mercoledì 4 settembre 2013

Segnalazione: "Antimateria" di Andrea Blu



E proseguiamo con un altro consiglio letterario!!!
Nella mia posta elettronica, nei giorni scorsi, ho trovato infatti un'interessante segnalazione da parte dell'Agenzia Letteraria Contrappunto, di un libro particolare, che tratta un tema tristemente noto ma sempre attualissimo: il consumo di droga tra gli adolescenti.

ANTIMATERIA
di Andrea Blu

Edizioni di Karta
10.50
2013


Trama

Antimateria è un romanzo difficile da definire. Si articola in due parti, e ciascuna di queste comprende racconti e frammenti simili a un diario.
Questi ultimi sono la parte più lirica e riflessiva dell’intero lavoro.
Lungo tutta la trama, molto varia e anche molto disomogenea, il lettore può seguire il vivere quotidiano di tre ragazze. Ciascuna di queste è intenzionata a cambiare la propria vita, ma si sente soffocare dal mondo
che la circonda, e da una provincia italiana anonima e per certi versi persino spietata.
Leica, Kami e Giada, per tutta risposta, decidono, forse inconsapevolmente, di annullarsi.
La loro formazione passa per droghe e sesso (più discusso che praticato), in uno stato di incomunicabilità
assoluta. Ognuna è un mondo a parte e vive alcune piccole esperienze significative: la voce narrante si frammenta e si sposta di continuo per riportarle, provando anche stili diversi.
Sono i temi a compattare il romanzo: programmi della tv, saggi sulla coltivazione della marijuana, serate inconcludenti, viaggi virtuali e parentesi oniriche estremamente surreali.
Non esistono né tabù né limiti. E non esistono appigli, specialmente non quelli familiari consueti.
Eppure, a differenza di qualunque romanzo di genere, non accade niente: non c’è una morte che sblocchi la vita degli altri. Tutto è andato perduto. 
Il lettore entra all’interno di un labirinto circolare: le uscite sono ovunque, e da nessuna parte.
L’argomento di Antimateria è il nulla, l’assenza di qualunque coordinata spaziale e temporale. 
Tutto ciò che viene trattato fluttua nell’indefinito. 
La sensazione che si ottiene è di spaesamento, di ripetitività seriale e devastante, e di impossibilità di salvezza. Se si trattasse di un manuale di sopravvivenza, probabilmente darebbe questo messaggio: diventate voi stessi il nulla, e vivrete.


Dissonante e vertiginoso, disossante e voluttuoso, 
Antimateria rifugge con cautela 
ogni classificazione giocando con una circolarità devastante 
che accompagna il lettore in un viaggio labirintico. 
Non c’è spazio per tabù e vincoli. 
Nessun limite, nessun appiglio morale che possa salvare. 
Non c’è neppure una trama. 
Per Leica, Kami e Giada, decise a
cambiare la propria vita, 
ogni varco si apra all’orizzonte si perde nel nulla, 
in un viaggio farneticante fra sesso e droghe, 
serate inconcludenti e programmi tv, 
saggi sulla coltivazione della marjuana 
e parentesi oniriche surreali.
Esordio letterario di una scrittura psichedelica 
che gioca fino in fondo con 
le parole, con le visioni, 
quello di Andrea Blu è l’apoteosi del frammento 
incastonato tra pagine bianche, 
le pagine del non detto. 
Specchi, schermi scollegati, fili di cristallo 
e statue dal cuore duro sono i veri 
protagonisti.

-

L'autore.
Andrea è nato dall’uovo.
Subito dopo aver rotto il guscio, si è guardato intorno e ha detto “blu!”, e quella è stata la sua prima parola. Fin dalla nascita ha amato i libri per imprinting.
Raggiunta l’età della ragione, è stato presentato al mondo in questi termini: “Illustrissimi signori, è un onore per me presentarvi quest’uomo in calzamaglia. Egli altri non è che l’incredibile Blu!
Blu, non si sa dove sia nato. Dopo una lunga carriera di mercante di Polli e di presidente delle industrie dei supermercati di infima convenienza, ormai multimilionario, ha accettato di esporre se stesso su richiesta degli
Aspiranti Artisti Anonimi.
Lo stato di Paranoia ci manda un suo dito d’amore che non tarderà a fare il solletico a tutti quanti. I libri di Blu sono fatti di specchi, schermi scollegati, fili di cristallo e statue dal cuore duro”
.

martedì 3 settembre 2013

I luoghi del corvo dell'abbazia




travel
Ed eccoci a fare una capatina ai luoghi citati dalla compianta scrittrice britannica Ellis Peters ne "Il corvo dell'abbazia" (la recensione è sul blog).

La chiesa Holy Cross, di cui è parroco l'impietoso padre Ailnoth, è a Shrewsbury, una città inglese, vicina al Galles e appartenente alla contea di Shrposhire.
La fondazione della città risale al 700 d.C. circa. Contiene un castello e il centro storico è quasi completamente circondato dal fiume Severn.

File:The Quarry Park, Shrewsbury - geograph.org.uk - 118323.jpg
the quarry park

shrewsbury panoramica

castle
,
Title: Shrewsbury Abbey, Shrewsbury (image)
File Size: 58.31 KB
Dimensions: 480px x 370px
abbazia
cattedrale
fiume Severn 







Recensione: OMBRA BIANCA di Cristiano Gentili



Altra recensione in arrivo!!
Questa volta cambiamo genere: non è un giallo e non è ambientato nel Medioevo.
E' una storia molto molto aderente alla realtà, ambientata nei nostri giorni ma che risente di mentalità che attribuiremmo al Medioevo....!
Tempo fa, qui su Chicchi, vi avevo presentato un libro particolare, che tratta una tematica su cui finora non mi ero mai soffermata e di cui non avevo mai letto: l'albinismo tra gli africani.
Il libro in questione è:


OMBRA BIANCA
di Cristiano Gentili

Edizioni Ota Benga
320 pp
10 euro (cartaceo)
2.99 euro (e-book)
Trama

C’è un luogo nel cuore dell’Africa, dove non arrivano gli echi chiassosi del turismo, dove non ci sono resort né safari per viaggiatori in cerca di avventura, dove un giorno una giovane donna posa sulle ginocchia di un uomo europeo una neonata dai lineamenti africani ma dalla pelle bianca come il latte.
Lui è un ricco proprietario di una miniera d’oro, discendente di coloni inglesi. Lei è una bambina africana albina, un’anomalia per i suoi conterranei.
Entrambi lottano per sopravvivere in un ambiente ostile fino a quando, per un capriccio del destino, le loro vite s’intrecceranno in una spirale di dipendenza reciproca dove la posta in gioco è la vita stessa.
È l’inizio di un’avventura in cui saranno messi a confronto amore e odio, emarginazione e riscatto, magia nera e fede.
Un viaggio nell’Africa misteriosa e nei meandri delle più intime emozioni umane, sullo sfondo di una cultura strangolata da un capitalismo senza morale che affonda le sue radici nel colonialismo moderno.

Per leggere l’anteprima di circa 40 pagine del romanzo su questo sito clicca qui.


il mio pensiero

Ombra bianca narra una storia di amore e di paura, di ignoranza e superstizione ma anche del desiderio di poter sconfiggere tutto questo e poter vivere una vita .... "normale".
La protagonista è la piccola Adimu, un bimba africana il cui destino sembra segnato dal colore della propria pelle.
Se al di fuori del "continente nero", ancora oggi (ahnoi, che vergogna) i neri vengono visti con un occhio strano, percepiti comunque come diversi dai "bianchi", all'interno però della società africana, è il bianco ad esser visto con diffidenza.
Adimu è albina; ha la pelle bianca, i suoi capelli sono biondissimi.....
Embulamaro, Zeru zeru. Sono le parole che designano il bambino strano, quello nato con la pelle bianca.
Zeru zeru: una semplice parola che reca con sè tutta la drammaticità dell'essere additati come esseri maledetti, da isolare, anzi uccidere, salvo diverse "disposizioni" da parte degli Spiriti del villaggio.
Adimu viene immediatamente percepita come una disgrazia in casa sua: una bambina bianca è simbolo di sciagura, per la famiglia: il padre la disprezza e addossa ogni colpa alla moglie che, a sua volta, rifiutata dal marito, nutrirà subito odio e rigetto per questo piccolo essere che ha la pelle sbagliata.
La sola persona di famiglia che l'accoglierà e l'amerà, proteggendola come può dalle cattiverie, dall'indifferenza, dalle superstizioni assurde di un popolo che non sa, non conosce altro che le proprie tradizioni, le proprie usanze, i propri riti, è la nonna paterna Nkamba.

.
Adimu cresce isolata, con la nonna, non potendo stare con la sua famiglia e con gli altri bambini; nessuno la vuole e tutti la additano come diversa, la disprezzano, non la sentono e non la vedono come una di loro.
Adimu non comprende perchè lei non possa essere accettata e amata come gli altri, non capisce perchè non possa essere coccolata da mamma e papà, giocare con i fratelli....
Eppure Adimu sa di essere una bimba sveglia e intelligente; solo che è bianca.... E' forse un delitto avere una pelle diversa?
Beh, certo, quando tutti sono scuri e tu sei l'unica chiara... qualche dubbio viene....!
Se poi non ti vien data alcuna spiegazione sufficiente, la confusione è inevitabile

Ma un giorno Adimu conosce una coppia, un uomo e una donna, con la pelle come la sua: bianca.
La comunità li chiama wazungu, uomini bianchi.
Sono due europei belli, giovani, ricchi, felici.
Almeno apparentemente.

Charles e Sarah sono sposati e sono in Tanzania per ragioni lavorative; Charles ha le mani in pasta su miniere e affari vari, sta bene economicamente, è innamorato della bella moglie e sembrano avere tutto ciò di cui hanno bisogno.
Se non fosse che Sarah nasconde sempre dentro sè il desiderio di avere dei figli, che invece il marito non ha.
L'incontro con Adimu - in seguito ad un breve rapimento da parte di una familiare della piccola, convinta che sia meglio per tutti allontanare il maledetto zeru zeru - sconvolgerà la sua esistenza; Sarah avverte che Adimu è una bambina speciale (come è il significato del suo stesso nome), diversa dagli altri ma non per un fatto di colore della pelle, ma per la sua dolcezza, intelligenza, quella sorta di spirito indipendente che per forza di cose la piccola ha dovuto sviluppare per poter procedere a gomitate tra la sua gente, che la rifiuta ostinatamente.
Ma soprattutto, Adimu è una bambina come tante, desiderosa di dare e ricevere amore liberamente; di vivere una vita normale, dando la mano a bambini come lei, una mano non chiusa a pugno per picchiarla e scacciarla; una mano che non la indichi con fare derisorio o cattivo perchè è bianca.
Adimu vuole vivere una vita normale, come tutti.
E' un suo diritto e questa piccola ragazzina, crescendo, maturerà dentro di sè, insieme a un senso di ingiustizia per l'isolamento cui è sottoposta, il desiderio di affermare se stessa, il proprio modo di essere.

La liberazione e l'affermazione di sè richiederanno un cammino davvero difficile, che dovrà servirsi del sapere, dell'istruzione e della conoscenza per buttarsi alle spalle le zavorre della superstizione, dell'ignoranza, del pregiudizio.

Albinismo: la parola "magica" che darà alla piccola ma coraggiosa e forte Adimu la ragione per urlare a se stessa e agli altri: "Non mi fate paura. Io sono normale, sono come voi. Quello che si dice sugli zeruzeru è una stupida leggenda".

Tutto è racchiuso nella parola albino: Adimu è nata con questo disturbo, l'albinismo, ma è come i bambini del suo villaggio, come tutti i bambini del mondo.
Ma i suoi familiari e i suoi vicini, il capo villaggio..., non lo sanno e non vogliono saperlo: per loro la bambina bianca è frutto di qualche incantesimo, è capace di fare malefici... e non sarà mai una di loro.
Riuscirà Adimu a sopravvivere all'ignoranza e alla cecità di chi la circonda?
E a coloro che approfittano dei problemi dei più poveri per trarne vantaggio?
E Sarah, affezionatasi pian piano alla dolce Adimu, riuscirà a salvarla da qualcosa di brutto che attende la piccola, e che vede coinvolto anche il marito Charles, sull'orlo della disperazione per i suoi dissesti finanziari?

Al pregiudizio degli africani verso Adimu si aggiungono le paure irrazionali di un europeo che, pur avendo soldi e cultura, nei momenti di smarrimento, finisce per tornare anche lui a riti e convinzioni ataviche, antiche, irrazionali, magiche, pur di esorcizzare il male, di tener lontano le disgrazie...

Adimu ci catturerà per la sua dolcezza, la sua intelligenza, il desiderio di sapere, di leggere, di andare oltre la stupidità e la chiusura umana, di chi si arrocca dietro le proprie sciocche convinzioni e non si schioda, perchè questo significherebbe mettere a rischio  tutto il castello di credenze che c'è dietro.
Certo, non è semplice cambiare una convinzione popolare, formatasi in tanti e tanti anni, attorno alla quale si basa la vita di un villaggio.
Non basta che un parroco nero convertito parli di Dio e della misericordia se poi è troppo impegnato ad assicurarsi il pieno in chiesa la domenica e chiudere gli occhi davanti alle nefaste conseguenze del lasciare che la superstizione abbia il sopravvento.

In Ombra bianca il lettore ha modo di riflettere su molti temi, ad es. su quanto l'istruzione sia fondamentale per dare a ogni singolo essere umano uno strumento potente per uscire dalla chiusura di credenze infondate e dannose; a me ha fatto anche pensare a quanto anche un uomo istruito, intelligente, proveniente da una cultura più "evoluta" (o ritenuta tale) come la nostra occidentale (sto parlando del personaggio Charles) possa farsi prendere da paure e terrori ciechi e far ricorso alla magia, alla superstizione per cercare di risolvere dei problemi grandi.
Il nero senza cultura e il bianco arrogante, dominatore, ricco sono entrambi preda dell'ignoranza e finiscono per causare molti danni, infelicità...
Ma tranquillo, lettore, Ombra bianca non ci lascia nella tristezza a motivo di una cultura e di un modo di pensare e agire che non possono essere modificati, perchè anche se Adimu non riuscirà a sfuggire completamente alla stoltezza di chi le è attorno, pure la conosceremo come una piccola eroina, generosa, piena di coraggio, che non si darà per vinta finché non avrà affermato il proprio diritto di esistere e di essere amata come tutti.
Il diritto di essere una Persona e non un'ombra bianca.

Davvero un bel libro, che affronta una tematica poco trattata ma sicuramente importante, visto che, come si legge sul sito "Albinismo.it":


L'incidenza è molto alta. Mancano dati statistici.
Essere affetti da albinismo in Africa significa:
superstizioni, amputazioni e uccisioni;
discriminazione,vita ai margini;
mancanza di istruzione;
mancanza di assistenza;
necessità di creme solari protettive, vestiario adatto, occhiali da vista e occhiali da sole.


Ne consiglio la lettura, anche perchè è scritto bene, con uno stile scorrevole, dinamico, con molta attenzione al contesto e al linguaggio, e personaggi convincenti.

On my wishlist!!!



Quanti libri in wishlist!!!

Eccone un paio!!
Ditemi se li avete letti o se la trama vi intriga!

LA RAGAZZA IN BLU
di Susan Vreeland


La ragazza in blu
Ed. Neri Pozza
I narratori delle tavole
Trad. M.C. Pesetti
176 pp
14 euro
2003
Trama

Strana giornata, questa del funerale del preside Merril! Mai e poi mai Richard avrebbe pensato di ritrovarsi, dopo la cerimonia, nella gelida casa di Cornelius Engelbrecht, il suo collega insegnante di matematica, seduto sulla sua poltrona di cuoio rosso, a conversare con quell’uomo dall’aspetto così insignificante da celare di certo un cuore incandescente o forse, in un angolo riposto della sua anima, qualche inconfessabile segreto.
Scapolo, vestito sempre con colori indefinibili, sostenitore del circolo degli scacchi di Philadelphia, conoscente discreto di tutti piuttosto che amico di qualcuno, costantemente sulle sue e appartato nella sala dei professori, Engelbrecht si è sempre guardato bene dall’invitare chicchessia a casa sua.
 È con malcelato stupore perciò che Richard lo guarda accendere il camino, sorridere e, con gesti eccitati, illuminare un quadro posto davanti alla poltrona: un dipinto straordinario in cui una ragazza con un grembiule blu siede a un tavolo accanto a una finestra aperta.
« Guarda. Guarda l’occhio. È una perla», dice Engelbrecht.
«Le perle erano elementi ricorrenti in Vermeer. E osserva la luce di Delft…»
« Notevole», dice Richard. «Indubbiamente nello stile di Vermeer. Un’imitazione sconcertante.»
«È un Vermeer», sussurra Cornelius Engelbrecht…

Ebook Cover for Girl in Hyacinth Blue
,
Così comincia questo straordinario romanzo che, come una preziosa scatola cinese, di capitolo in capitolo, ci conduce davanti al destino di una grande opera e delle persone, umili e potenti, nobili e arroganti, amanti dell’arte o del suo potere, che l’hanno avuta lungo i secoli.
Ecco allora Amsterdam, durante gli anni Quaranta, e le tragiche vicende della famiglia ebrea che possedeva La ragazza in blu; ecco la felice coppia olandese cui il dipinto apparteneva anni prima e che finisce col dividersi nell’istante in cui uno dei due ammette che la ragazza del quadro gli ricorda un vecchio amore; ecco, ancora più indietro, la vita di una fattoria olandese durante la grande inondazione del 1717; ecco, infine, Vermeer che, angustiato dai debiti, decide, in un momento di rilassatezza e di gioia, di dipingere la figlia.
Fedele allo spirito del grande artista olandese, Susan Vreeland cattura, attraverso l’arte e il magico potere della bellezza che essa racchiude, i desideri, i sogni, l’esistenza delle persone comuni.

L'AMANTE DEL BOSCO
di Susan Vreeland


L'amante del bosco
Ed. Neri Pozza
I narratori delle tavole
Trad. C. Gabutti
464 pp
17 euro
2004
Trama

È un giorno d'estate del 1906 ed Emily Carr passeggia sulla spiaggia della costa occidentale dell'isola di Vancouver. Il paniere col cibo al braccio, il berretto che sbatacchia al vento, Emily non si stanca mai di guardare il villaggio di Hitats'uu, disteso sotto un delicato velo di vapore.
È felice di trovarsi nella terra dei Nootka, là dove la foresta e il mare si danno la mano, e i cedri e gli abeti, sferzati dalle onde e profumati d'alghe e spruzzi salini, lottano per conquistare lo spazio, scuotono i rami e premono a ridosso delle case.
Ogni artista, si sa, ha il suo démone, la forza impetuosa che lo separa dal resto del mondo e costituisce la fonte più vera della sua ispirazione. Il démone di Emily Carr, pittrice e donna alla ricerca del cuore selvaggio della vita, è il bosco dell'isola di Vancouver, la foresta pullulante e minacciosa, popolata dai discorsi dei corvi e da altri segreti, da case fatte di cedro e scorticate dalle intemperie fino a diventare di un meraviglioso color argento, da tribù nobili e fiere.
Emily è stata a San Francisco e l'ha trovata meschina, è stata a Londra e si è sentita soffocare. Ha percorso le Montagne Rocciose sulla Canadian Pacific Railway, trattenendo il fiato di fronte alla potenza delle cime frastagliate, ha galoppato a pelo in un ranch del Western Cariboo, sventolando il cappello e lanciando grida sotto il cielo immenso. È tornata nel salotto inamidato e cosparso di centrini della sua casa natale di Victoria e non vi ha trovato altro che ipocrisia e pregiudizi.
Solo nella foresta dell'isola di Vancouver, in quel luogo grondante di succhi vitali, il posto più selvaggio, più libero e seducente della terra, lei, l'amante del bosco, l'amica degli indiani e perciò, secondo sua sorella Dede, «la disgrazia della sua famiglia», ha scoperto il suo mondo, il paesaggio ideale della sua arte.
Cover for: The Forest Lover
.

Susan Vreeland ci offre, con L'amante del bosco , il ritratto indimenticabile di un'artista la cui vita è stata segnata dal conflitto con le ottuse convenzioni sociali e i pregiudizi dell'epoca. Vera e propria icona (prima di Georgia O'Keeffe e Frida Kahlo) dell'arte del secolo scorso, Emily Carr (1871-1945) condusse, infatti, un'esistenza scandalosa per il suo tempo: donna bianca della buona società vittoriana, visse tra le tribù indiane della Columbia britannica, e fece suo il loro stile di vita «selvaggio e pagano».
Attorno alla maestosa figura dell'artista, sfilano, in queste pagine, i personaggi che hanno segnato la sua vita: Sophie, la coraggiosa donna squamish che ha perduto i suoi figli per le malattie trasmesse dai bianchi; Harold, il figlio di missionari che abbraccia la cultura indigena; Fanny, l'artista che condivide con lei un'estate nei boschi; Claude, il francese che le ruba il cuore; e, soprattutto, le sue opere che hanno rivoluzionato l'arte moderna americana.

L'autrice.
Susan Vreeland vive a San Diego in California. Neri Pozza ha pubblicato tutte le sue opere: La ragazza in blu (2003), La passione di Artemisia (2002), L’amante del bosco (2004), Ritratti d’artista(2005) e La vita moderna (2007)
.

TREDICI
di Jay Asher


Tredici
Ed. Mondadori
Bestseller ragazzi
Trad. L.Borgotallo
252 pp
9.50 euro
2013
Trama

Clay Jensen torna a casa da scuola e davanti alla porta trova un pacchetto indirizzato a lui, ma senza mittente. Dentro ci sono sette cassette numerate con dello smalto blu.
Clay comincia ad ascoltare: le ha registrate Hannah Baker, la ragazza di cui Clay è innamorato da sempre. La stessa ragazza che si è suicidata due settimane prima.
Hannah ha registrato tredici storie, una per lato, una per ogni persona che in un modo o nell'altro l'ha spinta verso la decisione di togliersi la vita.
Ma lui cosa c'entra? Clay è sconvolto, vuole capire fino in fondo, scoprire quale ruolo ha svolto. 
Per tutta la notte, guidato dalla voce di Hannah, Clay ripercorre gli episodi e i luoghi che hanno segnato la vita della ragazza e che come tante piccole palle di neve si sono accumulati fino a divenire una valanga incontrollabile.
Per tutta la notte, con la voce nelle cuffie, Clay si tuffa nei ricordi, nei rimpianti, e si tormenta cercando di capire cosa sarebbe successo se...

UN ROMANZO TOCCANTE E PROVOCATORIO, UN THRILLER PSICOLOGICO AD ALTISSIMA TENSIONE, CRUDELE E SINCERO.
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L'autore
Jay Asher è uno scrittore statunitense, tra i più noti e apprezzati in particolare nella letteratura per adolescenti.

Recensione (mini mini): IL CORVO DELL'ABBAZIA di Ellis Peters



A fine vacanza, in casa dei parenti che mi hanno ospitata, mi è stata offerta la possibilità di attingere dalla fornitissima libreria di famiglia e poter scegliere i libri che desideravo leggere.
Purtroppo, consapevole dei pochi giorni che mi restavano a disposizione, non ho potuto prendere libri che mi interessavano davvero, ma limitarmi ad una scelta in base alle pagine, oltre che al genere, ovvio.
I miei occhi son caduti su un breve romanzo (poco più di 200 pp) storico, appartenente alla serie "Le indagini di fratello Cadfael":

IL CORVO DELL'ABBAZIA
di Ellis Peters


Il corvo dell'abbazia
Ed. Tea
Trad. E. Pelitti
224 pp
8.60 euro
Trama

Sull'inquietante mistero che avvolge la morte di padre Ailnoth aleggia un'unica certezza: da morto, come da vivo, Ailnoth rimaneva un uccello del malaugurio.

Padre Ailnoth, il nuovo parroco di Holy Cross, è stato assassinato. Il misterioso delitto ha liberato Shrewsbury da una figura tanto rispettata e irreprensibile, quanto severa, scostante e avvolta da un'inquietante ombra di malaugurio.
Al di là di una malcelata, superstiziosa contentezza, tra la gente del borgo aleggia, però, anche un oscuro senso di minaccia: chi può aver osato tanto? 
Fratello Cadfael, ancora una volta, si addentra in un groviglio di sospetti, falsi indizi e reticenze con la pazienza del monaco erborista, l'istinto infallibile dell'investigatore e la consapevolezza dell'uomo che conosce il labile confine che separa innocenza e colpevolezza.

pensierino

Questa non è una vera e propria recensione; il libro l'ho terminato qualche giorno fa, letto velocemente e dubito che potrò farne un'analisi appropriata (se anche fossi veramente capace di farne..).
Diciamo subito che la vicenda narrata è ambientata nel Medioevo, nel 1141, in Inghilterra, a Shrewsbury.
Ci troviamo nella Chiesa di Holy Cross; il vecchio parroco, padre Adam, è morto da poco e l'abate Radulfus porta con sè il sostituto: padre Ailnoth.
Da subito, questo religioso si presenta agli occhi di fratello Cadfael, come un tipo severo, e nell'aspetto e nei modi, il che va a stridere immediatamente con la bonarietà e la compassione che hanno caratterizzato il suo predecessore.
Padre Adam, infatti, ha sempre esercitato il proprio ministero pastorale con umiltà, comprensione, indulgenza verso i propri parrocchiani, assolvendoli dai loro peccati e ascoltandoli con compatimento paterno quando confessavano le proprie debolezze e le proprie cadute.
Questa bontà lo aveva reso amatissimo dai parrocchiani, che subito notano la diversità di atteggiamento del nuovo parroco.
Padre Ailnoth, con la sua aria intransigente e il suo inquietante bastone - che dà l'impressione di voler punire i peccatori e i discoli - non piace a nessuno, soprattutto quando il suo punire e rimproverare aspramente i fedeli, o il suo attaccamento legalistico ai rituali religiosi, causano "incidenti" nel quieto borgo, con tanto di bimbi morti senza battesimo, ragazzetti picchiati con troppa violenza, donne che si tolgono la vita....: tutti incidenti attribuiti a padre Ailnoth e alla sua scarsa indulgenza, che tutto pare fuorchè cristiana.
Insomma, a guardarlo in faccia, a sentirlo parlare e a vederlo agire, non sembra affatto un sant'uomo, quanto piuttosto un corvo, un uccellaccio del malaugurio, che più che portare serenità tra i suoi fedeli, sta portando scompiglio e ribellione.
Eh sì, perchè dopo non molto tempo il suo arrivo, il religioso verrà trovato morto: il suo corpo viene rinvenuto proprio da fratello Cadfael, in un fiume gelato, la notte di Natale, con la testa rotta, all'altezza della nuca.Alle vicende tra parroco e parrocchiani si aggiungono quelle "politiche", che vedono coinvolti un giovane ribelle e vivace, che si fa chiamare Benat, la sua "zia" Diota, attaccata al ragazzo come una madre, e la giovanissima e bella amica di Benat (adesso non mi sovviene il nome !!!!!!!!!), che si ritroveranno loro malgrado invischiati nella morte di Ailnoth.
Cos'è potuto accadere?
Forse il padre è inciampato accidentalmente nel fiume, trovandovi la morte?
O il suo rendersi odioso ai parrocchiani ha  fatto sì che qualcuno non c'abbia visto più per la rabbia e l'abbia fatto fuori?
Con la sua arguzia e intelligenza, la sua ironia e il suo saper tacere e parlare al momento giusto, fratello Cadfael saprà andare alla ricerca degli indizi giusti, fare le domande appropriate, avere pazienza nell'osservare, ascoltare e ragionare.... fino alla risoluzione del caso, che a un certo punto si concentrerà sulla persona sbagliata...

Un romanzo breve, con un'ambientazione che a me piace molto, perchè ha a che fare con i misteri racchiusi tra le mura degli edifici religiosi, come chiese, abbazie.
Scritto con leggerezza, in alcuni punti (quando si trattano, seppur brevemente, questioni "politiche") meno interessante, ma nel complesso gradevole; non il miglior libro giallo che abbia mai letto, ma essendo parte di una serie forse non ho tutti gli strumenti per valutarlo in modo completo.


Occhio ai libri: LA VENDETTA DI REGINA di Paolina Daniele e AILI DESTINI INTRECCIATI di Ilaria Marsili



Buon pomeriggio!!

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Eccomi nello spazio Segnalazioni Autori Emergenti!

Il primo libro di cui vi voglio parlare mi ha colpito per via del contesto di riferimento, cioè quello della malavita, con annesse vendette e desiderio di potere a tutti i costi.

LA VENDETTA DI REGINA
di Paolina Daniele


Ed. Book Sprint
162 pp
13.80 euro
2013
Trama

Samuel, orfano di genitori e allevato da uno zio si da alla malavita per sopravvivere. 
Un giorno incontra il capo della cosca in cui è riuscito ad entrare grazie ad un suo amico, Luca, e cioè Regina Malaspina. 
I due si innamorano ma lui all'inizio è molto restio perchè ha paura di soffrire come quando è morta la madre. La donna ha in progetto di vendicare la morta del padre avvenuta per opera di uno dei capimafia più potenti della Calabria. 
Affamata di brama di potere e vendetta organizza un piano per per impossessarsi del potere.
Riuscirà nel suo intento e rapirà l'assassino di suo padre con l'intenzione di ucciderlo lentamente e farlo soffrire ma durante una notte il figlio di quest'ultimo si intrufolerà in casa Malaspina per salvare il padre che invece ucciderà per errore.

L'autrice.
Paolina Daniele è nata nel 1991, a Belvedere Marittimo ed è studentessa presso l'università della Calabria nella facoltà di Lettere e filosofia.

Altro libro: un fantasy romantico, rivolto soprattutto a lettori più giovani, dalla cover molto molto carina!!!

Quello che vi  presento in questi momenti è il primo volume, cui seguirà il secondo tra non molto!!!


AILI DESTINI INTRECCIATI
di Ilaria Marsili


95 pp (pdf)
2013
Trama

Aili ha quasi diciassette anni, il principe del nord ventitré. 
I loro destini si sono incrociati alla nascita di lei, in una locanda sul confine dei loro due regni, dove le loro madri, regine di due reami rivali, si sono rifugiate per sfuggire alla guerra che vede impegnati i loro mariti sul campo di battaglia. 
Aili nasce priva di vita, ma il mago che tiene nelle sue mani la dinastia reale del settentrione, sfrutta questa occasione per tessere un filo della sua tela, rianimandola tramite una magia alla quale il giovane principe si presta volontariamente donandole metà del suo cuore. 
Il sortilegio avrà durata diciassette anni. Entro quel momento, la giovane deve riconsegnare ciò che le è stato dato, pena la morte del ragazzo al posto suo.
 




ECCO TUTTI I LINK
INERENTI AL LIBRO
PER POTERLO AVERE E LEGGERE

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lunedì 2 settembre 2013

Recensione: COME UNA ROSA D'INVERNO di Jennifer Donnelly



Recensione notturna...
Uff, non ho trovato un attimo per scrivere, ero più presente in vacanza!!

Eccomi con una recensione, è uno dei libri terminati in vacanza, appunto.

COME UNA ROSA D'INVERNO
di Jennifer Donnelly


Come una rosa d'inverno
Ed. Sonzogno
880 pp
11,90 euro
2013
Trama

La storia inizia sulle sponde del Tamigi, è l'anno 1900: le desolate strade dei sobborghi londinesi non sono il luogo adatto per una ragazza per bene come India Selwyn Jones, una bellezza aristocratica il cui animo generoso la spinge ad abbracciare grandi ideali. Ha scelto di essere medico e, grazie all'ambiente in cui è cresciuta e alla stima dei suoi insegnanti, potrebbe esercitare la professione nei più prestigiosi ospedali della città. Ma India ha la testa dura e vuole portare aiuto dove ce ne è più bisogno, tra i poveri e i disperati. Proprio in questi sordidi vicoli, tra ladri, prostitute e sognatori, India si trova a dover curare, salvandogli la vita, il più famoso gangster di Londra, Sid Malone, cinico, spietato, conturbante. Malone è l'esatto contrario dell'elegante fidanzato di India, una stella nascente del Parlamento inglese. Nonostante la repulsione per un uomo che rappresenta tutto ciò che lei detesta, poco alla volta India si lascerà attrarre dalla complessa personalità del malvivente, intrigata dal suo misterioso passato. Inevitabilmente, pur cercando di resistere ai loro sentimenti, i due si ritrovano l'uno nella braccia dell'altro. È un amore appassionato, sconveniente, in cui l'estasi si alterna alla sofferenza, e che provoca distruzioni quali non avrebbero mai potuto immaginare. Spaziando da Londra al Kenya, fino alle remote e selvagge coste della California, Come una rosa d'inverno è un'avventura mozzafiato, un'epopea romanzesca, ricca di personaggi e situazioni, da gustare pagina per pagina, dove il piacere di una narrazione "classica" si combina con la sensibilità di uno sguardo contemporaneo.



il mio pensiero

Come una rosa d’inverno è il prosieguo di I giorni del tè e delle rose e vi troveremo, in effetti, moltissimi personaggi già incontrati nel primo romanzo.
Saranno, di conseguenza, inevitabili alcuni spoiler del primo libro, per poter parlare del secondo; li evidenzierò in scuro, in modo che potrete scegliere voi stessi se leggerli o meno!
Anzitutto, ritroviamo la protagonista del precedente romanzo, Fiona Finnegan, che è diventata un’imprenditrice di tè di primo livello; vive a Londra con l’amato marito Joe Bristow, la piccola figlioletta Katie, ed è in attesa del secondo figlio.
Tutto va bene, è felice e vive nel benessere ma c’è qualcosa che l’angustia: il fratello Charlie, che nel precedente libro abbiamo scoperto essere vivo, ormai fa vita da criminale, domina nella parte orientale di Londra, spadroneggia in Whitechapel, supportato da scagnozzi spietati e avidi di potere.
Si fa chiamare Sid Malone e non ha alcuna intenzione di cambiare vita e di ripescare il proprio passato, tant’è che decide di allontanare anche l’unica persona di famiglia che ancora gli vuol bene e che sa della sua nuova identità: Fiona
Ma quest’ultima è sempre la donna determinata e testarda che il lettore ha imparato a conoscere: quando si mette in testa una cosa, è difficile fargliela togliere e ciò che Fiona desidera più di ogni altro, convinta che questo la renderà completamente felice, è avere il suo Charlie con sé…
Emerge, di Fiona, un tratto caratteriale che era solo accennato nel precedente romanzo: essendo lei una donna che quando ama, ama completamente, con tutta se stessa, in modo appassionato e totale, finisce purtroppo per mettere i propri desideri e la propria volontà davanti a ciò che vogliono i propri cari, arrogandosi il diritto di decidere per loro, di scegliere cosa è giusto e cosa non lo è, ignorando il punto di vista altrui.
Questa caratteristica, lungi dal rendere Fiona “antipatica”, me l’ha resa anzi più “umana”, meno ideale, meno eroina a tutti i costi; senza considerare, poi, che i suoi errori saranno alla base di tante vicende in cui Sid e lo stesso Joe – che resta, anche qui, il punto di riferimento principale per Fiona, la sua “roccaforte”, con il suo equilibrio, la sua capacità di giudizio, la sua comprensione – saranno coinvolti molto da vicino.
Parallelamente al filone narrativo che coinvolge la testarda Fiona, c’è quello principale che vede protagonista l’altrettanto forte e coraggiosa dottoressa India Jones.
India è figlia di una nobile e ricca famiglia inglese ma, a motivo delle proprie scelte di studio e professionali, è stata ripudiata dalla propria famiglia; sua madre, in particolare, non approva che la figlia abbia intrapreso Medicina e desidera che smetta di avere in testa le bizzarre idee di aprire una clinica a Whitechapel e faccia ciò che a una donna del suo rango e del suo tempo, è richiesto: sposarsi con un buon partito, essere una buona moglie e una brava madre, evitando ogni forma di scandalo.
Ma India è uno spirito libero, indipendente e mai sopporterebbe una vita in gabbia, tanto più in una soffocante gabbia d’oro: lei vuol fare il medico e esercitare la propria professione nel modo più serio possibile.
La gavetta di India avverrà nello studio dell’arrogante e chiuso dottor Gifford, che però non esercita la propria professione di medico con vera professionalità, tenendo conto delle reali e concrete esigenze dei pazienti, i quali vengono tutti dalla povera e malfamata Whitechapel.
whitechapel, 1938
(fanpop)
Sono mamme disperate, magre e ammalate, con al seguito figli ancor più magri, cresciuti con qualche patata; sono giovani donne che per sopravvivere fanno “la bella vita”, finendo per contrarre malattie veneree che le portano alla morte o comunque ad una vita al limite della sopportazione; sono uomini che devono spaccarsi la schiena e lavorare a condizioni vergognose ogni giorno, costretti poi a saltare  “il pranzo” e “la cena” per non sottrarre il poco cibo che è in casa ai propri figli.
È gente che passa come un’ombra lungo le strade di Whitechapel, raccattando pezzi di pane e di felicità, arrancando, strappando a morsi l’esistenza, ormai senza neanche più sperare che qualcosa cambi.

E India, razionale ed efficiente, vuole immergersi in tutto questo per aiutare, portare un minimo di “educazione sanitaria e alimentare” che dia ai poveri dell’East London la possibilità di vivere un po’ più dignitosamente, di prendersi realmente cura di sé e dei propri bambini, per allontanare quanto più possibile lo spauracchio delle malattie e della morte per consunzione.
Ma i buoni e giusti principi studiati sui libri universitari servono fino a un certo punto; India è un buon dottore, ma per essere davvero utile alla povera gente, deve imparare a sporcarsi le mani, calarsi nelle situazioni più pietose, guardando le cose dal punto di vista dei malati, dando loro ciò di cui hanno bisogno per star meglio senza ignorare il luogo in cui vivono, ciò di cui concretamente dispongono.
E se il retrogrado Gifford – col suo atteggiamento arrogante, presuntuoso, maschilista, indifferente e con il suo moralismo crudele e per nulla caritatevole – non è in grado di dare alla gente ciò di cui abbisogna, beh, ci penserà India, insieme alla sveglia e pratica infermiera, Ella Moscowitz, di origini ebraiche.

Il sogno di aprire una clinica tutta loro a Whitechapel, in cui curare in particolare e gratuitamente donne e bambini, si profila davanti ai loro occhi, entusiasmando i loro animi.
Ma mancano i fondi…
E qui entra in gioco il protagonista maschile del nostro romanzo: Sid Malone.

Sid vive in un mondo povero e disperato, che si muove attraverso i tentacoli della droga, della prostituzione, delle rapine, degli omicidi.
Quando la sua vita si incrocerà con quella di India, egli verrà messo in qualche modo di fronte ad uno specchio – lo specchio dell’onestà a tutti i costi – che gli rifletterà un’immagine di sé davvero brutta, che lui stesso detesta.
Sid non è nato criminale, come nessun uomo nasce ladro, assassino, spacciatore.
Sid ha frequentato la scuola sbagliata; la scuola delle strade di Whitechapel.
Sid ha avuto fretta di fuggire da una tragedia familiare in cui è rimasto solo, spaventato e abbandonato e che l’ha reso duro, per esigenze di sopravvivenza.
Scopriremo che Sid ha fatto esperienze, in carcere in particolare, davvero tristi, che hanno influito moltissimo sul suo carattere e che l’hanno reso apparentemente senza pietà.
E se India, con la sua personalità forte, retta, i suoi principi, metterà in crisi il “cattivo” Sid, questi saprà darle “consigli” pratici su come avvicinarsi ai suoi poveri e disgraziati pazienti, che lui – proveniente dallo stesso ambiente – conosce meglio di lei.

E come in ogni rapporto sentimentale che si rispetti, i due daranno e riceveranno reciprocamente, mentre la scintilla di un sentimento farà pian piano capolino tra loro, per poi diventare una fiamma di passione e amore, nonostante gli ostacoli.

Sid e India, diversi per origini, cultura, professione, principi e valori morali, eppure così simili per la propria natura forte, ribelle ai conformismi, capace di sacrificare se stessi per i propri ideali.
Due anime sole, smarrite, ferite che sapranno darsi “guarigione” attraverso un amore unico, solido, inestinguibile.
Un amore che andrà oltre le leggi che regolano il mondo della criminalità organizzata; un amore che andrà oltre i meccanismi oscuri e perversi di uomini assetati di potere; un amore che andrà oltre gli anni di silenzi, oltre le verità nascoste; un amore che sa aspettare, perdonare, ricominciare.
E così, tra dibattiti politici che vedono Joe impegnato per portare scuole ed ospedali a Whitechapel, cliniche improvvisate in cui tentare di salvare vite, matrimoni infelici accettati per scongiurare conseguenze peggiori, omicidi architettati da menti malvagie, famiglie che si ricongiungono dopo anni di lontananza, India e Sid vivranno un amore contrastato, che spesso li vedrà lontani.
Riusciranno ad essere felici insieme?

Questo secondo appuntamento con la Donnelly mi è molto piaciuto, è stata una bella lettura, mi piace il modo che l’Autrice ha di calare il lettore nei bassifondi del malfamato quartiere londinese; mi piace il modo di presentarci il personaggio femminile, sempre una personalità forte, determinata, che però non nasconde le proprie fragilità di donna.
Ho apprezzato India anche come medico, soprattutto per la sua evoluzione, per il suo saper far marcia indietro quando certi principi teorici (a volte anche morali, etici) non servivano a salvare vite umane perché troppo lontane dalla realtà.
Anche Sid è un bel personaggio, ma devo dire che ce n'è un altro che nella sua negatività mi ha colpito maggiormente (non vi dico chi è perchè.. vi direi davvero troppo!).
Dosate le scene d’amore, non eccessivamente dettagliate, comunque mai volgari e sempre connotate da dolcezza e tenerezza, forse anche troppa per un uomo pratico e “tosto” come Sid; ma si sa, quando si è innamorati…
Devo dire che le peripezie vissute da India e Sid, soprattutto nell’ultima parte, in cui lo scenario è momentaneamente diverso da Londra, mi son sembrate fin troppo “avventurose”, in certi momenti forzati, quasi inverosimili, ma insomma, è un romanzo e tutto ciò che accade deve poi incastrarsi con il finale.
È presente anche un’altra storia, accennata e alle prime battute, che è quella tra il fratellino minore di Fiona, Seamus, e la sua inossidabile amica Willa, entrambi patiti per le arrampicate e le montagne da scalare…
E “La rosa selvatica”, il terzo volume della trilogia della Donnelly, sarà del resto proprio incentrata su di loro.
Ma questa è un’altra storia e non l’ho ancora letta!



Consiglio il libro ovviamente in special modo a coloro che amano il genere romance e che non disdegnano di respirare storie lunghe, che si protraggono nel tempo, e dalle vicende intricate al punto giusto.
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