martedì 8 gennaio 2019

Imparare leggendo (#10)



Il bello dell'amare la lettura è che si ha l'opportunità di arricchire, tra le altre cose, il lessico.

Ecco qualche parolina di cui ignoravo il significato e/o l'etimologia.


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ANODINO: dal lat. tardo anody̆nus, «senza dolore». – 1. In medicina, antidolorifico, riferito a sostanza che ha azione calmante; 2. fig. Senza carattere, insignificante: un individuo a.; o che non prende posizione decisa, che non esprime un parere netto.

APOTROPAICO: detto di oggetti, atti e formule che, per la loro particolare carica magica, sono ritenuti capaci di allontanare o distruggere gli influssi malefici.

APORIA: problema le cui possibilità di soluzione risultano annullate in partenza dalla contraddizione; difficoltà insolubile in cui si imbatte il ragionamento.
concione: adunanza pubblica, assemblea.

lunedì 7 gennaio 2019

Recensione: BELLA MIA di Donatella Di Pietrantonio (RC2019)



Quando la notte del 6 aprile 2009 l'Aquila e le località vicine furono scosse dal violento terremoto, entrato ormai a far parte della memoria collettiva di noi italiani, non andarono giù solo gli edifici, ma anche le esistenze delle persone coinvolte, di quelle che persero la vita ma pure delle sopravvissute alla tragedia e alla perdita dei propri cari. La protagonista si ritrova a fare i conti con il trauma del lutto e la difficile ricostruzione della propria vita a partire dalle macerie, fisiche ed emotive.



BELLA MIA
di Donatella Di Pietrantonio



Elliot Ed.
192  pp
"La mattina del 6 aprile, quattro anni fa, il dolore si è diffuso e ha riempito tutta la capacità disponibile, come i gas, è diventato la mia atmosfera, atmosfera, l’unico ossigeno respirabile. Non ho saputo provare altro, non mi sono distratta."


Siamo a L'Aquila, quattro anni dopo il disastroso terremoto che sconvolse la città (e la provincia) provocando più di trecento morti e migliaia di feriti e sfollati.

Caterina, la protagonista di questa storia, nonchè io narrante, ha perso la sorella gemella Olivia nel corso di quella notte: lei stessa era presente in quei tragici momenti (avendo deciso di dormire a casa della sorella per non trovarsi sola qualora le scosse si fossero fatte più allarmanti), insieme ad Olivia, rimasta poi sotto le macerie, e al figlio di lei, Marco, sopravvissuto come la zia.
Dopo essere stato affidato in un primo tempo al padre, che però s'è dimostrato poco adatto ad occuparsene, a prendersi cura di questo nipote silenzioso e ombroso sono la nonna e la zia, che vivono da tre anni nelle C.A.S.E (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili).

Avere a che fare con questo ragazzo secco, spigoloso, brufoloso e di poche parole, non è facile; Marco è un adolescente scontroso, chiuso nel dolore e nella rabbia per quella mamma perduta ingiustamente e queste emozioni le butta fuori attraverso atteggiamenti e comportamenti irritanti, sgarbati e anche un po' da "scapestrato".

Mentre osserva con commozione e impotenza la madre anziana addolorata, che ogni giorno si reca al cimitero a "far visita" a quella figlia bella e intelligente ormai perduta per sempre, Caterina si ritrova quindi a dover essere una figura di riferimento per un nipote ribelle, inquieto, incline a cacciarsi nei guai e in collisione col padre, Roberto.

Roberto - musicista sempre in giro per l'Italia (e non solo) a far concerti - aveva lasciato la moglie Olivia per un'altra; in seguito alla separazione, Olivia si era trasferita dalla capitale (dove abitava col marito e il figlio), al L'Aquila con Marco, che ha sviluppato inevitabilmente rancore e rabbia verso quel padre assente, che li ha lasciati per rifarsi una vita, e che oltretutto non c'era in quella maledetta notte in cui il ragazzo ha quasi visto morire sua madre sotto una grossa trave.

A dire il vero, da quando l'ex-moglie non c'è più, Roberto sta cercando di recuperare un minimo di rapporto col figlio, ma questi non fa che rifiutarne ogni approccio, dimostrando in modo palese la propria ostilità nei confronti dell'affranto e alquanto passivo genitore.

Caterina, quindi, oltre a dover fare da madre al nipote, non di rado veste i panni di mediatrice tra padre e figlio; verso Roberto, prova sentimenti contraddittori, che la spingono a non ignorarlo e, al contempo, ad avere spesso atteggiamenti acidi verso lo stesso: se da una parte, infatti, non può non detestarlo per aver fatto soffrire la sua adorata Olivia, dall'altra lui rappresenta quel periodo della sua vita in cui, da ragazza, riusciva ancora a trovare dei momenti in cui essere serena, quasi felice.

Da sempre "vittima" di una sorta di complesso d'inferiorità verso Olivia, da tutti (mamma compresa) considerata la gemella bella, quella "baciata dalla fortuna", dal carattere esuberante, dalla personalità carismatica, capace di farsi voler bene e di attirare le attenzioni di tutti, maschi e femmine, la sorella più forte, capace di proteggere lei, la gemellina meno bellina, più magrolina, bisognosa di essere difesa..., Caterina non è mai stata una persona davvero felice, forse per via di un'insicurezza di fondo che l'ha sempre indotta a starsene nell'ombra, a restare immobile e triste mentre la vita le scorreva davanti come sabbia tra le dita; perdere l'unico vero perno della propria esistenza non ha fatto che acuire questa sua "inadeguatezza esistenziale", rendendola anzi ancora più "strana", come se ogni tanto perdesse il filo dei propri pensieri e il contatto con la realtà e la sua testa si perdesse tra le nuvole:

"Potrei anche essere ottimista, ma era uno stato d’animo inconsueto già prima, per me, figuriamoci dopo il terremoto. Ovunque vedo catastrofi, in un futuro non so quanto prossimo. Così mi difendo, scommetto sempre sul peggio, perché non mi ancora. "

In attesa che le loro abitazioni (site nella "zona rossa", quella ancora pericolante, transennata e non accessibile ufficialmente) vengano ricostruite e riassegnate ai rifugiati, i giorni trascorrono senza che Caterina veda nulla di positivo nel futuro, e a dire il vero neppure nel presente.
Sua madre vive col cuore anch'esso sepolto nel cimitero con quella figlia perduta; suo nipote ne combina di tutti i colori, mettendola in difficoltà e l'impacciata zia non sa che fare, come muoversi con lui; con suo cognato Roberto i rapporti sono striminziti, imbarazzati; non parla molto, Caterina, con nessuno, tutt'al più si limita ad ascoltare ciò che hanno da raccontarle le vicine o la postina...

A lacerarle l'anima c'è il pensiero di Olivia, la cui presenza rassicurante e il cui amore incondizionato le sono stati tolti in una manciata di minuti, senza che lei abbia potuto fare nulla per impedirlo.

"Questo scorcio così nero della notte è sempre dedicato a lei, mi manca senza pietà mentre dorme il dolore degli altri due. Non occorre nascondermi, potrei anche piangere, se venisse. Le offro la mia insonnia, qualcuno deve restare a vegliarla, a rivolgere pensieri verso la solitudine indecifrabile dove sta, dove non è.

L'unica cosa nella quale riesce ad esprimersi e a trovare una valvola di sfogo è l'arte: la donna, infatti, crea oggetti in ceramica, ricavando anche dei guadagni da quest'attività.

Eppure..., nelle sue giornate un po' grigie e sentimentalmente piatte, si sta affacciando la presenza di un uomo, che riesce a suscitarle brividi e sensazioni non provate da troppo tempo: con la sua dolce e discreta insistenza nell'aprirsi un varco verso una Caterina chiusa, disillusa e schiva, potrebbe donarle un briciolo di rinnovata speranza?

Donatella Di Pietrantonio in "Bella mia" ci racconta, attraverso la storia di una donna, la condizione di coloro che si trovano vivi dopo un evento tragico, qual è un sisma; chi sopravvive deve fare i conti con un passato carico di ricordi, di nostalgia verso persone, gesti, parole, oggetti... che ormai appartengono solo alla memoria del cuore; con un  presente occupato da detriti, polvere, macerie, desolazione..., e con un futuro che si prospetta decisamente in salita, interamente da rifare (materialmente e non); a questo spaesamento, a questa paura di dover ripartire da zero, si affianca il senso di colpa proprio dei sopravvissuti alle tragedie, che quasi si vergognano di essere vivi rispetto a tanta gente, che invece è morta.

In un clima diffuso di smarrimento, gli abitanti dei rifugi si sentono estremamente nervosi, "logorati dalla cronica provvisorietà", indecisi tra l'attesa che la loro situazione cambi e la rassegnazione che ciò non accadrà (non a breve, quanto meno).

L'Autrice si sofferma sulla singola storia - quella di Caterina - che è anche specchio di una condizione più ampia, e lo fa con una narrazione intensa, da cui emana una straordinaria forza poetica e una grande sensibilità, con un linguaggio semplice ed evocativo insieme, capace di imprimere nell'anima del lettore tutto il groviglio di sentimenti ed emozioni che assalgono chi vive esperienze drammatiche, di chi si è trovato faccia a faccia con la morte e ne è sì uscito vivo..., ma a quale prezzo e con quale bagaglio di dolore!
Una scrittura intima, profonda, che dà voce a quanti, colpiti da un evento catastrofico, devono rimboccarsi le maniche e riscattare il diritto ad avere un futuro.
Caterina deve imparare che da questo evento doloroso che l'ha privata di un affetto fondamentale, può giungerle inaspettatamente l'opportunità di ritrovare gli affetti intimi da cui rischiava di sentirsi sempre più lontana, di aprirsi con fiducia alla vita, all'amore, in una parola, di riscattare se stessa da una passiva rassegnazione che non riesce ad evitare e dal voler essere per forza forte per amore della madre e del nipote.

E' il secondo romanzo di quest'autrice che leggo - dopo "L'Arminuta"- e per me si riconferma una scrittrice di talento, che sa come catturare l'attenzione del lettore narrandogli storie realistiche, che svelano il vissuto interiore della protagonista lasciandolo entrare in empatia con lei e, inevitabilmente, il pensiero va anche a chi ha vissuto i fatti devastanti che fanno da sfondo alla storia.

Consigliato!!


domenica 6 gennaio 2019

ALFACHALLENGE - la "mia" sfida letteraria del 2019




Cari amici lettori, anche quest'anno partecipo alla Reading Challenge organizzata dal gruppo di lettura che seguo su FB.
La novità rispetto agli anni precedenti è che noi membri del club non proporremo ciascuno un obiettivo letterario che poi tutti devono cercare di raggiungere; questa volta si è scelto di seguire semplicemente... l'alfabeto, ed infatti la sfida letteraria è stata denominata ALFACHALLENGE e consiste nello scegliere i libri in base al cognome degli autori, seguendo un ordine alfabetico, appunto.

Ho incominciato a farmi un'idea degli autori - e quindi dei titoli - che potrei far rientrare nella reading challenge, ma è tutto provvisorio e parziale; più che altro mi sto attualmente regolando sui romanzi già in mio possesso, ma l'anno è appena iniziato e sicuramente via via farò qualche... sostituzione :))






Margarte Atwood (IL RACCONTO DELL'ANCELLA)




C

W. Collins (LA PIETRA DI LUNA)


D 

D. Di Pietrantonio (BELLA MIA)


E

A. Ernaux (IL POSTO)


F

 K. Follett (LO SCANDALO MODIGLIANI)


G

Grassi A. (SCARPE SCARLATTE)


H



I

J



K  




L

Lewis C.S. (DIARIO DI UN DOLORE)



M

A. Manzini (PISTA NERA)




Neumann R. (CATTIVE COMPAGNIE)



O

C. Offutt (COUNTRY DARK)



P

Pennacchi A. (IL FASCIOCOMUNISTA)



Q

Quintini B. (VOCI SOFFOCATE)



R

R. Russo (QUATTORDICI SPINE)



S 




T 

N. Terranova (ADDIO FANTASMI)



U

L. Unger (SEGRETI SEPOLTI)



V
W

Weinberg F., BAMBINO N. 30529



X

Qiu Xiaolong, (LE LACRIME DEL LAGO TAI)


Y


W.B. Yeats (FIABE IRLANDESI)



Z

Zan K. (DOPO)




E VOI, PARTECIPATE A UNA READING CHALLENGE?
Di solito vi piacciono queste sfide di lettura o le evitate perchè vi sentireste condizionati 
nella scelta dei libri da leggere?



sabato 5 gennaio 2019

Libri in wishlist (gennaio 2019)



Quest'anno ho deciso di non lasciarmi tentare dalla prospettiva di stendere liste di libri o autori che desidero leggere nel corso dei prossimi mesi; non perché non mi piaccia farlo, anzi, per il motivo opposto: mi piace eccome elencare propositi e obiettivi, ma quando poi mi rendo conto di non ottemperarli... mi sale un po' di scoraggiamento.
Allora quest'anno, almeno per adesso, niente TBR ^_^
Quel che viene, viene, senza troppe ossessioni!

Però non è che posso proprio evitare post di libri in wishlist, soprattutto se sono titoli che mi sono segnata grazie a recensioni di altri lettori: ad es., il primo libro l'ho sbirciato su Penna d'oro, il secondo prima su ...il piacere della lettura e poi su Mr Ink: Diario di una dipendenza; il terzo l'ha segnalato un'amica lettrice su FB; l'ultimo è un consiglio di Mariella, lettrice che gestisce il blog Doremifa-sol, libri e caffè.



Kevin Wilson dà vita a un nuovo, affascinante e geniale ritratto di una famiglia, questa volta allargata e anticonvenzionale, confermando la sua delicata abilità nel raccontare le relazioni umane.


PICCOLO MONDO PERFETTO
di Kevin Wilson




Fazi Edizioni
trad. S. Castoldi
428 pp
18 euro
Orfana di madre, senza soldi e con un padre alcolizzato, la diciannovenne Izzy Poole rimane incinta di Hal, il suo insegnante di Arte del liceo.
Lei, intelligente e schiva, determinata a non frequentare l’università malgrado gli ottimi risultati scolastici, sente di volere il bambino e decide di tenerlo; ma Hal, vittima di problemi psichiatrici, non regge la responsabilità e si suicida. 

Preston Grind, psicologo a sua volta figlio di celebri psicologi e segnato da un passato traumatico, dà avvio a un innovativo progetto di educazione infantile: il Progetto Famiglia Infinita. 

Nove coppie in condizioni economiche e sociali disagiate e in attesa del primo figlio trascorreranno dieci anni in una tenuta dove alleveranno i propri bambini come una sorta di famiglia allargata; anche Izzy, unico genitore single, entrerà a far parte del programma. 
L’esperimento prende il via, procedendo nonostante le difficoltà: si creeranno legami particolari, nasceranno gelosie e rancori, i rapporti inizieranno a incrinarsi col rischio di spezzare il fragile equilibrio della comunità… 
La famiglia può rovinarti la vita oppure te la può salvare: quel che è certo è che dalla famiglia non c’è via di uscita.

Lisa Jewell ci racconta una storia dove niente è quello che sembra e tutte le certezze della vita possono infrangersi come uno specchio troppo fragile.



ELLIE ALL'IMPROVVISO
di Lisa Jewell




Neri Pozza Ed.
trad. A. Biavasco,
V. Guani
300 pp
18 euro
Laurel Mack ha tre figli; o meglio, ne aveva tre.
Adesso gliene sono rimasti due.
Una mattina, sua figlia Ellie, la figlia di cui era più orgogliosa, è uscita di casa e non è più tornata. 
Da quel giorno di maggio del 2005 in cui Ellie è svanita nel nulla, non ci sono stati sostanziali sviluppi nelle indagini sulla sua scomparsa. 
Felpa nera con il cappuccio, jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica bianche, Ellie era una qualsiasi adolescente con uno zainetto in spalla quando è stata avvistata l'ultima volta in Stroud Green Road, alle dieci e quarantatré del mattino: da quel momento le sue tracce si sono perse nel nulla, al punto che persino la polizia si è rassegnata e ha liquidato il caso come la fuga da casa di una ragazzina ribelle. 

Dieci anni dopo, Laurel sta provando a fare i conti con questa incomprensibile verità. Paul, il suo ex marito, ha una nuova compagna e i suoi due figli, Hanna e Jake, sono andati a vivere altrove. 
Tutti sembrano andare avanti, tutti sembrano essersi fatti una ragione della scomparsa di Ellie, tranne lei. 
Finché un giorno, in un bar, la sua attenzione viene catturata da un affascinante sconosciuto. 
Inaspettatamente, Laurel sente qualcosa che si scioglie dentro di lei, un barlume di speranza. Che questo incontro rappresenti una seconda occasione di felicità? 
Floyd, questo il nome dello sconosciuto, non esita a invitarla a cena e, poco dopo, a presentare a Laurel le sue due figlie, avute da due diverse relazioni. 
Ma dinnanzi alla più piccola, Poppy, di nove anni, Laurel resta senza fiato: la bambina è infatti il ritratto di Ellie...: e all'improvviso, tutte le domande rimaste senza risposta tornano a galla. 
Perché guardare quella strana bambina è come guardare sua figlia? Cosa è successo veramente a Ellie? È davvero scappata di casa, oppure c'è una ragione più sinistra per la sua scomparsa? Ma soprattutto, chi è Floyd davvero? 


Tre giovani vite allo sbando eppure desiderose di lasciarsi alle spalle un passato disastroso. Ce la faranno a risorgere dalle proprie ceneri?

LE BUONE INTENZIONI
di Kate Tempest



Frassinelli Ed.
324 pp
18.50 euro
Tutto inizia dentro una macchina che sta lasciando Londra: a bordo due ragazze, Harry e Becky, un ragazzo, Leon, e una borsa piena di soldi. 
Stanno scappando. Becky è una ballerina che per arrotondare fa la massaggiatrice; e sta scappando dal mondo vuoto dello spettacolo e dalla gelosia asfissiante del suo ragazzo. 
Harry, invece, spaccia; scappa dalla cocaina, e dai giri pericolosi e violenti in cui, chi fa un lavoro come il suo, inevitabilmente finisce. 
Leon è «il miglior amico e il socio in affari di Harry». E anche lui, come Harry, scappa da una vita che non sopporta più.

E tutti e tre scappano dalle loro ambizioni frustrate, dalle loro famiglie ingrigite, dalle loro vite precarie, dalla noia senza redenzione di Londra Sud. 
Da quella macchina, nel corso del romanzo, guarderemo indietro, scopriremo quali sono i mattoni che hanno costruito le vite di Harry, Becky e Leon, e vedremo come, purtroppo, non sempre le buone intenzioni portano a prendere le decisioni giuste.



Educazione europea è il romanzo d'esordio di Romain Gary, una delle sue opere più importanti. Gary lo scrisse quando era aviatore delle forze alleate durante la seconda guerra mondiale. Apparve nel 1945 e fu subito un grande successo. Sartre lo giudicò il miglior libro mai scritto sulla resistenza.



EDUCAZIONE EUROPEA
di Romain Gary



Ed. Neri Pozza
trad. M. Nardi
271 pp
13.50 euro
Tra queste pagine Romain Gary ci racconta la storia di un gruppo di resistenti polacchi: i loro sogni, le loro speranze, i loro ideali, le loro piccole e grandi miserie e i compromessi che la guerra esige. Per sopravvivere e resistere, per affermare anche nel dolore la grandezza della vita e la speranza del pensiero.

Il personaggio centrale del romanzo è Janek, un ragazzo che, nella spietata durezza del combattimento clandestino, conosce il freddo e la fame, il tradimento, l'orrore e la morte senza che l'odio afferri, anche per un solo istante, il suo cuore. 
Attraverso Zosia, Janek conosce infatti l'amore, attraverso Dobranski, lo studente, il culto della libertà e, attraverso la semplicità dei suoi compagni di lotta, la grandezza dell'uomo. 
Un sogno alimenta e attraversa ogni riga di queste pagine: che, dalla resistenza comune ai popoli oppressi dal nazismo, non solo sorga il sentimento di una solidarietà europea ma, come recita una poesia di Dobranski lo studente, «l'ultimo stato sovrano crolli ai colpi dei patrioti europei», «si spenga nel mondo l'eco dell'ultimo canto nazionale», e l'Europa finalmente «si erga e cammini».
Come ha scritto il New York Times, in questo straordinario romanzo, Gary forgia per la prima volta la sua grandiosa concezione dell'uomo con «la forza incandescente di uno scrittore romantico, temperata però da una malinconica ironia».

venerdì 4 gennaio 2019

Anteprime Neri Pozza: L'ISOLA DELLE ANIME di Johanna Holmström || CHIAMERO' LA POLIZIA di Irvin D. Yalom



Anteprime Neri Pozza, sempre intriganti!!


Magnifico romanzo che muove da un luogo realmente esistito, L’isola delle anime è una commovente storia sul prezzo che le donne devono pagare per la loro libertà. Un inno alla solidarietà, all’amore e alla speranza.

L'ISOLA DELLE ANIME
di Johanna Holmström

trad. V. Gorla
338 pp
17 euro
USCITA
10 GENNAIO 2019
Finlandia, 1891. E notte quando, a bordo di una barchetta, Kristina, una giovane contadina, rema controcorrente per riportare a casa i suoi due bambini raggomitolati sul fondo dell’imbarcazione. 
Rientra a casa stanchissima; il giorno dopo arriva la consapevolezza del crimine commesso: durante il tragitto ha calato nell’acqua i suoi due piccoli, come fossero zavorra di cui liberarsi.
La giovane donna viene mandata su un’isoletta al limite estremo dell’arcipelago, a Själö, in un manicomio per donne ritenute incurabili. Un luogo di reclusione da cui in poche se ne vanno, dopo esservi entrate.

Dopo quarant’anni l’edificio è ancora lì ad accogliere altre donne «incurabili»: Martha, Karin, Gretel e Olga. 
Sfilano davanti agli occhi di Sigrid, l’infermiera, la «nuova». 
Un giorno arriva Elli, una giovane donna che, con la sua imprevedibilità, porta scompiglio tra le mura di Själö. 
Nella casa di correzione dove era stata rinchiusa in seguito alla condanna per furti ripetuti, vagabondaggio, offesa al pudore, violenza, rapina, minacce e possesso di arma da taglio, aveva aggredito le altre detenute senza preavviso.
Sigrid diventa il legame tra Kristina ed Elli, mentre intanto, fuori dalle mura di Själö, la guerra infuria in Europa.


Chiamerò la polizia è una potente esplorazione dei temi cari a Yalom – memoria, paura, amore e guarigione – e, al contempo, un libro forte, intenso, capace di trasmettere con vertiginosa drammaticità la tragedia della Shoah.


CHIAMERO' LA POLIZIA
di Irvin D. Yalom



trad. s. Prina
80 pp
12 euro
USCITA
24 GENNAIO 2019
«Mi sta capitando qualcosa di serio… Il passato sta erompendo… Le mie due vite, la notte e il giorno, si stanno unendo. Ho bisogno di parlare». 

Con queste parole il vecchio compagno di studi di Irvin D. Yalom, Bob Berger, lancia all’amico una richiesta di aiuto.
Da troppi anni, infatti, Bob vive due vite: una diurna come cardiochirurgo affabile, scrupoloso e infaticabile, e una notturna, quando i brandelli di orribili ricordi si fanno largo nei suoi sogni. 
Yalom sa che è giunto il momento di accompagnare l’amico fin dentro il suo incubo. 
Nei loro cinquant’anni di amicizia, Bob Berger non ha mai rivelato ad anima viva il suo passato di rifugiato di guerra sopravvissuto all’Olocausto, arrivato fino a Boston da solo, come profugo, all’età di diciassette anni, dopo essere sfuggito ai nazisti fingendosi cristiano. Ora è giunto il momento di affrontare i propri demoni.
Insieme, Yalom e Berger interpretano i frammenti di una storia che, per essere esorcizzata e finalmente dimenticata, va affrontata in tutti i suoi più intimi risvolti psicologici.
«Avevo quindici anni. Ero scappato da una colonna di prigionieri che i nazisti stavano portando dal ghetto alla stazione, per deportarli, ed ero riuscito a tornare a Budapest, dove vivevo fingendomi cristiano grazie a documenti d’identità falsi. Tutti i membri della mia famiglia erano stati già arrestati e deportati».




giovedì 3 gennaio 2019

Recensione: IN EQUILIBRIO SUI BORDI DELL'ANIMA di Silvia De Lorenzis



Una raccolta di pensieri e riflessioni in cui l'Autrice dona ai suoi lettori frammenti di sè, del proprio cuore, della propria vita, raccontandoci, attraverso parole sentite e con un tratto delicato, il proprio mondo interiore, le speranze, i timori, gli affetti che arricchiscono la sua vita.


IN EQUILIBRIO SUI BORDI DELL'ANIMA
di Silvia De Lorenzis




Kimerik Ed.
100 pp
13.60 euro
Questo piccolo libro edito da Casa Editrice Kimerik e scritto da Silvia De Lorenzis è un vero e proprio viaggio nell'anima dell'Autrice, che tra queste pagine conduce il lettore nel percorso, impegnativo ma necessario, da lei intrapreso e grazie al quale ha imparato, giorno dopo giorno, a guardare la vita con occhi diversi, sempre nuovi, arricchiti delle esperienze fatte - belle e brutte -, delle persone incontrate e che fanno parte del suo mondo.

Silvia ci racconta come ha imparato a riconoscere i propri blocchi emotivi per poterli di volta in volta superare: le insicurezze, la convinzione di non essere all'altezza, di non riuscire a realizzare i propri sogni, la paura di fidarsi del prossimo, di lasciarsi andare all'amore, guardare gli altri senza avere pregiudizi...: sono tante le trappole emotive che il vivere quotidiano ha in serbo per noi..., ma altrettante sono le opportunità di crescita, di miglioramento personale!

Dobbiamo imparare a osservare ciò che ci circonda con gli occhi del cuore, perché solo attraverso uno sguardo profondo saremo in grado di guardare oltre le apparenze e (ri)scoprire l’essenza di ogni cosa, persone comprese. 

"Ho cercato a lungo l'equilibrio sui bordi della mia anima, ma poi ho deciso di scivolare sulla vita per iniziare a viverla davvero. Per non cadere nel vuoto devo continuare a muovermi, accettando che tutto fluisca liberamente e si trasformi. E quando il vento del cambiamento soffierà forte, non chiuderò la porta dl cuore, ma mi trasformerò in un mulino a vento".

Non è facile e non viene automatico scavare dentro se stessi: è qualcosa che richiede coraggio.
Il coraggio di trovarsi faccia a faccia con le proprie mancanze, con quei difetti che forse gli altri ci rinfacciano, facendoci soffrire, con quelle paure che siamo restii ad affrontare per il terrore di fallire nel non riuscire a superarle; ma se non troviamo in noi stessi il coraggio di iniziare questo viaggio interiore, ci toglieremo la possibilità di conoscerci davvero, di apprezzare e fra fruttare il buono che è in noi.

Il primo passo verso ogni cambiamento ed apertura è ascoltarsi ed accettarsi, e soprattutto ad amarsi. 

Abbiamo il dovere (oltre che il diritto) verso noi stessi di rendere prezioso ogni giorno che viviamo, di esserne protagonisti e artisti:

"Voglio essere l'artista della mia vita, (...)pittore dei miei giorni,autore dei miei sogni,scultore dei miei anni.Voglio scrivere la mia storia, (...)Voglio (...) imparare dai miei errori,(...) essere protagonista della mia vita".


Avrete capito come non siamo in presenza di un racconto o di un romanzo nel senso canonico del termine; eppure anche qui, simbolicamente, è presente il racconto, anche se si tratta di quello interiore, relativo a se stessi; il libro è diviso in due parti, uno è dedicato al "viaggio dentro se stessa", in cui l'Autrice si concentra sul proprio vissuto interiore ed emozionale, l'altro è dedicato ai suoi "compagni di viaggio", e quindi alle persone a lei vicine, che le danno quell'Amore che le permette di essere la persona che è.

E' una lettura scorrevole non solo per la sua brevità ma anche per il tema trattato - molto intimistico e sicuramente vicino a chiunque di noi lettori, che possiamo ritrovarci in tante considerazioni, stati d'animo, propositi... - e per lo stile di scrittura, delicato, pieno di sensibilità, che denota una grande capacità introspettiva da parte di chi scrive, che ci svela i pensieri più nascosti del cuore, perchè parlare di emozioni e sentimenti non è da deboli, tutt'altro, è qualcosa che caratterizza chi non ha paura di vivere ma decide di mostrarsi con autenticità, senza sotterfugi, senza maschere.

Ringrazio la C.E. Kimerik per avermi fatto dono di questa copia, che consiglio a quanti hanno voglia di rispecchiarsi negli spunti offerti dall'Autrice, che portano alla riflessione su noi stessi, su chi siamo e vogliamo essere, su cosa è importante per noi e ci fa felice o, al contrario, ci frena, sull'importanza di essere ottimisti, propositivi, di ricercare una vita unica, preziosa, abbondante.

mercoledì 2 gennaio 2019

Libri che diventano film - a gennaio al cinema



Un nuovo anno è giunto e, come è ormai consuetudine, eccomi qui a sbirciare con voi i film tratti dai libri in uscita in questo mese!!




City of Lies - L'ora della verità è un film del 2018 diretto da Brad Furman con Johnny Depp e Forest Witaker. La pellicola è l'adattamento cinematografico del libro LAbyrinth scritto da Randall Sullivan.
Russell Poole è un detective di Los Angeles che ha dedicato la sua vita al caso mai risolto degli omicidi delle due star del rap Tupac Shakur e The Notorious B.I.G., avvenuti alla fine degli anni ’90. A distanza di 20 anni, Poole decide di riaprire il caso per tentare di risolverlo una volta per tutte. USCITA 10 GENNAIO 2019.



Maria, Regina di Scozia si ispira al romanzo storico Queen of Scots di John Guy e alla Dal 17 gennaio.
Alla regia c'è Josie Rourke, mentre nel cast Saoirse Ronan, Margot Robbie, David Tennant. A novembre negli USA.
Regina di Francia a 16 anni e vedova a 18, Mary sfida le pressioni politiche che vorrebbero si risposasse. Fa ritorno invece nella sua natia Scozia per reclamare il suo trono legittimo. Ma la Scozia e l'Inghilterra finiscono per essere governate da sua cugina Elisabetta I. Ciascuna delle due giovani regine percepisce la "sorella" come una minaccia ma, allo stesso tempo, ne subisce il fascino.
Rivali per il potere e in amore, e reggenti in un mondo maschile, le due dovranno decidere tra il matrimonio e l'indipendenza.
Determinata a regnare non solo in senso figurato, Mary reclama il trono inglese, minacciando la sovranità di Elisabetta.


L'uomo dal cuore di ferro è un adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Laurent Binet ed è incentrato sull'Operazione Anthropoid, che portò all'assassinio del leader nazista Reinhard Heydrich; diretto da Cédric Jimenez, con Jason Clarke e Rosamund Pike. Uscita al cinema il 24 gennaio 2019.


Un giorno ancora è un film d'animazione del libro-documentario An another day of life in cui Ryszard Kapuściński, giornalista polacco, racconta ciò che ha visto e vissuto nel suo viaggio in Angola nel 1975; diretto da Raúl de la Fuente, Damian Nenow, in uscita il 31 gennaio.

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