mercoledì 21 novembre 2018

LeggendOrientale - novità e anteprime (letteratura giapponese-cinese)



Cari amici lettori, se i vostri gusti letterari si orientano in particolare verso la narrativa orientale, ecco qualche titolo in uscita che spero possa fare al caso vostro.
Buona "spulciata"!



UNO SETTE
di Hideo Yokoyama



Ed. Mondadori
380 pp
20 euro
USCITA
20 NOVEMBRE 2018
1985. Kuzumasa Yuki, esperto reporter presso il "Kita Kanto Shinbun", affronta quotidianamente le complesse dinamiche della sua redazione, tra ambizioni e lotte di potere. 
Ma quando la notizia di un disastro aereo senza precedenti raggiunge il giornale, i colleghi rimangono sconvolti da quell'immane tragedia e finalmente fanno gioco di squadra per tentare di realizzare lo scoop della vita. 
Diciassette anni dopo, l'adrenalina e le emozioni provate durante la settimana che cambiò per sempre la sua vita sono ancora vivissime nella memoria di Yuki, che ripensa anche a una promessa fatta in quel giorno fatidico e che ora ha deciso di rispettare. 
Ma ciò che ancora non sa è che mantenere la parola data lo costringerà a fare i conti con il proprio passato e ad affrontare la più grande delle sue paure. 

Hideo Yokoyama torna con un romanzo ai confini del thriller, mostrando il dietro le quinte di una redazione giornalistica: i precari equilibri interni, le rivalità, la rigorosa etica del lavoro giapponese. 
Dopo aver lavorato per anni come giornalista d'inchiesta, Yokoyama sceglie di raccontarci con la sua voce il lato più oscuro del "quarto potere", un mondo dove la moralità viene spesso sacrificata in nome dell'interesse personale, offrendoci al contempo uno spietato ritratto del Giappone, con le sue profonde contraddizioni e le sue rigide strutture sociali.

L'autore.
Hideo Yokoyama è nato nel 1957. Ha lavorato per dodici anni come giornalista d'inchiesta a Tokyo, prima di diventare uno dei più noti scrittori giapponesi. La sua rigorosa etica del lavoro ha fortemente condizionato i comportamenti ossessivi dei personaggi nei suoi romanzi. Nel gennaio del 2003 è stato ricoverato per un attacco cardiaco in seguito a una sessione di lavoro durata settantadue ore.

L'EMPORIO DEI PICCOLI MIRACOLI
di Keigo Higashino




Ed. Sperling&Kupfer
340 pp
18.50 euro
USCITA
20 NOVEMBRE 2018
Dopo aver compiuto una rapina, tre ragazzi si nascondono in un emporio abbandonato. 
Nel cuore della notte, ricevono una lettera. 
E’ una richiesta di aiuto, indirizzata all’anziano proprietario dell’emporio, ormai defunto, che era solito dispensare massime di saggezza ai suoi clienti. 
I tre decidono di fare le sue veci e depositano una risposta scritta fuori dalla porta. 
Di lì a poco arriva la replica, e la corrispondenza continua, fitta, coinvolgendo anche altri mittenti – ognuno con un problema, ognuno bisognoso di conforto e di consigli, tutti accomunati da una bizzarra peculiarità: vivono nel 1980. 
I tre ragazzi, che sono trent’anni anni più avanti nel tempo, capiranno allora di poter sfruttare quel vantaggio per cambiare il passato, scegliendo il migliore destino possibile per quei perfetti sconosciuti.

L'autore.
Keigo Higashino è uno scrittore e saggista giapponese. È noto soprattutto per i suoi romanzi gialli e i libri di stampo thriller-poliziesco.



LA GRANDE TRAVERSATA
di Miura Shion



Ed. Einaudi
336 pp
USCITA
27 NOVEMBRE 2018
Araki Kohei ha lavorato alla redazione dei dizionari per trentasette anni e nutre ancora grande rispetto per il mistero delle parole. Ora, però, è arrivato il momento di ritirarsi e cercare un successore. 
Giovane, trasandato, con la testa sempre tra le nuvole, Mitsuya Majime pare il candidato giusto: un ragazzo la cui timidezza è ampiamente compensata dalla caparbietà e la totale devozione alla lingua giapponese. 
Il lavoro che attende Mitsuya è assai ambizioso: portare a conclusione il miglior dizionario giapponese mai realizzato. Come una grande nave, capace di attraversare l’oceano delle parole. 
Nel corso dell’opera, Mitsuya scoprirà il valore dell’amicizia, l’amore e il proprio indomabile talento.

L'autore.
Miura Shion è uno scrittore giapponese, vincitore di diversi premi letterari; i suoi libri, tradotti in molte lingue, sono stati spesso adattati per il cinema e la tv.




L'ultimo libro che vi presento è di un autore cinese ^_-


LA STORIA DI QIU JU
di Chen Yuanbin


Ed. Atmosphere Libri
140 pp
USCITA
16 GENNAIO 2019

E' la storia di Qiu Ju, una donna alla ricerca della giustizia.
Nel corso degli anni Chen Yuanbin, nato in Cina nel 1955, riceve numerosi riconoscimenti da parte della critica, ma è nel 1992 che il suo nome viene conosciuto anche a livello internazionale, allorché il suo Wanjia susong (La famiglia Wan va in tribunale) vince il premio come miglior romanzo dell’anno. L’opera, infatti, attira l’attenzione del regista Zhang Yimou, che la adatterà per il grande schermo scrivendone la sceneggiatura con l’aiuto dello scrittore Liu Heng e la presenterà alla 49a Mostra del Cinema di Venezia con il titolo La storia di Qiu Ju – protagonista l’allora celeberrima Gong Li – vincendo il Leone d’Oro.

Qiu Ju, moglie di un contadino che ha ricevuto un calcio nei testicoli dal capo villaggio, è decisa a tutti i costi a ottenere giustizia: nonostante sia incinta sopporta ripetuti viaggi anche fino a Pechino e affronta i labirinti della burocrazia per correggere una sentenza (sostanzialmente assolutoria) che non ritiene equa.  La donna prende coscienza della propria forza e trascina in tribunale il potente e arrogante di turno, appellandosi al rispetto dell'individuo che non si piega alla volontà del potere. L'autore non risparmia una feroce critica all'apparato dello Stato che non tiene conto del singolo individuo ma con cui alla fine è costretto ad un serrato confronto.



martedì 20 novembre 2018

Libri consigliati da un'amica



Cari lettori, avete amici o parenti o colleghi che amano consigliarvi libri da loro letti e apprezzati e che accolgono con entusiasmo i vostri consigli?

Io non molti, ma con le poche amiche o parenti lettrici che ho, gli scambi di opinioni e di copie non mancano.

Ecco due romanzi suggeritimi da una carissima amica, attenta lettrice.

Ad essere precisi, il primo mi ero ripromessa di leggerlo da quando andai alla interessante presentazione del romanzo da parte dell'autore, ma finora avevo sempre rimandato. La mia amica l'ha letto e adesso me l'ha prestato.



LO STUPORE DELLA NOTTE
di Piergiorgio Pulixi



Ed. Rizzoli
360 pp
18 €
2018
Se la incontri non la dimentichi, perché il commissario Rosa Lopez è pronta a sacrificare un ostaggio per riportare la situazione in parità.
La ricordano ancora in Calabria, dove si è fatta le ossa nella guerra alle cosche.
Non la dimenticano oggi, a Milano. Lettere minatorie e proiettili nella cassetta della posta sono il premio per una carriera che l'ha condotta ai vertici dell'Antiterrorismo.
Ma dietro la scorza da superpoliziotta, Rosa cova il tormento: il suo compagno è in coma, vittima di un attentato.
E non c'è solo il senso di colpa, ci sono anche le frequentazioni con quelli del Lovers Hotel, il luogo che non esiste, in cui niente è proibito e quando qualcuno deve cantare si attacca la musica della tortura.
La sbirra, però, non può cedere alla donna. Una minaccia gravissima incombe sulla città: la più perfida delle menti criminali ha ordito un piano di morte.
Lo chiamano il Maestro e insegna l'arte della guerra. Per fermarlo, la Lopez scivolerà in una spirale di ricatti, tradimenti e vendette.


LACCI
di Domenico Starnone


Ed. Einaudi
134 pp
12 €
«Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie».

Si apre cosí la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta.
Si sono sposati giovani all’inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent’anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza piú che di autonomia.
Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i fi gli, a misurare l’estensione del silenzio e il crescere dell’estraneità. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi?
Perché niente è piú radicale dell’abbandono, ma niente è piú tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre.
E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte.


LI CONOSCETE?
LI AVETE LETTI?






lunedì 19 novembre 2018

Frammenti di... IL LIBRAIO DI SELINUNTE




Frammenti tratti da IL LIBRAIO DI SELINUNTE di Roberto Vecchioni.


"Le parole come cose. Le parole sono cose: noi ne abbiamo deturpato il senso nel tempo o illanguidito la forza, le abbiamo lentamente ridotte ad altro da sé. O noi piuttosto siamo passati oltre e le osserviamo immobili come delle stelle inutili piantate nel cielo. Che bisogno abbiamo mai oggi delle stelle, se ci basta un neon per vedere ciò che dobbiamo vedere?"


"Individuai allora due silenzi. Quello totale, inguaribile, della solitudine senza rimedio: e capii che questo silenzio lo riempiamo in modo ridicolo di cose che non hanno parole alle spalle; e l'altro, che le parole non abbandonano mai e te lo concedono per amarle ancora di più. Si parla per sentirsi vivi: è come se la morte, la fine, avessero paura, si tenessero lontane quando un uomo racconta ed emoziona."

Viaggiare leggendo.... Il miniaturista



Chi ha letto il romanzo di Jessie Burton, IL MINIATURISTA, o si è imbattuto nella mia recensione, ha appreso che la storia narrata è ambientata ad Amsterdam.

Ecco alcuni dei luoghi menzionati nel libro; le vicende si svolgono tutte ad Amsterdam, ma nel corso della narrazione è menzionata anche la città natia della giovane protagonista, Petronella Oortman.

Assendelft è una città olandese facente parte della provincia dell'Olanda Settentrionale e situata nella regione della Zaan. Fa parte del comune di Zaanstad e si trova circa 13 km a nord-est di Haarlem. 


TRVL


Chiesa di St. Odulphuskerk in Assendelft. (Foto: Dirk Jongejans)


Per quanto riguarda la casa dei Brandt, essa è situata presso il canale Herengracht, il secondo dei quattro canali di Amsterdam.


 Herengracht 1671-1672, olio su pannello


Piazza Dam, Amsterdam 1653-1698. olio su pannello .




Archivio Fotografico - Notte vista sulla città di Amsterdam canale Herengracht,




Una delle strade più famose e citate dall'Autrice è Kalverstraat, nota ancora oggi perchè funge da richiamo agli amanti dello shopping; anche nel 1686 era uno dei posti che ospitavano mercati e botteghe, ed è infatti lì che si reca Nella, in compagnia di Cornelia, per mettersi in contatto con il miniaturista.



Amsterdam Sights
kalverstraat

Il romanzo si apre al'interno della Chiesa Vecchia (in cui Nella rientrerà anche durante il corso degli avvenimenti).
La Chiesa Vecchia, in olandese "Oude Kerk", è la chiesa più antica e prima parrocchiale di Amsterdam, risalente al 1250; si trova sulla Oudekerksplein, nel cuore del celebre De Wallen, il quartiere a luci rosse, e forse è proprio per questo motivo che l'iscrizione all'ingresso della Camera Nuziale recita così: "Sposatevi in fretta, avrete tempo per pentirvene".


chiesa vecchia
flickr.com


chiesa vecchia - interno
fonte



domenica 18 novembre 2018

Recensione: TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO di Haruki Murakami



Sei personaggi diversi l'uno dall'altro ma che hanno in comune un mal di vivere, un disagio esistenziale frutto di qualcosa che proviene dal di dentro ed è acuito da esperienze di vita.
Sei persone, uomini e donne, alla ricerca di se stessi, di un senso da dare alle proprie esistenze; senso che spesso lo si trova in cose semplici, in incontri straordinariamente comuni che riescono, inaspettatamente, a guarire una ferita, a offrire una via d'uscita al proprio dolore.



TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO
di Haruki Murakami



Ed. Einudi
trad. G. Amitrano
128 pp
10.50 euro
Questo breve libro edito da Einaudi contiene se racconti tra loro non connessi se non per un piccolo ma non irrilevante particolare: in ognuno di essi è menzionato il terribile terremoto che nel 1995 colpì la città di Kobe, causando la morte di migliaia di persone.

In Atterra un Ufo su Kushiro conosciamo Komura, un uomo sposato che, un giorno, di punto in bianco, viene lasciato dalla moglie, che se ne va dicendo addio al marito, accanto al quale non è felice perchè le sembrava di vivere in una bolla d'aria, di annegare in quel nulla che lui le dava.
Komura è un tipo pacato, non dà di matto e quando capisce che davvero la moglie non ha alcuna intenzione di tornare da lui, semplicemente si rassegna e anzi si prende un periodo di ferie dal lavoro. Un collega allora gli chiede un favore: consegnare al posto suo un pacchetto alla sorella, che vive ad Hokkaido.
Perplesso ma apatico e incapace di trovare delle ragioni per non andarvi, Komura accetta.

L'uomo sembra vivere per inerzia, come se si facesse trascinare dalla corrente, senza opporre alcuna resistenza: l'incontro con la sorella del collega, una donna vivace, chiacchierona, un po' impicciona e molto schietta, potrà essere forse l'inizio di un po' di serenità per lui, che da quando è rimasto inesorabilmente solo, ha desiderato andare lontano, ma...

"Per quanto uno possa andare lontano, non può sfuggire da se stesso. E' come un'ombra che ti segue sempre".

In Paesaggio con ferro da stiro, al centro v'è la singolare amicizia della giovane Junko con un uomo più grande, Miyake, un pittore strambo, solitario che ha una grande passione: accendere bellissimi falò in spiaggia. La ragazza è fidanzata ma non sembra nutrire grande stima per l'innamorato, piuttosto ne ha molta per il "pittore che accende fuochi", e questa sua capacità di dar vita ai falò la incanta, e il fuoco diventa per lei un modo per riflettere, per provare quella sensazione di pace che il suo cuore cerca ma invano.
Di solito la giovinezza è associata alla gioia di vivere, all'esuberanza..., invece in Junko avvertiamo una pesantezza morale, una non voglia di vivere da cui prt il quale non possiamo non provare tristezza mista a tenerezza, malinconia.

Nel racconto centrale, che dà il titolo alla raccolta, ci imbattiamo in un personaggio decisamente diverso dai precedenti: Yoshiya è un giovanotto che vive ancora con la propria madre, una donna ancora giovane e piacente che però da anni s'è infilata in una setta non specificata che nel nome di Dio va di casa in casa facendo proseliti e predicando la necessità di trova e seguire la luce del Signore.
Yoshiya è cresciuto con una - tra le tante - domanda fondamentale: di chi sono figlio?
Un giorno si ritrova a seguire uno sconosciuto che, da uno specifico particolare fisico, egli ipotizza possa essere il proprio padre biologico, che non ha mai conosciuto.
Riuscirà a soddisfare questo suo inespresso desiderio di dare un volto alle proprie origini?
O forse, il vagare nella notte per la città, tra posti buii e solitari, è l'esternazione di ben altri pensieri?

In Thailandia una donna, Satsuki, si sta riprendendo da un divorzio che l'ha fatta soffrire non poco e che ha innescato in lei una serie di pensieri negativi che sono come dei macigni che le impediscono di vivere serenamente.
In seguito ad un viaggio in Thailandia, in cui conosce il servizievole, comprensivo e saggio autista Nimit, la donna ha l'opportunità di indagare meglio dentro se stessa, nei propri sentimenti, e di cercare di eliminare dal proprio cuore i pesi che si porta dietro...

In Ranocchio salva Tokyo il signor Katagiri, che lavora in banca, si ritrova in casa propria un ospite inatteso: un enorme ranocchio gigante, ma non ne è spaventato; l'essere è simpatico, allegro e ha qualcosa da chiedere all'uomo: salvare insieme la città di Tokyo; si tratta di una missione davvero importante, razionalmente assurda, come lo è del resto tutto l'incontro e la conversazione tra Katagiri e il dolce Ranocchio..., e il confine tra realtà e fantasia si fa sottile, tanto da confondere il povero impiegato...

Infine c'è Torte al miele, in cui si narra dell'amicizia tra due ragazzi e una ragazza; entrambi i maschietti si innamorano dell'amica, carina, educata, sempre disponibile e altruista, e lei sceglie uno di loro, dando un inevitabile dispiacere all'altro. I loro rapporti, nonostante le differenti scelte di vita, non viene meno col tempo e nel cuore del "non scelto", Junipei, continua ad ardere l'amore per la "sua" Sayoko e a non riuscire a farsi coinvolgere sentimentalmente da nessun'altra donna; l'uomo inolre custodisce il desiderio emergere come scrittori di racconti.
Intanto il marito di Sayoko sembra non apprezzare davvero la sua dolce moglie, col rischio di mandare all'aria il loro matrimonio sotto gli occhi della figlioletta.
Magari è arrivato il momento per Junipei di farsi avanti, di provare a scrivere il suo racconto più bello, di chi ha atteso che finalmente passasse la notte per poter stringere a sè nella luce le persone amate?

Sono sei racconti che si leggono molto velocemente, piacevoli per stile narrativo e per le diverse storie in sè; in ognuno notiamo la presenza di un filo di malinconia, di tristezza, di disagio esistenziale che ciascun protagonista vive per ragioni personali e manifesta in modo altrettanto individuale; ognuno di essi cerca qualcosa di immateriale ma di importante, che ha perduto, la cui assenza non lo fa star bene, rendendolo incompleto, insoddisfatto, infelice, confuso, piatto, grigio, indifferente.
E tutti incontrano qualcuno che, similmente ad un angelo (che sia una persona reale o meno) sceso proprio per loro, li aiuta a trovare la felicità perduta, quel pezzo di sè che s'era smarrito, travolto dai problemi che il vivere quotidiano porta con sè.
Murakami ci ricorda che per rendere in parole il mal di vivere che è dentro di noi e che ci spia, al pari dei mostri appostati nell'oscurità nei nostri incubi di bambini, non servono racconti tragici, non servono personaggi disperati (fatta eccezione per le brevi "immagini" che si riferiscono al terremoto): egli usa una tale delicatezza e leggerezza che le sue parole paiono dei soffi di vento gentile, non per questo privo di forza, ma che anzi hanno il potere di farci fermare e riflettere.
Ammetto di avere da sempre una sorta di... "diffidenza" verso il genere "racconti", avendo io bisogno e voglia di affezionarmi ai personaggi e alle loro vicende ed emozioni e di farlo gradualmente (sarà per questo che di solito ricerco sempre romanzi belli cicciotelli?), ma Murakami è un mago della parola e, come quasi sempre mi è accaduto con la narrativa orientale, sa come affascinarmi, solleticando la mia sensibilità, suggestionandomi con immagini evanescenti, a metà tra il reale e l'irreale, e infondendomi quel velo di malinconia che non è mai fastidiosa carezzevole e delicata. 

sabato 17 novembre 2018

In lettura... (novembre 2018)




Lettori, vi presento due libri che mi hanno di recente molto cortesemente prestato, e che ho subito messo in lettura ^_^




MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA'
di Francesco Piccolo


Ed. Einaudi
134 pp
10 euro
2014
Possono esistere felicità trascurabili? Come chiamare quei piaceri intensi e volatili che punteggiano le nostre giornate, accendendone i minuti come fiammiferi nel buio? 
Sei in coda al supermercato in attesa del tuo turno, magari sei bloccato nel traffico, oppure aspetti che la tua ragazza esca dal camerino di un negozio d'abbigliamento. Quando all'improvviso la realtà intorno a te sembra convergere in un solo punto, e lo fa brillare. E allora capisci di averne appena incontrato uno. 
I momenti di trascurabile felicità funzionano così: possono annidarsi ovunque, pronti a pioverti in testa e farti aprire gli occhi su qualcosa che fino a un attimo prima non avevi considerato. 
Per farti scoprire, ad esempio, quant'è preziosa quella manciata di giorni d'agosto in cui tutti vanno in vacanza e tu rimani da solo in città. Quale interesse morboso ti spinge a chiuderti a chiave nei bagni delle case in cui non sei mai stato e curiosare su tutti i prodotti che usano. 

A metà strada tra "Mi ricordo" di Perec e le implacabili leggi di Murphy, Francesco Piccolo mette a nudo i piaceri più inconfessabili, i tic, le debolezze con le quali tutti noi dobbiamo fare i conti. Pagina dopo pagina, momento dopo momento, si finisce col venire travolti da un'ondata di divertimento, intelligenza e stupore. L'autore raccoglie, cataloga e fa sue le mille epifanie che sbocciano a ogni angolo di strada. Perché solo riducendo a spicchi la realtà si riesce ad afferrare per la coda il senso profondo della vita.




POCHI INUTILI NASCONDIGLI
di Giorgio Faletti


Dalai Ed.
376 pp
11.90 euro
2009
Sette racconti, sette storie, sette viaggi verso non si sa dove. Intorno a ognuno di noi, dentro a ognuno di noi, c'è sempre una parte oscura, un lato in ombra che la luce della ragione ha timore di illuminare per paura di ritrovarsi sconfitta. 
E in questa zona buia e fantastica si muovono i personaggi di questa antologia, uomini e donne che si trasformano in vittime o carnefici quando si trovano all'improvviso di fronte a un mondo sconosciuto, a un nuovo volto nello specchio, a quella cupa forma di angoscia che solo l'incomprensibile può trasformare in orrore.

venerdì 16 novembre 2018

Recensione: IL MINIATURISTA di Jessie Burton



Ingenua e povera, la giovanissima Petronella Oortman, fresca sposa del mercante quasi quarantenne Johannes Brandt, non sa granché di come va la vita; non sa nulla di tradimenti, segreti, vecchi rancori, avidità e bigottismo… e di come tutto questo possa recare conseguenze tragiche nell’esistenza delle persone che sono divenute ormai la sua famiglia.


IL MINIATURISTA
di Jessie Burton



Ed. Bompiani
trad. E. Malanga
440 pp
18 euro
2014
E’ un freddo ottobre del 1686 e la diciottenne Nella Oortman - sposata da pochi giorni - è appena arrivata in quella che sarà la sua nuova casa, ad Amsterdam, nei pressi del canale Herengracht.
Ad attenderla, con suo grande disappunto, non c’è suo marito, Johannes, bensì la sorella di lui, Marin, e i due servitori, Otto e Cornelia.

L’accoglienza non è proprio delle più calorose; per quanto gentili e cortesi, Otto e Cornelia si dimostrano diffidenti ed enigmatici, e Nella non può non notare da subito le strane occhiate che i due spesso e volentieri si lanciano, come se sottintendessero fiumi di parole dietro quegli sguardi silenziosi ma eloquenti. Un dialogo muto dal quale lei, fresca padroncina di questa dimora, è tenuta fuori, ovviamente.
Ma la sorpresa meno piacevole è la cognata, Marin: ancora giovane fisicamente ma con uno sguardo rigido, da donna vissuta, la sorella di Johannes non si perde in smancerie e lascia immediatamente trasparire il proprio modo di essere tutt'altro che affettuoso e amichevole.
Di poche parole e riservata, Marin è un osso duro, una che sa mettere in riga chiunque, che con il solo sguardo e la lingua affilata sa come lasciare il suo interlocutore a bocca aperta, e la povera Nella è costretta a fare i conti con questa realtà sin dai primi momenti.
Lontana da casa, dai suoi affetti, avrebbe desiderato essere vezzeggiata anzitutto dal consorte..., ma questi è via per lavoro; del resto, ha sposato un ricco mercante, non ci si può aspettare che se ne stia in casa a far nulla quando ha tanto di cui occuparsi per far vivere negli agi la sorella e adesso pure la mogliettina!
L'unico retaggio della sua "vecchia vita da ragazza" è il parrocchetto, Peebo, che però le viene allontanato perchè non è consono che Nella se lo porti in camera da letto; e nella sua nuova camera, la neo sposa si ritrova più sola che mai, a disagio in presenza di quadri dai soggetti inquietanti e non proprio piacevoli da rimirare; sola tra quelle pareti e cuscini e coperte ricamate, Nella immagina come sarà convivere con questo suo affascinante marito, più esperto di lei in tutto; pensa con timidezza alla loro prima notte di nozze insieme e, memore dei consigli materni, è abbastanza pronta ad assolvere ai propri doveri di moglie.

Ma quando il marito torna dal viaggio di lavoro, Nella s'accorge che è sfuggente; è gentile, sì, le ha fatto dei bei doni (vestiti, soprattutto, degni di una vera signora, cose che lei non ha mai visto in casa sua, poveri com'erano con quel padre ubriacone e scialacquatore che si ritrovava), ma è come se la evitasse, se si trovasse terribilmente a disagio con lei, e quando Nella prova ad avvicinarglisi con fare seducente per lasciarli intendere di "essere pronta" a quell'intimità che ci si aspetta tra marito e moglie..., lui la scaccia con repulsione, come se l'idea di un contatto fisico con la ragazza gli provocasse... ribrezzo.

Com'è possibile? Ma in che casa è finita Petronella?
E va bene che sua madre le aveva detto che non doveva farsi illusioni di incontrare l'Amore, che la chiave di tutto sarebbe stata unicamente il suo corpo e quello avrebbe dovuto usare col consorte (ed è ciò che è disposta umilmente a fare, del resto...), ma addirittura suscitare una tale incomprensibile reazione in Johannes...., questo è troppo!
Rifiutata senza un perchè, Nella si sente umiliata e disprezzata; forse per farsi perdonare la propria freddezza, Mr Brandt fa un regalo alla propria giovane consorte donandole uno stipetto in rovere e olmo, che rappresenta la loro casa in miniatura: è il regalo di matrimonio di Johannes per Nella e l'invito è quello di arredarla, rivolgendosi al miniaturista più bravo di Amsterdam. Beh, a dire il vero è anche l'unico.
L'artigiano, su richiesta di Nella, comincia a intagliare e incidere piccole e splendide miniature per la sua nuovissima cliente, e il primo pacchetto è accompagnato da un misterioso messaggio: oggi donna è artefice del proprio destino; ma con suo sommo sbigottimento la ragazza si accorge anche di come il miniaturista si prenda libertà che non dovrebbe, mandandole pezzi non richiesti.
E non sono pezzi a caso, bensì oggetti che hanno senza dubbio il loro significato..., che fanno riferimento a particolari di casa Brandt che l'artista non può conoscere (a meno che qualcuno non glieli abbia detti). Ad es., tra i doni c'è una culla vuota..., che sembra quasi una presa in giro per Nella, che fino a quel momento non è stata neppure sfiorata dal coniuge.

Insomma che sta succedendo?
Curiosa e testarda, Nella si porta dietro la vivace e chiacchierona Cornelia - l'unica presenza amica in questa casa fredda e cupa - e va alla ricerca della bottega dello sfacciato miniaturista con l'intenzione di chiedere spiegazioni e di interrompere i rapporti, visto che lui si sta dimostrando impudente ed invadente con le sue piccole opere (di cui Nella non può non apprezzare il pregio, la raffinatezza, la precisione).
Ma con sua gran sorpresa, non vi troverà nessun miniaturista, piuttosto una figura che ora le appare ora le sfugge all'improvviso, quasi come un'apparizione; tra i due inizia una sorta di magico dialogo sempre più fitto, fatto non di parole ma di minuscoli straordinari manufatti che inspiegabilmente raccontano i misteri di casa Brandt. Anzi, ad essere sinceri, a Nella sembra quasi che vedano nel futuro, come se l'artigiano la stesse avvertendo di cose che accadranno...

Casa Brandt è un covo di segreti, di porte che si aprono nel silenzio e si chiudono cigolanti, di rumori di passi nella notte, di sussurri affannosi, e Nella, nel trovarsi nella penombra dei corridoi, ha sempre l'impressione che qualcuno sia nascosto per spiarla.

La protagonista è giovane e semplice, viene da un'esistenza fatta di privazioni, da una famiglia di contadini e il pensiero di lasciare Assendelft per recarsi nella vivace Amsterdam, in casa di un uomo di successo, che ha contribuito alla ricchezza della città, è qualcosa di eccitante e nuovo per lei.
Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi accanto un marito invisibile, che non la degna di uno sguardo e la cui gentilezza ha un che di paterno; una cognata indisponente, sgarbata, schietta nel senso più sgradevole della parola; un servo di colore (Otto), che sarà di certo un brav'uomo, devoto al padrone, ma anche molto taciturno, sempre sulle sue; menomale che c'è Cornelia, l'unica che dà retta a Nella, anche se pure lei ha i suoi momenti in cui tace e alza un muro di silenzio difficile da abbattere.

Ma perchè Johannes l'ha sposata se poi non la voleva veramente? Che razza di matrimonio è il suo? Che esistenza l'aspetta? 

"L'amore è meglio quando è un fantasma che quando è reale, è meglio rincorrerlo che trovarlo".

Nella pian piano imparerà a conoscere anche come avvengono gli affari di suo marito, la vera situazione finanziaria della famiglia, e questo grazie ai coniugi Meermans, i quali collaborano con Brandt affinchè questi venda il loro zucchero.
Ma la giovane avverte che c'è qualcosa di spiacevole tra le due famiglie, una qualche ragione di cui lei è all'oscuro che rende Mr Meermans molto ostile verso il buon Johannes. 

E Johannes e Marin: anch'essi nascondono qualcosa, hanno dei segreti?
Se in camera dell'algida Marin, Nella scopre messaggi d'amore appassionati nascosti tra mappe e libri esotici, del marito ella dovrà capire ben altre cose: scoprire certe verità può essere molto doloroso, ma una brutta verità sarà, alla fine, sempre meglio di una (apparente) bella bugia.
Nella dovrà armarsi di coraggio e della capacità di perdonare per accettare la verità e combattere accanto al marito e, in generale, alla sua nuova famiglia, per non soccombere di fronte alla cattiveria di chi, in nome di vecchi rancori, per sete di denaro e per vendetta, ha deciso di mandare a picco il povero Johannes.

"Le parole sono come l'acqua in questa città, Nella. Una goccia può farci annegare".

E certe parole, certe dichiarazioni, potrebbero davvero rovinare i Brandt... e i presagi di una prossima rovina incombono su tutti loro come una nube oscura, carica di una pioggia di veleno che non aspetta altro che cadere e travolgerli nella tragedia.

Intanto, come un occhio da "big brother" che c'è e ti vede senza che tu riesca ad individuarlo, il miniaturista guarda ciò che accade in casa Brandt e crea le sue straordinarie opere che stanno in un palmo di mano a mo' di avvertimento, come a dire alla ragazza: "le cose possono cambiare", ma devi riconoscerle e accettarle:

"Sono incursioni nella sua vita che Nella ancora non riesce a decifrare. C'è una storia dietro a quei pezzi, la sua storia, ma non è lei a raccontarla. (Il) miniaturista intesse la mia vita, pensa la ragazza. E io non riesco a prevedere le conseguenze".

Saranno la paura di perdere tutto e di vedere piombare accuse infamanti e pericolose sul capo del sempre pacato  e misurato Johannes a permettere alle tre donne di casa di allearsi, per cercare di attutire il colpo, mentre intanto alcuni segreti davvero non possono più essere tenuti nascosti...

"Il miniaturista" è un romanzo storico ambientato nella Amsterdam di metà 1600 e l'Autrice ha ricostruito il contesto di quel tempo con sapienza e accuratezza; siamo in pieno fermento commerciale, da non moltissimi anni è nata la Compagnia Olandese delle Indie Orientali e a far da sfondo alle vicende personali e famigliari di Nella Brandt è proprio la frenesia di commerciare e arricchirsi;  la sete di potere, di danaro, unita all'ottuso e bigotto perbenismo vigente a quei tempi in quei luoghi, porterà al precipitarsi degli eventi, fino a giungere ad un finale che inevitabilmente è amaro ma che pure conserva, a ben guardare, i semi della speranza, di un nuovo possibile inizio.

Io amo i romanzi storici e questo non ha fatto eccezioni; lo stile narrativo è scrupoloso, preciso, i personaggi sono affascinanti per quella punta di mistero (esclusa Nella) che nascondono; la figura del miniaturista e il filo che lega le sue pregiatissime miniature con i fatti privati di casa Brandt ha un che di magico, di ammaliante, anche se non nego che avrei preferito che proprio questo personaggio fosse approfondito un po' di più, proprio perchè accattivante; ma immagino che il suo essere sfuggente e inafferrabile rientri nell'intento narrativo dell'Autrice, che in questo modo stuzzica fino alla fine il lettore e la sua curiosità.
Avevo timore a iniziare questo libro perchè avevo letto diversi pareri di lettori che l'avevano trovato troppo dettagliato e quindi lento, ma sono contenta di non aver avuto quest'impressione (sarà, ripeto, che già di mio amo il genere), tutt'altro, ho letto le oltre 400 pagine con vivo interesse e lasciandomi coinvolgere dalle vicende e dai piccoli colpi di scena presenti.

Lo consiglio, in particolare a quanti prediligono i romanzi storici, in cui la finzione si mescola sapientemente con dati reali, e a quanti desiderano gustarsi una storia  scritta magistralmente, che non preveda necessariamente il classico happy ending 😊
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