mercoledì 21 giugno 2017

Segnalazioni fantasy: I DISSONANTI di Ilaria Marsilli // “Damien Melqart. La città degli esiliati Vol.1” di Mirco Bambozzi



Due segnalazioni in ambito fantasy!!


I DISSONANTI
di Ilaria Marsilli

Data uscita 24/06/2017
Pagine: 580
Genere: fantasy, romance
Prezzo ebook: € 2,99
Prezzo cartaceo: € 17,00


"La mia vita è appesa a un filo. Il tempo è contro di me. Lui è la mia migliore possibilità di salvezza".
Sinossi

Dopo un incontro inaspettato in un tiepido pomeriggio di fine estate, Lisa, spinta da un irrefrenabile desiderio di trasgressione nei confronti della rigida autorità materna, esce di nascosto a tarda ora per recarsi a un appuntamento in un locale della periferia cittadina. 
Una volta rientrata nella sua abitazione, la ragazza trova però la dimora deserta. 
I suoi genitori paiono scomparsi nel nulla e la città stessa sembra sprofondata in un irreale silenzio. 
Ancora non sa che le strade sono perlustrate da individui pronti ad attentare alla sua vita e percorse da creature mostruose che si spostano, irrequiete e bramose, solo in attesa di incontrare suoi simili. 
Non ha idea dell’incubo in cui è precipitata, perché ancora non conosce la scissione.


Il secondo libro che vi segnalo è un romanzo Fantasy autopubblicato “Damien Melqart - La città degli esiliati Vol. 1” di Mirco Bambozzi.

Un’avventura fantastica, ambientata in un lontano passato apocalittico di cui nessuno ha più memoria. Storie di angeli, demoni, vampiri, elementali e uomini, narrate fra scalate al potere, amori tormentati, tradimenti clamorosi e insospettabili alleanze.


“Damien Melqart.
La città degli esiliati Vol.1” 
di Mirco Bambozzi 



Editore: autopubblicato 
Data di uscita: 11/05/2017 
Genere: Fantasy
Pagine: 350
Prezzo: Ebook 3.99€ 
Cartaceo 17,90€
Disponibile su Amazon , Mondadori Store 
e le più importanti librerie online

Sinossi

Un’avventura fantastica, ambientata in un lontano passato apocalittico di cui nessuno ha più memoria. Storie di angeli, demoni, vampiri, elementali e uomini, narrate fra scalate al potere, amori tormentati, tradimenti clamorosi e insospettabili alleanze. 
L’umanità cerca redenzione. Spiragli di salvezza s’intravedono in un’antica profezia: “Quando il Vinto sarà vinto, e solo vincerà se stesso”. 
L’eterno scontro fra il bene e il male incarnato dall’epica battaglia fa gli uomini e la Terra dei Vulcani. Damien Melqart è un giovane Eretico alla ricerca di se stesso e del suo posto nel mondo. 
Il suo viaggio verso Elisea è costellato di insidie, incontri e rivelazioni. 
Le sue uniche certezze sono i compagni d’avventura e una precisa convinzione: “non esiste Bene, che sia realmente tale, che il Male possa distruggere”. 

Nel primo capitolo della saga, dopo una breve sosta a Desma, Damien è costretto a prendere parte alla guerra fra gli Esiliati e i vampiri di Dorodoka. Combatte per Desma, la Città degli Esiliati, ma i vampiri sono troppo potenti e una volta preso atto del pericolo, a Damien non resta che partire alla volta di Lemuria, la mitica città delle silfidi, in cerca di una speranza.

martedì 20 giugno 2017

Segnalazioni editoriali: "Fore morra" di Diego Di Dio // L’AMMERIKANO di Pietro De Sarlo



Cari lettori, quest'oggi sono lieta di presentarvi due romanzi noir dalla trama molto interessante.
Il primo libro, "Fore morra", è un romanzo di Diego Di Dio ( pubblicato da Fanucci a gennaio), un thriller mozzafiato incentrato sulle avventure di due killer professionisti.


“Diego Di Dio ha talento. Scrive frasi taglienti come proiettili sparati ad altezza uomo. Il ritmo è cinematografico. Narra storie di vendetta e di denuncia sociale.” (Barbara Baraldi)

“Realistico e tormentato come Gomorra, esagerato e violento come Kill Bill.” (Cristiana Astori)


Fore morra
di Diego Di Dio


Ed. Fanucci (Timecrime)
Data di uscita: 2 febbraio 2017
Pagine: 320
prezzo: 4,99 (ebook)
12,90 (cartaceo)


Alisa e Buba sono due sicari. Entrambi sono professionali, spietati, ben noti nell’ambiente. Lavorano insieme, ma non potrebbero essere più diversi. 
Buba è un uomo possente, maniacale, una perfetta macchina di morte dal passato ambiguo e oscuro. 
Alisa è una sopravvissuta. Si porta dietro il fardello di un’infanzia trascorsa tra violenze e angherie, tra abusi e povertà: è cresciuta ai margini di una società feroce e impietosa. 
Quando viene commissionato loro l’omicidio di un piccolo camorrista, scoprono che si tratta di una trappola architettata da un uomo potente e determinato, chiamato “il boss”, e di cui si sa una cosa sola: il suo obiettivo è catturare Alisa, catturarla viva. Andando a ritroso nella memoria, esplorando i tormenti e le violenze subite nella sua vita, Alisa dovrà capire chi si nasconde dietro la grande macchinazione congegnata ai suoi danni. Lei e Buba dovranno addentrarsi tra i quartieri di Napoli e negli antri bui della mente umana, per scoprire quanto profondo e devastante possa essere l’odio di un uomo tradito.

Fore morra: fuori dalla camorra. Come proiettili impazziti, con tutti e con nessuno.



Il secondo romanzo, "L'Ammerikano" di Pietro De Sarlo, è un romanzo del tutto particolare, dalla forte carica drammatica e profondità.


L’AMMERIKANO
di Pietro De Sarlo

Editore: Europa (Edificare universi)
Data di uscita: 22 novembre 2016
Pagine: 204
prezzo: 9,49 (ebook)
12,67 (cartaceo)


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Il tranquillo scorrere della vita a Monte Saraceno, un piccolo paese dell’Appennino lucano, viene sconvolto dall’arrivo di un uomo dal passato oscuro e inquietante: l’Ammerikano.

Wilber Boscom, l’ultimo discendente di una coppia emigrata clandestinamente negli Stati Uniti, ha appena portato a compimento la sua personale e atroce vendetta contro una famiglia mafiosa italo-americana, gli Zambrino, ed è per questo costretto a fuggire per evitare sanguinose ritorsioni. 
Ma appena l’uomo approda nel piccolo centro all’ombra dei pozzi di petrolio della Val D’Agri, il suo passato si intreccia con la placida realtà del luogo, alterandone inevitabilmente gli equilibri e innescando una sequenza di eventi che vede in Vincenzo, un suo lontano parente, un contraltare perfetto del protagonista.

Recensione: IL PROFUMO DELLA PASSIONE di Valentina Bindi


E' tutt'altro che semplice l'amore..., e quando ci si mettono anche gelosie, tradimenti e il vento di una passione nata all'improvviso comincia a soffiare troppo forte, è facile sentirsi confusi e commettere qualche errore...
Ma alla fine i sentimenti, se sono sinceri e forti, vincono su tutto.



IL PROFUMO DELLA PASSIONE 
di Valentina Bindi


Ed. Pubme
Carmela è una ragazza siciliana che, in attesa di entrare all'Accademia musicale con il fidanzato Roberto - stanno insieme da due anni e convivono a Palermo -, decide di passare con lui la loro prima vacanza estiva nella casa a Mondello (di proprietà della famiglia del ragazzo).

I due si conoscono dai tempi del liceo; Roberto l'ha corteggiata per diverso tempo ma soltanto due anni prima lei è "capitolata"; eppure, c'è qualcosa di forzato, di poco spontaneo tra loro, come se i sentimenti di Carmela verso Roberto fossero meno intensi rispetto a quelli di lui verso di lei.

Carmela non si sente completa accanto al fidanzato, nonostante senta il suo amore, ma cerca di non soffermarsi troppo su questi pensieri negativi e di vivere la loro storia con passione.
Ed infatti, l'attrazione fisica c'è ed è tanta; anzi, forse è ciò che più li lega, oltre alla musica.

Carmela è già laureata in lingue e letterature moderne, mentre Roberto in economia, ma entrambi condividono l'amore per la musica, appunto, anche se ben presto questa passione comune finirà.

A stravolgere tutto il mondo già preconfezionato di Carmela, ci pensano le vacanze a Mondello, dove lei conosce Diego, un amico di Roberto, molto più piccolo di loro.

Diego è un giovanotto semplice, di umili origini (a differenza di Roberto, che è il classico "figlio di papà"), fa il pescatore e, nonostante la giovane età (ha quasi 18 anni), sembra avere un'aria vissuta.
Già dal primo incontro tra lui e Carmela scatta una scintilla di attrazione, che però lei cerca di ignorare in quanto fidanzata; ma non può negare a se stessa che Diego le fa scorrere brividi che non provava da tempo, la fa sentire desiderata e bella, le dedica attenzioni, cosa che purtroppo, anche in vacanza, Roberto non fa, in quanto spesso e volentieri lascia la fidanzata a casa tutto il giorno per andare a Palermo dal padre, per motivi di lavoro.

Proprio le frequenti assenze di Roberto creano le condizioni ideali perchè Carmela e Diego - spinti da quella inspiegabile magia che si è creata tra loro sin dai primi attimi in cui i loro sguardi si sono incrociati - comincino a vedersi di nascosto, fino a quando uno degli ultimi giorni di vacanza succederà qualcosa di forte e intenso in un pomeriggio afoso di fine agosto.

La passione tra Carmela e Diego esploderà senza freni o lei riuscirà a restare fedele alla propria relazione con Roberto?

E difficile per Carmela ignorare i sentimenti e il trasporto - non solo fisico - provati verso questo ragazzo più piccolo ma anche così maturo e capace di ascoltarla davvero: Diego non è solo bello e spiritoso, non è solo colpito dalla bellezza fisica di Carmela, ma è anche desideroso di farla parlare di sè, di darle consigli e un supporto quando lei gli parla di tutti i suoi dubbi circa l'accademia musicale (che la ragazza in realtà non vuole frequentare, lo farebbe solo per far piacere al fidanzato) e soprattutto sui propri sentimenti nei confronti di Roberto stesso.
E' davvero amore quello che prova per il proprio ragazzo o semplice affetto? Carmela si rende conto come i due non parlino mai di cose serie e personali, e che quando stanno insieme arde solo la passione e il desiderio di fare sesso...

Ma Carmela non è più disposta ad accontentarsi e il suo cuore comincia a chiedere amore vero...
Forse Diego, che sa essere così dolce e comprensivo, potrebbe essere la persona giusta?

Al centro della storia vi è quindi questo triangolo amoroso: Diego è il "terzo incomodo" che si intrufola nella relazione tra Carmela e Roberto, accentuando la crisi già esistente ma latente, e buttando giù le poche certezze di Carmela in merito a questo amore che, a ben guardare dentro di sè, è forse finito da un pezzo.

"Il profumo della passione" è un romance contemporaneo in cui l'amore si colora di tutte le sue sfaccettature, anche di quelle meno belle: non ci sono solo il sesso, la passione, l'ardore di due corpi che si uniscono, ma anche i dubbi, il tradimento, la gelosia e i sospetti, le cose fatte di nascosto, che se da una parte aumentano il livello di eccitazione, dall'altra creano, in Carmela, tanti sensi di colpa...

Come si risolverà questo triangolo e chi, tra i due uomini che se la contendono, sceglierà la protagonista, lo lascio scoprire al lettore, ovviamente; io però devo dire cosa mi è piaciuto ma anche cosa non ho gradito del libro...

Allora, dico subito che di per sè la storia è piacevole, riesce a coinvolgere il lettore (in special modo una lettrice romantica) e l'Autrice ha un modo di scrivere schietto, immediato, giovanile, appassionato, in grado di trasmettere la forza dei sentimenti e delle emozioni dei personaggi, in primis di Carmela, della quale - essendo anche voce narrante - seguiamo passo passo i  pensieri, i tormenti, le paure, gli stati d'animo, la gioia di scoprire che nel proprio cuore c'è posto e voglia di amare pienamente, di sentirsi spensierata, capita, coccolata.
La narrazione contiene sufficienti descrizioni dell'ambiente esterno, delle situazioni e dei personaggi stessi (anche se a volte le ho trovate un po' frettolose), e il ritmo è piuttosto scorrevole.

Però....
Gli elementi "negativi" sono racchiusi nella scrittura, a livello sintattico, soprattutto.
E' chiaro che, non essendo questo il primo romanzo di un autore emergente che leggo, tengo conto di tutte le variabili: mi pare di capire si tratti di un'autopubbicazione e purtroppo questo si nota tanto, troppo, per quanto mi riguarda; la scrittura è acerba e ok, ci sta - voglio dire, si migliora col tempo leggendo, esercitandosi e scrivendo tanto tanto - e non ne faccio un dramma, però un po' più di cura sull'aspetto squisitamente formale, stilistico e sintattico, lo avrei apprezzato.
C'è gente che abbonda con la punteggiatura ed in particolare con le virgole, messe quasi a random; però qui è il caso opposto: qualche segno di punteggiatura in più, messo al posto giusto, avrebbe reso la lettura più agevole, e più immediatamente comprensibili certi passaggi.
Aggiungo anche che i dialoghi spesso li ho trovati un po' "banali", i "botta e risposta" poco articolati e strutturati; un'altra cosa che mi ha colpita molto (è una osservazione soggettiva concernente i personaggi) riguarda un'abitudine di Carmela e Diego: stanno sempre con una sigaretta in mano e con un bicchiere di vino (o altro alcolico) nell'altra... Non fanno altro che bere e fumare e troppe volte mi son parsi dei ragazzetti molto immaturi e irritanti.

Infine - non so se è un problema solo della mia copia... - manca la numerazione delle pagine, ma ok, questa può essere una svista al momento della stampa.

Concludendo: credo che il romanzo abbia diverse cose buone: la storia non è male, anzi, e c'è sicuramente del talento nell'autrice; tra l'altro so che ha scritto diversi libri, che hanno ricevuto riscontri positivi, quindi proverò più in là a leggere altro di suo.

lunedì 19 giugno 2017

Recensione: PORCINI SULL'ASFALTO di Iacopo Bianchi



Un bambino scomparso nel nulla; un giovane ammazzato in circostanze poco chiare; tre amici, ognuno diverso, ma tutti venuti su come funghi porcini, nello stesso sottobosco urbano fiorentino, alla ricerca della verità sullo sfondo degli Anni Novanta.


PORCINI SULL'ASFALTO
di Iacopo Bianchi


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Siamo a Firenze e conosciamo il protagonista (nonché voce narrante, che ci guiderà nello svolgimento dei fatti, i quali comprendono un arco temporale di 20 anni - quindi fino al 2005 -) nel 1985, quando è solo un bambinetto che comincia a farsi la sua piccola cricca di amici, composta da coetanei tutti chiamati con un soprannome: il Neri, Testa, Candrazzo e Felipe. Al gruppetto, nel tempo si aggiungeranno un paio di amiche (Elena e Marzia).

Ognuno è diverso dall’altro ma forse proprio per questo i quattro maschietti diventano inseparabili e anche un po’ protettivi gli uni verso gli altri; in particolare verso Felipe (che in realtà si chiama Mario), che ha perso la propria gemellina e in casa vive una tale condizione di dolorosa tensione e opprimente tristezza da essere diventato anche lui particolarmente fragile e silenzioso.

Un pomeriggio del 1988, i nostri quattro e vivacissimi amici, sempre in sella alle proprie bici e costantemente alla ricerca di nuove avventure, vivono un’esperienza che li cambierà e segnerà per sempre.

Tutto ha inizio nel (malfamato) bar Giglio Rosso, di proprietà di Alfio, un uomo burbero ma in fondo simpatico, che vuol bene ai ragazzi; un giorno, Alfio e Andrè (suo assiduo cliente ed amico) cominciano a parlare di un certo manicomio abbandonato sul Lungarno in cui i quattro piccoli scapestrati potrebbero andare a fare un giro, invece che bighellonare per la città rompendo le scatole nel suo bar.

Come tutti i ragazzini curiosi e desiderosi di fare esperienze eccitanti, sfidando insieme le proprie paure ancestrali, i quattro decidono di accogliere il misterioso consiglio dei due adulti amici e di andare all’ex manicomio Luzzi; una volta giunti davanti all’edificio, si rendono subito conto di quanto sia in cattivo stato e di come abbia un aspetto quasi “spettrale”.
Ma il bello sta proprio lì: intrufolarsi di nascosto in un edificio abbandonato, buio, che puzza di chiuso e vedere cosa c’è dentro; così, giusto per poter fare poi gli spavaldi raccontando di essere stati tanto temerari da entrare in un postaccio lasciato a se stesso da anni, pieno di erbacce infestanti, porte marcite e scalinate che portano giù, in chissà che scantinato.
Certo, un conto è pensare tutte queste cose e un altro è prendere coraggio e farlo…, ma bene o male i quattro si introducono nell’istituto, stando attenti a dove mettono i piedi; purtroppo accade l’imprevisto: il loro dolce e taciturno amico Felipe scompare nel nulla, inghiottito quasi sicuramente dalle gelide acque dell’Arno, sotto gli occhi degli amici.

Una tragedia che scuote tutti, capace di distruggere una famiglia (i genitori di Mario/Felipe, che già avevano perso l’altra figlia, non reggono a questo dolore e ne escono stravolti, oltre che divisi) e di turbare tutti coloro che conoscevano la vittima, in particolare i tre amici.

Le indagini iniziano immediatamente, i tre vengono interrogati ma tutto viene archiviato come una terribile tragedia; il corpo del povero Felipe comunque non viene ritrovato.

La perdita dell’amico colpisce molto i ragazzi, che per diverso tempo non fanno che ripensare a quel maledetto pomeriggio.
Ma gli anni passano, i ragazzini crescono, c’è la scuola, le ragazze, i giochi e soprattutto il calcio e la passione sfrenata per la Fiorentina; ma intanto accade qualcos’altro e nell’aprile 1990 un altro conoscente viene a mancare: Andrè, il caro amico di Alfio, avventore quotidiano del bar, sempre gentile coi ragazzi, viene trovato morto per un’overdose nelle vene; e ok, Andrè non era uno stinco di santo, aveva di certo molti difetti e cattive abitudini, ma non era un tossico.

Ed infatti, grazie alle indagini della polizia viene fuori che Andrè è stato ucciso, il che è in linea con i ragionamenti del nostro protagonista, che si appassiona ai questi fatti di cronaca più dei suoi amici…

Chi ha fatto fuori il povero André, e per quale ragione? Si fa il nome di uno piccolo spacciatore, che pare avesse le sue sporche motivazioni per voler morto Andrè, e anzi l’aveva pure minacciato.

Certo, lui si dichiara innocente ma in carcere ci va comunque.

Eppure i conti non tornano e, benché passino altri anni sulle losche vicende, attraverso una serie di piccoli indizi casuali (ma forse neanche tanto…) il gruppo di amici – benché ormai grandi e alle prese con università e fidanzatine - si ritrova nuovamente a “Indagare” su quei fatti accaduti anni prima e a collegare in modo sempre più evidente e sconcertante la scomparsa di Felipe con la morte di Andrè.

Ciò che emerge, quando tutti i nodi vengono gradualmente al pettine, è “una brutta faccenda piena di marcio e personaggi miserabili”: alcuni hanno agito spinti dal dolore e dalla disperazione, altri dall’amore, altri dalla lealtà e dall’amicizia, e alla fine arriviamo ad una verità ben diversa da come inizialmente ci era parsa.

“Porcini sull’asfalto” è un noir che si legge davvero con interesse, è scorrevole per stile e trama; la voce narrante è ironica, vivace, come sanno essere i ragazzini intelligenti e curiosi; seguiamo l’evolversi dell’amicizia dei “nostri ragazzi”, le loro piccole bravate, il linguaggio "colorito” dei ragazzini in preda a tempeste ormonali, e queste parti più “leggere” si incastrano con quelle relative alla ricerca/scoperta della verità, il che rende la trama sempre più accattivante, costellata da diversi piccoli colpi di scena fino ad arrivare a quello finale che lascia il lettore (piacevolmente) stupito, oltre che soddisfatto, anche se resta sempre un velo di tristezza per gli eventi che si sono susseguiti negli anni e che inevitabilmente non sono stati lieti, benché il finale del romanzo lo sia.

Un ritmo allegro, via via incalzante, un linguaggio fluente e fresco, un punto di vista (giovanile) brillante, acuto, un’atmosfera cameratesca, propria del gruppo di amici, che si mescola con quella più triste delle tragedie personali e famigliari, senza però mai appesantire la narrazione; è un noir che tocca grandi temi – amore, amicizia, dolore, spirito di gruppo, adolescenza – senza mai perdere la verve e mantenendo un tono ameno, con un occhio divertente a certi modi di fare/essere, certe “tendenze” tipiche degli anni ’90 (nel modo di vestire, nel calcio – Fiorentina in particolare -, nel modo di parlare, personaggi famosi…), rendendo la storia ancora più gradevole da leggere.
Un romanzo leggero ma scritto bene, ideale in questi periodi in cui si è spinti a privilegiare libri non troppo impegnativi ma che si lasciano leggere tutto d'un fiato!

domenica 18 giugno 2017

Recensione: VERTIGINE di Mara di Noia



Un piccolo romanzo capace di trasmettere sensazioni di dolcezza grazie ad una scrittura che sa essere profonda e leggera insieme; una storia d'amore sospesa nel tempo eppure così reale nella mente e nel cuore di chi ne è coinvolto e si lascia travolgere dalle emozioni.



VERTIGINE
di Mara di Noia


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"Vertigine" narra di un amore nato per caso e di quattro amiche che restano unite nei momenti belli e brutti che attraversano, attorno a tazze di tè fumanti e cose buone da mangiare, pronte a consolarsi ed incoraggarsi l'un l'altra.

La voce narrante, nonchè protagonista, è Miriam, che a 23 anni incontra per caso Francesco, un uomo di dieci anni più grande che le cambia la vita, in un certo senso, diventando per lei una "costante", di quelle che si introducono nella tua vita, fatta di cose semplici ed abitudinarie, per darle colore e valore.
Pur non appartenendoti mai totalmente e interamente; pur non sapendo dare ad essa un nome, un'etichetta, una definizione.

Ma poi chi l'ha detto che tutto ciò che viviamo e siamo debba essere definito, chiamato con un unico nome, incasellato in rigide categorie, tra l'altro già fin troppo presenti e nelle quali chiudiamo gran parte della nostra esistenza?

Ci sono cose, eventi, luoghi, tempi, persone, parole, voci... che non si possono delimitare e circoscrivere perchè restano come sospese, quasi a metà tra sogno e realtà eppure così vere perchè in grado di occupare i nostri pensieri, di farci battere il cuore, di strapparci un sospiro (nostalgico o  felice che sia).

La stessa Miriam non è solo Miriam...: è anche Francesca, ed è infatti Francesca ad incrociare il proprio destino con quello di Francesco: il loro primo approccio è telefonico e quella voce calma e allegra insieme resta impressa nella mente di Miriam:

"Tutte le voci hanno un colore, di alcune vedi la tinta principale, di altre poche sfumature, qualcuna sembra non averne, ma è solo un'impressione. Poi ci sono le voci arcobaleno. Sono rare, e ti tramortiscono - come se tu stessi camminando tranquillo e prendessi un palo in faccia perchè non l'hai visto - porgono solo il biglietto di un viaggio bello, affascinante e pericoloso".

E la voce di Francesco è come un arcobaleno, che ti stupisce, ti fa star bene solo a guardarlo, ti riconcilia con tutto e tutti, in primis con te stessa.
Ma Francesco è sposato con una donna lontana, la sua è una vita da "nomade", da artista pieno di fascino e talento che sfugge agli schemi e che con le sue parole, i suoi sguardi, i suoi gesti, i suoi silenzi carichi di significato, i suoi disegni... arriva ad accarezzare le corde più profonde di Miriam, anche senza mai dichiararle amore.

Il loro rapporto è particolare: pur sentendo essi dei sentimenti reciproci e delle splendide sensazioni quando sono vicini, pur manifestando la voglia di restare in contatto, sembrano non avere mai il coraggio di dare un nome a questa... "relazione"? Loro preferiscono parlare di "corrispondenza", ed infatti, quando sono lontani, si tengono in contatto attraverso lettere e brevi messaggi, come a dirsi: "Ci sono per te, anche se non mi vedi al tuo fianco ogni giorno".

Così le loro vite scorrono parallele, a volte intrecciate, a volte distanti, sempre legate da un filo invisibile che non si spezza mai, anzi sembra rinsaldarsi ad ogni incontro, ad ogni lettera.

La vita però non può iniziare e finire con questa presenza quasi evanescente, con un uomo che c'è e non c'è, e così anche Miriam si sposa, poi diventa mamma e trova lavoro in una radio.
In pratica, nel frattempo, continua la sua esistenza, cadenzata sempre però dalla presenza di questo groviglio di sensazioni e sentimenti cui non vuole o non sa dare un nome. 

"Nel frattempo è una locuzione sottovalutata, perchè è sempre nel frattempo che arrivano le cose importanti".

A dare vivacità e forza alle sue giornate ci pensano le sue amiche del cuore: Veronica, Camilla e Sveva, diverse per carattere e ambizioni ma tutte e quattro legatissime e sempre disponibili l'una per l'altra.

Le quattro amiche si ritrovano costantemente ad un appuntamento speciale, che loro chiamano "Tiaso":

"Il Tiaso raccoglieva le nostre vite intorno a quattro tazze di tè, montagne di di parole da seccarci la gola e le ricette di Camilla che ci confortavano e rallegravano".

Quattro amiche, ognuna con i propri pesi sul cuore, con le difficoltà e i piaceri della vita quotidiana, che trovano sempre il tempo e il modo di incontrarsi per raccontarsi tutto e dimostrare quanto la loro amicizia sia importante; confidenze, lacrime e risate accompagnate dalle deliziose ricette vegane di Camilla, una donna piena di amore verso tutti; un amore che riversa anche nel cibo (assieme al libro c'è anche un breve ricettario, contenente alcune deliziosi piatti vegan).

Miriam (o meglio, Francesca, come adora chiamarla lui) e Francesco vivranno questo amore o la loro resterà nel tempo una relazione platonica?

Immersi in un’atmosfera magica e sospesa, a metà strada tra immaginazione e realtà, tra ciò che è e ciò che potrebbe essere, tra la sicurezza della abitudinarietà e quell'inquietudine che trova pace solo perdendosi negli occhi di lui, tra sguardi profondi e gesti delicati, tra le poche parole sussurrate o scritte in lettere che entrambi attendono con trepidazione, tra dolci sorrisi pieni di cose non dette per non spezzare la magia di un arcobaleno di sensazioni indefinibili, tra disegni e ritratti che immortalano lei, Miriam (come per averla sempre con sè), quella di Francesco e Francesca è un incanto che si mescola con una magnifica vertigine, che spaventa e attrae insieme e di cui non si riesce a fare a meno.

"Vertigine" è un libro di un centinaio di pagine che racchiude qualcosa di tenero e forte insieme, in cui il tempo sembra eternamente sospeso, evanescente, inafferrabile e forse è proprio questo a catturarci; il linguaggio è fluido ma anche ammaliante, e le parole assumono una grande forza comunicativa, sono cariche di suggestione e sensibilità.

Una lettura breve che scava nei sentimenti e sa conquistare il lettore.

sabato 17 giugno 2017

Cosa sto leggendo...?



Cari amici, vi presento le mie attuali letture:


FURORE
di John Steinbeck

Ed. Bompiani
trad. 
S. C. Perroni
Pietra miliare della letteratura americana, Furore è un romanzo mitico, pubblicato negli Stati Uniti nel 1939,  perseguitato dalla censura fascista e solo dopo più di 70 anni pubblicato integralmente in Italia da Bompiani.

Nell’odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria “come un marchio d’infamia”. 
Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, Furore è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi per la prima volta in tutta la sua bellezza.




PORCINI SULL'ASFALTO
di Iacopo  Bianchi


bookabook

Un bambino scompare nel nulla inghiottito dalle gelide acque dell'Arno davanti ai suoi amici. 
Una famiglia distrutta e un gruppo di ragazzi che cresce insieme, aggrappato a un bar di quartiere e al suo barista rustico e paterno. 
Ognuno diverso, ma tutti venuti su come funghi porcini, nello stesso sottobosco urbano. 

Ambientato nella Firenze degli anni Novanta, tra asfalto, periferia e vita di strada, "Porcini sull'asfalto" è un romanzo noir che tocca i grandi temi della vita: l'amicizia, la sofferenza, l'amore, il gruppo, Baggio alla Juve...







venerdì 16 giugno 2017

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