giovedì 18 aprile 2024

IL MANOSCRITTO di Franck Thilliez [ RECENSIONE ]

 

Un romanzo nel romanzo, una storia cruda e crudele dove emergono il marcio e il male che possono abitare nella mente dell'uomo; un thriller che tiene il lettore avvinto dalla prima all'ultima pagina, conducendolo verso un finale enigmatico e spiazzante.



IL MANOSCRITTO 
di Franck Thilliez



Fazi Ed.
trad. F. Angelini
500 pp
La giovane Sarah viene rapita in una sera d'inverno mentre sta facendo una passeggiata; inghiottita dal buio, sparisce senza che di lei si sappia nulla... fino a quando un serial killer - che sta scontando in prigione la propria pena - non confessa di averla uccisa lui, con le proprie mani.
Il corpo, però, non è mai stato ritrovato e l'assassino non ha mai rivelato il luogo della sepoltura.

Quattro anni dopo, i suoi genitori - Léane e Jullian Morgan - non si sono ancora rassegnati del tutto; e se la donna, bene o male, cerca di andare avanti nonostante il dolore, suo marito non si è mai dato pace e ha continuato a cercare la verità, convinto che Sarah sia ancora viva, in realtà, e che prima o poi qualcosa di nuovo emergerà.

Léane è una scrittrice famosa e apprezzata da pubblico e critica; è autrice di numerosi thriller ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, decisamente sconvolta dopo il presunto omicidio della povera Sarah.
Dopo la tragedia, Léane e Jullian si sono allontanati, a motivo dell'ossessione di lui nel continuare a cercare la figlia; del loro matrimonio non resta che la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia, ormai abbandonata.

L'esistenza di Léane viene ulteriormente turbata quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una parziale perdita di memoria; proprio lui, così tormentato dal pensiero di Sarah, alla frenetica e disperata ricerca di qualsiasi dettaglio possa aiutarlo a ritrovarla, adesso si ritrova smarrito, privato di ricordi belli e brutti e lei, Léane, non sa come gestire questo nuovo dramma capitato alla sua già smembrata famiglia.

Confusa e frustrata, torna nella casa al mare, carica di ricordi dolorosi che sa di dover, prima o poi, riportare alla memoria del marito; ma intanto, dalle indagini condotte dalla polizia di Grenoble, emergono dei particolari inquietanti che lasciano intuire che Jullian avesse scoperto qualcosa di importante sulla scomparsa della figlia...

Cosa? E in che modo queste scoperte hanno a che vedere con l'aggressione da lui subita?
A questi interrogativi senza risposta, si aggiunge un'ulteriore terribile scoperta: nella villa sulla costa suo marito aveva sequestrato un uomo, che Léane, con grande sgomento, scopre essere tenuto prigioniero e con molti lividi, segno che è stato picchiato e addirittura torturato.

È stato il mite e razionale Jullian a fare questo? Chi è quell'uomo tenuto nascosto in cantina nella villa abbandonata e perché il marito lo aveva sequestrato? Forse ha a che fare con Sarah?

Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata; sarà solo il primo di altri macabri ritrovamenti che terranno tristemente impegnato il  poliziotto Vic Altra, uomo particolare, dotato di una memoria prodigiosa (è ipermnesico) e di ammirevoli capacità deduttive, qualità che - unite a una grande tenacia e professionalità - gli permetteranno di incastrare importanti tasselli dell'intricato puzzle, arrivando a capire che colui che attualmente è dietro le sbarre è, sì, coinvolto negli atroci delitti... ma il dubbio è: e se non fosse l'unico responsabile?

E se vi fosse un altro serial killer libero che continua a prendersi gioco della polizia e a far sparire povere ragazze innocenti?

Tanto Vic quanto Léane conducono le loro indagini per mettere in fila tutti i pezzi; entrambi sono costretti a confrontarsi col buio più nero e spaventoso che può arrivare ad avvolgere la mente umana quando si lascia dominare a travolgere dalle perversioni più disgustose e pericolose.

La voragine su cui si affacciano è fatta di deviazioni sessuali, di comportamenti sociopatici, di alienazione, sadismo, crudeltà, di una capacità di macchinare il male che, se da una parte turba, dall'altra lascia a bocca aperta, tanto è così sapientemente architettata.

La catena di eventi e personaggi coinvolti per arrivare a sperare di chiudere il cerchio è fitta e complessa e sarà necessario seguire tanto Léane nei propri spostamenti (che la portano ad assumere condotte discutibili che mai avrebbe pensato di essere capace di adottare) quanto Vic nei suoi ragionamenti e nella sua ricerca forsennata dei feroci assassini che gli stanno girando attorno, sfidandolo a trovarli.

Come spesso accade quando si è in presenza di assassini seriali, anche Vic dovrà cercare di conoscere e comprendere le origini del male, dove tutto è cominciato, e individuare la vera mente che sta alla base di questo maledetto gioco infernale che sta mietendo troppe vittime.

Jullian e Vic: ambedue ossessionati (per ragioni diverse) dalla ricerca del killer e ambedue con una peculiarità legata alla memoria.
Il primo ha (temporaneamente?) cancellato troppi ricordi importanti, l'altro, invece, ricorda tutto di tutti, anche se vorrebbe poter dimenticare tante cose che lo fanno star male.

Un romanzo che mi ha sorpresa: l'ho trovato davvero appassionante, scritto benissimo, attraversato da una bella tensione emotiva, suspense e un ritmo serrato che hanno reso la lettura oltremodo interessante: come i personaggi principali, mi son ritrovata immersa in un vortice ricco di elementi via via sempre nuovi che di proposito possono confondere e che mettono alla prova l'attenzione, la memoria e l'intuito del lettore stesso, al quale è richiesto, seppur per gioco, di non essere superficiale ma di stare attento ai particolari, perché è lì che potrebbero trovarsi le risposte alle tante domande che inevitabilmente sorgono leggendo.

Lo stesso finale è sospeso, aperto, misterioso, soggetto a più letture e interpretazioni.

"Un romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto è falso, e la storia inizia a esistere solo nel momento in cui voi la leggete".

Giunta alla fine, vi dico solo un'ultima cosa: come potete leggere, il titolo del libro è IL MANOSCRITTO (titolo originale: Le manuscrit inachevé, "il manoscritto incompiuto"), il che potrebbe sembrare slegato dalla trama, se non fosse che nel prologo apprendiamo che ciò che ci apprestiamo a leggere (Léane, Vic, gli omicidi...) è parte di un romanzo mai portato a termine dal suo autore, un certo Caleb Traskman, e dopo la sua morte il figlio (il quale nota, nel testo, diversi "particolari" criptici, come se nascondessero dei significati nascosti e chi legge venisse sfidato a svelarli) ha il compito di scriverne il finale.

Insomma, leggetelo.
Se amate i thriller densi e intensi, complicati, se siete pronti ad affrontare pagine truculente ed esplicite e scendere negli abissi più neri della psiche umana, questo romanzo è per voi.


mercoledì 17 aprile 2024

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - aprile 2024



Buongiorno, lettori.

Questa mattina vi segnalo due anteprime che trovo molto interessanti: 

- l'ultimo romanzo di Melissa Da Costa, autrice di cui ho amato Tutto il blu del cielo e di cui attualmente ho in lettura I quaderni botanici di Madame Lucie
- un romanzo storico di Tina Caramanico, che accompagna il lettore nel '500 dell'Inquisizione e della caccia alle streghe.

IL FUOCO
di Tina Caramanico


Editore: Il Ciliegio
Pagine: 208
USCITA
26 APRILE 2024
Agli inizi del '500, in Val Camonica, Lucina Picenni, una vecchia guaritrice, viene processata come strega e mandata a morire sul rogo.
Ma chi è davvero Lucina?
Dopo la morte della condannata don Lazzaro, il curato, dubitando della sentenza, cerca di scoprire di quali delitti si sia davvero macchiata e di quali malvagità e violenze sia stata invece vittima.
Inizia così, in gran segreto, a indagare. 
Perché Lucina è stata condannata alle fiamme? Era davvero una strega?
Le sue domande ben presto irritano la gente del paese, che teme vengano alla luce i peccati di tutti...

L’autrice:
Tina Caramanico vive in provincia di Milano, ha due figlie, una laurea in Lettere, insegna Italiano e Storia nelle scuole superiori.
Ha pubblicato alcune raccolte di racconti, poesie e tre romanzi brevi: "Un cattivo esempio", vincitore del concorso Romanzi in cerca d'autore 2017, a cura di Mondadori e Kobo; "Il prete nuovo", Vocifuoriscena, 2019; "Come sovvertire ľ'ordine costituito, trovare l'amore e vivere felici", uscito su Wattpad e vincitore dei Watty Awards 2019, poi pubblicato in self-publishing nel 2020
.




ALL'INCROCIO DEI NOSTRI DESTINI 
di Melissa Da Costa



Rizzoli
384 pp
18.50 euro
USCITA
30 APRILE 2024
Sono cinque anni che Ambre non torna ad Arvieux, piccolo paese nel cuore delle Alpi francesi; a portarla qui, una telefonata dell’amica Rosalie piovuta d’improvviso: il suo compagno, Gabriel, le ha scritto un biglietto ed è sparito, lasciandola con i due figli. 
Oltre ad Ambre arriveranno anche Anton e Tim, ugualmente pronti ad accorrere e fare la loro parte. 
Mentre Gabriel ancora non si riesce a rintracciare, i quattro amici sono subito sommersi dai ricordi legati a quella stagione invernale passata all’hotel Les Mélèzes, quando ognuno di loro aveva trovato negli altri una nuova prospettiva e nuove energie per riprendere in mano la propria, disordinata vita. 
Oggi hanno solo qualche anno in più e credono di essere adulti, ma è ancora tutto da costruire. 
Riallacciare i rapporti dopo così tanto tempo sarà allora un tuffo, necessario a superare la distesa dei risentimenti, di tutti quei dolori rimasti invisibili, per smettere di piangere i fantasmi e recuperare fiato, guardarsi in faccia e dirsi che sì, siamo sempre stati qui, ed è da qui che la vita riparte.


domenica 14 aprile 2024

IL SUCCESSO DI ESSERE NESSUNO di Alessandro Regis [ RECENSIONE ]



Il successo di essere nessuno è una raccolta autobiografica di pensieri, considerazioni ed esperienze personali che l'autore condivide con i propri lettori, rivolgendosi ad essi in modo franco e schietto, confidandosi, parlando a cuore aperto del proprio vissuto e traendo da esso spunti di riflessione sulla vita, la famiglia, la difficile età dell'adolescenza, l'influenza dei social, il raggiungimento degli obiettivi e la realizzazione dei propri sogni.


IL SUCCESSO DI ESSERE NESSUNO
di Alessandro Regis



Youcanprint
122 pp
13,50 euro
Alessandro Regis, classe 1975, è un attore romano che in queste pagine autobiografiche si fa scrittore per riportare nero su bianco i propri pensieri, la propria concezione della vita, spaziando tra vari argomenti: famiglia, lavoro, passioni e hobbies, esperienze personali, errori e successi, insomma tutto ciò che ha contribuito, nel bene e nel male, a renderlo l'uomo che è oggi.

Ho aggettivato questo libro come "autobiografico" ed è vero nel senso che Alessandro parla di sé, dei luoghi in cui è cresciuto, della famiglia (d'origine e quella che si è costruito), degli amici del passato, di tante vicissitudini, ma non dovete pensare a un'autobiografia classica, in cui l'autore si limita a raccontare una catena sterile di episodi personali: Alessandro arricchisce ogni capitolo con considerazioni e lezioni di vita apprese negli anni, non mancando di offrire molti consigli a chi lo legge, soprattutto ai giovani/giovanissimi.
Essendo egli padre di un adolescente, sa quanto questo periodo dell'esistenza sia tanto meraviglioso quanto complesso e, per certi versi, "pericoloso": sono gli anni della transizione, del passaggio dall'infanzia all'età adulta e, proprio perché non si è più bambini ma neanche ancora adulti e maturi, si può essere più facilmente influenzabili, si ha voglia di sperimentare, di osare e rischiare, di provare emozioni forti e fare anche esperienze al limite, ad es. con la droga o usando con poca cautela i social.

Lungi dal risultare didascalico, vestendo i panni del "moralista" cui piace predicare dall'alto della propria saggezza, Alessandro non perde mai la propria semplicità e schiettezza e, anche quando dà suggerimenti spassionati, lo fa partendo sempre dalla propria esperienza, da ciò che egli stesso ha provato sulla propria pelle, da ciò che ha imparato attraverso i problemi, gli sbagli, le delusioni, ma anche dalla propria determinazione, che l'ha portato a raggiungere obiettivi e traguardi importanti.

"Daje!", "Non mollare mai": sono due dei motti che contraddistinguono la sua esistenza da sempre e che connotano la sua prorompente personalità: Alessandro è caparbio, deciso a non arrendersi davanti alle prime difficoltà o ai piccoli - spesso inevitabili e sicuramente fondamentali per maturare - fallimenti; pur essendo sanguigno, pieno di idee, energie e voglia di fare, negli anni ha saputo anche aspettare che il momento giusto bussasse alla sua porta, portando con sé nuove e stimolanti opportunità per esprimere sé stesso, la sua personalità vivace e travolgente.

Egli si descrive come testardo, sicuro ma non arrogante e, anzi, generoso e predisposto a mettersi al servizio di chi ha bisogno di aiuto, tratto che l'ha portato, non poche volte, ad intervenire per soccorrere i più deboli.

Nell'alternarsi di consigli e frammenti di vissuti personali, apprendiamo quali sono le sue passioni più grandi ((una su tutte: viaggiare) e di come abbia saputo incanalare personalità e talento in professioni per lui appaganti, in particolare come tatuatore e attore (vedi note biografiche).

Entrambi i lavori lo hanno introdotto nel mondo dello spettacolo, che lui ama, certo, e che gli ha dato innegabilmente tante soddisfazioni personali e lavorative, ma Alessandro Regis non ha mai smesso di tenere i piedi ben piantati a terra e ha sempre affrontato il lavoro con spensieratezza e professionalità insieme, senza mai perdere di vista sé stesso, i propri valori e le cose che davvero contano e restano nella vita: la famiglia (i genitori, l'amore della sua vita - Annia - e il loro figlio, Christian), le amicizie vere, il coltivare le proprie passioni in maniera sana.

Ovviamente, non sono mancati momenti in cui ha preso delle decisioni con troppa leggerezza e poca responsabilità e questo gli ha causato conseguenze spiacevoli e dolorose, che hanno inciso fisicamente su Alessandro, sulla sua salute.

Anche se non perfetto dal punto della forma (per quanto riguarda l'uso della punteggiatura, in special modo), il libro si legge con sufficiente scorrevolezza grazie a un linguaggio informale, colloquiale e immediato, che raggiunge il lettore in modo diretto e dal quale emergono onestà e franchezza; si percepisce la personalità dell'autore, la sua voglia di vivere appieno ogni giorno, ponendosi obiettivi ben precisi, amando la vita con tutto ciò che essa reca con sé - di bello e di brutto - nel suo essere imprevedibile e per questo esaltante.

Vivere è una continua sfida, un costante protendersi verso nuovi traguardi e questo Alessandro Regis lo ha imparato e desidera, con la passionalità e l'energia che lo contraddistinguono, trasmetterlo a chi lo legge, a partire da suo figlio.

Un libro che consiglio, soprattutto se cercate storie di vita vissuta narrate in modo autentico e genuino.


NOTE BIOGRAFICHE

Alessandro Regis, 
tatuatore romano classe 1975, entra nel mondo dello spettacolo, divenendo un volto celebre in TV, sia su Mediaset che su Real Time, passando anche per Rai 1 e Rai 2. Partecipa a “Le Iene”, “Scherzi a parte”, “Italiani Fantastici e dove trovarli”, viene insigniti del Premio Vincenzo Crocitti International come attore emergente nel 2020 e nel 2021 con il Premio Eccellenze Italiane AssoTutela. 
Amante anche della musica, ha due singoli al suo attivo come produttore sia delle musiche che del videoclip “Cambia er disco” del 2021, e nel 2023 il singolo “Privè” in collaborazione Techpro Records. 
Tra i prossimi progetti un corto cinematografico, di cui ha già ha disposizione sia la sceneggiatura che gli attori, con la collaborazione di Alessandro Fiorucci.

sabato 13 aprile 2024

FILM AL CINEMA [ dal libro al grande schermo ]



Tre film che possiamo vedere in questo periodo o prossimamente al cinema; il primo è tratto da una canzone per bambini, gli altri due da romanzi.



Dall’11 aprile è al cinema il film musicale di animazione TITO E VINNI A TUTTO RITMO, firmato da Sérgio Machado e Alois Di Leo, con le voci della Space Family, la celebre coppia di youtubers composta da Valentino Bisegna e Sara Di Sturco.

Ispirato al poema L’arca di Vinicius De Moraes, il grande poeta brasiliano fondatore della Bossa Nova,
Tito e Vinni a tutto ritmo è il racconto rivisitato di un grande classico in cui il binomio vincente azione e umorismo è funzionale a veicolare tematiche universali, su tutta l’emergenza climatica.

Il film, infatti, racconta la storia di Tito e Vinni, due topolini dal grande talento musicale che per caso assistono al momento in cui Dio avvisa Noè dell’imminente diluvio universale, dandogli precise istruzioni per costruire una grande arca in cui portare in salvo una coppia di ogni specie animale.
I due riescono ad imbarcarsi di nascosto sull’arca di Noè ma devono fare i conti con la tirannia e i capricci di Baruk il Leone che ha instaurato un vero e proprio regime a favore degli animali più forti.

Hanno inizio così una serie di avventure esilaranti e rocambolesche in cui i due topolini per ristabilire la pace useranno l’unica arma che hanno a disposizione: la musica.



Adattamento del romanzo La vie et la passion de Dodin-Bouffant, gourmet di Marcel Rouf, pubblicato nel 1924, quindi esattamente un secolo fa, IL GUSTO DELLE COSE  arriverà nelle sale italiane a partire dal 9 maggio.

Regia: Trần Anh Hùng.
Cast: Juliette Binoche, Benoît Magimel, Pierre Gagnaire, Emmanuel Salinger, Patrick d'Assumçao, Galatea Bellugi, Jan Hammenecker,

Ambientato nella Francia di fine ‘800, vede protagonista la cuoca sopraffina Eugénie, che da oltre vent’anni è la collaboratrice del famoso gastronomo Dodin: un sodalizio culinario che, col passare degli anni, si è consolidato in una relazione sentimentale. 
Eugenie, però, è affezionata alla sua libertà e non ha mai voluto sposare Dodin. 
Così, lui decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinare per lei.






Tratto dall'omonimo romanzo (RECENSIONE) di Antonella Lattanzi, il 16 maggio arriva al cinema UNA STORIA NERA, diretto da Leonardo D'Agostini, con Laetitia Casta, Andrea
Carpenzano, Cristiana Dell'Anna, Lea Gavino, Mario Sgueglia, Giordano De Plano, Licia Maglietta.

Vito e Carla sono separati da qualche anno. 
Il loro matrimonio d'amore è stato distrutto da gelosia e violenza e adesso che Vito ha una nuova vita e Carla un nuovo partner, a unirli sono solo i tre figli, Nicola, Rosa e la piccola Mara. 
Ma su Carla incombe ancora la sensazione di avere evitato una tragedia annunciata. 
Quando Mara chiede di avere il padre accanto a sé il giorno del suo compleanno, Carla, per farla felice, lo invita a cena e tutto va per il meglio.
Ma dopo quella sera di Vito non si hanno più notizie: sparisce nel nulla senza lasciare tracce. 
Sarà la polizia a far luce sulla sua scomparsa e accertare la verità su quanto accaduto. 
Ma in questi casi esiste davvero una sola, chiara, inconfutabile verità?




giovedì 11 aprile 2024

APEIROGON di Colum McCann [ RECENSIONE ]



In Apeirogon McCann dà voce a due padri, un palestinese e un israeliano, che hanno rispettivamente perso le loro figlie a causa della violenza e che hanno imparato, con non pochi sforzi, a trasformare il loro dolore in parole e gesti di pace.


APEIROGON
di Colum McCann


Ed. Feltrinelli
trad. M. Magrì
528 pp
22 euro
Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano.
Le loro vite cambiano drammaticamente e irrimediabilmente quando subiscono entrambi un lutto gravissimo: la 13enne Smadar, figlia di Rami, rimane vittima di un attacco suicida a Gerusalemme, nel 1997; nel 2007, la decenne Abir, figlia di Bassam, viene uccisa da un proiettile di gomma mentre sta uscendo da un negozio, dove ha comperato un braccialetto fatto di caramelle.

Quando Bassam e Rami vengono a conoscenza delle rispettive tragedie, si rispecchiano l'uno nell'immenso dolore dell'altro, stringono una forte e sincera amicizia e si uniscono all'associazione Parents Circle per essere dei Combattenti per la Pace che spargono semi di rispetto, speranza, riconciliazione e non di vendetta, disprezzo, odio... perché questi sono già fin troppo diffusi.

Questo è il cuore del libro di McCann, il quale però non si limita a narrare le storie personali di queste due famiglie colpite dalla tragedia, ma attorno a questo nucleo ci vengono raccontate un'infinità di aneddoti, curiosità, storie ecc..., alcune delle quali anche apparentemente sconnesse dalla tematica principale.


Il titolo si riferisce a "un poligono dal numero infinito di lati", come infiniti (immagino che questo possa essere l'accostamento operato dall'autore) sono gli aspetti, i livelli, gli elementi di scontro che caratterizzano le esistenze dei due popoli - palestinese ed ebraico - su un'unica terra.


Questo libro l'ho letto in dieci tappe nell'ambito di una lettura condivisa con altri lettori, con cui poi ci ritrovavamo a commentare una volta a settimana e a esporre i punti che ci avevano maggiormente colpiti.

Vi riporto, quindi, alcune delle riflessioni e degli aspetti che personalmente mi sono rimasti maggiormente impressi:

❖ La sezione iniziale del libro è già particolare e singolare in quanto l'autore inizia parlandoci degli uccelli, e non ho potuto fare a meno di pensare che gli uccelli, in questa terra, sono più liberi degli umani, soggetti alle limitazioni e restrizioni dovute all'occupazione israeliana.

❖ Apprendiamo che Bassam, in gioventù, è stato detenuto nelle prigioni israeliane e mi ha impressionato la sua serenità nonostante le costanti umiliazioni da parte dei soldati, la sua "missione" di sopravvivere come essere umano che ha e mantiene una sua dignità.

"È una tragedia dover continuamente provare che siamo degli essere umani".


❖ Ovviamente i racconti relativi ai due fatidici giorni (separati da 10 anni di distanza) in cui Smadar prima e Abir dopo vengono uccise, è toccante e straziante, e tutta l'angoscia, la paura, la sofferenza di questi poveri genitori emergono in modo molto vivido e reale.

❖ Tanto la bimba palestinese (il cui nome significa "profumo, fragranza del fiore") quanto la ragazzina israeliana ("grappolo della vigna, fiore che si schiude") hanno nomi dal significato molto bello che richiamano alla bellezza di un fiore, ed entrambe queste creature sono state spezzate nel fiore degli anni.

❖ Gli israeliani creano modelli computerizzati e studiano per cercare di sfruttare alcuni dei movimenti degli uccelli così da perfezionare droni e missili. Per il paesaggio dell' animazione fu usata una mappa computerizzata di Gaza, con i suoi reali mercati, i veicoli, le capanne, le macerie... È una cosa, che soprattutto alla luce di ciò che sta accadendo dal 7 ottobre mi ha colpito molto, come anche il nome dei missili "Fire and forget", spara e dimentica.
Come si sta facendo ora e in tutte le guerre: punta un bersaglio, abbattilo, ammazza e dimentica, non pensarci più.

❖ Affascinante il concetto di numeri amicabili, numeri diversi ma connessi tra loro. Proprio come noi esseri umani: siamo tutti diversi ma inevitabilmente legati gli uni agli altri.

❖ Mi commuove il pensiero dei migliaia di palestinesi che, quando ebbe inizio la Nakba (1948), hanno dovuto lasciare le proprie case e hanno portato con sé la chiave, simbolo del desiderio di tornare un giorno nella propria terra, alle proprie umili ma preziose abitazioni.

❖ Attualissimo (se n'è parlato quest'anno, per ragioni che sappiamo) il pensiero di Bassam circa la possibile strumentalizzazione della Shoah per giustificare i crimini di Israele oggi.

"Onorava il Giorno della Memoria... ma nel tempo aveva cominciato ad accorgersi della strumentalizzazione di quegli anni, del senso di nostalgia, dell'industria sorta tutt'intorno. Il dolore. La paura. Il modo in cui il passato plasmava il presente. Senza alcun potere per contrastarlo."

Bassam ha studiato con accuratezza l'Olocausto, scrivendo una tesi sull'argomento.

"Volevo parlare di come il passato fosse utilizzato nella giustificazione del presente. Della spirale della storia, in cui ogni momento è legato al successivo. Dei punti in cui il passato si interseca con il futuro."


❖ Fanno riflettere moltissimo le considerazioni sull'occupazione, il vero e comune nemico di ebrei e palestinesi, e sul potere della parola, che è il jihad più grande, l'arma più affilata.


Un'occupazione che non può mai essere positiva o neutrale, tanto meno compassionevole.

"Lui non odiava gli ebrei, non odiava Israele. Quello che odiava era essere occupato, l' umiliazione che ne derivava, il senso di soffocamento, la quotidiana degradazione, l' avvilimento.Finché non fosse terminata, niente sarebbe stato sicuro. Provate l'esperienza di un checkpoint, anche solo per un giorno. Di un muro che taglia in due il cortile della vostra scuola. Dei vostri ulivi sradicati da un bulldozer. Del vostro cibo che marcisce fermo a un posto di blocco."


❖ Quando comincia a partecipare agli incontri dell' associazione Parents circle, Rami dichiara di aver cominciato solo allora a realizzare come tutti quei genitori, che avevano perduto tragicamente un familiare in questo sanguinoso status quo che caratterizza da oltre 70 anni la Palestina, fossero accomunati dal medesimo dolore, ebrei e palestinesi ("era la prima volta che vedevo i palestinesi come esseri umani (...) che portano lo stesso fardello che porto io, gente che soffre esattamente come soffro io. Un' uguaglianza nel dolore").

Giustissime le sue parole circa la necessità di comprendere ("quello che fanno è scatenato da rabbia e frustrazione e umiliazione. Gli è stata presa la terra") per poter trovare una soluzione.

"Non possiamo continuare a ripudiare la possibilità di vivere gli uni accanto agli altri".


❖ L' episodio dell'ambulanza che trasportava Abir mi ha fatto inevitabilmente pensare alle giustificazioni dell' IDF che spara o bombarda ambulanze (e non solo, anche edifici religiosi o scuole eccetera) perché convinti vi si nascondano terroristi.

❖ Mi sono piaciute molto le parti dedicate ai familiari di Rami e Bassam: i figli di Rami tutti impegnati nell'esercito israeliano pur cercando di mantenersi saldi nei propri principi etici e provando a conciliare la difesa della patria con il rispetto per i palestinesi;

Salwa, la mamma di Abir, dignitosa e silenziosa nel suo dolore, non espresso a parole.

Nurit, la mamma di Smadar, invece non sceglie il silenzio, anzi parla e scrive per esporre il proprio punto di vista sull'occupazione israeliana a danno dei palestinesi.
Il dolore per la perdita di Smadar non le fa perdere la lucidità nell'attribuire colpe e responsabilità: sì, è stato un attentatore terrorista a uccidere sua figlia ma sono l'industria del terrore e l'occupazione a generare i terroristi.

❖ Ho provato una grande ammirazione Bassam per il suo coraggio a non rassegnarsi all'ingiusta morte (assassinio) della propria bambina e la decisione di intentare niente meno che una causa (penale/civile) contro lo stato di Israele, consapevole che vincere sarebbe stato molto difficile e altamente improbabile.

Nel complesso il libro l'ho apprezzato per la tematica, ovviamente, che mi è molto cara e che, per ragioni che abbiamo sotto gli occhi, è purtroppo drammaticamente attualissima.

È stato commovente leggere le esperienze dolorose vissute dalle queste due famiglie - palestinese ed ebraica -, immaginare le due giovanissime vittime e quanto dolore abbia portato la loro morte ai familiari.

Ammiro la forza interiore di questi genitori che decidono di affrontare il dolore non lasciando spazio a sentimenti di vendetta, odio e rancore ma coltivando desideri di pace e di rispetto reciproco, basi imprescindibili per una convivenza pacifica che, come vediamo, finora non si è assolutamente realizzata ed è anzi ben lontana dal verificarsi.

Mi fa piacere che l'autore abbia sottolineato più di una volta che il problema alla base del (cosiddetto) conflitto israelo-palestinese sia l'occupazione da parte degli israeliani nei confronti del popolo palestinese, perché ignorare questo problema significa non voler analizzare le cause dell' "inimicizia" e non volere contestualizzare, pure in merito alle origini di Hamas e degli stessi attentati terroristici (preciso che per me analizzare i rapporti di causa-effetto non implica la giustificazione ma quanto meno la comprensione critica di tutto il contesto), il che allontana qualsiasi discorso di pace e tolleranza, perché se non si va alla radice di un problema, non lo si potrà mai risolvere.

Tra gli elementi che mi sono piaciuti c'è anche il fatto che offra molteplici spunti di ricerca su avvenimenti e personaggi a me totalmente sconosciuti o solo sentiti nominare superficialmente, nonché l'attenzione dell'autore circa l'etimologia di determinate parole.

Dal punto di vista dello stile, la caratteristica principale - su cui siamo stati d'accordo tutti noi lettori della condivisa - è il continuo divagare e aprire digressioni abbastanza lunghe su fatti, personaggi o dettagli che distolgono l'attenzione dal tema principale; è vero che alcuni riferimenti a determinati personaggi e/o eventi erano legati in modo diretto a Israele/Palestina e mi hanno spinta a cercare informazioni per imparare qualcosa, ma in generale ho trovato che l'eccessivo uso di questi espedienti narrativi rallentasse non di poco il ritmo e fosse più che altro fonte di distrazione.

Per intenderci: solitamente amo consigliare libri su questo tema, soprattutto a persone che confessano di saperne poco e di volersi informare; nello specifico "Apeirogon" non lo consiglierei a chiunque, perché ritengo che per portarlo a termine ci debba essere una forte motivazione e, magari, è bene che non sia il primo libro sull'argomento, in quanto la tentazione di volerlo mollare può assalire, durante la lettura, proprio a causa di questo costante allontanarsi dal filone principale.

Concludo, inoltre, con una umile considerazione: per quanto sia bello e ammirevole scrivere un libro sui rapporti tra ebrei e palestinesi, e sulla possibilità che in tanti (??) di loro ci sia il sincero desiderio di non cedere all'odio, che divide e genera morte, ma anzi di unirsi per dimostrare che andare d'accordo, convivere come fratelli è possibile, in diversi momenti, durante la lettura, ho avuto la sensazione (immagino di essere stata influenzata inevitabilmente dal dramma ancora più intenso che stanno vivendo i palestinesi da sei mesi a questa parte) che le belle parole fossero tante ma, alla fine... a cosa servono quando poi non ci sono dei veri cambiamenti a livello pratico (politico, sociale...) e quotidiano?

Voglio dire..., è fantastico che ci siano associazioni come Parents circle, ma ahimè... se l'occupazione - e tutto ciò che essa di negativo comporta - non cessa, le voci di questi genitori verranno continuamente soffocate e resteranno qualcosa di confinato a conferenze, incontri mirati, riunioni di gruppo o nelle scuole ecc..., un atteggiamento (per quanto genuino) di empatia fine a sé stesso o che, comunque, ha effetti solo nel "piccolo" ma che non va a incidere sulle esistenze di chi subisce l'occupazione da quando nasce.

Togliete le vostre armi dai nostri sogni


Vi lascio alcune citazioni.


"Ieri ero intelligente e volevo cambiare ilo mondo. Oggi sono saggio e ho cominciato a cambiare me stesso"

"Noi non parliamo della pace, noi facciamo la pace."

"giunsero gradualmente a capire che avrebbero usato la potenza del loro dolore come arma".

"Pace senza riconciliazione.
Perdonare ma non giustificare
Colonizzare la mente."

"Usiamo la parola sicurezza per tappare la bocca al prossimo. Ma non si tratta di occupare la vita di qualcun altro, la terra di qualcun altro, la mente di qualcun altro, Ha a che fare con il controllo. Che significa potere".

"l'Occupazione agisce in ogni aspetto della tua vita, ti sfinisce, ti amareggia in un modo che nessuno da fuori riesce davvero a capire. Ti sottrae il domani."


mercoledì 10 aprile 2024

Le opere di Khrystyna Gryshko [ SEGNALAZIONE ]


Buonasera, cari lettori!
Con questo post desidero presentarvi un'autrice e le sue opere: Khrystyna Gryshko, classe 1992, di nazionalità ucraina.

Ha cominciato a scrivere prestissimo (nove anni) le prime poesie e fiabe; cresciuta dai nonni in una casa praticamente priva di libri e in mezzo alla povertà (nel suo villaggio, Pidluzhzhya, l’acqua si prendeva dai pozzi, le strade erano sterrate e la gente sopravviveva grazie alla coltivazione della terra), venne in Italia a 13 anni perché sua madre vi era emigrata già da qualche anno. 
Nel nostro Paese, purtroppo, è stata da subito vittima di bulli e razzisti; a 16 anni ha scritto il suo primo  romanzo per bambini ed adolescenti chiamato “EREA” (Europa  Edizioni); a 17 scrive “Bucaneve calpestato”, ambientato durante la guerra in Cecenia. Durante gli anni universitari (si è laureata in Economia e Management presso la Bocconi di Milano) scrive “Benvenuti a Neverland”, un romanzo psicologico (Arduino Sacco Editore).
Ciò che più la stimola, però, sono le poesie perché sente che ci sono sempre meno poeti; la prima raccolta poetica, “Io mi bacio da sola”, è del 2018 (DreamBook) e la seconda è “Guerra” (Bertoni Editore).
Scrittrice poliedrica, nei suoi progetti futuri rientrano pubblicazioni di svariate raccolte oltre ad altri romanzi attualmente in via di sviluppo. Il progetto più ambizioso su cui sta lavorando è la realizzazione di una sceneggiatura cinematografica per ogni suo romanzo.

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Guerra
è una una raccolta di poesie dedicata ai caduti in Ucraina.

Io mi bacio da sola - una raccolta di poesie a temi di attualità.







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Bucaneve calpestato
- La guerra, il rapimento, un'infanzia rubata.

Questo è ciò che accade a Mariah ed ai ragazzi della sua città. Privati di tutto, anche della facoltà di odiare i loro rapitori. Questi infatti sono i loro stessi connazionali; tutti loro si ritroveranno uniti nella guerra contro la Russia.
Nonostante la morte sia sempre presente la vita pretende di esistere e rivendica i sentimenti che la nutrono: amore e amicizia.
Mariah non dimenticherà mai ciò che ha vissuto, ed è per questo che in età adulta deciderà di raccontare al mondo le atrocità della guerra di Cecenia.




Benvenuti a Neverland
 
“Benvenuti a Neverland” dice l’insegna del più anormale e magico ospedale psichiatrico di Parigi. I 
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suoi abitanti e gli infermieri vi faranno letteralmente perdere la testa. “Benvenuti a Neverland” è soprattutto una storia d’amore.
Che sia l’amore di una stagista per un internato, che sia la ricerca dell’amore per la vita di Peter Trevis, che sia l’amore fra due donne, Lizzy e Samantha… Neverland è amore, ma tradotto tristemente significa "un posto che non c’è".
Forse trattasi di un’insegna che porta a niente. Spetta a voi scoprirlo e nel farlo vi chiedo una buona dose di osservazione. Non date mai nulla per scontato. La pazzia, d'altronde, è imprevedibile!




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Erea
- Al di fuori di qualunque genere e di qualunque definizione, il libro di Khrystyna Gryshko non può essere rinchiuso in nessuna categoria. 
Fantasy, fiaba, romanzo d'amore, d'avventura e d'amicizia, adatto ai bambini, perfetto per gli adulti, ricco di sentimenti, velato di soprannaturale e di spiritualità. Una miriade di personaggi, umani e non, popolano questa lunga narrazione che si srotola lungo il proprio tempo per generazioni, lasciando cadere qua e là vaghi riferimenti a testi sacri del passato. 
Un romanzo che ci trasporta in un mondo magico e incantato dove troviamo, tra gli altri, la bella Elisabeth con i suoi disegni molto speciali, Dodo e le sue lacrime magiche, Wolfy il lupo e Susy la volpe con un rapporto tutto loro… e ancora re e regine, l'acqua della vita e lo spirito creatore… elementi grandiosi che non permetteranno di staccarsi dalle pagine e di abbandonare il fantastico regno di Erea.


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Arte
 
Immaginate un mondo diverso da quello che vedete ora… Immaginate se fra noi ci fossero degli Dei
dormienti, che solo aspettano di essere risvegliati. Cosa accadrebbe? 
Ce lo racconta Vita, una ragazza in apparenza normale, che un giorno incontra Arte. 
Le due diventeranno amiche e vivremo con loro un viaggio straordinario, tra reale e irreale, presente e passato, vita e morte, fede e speranza...



Poesie religiose 
E se l’uomo avesse inventato il male per giustificare se stesso? 
È questa la vera domanda che si pone l’intera raccolta poetica. 
Forse il male è stato esaltato? Forse Lucifero non è poi così cattivo? 
Questa silloge poetica non venera nessuno ed è forse più atea di quanto si creda. 
In fondo, se il male non è assoluto, allora il bene come dovrebbe essere?

lunedì 8 aprile 2024

LIBRI LETTI A MARZO 2024

 

Con un po' di ritardo rispetto al solito, pubblico il resoconto delle letture di marzo.


1. LA FIGLIASTRA di N. Trope: domestic thriller con un buon livello di tensione e una
trama con sviluppi interessanti (4,5/5). ADATTO A CHI PRIVILEGIA THRILLER NON CRUENTI INCENTRATI SULLE RELAZIONI FAMIGLIARI.
2. LE AVVENTURE DI NUVOLA E ANTONIUS di G. Quadrini: audiolibro, favole per bambini con un bel messaggio educativo (4/5). PER CHI VUOLE CERCA DUE BELLE FAVOLE DA FAR ASCOLTARE AI BAMBINI.
3. X ZERO di N. Milesi: narrativa italiana - romanzo dai risvolti imprevedibili con un protagonista dotato di una gran fame di vivere nonostante le innumerevoli difficoltà (3.5/5). SE CERCHI UN LIBRO DIVERSO DAL SOLITO.
4. LA NIPOTE di B. Schlink: narrativa straniera - un vedovo si ritrova nonno di una 15enne dalle idee pericolosamente razziste (3/5). ADATTO A CHI CERCA STORIE DI FAMIGLIA, CON TEMATICHE ESISTENZIALI, POLITICHE, CULTURALI



READING CHALLENGE

OBIETTIVI DI MARZO

Ho scelto il secondo obiettivo.
  • UN LIBRO IN CUI IL PROTAGONISTA O UN PERSONAGGIO SI CHIAMA COME ME
  • UN LIBRO CHE HA NEL TITOLO UN NOME PROPRIO
  • DI QUESTO AMORE NON SI DEVE SAPERE di Ritanna Armeni

5. SOGNO. LE DUE VITE DI JEAN LOUIS di G. Boschetti: romanzo visionario, molto particolare, in cui il vero protagonista è proprio il sogno e tutto ciò che attiene ad esso (3/5).


Nel mese di marzo ho dovuto dire addio alla mia affezionatissima famiglia Pearson dopo sei stagioni di THIS IS US.
E' stato un viaggio emozionante *_______*


CITAZIONE DEL MESE

"Non possiamo continuare a ripudiare la possibilità di vivere gli uni accanto agli altri" 
(C. McCann, Apeirogon)

martedì 2 aprile 2024

UN GIRO IN LIBRERIA

 

Questa mattina sono stata in libreria e, pur non avendo acquistato nulla, non ho potuto fare a meno di perdermi tra i tanti volumi; in particolare, sono stata attratta da questi titoli:


La nave della notte (Ed. Bompiani, trad. M. Bartocci, 400 pp, 20€) è un romanzo di Jess Kidd, autrice di cui ho letto Lascia dire alle ombre e La follia dei Flood, che mi sono piaciuti molto.


1628. Un gruppo di ricchi olandesi e un manipolo di loschi avventurieri si imbarcano sulla Batavia, la nave più grande del tempo, diretti in Australia, terra di promesse. 
Tra loro c'è Mayken, una ragazzina alla ricerca del padre. Mayken, curiosa e indipendente, s'insinua tra i passeggeri, coglie segreti, stringe legami. 
Quando la nave cola a picco, non lontano dalla destinazione, i superstiti si ritroveranno a lottare per la sopravvivenza, tutti contro tutti, in una spirale di inimmaginabile ferocia. 

1989. Gil è un ragazzino che ha appena perso la madre e viene affidato al nonno, un vecchio scontroso che vive in un capanno su un'isola di pescatori. 
Gil, che dalla madre ha ereditato immaginazione e indipendenza di spirito, diventa facile bersaglio dei ragazzi del luogo. E gli scherzi grevi presto lasciano spazio alla più squisita crudeltà. 

Mayken e Gil hanno in comune sensibilità, audacia, solitudine. A intrecciare i loro destini a tanti anni di distanza sono i luoghi: lo stesso cielo, lo stesso mare, portatori di sventure ma forse anche di occasioni insperate. 

Basato su una storia vera, un romanzo storico che parla di fatalità e coraggio.

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La casa nel deserto di Catriona Ward (Sperling&Kupfer, trad. C. Pastore).


Rob vuole una vita normale: un marito
affascinante, due figlie, una bella casa immersa nel verde. 
La sua è stata un'infanzia difficile, isolata dal mondo nel profondo del deserto del Mojave, nella casa di famiglia a Sundial. 
Per anni ha desiderato soltanto fuggire il più lontano possibile dal luogo in cui è cresciuta e dalle persone che le erano più vicine. Pensava di esserci riuscita, e di essersi lasciata finalmente alle spalle tutti i suoi segreti. 
Ma da qualche tempo teme per la figlia maggiore, Callie, che è sempre più tormentata e scostante, e ha iniziato a collezionare ossa e parlare con amici immaginari. 
Rob vede in lei qualcosa che le ricorda pericolosamente la sua famiglia d'origine. 
Così decide di portarla a Sundial, in un misterioso e oscuro viaggio nel suo passato. La donna è decisa a confessare tutto alla figlia, e sa che deve prendere la decisione più difficile di sempre.

 Fino a che punto può spingersi per salvare il suo futuro e quello della sua famiglia?


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The book of accidents di Chuck Wendig (Ed. Fanucci, trad. A. Mattielli, 512 pp. ).

Tempo addietro, Nathan viveva in campagna con il padre violento. Non ha mai raccontato alla sua famiglia quello che successe in quella casa. 
Tempo addietro, Maddie era una bambina che costruiva bambole nella sua cameretta quando vide qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. 
E ora sta cercando di ricordare quel trauma dimenticato attraverso la realizzazione di sculture terrificanti. 
Tempo addietro, qualcosa di sinistro, di affamato, si aggirava per le gallerie, per le montagne e le miniere di carbone della loro città natale.

 Ora Nate e Maddie Graves sono sposati e, insieme al figlio Oliver, sono tornati dove tutto ebbe inizio. 
E quello che successe tanto tempo fa sta accadendo di nuovo... e sta accadendo a Oliver, il quale diventa il migliore amico di uno strano ragazzo, un ragazzo con dei segreti e un debole per la magia nera che lo posizionerà al centro di una battaglia tra il bene e il male nel tentativo di salvare l’anima della loro famiglia. 
Ma i Graves hanno un’arma segreta che nessuno gli può sottrarre: l’amore che li lega e li rende più forti.


venerdì 29 marzo 2024

LA FIGLIASTRA di Nicole Trope [ RECENSIONE ]

 

Una bambina di tre anni scompare da casa mentre è sotto la sorveglianza della sorella maggiore dodicenne, la quale, però, sembra tacere su quanto è davvero successo in quel fatidico e tragico pomeriggio in cui la piccola Millie è sparita.
Cosa nasconde la ragazzina e perché mente?


LA FIGLIASTRA
di Nicole Trope



Ed. Bookouture
trad. A. Cataoli
260 pp
"Tutti nascondono il loro vero io, e questo viene fuori solo quando le cose vanno male".

Quando Leslie riceve una chiamata dalla figliastra - la 12enne Shelby, figlia avuta nel precedente matrimonio da suo marito Randall - che le dice, con tono isterico, che la piccola Millie è sparita da casa, il mondo le crolla addosso.

Come ha fatto la sua adorata bambina di tre anni a scomparire in una tiepida giornata invernale senza che nessuno la vedesse?
Per quanto possa essere vivace e sveglia, Millie Everleigh ha pur sempre solo tre anni...: dove può essere sgattaiolata tutta sola, quanto lontana può essere andata in un arco di tempo non più esteso di un'ora, un'ora e mezza?

Leslie è preoccupatissima ma cerca di mantenere la calma; all'arrivo della polizia, le ricerche iniziano e così pure le domande a tutti loro, a partire dalla spaventata e reticente Shelby, che racconta cosa è accaduto quel pomeriggio usando sempre le stesse parole: “Sono solo andata al piano di sopra per un attimo e quando sono scesa, Millie non c'era più. Sparita.”

Cosa è accaduto in quelle ore in cui Shelby avrebbe dovuto fare da baby-sitter alla sorellina?

Benché il racconto di Shelby sembri lineare, a Leslie non convince del tutto. Dev'essere successo qualcosa che la figliastra non sta dicendo, perché è assurdo che Millie abbia specifica aperto la porta di casa senza una vera ragione e sia uscita da sola, per strada!

La ricerca porta i poliziotti a interrogare tutti loro, ovviamente, e viene fuori che la stessa Leslie ha commesso un'imperdonabile ed egoistica leggerezza che, forse, è anche un po' causa di ciò che è successo: se solo lei si fosse limitata ad andare a far la spesa e basta... senza incontrarsi furtivamente con il suo ex...
Quando è costretta a confessare questo particolare, Randall è stupito: perché sua moglie si è vista con l'ex? 
Leslie si affretta a dare una risposta - la verità - e la cosa finisce lì, in quanto la motivazione per cui ha incontrato l'uomo non era nulla di grave o sospetto.

Le ore passano angosciose e prive di novità, con i giornalisti e i curiosi che assediano l'esterno della casa e l'ex-moglie di Randall, Bianca, che si fionda in casa per difendere la propria bambina, Shelby, da interrogatori estenuanti e dalle paranoie di Leslie, che vorrebbe che la ragazzina confessasse chissà cosa pur di dare indicazioni alla polizia.

Bianca è una donna dal carattere apparentemente d'acciaio, ha sempre avuto un forte ascendente su Randall (anche ora che sono divorziati) e, pur occupandosi della figlia preadolescente, è sempre poco affettuosa e molto brusca, a tratti egoista.
L'unica cosa che la rende felice è il nuovo marito, Trevor: un brav'uomo che l'ama e che sta cercando di creare una famiglia unita assieme a Shelby.

Il racconto dei fatti ci giunge attraverso più punti di vista: Leslie - con le sue legittime preoccupazioni e domande - e Shelby, che effettivamente non ha raccontato proprio tutto ciò che è successo in casa nell'ora che ha preceduto la sparizione della piccola Millie.

La verità è che in casa non c'erano solo loro due, bensì altre due persone...: di chi si tratta? Perché e in che veste erano lì? In che modo hanno contribuito alla scomparsa della bimba? E soprattutto: sanno dov'è e cosa l'è successo?

Ma c'è un altro punto di vista che viene aggiunto nella narrazione degli eventi: quello di Ruth.

Ruth è una donna che vive sola ed è rimasta senza nessuno dopo la morte della madre; ha la fobia di uscire di casa e di ritrovarsi in mezzo a tanta gente, infatti esce solo quando è strettamente necessario e sfoga i propri malesseri emotivi e psicologici nel tenere tutto categoricamente in ordine e, in special modo, nel comporre pile di... tutto, di qualsiasi oggetto.
Pile di peluche, di libri, di piatti, di giornali...
Pile che lei compone meticolosamente e poi, quando è nervosa o angosciata, butta già per ricomporle per trovare, così, un po' di pace e placare i battiti accelerati del cuore. 

Il lettore non può non chiedersi: chi è Ruth e che ruolo ha in questa storia? Come si lega alla sparizione di Millie?

Ebbene, le risposte arrivano pian piano e ogni elemento che si aggiunge via via verrà messo al suo posto, così da avere chiaro il quadro dell'intera situazione.

È proprio Ruth, quando apprende dalla tv di ciò che è accaduto alla piccola, che invia un messaggio sul cellulare a Leslie, dicendole: “Tuo marito non è chi pensi che sia.” 

Leslie è basita: cioè?? Chi sarebbe in realtà Randall? Le sta forse mentendo e le sue ipotetiche menzogne potrebbero essere la causa del dramma che si sta consumando in casa loro?

All’improvviso, la famiglia perfetta di Leslie sta rivelando le sue fragilità, i suoi angoli oscuri, forse le sue bugie e i suoi segreti.

La stessa Leslie aveva nascosto il perché ha tardato nel tornare a casa.
Randall potrebbe non essere chi dice di essere.
Shelby non ha raccontato tutta la verità, altrimenti né lei né sua madre sarebbero tanto nervose da risultare sospette.

Insomma, pare che tutti abbiano un qualche piccolo segreto da custodire.
E se la chiave per risolvere tutto fosse proprio lei, questa estranea di nome Ruth?

Ruth, in effetti, ha qualcosa da dire, un segreto (anche lei!) da svelare e che, da anni, la sta divorando dentro, privandola di serenità, voglia di vivere e di stare con le persone, obbligandola a chiudersi in casa a impilare roba inutile.

Un segreto che l'accomuna proprio a Shelby e che, se venisse finalmente reso noto, potrebbe essere la chiave per risolvere tutto e, forse - se si è ancora in tempo -, a riportare a casa un'anima innocente.


"La figliastra" è un domestic thriller avvincente, dallo stile molto scorrevole, dalla storia che si lascia leggere tutto d'un fiato perché la trama si arricchisce, di capitolo in capitolo, di piccole rivelazioni e colpi di scena che conducono dritti verso un finale che tiene il lettore attento e coinvolto.

Un romanzo ben scritto, che ha al centro le relazioni famigliari, soffermandosi sulle famiglie allargate, sui segreti che spesso risiedono tra le mura di case che, dall'esterno, paiono perfette, sui traumi irrisolti che, se non tirati fuori opportunamente, possono condizionare negativamente un'intera esistenza, sulle molestie sessuali, su relazioni di coppia tossiche.

Consigliato.

giovedì 28 marzo 2024

SPAZIO ALLE SEGNALAZIONI EDITORIALI #2 [ narrativa italiana ]


Eccomi con la seconda parte dello spazio dedicato alle segnalazioni.


NARRATIVA ITALIANA

Parto da una storia attuale che induce a riflettere su una generazione composta da giovani che spesso attraversano un periodo di confusione, di dubbi per poi scegliere un avvenire secondo le proprie inclinazioni.


Luce nella notte è il nuovo romanzo di Clelia Zarbà (Affiori Ed., 296 pp, 20 euro, Febbraio 

2024).

Ambientato alle pendici dell'Etna, ha come protagonista Celeste, che spera fortemente nelle opportunità che potrà offrirle il futuro, pur accompagnata dal dilemma tra il perseverare nella passione per la scrittura o imboccare una strada lavorativa con maggiori certezze. 

Intanto, riaffiorano i ricordi di infanzia, traballa l’ amicizia storica con Laura e riemerge l’amore per Marco, che lavora a Milano insieme al suo migliore amico Giovanni. 

Tra colpi di scena e un intreccio che si sviluppa su differenti livelli temporali, i personaggi incastreranno le loro vite per riscrivere un nuovo percorso, in cui il presente profumerà del passato e sarà illuminato dal firmamento, capace di andare oltre i luoghi bui. 



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Il prossimo libro narra le vicende di una moglie ingiustamente vessata per 30 anni da un marito despota e violento che, divenuta vedova, si apre finalmente alla vita.

Lia  di Maria Cristina Russo (IVVI Ed., 19.90 euro, Ebook a 4.99 euro, 176 pp).

Lia è una donna che per trent’anni è vissuta accanto a un uomo crudele e glaciale che le ha inflitto ogni genere di violenza fisica e psicologica. 
Una sera, mentre è in attesa che il marito rientri dal lavoro, sente bussare alla porta di casa e si trova di fronte un ispettore di polizia, Giuseppe Cafiero, accompagnato da un poliziotto in divisa, che le comunica che il marito è stato ucciso. 
Superato il primo momento di disorientamento, Lia si rende conto di essere finalmente libera: ha 52 anni, ma è consapevole che non è ancora troppo tardi per poter tornare a vivere. 
Così la sua esistenza comincia lentamente a fluire. 
Soprattutto comincia a conoscere persone nuove, come il suo affascinante vicino di casa John Westmoreland, un professore universitario di origini inglesi con il quale comincia a stringere una singolare amicizia; ma, cosa ancora più importante, finalmente conosce l'amore vero proprio grazie a Cafiero, l'Ispettore che sta seguendo il caso. 
Forse la felicità sta finalmente bussando alla porta del cuore di Lia?


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ROMANZO DI FORMAZIONE


Terza pubblicazione: un romanzo adatto ai ragazzi dagli undici anni in poi, indicato anche per i genitori che desiderano tentare di comprendere i propri figli e per qualsiasi persona che senta il bisogno ineffabile e provvidenziale di cercare, di tornare a farsi le domande fondamentali, quelle che non la 
facevano dormire di notte, di imparare a vedere con gli occhi del cuore, di scoprire qual è il suo vero sogno...


Come luce sulla neve di Francesca Lesnoni (Dehoniane Ed, 204 pp, 16 euro, Gennaio 2024).
 
Luca è stato bocciato, per punizione viene mandato a passare l'estate a Parma, a casa di Agata per aiutarla nella catalogazione di vecchie carte abbandonate in un grande disordine. 
In realtà Luca si è fatto bocciare di proposito: gli sembra di non poter reggere la vista della sedia vuota lasciata dalla morte dell'amico. 
Luca resterà affascinato da quella donna inconsueta che sorride un sorriso chiarissimo dalla carrozzella in cui è costretta a muoversi. 
Un delicato racconto per ragazzi sulla diversità, sul lutto e sulla crescita.



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THRILLER

Termino con il nuovo thriller di Giorgio Attanasio, tra onirismo e forte razionalità: Due minuti d'inferno (La Bussola, 164 pp, 18 euro).

Marco, brillante giornalista e ‘debunker’ romano, fermo oppositore di maghi, magia ed esoterismo, partecipa ad un talk show radiofonico in diretta in un piccolo paesino toscano. 
Con il suo interlocutore Marco è chiamato a discutere, dal punto di vista di chi ‘non crede’, sulla possessione diabolica. A cinque minuti dalla fine della trasmissione, la voce trafelata di una ascoltatrice, che asserisce di essere stata ingannata da Satana, irrompe negli studi come un fulmine a ciel sereno. 
La calma e i toni pacati di quella diretta lasciano, di colpo, il posto alla tensione. Irrisa e sbeffeggiata da Marco, la donna rivolge proprio a lui le sue ultime disperate ma tremende parole: “Tu sei maledetto!” Stranamente scosso da quell’ultimo intervento, Marco lascia gli studi radiofonici nel bel mezzo di un violento temporale. 
Dopo essersi perso tra le intricate stradine della campagna toscana, la stanchezza, il nervosismo e la pioggia incessante, gli giocano un brutto scherzo. Quando riesce a distinguere la sagoma di un bambino, immobile al centro della carreggiata, è troppo tardi per frenare e l’incidente è ormai inevitabile. La sua autovettura centra violentemente un palo della luce. 
Marco si risveglierà, ancora intontito, il giorno seguente, nello sperduto casolare della famiglia Corsini. Da quel momento la forzata convivenza con questa famiglia, trascorsa nell’attesa di poter raggiungere  un carro attrezzi o la più vicina stazione ferroviaria, sarà un crescendo di angoscia, incubi e sogni ad occhi aperti; gli eventi (che si fanno via via sempre più onirici) lo accompagneranno a scoprire orrende e indicibili verità. 





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