sabato 1 dicembre 2018

Bilancio di letture di novembre 2018 + Reading Challenge



No ma davvero siamo già arrivati all'ultimo mese dell'anno?????
Pare di sì..., il tempo scorre fin troppo veloce e menomale che ci sono i libri a rallentarne la corsa frenetica dandoci il privilegio di entrare uscire da più mondi, di vivere in "altri tempi", di conoscere una marea di gente :-D


Reading Challenge

Ho un mese di tempo per coprire gli ultimi tre obiettivi della R.C., vale a dire i seguenti:


  1. Il libro al 1° posto in classifica su Amazon il 1/4/2018, che corrispondeva a "Ventuno giorni per rinascere" di AA.VV.; in alternativa potrei scegliere il primo nella sezione narrativa, "Storie della buonanotte per bambine ribelli #2".
  2. Un libro su re e e regine del passato, per il quale ho già scelto LA REGINA RIBELLE di Elizabeth Chadwick.
  3. Un libro che nel titolo abbia la parola intenzione/i  >>>>>> CON LE PEGGIORI INTENZIONI di A. Piperno.



Questo mese comunque ne ho raggiunti 2:


- Obiettivo n. 1 | Un libro scritto più di 100 anni fa - PERSUASIONE di Jane Austen (RECENSIONE). Una protagonista femminile che racchiude in sè dolcezza, mansuetudine, rispetto per il prossimo, senza essere scevra di forza morale, carattere e coerenza. Può non esserci un lieto fine per una donna così?-
-  Obiettivo n. 15 | Un libro in cui il protagonista sia un libraio - IL LIBRAIO DI SELINUNTE di R. Vecchioni (RECENSIONE): un racconto poetico, magico, che nella sua semplicità ci ricorda l'importanza delle Parole e delle sue sfumature, dei Libri e del loro potere comunicativo, e di come senza di essi perdiamo la memoria di ciò che siamo e la capacità di raccontarlo.


Altri libri letti a novembre:


  • L’AMICA GENIALE di Elena Ferrante (RECENSIONE). La storia dell’amicizia tra due bambine, nate nello stesso rione alla periferia di Napoli, che per emergere da un contesto chiuso e gretto, dominato dal maschilismo e da una mentalità ottusa e aggressiva, devono imparare a contare su loro stesse, sulla propria intelligenza e determinazione.
  • MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA' di Francesco Piccolo (RECENSIONE). La vita, come pure ogni singola giornata, è fatta di momenti; e di questi momenti, tanti li ricorderemo negli anni e altri li dimenticheremo pochi minuti dopo averli vissuti. Ma ciò che conta è che spesso, tanti di essi, nella loro apparente inutilità e banalità, ci regaleranno momenti inaspettati di felicità; piccole gioie necessarie per guardare il mondo con quel pizzico di ottimismo e leggerezza che non guasta mai. Tutt'altro.
  • IMPERFETTI di Cecy Robson (RECENSIONE). Evelyn e Mateo appartengono a due mondi decisamente diversi: lei è una bianca cresciuta in una famiglia benestante; lui è un bel giovanotto latino con precedenti penali... Ma la vita con entrambi è stata davvero poco generosa e i loro cuori nascondono ferite profonde. Sapranno guarire l'una le sofferenze dell'altro?
  • OGNI RICORDO UN FIORE di Luigi Lo Cascio (RECENSIONE). In viaggio con il protagonista e narratore, Paride Bruno, aspirante scrittore affetto da una strana "sindrome" che gli impedisce di portare a termine alcunché, il lettore viene letteralmente travolto da un fiume di parole che spiazzano, forse a volte confondono, ma sicuramente affascinano perché l'incompiuto e l'imperfetto trovano spazio e senso nella penna elegante e intensa di Luigi Lo Cascio.
  • TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO di Haruki Murakami (RECENSIONE). Sei personaggi diversi l'uno dall'altro ma che hanno in comune un mal di vivere, un disagio esistenziale frutto di qualcosa che proviene dal di dentro ed è acuito da esperienze di vita. Sei persone, uomini e donne, alla ricerca di se stessi, di un senso da dare alle proprie esistenze; senso che spesso lo si trova in cose semplici, in incontri straordinariamente comuni che riescono, inaspettatamente, a guarire una ferita, a offrire una via d'uscita al proprio dolore.
  • IL MINIATURISTA di Jessie Burton (RECENSIONE). Ingenua e povera, la giovanissima Petronella Oortman, fresca sposa del mercante quasi quarantenne Johannes Brandt, non sa granché di come va la vita; non sa nulla di tradimenti, segreti, vecchi rancori, avidità e bigottismo… e di come tutto questo possa recare conseguenze tragiche nell’esistenza delle persone che sono divenute ormai la sua famiglia.
  • E SE…OLTRE LA MASCHERA, TU di Eliana Ciccopiedi (RECENSIONE). Elena e Leonardo si incontrano per caso: lei è una wedding planner professionale e intuitiva, lui è un giovane attore di musical, ammirato da tantissime fans… e anche da lei; si ritrovano, si frequentano, tra loro scatta un feeling che li avvicina sempre più ma che sembra mancare dei presupposti per lasciare i confini dell’amicizia e sfociare in un grande amore…
  • LA VITA DAVANTI A SE' di Romain Gary (RECENSIONE). "La vita davanti a sè" è la storia del giovanissimo Mohamed, chiamato da tutti Momò, un figlio di nessuno di origine araba, cresciuto nella banlieu di Belleville: orfano di madre, del padre non sa nulla, a tirarlo su è l'ex-prostituta Madame Rosa. A dare voce a questo racconto di vita che sa commuovere e far sorridere è il bravissimo Marco D'Amore.
  • LA ZANZARA MUTA di Gianfranco Spinazzi (RECENSIONE). Un romanzo particolare e "cervellotico" come questo non poteva che avere un titolo altrettanto singolare, la cui associazione di significato forse non balza agli occhi immediata ma all'interno di fiumi di parole, ricordi, sensazioni, elucubrazioni mentali che, partendo dalla complicata mente dei due anziani protagonisti, arrivano dritti dritti in quella un po' spaesata e un po' divertita dell'impreparato lettore.
  • IL BAMBINO IN FAMIGLIA di Maria Montessori (RECENSIONE). Un breve saggio di pedagogia scritto da una delle più autorevoli esperte di educazione e del mondo dell'infanzia che ha tanto insegnare a genitori, educatori, insegnanti..., e i cui principi e consigli sono di un'attualità disarmante.
  • L'ARMINUTA di Donatella Di Pietrantonio (RECENSIONE). L'intensa voce di Jasmine Trinca mi ha accompagnata in Abruzzo e fatto conoscere la storia di un'adolescente forte, intelligente, contesa tra due madri accomunate da un incosciente, e forse non del tutto volontario, egoismo che le ha rese incapaci di amare in modo giusto e adeguato questa figlia ceduta e restituita.

Mi rendo conto solo ora di aver letto parecchio, 'sto mese, e non posso che essere felice di constatare che son tutte belle letture! Difficile eleggere le tre più belle, ma lo faccio comunque ^_^
Lo stile rococò e colto di Lo Cascio mi ha travolta con "Ogni ricordo un fiore"; mi sono lasciata irretire dal fascino misterioso de "Il miniaturista" e ammaliare dalla forte personalità di Lila e dalla sua amicizia con Elena ne "L'amica geniale".

Attualmente ho in lettura:


  • Nessuno è intoccabile, di Thomas Melis;
  • Maurice, di Forster;
  • Lo stupore della notte, di Piergiorgio Pulixi.



Circa tv e film, ho avuto modo di apprezzare tanto la fiction su Rai Uno tratta da "L'amica geniale", per la regia di Saverio Costanzo; personalmente la sto trovando (quanto meno le prime due puntate) fedele, sia per quanto concerne i personaggi (protagoniste in primis) che il contesto che le vicende.
Ho poi visto DOGMAN di Matteo Garrone, che si ispira molto liberamente ad uno dei crimini più efferati risalenti agli Anni Ottanta - il delitto del Canaro: girato e recitato splendidamente, realistico, e ho apprezzato  la scelta di non soffermarsi sul crimine in sé, al quale in fin dei conti son dedicate le battute finali, che pure però erano cariche di tensione e mi hanno tenuta col fiato sospeso in determinati momenti. CONSIGLIATO? ASSOLUTAMENTE Sì!!

FIGLIA MIA di Laura Bispuri: affronta il tema della figlia contesa, della maternità negata e di quella rifiutata, con garbo, sensibilità, delicatezza, ma anche con l'intensità propria dei sentimenti che legano le madri a questa figlia che entrambe rivendicano come "figlia mia". CONSIGLIATO? Sì!!

Ho avuto modo di guardare pure LA TERRA DELL'ABBASTANZA di Damiano D'Innocenzo e SENZA NESSUNA PIETA' di Michele Alhaique, di cui però vi parlerò in un post a parte.



ADESSO TOCCA A VOI! ^_^
QUALI LETTURE VI HANNO COLPITO 
O NON VI SONO AFFATTO PIACIUTE
NEL MESE DI NOVEMBRE?

venerdì 30 novembre 2018

Blogtour "La Strega della Fonte” - Prima parte della saga di Alaisa - di Sabrina Guaragno. || I Personaggi: I CANDIDATI



Cari lettori, qui nel mio piccolo spazio virtuale ho il piacere di ospitare una delle tappe del blogtour in cui viene presentato, con contenuti originali in anteprima e sorprese da vincere nei Giveaway, il romanzo "La Strega della Fonte” - Prima parte della saga di Alaisa - di Sabrina Guaragno.









Editore: Nativi Digitali Edizioni
Data di uscita: 22 novembre 2018
Genere: Fantasy, Romance
Lunghezza: 390 pagine
Prezzo: 3.99€ Ebook
14€ cartaceo
Pagina Facebook della saga:



Alaisa, una ragazza umile ma determinata, è pronta per partire per il viaggio più importante della sua vita, con l’obiettivo di raggiungere la dimora della famosa Strega della Fonte e diventare sua apprendista: il suo sogno fin da bambina!
Quello che Alaisa non sa, è che la magia conferisce grandi poteri, e per padroneggiarla al meglio è prima necessario fare i conti con le proprie aspirazioni e le proprie paure.
Il mondo segreto delle Streghe offre molte opportunità, ma anche molti rischi e ombre… tra tutti i nuovi intriganti personaggi che conoscerà, riuscirà a capire di chi potrà fidarsi, e da chi dovrà difendere tutto ciò che le è più caro?

Con “La strega della fonte” Sabrina Guaragno ci porta in un nuovo universo Fantasy intricato e affascinante, in cui le atmosfere romantiche si mischiano ad altre cupe e inquietanti. E dove il potere della magia permette a maghi e streghe di realizzare i loro sogni, ma anche il manifestarsi di veri e propri incubi…


Prima di presentarvi i personaggi, vi ricordo il calendario del blogtour:




  • Lunedì 19 novembre – Presentazione del libro + Giveaway! ( paperpurrr.blogspot.com )
  • Martedì 20 novembre – Booktrailer del romanzo ( www.ilmondodisimis.com )
  • Mercoledì 21 novembre – Estratto del romanzo ( leggendoromancebooksblog.blogspot.com )
  • Giovedì 22 novembre – La storia di Adaesha ( valentinabellettini.blogspot.com )
  • Venerdì 23 novembre – La mappa di Adaesha ( aratakblog.blogspot.it )
  • Lunedì 26 novembre – Le religioni di Adaesha ( lostinabook.altervista.org )
  • Martedì 27 novembre – Recensioni in anteprima!

librialcaffe.blogspot.com
thebookofwritercom.wordpress.com
thenerdsfamily.wordpress.com
cheserie.altervista.org
inside-a-book.blogspot.com
www.bookislifeoriginals.blogspot.com
www.ilmondodellesognatrici.blogspot.com
leggendoabari.wordpress.com )


  • Mercoledì 28 novembre – La magia di Adaesha ( unabuonalettura.blogspot.com )
  • Giovedì 29 novembre – Usi e costumi di Adaesha ( themydiarysecret.blogspot.com )
  • Venerdì 30 novembre – Personaggi: i Candidati ( chicchidipensieri.blogspot.com )
  • Lunedì 3 dicembre – Personaggi Top Secret + Giveaway (ilsalottodelgattolibraio.blogspot.com)
  • Martedì 4 dicembre – Playlist del romanzo ( www.imondifantastici.blogspot.it )
  • Mercoledì 5 dicembre – Test: che strega/mago degli elementi sei? (martyelangolodeilibri.wordpress.com )
  • Giovedì 6 dicembre – Intervista all’autrice ( ikadreaming.blogspot.com)
  • Venerdì 7 dicembre – Vincitori dei Giveaway! ( tbs-thebookseeker.blogspot.com)


Per guadagnare un biglietto per l'estrazione di una copia cartacea del romanzo, 
partecipa al Giveaway!



Se avete difficoltà a visualizzare correttamente il giveaway qui sopra, si può partecipare visitando la
pagina: http://www.rafflecopter.com/rafl/display/7ba4d8bd25/

Rimani aggiornato sulle prossime tappe del blogtour e su nuovi giveaway su nuovi Giveaway seguendo l'evento su Facebook!


Ma bando alle ciance, eccovi i contenuti della tappa da me ospitata, che riguarda i personaggi, i Candidati.


I Candidati
Alaisa
“Solo qualche giorno fa, ero a casa a ricamare tovagliette da vendere al mercato con mia madre: ero una ragazza di quasi diciassette anni che cercava di aiutare la famiglia ad andare avanti. E oggi, invece, mi ritrovo qui, ad attendere il momento in cui incontrerò la Strega della Fonte”.
Alaisa è una ragazza di 17 anni, e viene dal piccolo paesino di Erad, nella regione del Tioma. Ha perso suo padre quando era piccola, e ha sempre vissuto cercando di prendersi cura di sua madre e delle sue sorelline Egea e Dacy.
Il suo sogno è quello di diventare una strega, e per farlo è disposta a oltrepassare i propri limiti.


Lill


“«Ehi!» mi sento apostrofare. Mi volto, un po’ sospettosa, solo per scoprire il volto simpatico di una giovane ragazza. I capelli biondo cenere sono legati dietro alla nuca con un fermaglio, il volto è tondo come quello di una bambina, gli occhi chiari brillanti. Indossa un abito scuro e lungo fino alle caviglie, stretto in vita da una cintura, e porta un mantello sul braccio”.
Lill ha 16 anni, ed è vitale ed esuberante. Adora ricamare, ballare e raccogliere i frutti nei campi. Il suo sogno di diventare una strega nasce proprio dal suo amore per la natura.



Ethas
“Sono passati solo pochi minuti quando Lill mi prende nuovamente in disparte. Mi indica un ragazzo al centro di un gruppo di giovani, vicino a un falò. Ha il volto sicuro di sé, gli occhi sono di un caldo color cioccolato e brillano alla luce del fuoco, mentre i capelli rossicci cadono in sinuose onde ai lati del volto.
«Che c’è?» chiedo.
Lill mi indica nuovamente il ragazzo. «È l’unico ragazzo che si è candidato!» dice Lill.
Il ragazzo ci nota e ci fissa, sorridendo enigmatico. Distogliamo subito lo sguardo, ma, nonostante ciò, sento gli occhi bruni del Candidato su di me per tutto il resto del tempo”.
Ethas viene dalla città di Adanea e ha 20 anni.
È un ragazzo determinato, ma anche premuroso e comprensivo. Il suo desiderio è quello di diventare uno stregone in ambito militare: la magia lo intriga molto.Edeny

“Finora non l’avevo notata, anche se devo esserle passata davanti appena arrivata. C’è una ragazza, seduta su un masso, il capo chino e le mani in grembo.
«Edeny, ecco un’altra Candidata. Si chiama Alaisa. Alaisa, lei è Edeny!» dice Lill, facendo le presentazioni. Edeny alza il volto incorniciato da boccoli di capelli biondi. Due occhi celesti e brillanti mi fissano. Alza una manina esile per salutarmi, ma non accenna nemmeno un sorriso”.
Edeny ha solo 15 anni ed è schiva e taciturna. Ama creare intrugli per le ferite, passatempo in cui è discretamente brava. Vorrebbe riuscire a diventare apprendista della Strega per rendere orgogliosi i suoi anziani genitori.

Sayris


“Avrei pensato che fosse un altro ragazzo, se non si fosse tolta il cappuccio a mostrare il volto di una giovane dagli occhi freddi come il ghiaccio e capelli di un strano color argenteo. Sotto al mantello, indossa una tenuta che farebbe invidia a una guardia militare. Sicuramente è armata, e il suo sguardo torvo mi fa un po’ paura. Mi chiedo cosa potrebbe diventare, dopo un addestramento di tre anni… e non voglio nemmeno pensarci”.
Sayris proviene dalla regione del Dochala, e ha 19 anni. Il suo aspetto è temibile, e il suo sguardo appare pericoloso. Vuole diventare una strega... beh, non ha proprio voglia di dirvi quali sono le sue ragioni


giovedì 29 novembre 2018

Recensione: L’AMICA GENIALE di Elena Ferrante



La storia dell’amicizia tra due bambine, nate nello stesso rione alla periferia di Napoli, che per emergere da un contesto chiuso e gretto, dominato dal maschilismo e da una mentalità ottusa e aggressiva, devono imparare a contare su loro stesse, sulla propria intelligenza e determinazione.

L’AMICA GENIALE
di Elena Ferrante


Edizioni E/O
400 pp
18 euro

“… tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine”.


Siamo alla fine degli anni ‘50 ed Elena Greco e Lila Cerullo vivono nel medesimo quartiere povero e degradato della periferia napoletana.
Sono compagne di scuola, l’una sa dell’altra a che famiglia appartiene, e il loro legame non nasce da subito perché tra le due scorre una sorta di tacita diffidenza; in particolare, Elena vede in Lila una cattiveria che la intimorisce; però, allo stesso tempo, una volta sbocciata, la loro amicizia fiorisce a grande velocità, come se essere l’una il sostegno dell’altra sia il motivo per cui si sono incontrate.

A narrarci la storia è Elena (Lenù), moltissimi anni dopo, quando è ormai una donna adulta, e la decisione di raccontare di questa forte amicizia nasce in seguito ad una telefonata in cui apprende che di Lila, della sua amica Lila, si son perse momentaneamente le tracce.
Il racconto di Lenù si concentra, pagina dopo pagina, sul personaggio di Lila, che catalizza tutta l’attenzione, e degli svariati personaggi che ruotano attorno alle due ragazzine; le vicende personali, famigliari e i legami (d’amicizia e sentimentali) che nel tempo si instaurano con le due protagoniste, creano dinamiche molto interessanti, che ci lasciano conoscere sempre meglio le due amiche.
Lenù è attratta da questa amichetta diversa dalle altre, intuendone la personalità forte, testarda: Lila sin da bambina dimostra di avere un carattere molto forte, è caparbia, sfacciata, irriverente, ha la lingua lunga e non si fa problemi a rispondere alle persone più grandi di lei, che siano insegnanti, genitori, vicini di casa.

“Lila invece aveva, da piccola (…) la caratteristica della determinazione assoluta”.

Ma soprattutto, è intelligentissima, sveglia, con una grande attitudine allo studio; è nata per essere la “prima della classe” e questo la rende antipatica ai compagni e oggetto di ammirazione per le insegnanti, in particolare per la maestra Olivieri, che vede sia in Lila che in Lenù due talenti che assolutamente non vanno sprecati ma incoraggiati a studiare, perché solo attraverso lo studio non solo si contribuisce a migliorare la società, ma si offre alle donne un’arma incredibile per non restare rinchiuse nella meschina gabbia di un’esistenza piatta, ignorante, che si spegne anno dopo anno tra le mura vecchie e umide di una casa in cui alla femmina è richiesto solo di sottomettersi al marito e accudire casa e figlioli.

Elena si accorge che Lila è davvero brava in tutte le materie, dai verbi ai calcoli a mente, e che ha una capacità d’eloquio fluente ed invidiabile, nonostante venga da una famiglia in cui la cultura è quanto mai lontana; con l’amica scatta quindi una sorta di rivalità, vissuta a colpi di interrogazioni ed esami superati più o meno brillantemente, e di materie più impegnative studiate in vista di un avanzamento negli studi.

Ma a spuntarla, almeno sulla carta, è la bella Elena, il cui padre è usciere al comune e, rispetto al padre calzolaio di Lila, accarezza l’idea di avere una figlia bravissima a scuola, che gli dia grandi soddisfazioni, per cui è disponibile a sostenerla negli studi, nonostante la disapprovazione acida e un pizzico maligna della mamma di Lenù, con la quale la bambina non riesce ad andare d’accordo.
E così Lenuccia si dedica alle “sudate carte”, studia a più non posso greco, latino, in vista del liceo, e perché sia bella fresca e preparata per questo scopo, sotto consiglio della Olivieri, Elena viene mandata in vacanza ad Ischia. Ha 14 anni e inizia per lei il periodo dell’amore adolescenziale, il suo corpo inizia a cambiare, e non sempre questi cambiamenti sembrano piacevoli…

Qual è il suo stupore nell’accorgersi che anche in questo Lila la supera ancora una volta!
Sì perché la sua cara amica, il cui pensiero non l’abbandona mai (nutrendo la paura che, perdendo pezzi di vita dell’altra, anche la propria perdesse centralità e importanza), compagna di tante avventure, di segreti confidati, di sogni sospirati tra una pagina e l’altra di “Piccole Donne” (il comune sogno nel cassetto è scrivere insieme un libro che permetta loro di guadagnare un sacco di soldi), eccelle in tutto ciò che fa!
Benché la famiglia le abbia proibito di proseguire le medie, lei di nascosto continua a leggere un sacco di libri presi in prestito dalla biblioteca, e addirittura studia da sola latino e greco, diventando in certi momenti più brava della stessa Elena; non solo, ma da bimba secca come un chiodo, pallida come una mozzarella piccola e insignificante…, crescendo ed abbandonando la pubertà, Lila è sbocciata come un fiore, il suo corpo ha assunto una sinuosità ed una sensualità che fanno girare la testa ai ragazzi del rione, gli stessi con cui sono entrambe cresciute, hanno bisticciato, si son presi in giro…

Come dicevo qualche riga più su, a dare movimento e tensione alle vicende private di Lila e Lenù ci pensa la gente del rione, che poi è un microcosmo in cui tutti si conoscono, le donne danno il peggio di se stesse tra loro se vedono minacciato il proprio “orticello”, le mamme coi figli non sempre riescono a dimostrare dolcezza e comprensione (frustrate e amareggiate come sono da una vita di stenti, di botte, di silenzi sofferenti e rospi ingoiati), i mariti si comportano come i despoti della casa, pretendono di essere serviti e riveriti e guai a chi si ribella, i padri non esitano ad alzare le mani e a percuotere con rabbia i propri figli al minimo accenno di disubbidienza…
E così assistiamo alle sceneggiate nate attorno alla figura di don Achille, usuraio temuto e rispettato nel rione, da cui bisogna guardarsi perché sa essere pericoloso; assistiamo ai litigi chiassosi tra donne tradite e illuse; le scene di violenza, fisica e verbale, non mancano ed avvengono tutte sotto gli occhi sgomenti e spaventati delle due ragazzine, purtroppo avvezze, sin dalla tenera età, a questo tipo di comportamenti poco edificanti…, che contraddistinguono “la plebe”, questa povera gente meschina, misera, gretta, la cui esistenza non può puntare a null’altro che a questo squallore.

“Con loro (i ragazzi del rione) non potevo usare niente di ciò che imparavo ogni giorno, dovevo contenermi, in qualche modo auto degradarmi, ciò che ero a scuola, lì ero obbligata a metterlo tra parentesi o a usarlo a tradimento”.

Ma più di tutto, seguiamo le due ragazzine nella loro crescita e nel loro affacciarsi alla vita come piccole donne in formazione, che diventano oggetto di interesse per i maschietti che conoscono da una vita e con i quali si intrecceranno una serie di dinamiche e vicissitudini sentimentali e famigliari che cominceranno a dare un determinato corso agli eventi e alle esistenze delle protagoniste.

A fare da filo conduttore a tutte le vivaci vicende narrate, che ci danno un quadro realistico di questa Napoli degli Anni Sessanta, e in special modo del rione, così rumoroso, sporco, misero, sciatto, violento, i cui abitanti inevitabilmente hanno un che di pittoresco, di teatrale, di esagerato, è sempre e comunque l’amicizia vera e inossidabile tra le due ragazze.

L’autrice (che, ormai si sa, usa uno pseudonimo, quindi in teoria potrebbe essere pure un lui, anche se non ci giurerei….) scava magistralmente nell’animo di Lila e Lenù, le colloca in un contesto ben preciso dando però loro anche gli strumenti - caratteriali e non solo - per poter emergere, se vogliono, per emanciparsi dal punto di vista sociale; lo sguardo di Elena è interno al rione - ne è parte, vi è nata e cresciuta - ma al contempo è esterno, come se ella ne prendesse le distanze, come se non ne avesse assimilato lo spirito ma anzi avesse maturato la capacità di giudicare, valutare con lucidità ciò che vede.

Non vi nascondo che ero tentata di non scrivere nulla su questo romanzo perché… ci sono talmente tante recensioni in gito che una in più o in meno immagino non faccia proprio alcuna differenza…; però poi la voglia di parlarvene e dire il mio punto di vista, ha avuto la meglio.
Solitamente ne parlano tutti stra-bene, non soltanto di questo primo libro ma di tutta la tetralogia, e io non posso che aggiungermi ai pareri positivi: la Ferrante sa come trascinarti nella vita delle due amiche e del rione con la sua scrittura verace, intensa, potente, che sa coinvolgere e appassionare il lettore; il finale poi ti mette il desiderio di leggere immediatamente il seguito.

Concludo consigliando il libro - potrei esimermi? - e confermando che la serie tv sulla Rai è fatta (stando alle prime puntate, almeno) davvero bene, molto fedele, le attrici protagoniste sono meravigliose ed espressive; aspetto martedì prossimo per proseguire nella visione, così sto ancora un altro po’ in compagnia di Lenuccia e Lila.

mercoledì 28 novembre 2018

Recensione: IL LIBRAIO DI SELINUNTE di Roberto Vecchioni (RC2018)



Un racconto poetico, magico, che nella sua semplicità ci ricorda l'importanza delle Parole e delle sue sfumature, dei Libri e del loro potere comunicativo, e di come senza di essi perdiamo la memoria di ciò che siamo e la capacità di raccontarlo.



IL LIBRAIO DI SELINUNTE
di Roberto Vecchioni



Ed. Einaudi
68 pp
8 euro
2014
Nicolino è un ragazzino vivace e caparbio che non s'arresta davanti alle parole sciocche e ai giudizi vuoti degli adulti.
Lui va oltre e vuol ragionare con la propria testa.

Nicolino è cresciuto a Selinunte, vecchio borgo costruito attorno all'antica acropoli greca e situato sulla costa sud-occidentale della Sicilia.

E' lui a parlarci della strana storia che ruota attorno ad un libraio tanto brutto quanto sensibile e importante per la vita di Nicolino: una storia che spiega come mai nel suo paesino un giorno la gente abbia smesso di sapere "come si parla", come se non avesse più parole da dire, come se non sapesse più identificare gli oggetti, i sentimenti, i pensieri...
Tutti gli abitanti di Selinunte a un dato momento hanno manifestato questo problema, divenendo degli smemorati che vagano smarriti in una nebbia di cose senza nome, incapaci di parlare e ricordare, incapaci di
pensare. Perché tutti, in quel giorno, hanno perso le parole, per sempre, e possono incolpare solo loro stessi per questo dramma.
Cosa è accaduto quel giorno, è appunto Nicolino a dircelo.
Perchè lui è l'unico che si è salvato dall'incantesimo e che può raccontare i fatti incredibili che hanno portato a tutto questo.
Soltanto lui, perché ha avuto il privilegio di conoscere il libraio.

Nella pacifica Selinunte, dove tutti conoscono tutti, un giorno arriva uno strambo individuo: un uomo brutto, che più brutto non ce n'è...

"Piccolo, storto, incurvato, beveva tenendo il bicchiere con due mani, appoggiandosi sui gomiti, e sembrava come a mezz'aria, perché stava seduto ma i piedi non gli arrivavano fino a terra."
Sarà il suo aspetto sgradevole, sarà il suo starsene sempre da solo, sarà che ha a che fare coi libri, con le parole e poco con la vita pratica, sarà che semplicemente è uno straniero..., ma fatto sta che alla gente di Selinunte il libraio non piace per niente e si fa presto a far girare su di lui brutte voci.
Tutti si tengono lontani dall'uomo, lo scherniscono, lo insultano, lo giudicano cattivo in virtù del suo aspetto non proprio avvenente.
E forse è pure un po' pazzo, visto che nella sua libreria i libri non vengono venduti...; e no, lui li legge ad alta voce e chi vuole può ascoltarlo, visto che l'uomo, con pazienza, prepara ogni sera le sedie per i suoi possibili uditori.

Ma, fatta eccezione per un unico tentativo, le persone del paese non solo non sono attratte dalle parole lette con passione dall'uomo, ma scoraggiano gli altri ad andare a sentirlo.

Eppure Nicolino non riesce a mettere a tacere l'attrazione che prova per il piccolo librario e per le sue letture ad alta voce.

"In quei due mesi il tempo delle parole era diventato il mio vero tempo, una seconda vita: noi due soli, nel silenzio assoluto, in quella stanza fuori dal mondo. E poi la bellezza di quella voce che m'incantava, mi rapiva."

E così, rischiando punizioni, il ragazzino esce nottetempo di casa, eludendo la sorveglianza dei genitori, per recarsi nella bottega del librario che passa le notti a leggere: Saffo, Pessoa, Tolstoj, Rimbaud... Perché

 «tutte le parole scritte dagli uomini sono forsennato amore non corrisposto; sono un diario frettoloso e incerto che dobbiamo riempire di corsa, perché tempo ce n'è poco. Un immenso diario che teniamo per Dio, per non recarci a mani vuote all'appuntamento».
Il libraio riesce a stabilire un magico legame solo con Nicolino detto "Frullo", il quale non si paleserà mai quale uditore, ma si accontenterà di nascondersi dietro due pile di libri, ascoltando questo suo nuovo amico mentre legge ogni sera i passi più belli dei grandi poeti e romanzieri di ogni tempo.
E quelle parole, per Frullo come per ogni lettore, aprono d'improvviso un universo di emozioni e di storie che non moriranno mai.

"Il libraio leggeva le parole senza imporle all'ascolto, perché le parole non nascono, non nascevano in quell'autore, per favorire, acchiappare, assecondare, manovrare a piacimento le emozioni del pubblico, stipandole nella gabbia di un unico sentire. Il libraio restituiva le parole a se stesse. La lettura che usciva dalla sua bocca era un'offerta di toni per l'anima: salire, scendere, fermarsi. Salire, restare, risalire. Non una concessione al sentimentalismo, non una lacrima, un grido in più, non una risata, un ammiccamento; niente effluvi di furore, smargiassate, tenerezze.Leggeva il tempo che dura la parola nel cuore, senza picchi o sbalzi, perché il cuore ha piani sovrapposti e li esprimerebbe salendo e scendendo con metodo dall'uno all'altro se potesse farlo da solo. Rinunciando a urli e guaiti, minutaglia emotiva."

Nicolino è l'unico tra gli abitanti ad aver accolto questo straniero misterioso, giunto da chissà dove con i suoi bauli pieni di libri e tanta voglia di raccontarli; egli è affascinato da questa figura e grazie a lui assorbe le mille storie che nei libri sono custodite. 
Ma l'ignoranza e l'odio irragionevole dei suoi compaesani non si fermano alle parole, all'indifferenza ostentata o all'isolamento intenzionale del povero libraio: va oltre, tramutandosi in un azioni scellerate, cattive, che però avranno le sue conseguenze inaspettate e drammatiche per tutto il paese.

Sì perchè da quel giorno, forse Selinunte si libererà, come desiderava, del brutto e bizzarro libraio, ma al contempo perderà qualcosa di fondamentale: le parole e, con esse, la memoria, il legame con le cose che ci circondano, le persone, le emozioni...
Come sarebbe la nostra esistenza, il vivere quotidiano, se perdessimo la capacità di nominare, identificare, il mondo attorno a noi e, ancor di più, ciò che è dentro di noi?
Ci sentiremmo menomati, uomini e donne a metà, cui manca un pezzo importante di sè e che inevitabilmente hanno difficoltà ad avere relazioni umane perchè queste si basano essenzialmente sulla capacità di comunicare.

Vecchioni ha scritto una canzone che si chiama proprio come il suo libro e queste pagine hanno un che di musicale; in esse il cantautore ci regala una sorta di favola dolce-amara in cui assistiamo al rifiuto, da parte di un intero paese, del diverso, dell'estraneo, e della ricchezza culturale di cui è portatore.
Cosa c'è di più triste e tragico per un popolo che bruciare la cultura, fare un falò di libri...?
Quanta paura può creare ciò che non conosciamo, tanto da indurci a maltrattarlo o emarginarlo, rigettando ciò che egli porta con sè e che potrebbe invece recarci dei benefici?

Rifiutando l'amore del libraio per i libri, per le pagine meravigliose tratte da testi di poesia o dei grandi romanzi, gli uomini di Selinunte dicono no alla bellezza delle parole, al loro potere comunicativo, immaginifico, all'enorme ricchezza che celano in sè.

Un racconto breve, che non ha chissà che intreccio memorabile, da capolavoro letterario, ma che pure mi ha affascinata, in particolare per la presenza di certe famose citazioni letterarie e perchè al centro vi sono loro, i nostri amati libri, che se anche la maggioranza - accecata da un'irrazionale paura e dall'ottusa ignoranza di chi non vuole guardare al di là del proprio naso - disprezza, a salvarne la bellezza è il protagonista, innocente e puro, Nicolino, che non s'arrende all'idea che la gente attorno a lui non abbia più niente da raccontare e ricordare, e quindi spera...: spera che un giorno le pagine fitte di centinaia, migliaia di libri, possano ritornare a riempire ogni spazio vivibile e restituire la gioia negli occhi di tutti.

Consigliato, lettura piacevole, in certi momenti più intensa che in altri, forse conclusa con poca originalità ma nonostante qualche piccola imperfezione, Vecchioni mi convince, mi lascia sognare e riflettere con la sua scrittura poetica e malinconica.



"...bellezza, pensai, è star bene, sentirti pieno di cose e averne altre fuori che ti rivestono perfettamente, senza lasciarti un solo pezzo di corpo scoperto: bellezza è questo vestito che ti senti cucito addosso, soffice, caldo, indistruttibile, fra tanti altri che mancano sempre di qualcosa."



15. Un libro in cui il protagonista sia un libraio


martedì 27 novembre 2018

Anteprima Fazi Editore || NEL CUORE DELLA NOTTE di Rebecca West - dal 28 gennaio in libreria



A gennaio torna in libreria Rebecca West con il seguito de La famiglia Aubrey:



NEL CUORE DELLA NOTTE
di Rebecca West




FAZI ED.
USCITA
28 GENNAIO 2019
È trascorso qualche anno da quando abbiamo salutato la famiglia Aubrey.
Le bambine non sono più tali, sono giovani donne, e ognuna ha preso la propria strada: le gemelle Mary e Rose sono due pianiste affermate e vivono le difficoltà che comporta avere un talento straordinario.
La sorella maggiore, Cordelia, ha abbandonato le velleità artistiche per sposarsi.
La cugina Rosamund lavora come infermiera.
E poi c’è lui, il piccolo Richard Quin, che si è trasformato in un giovane seduttore brillante e, sempre più, adorato da tutti…
La guerra verrà a bussare anche alla sua porta, purtroppo. E sconvolgerà ogni cosa.
E mentre il padre è sparito definitivamente, anche la madre comincia lentamente a spegnersi.
Diventare grandi, per le ragazze Aubrey, vuol dire abbandonare per sempre la spensieratezza e immergersi in una lunga notte costellata di eventi drammatici…

L'autrice.
Nata Cicely Isabel Fairfield a Londra, prese il suo pseudonimo dall’omonimo personaggio di Ibsen, un’eroina ribelle. Nel corso della sua lunga vita travagliata e romanzesca è stata scrittrice, giornalista, critica letteraria, instancabile viaggiatrice, femminista ante litteram e politicamente impegnata. Amica di Virginia Woolf e amante di H.G. Wells, Rebecca West viene considerata una delle più raffinate prosatrici del ventesimo secolo e la sua "Trilogia degli Aubrey" è ispirata alla propria storia familiare.

lunedì 26 novembre 2018

Recensione: MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA' di Francesco Piccolo



La vita, come pure ogni singola giornata, è fatta di momenti; e di questi momenti, tanti li ricorderemo negli anni e altri li dimenticheremo pochi minuti dopo averli vissuti.
Ma ciò che conta è che spesso, tanti di essi, nella loro apparente inutilità e banalità, ci regaleranno momenti inaspettati di felicità; piccole gioie necessarie per guardare il mondo con quel pizzico di ottimismo e leggerezza che non guasta mai. Tutt'altro.



MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA'
di Francesco Piccolo

Einaudi Ed.
133 pp
12.50 euro
Pensieri sparsi, alcuni brevissimi altri sono dei mini racconti di situazioni vissute o immaginate dal protagonista: tutti hanno in comune le sensazioni di ebbrezza e breve euforia provate.

Sono i momenti di felicità trascurabili, cioè quell'insieme di sensazioni piacevoli, intense ma anche estemporanee ed effimere (dureranno poco) e che ci prendono d'assalto e all'improvviso durante la giornata, illuminandola proprio quando essa pareva scorrere fin troppo piatta e grigia.

Non sono "niente di che", ma il piacere che ne deriva è affine, appunto, alla felicità.

Possono essere i primi momenti della giornata...

"quando mi sveglio in un posto che non è casa mia, quell'attimo in cui non capisco ancora dove sono"

oppure azioni quotidiane alle quali non si dà peso e che pure a volte scatenano piccole baruffe in casa:

"Bere direttamente dalla bottiglia perché l'acqua sta finendo e, se qualcuno mi guarda schifato, dire: Ma stava finendo!".

"Alcuni gesti insensati.Soffiare su un pezzo di pane caduto a terra e poi mangiarlo come se fosse stato ripulito".
"Chiudermi a chiave nei bagni delle case dove non sono mai stato e mettermi a curiosare su tutti i prodotti che usano".

Ecco, sono solo alcuni esempi di quello che è il senso e il contenuto del libro, piccolo, scorrevole, una lettura simpatica, intrisa di ironia, che sa far sorridere perchè inevitabilmente ci si ritrova nei ritratti buffi che il protagonista narratore ci dà di se stesso e delle persone da lui osservate con attenzione.

Le svariate situazioni descritte con leggerezza, con uno stile semplice che riprende il parlato di tutti i giorni, possono sembrare in sè banali, insignificanti e, da un certo punto di vista, lo sono nei contenuti, nel senso che non si narrano vicende di fondamentale importanza nè per il protagonista nè per chi legge; non essendoci una trama con degli sviluppi e dei personaggi ben definiti con un nome e un cognome, il lettore non assiste a colpi di scena, a dinamiche narrative che lo tengano col fiato sospeso... semplicemente perchè non è l'intento di questo libro...!

L'Autore ci presenta degli "schizzi", delle scene (a volte, sono proprio delle "scenette") con pennellate veloci, colorate, bizzarre, divertenti... e ci invita a trovare in esse questi momenti di trascurabile felicità, che si trovano quindi ovunque, pronti a caderti in testa e farti vedere le cose e le persone e i gesti di tutti i giorni sotto una luce differente, che fino a un attimo prima non avevi considerato.
E così, dando spazio e attenzione al quotidiano, all'ordinario, diamo a noi stessi l'opportunità di cogliere quegli aspetti del vivere e della realtà circostante che non notiamo ma che, se ci fermassimo un attimo, ci accorgeremmo che celano in sè il senso profondo della vita stessa.
In queste poche pagine ritroviamo, a mio avviso, i tanti vizietti, i pensieri inconfessabili, le debolezze, le speranze, le piccole e innocenti manie, con i quali tutti noi dobbiamo fare i conti, e che danno pepe e colore ai giorni che viviamo, e l'Autore ce ne parla con un piglio intelligente e acuto, che ci stupisce piacevolmente.

domenica 25 novembre 2018

Segnalazione | L'esordio letterario di Mr Ink: MALANOTTE. Lettera aperta a una cara catastrofe di Mchele Del Vecchio


Buongiorno e buona domenica, carissimi lettori!!
Oggi ho il piacere di presentare qui sul blog (ma son certa, anzi mi auguro davvero, che abbiate avuto modo di vederlo già in giro per il web... ^_- ) il romanzo d'esordio di un bookblogger che tanti di noi conoscono e stimano: sto parlando di Mr Ink, fondatore del blog Diario di una dipendenza, e del suo libro; ho letto l'anteprima e vi ho ritrovato la bravura e la sensibilità di Michele e del suo modo di scrivere che cattura e rapisce, e che grazie alle sue splendide recensioni ho imparato ad apprezzare.
Ci si affeziona a Milo da subito e si ha voglia di saperne di più, di come la sua vita stia per subire una svolta dopo un incontro con una ragazza, un "astro in collisione" bello come "un film di Tim Burton"!



MALANOTTE. Lettera aperta a una cara catastrofe
di Mchele Del Vecchio



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Ebook: 5.99 euro
Cartaceo: 16 euro

Il romanzo è a metà prezzo
 fino a domenica 25
quindi oggi è possibile ancora acquistare 
a 3 euro l'ebook e a 8 euro il cartaceo!



Cronometro alla mano per lavarsi i denti, i lacci delle Converse a fare pendant con gli stati d’animo e corde del bucato su cui sventolano i capolavori di Beethoven.
Milo Jenkins, 16 anni, è un virtuoso del pianoforte, ha mille nevrosi e il fantasma di un pesce farfalla per migliore amico. I lunghi silenzi e un candore senza età hanno reso sicura la diagnosi: è autistico. Un ragazzo speciale, lo definirebbe qualcuno.
Se vivi nella cupa Eureka, però, non ci sono parole gentili per un orfano di madre con gli occhiali a fondo di bottiglia e gli incisivi a zappa.
La svolta sperata ha le occhiaie viola di Iris, bella come un film di Tim Burton.
Sulla tela della loro adolescenza, uno schizzo rosso sangue. Sotto una coltre di foglie secche, cadaveri innocenti. Corre, Milo. Ma verso Iris o lontano da lei?

Truce e dolce, Malanotte. Lettera aperta a una cara catastrofe è una fiaba splatter dove i baci hanno un retrogusto segreto e tra sogno e delirio, amore e morte, non c’è grado di separazione.


Perché ho scritto questo libro?
Il romanzo è un debito verso i miei 17 anni. Tra eroi senza macchia e uomini che da regola non devono chiedere mai, non riuscivo a trovare un protagonista che somigliasse a me: miope, imbranato, sincero. Chi dice che non abbiamo diritto a un colpo di testa o di cuore? Perché altrove siamo ridotti a figuranti senza un giallo da sbrogliare, una forestiera con cui dividere le cuffie dell’iPod, il potere di fare la differenza? Milo è nato per spirito di autoconservazione: l’adolescenza è sacra.

L'autore.
Michele Del Vecchio (Palermo,1994) nasce su un'isola, passa le estati della sua infanzia all'ombra del Vesuvio e a otto anni si trasferisce nella regione che, stando a torto alla pagina Facebook, non esiste. Vive tra Termoli e Pescara con quel che resta della sua famiglia e l'irresistibile Ciro, un tigrato europeo che odia tutti e in cui spera fermamente di reincarnarsi in un’altra vita. Fondatore nel 2012 del blog Diario di una dipendenza e plurifinalista ai Macchianera Internet Awards nella categoria Miglior sito letterario, sta lavorando a una tesi magistrale in Letteratura teatrale italiana.



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