venerdì 22 maggio 2015

Anteprima: TERREMOTO A BORGO PROPIZIO di Loredana Limone, dall'11 giugno



Dopo averci fatto innamorare del suo Borgo Propizio, dopo "E le stelle non stanno a guardare", Loredana Limone torna a giugno con un terremoto nell'amato borgo che non c'è:

TERREMOTO A BORGO PROPIZIO
di Loredana Limone


Copertina del libro UN TERREMOTO A BORGO PROPIZIO
Ed. Salani
206 pp
in libreria:
11 GIUGNO 2015
Trama

Il cielo di Borgo Propizio è un mosaico di lapislazzuli e sotto quel mosaico va in scena la vita che, si sa, è fatta di cose belle e di cose brutte.

Cose belle il borgo ne ha tante da sfoggiare da quando è risorto a nuova vita, con il Castelluccio restaurato e le imbellettate case del contado, ora affacciate sull’elegante pavé a coda di pavone della piazza del Municipio, e con l’elettrizzante fermento culturale che si respira già fuori della cinta muraria e che sicuramente rode il fegato a fior di città d’arte.

Ma un giorno qualcosa di molto brutto, un violento sisma, arriva inclemente a distruggere ampia parte del centro storico, gettando nella disperazione i propiziesi che tanto amano il loro paese. La villa del Comune sembra una scatola con il coperchio sfondato; il pavé è sprofondato quasi agli inferi; i lampioni, ora ciechi e senza luce, con le bocce frantumate, appaiono piegati alla catastrofe; le botteghe e le abitazioni sono squarciate, orri­bilmente.
Felice Rondinella, appassionato sindaco, vive l’immane disastro come se fosse il proprio, personale fallimento, e Padre Tobia si sente troppo stanco per portare il peso della croce. 
Perché non si tratta solo del terremoto: al borgo i peccati sono diventati incontenibili e le confessioni scandalo allo stato puro. Non si capisce più nulla, tutto è sottosopra.
L’unico fatto certo è che il professor Tranquillo Conforti trovato a terra nella Viottola Scura non ha avuto un infarto scappando via, spaventato dalle scosse, ma è stato ucciso. I segni di strangolamento non lasciano dubbi.

Chi può aver voluto la sua morte? Possibile che sia stata Dora, la ciarliera giornalaia, o Pancrazio, l’operoso erede della storica forneria? Forse qualcuno che si nasconde dietro una misteriosa azienda cinematografica, oppure una persona a cui il fu assessore alla Cultura voleva fare le scarpe? Il maresciallo Saltalamacchia non riesce a venirne a capo.

Un borgo come non lo abbiamo mai visto si palesa davanti ai nostri occhi in questo terzo capitolo della storia. Ma la grandezza di Borgo Propizio, l’intensità della sua luce, esistono proprio per la grandezza e l’intensità della sua ombra. E da lì si ricomincerà per ricostruire. Tutti insieme, come sempre.

L'autrice.
Loredana Limone ha composto la prima poesia a nove anni, ma è passata molta acqua sotto i ponti prima che i suoi scritti uscissero dal cassetto. Ha al suo attivo alcuni libri gastronomici e per bambini. Se non abitasse sulla sponda del Naviglio Martesana, dove si è trasferita per amore, Borgo Propizio è il luogo dove le piacerebbe vivere. Perché? Lo scoprirete leggendo questa favola moderna, intelligente e piena di humour, ambientata in questo curioso Borgo (Guanda, 2012, edizione tascabile TEA, 2013). "E le stelle non stanno a guardare", il secondo romanzo sulle avventure del Borgo e i suoi straordinari personaggi, è uscito nel 2014 da Salani.

Novità in libreria (21 maggio 2015)



Da ieri in libreria...

Il ladro di nebbia di Lavinia Petti: il romanzo d'esordio di una giovanissima autrice che sa evocare, con la magia dei grandi scrittori, il ricordo di un mondo che, forse, non è mai esistito.

La ragazza della pioggia di Gabi Kreslehner: una storia sconvolgente che metterà in discussione tutte le vostre certezze...

Alla nostra età, con la nostra bellezza di Daria Colombo: la storia di amicizia indissolubile.

IL LADRO DI NEBBIA
di Lavinia Petti


Ed. Longanesi
420 pp
14.90 euro
dal 21 maggio 2015
Antonio M. Fonte è uno scrittore famoso. un 50enne che vive in una vecchia casa dei Quartieri Spagnoli di Napoli con la gatta Calliope.
Ma un giorno, in mezzo alle migliaia di lettere dei suoi ammiratori, Antonio ne riceve una che non può ignorare. 
Datata quindici anni prima, è indirizzata a una donna che Antonio non crede di avere mai conosciuto. Solo il nome del mittente gli è familiare, perché è il suo. Quella lettera l’ha scritta lui, senza alcun dubbio.., solo che lui non lo ricorda. 
Il giorno del suo compleanno, si perde nei vicoli di Napoli e in un palazzo mai visto prima incontra uno strano personaggio che ha la mania di raccogliere tutto ciò che gli uomini perdono: nel suo Ufficio Oggetti Smarriti, però, non si trovano solo mazzi di chiavi, libri o calzini spaiati, ma anche ricordi di giochi infantili, amori giovanili, speranze e sogni dimenticati. Antonio intuisce che forse è da lì che deve partire per ritrovare il filo del suo passato e risolvere l’enigma della lettera, che però nasconde arcani ancora più insondabili...



LA RAGAZZA DELLA PIOGGIA
di Gabi Kreslehner


La ragazza della pioggia
Nord Edizioni
320 pp
15.90 euro
dal 21 maggio in libreria
È notte e piove sull’autostrada deserta.
Bohrmann è esausto, non vede l'ora di arrivare a casa. 
All'improvviso, sbucata dal nulla, davanti a lui appare una figura esile. L'impatto è inevitabile. Bohrmann inchioda, scende dall’auto e chiama l'ambulanza, però non c'è niente da fare. 
La ragazza è morta. Ma, come appurerà il medico legale, non per via dell'incidente: qualcuno l'ha colpita con violenza alla testa; qualcuno da cui lei stava scappando, senza sapere di essere già condannata. 
La detective Franza Oberwieser si sente vecchia e stanca, intrappolata in un matrimonio infelice e con un figlio di vent’anni, Ben, che le rivolge a stento la parola. 
Ed è proprio lei a occuparsi del caso della ragazza.
Dalle prove rinvenute, sembrerebbe che Ben conoscesse molto bene la vittima. 
Anche lui è implicato nell'omicidio? È per questo che ultimamente è così silenzioso? E come può una madre sospettare il figlio? 
Divisa tra il suo dovere di poliziotto e l'istinto che le urla di proteggere la famiglia, Franza si rende conto di non sapere più nulla. 
Perché non ha idea di cosa farà, quando sarà costretta a scegliere tra Ben e la verità...



Alla nostra età, con la nostra bellezza
di Daria Colombo

Alla nostra età, con la nostra bellezza
Ed. Rizzoli
225 pp
18 euro
in libreria dal
21 maggio 2015

Anni ’90. Lisa e Alberta si conoscono sui banchi dell’università e nasce una sintonia imprevedibile, per due agli antipodi come loro. Alberta ha vent’anni, è idealista e sicura di sé, prende tutto ciò che vuole. 
Lisa invece ha il doppio della sua età, è madre di un’adolescente scontrosa e moglie di un uomo anaffettivo, la politica non le è mai interessata. 
Attorno a loro, però, un pezzo d’Italia sta scendendo in piazza contro il governo della Destra e sembra che tutto possa cambiare. 
Tra un giorno passato sui libri e un caffè rubato alle rispettive vite, le due donne si ascoltano, si capiscono e crescono. 
Sono le prime a manifestare, e le prime a essere deluse. 
Eppure ognuna, a modo suo, continua a lottare.

giovedì 21 maggio 2015

Novità: "Eroi del Silenzio" di Andrea de la Guarra



Le novità editoriali non sono finite e oggi vi presento il romanzo di formazione - a tematica LGBT “Eroi del Silenzio” di Andrea de la Guarra, una storia di menzogne, segreti e scoperta di sé nel contesto di una famiglia circense a cavallo tra gli anni '70 e i giorni nostri.

EROI DEL SILENZIO
di Andrea de la Guara


Eroi del silenzio
Data di uscita: 20 maggio 2015
Genere: Romanzo di Formazione, LGBT
Collana: RIL – Rizoma in Lettere
Prezzo: 3.49€




Un peccato?
Un’esperienza ?
Una porta aperta verso un altro mondo?
Un dubbio?
Non lo so.
L’unica cosa certa fu che rimase il silenzio.


Sinossi

Ferdinando nasce in una famiglia circense, ma fin da piccolo avverte un'insofferenza verso quel mondo girovago, più interessato al contatto con gli animali che al “circo dell'umanità”... con un’eccezione. 
Segreti ed inganni coperti da anni di silenzio fanno da filo conduttore dei ricordi che affiorano dalle sedute di rebirthing, terapia scelta per dare un senso a tutti gli eventi che un segreto di famiglia ha trascinato con sé.

Andrea de la Guarra ci guida tra fasti e miserie di una torbida famiglia, dove vittima e carnefice, amore e trasgressione, vita e morte sono spesso le facce di una stessa medaglia. Solo tu, lettore, appassionandoti alla storia di questi “Eroi” riuscirai, svelando la verità, a dare voce al silenzio.

L'Autore
Ballerino, attore, modello, stripper. Viaggiatore del mondo e dell'umanità, Andrea de la Guarra vive con i suoi quattro gatti tra Venezia, sua città natale, e Gran Canaria.

Frammenti di... "Io che amo solo te"



Piccoli frammenti di... "Io che amo solo te":


Ogni amore custodisce almeno un segreto e solo alcuni non ne hanno timore: gli adolescenti, gli anziani e i disperati. Per tutti gli altri, la vita mette sempre trappole in cui è possibile cadere, l’importante è che nessuno ti veda.


,

Ci sono storie che hanno bisogno di buio e silenzio. Solo dopo tanto tempo, come alcuni vini, potranno essere raccontate. 

"Quel che è di Cesare": un giallo storico per le vie dell'Urbe‏



Cari lettori, se amate il giallo non perdetevi questa novità edita da goWare nella collana di narrativa Pesci rossi: è già disponibile, come ebook nelle librerie online (presto anche su Amazon), il nuovo romanzo giallo di Massimo Blasi e Laura Zadra, che con la rigorosa precisione dello storico e il tratto ironico del narratore, costruiscono un giallo storico comico e affascinante: Quel che è di Cesare.

QUEL CHE È DI CESARE
di Massimo Blasi, Laura Zadra

EDITORE: goWare
COLLANA: Pesci rossi
PREZZO: ed. digitale € 4,99 
ed. a stampa € 12,99
Pagine: 132
Nella Roma del 44 a.C. si aggira lo spettro del defunto Giulio Cesare. Dietro di lui un’efferata catena di omicidi. 
Sulle vicende indaga l'imbalsamatore di cadaveri Lart, protagonista del nuovo romanzo di Massimo Blasi e Laura Zadra. 

Un giallo storico che unisce al rigore della ricostruzione dei fatti una comicità fresca e garbata.

L’uomo più potente di Roma, Giulio Cesare, è stato assassinato. Per le vie dell’Urbe sconvolta dal timore di una nuova guerra civile viene avvistato il fantasma del defunto dittatore. Dietro di lui un’efferata catena di omicidi. Soltanto il razionalissimo imbalsamatore di cadaveri Lart non crede allo spettro e, affiancato dal suo vanesio schiavo Silvius, comincia a indagare per dissipare i fumi della superstizione.

Quel che è di Cesare, edito dalla casa editrice goWare.

Il protagonista delle indagini è Lart, un imbalsamatore di origini servili, razionale, ironico e dotato di una solida formazione culturale strettamente legata alla sua terra origine, l’Etruria. La sua passione è collezionare edizioni rare di opere letterarie.
Attorno a lui, una moglie superstiziosa, una suocera maligna, uno schiavo vanesio e superficiale e un amico di vecchia data con cui il protagonista si diverte a discutere del misterioso fantasma di Cesare che sta spedendo prima del tempo all’oltretomba i senatori cesaricidi e che è al centro dell’indagine.
Lart e la sua famiglia si muovono a Roma, in particolare fra il verde suburbio che fiancheggia l’Aurelia, dove abita il protagonista, il chiassoso e variopinto Foro, centro della vita politica ed economica dell’Urbe, i colli Palatino e Aventino, dalle sontuose domus patrizie, e l’Argileto, zona di botteghe e palazzine popolari.

La ricerca della verità porterà l'imbalsamatore tra attori e senatori, maghe e ciarlatani e metterà a rischio anche le persone a lui più care. Fino all’incredibile finale.

GLI AUTORI
Massimo Blasi, canaro e dottore di ricerca in Storia romana, ha ricevuto il “Premio Sapienza 2012” per il suo libro Strategie funerarie e ha pubblicato numerosi articoli sulla morte nella Roma antica. Vive a Parigi, dove lavora presso l’École Pratique des Hautes Études per dedicarsi a un tema, per una buona volta, non funerario.

Laura Zadra, gattara e bibliotecaria presso il Dipartimento di Filologia classica dell’Università di Roma La Sapienza, è dottoressa in Letteratura anglo-americana. Esperta di letteratura gialla, è fra i soci fondatori della libreria romana “Suspense”, l’unica in Italia specializzata nel genere poliziesco, dove lavora attivamente.

mercoledì 20 maggio 2015

Recensione film: "Mia madre" (di Nanni Moretti)



Era dai primi di marzo, più precisamente da NESSUNO SI SALVA DA SOLO, che non andavo al cinema; ma finalmente domenica "c'ho fatto un salto" - sempre con mio marito (una delle pochissime persone cui mi sento di propinare i miei gusti in materi di film, visto che con amici e parenti 'sta responsabilità di portarli al cinema a vedere cose che piacciono a me, non mi sento di prendermela ^_^) -  e la scelta è caduta su Mia madre, anche se ero tentata pure da Il racconto dei racconti di Garrone.

Come sempre  - anche se non lo scrivo ad ogni post sui film - lascio il mio parere consapevole di non essere un'esperta di cinema, ma una semplicissima spettatrice, che non si perde in paroloni e valutazioni complesse (che lascio volentieri a chi è più addentro di me nel mondo del cinema) ma si limita a condividere le proprie semplicissime impressioni.



Regia di Nanni Moretti

Con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini, Stefano Abbati, Enrico Ianniello, Anna Bellato


Margherita (Margherita Buy) è una regista e sta girando un film dalle tematiche molto attuali, che ruotano attorno al problema della perdita del lavoro, dei licenziamenti in fabbrica; nel cast c'è, tra gli altri, Barry Huggins (John Turturro). un importante attore americano un po' strampalato, con una pronuncia dell'italiano buffa e che ha qualche problemino con la memorizzazione delle battute.

Margherita non è una donna felice e soddisfatta, e questa frustrazione la leggiamo nelle sue espressioni facciali, nel suo tono di voce, in ogni gesto, e soprattutto nelle sue relazioni con gli altri, che sia in famiglia o a lavoro.

Si è da poco lasciata con il compagno e, fatta eccezione per il lavoro - che non sembra darle molte soddisfazioni, ma che anzi la rende spesso nervosa con colleghi, attori, con i quali è davvero insopportabile - i suoi pensieri, ogni energia e tutte le preoccupazioni sono indirizzate verso la mamma Ada, gravemente ammalata.
Margherita non è sola a prendersene cura, c'è con lei il fratello Giovanni (Nanni Moretti), un tipo pacato, molto paziente, una presenza senza dubbio tranquillizzante per la sorella, che sembra non riuscire ad affrontare emotivamente le frustrazioni a lavoro, la sofferenza per la malattia della madre - le cui condizioni non sembrano poter migliorare -, i pensieri che le dà la figlia adolescente, Livia, per via della scuola.

La vita sembra passare accanto a Margherita, senza che lei riesca a viverla davvero; del resto, anche su lavoro, la regista dice ai suoi attori di non immedesimarsi troppo nella propria parte, di non confondersi e annullarsi in essa, ma di "restare accanto" al personaggio, in modo che l'attore non scompaia ma "si veda".
Forse Margherita avrebbe bisogno di fermarsi ad esaminare la propria vita, le scelte fatte, quei comportamenti che finora l'hanno allontanata da chi le era vicina, rendendola antipatica e rompi****, come mamma, come sorella, come regista e chissà, forse pure come figlia.

Ma magari proprio il dolore per la mamma morente e il terrore di perderla, potranno aiutarla a riflettere su stessa...

Mia madre è bello e arriva alla sensibilità di chi lo guarda perchè vero, in quanto punta tutto sulle relazioni umane, sul rapporto madre-figlia e anche fratello-sorella, sulla sofferenza e i problemi che possono caratterizzare tali rapporti, sull'incapacità/difficoltà di saperli gestire in modo sereno, soprattutto quando si vivono tempeste interiori, come è nel caso della protagonista.
Del resto, per come la vedo io, la Buy è particolarmente brava nei ruoli che la vedono triste, abbattuta (a me piace molto, come attrice, non lo dico come una critica negativa, e per carità, di certo sa interpretare anche ruoli allegri eh) e tormentata, e questo modo di essere viene in qualche modo compensato da Giovanni (N.Moretti), che è sempre così calmo, razionale (e non perchè non abbia problemi personali), una sorta di "porto sicuro" per la sorella, verso la quale è molto comprensivo.

Turturro, nel ruolo dello strambo Barry, è stato sensazionale, regalando momenti comici, che però non sono buttati lì tanto per ridere, ma nascondono comunque quel lato "drammatico" e riflessivo che è proprio del film, della storia raccontata e dei personaggi che la popolano.

Il personaggio di Ada (G. Lazzarini) suscita dolcezza  e tenerezza, per le fragilità dovute ai suoi problemi di salute, ma anche per quella forza e saggezza che emana, perchè una mamma è tale e resta un pilastro per i figli (e non solo) nonostante i brutti momenti che può attraversare a causa della malattia.

Figli lo siamo tutti, a qualsiasi età, e non si è mai pronti, preparati, mai troppo "grandi" per accettare l'idea di diventare orfani (e non soltanto per la morte del genitore, perchè credo che ci si possa sentire tali anche se un genitore è vivo ma, ad es., non è più lucido, non riconosce più i propri cari ecc...) e questo film mi è piaciuto perchè Nanni Moretti ha affrontato un soggetto di per sè così "normale", che appartiene a ciascuno di noi, alla quotidianità (di tanti), e l'ha fatto con molta sensibilità.

Un film da vedere e... w il cinema italiano!

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Cito e canto "Io che amo solo te"



Altro frammento tratto da "Io che amo solo te", con canzone associata: non poteva che trattarsi dell'omonima e romantica canzone di Sergio Endrigo, anche se io vi lascio la versione di Claudio Baglioni.


"L’unica cosa che però desiderava, in quel momento, era stare vicino a lei. Parcheggiò sotto il solito ulivo, spense il motore, alzò il volume. E si ritrovarono insieme dentro la stessa canzone.

C’è gente che ha avuto mille cose,

tutto il bene, tutto il male del mondo.
Io ho avuto solo te...


Voleva baciarla ma non riusciva nemmeno a guardarla. 
Aveva la testa fissa sui campi, mentre la sua mano destra la cercava. 
Si sfiorarono sul cambio, e lì si strinsero. Forte. Fortissimo.


... e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove avventure.


Continuavano a non trovare la forza di guardarsi, e allora chiusero gli occhi, 
perché prima dovevano dirsi ciò che non si erano mai confessati.


Io che amo solo te.

Avevano di nuovo vent’anni."



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