sabato 12 gennaio 2019

Recensione: EPPURE CADIAMO FELICI di Enrico Galiano (RC2019)



"Eppure cadiamo felici" è un romanzo che mi ha regalato molte emozioni e, tra le altre cose, molta positività ed ottimismo grazie alla sua indimenticabile protagonista e alla sua passione per ciò che non può essere tradotto, per quelle parole intraducibili che custodiscono significati insolitamente ricchi ed esprimono sentimenti veri e profondi.




EPPURE CADIAMO FELICI
di Enrico Galiano


Ed. Garzanti
387 pp
Gioia Spada ha diciassette anni, capelli rossi, lentiggini sul viso e alle orecchie gli auricolari, che non le servono soltanto per ascoltare il suo gruppo preferito (i Pink Floyd) ma costituiscono anche una sorta di protezione dal mondo esterno.
Quel mondo che un po' la spaventa e un po' la incuriosisce e rispetto al quale si sente estranea, inadeguata, il classico pesce fuor d'acqua.

Gioia ha un bellissimo nome ma di allegria nelle sue giornate ce n'è davvero poca.
A casa le cose vanno malino, da sempre...: i suoi sono attualmente separati perchè suo padre ha la brutta abitudine di alzare le mani sulle sue due donne (è figlia unica), ma purtroppo, come non ha perso questo brutto "vizio", così non ha perso neanche la strada di casa, visto che ogni tanto torna a far loro visita e sa come convincere la moglie a perdonarlo e a rimettersi insieme. Insomma, un tira e molla che innervosisce Gioia, che gradirebbe più coerenza e determinazione da parte della madre, il che significherebbe anche meno urla e litigate tra lei e il papà.

A farle compagnia ci sono Gacco il gatto fantasma, che salta sulle cornici e le butta giù, nonna Gemma (che però si limita ad ascoltarla, in quanto è allettata, attaccata alle flebo e non parla più) e l'amica immaginaria Tonia.
Eh sì perchè dovete sapere che non è soltanto tra le mura domestiche che tira una brutta aria, ma pure a scuola...
Gioia è quel tipo di compagna di classe che forse tutti abbiamo avuto, alle medie o alle superiori, e che se ne sta sempre per i fatti propri, isolata da tutti, additata come stramba, schernita e bersaglio di scherzi idioti, organizzati dai classici bulletti della classe per ottenere consensi e risate dai gregari.
Gli stessi compagni le hanno affibbiato il soprannome Maiunagioia, ma Gioia non sembra soffrirci più di tanto, così come pare liquidare risatine e sfottò con una mera alzata di spalle, accettando l'idea di non essere come i suoi coetanei.

"Quando faceva finta di essere come loro, inciampava continuamente: provava a dire le stesse frasi, a fare gli stessi gesti, ma le uscivano tutti goffi. cui non rideva nessuno. E poi ogni tre secondi inciampava davvero su qualcosa, camminando. E tutti a ridere. È più o meno in quel periodo che è nato il soprannome Maiunagioia. Allora un bel giorno si è detta: e va bene, se mi vogliono così come sono, bene, se no amen. È stato amen. Un attimo, e l’etichetta della snob alternativa da evitare come la peste bubbonica non gliel’ha levata più nessuno. Così come naturalmente nessuno si è poi preso la briga di andare a vedere chi fosse davvero".

Oltre agli incoraggianti e divertenti dialoghi con Tonia, quest'amica invisibile con cui lei dialoga ad alta voce (attenzione: Gioia non è matta, è consapevole della non esistenza di Tonia, ma per lei nel tempo è diventata una presenza necessaria e rassicurante, l'unica con cui riesca a sfogarsi e, proprio nelle surreali conversazioni con Tonia, Gioia trova risposte, vie d'uscita, motivazioni, scelte da fare) e che rappresenta l'amica ideale in quanto sincera all'ennesima potenza; oltre alla carica che le danno i suoi mitici Pink Floyd, la nostra Gioia ha anche un paio di hobbies nei quali riversa una larga parte di ciò che è ed ha dentro di sè.

Non essendo in alcun modo interessata alle mode, ai ragazzi (che non se la filano neppure di striscio), non avendo amiche reali con cui uscire, truccarsi, andare a ballare ecc..., la ragazza trova infinitamente più stimolante e divertente collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo; si tratta di parole - alcune più lunghe e complesse altre brevissime - che non hanno dei corrispettivi in altre lingue, e che per essere rese in maniera comprensibile richiedono perifrasi.
Ad es., cwtch, in gallese indica non un semplice abbraccio, ma "un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro", oppure retrouvailles (francese), "la gioia di un incontro con una persona amata che avviene dopo una lunga separazione".

Insomma, parole che, proprio per la loro intraducibilità con un solo sostantivo, celano una ricchezza di significato, una complessità non nota... che un po' la rappresentano.

Sì perché anche lei, Gioia, è così: intraducibile.
Ma del resto..., chi di noi non lo è?
Siamo tutti individui aventi ciascuno un modo nostro, unico e speciale, di essere, esprimerci, parlare, vestire, atteggiarci, abbiamo vie differenti per mostrare allegria, dolore, delusione, paura..., e l'unica cosa che ogni tanto (facciamo sempre, va') vorremmo - anche quando mai lo ammetteremmo a noi stessi - è avere qualcuno che ci capisca senza che ci arrovelliamo il cervello per cercare "le parole giuste" (ma poi quali saranno 'ste parole giuste? E se son giuste per me, lo saranno anche per te, per chi ci legge/ascolta?) per dire quello che ci passa per la testa e che ci sta camminando (e non sempre delicatamente) sul cuore, che ci accetti incondizionatamente per come siamo, senza inarcare sopraccigli o lasciarsi andare a sogghigni e smorfie sprezzanti.

Un briciolo di sincerità, di umana comprensione...: in fondo Gioia non chiede miracoli, ma non trovandone, le resta la solitudine del proprio piccolo mondo fatto di musica, Tonia, parole sconosciute e.... fotografie.
E le persone oggetto delle foto sono tutte ritratte rigorosamente di spalle, perchè solo di spalle, quando non sanno di essere fotografate, sono loro stesse.

"Le facce delle persone mentono, mentono sempre. Anche quando sono lì che sono “naturali”, non sono mai naturali per davvero. Sono sempre tutti così controllati e attenti che non si lasciano mai sfuggire neanche… neanche la più piccola stupida espressione! E invece di spalle (...) dicono sempre la verità".

Si sente sola, Gioia, chiusa nella propria timidezza che le impedisce di farsi amici, nelle tante insicurezze che le impediscono di alzare la mano in classe per fare domande...; per tutti è invisibile e incomprensibile come un enigma: per il padre, che non fa che rimproverarla e pensare di avere una figlia strana; per la madre, che cerca sì di essere  affettuosa ma l'alcool troppo sovente le annebbia il cervello; per i compagni, che o non lo calcolano o, se lo fanno, è per deriderla con malignità; per i professori, che a dire il vero ignorano anche il resto della classe, troppo presi dai propri grattacapi e impegnati a far lezione per poi andar via senza aver lasciato in realtà nulla di che ai "loro" ragazzi.

Eppure in questo deserto qualcuno c'è che la prende in considerazione, che ha intuito come dietro quell'apparente indifferenza e quel volersene stare per conto proprio, Gioia celi un universo di domande, interrogativi, timori, speranze, perplessità che desidera condividere con qualcuno, un adulto maturo, possibilmente; il professor Bove, docente di filosofia, ogni giorno raggiunge Gioia e si dispone molto socraticamente ad ascoltare la sua domande, per provare a darle non tanto una risposta soddisfacente e univoca, quanto una "strada" per ragionare con la propria testa, per scavare dentro sè perchè spesso le risposte a tanti quesiti sono già lì, da qualche parte nella nostra testa, bisognava solo trovare il modo per farle emergere.

Il quotidiano di Gioia Spada scorre così, privo effettivamente di grosse gioie, fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite tra i genitori, si ritrova presso un bar chiuso (il BarAonda, di cui è rimasta metà insegna, e proprio la parte più inquietante - BarA) e vi trova un ragazzo, con il viso nascosto nel cappuccio della felpa, che gioca da solo a freccette.

Vincendo con naturalezza ogni ritrosia e diffidenza, Gioia si sente incuriosita da questa sconosciuta presenza con cui condivide la solitudine (entrambi sono lì, in un luogo isolato, a un orario improponibile, lontani da casa propria...) e i due iniziano a parlarsi, e a mano a mano che chiacchierano Gioia, per la prima volta, sente di aver trovato qualcuno in grado di comprendere il suo mondo senza giudicarlo, qualcuno che non ride di lei con malizia ma che ride con lei, che la fa sorridere, che la stupisce, che la fa sentire se stessa.

Qualcuno che sembra parlare la sua stessa lingua e per il quale lei non è intraducibile, incomprensibile.

E' solo una sensazione, ovvio, il tipo - che fa un po' il misterioso, ma poi le dice di chiamarsi Lo e imperterrito continua a chiamare Gioia con l'appellativo Cosa - in fondo è un perfetto sconosciuto, ma la sensazione di non essere sola è troppo forte per essere frutto di un abbaglio.

E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso, senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana ed inebriante sensazione che prova; sente e desidera cose mai provate fino ad allora, e un po' ne ha paura e un po' ne è felice, perchè finalmente avverte che qualcosa di bello sta accadendo anche ad una sfigata come lei che ha il marchio maiunagioia.

Quel verso in tedesco, dello scrittore Rilke, che si scrive ogni giorno sul braccio con la penna, forse forse... sta prendendo consistenza per lei, proprio per Gioia Spada?

Wenn ein Glückliches fällt 

E noi che pensiamo la felicità come un’ascesa
ne sentiremmo il tocco, 
che quasi ci sgomenta, 
quando una cosa felice cade.



La felicità le è caduta tra le mani, così... all'improvviso?
Il suo alter ego, Tonia, le dice di stare attenta e le fa notare che questo ragazzo mica è tanto normale: ha comportamenti strani, sembra che stia fuggendo da qualcosa o qualcuno quando si incontra con Gioia... Ma non è che nasconde un segreto?

Ed infatti, Lo, a un certo punto, così come è apparso, scompare...
Gioia non sa dove cercarlo; non sa che davvero Lo nasconde un segreto, ma quando capisce che c'è qualcosa che bolle in pentola, fa di tutto per vederci chiaro e ci riuscirà perchè è la sola che sa leggere gli indizi da lui lasciati. 

Ma per seguirli deve imparare che quella parolina tanto inflazionata - il verbo amare - racchiude in sè tanti significati diversi, non tutti li comprendiamo immediatamente e, soprattutto, a volte alcuni di essi fanno a botte tra loro, e quando pare che abbiamo capito un aspetto dell'amore, ecco che accade un qualcosa che lo smentisce e ci dice che no, era l'esatto contrario.

La verità è che Gioia deve lasciarsi abbacinare.
Cioè???, direte voi.

"Abbacinare è una di quelle che così tanta luce da far male” (...) È per quello che non si può guardare dritti verso il sole, quand’è alto. Fa addirittura male. Non è un caso che l’abbacinamento nasca come una tortura. Troppa luce, troppa felicità, possono anche essere una tortura.»"

A volte la felicità passa per qualche piccola, necessaria... tortura.
Detto così è poco invitante, come esperienza, mi rendo conto, ma pensateci...: se la felicità non fosse frutto di una piccola conquista, se per raggiungerla non dovessimo sudare e soffrire un pochettino, forse non le daremmo il giusto valore.

Gioia è solo un'adolescente, e tutti sappiamo cosa significhi essere adolescenti - salvo dimenticarcene una volta cresciuti -, il groviglio di emozioni, pensieri, contraddizioni, timori, tempeste interiori, voragini di insicurezze, la fame di amore e protezione che si prova anche quando ci si guarda bene dal volerlo ammettere, e l'Autore (che insegna lettere ed è stato nominato nella lista dei migliori cento professori d’Italia) sa come parlarci di tutto questo, avendo egli ogni giorno a che fare con il "pianeta adolescenza", da cui trae spunti per le proprie storie.

E' il primo romanzo che leggo di Galiano ma non sarà di certo l'unico perchè "Eppure cadiamo felici" mi ha rapita, emozionata, mi ha fatto tornare adolescente in certi momenti, e ho rivisto me stessa in tanti tratti di Gioia, nella sua timidezza quasi patologica, nel timore di parlare, esporsi, far domande, approcciarsi ai coetanei con naturalezza, il chiudersi in se stessa, la consapevolezza di avere un sacco di roba, di pensieri, di cose da dire... ma non trovare la forza di condividerle per paura di fare figuracce, di suonare inopportuna..., 
Di non essere capita, di essere, in una parola, intraducibile.

Galiano, attraverso Gioia, ci ricorda che non è così, che c'è spazio per ogni singola persona nel mondo, ognuna ha il proprio posticino, non scambiabile con quello degli altri; forse a volte sembra un posto scomodo, ma in ciascuno sono riposte possibilità, capacità, insomma tutto il bagaglio giusto per essere chi siamo e ciò che possiamo diventare.
Gioia è una protagonista alla quale ci si affeziona: è ironica, intelligente, sensibile, attenta, ed è tanto generosa, pronta a privarsi di ciò che la rende felice se questo è necessario per una felicità ed una causa più grandi.

Tra queste pagine vi troverete amore, amicizia, conflitti genitori-figli, disagi adolescenziali, le schermaglie alunni-professori, vi irriterete con i compagni cattivelli di Gioia, vi appassionerete alla storia e ai misteri di Lo, imparerete parole nuove (in appendice al libro c'è il dizionario delle parole intraducibili della signorina Spada), avrete modo di riflettere su diverse tematiche importanti (che riguardano tanto gli adulti e il loro ruolo, la loro responsabilità verso le giovani generazioni, quanto i ragazzi, che hanno urgente bisogno di modelli di riferimento coerenti, sani, stimolanti, positivi), sorriderete per ciò che di strambo accade a Gioia, in sostanza vi emozionerete e vi dispiacerà arrivare all'ultima pagina e dover lasciare Gioia e il suo mondo.

Di questo romanzo mi è piaciuto tutto: la trama e com'è articolata, le piccole sorprese che essa riserva al lettore, che le vive via via insieme a Gioia; i personaggi, come sono presentati, i loro ruoli nelle dinamiche narrative - non solo la protagonista e il suo innamorato, ma anche il prof. Bove, l'insegnante che tutti vorremmo, saggio, ironico, incoraggiante, che rende la propria materia qualcosa di vivo, concreto per i propri studenti e li "costringe" a riflettere, valutare, autoesaminarsi, farsi domande -, lo stile della narrazione, chiaro, fluente, vicino alla realtà descritta (l'adolescenza), in grado di appassionare, di andare dritto al cuore del lettore.

Come al solito, ho scritto pure troppo e ringrazio i coraggiosi che m'hanno letta tutta.

Devo aggiungere che lo consiglio o si intuisce tra le righe? ^_^


venerdì 11 gennaio 2019

Frammenti di.... EPPURE CADIAMO FELICI



Citazioni tratte dal libro in lettura EPPURE CADIAMO FELICI di Enrico Galiano, di cui troverete la recensione sul blog domani ^_^.



"Il migliore dei mondi possibili è quello dove nessuno ha bisogno di tradurre sé stesso, 
per farsi capire dagli altri."


"...la maggior parte della bellezza del mondo se ne sta lì, nascosta lì, nelle cose inutili:
 nelle cose che cadono, nelle cose che tutti buttano via."





"Sì, l’amore dovrebbe essere sapere già quello che succede, saperlo sempre, anche da lontano, anche da separati, per assurdo, sapere sempre chi è l’altro e cosa vuole e cosa fa e in cosa crede, perché dovrebbe essere come davanti a un quadro o a una canzone o a un libro: se c’è bisogno di spiegarli, allora vuol dire che non sono abbastanza forti,
 abbastanza chiari, veri da spiegarsi da soli."


"Alla fine, trovare qualcuno con cui parlare è difficile, sì,
ma non è quella la cosa più difficile.
Il difficile è trovare chi ti sappia fare le domande giuste,
quelle per cui hai la risposta lì da anni senza neanche saperlo".


mercoledì 9 gennaio 2019

FILM TRATTI DAI LIBRI IN USCITA NEL 2019 (da gennaio a giugno)



Come ogni anno, ecc il post, che aggiornerò durante il 2019, in cui segnalo i film tratti dai libri in uscita nei prossimi mesi.



FEBBRAIO




Remi è un film di genere drammatico, family del 2018, diretto da Antoine Blossier, con Maleaume Paquin e Daniel Auteuil. Uscita al cinema il 7 febbraio 2019.

Alita: Angelo della battaglia è un film diretto da Robert Rodriguez, con Rosa Salazar e Christoph Waltz. Uscita al cinema il 14 febbraio 2019. La pellicola è l'adattamento cinematografico dell'omonimo manga. Ambientato nel 26° secolo, il film segue la storia di Alita, un cyborg che viene scoperto in un deposito di rottami dal dottor Daisuke Ido. Senza alcun ricordo della sua vita precedente, fatta eccezione per l'incredibile addestramento nelle arti marziali memorizzato dal suo corpo, Alita diventa una spietata cacciatrice di taglie, sulle tracce dei peggiori criminali del mondo.

Beautiful Boy è basato sui libri Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction di David Sheff e Tweak: Growing Up on Methamphetamine di suo figlio Nic Sheff, e racconta di un padre che cerca di aiutare il figlio ad uscire dal tunnel della tossicodipendenza. Protagonisti della pellicola sono Steve Carell e Timothée Chalamet. USCITA 14 FEBBRAIO 2019.


Holmes & Watson è un film scritto e diretto da Etan Cohen, con Will Ferrell e John C. Reilly. La pellicola si ispira alle vicende della celebre coppia Sherlock Holmes-dottor Watson creata da Arthur Conan Doyle, rivisitandola in chiave comica. Dal 14 febbraio.

Anche La paranza dei bambini (recensione libro) arriva il 14 febbraio diretto da Claudio Genovese: storie di innocenze rubate, di adolescenti che giocano a far gli uomini, andando incontro al rischio e alla morte con l'atteggiamento distaccato di chi sa che tutto quello che devi fare per essere qualcuno e per avere i soldi in tasca, va fatto oggi, non domani, perchè domani potrebbe essere tardi e tu potresti già non esserci più.


Basato sul romanzo If Beale Street Could Talk di James Baldwin, la storia raccontata da Barry Jenkins in Se la strada potesse parlare è quella di Tish (KiKi Layne), una giovane donna di Harlem innamorata di Fonny. Quando quest'ultimo viene erroneamente accusato di un crimine e incarcerato, Tish, incinta del suo amato, darà il via a una corsa contro il tempo per dimostrare l'innocenza di Fonny, prima che il bambino nasca.
Il film, in uscita il 14 febbraio, è diretto da Barry Jenkins, con KiKi Layne e Stephan James.


MARZO



La promessa dell'alba è un film diretto da Eric Barbier, con Pierre Niney e Charlotte Gainsbourg.
Dalla difficile infanzia in Polonia passando per l’adolescenza a Nizza, per poi arrivare alla carriera da aviatore in Africa durante la seconda guerra mondiale… Romain ha vissuto una vita straordinaria e questo impulso a vivere mille vite, a diventare un grande uomo e un celebre scrittore è merito di Nina, sua madre. Sarà proprio il folle amore di questa madre possessiva ed eccentrica che lo porterà a diventare uno dei più grandi romanzieri del ventesimo secolo, e a condurre una vita piena di rocamboleschi colpi di scena, passioni e misteri. Ma quell’amore materno senza freni sarà anche un fardello per tutta la sua vita. Dall’omonimo romanzo autobiografico di culto scritto da Romain Gary, un film appassionante e commovente.
Uscita al cinema il 7 marzo 2019.

Dal 14 marzo dovrebbe arrivare al cinema Boy Erased, tratto dal memoir di Garrard Conley in cui l'autore racconta la propria vita e di come la famiglia abbia cercato di costringerlo a "convertirsi" dalla propria omosessualità; alla regia Joel Edgerton e nel cast Russell Crowe e Nicole Kidman.

Il romanzo (recensione) di Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile felicità, diventa un film diretto da Daniele Luchetti, con Pif, Renato Carpentieri, Thony, Francesco Giammanco, Angelica Alleruzzo. Dal 14 marzo.
A Paolo viene concesso, dopo la sua morte, di tornare sulla terra per un'ora e trentadue minuti. Novantadue minuti di bilanci. Avrà il tempo di fare i conti con le cose importanti della propria vita, o gli torneranno in mente solo momenti di trascurabile felicità?


Il professore e il pazzo è un film diretto da P. B. Shemran con protagonisti Mel Gibson, Sean Penn e Natalie Dormer.
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La pellicola è l'adattamento cinematografico del libro del 1998 L'assassino più colto del mondo (The Surgeon of Crowthorne: A Tale of Murder, Madness and the Love of Words) scritto da Simon Winchester; narra le vicende di Sir James Murray, che nel 1857 inizia a lavorare alla prima edizione dell'Oxford English Dictionary; per far ciò il Professore pensa di coinvolgere la gente comune invitandola a mandare via posta il maggior numero di parole possibili. Arrivato però ad un punto morto, riceve la lettera di William Chester un ex professore ricoverato in un manicomio perché giudicato malato di mente. Le migliaia di parole che il Dr. Chester sta mandando via posta sono talmente fondamentali per la compilazione del dizionario che i due formeranno un’insolita alleanza che si trasformerà in una splendida amicizia.
Al cinema dal 21 marzo.

La conseguenza è un film diretto da James Kent con protagonisti Keira Knightley, Alexander Skarsgård e Jason Clarke. La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo del 2013 The Aftermath scritto da Rhidian Brook, co-sceneggiatore nel film.
Siamo nel 1946, in Germania; Rachael Morgan è sposata con il colonnello britannico Lewis Morgan; durante un inverno molto rigido, la donna decide di raggiungere suo marito tra le rovine di Amburgo, dove l'uomo è stato inviato per ricostruire la città distrutta dalla guerra.
Tuttavia presto Rachael scopre che Lewis ha scelto di condividere la loro nuova abitazione con il vecchio proprietario della casa, un vedovo tedesco di nome Stefan Lubert  e con la complicata figlia dell'uomo. Dopo un iniziale disagio, tra i due inizierà a nascere qualcosa di più che porterà ad un pericoloso triangolo amoroso...
Al cinema dal 21 marzo.

APRILE



Dolceroma è un film diretto da Fabio Resinaro, con Lorenzo Richelmy, Claudia Gerini, Luca Barbareschi e Francesco Montanari. La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo del 2015 Dormiremo da vecchi di Pino Corrias. Uscita 4 aprile.

Andrea Serrano è un aspirante scrittore che è costretto a lavorare in un obitorio in attesa della grande occasione della sua vita. Che finalmente arriva. Un grande produttore cinematografico, Oscar Martello, ha deciso di portare sul grande schermo il suo romanzo Non finisce qui. Ma i capitali a disposizione sono modesti, il regista è incompetente e il risultato è disastroso. Oscar Martello non può permettersi un fallimento. Il film deve uscire. Il distributore Remo Golia gli fa pesanti pressioni e anche la sua affascinante e facoltosa consorte, gli fa capire che non può permettersi di andare in bancarotta. Così, con l'aiuto di Andrea, concepisce un piano diabolico: il rapimento da parte della criminalità organizzata della protagonista del film...



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Dopo un’uscita evento in cinema selezionati l’8-9-10 aprile, il film diretto da Renato De Maria “Lo Spietato” sarà disponibile su Netflix dal 19 aprile.
Il film racconta l’universo della mala italiana attraverso la storia di Santo Russo, un gangster dalla mentalità yuppie, che si muove nella realtà caleidoscopica e vertiginosa della Milano da bere negli anni d’oro della moda, dei soldi facili, dell’arte d’avanguardia e della disco music.
Santo Russo, calabrese cresciuto nell’hinterland, dopo i primi furti in periferia e il carcere minorile, decide di seguire le sue aspirazioni e di intraprendere definitivamente la vita del criminale. Nel giro di pochi anni diventa la mente e il braccio armato di una potente e temuta gang, lanciandosi in affari sempre più sporchi e redditizi: rapine, sequestri, traffici di droga, riciclaggio di denaro sporco, e non ultimi i miracoli, esecuzioni a sangue freddo. Nella sua corsa sfrenata verso la ricchezza e la soddisfazione sociale, Santo Russo è diviso tra due donne: la moglie, remissiva e devota, e l’amante, una donna bellissima, elegante e irraggiungibile.
Il film è liberamente ispirato a Manager Calibro 9 (Garzanti Ed.) di Pietro Colaprico e Luca Fazzo e nel cast ci sono Riccardo Scamarcio (che interpreta Santo Russo), Sara Serraiocco, Alessio Praticò, Alessandro Tedeschi e Marie-Ange Casta.  TRAILER

Hellboy è un film diretto da Neil Marshall. La pellicola è l'adattamento cinematografico dei fumetti creati da Mike Mignola con protagonista Hellboy, Uscita: 11 aprile.
Un demone, giunto nella nostra realtà grazie a un rituale nazista, lavora in un centro per la difesa del paranormale. Qui scoprirà il suo duplice destino: distruggere o salvare la Terra.


Avengers: Endgame , diretto da Anthony e Joe Russo, con Robert Downey Jr. e Chris Evans,  è basato sul gruppo di supereroi dei Vendicatori di Marvel Comics, il film è il seguito di Avengers: Infinity War. Uscita 19 aprile.


The Informer è un film diretto da Andrea Di Stefano con protagonisti Joel Kinnaman, Rosamund Pike, Common, Ana de Armas e Clive Owen. La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo del 2009 Tre sekunder, scritto da Börge Hellström e Anders Roslund.
Il mondo di Pete Koslow, soldato delle forze speciali congedato in modo onorevole, viene stravolto quando viene arrestato dopo una lite per proteggere sua moglie. A Pete viene data possibilità di una scarcerazione anticipata in cambio dei suoi servizi come informatore per l'FBI, usando le sue abilità segrete in un'operazione per sconfiggere Il Generale, il più potente boss del crimine di New York.
Uscita  25 aprile.

Non sono un assassino, tratto dall'omonimo romanzo (recensione) di Francesco Caringella (Newton Compton Ed.)  narra di un poliziotto accusato di omicidio costretto ad imbarcarsi in un’ardua battaglia giudiziaria per dimostrare la propria innocenza. Il regista del film ispirato al libro è Andrea Zaccariello, nel cast Riccardo Scamarcio, Alessio Boni, Edoardo Pesce e Claudia Gerini. Dal 30 aprile.



MAGGIO




I fratelli Sisters è un film diretto da Jacques Audiard ed è l'adattamento cinematografico del romanzo del 2011 Arrivano i Sister scritto da Patrick deWitt; ha come protagonisti John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed.
A metà Ottocento, Hermann Kermit Warm viene inseguito per mille miglia, attraverso il deserto dell'Oregon fino a San Francisco, dai famigerati assassini Eli e Charlie Sisters, incaricati dal violento Commodore di farlo fuori. Durante il tragitto, però, Eli vive una crisi personale e comincia a dubitare delle scelte fatte, mandando all'aria tutti i piani. Dal 2 maggio.

Amanti di King, il 9 maggio nelle sale arriva l'adattamento cinematografico (il secondo dopo Cimitero vivente di Mary Lambert) di Pet Sematary (libro); alla regia Kevin Kölsch e Dennis Widmyer, mentre tra gli attori figurano Jason Clarke, Amy Seimetz e John Lithtgow nel ruolo del vicino Jud Crandall, che mette inutilmente in guardia la famiglia Creed dal bizzarro cimitero degli animali, dal quale chi vi è sepolto ritorna irrimediabilmente cambiato. - TRAILER

Dal 16 maggio al cinema arriva Quando eravamo fratelli (We the Animals) è un
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film diretto da Jeremiah Zagar, tratto dal romanzo 
Noi, gli animali di Justin Torres; nel cast Raúl Castillo e Josiah Gabriel. Manny, Joel e Jonah sono tre fratelli inseparabili che crescono nelle campagne dello stato di New York attorniati dal turbolento amore dei loro genitori, in grado di creare e distruggere la loro famiglia molte volte.

Aladdin è un film co-scritto e diretto da Guy Ritchie e interpretato da Mena Massoud, Naomi Scott, Will Smith e Marwan Kenzari. La pellicola live-action si ispira alle celebri novelle orientali de Le mille e una notteDal 22 maggio.



GIUGNO


Tratto dall'omonimo romanzo di Federica Angeli (edito da Baldini+Castoldi), A mano disarmata è la storia di Federica Angeli, la giornalista del quotidiano la Repubblica che dal 2013 vive sotto scorta a causa delle minacce mafiose ricevute per le sue inchieste sulla criminalità organizzata a Ostia. Da cronista dell’edizione romana del quotidiano, Federica Angeli prende in mano la sua vita e decide di usarla, senza risparmio, in una causa civile: la lotta ai clan mafiosi che infestano Ostia. La sua arma è – e sarà sempre – la penna. Il film è diretto da Claudio Bonivento, con Claudia Gerini e Rodolfo Laganà. Dal 6 giugno.


Beautiful Boy è un film di Felix Van Groeningen, con Steve Carell e Timothée Chalamet.
Il film è basato sui libri Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction di David Sheff e Tweak: Growing Up on Methamphetamine di suo figlio Nic Sheff, e racconta di un padre che cerca di aiutare il figlio ad uscire dal tunnel della tossicodipendenza. Dal 13 giugno.













Siti consultati:


https://www.comingsoon.it
www.filmtv.it

rbcasting.it
http://www.filmitalia.org
https://www.esquire.com
https://media.bookbub.com/

il Libraio
Movieplayer

martedì 8 gennaio 2019

Imparare leggendo (#10)



Il bello dell'amare la lettura è che si ha l'opportunità di arricchire, tra le altre cose, il lessico.

Ecco qualche parolina di cui ignoravo il significato e/o l'etimologia.


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ANODINO: dal lat. tardo anody̆nus, «senza dolore». – 1. In medicina, antidolorifico, riferito a sostanza che ha azione calmante; 2. fig. Senza carattere, insignificante: un individuo a.; o che non prende posizione decisa, che non esprime un parere netto.

APOTROPAICO: detto di oggetti, atti e formule che, per la loro particolare carica magica, sono ritenuti capaci di allontanare o distruggere gli influssi malefici.

APORIA: problema le cui possibilità di soluzione risultano annullate in partenza dalla contraddizione; difficoltà insolubile in cui si imbatte il ragionamento.
concione: adunanza pubblica, assemblea.

lunedì 7 gennaio 2019

Recensione: BELLA MIA di Donatella Di Pietrantonio (RC2019)



Quando la notte del 6 aprile 2009 l'Aquila e le località vicine furono scosse dal violento terremoto, entrato ormai a far parte della memoria collettiva di noi italiani, non andarono giù solo gli edifici, ma anche le esistenze delle persone coinvolte, di quelle che persero la vita ma pure delle sopravvissute alla tragedia e alla perdita dei propri cari. La protagonista si ritrova a fare i conti con il trauma del lutto e la difficile ricostruzione della propria vita a partire dalle macerie, fisiche ed emotive.



BELLA MIA
di Donatella Di Pietrantonio



Elliot Ed.
192  pp
"La mattina del 6 aprile, quattro anni fa, il dolore si è diffuso e ha riempito tutta la capacità disponibile, come i gas, è diventato la mia atmosfera, atmosfera, l’unico ossigeno respirabile. Non ho saputo provare altro, non mi sono distratta."


Siamo a L'Aquila, quattro anni dopo il disastroso terremoto che sconvolse la città (e la provincia) provocando più di trecento morti e migliaia di feriti e sfollati.

Caterina, la protagonista di questa storia, nonchè io narrante, ha perso la sorella gemella Olivia nel corso di quella notte: lei stessa era presente in quei tragici momenti (avendo deciso di dormire a casa della sorella per non trovarsi sola qualora le scosse si fossero fatte più allarmanti), insieme ad Olivia, rimasta poi sotto le macerie, e al figlio di lei, Marco, sopravvissuto come la zia.
Dopo essere stato affidato in un primo tempo al padre, che però s'è dimostrato poco adatto ad occuparsene, a prendersi cura di questo nipote silenzioso e ombroso sono la nonna e la zia, che vivono da tre anni nelle C.A.S.E (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili).

Avere a che fare con questo ragazzo secco, spigoloso, brufoloso e di poche parole, non è facile; Marco è un adolescente scontroso, chiuso nel dolore e nella rabbia per quella mamma perduta ingiustamente e queste emozioni le butta fuori attraverso atteggiamenti e comportamenti irritanti, sgarbati e anche un po' da "scapestrato".

Mentre osserva con commozione e impotenza la madre anziana addolorata, che ogni giorno si reca al cimitero a "far visita" a quella figlia bella e intelligente ormai perduta per sempre, Caterina si ritrova quindi a dover essere una figura di riferimento per un nipote ribelle, inquieto, incline a cacciarsi nei guai e in collisione col padre, Roberto.

Roberto - musicista sempre in giro per l'Italia (e non solo) a far concerti - aveva lasciato la moglie Olivia per un'altra; in seguito alla separazione, Olivia si era trasferita dalla capitale (dove abitava col marito e il figlio), al L'Aquila con Marco, che ha sviluppato inevitabilmente rancore e rabbia verso quel padre assente, che li ha lasciati per rifarsi una vita, e che oltretutto non c'era in quella maledetta notte in cui il ragazzo ha quasi visto morire sua madre sotto una grossa trave.

A dire il vero, da quando l'ex-moglie non c'è più, Roberto sta cercando di recuperare un minimo di rapporto col figlio, ma questi non fa che rifiutarne ogni approccio, dimostrando in modo palese la propria ostilità nei confronti dell'affranto e alquanto passivo genitore.

Caterina, quindi, oltre a dover fare da madre al nipote, non di rado veste i panni di mediatrice tra padre e figlio; verso Roberto, prova sentimenti contraddittori, che la spingono a non ignorarlo e, al contempo, ad avere spesso atteggiamenti acidi verso lo stesso: se da una parte, infatti, non può non detestarlo per aver fatto soffrire la sua adorata Olivia, dall'altra lui rappresenta quel periodo della sua vita in cui, da ragazza, riusciva ancora a trovare dei momenti in cui essere serena, quasi felice.

Da sempre "vittima" di una sorta di complesso d'inferiorità verso Olivia, da tutti (mamma compresa) considerata la gemella bella, quella "baciata dalla fortuna", dal carattere esuberante, dalla personalità carismatica, capace di farsi voler bene e di attirare le attenzioni di tutti, maschi e femmine, la sorella più forte, capace di proteggere lei, la gemellina meno bellina, più magrolina, bisognosa di essere difesa..., Caterina non è mai stata una persona davvero felice, forse per via di un'insicurezza di fondo che l'ha sempre indotta a starsene nell'ombra, a restare immobile e triste mentre la vita le scorreva davanti come sabbia tra le dita; perdere l'unico vero perno della propria esistenza non ha fatto che acuire questa sua "inadeguatezza esistenziale", rendendola anzi ancora più "strana", come se ogni tanto perdesse il filo dei propri pensieri e il contatto con la realtà e la sua testa si perdesse tra le nuvole:

"Potrei anche essere ottimista, ma era uno stato d’animo inconsueto già prima, per me, figuriamoci dopo il terremoto. Ovunque vedo catastrofi, in un futuro non so quanto prossimo. Così mi difendo, scommetto sempre sul peggio, perché non mi ancora. "

In attesa che le loro abitazioni (site nella "zona rossa", quella ancora pericolante, transennata e non accessibile ufficialmente) vengano ricostruite e riassegnate ai rifugiati, i giorni trascorrono senza che Caterina veda nulla di positivo nel futuro, e a dire il vero neppure nel presente.
Sua madre vive col cuore anch'esso sepolto nel cimitero con quella figlia perduta; suo nipote ne combina di tutti i colori, mettendola in difficoltà e l'impacciata zia non sa che fare, come muoversi con lui; con suo cognato Roberto i rapporti sono striminziti, imbarazzati; non parla molto, Caterina, con nessuno, tutt'al più si limita ad ascoltare ciò che hanno da raccontarle le vicine o la postina...

A lacerarle l'anima c'è il pensiero di Olivia, la cui presenza rassicurante e il cui amore incondizionato le sono stati tolti in una manciata di minuti, senza che lei abbia potuto fare nulla per impedirlo.

"Questo scorcio così nero della notte è sempre dedicato a lei, mi manca senza pietà mentre dorme il dolore degli altri due. Non occorre nascondermi, potrei anche piangere, se venisse. Le offro la mia insonnia, qualcuno deve restare a vegliarla, a rivolgere pensieri verso la solitudine indecifrabile dove sta, dove non è.

L'unica cosa nella quale riesce ad esprimersi e a trovare una valvola di sfogo è l'arte: la donna, infatti, crea oggetti in ceramica, ricavando anche dei guadagni da quest'attività.

Eppure..., nelle sue giornate un po' grigie e sentimentalmente piatte, si sta affacciando la presenza di un uomo, che riesce a suscitarle brividi e sensazioni non provate da troppo tempo: con la sua dolce e discreta insistenza nell'aprirsi un varco verso una Caterina chiusa, disillusa e schiva, potrebbe donarle un briciolo di rinnovata speranza?

Donatella Di Pietrantonio in "Bella mia" ci racconta, attraverso la storia di una donna, la condizione di coloro che si trovano vivi dopo un evento tragico, qual è un sisma; chi sopravvive deve fare i conti con un passato carico di ricordi, di nostalgia verso persone, gesti, parole, oggetti... che ormai appartengono solo alla memoria del cuore; con un  presente occupato da detriti, polvere, macerie, desolazione..., e con un futuro che si prospetta decisamente in salita, interamente da rifare (materialmente e non); a questo spaesamento, a questa paura di dover ripartire da zero, si affianca il senso di colpa proprio dei sopravvissuti alle tragedie, che quasi si vergognano di essere vivi rispetto a tanta gente, che invece è morta.

In un clima diffuso di smarrimento, gli abitanti dei rifugi si sentono estremamente nervosi, "logorati dalla cronica provvisorietà", indecisi tra l'attesa che la loro situazione cambi e la rassegnazione che ciò non accadrà (non a breve, quanto meno).

L'Autrice si sofferma sulla singola storia - quella di Caterina - che è anche specchio di una condizione più ampia, e lo fa con una narrazione intensa, da cui emana una straordinaria forza poetica e una grande sensibilità, con un linguaggio semplice ed evocativo insieme, capace di imprimere nell'anima del lettore tutto il groviglio di sentimenti ed emozioni che assalgono chi vive esperienze drammatiche, di chi si è trovato faccia a faccia con la morte e ne è sì uscito vivo..., ma a quale prezzo e con quale bagaglio di dolore!
Una scrittura intima, profonda, che dà voce a quanti, colpiti da un evento catastrofico, devono rimboccarsi le maniche e riscattare il diritto ad avere un futuro.
Caterina deve imparare che da questo evento doloroso che l'ha privata di un affetto fondamentale, può giungerle inaspettatamente l'opportunità di ritrovare gli affetti intimi da cui rischiava di sentirsi sempre più lontana, di aprirsi con fiducia alla vita, all'amore, in una parola, di riscattare se stessa da una passiva rassegnazione che non riesce ad evitare e dal voler essere per forza forte per amore della madre e del nipote.

E' il secondo romanzo di quest'autrice che leggo - dopo "L'Arminuta"- e per me si riconferma una scrittrice di talento, che sa come catturare l'attenzione del lettore narrandogli storie realistiche, che svelano il vissuto interiore della protagonista lasciandolo entrare in empatia con lei e, inevitabilmente, il pensiero va anche a chi ha vissuto i fatti devastanti che fanno da sfondo alla storia.

Consigliato!!


domenica 6 gennaio 2019

ALFACHALLENGE - la "mia" sfida letteraria del 2019




Cari amici lettori, anche quest'anno partecipo alla Reading Challenge organizzata dal gruppo di lettura che seguo su FB.
La novità rispetto agli anni precedenti è che noi membri del club non proporremo ciascuno un obiettivo letterario che poi tutti devono cercare di raggiungere; questa volta si è scelto di seguire semplicemente... l'alfabeto, ed infatti la sfida letteraria è stata denominata ALFACHALLENGE e consiste nello scegliere i libri in base al cognome degli autori, seguendo un ordine alfabetico, appunto.

Ho incominciato a farmi un'idea degli autori - e quindi dei titoli - che potrei far rientrare nella reading challenge, ma è tutto provvisorio e parziale; più che altro mi sto attualmente regolando sui romanzi già in mio possesso, ma l'anno è appena iniziato e sicuramente via via farò qualche... sostituzione :))






Margarte Atwood (IL RACCONTO DELL'ANCELLA)




C

W. Collins (LA PIETRA DI LUNA)


D 

D. Di Pietrantonio (BELLA MIA)


E

A. Ernaux (IL POSTO)


F

 K. Follett (LO SCANDALO MODIGLIANI)


G

Grassi A. (SCARPE SCARLATTE)


H



I

J



K  




L

Lewis C.S. (DIARIO DI UN DOLORE)



M

A. Manzini (PISTA NERA)




Neumann R. (CATTIVE COMPAGNIE)



O

C. Offutt (COUNTRY DARK)



P

Pennacchi A. (IL FASCIOCOMUNISTA)



Q

Quintini B. (VOCI SOFFOCATE)



R

R. Russo (QUATTORDICI SPINE)



S 




T 

N. Terranova (ADDIO FANTASMI)



U

L. Unger (SEGRETI SEPOLTI)



V
W

Weinberg F., BAMBINO N. 30529



X

Qiu Xiaolong, (LE LACRIME DEL LAGO TAI)


Y


W.B. Yeats (FIABE IRLANDESI)



Z

Zan K. (DOPO)




E VOI, PARTECIPATE A UNA READING CHALLENGE?
Di solito vi piacciono queste sfide di lettura o le evitate perchè vi sentireste condizionati 
nella scelta dei libri da leggere?



sabato 5 gennaio 2019

Libri in wishlist (gennaio 2019)



Quest'anno ho deciso di non lasciarmi tentare dalla prospettiva di stendere liste di libri o autori che desidero leggere nel corso dei prossimi mesi; non perché non mi piaccia farlo, anzi, per il motivo opposto: mi piace eccome elencare propositi e obiettivi, ma quando poi mi rendo conto di non ottemperarli... mi sale un po' di scoraggiamento.
Allora quest'anno, almeno per adesso, niente TBR ^_^
Quel che viene, viene, senza troppe ossessioni!

Però non è che posso proprio evitare post di libri in wishlist, soprattutto se sono titoli che mi sono segnata grazie a recensioni di altri lettori: ad es., il primo libro l'ho sbirciato su Penna d'oro, il secondo prima su ...il piacere della lettura e poi su Mr Ink: Diario di una dipendenza; il terzo l'ha segnalato un'amica lettrice su FB; l'ultimo è un consiglio di Mariella, lettrice che gestisce il blog Doremifa-sol, libri e caffè.



Kevin Wilson dà vita a un nuovo, affascinante e geniale ritratto di una famiglia, questa volta allargata e anticonvenzionale, confermando la sua delicata abilità nel raccontare le relazioni umane.


PICCOLO MONDO PERFETTO
di Kevin Wilson




Fazi Edizioni
trad. S. Castoldi
428 pp
18 euro
Orfana di madre, senza soldi e con un padre alcolizzato, la diciannovenne Izzy Poole rimane incinta di Hal, il suo insegnante di Arte del liceo.
Lei, intelligente e schiva, determinata a non frequentare l’università malgrado gli ottimi risultati scolastici, sente di volere il bambino e decide di tenerlo; ma Hal, vittima di problemi psichiatrici, non regge la responsabilità e si suicida. 

Preston Grind, psicologo a sua volta figlio di celebri psicologi e segnato da un passato traumatico, dà avvio a un innovativo progetto di educazione infantile: il Progetto Famiglia Infinita. 

Nove coppie in condizioni economiche e sociali disagiate e in attesa del primo figlio trascorreranno dieci anni in una tenuta dove alleveranno i propri bambini come una sorta di famiglia allargata; anche Izzy, unico genitore single, entrerà a far parte del programma. 
L’esperimento prende il via, procedendo nonostante le difficoltà: si creeranno legami particolari, nasceranno gelosie e rancori, i rapporti inizieranno a incrinarsi col rischio di spezzare il fragile equilibrio della comunità… 
La famiglia può rovinarti la vita oppure te la può salvare: quel che è certo è che dalla famiglia non c’è via di uscita.

Lisa Jewell ci racconta una storia dove niente è quello che sembra e tutte le certezze della vita possono infrangersi come uno specchio troppo fragile.



ELLIE ALL'IMPROVVISO
di Lisa Jewell




Neri Pozza Ed.
trad. A. Biavasco,
V. Guani
300 pp
18 euro
Laurel Mack ha tre figli; o meglio, ne aveva tre.
Adesso gliene sono rimasti due.
Una mattina, sua figlia Ellie, la figlia di cui era più orgogliosa, è uscita di casa e non è più tornata. 
Da quel giorno di maggio del 2005 in cui Ellie è svanita nel nulla, non ci sono stati sostanziali sviluppi nelle indagini sulla sua scomparsa. 
Felpa nera con il cappuccio, jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica bianche, Ellie era una qualsiasi adolescente con uno zainetto in spalla quando è stata avvistata l'ultima volta in Stroud Green Road, alle dieci e quarantatré del mattino: da quel momento le sue tracce si sono perse nel nulla, al punto che persino la polizia si è rassegnata e ha liquidato il caso come la fuga da casa di una ragazzina ribelle. 

Dieci anni dopo, Laurel sta provando a fare i conti con questa incomprensibile verità. Paul, il suo ex marito, ha una nuova compagna e i suoi due figli, Hanna e Jake, sono andati a vivere altrove. 
Tutti sembrano andare avanti, tutti sembrano essersi fatti una ragione della scomparsa di Ellie, tranne lei. 
Finché un giorno, in un bar, la sua attenzione viene catturata da un affascinante sconosciuto. 
Inaspettatamente, Laurel sente qualcosa che si scioglie dentro di lei, un barlume di speranza. Che questo incontro rappresenti una seconda occasione di felicità? 
Floyd, questo il nome dello sconosciuto, non esita a invitarla a cena e, poco dopo, a presentare a Laurel le sue due figlie, avute da due diverse relazioni. 
Ma dinnanzi alla più piccola, Poppy, di nove anni, Laurel resta senza fiato: la bambina è infatti il ritratto di Ellie...: e all'improvviso, tutte le domande rimaste senza risposta tornano a galla. 
Perché guardare quella strana bambina è come guardare sua figlia? Cosa è successo veramente a Ellie? È davvero scappata di casa, oppure c'è una ragione più sinistra per la sua scomparsa? Ma soprattutto, chi è Floyd davvero? 


Tre giovani vite allo sbando eppure desiderose di lasciarsi alle spalle un passato disastroso. Ce la faranno a risorgere dalle proprie ceneri?

LE BUONE INTENZIONI
di Kate Tempest



Frassinelli Ed.
324 pp
18.50 euro
Tutto inizia dentro una macchina che sta lasciando Londra: a bordo due ragazze, Harry e Becky, un ragazzo, Leon, e una borsa piena di soldi. 
Stanno scappando. Becky è una ballerina che per arrotondare fa la massaggiatrice; e sta scappando dal mondo vuoto dello spettacolo e dalla gelosia asfissiante del suo ragazzo. 
Harry, invece, spaccia; scappa dalla cocaina, e dai giri pericolosi e violenti in cui, chi fa un lavoro come il suo, inevitabilmente finisce. 
Leon è «il miglior amico e il socio in affari di Harry». E anche lui, come Harry, scappa da una vita che non sopporta più.

E tutti e tre scappano dalle loro ambizioni frustrate, dalle loro famiglie ingrigite, dalle loro vite precarie, dalla noia senza redenzione di Londra Sud. 
Da quella macchina, nel corso del romanzo, guarderemo indietro, scopriremo quali sono i mattoni che hanno costruito le vite di Harry, Becky e Leon, e vedremo come, purtroppo, non sempre le buone intenzioni portano a prendere le decisioni giuste.



Educazione europea è il romanzo d'esordio di Romain Gary, una delle sue opere più importanti. Gary lo scrisse quando era aviatore delle forze alleate durante la seconda guerra mondiale. Apparve nel 1945 e fu subito un grande successo. Sartre lo giudicò il miglior libro mai scritto sulla resistenza.



EDUCAZIONE EUROPEA
di Romain Gary



Ed. Neri Pozza
trad. M. Nardi
271 pp
13.50 euro
Tra queste pagine Romain Gary ci racconta la storia di un gruppo di resistenti polacchi: i loro sogni, le loro speranze, i loro ideali, le loro piccole e grandi miserie e i compromessi che la guerra esige. Per sopravvivere e resistere, per affermare anche nel dolore la grandezza della vita e la speranza del pensiero.

Il personaggio centrale del romanzo è Janek, un ragazzo che, nella spietata durezza del combattimento clandestino, conosce il freddo e la fame, il tradimento, l'orrore e la morte senza che l'odio afferri, anche per un solo istante, il suo cuore. 
Attraverso Zosia, Janek conosce infatti l'amore, attraverso Dobranski, lo studente, il culto della libertà e, attraverso la semplicità dei suoi compagni di lotta, la grandezza dell'uomo. 
Un sogno alimenta e attraversa ogni riga di queste pagine: che, dalla resistenza comune ai popoli oppressi dal nazismo, non solo sorga il sentimento di una solidarietà europea ma, come recita una poesia di Dobranski lo studente, «l'ultimo stato sovrano crolli ai colpi dei patrioti europei», «si spenga nel mondo l'eco dell'ultimo canto nazionale», e l'Europa finalmente «si erga e cammini».
Come ha scritto il New York Times, in questo straordinario romanzo, Gary forgia per la prima volta la sua grandiosa concezione dell'uomo con «la forza incandescente di uno scrittore romantico, temperata però da una malinconica ironia».

venerdì 4 gennaio 2019

Anteprime Neri Pozza: L'ISOLA DELLE ANIME di Johanna Holmström || CHIAMERO' LA POLIZIA di Irvin D. Yalom



Anteprime Neri Pozza, sempre intriganti!!


Magnifico romanzo che muove da un luogo realmente esistito, L’isola delle anime è una commovente storia sul prezzo che le donne devono pagare per la loro libertà. Un inno alla solidarietà, all’amore e alla speranza.

L'ISOLA DELLE ANIME
di Johanna Holmström

trad. V. Gorla
338 pp
17 euro
USCITA
10 GENNAIO 2019
Finlandia, 1891. E notte quando, a bordo di una barchetta, Kristina, una giovane contadina, rema controcorrente per riportare a casa i suoi due bambini raggomitolati sul fondo dell’imbarcazione. 
Rientra a casa stanchissima; il giorno dopo arriva la consapevolezza del crimine commesso: durante il tragitto ha calato nell’acqua i suoi due piccoli, come fossero zavorra di cui liberarsi.
La giovane donna viene mandata su un’isoletta al limite estremo dell’arcipelago, a Själö, in un manicomio per donne ritenute incurabili. Un luogo di reclusione da cui in poche se ne vanno, dopo esservi entrate.

Dopo quarant’anni l’edificio è ancora lì ad accogliere altre donne «incurabili»: Martha, Karin, Gretel e Olga. 
Sfilano davanti agli occhi di Sigrid, l’infermiera, la «nuova». 
Un giorno arriva Elli, una giovane donna che, con la sua imprevedibilità, porta scompiglio tra le mura di Själö. 
Nella casa di correzione dove era stata rinchiusa in seguito alla condanna per furti ripetuti, vagabondaggio, offesa al pudore, violenza, rapina, minacce e possesso di arma da taglio, aveva aggredito le altre detenute senza preavviso.
Sigrid diventa il legame tra Kristina ed Elli, mentre intanto, fuori dalle mura di Själö, la guerra infuria in Europa.


Chiamerò la polizia è una potente esplorazione dei temi cari a Yalom – memoria, paura, amore e guarigione – e, al contempo, un libro forte, intenso, capace di trasmettere con vertiginosa drammaticità la tragedia della Shoah.


CHIAMERO' LA POLIZIA
di Irvin D. Yalom



trad. s. Prina
80 pp
12 euro
USCITA
24 GENNAIO 2019
«Mi sta capitando qualcosa di serio… Il passato sta erompendo… Le mie due vite, la notte e il giorno, si stanno unendo. Ho bisogno di parlare». 

Con queste parole il vecchio compagno di studi di Irvin D. Yalom, Bob Berger, lancia all’amico una richiesta di aiuto.
Da troppi anni, infatti, Bob vive due vite: una diurna come cardiochirurgo affabile, scrupoloso e infaticabile, e una notturna, quando i brandelli di orribili ricordi si fanno largo nei suoi sogni. 
Yalom sa che è giunto il momento di accompagnare l’amico fin dentro il suo incubo. 
Nei loro cinquant’anni di amicizia, Bob Berger non ha mai rivelato ad anima viva il suo passato di rifugiato di guerra sopravvissuto all’Olocausto, arrivato fino a Boston da solo, come profugo, all’età di diciassette anni, dopo essere sfuggito ai nazisti fingendosi cristiano. Ora è giunto il momento di affrontare i propri demoni.
Insieme, Yalom e Berger interpretano i frammenti di una storia che, per essere esorcizzata e finalmente dimenticata, va affrontata in tutti i suoi più intimi risvolti psicologici.
«Avevo quindici anni. Ero scappato da una colonna di prigionieri che i nazisti stavano portando dal ghetto alla stazione, per deportarli, ed ero riuscito a tornare a Budapest, dove vivevo fingendomi cristiano grazie a documenti d’identità falsi. Tutti i membri della mia famiglia erano stati già arrestati e deportati».




giovedì 3 gennaio 2019

Recensione: IN EQUILIBRIO SUI BORDI DELL'ANIMA di Silvia De Lorenzis



Una raccolta di pensieri e riflessioni in cui l'Autrice dona ai suoi lettori frammenti di sè, del proprio cuore, della propria vita, raccontandoci, attraverso parole sentite e con un tratto delicato, il proprio mondo interiore, le speranze, i timori, gli affetti che arricchiscono la sua vita.


IN EQUILIBRIO SUI BORDI DELL'ANIMA
di Silvia De Lorenzis




Kimerik Ed.
100 pp
13.60 euro
Questo piccolo libro edito da Casa Editrice Kimerik e scritto da Silvia De Lorenzis è un vero e proprio viaggio nell'anima dell'Autrice, che tra queste pagine conduce il lettore nel percorso, impegnativo ma necessario, da lei intrapreso e grazie al quale ha imparato, giorno dopo giorno, a guardare la vita con occhi diversi, sempre nuovi, arricchiti delle esperienze fatte - belle e brutte -, delle persone incontrate e che fanno parte del suo mondo.

Silvia ci racconta come ha imparato a riconoscere i propri blocchi emotivi per poterli di volta in volta superare: le insicurezze, la convinzione di non essere all'altezza, di non riuscire a realizzare i propri sogni, la paura di fidarsi del prossimo, di lasciarsi andare all'amore, guardare gli altri senza avere pregiudizi...: sono tante le trappole emotive che il vivere quotidiano ha in serbo per noi..., ma altrettante sono le opportunità di crescita, di miglioramento personale!

Dobbiamo imparare a osservare ciò che ci circonda con gli occhi del cuore, perché solo attraverso uno sguardo profondo saremo in grado di guardare oltre le apparenze e (ri)scoprire l’essenza di ogni cosa, persone comprese. 

"Ho cercato a lungo l'equilibrio sui bordi della mia anima, ma poi ho deciso di scivolare sulla vita per iniziare a viverla davvero. Per non cadere nel vuoto devo continuare a muovermi, accettando che tutto fluisca liberamente e si trasformi. E quando il vento del cambiamento soffierà forte, non chiuderò la porta dl cuore, ma mi trasformerò in un mulino a vento".

Non è facile e non viene automatico scavare dentro se stessi: è qualcosa che richiede coraggio.
Il coraggio di trovarsi faccia a faccia con le proprie mancanze, con quei difetti che forse gli altri ci rinfacciano, facendoci soffrire, con quelle paure che siamo restii ad affrontare per il terrore di fallire nel non riuscire a superarle; ma se non troviamo in noi stessi il coraggio di iniziare questo viaggio interiore, ci toglieremo la possibilità di conoscerci davvero, di apprezzare e fra fruttare il buono che è in noi.

Il primo passo verso ogni cambiamento ed apertura è ascoltarsi ed accettarsi, e soprattutto ad amarsi. 

Abbiamo il dovere (oltre che il diritto) verso noi stessi di rendere prezioso ogni giorno che viviamo, di esserne protagonisti e artisti:

"Voglio essere l'artista della mia vita, (...)pittore dei miei giorni,autore dei miei sogni,scultore dei miei anni.Voglio scrivere la mia storia, (...)Voglio (...) imparare dai miei errori,(...) essere protagonista della mia vita".


Avrete capito come non siamo in presenza di un racconto o di un romanzo nel senso canonico del termine; eppure anche qui, simbolicamente, è presente il racconto, anche se si tratta di quello interiore, relativo a se stessi; il libro è diviso in due parti, uno è dedicato al "viaggio dentro se stessa", in cui l'Autrice si concentra sul proprio vissuto interiore ed emozionale, l'altro è dedicato ai suoi "compagni di viaggio", e quindi alle persone a lei vicine, che le danno quell'Amore che le permette di essere la persona che è.

E' una lettura scorrevole non solo per la sua brevità ma anche per il tema trattato - molto intimistico e sicuramente vicino a chiunque di noi lettori, che possiamo ritrovarci in tante considerazioni, stati d'animo, propositi... - e per lo stile di scrittura, delicato, pieno di sensibilità, che denota una grande capacità introspettiva da parte di chi scrive, che ci svela i pensieri più nascosti del cuore, perchè parlare di emozioni e sentimenti non è da deboli, tutt'altro, è qualcosa che caratterizza chi non ha paura di vivere ma decide di mostrarsi con autenticità, senza sotterfugi, senza maschere.

Ringrazio la C.E. Kimerik per avermi fatto dono di questa copia, che consiglio a quanti hanno voglia di rispecchiarsi negli spunti offerti dall'Autrice, che portano alla riflessione su noi stessi, su chi siamo e vogliamo essere, su cosa è importante per noi e ci fa felice o, al contrario, ci frena, sull'importanza di essere ottimisti, propositivi, di ricercare una vita unica, preziosa, abbondante.

mercoledì 2 gennaio 2019

Libri che diventano film - a gennaio al cinema



Un nuovo anno è giunto e, come è ormai consuetudine, eccomi qui a sbirciare con voi i film tratti dai libri in uscita in questo mese!!




City of Lies - L'ora della verità è un film del 2018 diretto da Brad Furman con Johnny Depp e Forest Witaker. La pellicola è l'adattamento cinematografico del libro LAbyrinth scritto da Randall Sullivan.
Russell Poole è un detective di Los Angeles che ha dedicato la sua vita al caso mai risolto degli omicidi delle due star del rap Tupac Shakur e The Notorious B.I.G., avvenuti alla fine degli anni ’90. A distanza di 20 anni, Poole decide di riaprire il caso per tentare di risolverlo una volta per tutte. USCITA 10 GENNAIO 2019.



Maria, Regina di Scozia si ispira al romanzo storico Queen of Scots di John Guy e alla Dal 17 gennaio.
Alla regia c'è Josie Rourke, mentre nel cast Saoirse Ronan, Margot Robbie, David Tennant. A novembre negli USA.
Regina di Francia a 16 anni e vedova a 18, Mary sfida le pressioni politiche che vorrebbero si risposasse. Fa ritorno invece nella sua natia Scozia per reclamare il suo trono legittimo. Ma la Scozia e l'Inghilterra finiscono per essere governate da sua cugina Elisabetta I. Ciascuna delle due giovani regine percepisce la "sorella" come una minaccia ma, allo stesso tempo, ne subisce il fascino.
Rivali per il potere e in amore, e reggenti in un mondo maschile, le due dovranno decidere tra il matrimonio e l'indipendenza.
Determinata a regnare non solo in senso figurato, Mary reclama il trono inglese, minacciando la sovranità di Elisabetta.


L'uomo dal cuore di ferro è un adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Laurent Binet ed è incentrato sull'Operazione Anthropoid, che portò all'assassinio del leader nazista Reinhard Heydrich; diretto da Cédric Jimenez, con Jason Clarke e Rosamund Pike. Uscita al cinema il 24 gennaio 2019.


Un giorno ancora è un film d'animazione del libro-documentario An another day of life in cui Ryszard Kapuściński, giornalista polacco, racconta ciò che ha visto e vissuto nel suo viaggio in Angola nel 1975; diretto da Raúl de la Fuente, Damian Nenow, in uscita il 31 gennaio.

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