sabato 25 ottobre 2014

Recensione: 'IL CAVALLO DI RITORNO. La prima indagine del commissario Peppenella' di Peppe Lanzetta



Cominciamo questo sabato con una recensione!

IL CAVALLO DI RITORNO.
La prima indagine del commissario Peppenella 
di Peppe Lanzetta


Ed. CentoAutori
Collana L'Arcobaleno
Formato 13x20
Pagine 204
Prezzo €12.50
Il commissario di Polizia Ugo Peppenella è di Greci (Avellino) ma vive e lavora a Napoli.
E fare il commissario a Napoli non è proprio una passeggiata!
Il nostro uomo, infatti, avrà il suo bel grattacapo perchè la bella e vivace città campana sarà tormentata da una serie di omicidi, alcuni dei quali sembrano essere accomunati da caratteristiche simili, facendo quindi pensare che si tratti di un serial killer.
Questo omicida seriale, come segno distintivo, lascia dodici coltellate sul corpo delle vittime, anche in "zone" del corpo molto intime, quasi a sfregio, come se fosse (passatemi il termine gergale) "uno sfottò".

Chi è? Perché uccide? Le dodici coltellate hanno un significato preciso e vogliono forse lanciare un messaggio? 

La caccia all'assassino non è l'unica preoccupazione di Peppenella, attorniato dai due suoi "agenti di fiducia", Caputo e Martusciello. che gli servono più a mo' di valvola di sfogo che per aiutarlo nelle indagini, essendo i due abbastanza semplici e un tantino apatici.
A infestare Napoli ci sono anche una serie di furti, oltre a drammi personali dei vari personaggi che ruotano intorno alla vicenda principale.

Il fulcro di tutto sembra essere la famosa pratica delinquenziale chiamata "cavallo di ritorno".
In cosa consiste?
I malavitosi rubano un oggetto - ritenuto prezioso, importante, per il proprietario - e chiedono a quest'ultimo il pagamento del "riscatto", per poterlo riavere indietro.
E se di solito si tratta di una macchina, a complicare le cose e a gettare ancora più caos in città, è il furto di salme di cadaveri, di statue e altri oggetti di valore artistico e culturale...

Due sono le bande più note in città, in tal senso; una è capeggiata da don Salvatore, che ha ai suoi ordini 87 ragazzini (per lo più minorenni), tutti chiamati Diego (seguito da un numero per distinguerli), e un'altra con a capo Tommasone, e i due cercano anche di mettersi in società per portare avanti questo illegale giro d'affari...

Il ritratto della Napoli dei nostri giorni non è molto rassicurante e lusinghiero: ne viene fuori, infatti, una città dominata da questa criminalità organizzata, che trova i suoi piccoli alleati nella gente comune (che collabora, un po' per paura, un po' sperando di guadagnarci qualcosa...); una città che vede le istituzioni rassegnate, indifferenti di fronte a tutto quello che accade per le strade; una città che soffre e langue nelle mani di ricatti, furti, omicidi feroci, ragazzini lasciati a loro stessi che, per sopravvivere, accettano di "lavorare" per il delinquente potente di turno, che pure considera i suoi "piccoli sicari" quasi come dei figli.

Davanti a questa situazione impietosa, l'obeso Peppenella, appassionato della Vecchia Signora (guai a parlarne male), che si nutre solo di birra, kebab e sigarette, cerca di fare giustizia, quanto meno cercando il serial killer, che pare agire indisturbato e prendendosi gioco della polizia.

Peppenella è un uomo intelligente ma a fregarlo è la sua situazione privata: vedovo, vive con la figlia ormai adulta, Costantina, con la quale però non va assolutamente d'accordo.
I due non fanno altro che insultarsi a vicenda, dicendosene di cotte e di crude, rinfacciandosi indifferenze e cattiverie, col risultato che entrambi si ritrovano chiusi nella propria solitudine e nella propria vita fuori dalle mura domestiche, che ad entrambi stanno troppo strette.
Costantina è la croce del commissario, che verso di lei, ormai, sente di avere solo l'obbligo di darle soldi.. 
Ma che ci farà con tutti questi soldi? Con chi se ne va, cosa fa, chi frequenta?

Non c'è serenità per Peppenella che, davanti alla difficoltà di trovare l'assassino e di instaurare un dialogo civile con la figlia, un po' "sballata" e fissata per il sesso,  non può far altro che buttarsi a capofitto nel cibo e nella birra, con la speranza che qualche delinquente pentito gli fornisca, chissà..., per sua fortuna, qualche indizio per risolvere gli omicidi....

Non siamo in presenza di un vero e proprio giallo, nonostante ci siano furti, morti, indizi ecc..., ma più che altro è il quadro disincantato di una realtà alla deriva, dipinta nei suoi colori sì più veraci e vivaci, ma anche più neri, più tristi (c'è anche, ad es., il riferimento al grave problema dei rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi), col risultato che la città partenopea ci appare abbastanza degradata e al lettore non verrebbe mai voglia neanche di passarci di volata, per paura di restar vittima di qualche atto criminale.

Siamo di fronte a situazioni grottesche, quasi da "sceneggiata napoletana", che a volte fanno sorridere per il tono umoristico - frutto dei dialoghi simpatici tra l'arguto e nervoso commissario e gli agenti sempliciotti e un po' ignorantelli, dell'uso del dialetto napoletano, che desta sempre una certa simpatia e che dà quel tocco di "genuinità" e veracità a tutto - e a volte risultano drammatiche, forse in modo esagerato e senza riuscire a commuovere o a smuovere l'animo del lettore, soprattutto perchè, come dicevo, ne viene fuori una Napoli "brutta", fatta di razzie, gente che ammazza anche per nulla, adolescenti deviati che si danno al sesso sfrenato..., insomma una realtà descritta in tutti i suoi colori e sfumature, ma senza lasciare spazio a qualcosa di buono.
Lo stesso finale, del resto, non ci rassicura, ma resta sui toni drammatici, rassegnati, rischiando di non soddisfare il lettore ma di lasciargli soltanto l'amaro in bocca.

L'ho trovata comunque una lettura sufficientemente piacevole (per quanto non gradisca mai l'eccesso di parolacce e trivialità assortite), soprattutto per la vivacità che l'Autore dà alle vicende, attraverso i dialoghi, il linguaggio e i modi di fare/pensare tipici di certe realtà del Sud Italia, anche se un po' la bella Napoli assume troppo spesso i caratteri di un inferno, di una realtà cruda e a tratti surreale, dalla quale non c'è via di scampo (?!?).

Si legge con molta scorrevolezza, quindi mi sento di consigliarlo.


venerdì 24 ottobre 2014

LeggendOrientale: 'La somma delle nostre follie' Shih-Li Kow



«Un libro pungente e molto efficace, che trasforma critica sociale e politica in immagini e battute divertenti e che stempera con l’ironia situazioni potenzialmente drammatiche» The Malay Mail

La somma delle nostre follie
Shih-Li Kow

Ed. Metropoli d'Asia
300 pp
14.50 euro
2014
«Dopo quella vicenda, la situazione era confusa. Beevi mi riportò che le persone si riferivano a ciò che era successo dicendo “il giorno in cui Auyong ha perso il controllo”. Lo ritenevo ingiusto; potevano definirlo il giorno in cui i ladyboy avevano reagito. Non ne ero orgoglioso. Ero estremamente imbarazzato, non perché ero entrato nella scuola come una furia, ma perché mi consideravano una persona che perdeva il controllo. Avevo sempre pensato che perdere il controllo fosse una prerogativa culturale dei malesi. Io non ne avevo motivo e non avrei dovuto avere il fegato di prendere una lunga arma, rivendicare una perdita di autocontrollo e correre in giro come un pazzo furioso. Quando un americano faceva una strage, era mentalmente disturbato e c’era sempre una storia dietro la nascita del mostro. Il killer era demente, aveva subito abusi, era stato ostracizzato oppure traumatizzato dalla guerra o da qualcosa del genere. Qui, se qualcuno prendeva in mano un machete, o una spada da samurai come in un caso di cui avevo letto di recente, venivano chiamati in causa spiriti e cortocircuiti religiosi. Un anziano professionista come me, istruito e civilizzato, per giunta cinese, non aveva simili ragioni».

Trama

A Lubok Sayong, cittadina immaginaria della penisola del Perak, in Malesia, situata in un avvallamento tra fiume e montagna e soggetta a frequenti inondazioni, s’intrecciano le vicende di Auyong, un ex direttore di supermercato che si trasferisce da Kuala Lumpur per dirigere una fabbrica di litchi in scatola, e di Mami Beevi, un’anziana lunatica e stravagante che, in seguito a una grave alluvione, si stabilisce nella grande casa di famiglia e la trasforma in struttura turistica. 
Alle loro storie si affiancano quelle di altri personaggi della cittadina: Ismet, l’artigiano vasaio; Sevaraja, il vicecommissario di polizia; Miss Boonsidik, simpaticissimo transessuale. 
Ma soprattutto, a un certo punto entra nelle loro vite Mary Anne, una ragazzina sopravvissuta all’incidente costato la vita alla sorellastra di Beevi e al marito, i quali la stavano portando a casa dopo averla inspiegabilmente adottata alla Casa per Fanciulle St. Mary, un orfanotrofio diretto da una religiosa truccata e vestita in modo appariscente, Suor Tan. 
Da quel momento le voci di Auyong e di Mary Anne si alternano nel narrare le loro storie e quelle di Lubok Sayong tra leggende ancestrali, fatti di cronaca, turisti in cerca di emozioni e ONG inutili e fastidiose, pesci assassini ed eventi paranormali. 

Con un scrittura fresca e coinvolgente, l’autrice ci regala uno sguardo giovane su Kuala Lumpur, centro economico, sociale e finanziario di tutta la Malesia e confluenza di tantissime culture.

«Leggere questo romanzo è come star seduti comodamente in una stanza ad ascoltare gustosissimi pettegolezzi» The Sun Daily

L'autrice.
Shih-Li Kow è nata a Kuala Lumpur nel 1968. È considerata uno dei nuovi talenti della letteratura malese. La sua raccolta di racconti Ripples and Other Stories (2008) è stata candidata a prestigiosi premi: il Commonwealth Writers’ Prize (nella categoria “Opera prima”) e il Frank O’ Connor Short Story Award. Attualmente vive a Kuala Lumpur. La somma delle nostre follie è il suo romanzo d’esordio.

NOVITA' NEWTON COMPTON (23 ottobre)



Diamo un'occhiata alle ultimissime uscite firmate Newton Compton!
Vi ricordo anzitutto che da ieri in libreria c'è (io l'ho prenotato!) il terzo volume della serie mistery/Y.A. ambientata nella Cimmeria Academy: "Night School. Il segreto dell'alba".


AVVICINATI
di Kim Karr


978-88-541-6894-7
Trad. M.L. Martini
352 pp
9.90 euro
ESTRATTO DA LEGGERE
Serie CONNECTED:

1. Connected (Avvicnati)
2. Torn
2.5 Dazed
3. Mended
3.5 Blurred
4. Frayed
5. Flawed
6. Perfected

Trama

Nel mondo di Dahlia, che vive a Londra, non esistono più felicità e lieto fine. 
La sua anima è stata completamente distrutta da una tragedia. 
Ma quando la rock star River Wilde torna nella sua vita, il loro rapporto diventa subito strettissimo, al di là di qualsiasi previsione. Più tempo trascorrono insieme, più intensa ed erotica si fa la loro relazione: Dahlia è convinta di aver finalmente trovato l’anima gemella. 
Ma i fantasmi del passato riemergono e Dahlia comincia a sentirsi in colpa e confusa. 
River ce la mette tutta per farla sentire meglio, ma se ciò che è stato rifiuta di rimanere sepolto, come sarà possibile per loro pensare a un futuro?


Un libro dal mio passato: 'ALICE I GIORNI DELLA DROGA'


Non so su di voi, ma su me i brani d'antologia studiati alle Scuole Medie hanno avuto un impatto importantissimo nell'alimentare l'amore per la lettura.
Ecco, uno dei libri che, sin da ragazzina, mi ero ripromessa di leggere (perchè v'era un brano su Antologia che mi aveva molto colpito) era "Alice i giorni della droga" (Go ask Alice).
Alice: i giorni della droga
su Feltrinelli

Alice (nome fittizio scelto dagli editori...) comincia a scrivere un diario e con uno stile sensibile e dettagliato, registra i suoi pensieri e le preoccupazioni circa la scuola, la dieta, la sessualità, l'accettazione sociale e la difficoltà di comunicazione coi suoi genitori.
Inizialmente è una ragazza tranquilla e i suoi problemi più "grandi" riguardano soprattutto il peso e un ragazzo che le piace da quando era piccola.

Successivamente suo padre, un professore universitario, accetta una cattedra in un’altra università che si trova in un’altra città, così tutta la famiglia si trasferisce in una nuova casa. 
La protagonista inizia così a frequentare una nuova scuola dove inizialmente si sente emarginata, ma fortunatamente trova un’amica di nome Beth. 
Arrivata l’estate, la ragazzina torna nella sua città natale andando in vacanza dai nonni e qui rincontra una vecchia compagna di scuola, Jill, la quale l’invita ad una festa.
La protagonista è molto contenta dell’invito perché Jill era una ragazza molto popolare nella sua vecchia scuola. A questa festa però la ragazza proverà, involontariamente e per la prima volta, l’LSD, che le verrà sciolto in una bibita durante un gioco in cui anche altri ragazzi prenderanno l’acido. La festa risulterà molto divertente e per la scrittrice sarà un “viaggio” piacevole.

Questo è solo l'inizio di tutta una serie di esperienze negative "al limite" che la ragazza vivrà e che la vedranno distruggersi a causa delle droghe cui si accosterà, tentando spesse volte di disintossicarsi e di "tornare a casa", provando così a riprendersi la propria vita.

Ce la farà Alice ad uscire dal brutto giro in cui è caduta, a causa delle cattive compagnie e di una certa dose di spericolatezza ed incoscienza?

La storia di Alice non può non infondere una gran tristezza e pietà, perchè sono davvero tanti i ragazzini che per gioco iniziano a fare l'esperienza della droga... trovandosi in un giro molto, troppo più grande di loro, dal quale uscire è davvero un'impresa difficilissima!!!

E' un libro-documento che, un po' per stile e di certo per tematica, ricorda "Noi, ragazzi dello zoo di Berlino", anche se circa "Alice" purtroppo non possiamo esser certi che si tratti di una persona vera, realmente esistita...

Vi basterà fare qualche ricerca in Internet per rendervene conto.
In teoria, il diario è una raccolta delle confessioni che un'adolescente anonima ha scritto in due suoi diari, poi riportati da una certa Beatrice Sparks, terapista mormone, che ha sempre dichiarato (ma mai suffragando le proprie dichiarazioni con delle prove) che Alice è realmente esistita e lei l'ha conosciuta...

Ma varie caratteristiche proprie della narrazione, del linguaggio, del personaggio stesso di Alice hanno fatto pensare a molti, col tempo, che si tratti in realtà di un libro scritto con il "semplice" intento di scoraggiare i giovanissimi ad avvicinarsi al mondo della droga.

Un falso, quindi? Una finzione con finalità educative?
Ma allora perchè non scrivere un manuale pedagogico?

La risposta forse non la sapremo mai, certo è che Alice col suo diario è stata l'artefice della mia decisione, illo tempore, di scrivere un diario personale, quindi una parte di me le sarà sempre "affezionata".

Questo libro l'ho letto molto tempo fa quindi questo post non si presenta come una recensione, ma come un modo per condividere il presente libro con voi lettori, chiedendovi se anche voi l'avete letto e cosa ne pensate.

giovedì 23 ottobre 2014

Recensione 'IL CACCIATORE DEL BUIO' di Donato Carrisi



Ed eccoci a parlare di un romanzo terminato proprio stamattina!!

IL CACCIATORE DEL BUIO
di Donato Carrisi


in lettura
Ed. Longanesi
18.60 euro
450 pp
SETTEMBRE
2014
Non esistono indizi, ma segni. 
Non esistono crimini, solo anomalie. 
E ogni morte è l’inizio di un racconto.

Marcus è un uomo che ha perduto la propria identità, il proprio passato, la propria storia personale.

Ricoverato in un ospedale, a Praga, senza più alcun ricordo di sè e del proprio passato, riceve l'inaspettata visita di uno sconosciuto: un prete, di nome Clemente e che gli offre una via d'uscita, anzi due.
Quella che Marcus sceglierà farà di lui un penitenziere, un prete che ha la capacità di scoprire le anomalie nelle trame ordite dal Male e di comprendere le complesse dinamiche che stanno alla base degli omicidi più oscuri ed efferati.

"il male è quell'anomalia davanti agli occhi di tutti ma che nessuno riesce a vedere".

Marcus vive a Roma e conduce la propria vita come un uomo invisibile, chiamato a mettere a frutto tutta la propria intelligenza e gli insegnamenti impartitigli da un riservato ma fedele Clemente, per entrare nella mente degli assassini e portarli alla luce; e questo sempre restando nel buio, lontano da occhi indiscreti, ricordando che la sua missione non gli consente di avere una famiglia, un amore, una vita come le altre persone.
La sua strada però, a un certo punto, si incrocia con quella di una poliziotta, giovane vedova: Sandra Vega, che lavora sulle scene del crimine, ma diversamente da Marcus non si deve nascondere, se non dietro l’obiettivo della sua macchina fotografica.
Lei è, infatti, una fotorilevatrice della polizia e il suo compito è fotografare il nulla, per renderlo visibile. 

Cosa farà avvicinare il penitenziere alla poliziotta?

Roma, la città eterna, così affascinante e caotica, quanto misteriosa e piena di leggende, è infestata dalla presenza di un serial killer, di un mostro che uccide e tortura senza pietà e che sembra prediligere le coppiette che si isolano nei parchi per condividere momenti di intimità.
Omicidi a sfondo sessuale, quindi, ma la spiegazione degli stessi non è così "semplice" ed immediata come potrebbe sembrare a primo impatto.

Chi è quest'assassino e, più di tutto, come fare per acciuffarlo?

Sandra e Marcus, seppur partendo da finalità e compiti diversi, si ritrovano ad indagare su questo caso complicato, che vedrà coinvolta davvero molta gente e che si complicherà via via sempre più, svelando di volta in volta scenari e legami inimmaginabili.

Marcus ha la grande qualità di sapersi mettere nei panni dell'assassino, di provare a ragionare con la sua testa, guardando le cose dal suo punto di vista, proprio perchè è un cacciatore del buio...
"Non si trattava di una professione, era la sua natura. Il male non era semplicemente un comportamento da cui scaturivano effetti e sensazioni negative..."

Ma per comprendere cosa può portare un essere umano a nutrire in sè tanto odio - riversato con ferocia su degli innocenti -, è necessario capire in che modo ama.

Marcus dovrà scendere negli abissi profondi di una mente folle eppure intelligente, che uccide secondo un "progetto", un disegno che solo lui conosce ma che, in realtà, sta svelando, narrandolo a modo suo, aspettando che qualcuno riesca a comprenderlo.

E' un disegno omicida che affonda le proprie radici in qualcosa di grande, di "antico", che si perde nel tempo, facendo riaffiorare vecchi significati, vecchie storie e antichi simboli, che invano si cerca di dimenticare, perchè legati al Male, alla sfera esoterica, a tutti quegli aspetti malefici del "sovrannaturale" che spaventano e affascinano allo stesso tempo.

Ma è forse possibile parlare del Bene senza far riferimento al Male, e viceversa?
Male e Bene  non sono n fondo due facce di un'unica medaglia?

Il Male è una dimensione, dice padre Clemente al suo "allievo" Marcus, che 

"riusciva a scorgerla, vedendo ciò che gli altri non potevano vedere".

Egli dovrà guardare in faccia questo male per poterlo scovare, andando indietro negli anni e cercando il momento e il luogo esatti in cui cui ha preso il via la follia omicida del serial killer.

Attraverso una serie di indizi, che verranno fuori nei modi più improvvisi ed improbabili, che mostreranno come "nulla è come sembra", che riveleranno come ci sia, dietro l'assassino, qualcuno che lo sostiene, lo protegge, e che anche lì dove si pensa ci sia solo il Bene, in realtà possa annidarsi il seme del Male, Marcus e Sandra correranno non pochi pericoli per cercare di giungere, per strade differenti ma connesse, alla stessa conclusione: dare un'identità, una storia... al mostro di Roma e cercare di fermarlo.

Carrisi ha tirato fuori (di nuovo!) dal suo "cilindro di scrittore e conoscitore degli oscuri meccanismi della mente umana" una storia brillante, originale come sempre, ricca di sorprese, di sviluppi ed intrecci imprevedibili che si incastrano alla perfezione , tenendo il lettore sempre col fiato sospeso, con l'avida curiosità di andare oltre, di capire anche lui quali trame complesse e perverse si celino dietro certi inquietanti personaggi, la cui psicologia è tanto oscura quanto accattivante.

"Il cacciatore del buio" ci conduce tra le strade di una Roma buia,  "sotterranea", fatta di oscuri tribunali che giudicano peccati gravi e tenuti nascosti, di confraternite ed archivi sorti tanto tempo fa, di ricatti, di peccatori più o meno pentiti, di omicidi (ci sono dei riferimenti a casi reali, di cronaca, in qualche caso anche menzionati esplicitamente), di simbologie arcane e inquietanti, di celebri fiabe per bambini dai risvolti non proprio innocenti, di disturbi della personalità che si spiegano con i traumi dell'infanzia e di tanto altro, per cui il mio invito è quello di lasciarvi rapire dal questo bellissimo romanzo, che comincerete e non lascerete fino a quando non sarete giunti all'ultima pagina.

Solo giunti alla fine, vi dichiarerete soddisfatti o, come me, vi ritroverete a pensare e a chiedere: "A quando il prossimo, Donà?".

Imperdibile ^_^

Libri&citazioni ("I passi dell'amore")



Un breve passaggio da un romanzo di Sparks, da cui è stato tratto il noto e omonimo film.

Spesso ripercorro mentalmente quell'anno, lo riporto in vita e mi rendo conto di provare immancabilmente uno strano sentimento, fatto di dolore e di gioia. 
In certi momenti vorrei tornare indietro nel tempo per spazzare via tutta la tristezza, ma ho la sensazione che, se lo facessi, se ne andrebbe anche la gioia. 
Così prendo i ricordi come vengono, accettandoli in toto, lasciando che mi guidino tutte le volte che si affacciano alla memoria.

Nicholas Sparks dal libro "I passi dell'amore" 

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-111229?f=w:1911>

Anche l'occhio vuole la sua parte: il momento delle cover



Le cover che questa settimana mi hanno colpito.
Voi che ne pensate?

Cliccando sulle copertine, potrete leggere le info su ciascuno di questi libri di recente uscita.






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