano, il vento serpeggia furtivo tra i rami, si arrampica fino alla cima e sussurra, perchè sono vecchi e hanno già visto tutto.Il cielo è scuro.Non c'è la luna quando l'Uomo del Fango arriva. La notte ha infilato i suoi lunghi guanti di pelle e steso una coltre nera sulla terra: un trucco, un incantesimo per dormire là sotto tutti sereni.E' buio. Ma non solo, perchè ci sono sfumature, gradi e trame per ogni cosa. Guardate: la ruvida morbidezza del bosco accoccolato, i campi grassi di terra, la vellutata melassa del fossato. Eppure. Se siete molto sfortunati, non avrete notato che qualcosa si muove dove non dovrebbe. In realtà è una fortuna. Perchè nessuno può vedere l'Uomo del Fango alzarsi e rivivere per raccontare la sua storia.Lì... lo vedete? Il fossato nero, lucente, denso di fango, non è più fermo nè piatto. E' comparsa una bolla, là in mezzo, una bolla che si solleva, una leggera increspatura, quasi un'impressione...".
La Morton cattura immediatamente l'attenzione del lettore riportando quello che dopo un paio di pagine scopriamo essere l'incipit di un altro libro (non reale, ma frutto della fantasia dell'Autrice), "La vera storia dell'Uomo del Fango", scritto da un certo Raymond Blythe che, pur essendo morto, costituirà in effetti uno dei personaggi principali del romanzo.

La protagonista è una giovane trentenne, che lavora nell'ambito dell'editoria: Edit (Edie) Burchill, che vive a Londra, si è appena lasciata col fidanzato e sta cercando casa.
Edie è a casa dei genitori, un giorno, quando alla madre giunge una lettera; una lettera che però è in ritardo di moltissimi anni (una cinquantina) ed è stata scritta per la mamma di Edie, Meredith, da parte di una ragazza, sua amica ai tempi dell'adolescenza.
Nel ricevere la lettera, a Edie non sfugge lo sgomento e il turbamento provato dalla mamma; turbamento che le si legge nel viso e nei gesti.

Perché? Cosa mai potrebbe contenere quella lettera di così forte da sconvolgere una donna posata ed equilibrata come Meredith?

Le risposte cominciano ad arrivare quasi subito: Meredith racconta alla figlia che quella lettera è stata mandata da una bellissima ragazza, tale Juniper Blyhe, che anni e anni prima si era presa cura di lei, in un periodo delicato della Storia; erano infatti gli anni della Seconda Guerra Mondiale e Meredith era stata sfollata (insieme ad altri bambini) da Londra per timore dei bombardamenti e ad accoglierla nella propria antica dimora furono le sorelle Blythe: Percy, Saffy e Juniper.

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Edie e la mamma non hanno mai avuto un rapporto particolarmente affettuoso ed aperto, eppure Edie non riesce a non chiedersi cosa ci possa mai essere scritto in quella lettera di così sconvolgente per Meredith e cosa hanno significato quelle tre sorelle per lei.
Come il cognome lascia intuire, le tre sorelle Blythe sono imparentate con lo scrittore Raymond; anzi, sono le figlie e Edie le conoscerà nel corso di un viaggio di lavoro, recandosi al castello dei Blythe: il Milderhurst Castle, situato ai limiti del bosco di Cardarker, bello, grande, imponente e terribilmente inquietante.
Alle sorelle Saffy e Percy, nella sua prima visita, Edie non dice di essere figlia di Meredith, decisa com'è a scoprire da sola il tipo di legame che unisce la mamma al Castello e ai suoi abitanti, ma da subito comincerà a farsi un'idea della personalità delle tre.

Ad incuriosire Edie non sono soltanto le tre donne anziane e così diverse caratterialmente, ma soprattutto il famoso romanzo di Raymond Blythe: "La vera storia dell'Uomo del Fango", un classico che da sempre è stato amato da tantissimi lettori, lei compresa; anzi, Edie sa che proprio la consunta copia del celebre romanzo, regalatale durante l'infanzia dalla mamma (apparentemente, un gesto senza importanza), l'ha avvicinata al mondo dei libri, rendendola innamorata della lettura, tanto da trovar lavoro nell'ambito dell'editoria.

Ma c'è ancora un altro particolare che fa scattare l'attrazione di Edie verso Milderhurst: sua madre, a proposito del castello, le ha mentito, negandole un fatto che invece lei, Edie, ricorda troppo bene.

Lei, davanti a cancello di Milderhurst Castle, c'è già stata, quand'era piccola, proprio con Meredith, che però nega.

Perchè e cosa la spinge a mentire?
Perché Meredith non ha mai parlato alla figlia di un periodo per nulla irrilevante del proprio passato, cioè il tempo trascorso da sfollata presso il bel castello dei Blythe?
C'è qualche segreto nascosto, nel passato, che la madre vuol continuare a tener sepolto?

Curiosa e determinata, con la giusta dose di discrezione e capacità osservativa, Edie comincerà le proprie ricerche e cercherà di scoprire il mistero che avvolge il castello, i Blythe e sua madre.
Un mistero che riposa tra quelle vecchie mura che hanno udito e visto tante cose, belle e brutte; a dire il vero, più brutte che belle.
Mura che, se potessero, parlerebbero e reciterebbero storie che si perdono in ore e tempi lontani, di cui nessuno vuol parlare più, ma che non si possono dimenticare, perchè la mente e il cuore sono due scrigni capaci di contenere di tutto e per tanto tempo.

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Mura che sussurrerebbero parole, pianti, segreti inconfessabili, amori, rimpianti, rinunce, legami inscindibili tra sorelle, personalità geniali e creative che però non hanno saputo o potuto vivere appieno la propria vita, ma sono rimaste chiuse tra le mura spesse e crepate di un castello isolato da tutto e tutti.

Un castello che a un occhio troppo romantico e sognatore può sembrare fiabesco, l'ambientazione giusta in cui collocare una storia di fantasia e con un pizzico di horror, ma che in realtà cela in sè, nelle proprie stanze e torri buie e non più illuminate ed abitate, verità e segreti terribili, che si perdono nel tempo, dei quali non si deve parlare, perchè tanto non servirebbe.
Ma per Edith scoprire i misteri che avvolgono Milderhurst Castle e le tre sorelle diventa pian piano una missione che la coinvolge a 360°, tanto più che in qualche modo ne è coinvolta la madre.

E così, attraverso una narrazione che si dipana su due diversi piani temporali, conosciamo sia il presente, quello di Edie, impegnata nella sua ricerca della verità, sia soprattutto il passato, quello che vede protagoniste le tre sorelle Blythe.

Percy e Saffy, le gemelle che hanno vissuto sempre l'una per l'altra, e per Juniper e per il castello di famiglia.
Percy così forte, dura, mascolina nei propri modi di fare, pragmatica e razionale, la cui energia e durezza ancora brilla nei suoi occhi di vecchina dal corpo fragile.

Saffy, la sorella dolce, che dice sempre sì alle richieste di Percy.
Saffy che ama scrivere e racchiudere il proprio animo romantico e sognatore nelle proprie storie, che forse mai nessuno leggerà.

E poi Juniper, anima irrequieta, geniale, anticonformista, intelligente e creativa, che forse più di tutti si ritroverà sulle proprie fragili spalle, la triste eredità paterna.

Un'eredità fatta di incubi, ossessioni, rimorsi, allucinazioni, morti tragiche, traumi infantili. chiusa in un 
castello che è sì il "regno" dei Blythe, il loro rifugio dal mondo esterno, ma capace di diventare
anche una gabbia, una morsa di solitudine e infelicità.

La Morton ci narra una storia articolata, ricca di colpi di scena, pervasa di suspense, nostalgia, silenzi, sguardi carichi di parole, carte e lettere che dal passato pretendono di far sentire la propria voce nel presente.
L'andare da un livello temporale all'altro (dagli anni '40 al 1992, che è il presente), dalla vita delle tre sorelle nel castello a Edie, non confonde, anzi, avvince il lettore, lo appassiona e lo incuriosisce verso la scoperta di verità nascoste, verso lo scioglimento di una matassa che, da ingarbugliata che sembra all'inizio, poi si risolverà in un finale chiaro e senza ombre.

Una lontana follia è una storia di donne che rimangono l'una al fianco dell'altra qualunque cosa accada, sempre, nelle gioie come nel dolore.
E' una storia di fatti drammatici che, benchè lontani, chiedono di essere rivelati, come se chiedessero "giustizia", come se volessero trovare il loro giusto collocamento, la loro "risposta" o, se vogliamo, per poter semplicemente mettere la parola fine.

L'ambientazione è assolutamente affascinante; essenzialmente, è costituita dal castello e devo dire che, leggendo, mi sembrava di essere lì dentro con i personaggi, i quali son riusciti a coinvolgermi.
Edie con la sua voglia di sapere, ma senza essere invadente; Percy con il suo fare autoritario, capace di irritarmi; Saffy con la sua dolcezza e remissività mi ha intenerito e al contempo innervosito; Juniper mi ha affascinato per il suo essere eterea, inafferrabile, diversa, come se non appartenesse totalmente alla dimensione umana.
Per quel che mi riguarda e in base ai miei gusti, tutto è costruito in modo eccellente: stile, linguaggio, ritmo narrativo, intreccio, atmosfera, contesto spazio-temporale, personaggi (psicologia, coinvolgimento emotivo...), finale.
Credetemi, io non riesco a trovare un solo difetto. Se tu che mi leggi la pensi diversamente, ti prego di dirmelo, magari mi son sfuggite delle cose! :=)

Avvincente, appassionato, questo romanzo ha incontrato appieno i miei gusti letterari e credo davvero che ricercherò altri libri della Morton.
Consigliatissimo!!!!

2 commenti:

  1. Splendida recensione! Dalle tue parole traspare l'emozione che hai provato leggendo questo libro. Credo proprio che "Una lontana follia" sarà tra le mie prossime letture:)

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    1. confermo, mi ha rapita!! il modo di scrivere, l'ambientazione del castello gotico e le tre sorelle...!! ^_^ se lo leggerai, sarò molto curiosa di sapere che ne pensi!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz