domenica 18 dicembre 2016

"Coming Through the Rye": il film che narra un viaggio alla ricerca di Salinger e del Giovane Holden




Il giovane Holden (recensione) di J.D. Salinger è un romanzo di formazione che ci racconta le esperienze di un adolescente giunto a un momenti critico della propria vita: sta vivendo una sorta di indefinita crisi d'identità ed esistenziale, per la serie: Cosa devo farne della mia vita?

Pubblicato nel 1951, è un libro che ha caratterizzato la letteratura americana di quegli anni, e non solo; ancora oggi è un romanzo molto consigliato a giovanissimi e non e ancora diffusamente letto.

L'interesse attorno a questo libro, negli anni, è stato  accresciuto anche dall'atteggiamento del suo autore, Jerome D. Salinger, tanto schivo e interessato a mantenere la propria privacy da risultare letteralmente irreperibile ai propri lettori.

Salinger s'è sempre rifiutato di concedere i diritti all'industria cinematografica perchè dal suo bestseller fosse tratto un film; tant'è che l'unica produzione di questo genere ottenuta, in passato, è stato un documentario del regista Shane Salerno e del giornalista David Shields, uscito nelle sale italiane nel 2014, ispirato a una biografia di Salinger.

Ma i tentativi di portarlo sul grande schermo non si fermano, e di recente c'ha provato James Sadwith (2015), con Coming Through the Rye (sito film), che si basa sul viaggio di Jamie Schwartz (Alex Wolff), un giovane ragazzo degli anni ’60 che decide di rintracciare Salinger (Chris Cooper), suo mito, per chiedergli l’autorizzazione a utilizzare la storia del Giovane Holden per un adattamento da girare a scuola.

"Coming Through the Rye" è il film che ripercorre i sogni e i problemi della generazione cresciuta con il Giovane Holden: un viaggio  (un po’ autobiografico, come spiega il regista) tra il mito bohémien e la ricerca di uno scrittore avvolto dal mistero: J. D. Salinger

Sua compagna di avventura è Deedee (Stefania LaVie Owen), la bella coetanea che lo scorterà non solo nell’impresa ma anche in un vero e proprio percorso esistenziale, imparando insieme a lui ad affrontare le problematiche che vita presenta e a riconoscere i primi segnali d’amore e d’amicizia.

La pellicola ha ottenuto diversi riconoscimenti nei  vari festival americani in cui è stato proiettato.

Nella speranza che arrivi anche qui da noi, ci guardiamo il trailer ^_^





CHE NE PENSATE?
AVETE LETTO "IL GIOVANE HOLDEN"? 
VI INCURIOSISCE QUESTO FILM?

fonte: Il Libraio

sabato 17 dicembre 2016

LA CAPPELLA NERA di Gianluca Turconi, il capitolo conclusivo della "Saga del Pozzo"



E giunge a conclusione la Saga del Pozzo con il romanzo science fantasy "La Cappella Nera" dell'autore Gianluca Turconi.



LA CAPPELLA NERA
di Gianluca Turconi


Editore: Smashwords
Genere: Science fantasy
ISBN: 9781370797462
Serie: Saga del Pozzo
Edizione: Prima Edizione
Pagine: 456 
Costo: euro 0.99

Introduzione alla Saga del Pozzo

Dalle assolate spiagge dei moderni Caraibi fino alle fangose pianure dell'Europa del IX secolo dopo Cristo, passando per il Califfato di Baghdad e l'invincibile Konstantinoupolis bizantina, tra scienza e magia, si snodano le vicende che possono cambiare la storia dell'Umanità. Amori, fedi e superstizioni, potenti sette religiose medievali, interessi dinastici e le fragilità umane porteranno vigliacchi ed eroi, uomini del passato e del presente, vecchi e bambini a unire le forze per contrastare l'espansione del sovrannaturale Pozzo, insinuatosi nel Tempo, e a confrontarsi con l'Intelligenza oscura che vi si annida, mentre ciò che è stato si sgretola sotto il peso di ciò che avrebbe potuto essere.


Sinossi 

Il Tempo e la Morte sono confini che si possono violare.
Ne è cosciente Walbert Tredita, il guerriero sassone Pelle-di-lupo alla guida degli ultimi sopravvissuti dei Popoli del Nord - Franchi, Celti e Sassoni - che nel IX secolo d.C. hanno trovato rifugio in Irlanda, nel regno di Osraige. 
Essi fuggono dai Risorti, coloro che hanno eluso la vera morte grazie al potere smisurato del loro Signore, il Demone dai Cento Nomi, come viene chiamato l'uomo che li controlla, perché al momento del suo Ritorno nel Tempo si nascose dietro la falsa identità di Loki, il Dio ingannatore, e molti altri appellativi, ignaro egli stesso della propria origine.
Quei pochi superstiti in terra d'Irlanda sanno di essere condannati all'estinzione, non solo perché dal cielo ha ricominciato a cadere la Manna dei Risorti, la sostanza che rianima i defunti, ma anche a causa della Maledizione dei Nati, l'inspiegabile evento che non permette alle madri di partorire figli vivi. Ogni speranza pare ormai perduta, in vista dell'ultima battaglia campale contro le schiere del Signore dei Risorti.
Tuttavia, in altri luoghi e in altri tempi, uomini e donne coraggiosi lottano affinché il Signore dei Risorti non abbia la meglio.
A Konstantinoupolis, Harald Haraldsson, mercenario vichingo della Guardia imperiale bizantina sopravvissuto insieme al fratello alla calamità sovrannaturale che ha travolto l'Europa medievale, è impegnato nella caccia a Fenrir, il mutaforma figlio di Loki, in possesso di uno strumento per uccidere il padre: la Pietra che conserva una traccia del suo sangue, perduto prima che la sua natura si rivelasse. Per aiutarlo nell'impresa, gli è stato affidato un prigioniero con poteri eccezionali e un destino particolare. Si tratta dell'ultimo bambino nato vivo sulla Terra, un Sassone di cui i sacerdoti del suo popolo ebbero così tanta paura da forgiare una Catena munita di sigilli runici che lo soggiogassero.
Eppure, qualcosa di inaspettato si inserirà in quest'epica lotta. E se il Signore dei Risorti non fosse il nemico più pericoloso, ma qualcosa di ignoto avesse violato il Tempo, a partire dal XX secolo della Guerra Fredda tra USA e URSS, approfittando del Creato in disfacimento generato dall'esistenza del negromante e perseguendo propri fini?
Per opporsi a questa nuova minaccia, non rimarrebbe altro da fare che comprendere quanto è scritto sul Muro dei Ricordi alla Cappella Nera, la dimora scelta dal Signore dei Risorti a Konstantinoupolis. E' una frase breve, ma dal significato molto ambiguo, destinata a tutti coloro che ancora credono nella salvezza dell'Umanità, in qualunque tempo e luogo vivano: "Seguite il bambino, egli sa".


Collegamenti per l'acquisto e/o lettura primi capitoli dei romanzi della Saga

Le cover di RED LEAVES ("La casa delle foglie rosse")



Ecco alcune delle cover di Red Leaves, il romanzo che in Italia verrà pubblicato il 19 gennaio da HarperCollins Italia.

Tra tutte, preferisco la cover italiana!! E voi? ^_^






venerdì 16 dicembre 2016

Recensione: LA SECONDA NOTTE DI NOZZE di Pupi Avati



Piacevole e simpatica commedia ambientata negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, con pochi ma caratteristici personaggi, che ci fanno sorridere per le loro stranezze o per la loro candida ingenuità.


LA SECONDA NOTTE DI NOZZE
di Pupi Avati


Ed. Mondadori
137 pp
"Ve lo ricordate quando venivate giù al mare... venivate... con la vostra famiglia?"
"Allora?""Io ero lì dalla mattina presto... ad aspettarvi.... da presto..."le confidava. "E senza guardare, senza girarmi.. lo sapevo se c'eravate o no... lo sapevo, io...""E come facevate?""Dall'odore del vostro sapone.. aspettavo quello... non c'era bisogno che mi girassi per vedere... sapevo che c'eravate ed ero contento... ero..." farfugliò in un momento di sconquasso sentimentale.Lei lo guardò e, all'improvviso, ebbe paura di quella sconfinata tenerezza".

Giordano Ricci è un uomo che vive a Torre Canne, in Puglia (Brindisi) ed è famoso, nel suo paese, perche è interviene per togliere le mine, evitando che scoppino uccidendo poveri innocenti, come purtroppo è accaduta alla povera piccola Maria, una bimba morta tragicamente proprio a causa di una mina.
Giordano vive con le zie Eugenia e Suntina (sorelle del babbo), che si prendono cura di lui, soprattutto perchè lui è un po' tonto; sì, insomma, Giordano è buono, timido, generoso ma tutti lo trattano per quello che è: lo scemo del villaggio.
Giordano, infatti, è matto e negli anni passati è stato ricoverato in ospedale e gli hanno fatto pure l'elettroshock.

Intanto, a Bologna, vive Liliana, vedova e con un figlio scapestrato e bugiardo, Nino.
I due non se la passano benissimo, fanno la fame e i tentativi di Nino di raccattare soldi finiscono sempre male, a causa delle sue azioni sconsiderate. Disperata, Liliana fa un gesto di cui poi si pente: chiede aiuto a Giordano Ricci, il fratello del marito che vive in Puglia.
Giordano, da ragazzo, è stato innamorato di Liliana, che però è odiatissima dalle zie Eugenia e Suntina, che quando sentono che il nipote desidera ospitare la vedova e il figlio, e offrire loro tetto e cibo, danno di matto, convincendolo a non fare un gesto tanto stupido, che potrebbe solo recargli dolore...

Liliana e Nino arrivano in Puglia e si ritrovano quindi in casa di quest'uomo strano, impacciato ma anche tanto altruista, ingenuo, quasi fanciullesco nei comportamenti e nei modi di parlare e ancora innamorato di Liliana, e dovranno vedersela con le due zie streghe, contrarie alla presenza dei due opportunisti familiari del nord.

Pupi Avati ci racconta una piccola storia buffa, con personaggi strampalati ma simpatici: l'incosciente Nino, le zie zitelle e iperprotettive, la vedova dai sani principi accusata di essere una poco di buono; un uomo innamorato che, nonostante sia "matto", alla fine forse è quello che ragiona meglio di tutti; è una commedia con molti dialoghi vivaci, una trama semplice ma raccontata con ironia e umorismo.
Una lettura veloce e carina.

giovedì 15 dicembre 2016

Epigrafe da... L'ESTATE PRIMA DELLA GUERRA di Helen Simonson.



LA mia prossima lettura è un romanzo prestatomi gentilmente da un'amica lettrice: L'ESTATE PRIMA DELLA GUERRA di Helen Simonson, che tratteggia un vivido, acuto ritratto della società inglese di inizio Novecento, evocando un’intera epoca attraverso la descrizione delicata e struggente dell’estate che ha preceduto il primo grande conflitto mondiale.

Vi riporto la citazione introduttiva  ^_^


"Fu soprattutto, e bizzarramente, una sensazione... la sensazione che le migliori condizioni di luce, aria, cielo e mare, insieme con la più bella estate inglese che si potesse concepire, si mescolassero alla violenza di azione e passione... Mai festa disperate erano state mitemente sottolineate come accade durante  due mesi indimenticabili che avrei trascorso a osservare la striscia blu brillante della  Manica dall'alto del vecchio bastione di una cittadina fabbricata su un'altura del Sussex."

Henry James, Within the Rim





ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA?


"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


mercoledì 14 dicembre 2016

Recensione: LA TEOLOGIA DEL CINGHIALE di Gesuino Nemus (RC 2016)



Un romanzo particolarissimo, un esordio sorprendente, personaggi che affiorano da un mondo che ci appare antico (pur non essendo così lontano da noi, nè nello spazio nè cronologicamente), separato da tutto e tutti, soggetto a leggi proprie, portatore di lingue, costumi e usi arcaici, a volte incomprensibili ma forse proprio per questo affascinanti.

"La Teologia del Cinghiale" è stato premiato con il Premio Bancarella "Opera Prima" 2016; il vero nome del suo autore è Matteo Locci.


LA TEOLOGIA DEL CINGHIALE
di Gesuino Nemus



Ed. Elliot
Collana Scatti 
pp. 240 
€ 17,50
Settembre 2015
La storia raccontata dall'Autore - che usa come pseudonimo* il nome del personaggio principale del romanzo - è collocata in Sardegna, nei Tacchi dell'Ogliastra, nel luglio 1969.

Sono giorni che la Storia ricorderà per quel memorabile sbarco sulla luna che tenne tanti incollati alla tv (per chi ce l'aveva), ma  Telévras, piccolo paese dell'entroterra sardo, ne conserverà memoria per altri fatti, strani e misteriosi.

Due ragazzini, amici per la pelle, vengono in qualche modo coinvolti in una serie di eventi apparentemente inspiegabili e che riguardano la morte di più persone.

C'è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante: l'altro ragazzino è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e con problemi "di testa", da tutti considerato "scemo".
I due ragazzini crescono sotto le ali protettive del parroco del paese, il prete gesuita don Cossu, che si prende cura di loro, dandoli non solo da mangiare ma anche un'istruzione, come fossero figli suoi.

Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa.

Ad indagare c'è il maresciallo dei carabinieri De Stefani, un piemontese che fatica a prendere confidenza con la realtà montanara sarda, con le sue logiche e le sue leggi non scritte ma note a tutti e da tutti seguite; accanto a lui, ad aiutarlo a districare la matassa - che si ingarbuglia quando vengono ritrovate morte altre due persone, collegate al primo morto - ci sono il carabiniere scelto Piras e lo stesso don Cossu che, in quanto "del posto", possono fornire al maresciallo una lettura e una comprensione degli eventi "interna".

Matteo ci viene presentato come un ragazzetto super dotato, intelligentissimo, che parla il latino speditamente senza averlo studiato per anni, che sa suonare le musiche senza aver studiato uno strumento musicale; conosce a menadito tutti i nomi dei diavoli che Don Co' scaccia dagli indemoniati e, soprattutto, è un tipo che sa osservare la realtà attorno a sè, comprendendo ciò che gli adulti pensano di potergli nascondere.

Di questa sua capacità mette a parte l'amico carissimo Gesuino, che lui non tratta come uno sciocco ritardato, anzi, lo rispetta e gli parla seriamente per insegnargli ciò che sa.
E Gesuino capisce tante cose, e ha pure un'ottima memoria, tant'è che ricorda, ad es., perfettamente strade e sentieri di montagna nei quali pure un pastore esperto rischierebbe di smarrirsi.
Certo, non parla, pare muto e per questo tutti lo ritengono scemo, ma non sanno che Gesuino scrive, e scrive pure tanto; scrive senza virgole e senza punti, fa impazzire chi legge le sue parole deliranti, ma intanto scrive sempre, e in ciò che esce dalla sua testa c'è più verità di quella che preti e marescialli saranno mai capaci di scovare e portare alla luce.

La verità riguardante Matteo, ad esempio.
Eh già perchè il suo amico, una sera, dopo il ritrovamento del cadavere del papà e dopo un ulteriore tragico avvenimento famigliare, decide di fuggire, di notte, andandosene su per i monti, nascondendosi in anfratti dove nessuno potrà trovarlo.
O per lo meno, così è convinto don Co', che teme che al suo pupillo possa accadergli qualcosa, solo soletto nella montagna aspra e solitaria, ma allo stesso tempo spera che il ragazzo, sveglio com'è, sappia cavarsela. Magari non tornerà, ma l'importante è che, ovunque vada, Matteo stia bene...

Ma cosa è accaduto davvero a Matteo?
E quelle morti che stanno rattristando Televras, a cosa o a chi sono da ricondurre? Chi è il colpevole?

Misteri, colpe antiche, segreti e rivelazioni giungono agli occhi del lettore pagina dopo pagina, mentre la storia pare tingersi di giallo..., ma attenti!, non è un giallo come gli altri; quello delle morti misteriose è più un espediente preso in prestito dall'Autore che il cuore della faccenda.

Attraverso le parole di Gesuino veniamo immersi in eventi sapientemente orchestrati, imprevedibili e tanto originali, che ci stupiscono per il tocco pieno di umorismo e di inventiva, per i personaggi caratteristici, che ci fanno ora sorridere ora ci suscitano tenerezza.

Ci piace don Cossu, per la sua cultura che sa essere tanto astratta (se vuole, sa filosofeggiare) quanto pratica, vicina al piccolo mondo in cui è nato, alle semplici anime di cui accoglie (non le ascolta semplicemente) le confessioni e che assolve; è simpatico e tenero con i suoi pupilli, è arguto e ironico con il povero maresciallo, che non sa raccapezzarsi dietro a questi sardi incomprensibili e omertosi, che sanno tutto di tutti ma non parlano manco se minacci di sgozzarli.

Così arrestare un delinquente diventa davvero un'impresa, e lo sa bene Piras, che svolge questo lavoro da una vita tra la propria gente e che sa quanto sia difficile acchiappare i colpevoli, perchè si finisce per conoscere tutti e chiudere non soltanto un occhio, ma pure l'altro, e orecchie comprese.

A differenza del maresciallo, un altro forestiero si troverà coinvolto - seppur come spettatore - nei fatti di quel luglio del '69 e nel corso della narrazione vedremo le cose anche dal suo punto di vista. 
Carlo è un giornalista che scrive articoli di viaggio ed infatti si trova in quella zona della Sardegna per prepararne uno che illustri la bellezza di quei posti per fini turistici.
Carlo si trova di fronte - anzi, dentro - ad una realtà a lui ignota, diversissima dalla sua Milano; conosce di persona questi sardi dal cuore grande, dalle mani generose, dall'atteggiamento affabile, ti chi subito di fa sentire a tuo agio, ti dà confidenza, trattandoti come uno di casa, offrendoti vino, liquore, formaggio, e mangiare insieme, si sa, è forse l'espressione massima della condivisione.
Carlo resta piacevolmente stupito dall'accoglienza calorosa del vivace e acuto don Co' e di tutti gli altri personaggi che incontra; comprende anche che il piccolo e minuto Gesuino non è stupido, anzi...: se quella bocca parlasse e dicesse tutto ciò che sa, quante verità emergerebbero!

Ma Gesuino è un sardo DOC; le parole le misura, le pesa, le scrive sul proprio "libro" e le sussurra all'orecchio solo di persone che si porteranno i suoi piccoli grandi segreti nella tomba.
Ma tranquillo, lettore, Gesuino non ti lascia nell'incertezza e il finale dà tutte le risposte, ma lo fa spiazzandoti. 

"La teologia del cinghiale" è un'opera pirotecnica, geniale e ricca di suspense che ci catapulta in un "piccolo mondo antico" (eppure odierno), come antichi, arcaici sono le sue voci, i suoi sapori, che ci avvicinano almeno un po' alla magia della terra sarda, raccontando gli ultimi cinquantanni di un'Italia sospesa fra modernità e tradizione.

Tutto è sardo, in questo libro, e per comunicarcelo l'Autore non esita a riempirci di parole e frasi in dialetto, perchè il sardo è una vera e propria lingua a sè; è sarda la mentalità dei suoi personaggi, i loro nomi e soprannomi; lo è il riferimento al paesaggio, che sa essere tanto brullo e aspro (come le montagne di notte) quando incantevole (come le spiagge e il mare cristallino); lo è nel cibo, nell'arrosto di pecora o di cinghiale, nel sapore deciso dei formaggi fatti in loco, nel cannonau che ti dà alla testa.

La narrazione è ora chiara, logica e ordinata, ora è un fiume in piena di parole e pensieri in apparenza sconnessi, quando è affidata a Gesuino.

Leggete questo romanzo, ve lo consiglio, perché credo che anche voi, come me, vi lascerete coinvolgere e lo troverete singolare e incredibile, per stile e trama, per il linguaggio genuino e verace, per il tono, ironico e nostalgico insieme, di chi questa terra meravigliosa la conosce da vicino e la ama; per la schiettezza dei suoi personaggi..., e non restarne affascinati sarà davvero un'ardua impresa.
Consigliato!!!


*ad essere precisi, l'Autore parla di eteronimo; Nemus in sardo vuol dire "nessuno", ma Locci non vuol dargli un'accezione negativa, bensì rimandare alla figura mitologica di Nessuno (Ulisse).



13. Uno dei finalisti del Premio Bancarella 2016

Anteprima Harper Collins: LA CASA DELLE FOGLIE ROSSE di Paullina Simons - dal 19 gennaio!!




In quanti hanno imparato a conoscere e ad amare Paullina Simons attraverso la trilogia de Il cavaliere d'inverno?

Se siete tra questi, probabilmente come me aspetterete con entusiasmo il suo nuovo romanzo edito da Harper Collins Italia!
Dalla trama si evince una storia ricca di suspense e segreti da svelare!!


LA CASA DELLE FOGLIE ROSSE
di Paullina Simons




Ed. HarperCollins Italia
14.90 euro
USCITA:
19 GENNAIO 2017

Sinossi (fonte)


Conni, Albert e Jim sono inseparabili fin dal primo anno di università: vivono, studiano e giocano a basket insieme, legati da un'amicizia totalizzante che ruota intorno all'anima del loro gruppo, la bellissima Kristina Kim, ma che negli ultimi tempi inizia a dare segni di cedimento. 
Quando il corpo di Kristina viene trovato nudo e semisepolto dalla neve nei boschi che circondano il college, tocca a Spencer O'Malley far luce sulle circostanze poco chiare di una morte che lo turba profondamente, forse per via dell'istintiva affinità che ha provato nei confronti della vittima nel momento stesso in cui l'ha conosciuta, pochi giorni prima. 
Com'è possibile che nessuno di quegli amici così stretti abbia denunciato la sua scomparsa?
O'Malley è sicuro che la chiave di tutto sia lì, nei rapporti intricati e per certi versi inquietanti tra i quattro ragazzi, e le sue domande insistenti portano alla luce una rete di segreti, gelosie, reticenze e mezze verità che vanno ricomposti pezzo per pezzo, come un puzzle misterioso e complesso in cui ogni rivelazione è più scioccante della precedente. 



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