martedì 21 giugno 2016

Recensione: OPEN. La mia storia di Andre Agassi



Posso dirlo: finalmente ho terminato una lettura che trascinavo da un po' - OPEN. la mia storia di Andre Agassi -; a dire il vero, ne resta un'altra (Villette della Bronte)... ma una cosa alla volta, su  ^_^


"Open. La mia storia" è l'autobiografia del grande tennista Andre Agassi, una "confessione" sincera e onesta di ciò che è stato e diventato, grazie alle (e, a volte, a causa di) persone che ha incontrato sul proprio cammino, alle vittorie e alle sconfitte affrontate, ai momenti di successo e alle cadute,  che l'hanno reso l'uomo, il marito, il padre, che è oggi.


OPEN. La mia storia 
di Andre Agassi


Ed. Einaudi
trad. Giuliana Lupi
pp. 512
€ 14,00
2015
"Gioco a tennis per vivere, anche se odio il tennis, lo odio di una passione oscura e segreta, l’ho sempre odiato. Quando quest’ultimo tassello della mia identità va al suo posto, scivolo sulle ginocchia e in un sussurro dico: Fa’ che finisca presto.
E poi: Non sono pronto a smettere."

Queste parole, presenti nelle primissime pagine di questo libro, colpiscono il lettore come un faro che abbaglia gli occhi in una stanza buia.
Il campione statunitense, che ha vinto 869 match nella sua carriera, che è il quinto nella classifica di tutti i tempi, il primo e finora unico tennista ad aver vinto i 4 tornei dello Slam, la medaglia d'oro del singolare olimpico, il torneo ATP World Championship e la Coppa Davis... odia lo sport che l'ha reso un'icona?

Eh sì, è proprio così e spesso e volentieri ci ritroveremo davanti a dichiarazioni di odio/amore da parte di Andrè verso questo sport solitario:

"...il tennis è uno sport così maledettamente solitario. Soltanto i pugili possono capire la solitudine dei tennisti – anche se i pugili hanno i loro secondi e i manager. Perfino il suo avversario fornisce al pugile una sorta di compagnia, qualcuno a cui può avvinghiarsi e contro cui grugnire. Nel tennis sei faccia a faccia con il nemico, scambi colpi con lui, ma non lo tocchi mai, né parli a lui o a qualcun altro. Il regolamento vieta perfino che un tennista parli col proprio allenatore mentre è in campo."

Altra cosa che colpisce da subito, che fa pensare e anche un po' indignare, spingendoci a provare un'immediata simpatia per Andre, è il ruolo della figura paterna: un iraniano dal carattere molto difficile, irascibile, violento, prepotente, spesso tirannico verso i figli, poco sensibile verso la moglie.
Sarà questo padre a insegnare e ad avviare Andre, sin da piccolissimo, verso il tennis, ma lo farà con aggressività, senza curarsi neanche di capire e sapere se al figlio questo sport piaccia davvero; per Mike Agassi ciò che conta è che lui voglia che il figlio un giorni diventi Il campione, il Numero Uno.
Poco importa se lo voglia anche Andre, che il padre è disposto a costringere perchè si alleni duramente tutti i giorni, tralasciando lo studio e i normalissimi (e legittimi) giochi d'infanzia; ogni energia del figlio deve essere indirizzata verso la perfezione in questo sport.
E' chiaro, leggendo, come Andre non metta mai in dubbio l'affetto paterno, quanto più che altro il modo che aveva di dimostrarlo, il suo carattere particolare ecc..., ed è fuor di dubbio che se è diventato "una stella del tennis", lo deve anche al padre.

Resta il fatto che è comprensibile come Andre abbia sviluppato nei confronti del tennis questo sentimento ambivalente!
Da una parte lo odia perchè è praticamente costretto dal padre ad allenarsi e a gareggiare con altri; dall'altra, la consapevolezza di avere talento, di essere un'effettiva promessa in questo ambito, lo porta un po' ad amarlo, a sentirlo come parte di sè, e una parte molto importante, tra l'altro.
Seguiamo quindi, pagina dopo pagina, l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza di Andre, il rapporto complicato con questo padre dispotico (che non ammette il minimo errore negli incontri del figlio e che lesina complimenti pure quando il ragazzo vince), con i fratelli (in particolare, quello molto stretto col comprensivo fratello maggiore, Philly, tennista mancato, considerato "perdente" dal padre), e poi ancora la sua condotta, spesso irrispettosa delle regole, all'interno della Bollettieri Academy, per lui vista come una prigione soffocante.

Ma la carriera e i primi successi arrivano presto, quando è solo un adolescente, e tra salite e discese, sconfitte brucianti e sudate vittorie, Agassi resterà sui campi da tennis per vent'anni, tra aspre critiche per ogni minimo atteggiamento o look giudicati eccessivi e provocatori, ed elogi e applausi a fronte delle numerose vittorie.

"...quali  che  siano  i  miei  sentimenti  nei confronti del tennis,  il gioco è  la mia casa."

Gioco e continuo a giocare  perché ho  scelto  di  farlo. Anche  se  non  è  la  tua  vita  ideale,  puoi  sempre sceglierla. Quale che sia la tua vita, sceglierla cambia tutto.

E ogni giorno, seppur combattuto tra "continuo finchè ce la faccio, finchè il corpo regge" e "basta, sono stremato, mi ritiro", Andre continua a giocare, sostenuto, nel corso degli anni, da figure amiche e fedeli, che saranno i punti di forza nella sua vita: non solo il fratello, ma anche l'amico (tennista anch'egli) Perry, e soprattutto il preparatore atletico Gil, il suo punto di riferimento, una figura paterna per Andre.

I capitoli procedono con descrizioni minuziose e vivaci dei vari match, alternate ai momenti di vita privata; io non sono un'appassionata di questo sport e ammetto che le sequenze relative alle partite non mi hanno vista proprio entusiasta, però c'è da dire che non le ho trovate noiose (quanto meno non a livelli insopportabili) perchè esse non sono mai semplici o sterili cronache sportive, in quanto sempre accompagnate dai pensieri più profondi, dalle emozioni e dalle aspettative del narratore/protagonista.

Non c'è partita descritta, non c'è incontro/scontro con i tanti (e di sovente, ripetuti) avversari affrontati, in cui l'Andre tennista sia separato dall'Andre uomo, con le sue tantissime insicurezze, fragilità, paure paralizzanti, dolori fisici e psicologici, che arrivano a noi lettori dandoci una chiave di conoscenza di questo campione assolutamente umana, non più filtrata dall'artificiosità (e tanto spesso, dalle menzogne, dalle esagerazioni) della stampa (giornalistica e gossip) e della tv, troppo preoccupata a puntare i riflettori sullo sportivo unicamente per rivelarne magagne, atteggiamenti ribelli e spocchiosi, difetti, curiosità sciocche e frivole.

E non di rado, lo stesso Andre si lascerà prendere la mano dalla popolarità che va e viene, vivendo periodi di "sballo", caratterizzati da evidenti cali di rendimento a livello agonistico.

Conosciamo anche i suoi amori più importanti: quello giovanile e passionale con l'amica Wendi; quello più tranquillo ma anche freddo e patinato con la bellissima attrice Brooke Shields (con cui sarà sposato per un paio di anni), fino ad arrivare al matrimonio con l'attuale moglie, la campionessa di tennis Steffi Graff.

Leggere quest'autobiografia (per la cui stesura l'autore ringrazia, a fine libro, lo scrittore J.R. Moehringer, che Andre scelse perché lo aiutasse a dar forma alle proprie memorie, dopo aver letto il libro autobiografico "Il bar delle grandi speranze") è stato davvero molto interessante, non solo perché è un genere che mi piace, ma soprattutto per com'è scritta, per l'onestà che traspare ad ogni pagina: Andre racconta tutto di sé, non ci nasconde i momenti bui e di terribile scoraggiamento, gli errori (anche gravi) commessi e che hanno messo a serio rischio la sua carriera, i periodi decisamente no, le crisi in seguito alla rottura delle poche ed importanti relazioni sentimentali, le frequenti sensazioni di essere arrivato alla fine, di non potersi rialzare dalle sconfitte...; e questo suo lato oscuro, lungi dallo "scioccarci" negativamente, ce lo rende "amabilmente umano", ci spinge a simpatizzare con lui nelle risalite, nei momenti di felicità nello sport come nella vita privata, nei traguardi raggiunti come nelle lacrime versate, e ci fa sentire, almeno per 500 pagine, suoi fans, presenti anche noi ai suoi incontri e pronti a tifare per lui e a gridare: "Andiamo, Andre, un altro set. Forza!".

Lettura consigliata a chi ama il genere autobiografico, lo sport (il tennis, in particolare)... ma anche a chi non ama né l'uno né l'altro e vuol semplicemente immergersi a capofitto nell'appassionante racconto di vita di un campione, che ci parla di sé senza veli e ipocrisie, con uno stile romanzato reso piacevole, profondo e scorrevole dal tocco di Moehringer .

Epigrafe ( "Com'è bella la nebbia quando cade")




Le due citazioni e la dedica particolare che Tania Piazza riporta in apertura al proprio romanzo "Com'è bella la nebbia quando cade" (recensione).




Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola.
A volte ne scrivo una, e la guardo,
fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)

Tutto ciò che è fatto per amore
è sempre al di là del bene e del male.
Friedrich Wilhelm Nietzsche

Questo libro è per i semi che germogliano,
generando amore.




ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA?



"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


lunedì 20 giugno 2016

Recensione: COM'E' BELLA LA NEBBIA QUANDO CADE di Tania Piazza




Com’è bella la nebbia quando cade è il secondo romanzo della scrittrice vicentina Tania Piazza, autrice, nel 2013, del romanzo La cura delle parole (EdizioniSì). 


COM'E' BELLA LA NEBBIA QUANDO CADE 
di Tania Piazza


Casa Editrice Kimerik
160 pp
15 euro
2016
LINK LIBRO


Al centro della storia narrata da Tania Piazza vi sono pochi ma importanti personaggi, con i loro amori, i rimpianti, le decisioni prese che, vuoi o non vuoi, hanno deviato il corso della vita di ciascuno.

Ludovico Corvini (detto Ludo) è un uomo ormai anziano, sposato da 50 anni e più con l'allegra e sempre solare Miriam.
Una mattina - giorno del loro anniversario di matrimonio - la donna gli lascia un biglietto dove gli dice che si assenterà per tre giorni; non solo, ma Ludo si accorge anche di un regalo, che comprende delle lettere che la stessa Miriam ha scritto per lui anni fa e che non ha mai avuto il coraggio di dargli.
A Ludo quindi non resta che leggere queste lettere risalenti agli anni '60, grazie alle quali farà un salto nel tempo con la memoria.

Un salto temporale che converge sempre nello stesso "luogo", che più che un luogo fisico è un luogo"del cuore".
Ludo ha lasciato il suo cuore, il suo amore, tutto se stesso, nel cuore di una donna amata cinquant'anni prima: Catherine.

Catherine Wight è l'unica donna che lui abbia mai amato, e questo Miriam lo sa. Lo ha sempre saputo, e Ludo se ne rende conto in modo nitido proprio attraverso queste lettere, che gli mostrano la genuinità, la forza, la freschezza dell'amore di Miriam per lui, la sua paura che Ludo non tornasse da lei e le preferisse l'altra.
Perchè c'è stato un tempo in cui le strade di Ludo e Miriam si sono divise per un certo periodo e, se le cose fossero andate in un determinato modo (in quello sperato da Ludo stesso), loro due non avrebbero trascorso decenni insieme. 

Ludo è un uomo ormai stanco, fragile nel corpo e nello spirito, con gli occhi ormai spenti che si guardano attorno con quello sguardo liquido che non dà più senso a niente, con l'aria eternamente rassegnata al pensiero della felicità che s'è negato da ormai troppo tempo; a testimoniare del fuoco dell'amore che lo ha animato c'è solo la statuetta di una sirenetta, che gli rammenta lei, l'amore vero perduto.

Ludo ha conosciuto Catherine negli anni universitari; lei, docente di nazionalità inglese, era in visita nell’ateneo italiano in cui lui stesso teneva lezioni di poesia.
Ludo è sempre stato un'anima sensibile anche se taciturna, schiva e poco espansiva; ma se c'era una cosa che lo infervorava e gli faceva brillare gli occhi era la Poesia, ed in particolare Emily Dickinson.
La comune passione per la nobile arte poetica li unì immediatamente, rendendoli consapevoli di essere due anime gemelle che si erano finalmente incontrate.
Si amavano, lui era disposto a lasciare l'Italia e a seguirla in Inghilterra pur di coltivare questo amore forte; era disposto a buttarsi alle spalle la storia poco definita e poco importante con quella ragazza simpatica, affettuosa ma un po' troppo esuberante di nome Miriam.


Ma Ludo non ha fatto i conti con l'amore di Miriam per lui; un amore altrettanto forte, disposto a costruire castelli di bugie, a nascondere verità importanti per anni, pur di essere lasciato in pace dalla presenza sgradita dell'altra donna.

Ma la stessa Miriam dovrà fare i conti con il ricordo invadente di quest'altra donna, dell'amore che l'ha unito a Ludo e che, nel corso del tempo, pare non essersi mai affievolito.

"Com'è bella la nebbia quando cade" è un romanzo che ruota attorno all'amore: l'amore giovanile impetuoso; l'amore nato timidamente tra un verso poetico e l'altro; l'amore negato; l'amore soffocato da menzogne; l'amore non ricambiato e fonte di sofferenze interiori, ma anche di piccole "vendette".

Lo stile della narratrice, dal linguaggio poetico e molto curato, che carica ogni parola e ogni frase di forti suggestioni e metafore, ci permette di entrare nell'animo del protagonista maschile, che però si rivela un uomo dal carattere debole, non sempre in grado di prendere in mano "le redini della propria vita", un uomo che vediamo spesso in balia degli eventi, delle decisioni altrui, insomma un po' vittima di se stesso, delle sue non-decisioni.
Al contrario, Miriam mostra una personalità forte, caparbia, forse anche egoista ed infantile visto che pretende di avere il proprio amore per sè come se ne avesse diritto, come se Ludo fosse di sua proprietà, incurante dei sentimenti che lui prova per l'altra donna, forse convinta che, col tempo, lui imparerà ad amarla come merita, dimenticando quell'amore fantasma ormai lontano.
Ma certi amori, si sa, sembrano nati apposta per resistere al tempo, all'usura dell'oblio e della lontananza.

Come dicevo, la scrittura dell'Autrice ha un tocco evocativo, quasi magico, ricco di parole e passaggi intensi, e non potrebbe essere diversamente visto che la poesia ha il suo posto non irrilevante nelle vicende narrate, le quali - dipanandosi su due piani temporali (l'oggi e il 1960) - sono attraversate inevitabilmente da un'atmosfera molto nostalgica, propria di quelle storie in cui i personaggi ripercorrono la propria vita addentrandosi nel viale dei ricordi,  carichi ormai di tristi rimpianti su ciò che "sarebbe potuto essere ma non è stato".

Un romanzo molto delicato, dolcemente malinconico; una lettura senza dubbio piacevole che non posso che consigliare.

Novità Atmosphere Libri: SENZA SCAMPO di Kati Hiekkapelto



Amanti del thriller proveniente dalle fredde terre del nord Europa, ecco qualcosa per voi. 

Miglior thriller finlandese 2014. 
Miglior thriller 2015 secondo il Club finlandese di detective. 
Nominato al Petrona award. 
Nominato al Glass Key award 2016

SENZA SCAMPO
di Kati Hiekkapelto

Atmosphere libri
collana L’Altra Faccia del Giallo
16 GIUGNO 2016
Trad. dal finlandese di Delfina Sessa
312 pagine 
€ 17,00
Lavorando su un nuovo caso, l'agente Anna Fekete, con il suo passato di immigrata dalla Jugoslavia ma di etnia ungherese, trasferitasi in Finlandia da bambina, è costretta a scavare nelle pieghe dolorose della sua identità. 
Quanti sono senza scampo, e come? 
Un anziano muore investito da un'automobile. Anna ha l'impressione che le cose non quadrino. A investire l'uomo è stata una ragazza ungherese, impiegata alla pari presso una famiglia, la quale sostiene che l'uomo giacesse disteso sull'asfalto già prima dell'impatto. Inoltre, sul posto non si trovano impronte della vittima. 
Intanto Esko, che lavora in coppia con Anna, indaga sui traffici di una gang di giovani immigrati sbarcata in Finlandia. 
Durante l'incursione in un covo di spacciatori la polizia trova un cadavere e un giovane clandestino. 
In cosa è implicato il clandestino? 
Mentre le indagini diventano sempre più pericolose, Anna è attanagliata da una struggente nostalgia di casa.

«Una penetrante e tagliente storia con una narrazione schietta e profonda. Sapientemente preparato e ben scritto, Hiekkapelto ci ha dato un romanzo giallo eccellente e pieno di suspense». (Craig Robertson)

«Un thriller teso e provocatorio con una coscienza sociale che infuria ...cementa la posizione di Kati Hiekkapelto come una delle novità più interessanti e importanti delle voci di Scandi-noir». (Eva Dolan)

«E' un po' come la lettura di Henning Mankell, quando Anna Fekete lavora su diversi casi difficili nell'inverno gelido della Finlandia settentrionale contemplando la durezza della vita». (Helsingin Sanomat - weekly newspaper)


L'autrice.
Kati Hiekkapelto è nata in Finlandia. Ha insegnato agli immigrati e vissuto nella regione ungherese della Serbia. Kolibri (Colibrì) è il primo thriller di una trilogia ed è stato pubblicato in Germania, Gran Bretagna, Danimarca, Olanda. Senza scampo (Suojattomat, 2014) è il secondo romanzo della serie, vincitore del Premio come miglior thriller finlandese nel 2014 e vincitore del Premio del Club finlandese di detective 2015. I romanzi della Hiekkapelto sono disponibili in altre otto lingue: inglese, tedesco, olandese, ungherese, ceco, danese, svedese e islandese.



domenica 19 giugno 2016

Love self è la collana che permette agli autori self di pubblicare con un editore




Cari Readers, sono lieta di comunicarvi la nascita di una nuova collana all'interno della C.E. Butterfly Edizioni: Love self, nata dal desiderio di dare una chance ai tanti autori self publishing di ripubblicare le loro opere.

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La Butterfly Edizioni apre i battenti agli autori che pubblicano in self publishing online. Dopo le numerose richieste da parte di autori emergenti, nasce quindi LOVE SELF, ma i veri protagonisti saranno i lettori! Sono infatti questi ultimi a decretare o meno il successo di un libro, per cui punteremo proprio sui gusti dei lettori. Grazie all'hashtag #loveselfforbutterfly accetteremo i consigli dei lettori per scegliere i libri pubblicati in self publishing che meritino una lettura attenta presso la nostra casa editrice e un'eventuale pubblicazione con la Butterfly Edizioni. Gli autori potranno comunque inviare liberamente i loro testi a: butterflyedizioni@yahoo.it , ma i libri sostenuti dai lettori avranno la priorità su tutto.
Proprio grazie a questo scouting abbiamo scoperto due bravissime autrici che a breve verranno pubblicate da noi: Barbara Morgan con "Mai lontana dal mio cuore" ed Eleonora Mandese con "In fuorigioco per te".


Butterfly Edizioni mette al centro dell'attenzione i lettori! Partecipa anche tu con l'hashtag #loveselfforbutterfly e consigliaci un autore che ti piace!

Autori che... hanno odiato le proprie opere o il loro capolavoro letterario



Non molte settimane fa, scrivendo il post in cui anticipavo che ci sarà la serie tv sulla Rai tratta dal famoso romanzo di Umberto Eco, Il nome della rosa, avevo letto che l'autore ha sempre considerato questo suo capolavoro, un prodotto scadente.
Ho pensato allora al fatto che diversi scrittori hanno finito spesso per odiare una propria opera in particolare, cercando, alcune volte, anche di distruggerla o di evitarne la diffusione.

Si è quindi insinuata nella mia testolina la voglia di fare una ricerca in merito, e man man mi saltavano in mente altre curiosità letterarie su questa lunghezza d'onda che ho racchiuso nel titolo...




Autori che hanno parlato male di altri esimi colleghi, che non hanno apprezzato le trasposizioni cinematografiche dei propri libri, ecc... Curiosità che condividerò con voi ^_^


Il primo autore che mi è venuto in mente spontaneamente è stato Virgilio.
Infatti, ricordavo dai tempi delle superiori che  il poeta romano Publio Virgilio Marone (vissuto nel I sec. d.C.) prima di morire, avesse raccomandato agli amici Plozio Tucca e Vario Rufo di distruggere il manoscritto dell’Eneide, perché, per quanto l'avesse terminata, non aveva fatto in tempo a rivederla.
Ma i due consegnarono i manoscritti all'imperatore Augusto, che ben pensò di non darlo alle fiamme, nonostante le evidenti tracce di incompiutezza.


Ma se a Virgilio è andata bene perchè, morto lui, a nessuno è venuto in mente di esaudire le sue richieste, altri autori invece hanno fatto delle proprie opere ciò che volevano.
Ad es., un autore che pare abbia avuto la mania di scrivere e poi distruggere i propri scritti sia stato Franz Kafka, e questo a fronte anche di critiche positive ai suoi romanzi; qualche anno prima di morire, ha cercato di convincere il suo amico, Max Brod, a distruggere tutto ciò che avesse mai scritto, fatta eccezione per quello che Franz stesso aveva selezionato.
Kafka non finì nessuno dei suoi romanzi e bruciò circa il 90% del suo lavoro ma, come con Virgilio, l'amico preposto al folle compito di bruciare tutto, non ha obbedito, anzi, ha pubblicato eccome.

Nel 1960 Stephen King scrisse un romanzo su uno studente che portava una pistola a scuola, uccideva i suoi maestri e teneva in ostaggio la sua classe, e lo pubblicò sotto lo pseudonimo Richard Bachman; quest'opera non fu pubblicata fino al 1977, quando è apparso in stampa con il titolo di Rage .
Dopo una serie di sparatorie nelle scuole negli anni 1988-1997, King chiese al suo editore di ritirare Rage dalla stampa. La polizia aveva tra l'altro scoperto che gli autori dei crimini possedevano copie del libro. 
Lo scrittore si convinse che togliere di mezzo il libro incriminato - che tra l'altro non era qualitativamente chissà che capolavoro - fosse la cosa più giusta da fare, visto che sembrava essere di cattivo esempio per tante persone.

Diverso fu il caso di Peter Bechley, lo scrittore del famoso Jaws, da cui è stata tratta la serie di film Lo squalo, di Spielberg, che negli anni '80 ha spopolato segnando un  momento di svolta nella storia del cinema.
L'autore non arrivò ad odiare Jaws perchè era scritto male o perchè la critica non lo accolse bene, tutt'altro; ciò che detestò fu la "sharkphobia", il terrore irrazionale verso gli squali che fu indotto nella gente proprio dopo l'uscita dell'adattamento cinematografico di grande successo di Steven Spielberg; dopo aver scritto Jaws, Benchley ha dedicato la sua vita a proteggere gli squali, in particolare le specie in via di estinzione dei grandi squali bianchi, il temibile antagonista del suo libro.


Ultimo autore di oggi è colui che scrisse il celebre e discusso Arancia Meccanica: Anthony Burgess.

Dopo l'uscita dell'omonimo film di Kubrick, la popolarità del libro salì ancora di più, tanto da eclissare altre sue opere. Peggio ancora, sembrava che le persone avessero iniziato ad emulare i personaggi del romanzo e a commettere crimini basati sul film e sul libro. Tutto questo portò Burgess a prendere le distanze dal suo capolavoro, arrivando anche al punto di dichiararla "un'opera minore".


fonte: https://www.grammarly.com
http://www.bustle.com/


SE CONOSCETE ALTRI AUTORI CHE, PER DIVERSE RAGIONI, 
SONO ARRIVATI AD ODIARE UN LORO SCRITTO, 
AGGIUNGETEMELO NEI COMMENTI, 
MI FARA' PIACERE IMPARARE COSE NUOVE!


La prossima volta vedremo qualche autore famoso che ha odiato il protagonista del romanzo/della serie che lo ha portato al successo.


Liebster Award 2016 (#4)



Carissimi, buona domenica.
Oggi avrei voluto festeggiare il mio quinto anno di matrimonio facendo un giretto fuori città, ma le previsioni sono alquanto tragiche: se vado verso nord, piove; verso est? Piove. Verso ovest? Piove.
Rotolando verso sud? Che vi devo dire, promette tempesta, a momenti grandine, neanche semplice pioggerella.

E vabbè, vorrà dire che ce ne staremo in loco e valuteremo alternative non troppo deprimenti ^_^

Ma intanto che io e il mio gentil consorte decidiamo cosa fare, mi accingo a rispondere alle domande di Erielle Gaudi, che gentilmente mi ha assegnato il Liebster Award 2016, il premio virtuale dato ai blog piccoli ma di qualità, per farli conoscere a più persone.

Avendo già taggato e ricambiato le domande la prima volta che sono stata nominata (qualche settimana fa), in questi momenti mi limiterò a dire qualcosa in più su di me rispondendo alle sue 11 domande!



Che cosa ti ha spinto ad aprire un blog?

La voglia di scrivere, di condividere argomenti che mi piacciono; inizialmente era un diario virtuale senza un tema specifico, poi la mia passione per i libri ha vinto su tutto il resto e gli ho dato un taglio "letterario".

Come hai scelto il nome?

Eh che trafila! Ero molto indecisa proprio per il motivo che il blog non aveva un indirizzo principale; quindi ho optato per un nome "generico" e siccome era mia intenzione condividere i miei pensieri su tante cose, mi è saltato in testa "Chicchi di pensieri" e l'ho adottato ^_- Forse se tornassi indietro, gli darei un nome più legato al mondo dei libri ma sono troppo affezionata a questo e non ci penso a cambiare, per ora.

Parlaci della tua vita da blogger: gioie e dolori.

Mi piace scrivere, cercare argomenti, rielaborare materiale e informazioni e preparare un articolo, cercando di dargli qualcosa di personale, in modo che venga fuori una parte di me, di ciò che mi interessa davvero. Tenere il blog, aggiornarlo, mi rende felice, e se trovo anche il minimo riscontro in chi mi legge, non posso che essere ancora più motivata a continuare. Dolori? Mah, forse a volte mi faccio prendere un po' dall'ansia quando non riesco ad aggiornarlo, o quando non mi vengono in mente idee creative, ma non mi lascio abbattere. Ok l'impegno e la costanza, ma non voglio che il blog diventi un obbligo o una costrizione, perchè può succedere di vivere periodi più incasinati e di non riuscire a postare quattro volte al dì..., in tal caso pazienza; pochi post, ma che siano "buoni" e fatti bene.

Qual è il tuo genere preferito?

Classici e romanzi storici in primis, ma leggo tanto altro.

Quali sono i tuoi autori preferiti?

Diversi, ad es. la Mazzantini, Donato Carrisi, Luca Bianchini, Kate Morton, Jennifer Donnelly, Sara Rattaro. le sorelle Bronte...

Quant'è importante la lettura nella tua vita?

Molto, leggo quando posso e dovunque sono; c'è sempre un libro in borsa, mal che vada mi scarico le copie pdf sul cellulare, guai a restar senza qualcosa da leggere  ^_^

Come ti definiresti in tre parole?

Sincera, sensibile, taciturna.

Ebook o cartaceo?

Io sceglierei sempre cartaceo, ma per ragioni logistiche ed economiche, sto dando spazio molto agli ebook, ultimamente.

C'è un libro che ti ha cambiato la vita?

Molto libri hanno avuto la loro influenza su di me, come il Diario di Anna Frank, ma su tutti dico la Bibbia, il Libro dei libri.

In quale periodo storico ti piacerebbe vivere?

Nel Rinascimento, è stato un periodo molto ricco culturalmente e artisticamente.

sabato 18 giugno 2016

Recensione film: LUI E' TORNATO di David Wnendt



Poche settimane fa ho letto il romanzo di Timur Vermes "Lui è tornato" (RECENSIONE), una parodia umoristica e godibile che risponde a modo suo ad una "semplice" (e provocatoria?) domanda: cosa accadrebbe in Germania se tornasse, all'improvviso, Adolf Hitler? Come si comporterebbe l'ex-Fuhrer? Continuerebbe ad avere sempre i suoi programmi politici nazionalistici, fanatici e aggressivi? Quanto e che genere di seguito troverebbe?

E a queste domande tenta di dare una possibile e surreale (?) risposta l'omonimo film di David Wnendt, con Oliver Masucci (nei panni di Hitler), Fabian Busch, Christoph Maria Herbst, Katja Riemann.

Siamo nel 2014 e in un giorno d'estate, in zona residenziale di Berlino, Adolf Hitler si sveglia improvvisamente proprio lì dove un tempo si trovava il suo bunker, che è anche il luogo della sua morte suicida.
Sono passati 69 anni da quel 30 novembre 1945, i cieli tedeschi non sono attraversati da aerei nemici, la guerra è finita, il suo partito non c'è più e ad essere cambiata è la Germania stessa, il suo popolo, che non lo riconosce più.
I bambini lo guardano con derisione, il giornalaio che lo soccorre non fa che guardarlo e scoppiare a ridere; la gente (turisti soprattutto) lo ferma divertita e curiosa per farsi foto e selfie con lui.

Ma che sta succedendo ai suoi amati tedeschi?
Seppur confuso, Adolf si riprende subito e, grazie all'incontro con un giovanotto appena licenziato dall'emittente myTv - Fabian Sawatzki -, si ritrova in poco tempo al centro di un interesse mediatico sorprendente.

Quest'uomo col baffetto corto, gli occhi allucinati, lo sguardo da folle, la divisa nazista di "quei tempi", quel modo di parlare e gesticolare furiosi, "a scatti", nervosi...., accende la curiosità (morbosa?) di molta gente: non solo di Sawatzki, che vede in questo commediante che insiste a farsi chiamare Hitler, la sua possibilità di riscatto professionale, ma anche di chi dirige la stessa myTv, che propone programmi trash, che faranno pure ridere ma che in realtà sono di scarsissima qualità.

Ad Adolf viene quindi dato un suo spazio in tv e lui non si lascia scappare l'occasione di criticare tutte le bassezze e gli errori che vede nella società odierna, dichiarando come solo lui potrebbe di nuovo portare il giusto ordine in Germania.

Ovviamente la maggioranza ride di lui, non gli dà credito, però fatto sta che... se ne parla; Hitler - o meglio, il folle che dice di essere lui - è tornato e in tanti (troppi) gli danno ascolto; si parla di lui sui giornali, in tv, su You Tube; c'è che lo critica e lo trova di cattivo gusto, e chi invece non si dimostra contrario alle sue idee, volte soprattutto a denunciare "l'invasione" della Germania ad opera degli stranieri.

Come si evolverà il successo di questo Fuhrer redivivo, che non ha smesso di essere convinto sostenitore delle stesse estreme idee di 70 anni prima? 

Il film punta proprio, come dicevo all'inizio, su questo aspetto cruciale: sarebbe possibile - ragionando per assurdo - ad un fantomatico Hitler riprendere "il discorso" da dove lo aveva lasciato? Troverebbe un seguito? Quanto la massiccia presenza dei media favorirebbe il consenso di quest'uomo e la diffusione delle sue idee?

Siamo in presenza di una commedia fatta bene, con intelligenza, con un umorismo che fa sorridere ma, similmente al romanzo, permette anche di trarne delle considerazioni serie; Oliver Masucci mi piace molto nei panni del resuscitato Hitler, per l'espressività facciale soprattutto.

Accenno giusto a qualche differenza con il libro: la storia è spostata nel 2014, mentre nel libro siamo nel 2011.
Nel film è molto accentuata la rivalità tra due importanti personaggi che lavorano per myTv, cioè Katja Bellini e Sensenbrink; non ho apprezzato moltissimo la scelta finale (relativa a Sawatzki), che chiaramente non dirò ma che è diversa rispetto al romanzo; trovo che il messaggio del film - in merito al pericolo che un tipo "come Hitler" possa trovare fin troppo riscontro tra giovani e non solo, anche in virtù dei concreti problemi socio-economici in cui versa il Paese (e non solo, l'Europa in generale) e del malcontento che serpeggia tra una grossa fetta della popolazione - sia più forte e maggiormente sottolineato che nel libro.
Lo stesso Adolf mi è apparso più cinico nel film rispetto a come appare nel romanzo, dove conserva ancora sprazzi di bontà. 
In un certo senso, la piega finale data al film ha un che di inquietante, cosa che non ho avvertito tra le pagine del libro.

Ne consiglio la visione, è un film interessante e originale.

Segnalazioni: UN COLPO ALLA SPERANZA di Marcello Gagliani Caputo - UOMO O LUPO di Mattia Rubino



E' il momento delle segnalazioni!

Dopo il racconto “Protocollo 19”, Marcello Gagliani Caputo torna a raccontare l’apocalisse zombie nel romanzo “Un colpo alla speranza”, disponibile in esclusiva su Amazon in ebook e cartaceo.


UN COLPO ALLA SPERANZA 
di Marcello Gagliani Caputo


link Amazon
TRAMA

In seguito a delle misteriose aggressioni avvenute durante un corteo di protesta nel centro città, in pochi giorni Roma piomba nel caos, in mano a orde di folli cannibali che uccidono e saccheggiano le strade della Capitale. 
Dopo due settimane dai tumulti, in una città ormai distrutta e abbandonata, Marco e Pietro, la cui amicizia è nata proprio durante i disordini, decidono di lasciare Roma nella speranza di congiungersi con la sorella di Marco, a Sabaudia. 
Il loro sarà un viaggio pieno di insidie, in cui incontreranno altri sopravvissuti, ma grazie al quale scopriranno, soprattutto, che fine ha fatto il mondo che conoscevano.

L'AUTORE.
Marcello Gagliani Caputo è nato a Palermo il 30 ottobre 1974 e vive a Roma con la famiglia. Ha pubblicato diversi saggi di cinema, tra cui le guide al cinema di Stephen King e della coppia Bud Spencer e Terence Hill e “Universal Monsters - L'epopea dei mostri in bianco e nero”. Agli zombie ha dedicato gli ebook “Zombie al cinema” e “Zombie in TV”, mentre alla Juventus la collana “Almanacco Juventino”, “Da Platini a Pogba - La Juventus dei campioni francesi” e “Paulo Dybala. La Joya argentina”. Ha raccontato la storia della Champions League in “Champions Italia - Le italiane e la coppa dei Campioni” ed è autore dei racconti “L'ultima corsa”, “Il gioco”, “Protocollo 19” e “L'uomo col papillon”.



Seconda opera che sottopongo alla vostra attenzione, lettori:

UOMO O LUPO
di Mattia Rubino


EDITORE: Self-publishing
Numero pagine: 484
SINOSSI

Maledizioni e uomini lupo, streghe e stregoni, magia nera e magia bianca.
Amore, amicizia e fratellanza. Odio, rabbia e disprezzo. 
Persone disposte a uccidere pur di raggiungere i propri scopi e persone pronte a morire pur di proteggere i propri cari. Fratelli che si amano e fratelli che invece si odiano. 
Amore e dolore. Uomo o Lupo, il bene contro il male, la natura umana contro quella animalesca. 
Solo una vincerà. Ma quale delle due? Uomo o Lupo?

BIOGRAFIA AUTORE.
Mattia Rubino, pseudonimo di Mattia Vanfiori, nato a Canicattì (Sicilia), il 12 luglio 1995. Ha studiato presso il liceo Psico-Pedagogico di Ravanusa, dove ha conseguito il diploma. La scrittura è da sempre la sua più grande passione. L’animale che più lo affascina è il lupo e tutte le leggende che lo riguardano. Uomo o Lupo è il suo primo romanzo, pubblicato mediante Self-publishing.

venerdì 17 giugno 2016

Recensione: AMORI POSSIBILI di Maurizio Corrado



Buonasera cari amici e lettori!
Ritorno sul blog per proporvi il mio parere su un'altra delle pubblicazioni che ho ricevuto da parte di Intrecci Edizioni.

Come già è accaduto con il breve romanzo "Vuoto fino all'orlo" di Samuela Pierucci (recensione), anche per questo libro, che è una raccolta di sei racconti, ciò che mi ha favorevolemente colpita da subito è stata l'originalità del soggetto e il modo di raccontarlo a noi lettori.


AMORI POSSIBILI
di Maurizio Corrado


Aggiungi didascalia
Maurizio Corrado in questo scritto ci propone sei racconti che, come già il titolo fa presagire, parlano d'amore.

E ne parlano in modo particolare, a cominciare dal tipo di "amanti" scelti, presi in prestito dalla natura, dalla realtà materiale che ci circonda, e che tra queste pagine vengono umanizzati.

Non mancano gli esseri umani veri e propri, in questi racconti, ci mancherebbe: gli umani con i loro amori, i capricci, i desideri, ma essi passano in secondo piano rispetto alle varie forme di vita e d'amore vissuti da ben altri personaggi.

L'amore di cui ci parla l'Autore, e che fa da filo conduttore alle sei storie, è di quelli che giungono inaspettati, all'improvviso; un amore la cui origine si perde "nella notte dei tempi" (quando l'universo era ancora in formazione, o quando i monti dovevano ancora trasformarsi in altro), che non sempre viene subito compreso e accettato, anzi: c'è inizialmente un po' di ritrosia a lasciarsi andare, e così i futuri amanti fingono e ostentano indifferenza reciproca, fino a quando si trovano costretti a cedere e ad ammettere che tra loro è nato un legame ineluttabile che li unisce nonostante la differenza d'età ("La strada e il palazzo"); un legame e un sentimento vicini alla passione incontenibile, ora tenera ora quasi incestuosa ("La città e il bosco"), alla gelosia, al senso di possesso ("Il treno e la galleria"), o alla devozione e alla fusione totali ("Il monte e l'acqua"); sono amori che spesso si scontrano con la diffidenza, l'incomprensione ("Il suono e la materia"), la voglia di prevaricare da parte di uno dei due ("La mente e il cervello").

E nonostante questo tipo di amore coinvolga elementi della natura e di ciò che ci circonda in generale (più che gli esseri umani, come di solito accade nei libri), ne avvertiamo tutta la forza, la "fisicità", l'inevitabilità, grazie alla cura delle parole scelte da parte dell'Autore.

L'amore nasce, esplode in mille frammenti lì dove non credevi fosse possibile: un amore che modella le montagne, che si riflette sulle pietre levigate di una vecchia strada di paese, che vede uniti indissolubilmente  - in un continuo scambio di dare e ricevere - l'ambiente naturale con ciò che è creato dall'uomo.

Quello di "Amori possibili" è un universo in movimento, in cui ogni cosa è in relazione e questa relazione è vissuta nel profondo e richiede una fusione completa, fino all'annullamento, come a ripristinare l'unico vero ordine possbile all'interno della creazione.
Una creazione che assiste silenziosa al fermento della vita degli esseri viventi, sempre alla ricerca di qualcosa che dia senso alle loro esistenze, che li faccia sentire vivi.

Come dicevo, si tratta di sei brevi racconti molto particolari, caratterizzati da un linguaggio efficace, suggestivo, quasi ipnotico, capace di immergere totalmente e quasi "fisicamente" il lettore nei rapporti tra gli elementi della natura, ascoltandone la voce silenziosa, dando loro un'anima, come se fossero persone che desiderano, sospirano, odiano, si indispettiscono, con le quali sentiamo di avere tanto in comune.

L'Autore ha scelto di mostrarci questi singolari e immaginari aspetti del mondo naturale - del quale facciamo parte più di quanto spesso ci rendiamo conto - con uno stile di narrazione in cui parole e frasi (alcune molto lunghe con poca punteggiatura, altre brevi/brevissime) giungono a noi in un ritmo frenetico, concitato, come un flusso di coscienza, un fiume inarrestabile di voci e pensieri che provengono da universi e mondi misteriosi più grandi di noi, che si intrecciano e che ci ricordano come ciascun uomo si sentirebbe se si ponesse davvero all'ascolto della voce della natura: infinitamente piccolo.

Lettura consigliata, anche a chi di solito non predilige i racconti, ma questa potrebbe essere una piacevolissima scoperta!


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