venerdì 12 luglio 2019

Recensione: LA STRADA di Cormac McCarthy



In un mondo impazzito e ormai ridotto a un lugubre cumulo di macerie, è possibile coltivare la speranza in un futuro più luminoso e umano?


LA STRADA
di Cormac McCarthy 



Einaudi
trad. M. Testa
218 pp
12 euro 
“Su questa strada non c’è benedetta anima viva. Sono scomparsi tutti tranne me e si sono portati via il mondo”.

Immaginare di calcare il suolo della terra in cui siamo nati e destinati a vivere, e non ritrovare nulla di ciò che è stato un tempo, credo sia qualcosa di terribile.

Siamo in America e lo scenario proposto e immaginato dall’Autore è davvero, terribile, e il lettore ne è spettatore diretto attraverso gli occhi dei due protagonisti, un padre e il suo figlioletto che, in compagnia di un carrello in cui riporre i pochi oggetti e viveri a disposizione, camminano lungo una strada, dirigendosi verso un indefinito sud, forse con la speranza di trovare altre persone con cui unirsi e provare a ricominciare a vivere (?).

Non sappiamo chi siano questi due sopravvissuti, non ci viene detto il nome, l’età, la provenienza (ogni cosa è stata loro tolta, dall’identità alla casa, dal cibo alla propria città): lui è semplicemente l’uomo e l’altro è il suo bambino, suo figlio, l’unico legame rimastogli con la sua vita “precedente”.
Fa freddo, molto freddo, e i due proseguono stanchi, affamati, alla perenne ricerca di coperte e quant’altro possa servire per scaldarsi e coprirsi i piedi, così da poter camminare senza congelarsi o ferirsi; ma la priorità è il cibo, ed il padre sa di dover superare diffidenze e timori pur di sfamare il suo bambino, e se questo significa infilarsi in abitazioni ormai ridotte a tuguri puzzolenti e disabitati, col rischio di non trovare alcun alimento commestibile ma solo qualcuno pronto a spararti, lui è disposto a farlo. Perché mantenere in vita suo figlio è la sola missione che gli resta.

“Io ho il dovere di proteggerti. Dio mi ha assegnato questo compito. Chiunque ti tocchi, io lo ammazzo”.

Non sappiamo bene cosa sia successo alla terra, se non che non moltissimi anni prima si presume ci sia stata una mega catastrofe nucleare che l’ha resa un postaccio invivibile, spoglio, infernale, ricoperto da uno spesso strato di cenere; le notti sono lunghe, buie, di un gelo assassino; ovunque si possono trovare cadaveri mummificati, corpi senza vita raggrinziti, sempre senza scarpe (i sopravvissuti le hanno rubate); le macchie boschive rimaste sono anch’esse tetre, bruciacchiate, ciò che resta di case o negozi è un cumulo di rovine tristi, carbonizzate, i pochi specchi d’acqua sono putridi e stagnanti.

Il mondo ha perso ogni minima traccia di bellezza, non vi è che un’oscurità implacabile, un vuoto nero e opprimente, un “terra morta senza testamento” e, al pari di due fantasmi impauriti e disorientati, l’uomo e suo figlio vagano lungo questa strada desolata, senza mai discostarsi troppo da essa se non per trovare un rifugio per la notte, provando a riposare per riprendere le forze in vista di un nuovo eterno cammino verso “questo sud” indicato su una mappa sgualcita.
Il padre è sempre all’erta, con la pistola in pugno e l’altra mano sul carrello; una pistola con due soli colpi disponibili, per difendersi da altri sopravvissuti come loro ma che non fanno parte dei “buoni” bensì dei “cattivi”.

Lungo il percorso solitario, infatti, i due viaggiatori incontrano altri esseri umani: alcuni hanno maschere antigas, tute antiradiazioni, sono aggressivi, affamati, incattiviti e da essi bisogna proteggersi (eventualmente sparando per primi) e scappare; e poi ci sono altre creature disgraziate peggio del padre e del figlio, con pochi e sporchi stracci addosso, lo stomaco vuoto, i radi capelli unti, il corpo paurosamente scheletrico.

È un viaggio connotato dalla ripetitività di parole ed azioni (mettersi in cammino, nascondersi, cercare cibo, dormire) ma non per questo meno drammatico, faticoso, lento e pericoloso, perché c’è da stare attenti e guardarsi sempre le spalle, in quanto i pericoli non mancano, in giro ci sono i “cattivi” che hanno davvero brutte intenzioni verso i “buoni”…, e vi lascio immaginare in tempi di carestia quali “misure” estreme si può arrivare ad adottare pur di nutrirsi…

Il padre sa com’era la vita prima, ha conosciuto il mondo antecedente l’apocalisse, e ogni tanto i suoi ricordi prendono il sopravvento, così in quei pochi flashback conosciamo la moglie, nonché mamma del bambino, che ha preferito non esserci per non assistere agli orrori successivi all’olocausto nucleare; il bimbo è nato proprio durante la guerra e al suo fianco ha solo questo padre che cerca in tutti i modi di tenerlo in vita.

Il rapporto tra i due è intenso, tenero, sincero; il padre si preoccupa sempre di chiedere al figlio un suo parere su ciò che accade loro durante il giorno, cerca di farlo parlare e di impedirgli che si chiuda in se stesso, gli spiega sempre ciò che sta per fare e, quando può, fa di tutto perché non assista a visioni orribili e di morte (come dicevo poche righe su, l’uomo arriva a commettere azioni davvero turpi in tempi oscuri, non esitando ad essere “lupo” per i suoi simili), anche se è difficile evitare che il bambino non guardi la distruzione e il contesto raccapricciante che gli è intorno.

Spesso il ragazzino diventa triste e taciturno, osserva in silenzio quel padre che a volte sembra perdersi tra gli spettri del passato e di ricordi lontani, e non sempre condivide le sue scelte; fa tenerezza leggere episodi in cui emerge tutta l’innocente bontà presente nell’animo puro del bimbo, rispetto all’atteggiamento più pratico e comprensibilmente egoistico dell’uomo, che non si fida di nessuno - neanche di chi sta messo peggio di loro e probabilmente non è in grado di danneggiarli realmente - e che mal volentieri è disposto a donare ad altri qualcosa dei pochi viveri che riesce a racimolare con un po’ di fortuna e che servono al figlio e a lui stesso.

I dialoghi tra i due sono brevi, essenziali e spesso si concludono con un ok, rassegnato e non sempre convinto da parte del ragazzino, che accetta, in un misto di passività e fiducia, le decisioni e le spiegazioni paterne, anche se magari non le comprende appieno.

Commuove l’insistenza con cui l’uomo cerca di incoraggiare il figlio a non arrendersi, a credere che sì, loro sono i buoni e che, nonostante i cattivi in giro, troveranno altri buoni come loro; lo esorta a preservare il fuoco e il bene che sono dentro di lui perché saranno la sua salvezza.

Ciò che colpisce di questo libro non è tanto la storia in sé, che comunque riesce ad essere tremenda e soffocante nella sua semplicità, ma è lo stile: l’Autore sa come conciliare lo sfondo crudo e cupo con punte di lirismo che caratterizzano diversi momenti ed in particolare nelle ultime pagine - pura poesia - che stringono il cuore e indirizzano il lettore a simpatizzare con i suoi “poveri” protagonisti fino alla fine.

Lo ammetto: un po’ mi è mancato sapere in modo chiaro cosa sia successo alla terra e all’umanità per ridursi in un tale stato di abbandono e miseria - materiale e non -, mi sarebbe piaciuto anche conoscere qualcosa di più del passato dell’uomo e di come stavano vivendo questo stato di cose altre persone, ma sono pensieri che ho formulato soprattutto all’inizio, quando ho dovuto prendere familiarità con la storia e capire in quali anguste condizioni stessero sopravvivendo l’uomo e suo figlio.
Andando avanti, camminando insieme a loro lungo la strada, questi interrogativi si attenuano e ciò che resta è l’aspetto emotivo che accompagna la narrazione: si resta rapiti dal legame padre-figlio, dai tentativi del primo di non soccombere (per il bene del ragazzo) e dalle osservazioni così umane e sensibili del secondo, che ci lasciano comprendere come proprio nel ragazzino, in un cuore pulito e buono come il suo, possa risiedere l’unica possibilità per l’umanità.

“Sapeva solo che il bambino era la sua garanzia. Disse: Se non è lui il verbo di Dio allora Dio non ha mai parlato.”

Un romanzo post-apocalittico scritto con grande sapienza narrativa; le descrizioni vivide, realistiche di un ambiente desolato, grigio e silenzioso - in cui le persone rimaste vivono in una condizione primitiva, degna dei cannibali e dei selvaggi, in cui ogni forma di civiltà e progresso è un lontanissimo ricordo - viaggiano di pari passo con lo stato d’animo e l’aspetto fisico dei protagonisti (malinconici, sofferenti, sfiniti, emaciati, lerci).

Un romanzo che merita di essere letto, a mio avviso; recupererò il film. 

“Ricordati che le cose che ti entrano in testa, poi ci restano per sempre (…) Ci dimentichiamo le cose che vorremmo ricordare e ci ricordiamo quelle che vorremmo dimenticare”.

giovedì 11 luglio 2019

Libri prossimamente al cinema e/o in tv



Eccoci con qualche news d'aggiornamento circa i film - e anche le serie tv - tratti dai libri in uscita, a breve o meno :)

QUI c'è il post "d'origine", per chi volesse una panoramica da agosto in poi.

Partiamo da una notizia fresca fresca, appresa da me poco fa su Instagram: Edoardo Ponti è alla regia del film tratto dal romanzo di Romain Gary, LA VITA DAVANTI A SE' (“La vie devant soi”) in cui dirige nientemeno che sua madre, Sophia Loren, che interpreta Madame Rosa, una sopravvissuta all’Olocausto che ha un legame molto forte con un ragazzo di 12 anni, un immigrato senegalese di nome Momo.
Le riprese del film si stanno svolgendo in Italia, in Puglia.

Prepariamoci a vedere L'AMICA GENIALE 2 (libro): la seconda stagione della serie tv, e che si ispira al secondo libro (Storia del nuovo cognome) di Elena Ferrante, è diretta da Saverio Costanzo (sei episodi) e Alice Rohrwacher (due episodi); Gaia Girace e Margherita Mazzucco nei panni rispettivamente di Lila ed Elena,
Lila ed Elena hanno sedici anni e si sentono entrambe in un vicolo cieco. Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso se stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il matrimonio dell’amica, ha scoperto che non sta bene né nel rione né fuori. Le vicende dell’Amica geniale riprendono a partire da questo punto e ci trascinano nella vitalissima giovinezza delle due ragazze...

ROCCO SCHIAVONE 3 - tratto dai romanzi di Antonio Manzini, sarà composto da 4 puntate e le vedremo su Rai 1.

Lino Guanciale sarà  "Il commissario Ricciardi"; la fiction è in sei puntate ed è tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, in particolare: ‘Il senso del dolore', ‘La condanna del sangue', ‘Il posto di ognuno', ‘Il giorno dei morti', ‘Vipera' e ‘In fondo al tuo cuore'.

Anna Karenina di Tolstoj diventa una serie tv di BBC; la scrittura del nuovo adattamento sarà affidata a Gwyneth Hughes.

IL SIGNORE DEGLI ANELLI (basato sul romanzo fantasy di J.R.R. Tolkien) sarà una serie tv di Amazon Prime Video diretta da J.A. Bayona.






post in aggiornamento

mercoledì 10 luglio 2019

Anteprima Armando editore | LA RAGAZZA DEL CANNETO di Marco Pareti - dal 25 luglio




Cari lettori, oggi vi presento un romanzo giallo dai toni avvincenti e attuali, ispirato da una storia reale.



LA RAGAZZA DEL CANNETO
di Marco Pareti


Armando Editore
Pagine 208/
14,00 euro
In libreria il 25 luglio

Carlo, un uomo con diversi problemi famigliari ed emotivi, si trova coinvolto nelle indagini svolte dai Carabinieri per un femminicidio e la scomparsa di due giovani fanciulle adescate tramite internet e social media. 
In compagnia della sua cagnolina Bimba, entra in contatto con un mondo di delinquenza, droga e prostituzione minorile. 
Scenario della storia è il bellissimo Lago Tra­simeno, in netta contrapposizione con le malvagie caratteristiche di alcuni personaggi implicati nelle vicende narrate.

Scrive Pareti: «In questo libro, ispirato da un fatto vero dove l'epilogo è accaduto qualche tempo fa sulle rive del Trasimeno, ho voluto lanciare un messaggio ai giovani e agli adolescenti che a volte, usando in modo superficiale i social, potrebbero cadere in trappole o esche informatiche disseminate in modo fraudolento da falsi profili, nonché riservare conseguenze drammatiche senza una via di ritorno.»


Curiosità:
Il romanzo è scritto con il caratteread alta leggibilità o Easy Reading Font in grado di consentire il superamento delle barriere di lettura, anche per chi è dislessico. Lo scopo è quello di aiutare a decifrare le parole scritte, in modo fluido e immediato.

Sempre nell'ottica del superamento delle barriere, l’Autore ha scelto di scrivere il testo in due lingue, italiano e inglese, per dare l’opportunità anche a chi non è di lingua italiana, di leggere il racconto che è ambientato nella meravigliosa cornice del lago Trasimeno, frequentatissimo da stranieri.

L'autore.
Marco Pareti, nato a Roma nel 1961, vive con la famiglia a Perugia da moltissimi anni. Laureato in Pedagogia, lavora per una multinazionale che lo ha portato a viaggiare in tutta Italia. Da sempre affascinato dai territori intorno al Lago Trasimeno, appassionato di foto, cinema, storia e viaggi, nel 2018 ha presentato una favola dal titolo Avventure a Borgo Gioioso, scritta per i grandi ma da leggere quando si è ancora bambini.

lunedì 8 luglio 2019

Viaggiare leggendo: le Highlands scozzesi



Ieri vi ho parlato di HIGHLANDER. TORNA DA ME di K.M. Moning, un paranormal romance edito da Leggereditore molto carino; la storia è ambientata in Scozia nel 1500, più precisamente siamo nelle Highlands.

Le Highlands scozzesi sono una regione montuosa scozzese a nord e ad ovest del Regno Unito. Esse sono comunemente descritte come una delle più belle e scenografiche regioni dell'Europa. L'area è scarsamente popolata, dominata da numerose catene montuose.


Credit: https://www.scozia.net/highlands/

Credit: Expert Vagabond

Tra i luoghi menzionati,  i più importanti sono il villaggio di Tuluth (da cui proviene il protagonista maschile, Gavrael McIllioch), Durrkesh, Dalkheith e Caithness (villaggio natio della protagonista femminile, Jillian), ma non su tutti sono riuscita a trovare informazioni.

Dalkeith.

Dalkeith (gaelico scozzese: Dail Cheith) è una città nel Midlothian, in Scozia, sul fiume Esk e non distante da Edimburgo.

Dalkeith palace
(residenza ufficiale del Duca di Buccleuch)
Credit: Wikipedia


Caithness 

Caithness (Gallaibh in lingua gaelica scozzese) è una contea tradizionale nell'estremo nord della Scozia; confina con la contea storica di Sutherland ed è circondata per la restante parte dal mare. Ricca di resti preistorici dal Neolitico in poi, l'area era un'antica provincia dei Pitti chiamata Cait, o Cat, che fu invasa dai norreni. 
Diffusi chiese cristiane - come il St. Mary's e castelli medievali, come quello di Dunbeath, si trovano sulle coste; i castelli dell'entroterra sono in genere di data successiva.


Caithness
Credit: Wikimedia commons

Keiss Castle - a nord di Wick, Highland, Scozia
Credit: Wikimedia Commons
In questa contea si può ammirare anche il Castello di Mey, costruito tra il 1566 ed il 1572.

Castello di Mey
Credit: https://www.castleofmey.org.uk/




La Scozia è famosa per i suoi splendidi e fiabeschi castelli.

L'Eilean Donan Castle (SITO) è uno dei castelli più famosi e senza dubbio è una delle più popolari attrazioni turistiche delle Highlands; si trova sull'omonima isoletta e fu costruito la prima volta nel 1220 da Alessandro II di Scozia come baluardo di difesa contro le incursioni vichinghe. 

credit Wikipedia

Il Castello di Floors (fonte foto) si trova nel Roxburghshire, a sud-est della Scozia, ed è stato costruito nel 1720 dall’architetto William Adam.



Il Castello Kisimul è un piccolo castello medievale situato su una piccola isola al largo Castlebay.

Credit: https://castlesintheworld.wordpress.com


domenica 7 luglio 2019

Recensione: HIGHLANDER. TORNA DA ME di Karen M. Moning



Una storia d' amore e passione travolgente ambientata nelle suggestive Highlands scozzesi nel lontano XVI sec.: quello tra la bella Jillian St Clair e il coraggioso guerriero Grimm Roderick è un legame forte e indissolubile, che supera paure, ostacoli e nemici pericolosi.



HIGHLANDER. TORNA DA ME 
di Karen M. Moning



Leggereditore
read. A. Petrelli
359 pp
Nato in un clan di guerrieri dai poteri immensi, Gavrael Mclllioch ha solo 14 anni quando, per poter rispondere con coraggio ed efficacia ai violenti attacchi degli acerrimi nemici di sempre - il clan McKane - invoca il dio Odino di donargli la forza sovrumana propria dei berserker (guerrieri potenti e feroci, fedeli al dio della guerra, Odino), così da poter sconfiggere coloro che stanno compiendo atrocità a danno  della sua gente.
Ma quella terribile ed indimenticabile notte, in cui davvero Odino lo esaudisce rendendolo un guerriero dai poteri incredibili, donandogli occhi di ghiaccio e una potenza distruttiva in quel corpo che sembra perdere ogni umanità, Gavrael è costretto a fare i conti con una triste realtà: il suo paese natio è desolato, la sua gente uccisa e la sua famiglia è distrutta; sua madre è morta per mano di suo padre Ronin, che a un certo punto è come impazzito, arrivando a far del male alla donna che pure diceva di amare. Non solo, ma Gavrael scopre di essere come lui e che in futuro potrebbe essere tristemente in grado di far del male anch'egli alla propria donna.
Per evitare di compiere gesti orribili, il giovane berserker giura a se stesso di non legarsi a nessuna donna, proprio per evitare di mettere in atto la stessa follia del padre, che molto probabilmente, come un seme maligno e radicato, alberga in lui e ne segna ineluttabilmente il destino.
E così, abbandona il proprio nome e il castello che lo ha visto crescere, determinato a sfuggire al destino oscuro dei suoi antenati.

Ma non ha fatto i conti con le trame complicate del fato!
Dopo aver vagato per le aspre e immense Highlands scozzesi, il giovanotto, sotto falsa identità (assume il nome di Grimm Roderick), viene accolto dal buon Gibraltar St Clair, un uomo giusto, influente e ricco, che lo ospita nella propria dimora come un figlio; l'uomo ha (tra gli altri) una figlia femmina, la bellissima Jillian, che è poco più di una bambina quando incontra il taciturno e bellissimo sconosciuto che si fa chiamare Grimm.
Tra i due scatta subito un legame fortissimo che Grimm cerca di recidere, in quanto sente di dover tenere a distanza quella splendida ragazzina che, crescendo, promette di diventare una donna tanto sensuale e dalla bellezza procace, quanto testarda e con un bel caratterino.
Ma Jillian non riesce ad arrendersi e, nonostante Grimm alterni con lei momenti di dolcezza ad altri di ostentata durezza e scontrosità, si innamora di lui, lo desidera e sente che il proprio destino è legato al suo. Deve solo insistere e non lasciarsi scappare la possibilità di amare e farsi amare dal bel Grimm!
Ma un giorno, anche il villaggio in cui vivono i St Clair viene attaccato dai McKane e, convinto che sia tutta colpa sua e che essi cerchino proprio lui, per ucciderlo, lascia la casa di Gibraltar, abbandonando in lacrime una disperata e delusa Jillian, decidendo di precludersi la possibilità di amarla pur di preservarla da pericoli e morte a causa sua.

"Ti prometto che i McKane non torneranno mai più. Ti prometto che in un modo o nell'altro ti proteggerò sempre, dovunque io sia. Non permetterò mai a nessuno di farti del male."

Anni dopo, quando sta cercando di rifarsi una vita lontano da quell'amore impossibile - pur continuando ad amare Jillian e a proteggerla "a distanza" - riceve una comunicazione misteriosa da parte di Gibraltar, che gli chiede di accorrere in suo aiuto recandosi al loro castello.
Meravigliato, il guerriero si precipita e scopre che il vecchio amico ha riunito lui e altri due baldi giovanotti (il buon Quinn e il borioso cavaliere Ramsey Logan), altrettanto forti e belli, affinchè la cocciuta Jillian scelga il suo promesso sposo tra loro tre. Arrivata, infatti, alla "veneranda età" di ventuno anni, non è ancora promessa sposa a nessno e finora non ha voluto neppur sentire parlare di fidanzamenti o matrimoni.

Ma poichè è inconcepibile e indecoroso che una giovane resti zitella a lungo, tanto più se è così incantevole da avere innumerevoli corteggiatori da sempre, suo padre ha ben pensato di obbligarla a modo suo a scegliersi un marito tra i tre uomini chiamati a palazzo.

Quinn è per lei un amico d'infanzia, quasi un fratello e, per quanto sia valoroso e attraente, Jillian non potrebbe mai innamorarsene; Ramsey è bello e imponente ma.. è talmente arrogante e sicuro di sè da esserle decisamente antipatico!
E Grimm?
Grimm è nel suo cuore, l'unico di cui sia mai stata innamorata e che desidererà mai sposare... ma c'è un "piccolo problema": lui non la vuole, gliel'ha fatto capire in tutti i modi sin da quando erano solo dei ragazzi...
Ed infatti anni prima l'abbandonò nonostante le suppliche di lei; eppure il suo istinto di donna le dice che Grimm è pazzo di lei, la desidera..., deve solo accettare che sono destinati l'uno all'altra.

Ciò che Jillian ignora è il motivo per cui l'uomo la tiene alla larga e non si lascia andare alla palese attrazione e agli intensi sentimenti che lo legano alla ragazza: un segreto, che riguarda la vera natura di Grimm, o meglio Gavrael, lo stesso segreto che lo tiene lontano dal suo clan e dalla sua famiglia e che lo spinge a una vita di solitudine. 
Grimm è convinto di avere una maledizione su di sè e che, se Jillian ne venisse a conoscenza, lo disprezzerebbe, e lui non potrebbe sopportare di leggere un tale sentimento negli occhi dell'amata.

Ma Jillian è tutto fuorchè docile e arrendevole, e farà di tutto per far capire al suo testardo e brusco guerriero dal cuore nobile che non c'è nulla in lui che non vada, e che anzi lo ama per ciò che è.

Grimm deve imparare ad accettarsi e, per farlo, deve fare i conti con la propria famiglia, tornare ad essere "Gavrael figlio di Ronin", ed essere pronto a scoprire la verità su di sè e sulle proprie sovrumane capacità.

"Perchè hai conservato il libro, Grimm?(...) L'ho conservato per ricordarmi che, nonostante tutto il male che esiste nel mondo, a volte c'è anche luce e bellezza. Tu, Jillian. Tu sei sempre stata la mia luce".

E' un paranormal romance molto carino, romantico, pieno di passione, con una ambientazione suggestiva (la Scozia del 1500), mitologica - guerrieri potenti e feroci, immortalità, vecchie profezie che aspettano di realizzarsi -, dialoghi vivaci e ironici, personaggi con caratteristiche ben delineate e accattivanti, un alternarsi di sensualità e dolcezza. 
Consigliato alle lettrici in cerca di storie d'amore appassionanti.

sabato 6 luglio 2019

Recensione: PROMESSE. Due indagini di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs di Jeffery Deaver



Due brevi racconti con protagonisti il criminologo Lincoln Rhyme e la sua compagna di vita, il detective Amelia Sachs, impegnati a risolvere due casi avendo a disposizione pochi elementi d'indagine.



PROMESSE. Due indagini di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs
di Jeffery Deaver



Ed. Solferino
trad. R. Prencipe
128 pp
12 euro

Bellagio, sull'incantevole lago di Como, è la location ideale e senza dubbio una delle più suggestive per scambiarsi le promesse di matrimonio.
Ed infatti è qui che hanno deciso di convolare a giuste nozze Amelia Sachs e Lincoln Rhyme.

Chi conosce già lo scrittore americano Jeffery Deaver ha sicuramente fatto anche la conoscenza di questi due personaggi, divenuti famosi grazie al caso de Il collezionista di ossa (thriller portato sul grande schermo in un film con Denzel Washington e Angelina Jolie): Rhyme è un esperto criminologo che, in seguito ad un tragico incidente, è diventato tetraplegico e adesso è sulla sedia a rotelle; l'agente di polizia Amelia Sachs, che ha collaborato con lui in tanti casi, ora è finalmente sua moglie, con grande gioia di amici e parenti, accorsi in Italia per festeggiare i due novelli sposi.

Ma a quanto pare per Rhyme e Sachs c'è sempre tempo e modo per lavorare; conoscono infatti, nell'albergo in cui si trovano in luna di miele, una donna, Claire Dunning, che racconta loro di essere molto preoccupata per suo marito Richard, ultimamente troppo distratto.
I due sono a Bellagio per rinnovare le promesse di matrimonio e Claire non capisce cosa renda inquieto suo marito...: forse rogne sul lavoro? L'uomo lavora per un'importante azienda che si occupa di innovazioni tecnologiche in ambito medico, capaci di ottenere prestazioni ed esami diagnostici in tempi record.
C'è molta competizione e concorrenza senza scrupoli in questo settore: forse Richard s'è messo nei guai vendendo segreti ad altre aziende?
Con la coppia c'è la fedele assistente di Richard, la bellissima Sharon.

Come sempre accade nel loro rapporto professionale, a Rhyme spetta la parte "mentale" del lavoro - è lui che principalmente deve fare ipotesi investigative, interrogare, proporre soluzioni -, mentre l'impavida Amelia si mette fisicamente alla ricerca di prove e quant'altro possa tornare utile per spiegare gli strani comportamenti che Mr Dunning sta avendo con la moglie.
Quando si profila la possibilità che dietro ci sia "semplicemente" una tresca adulterina tra Richard e la sua assistente, Sachs e Rhyme dovranno aprire bene gli occhi e cercare di porsi domande meno scontate, perché nell'aria si sente un pericoloso "odor di veleno" e, se non vogliono che ci scappi un morto, devono darsi una mossa.

A questo primo racconto (Promesse) ne segue un secondo, In assenza di prove, che già dal titolo ci lascia intendere come marito e moglie siano alle prese con un altro caso investigativo, stavolta privo di qualsiasi prova evidente da cui partire.
I due sono in Florida, dove Rhyme ha appena finito un ciclo di lezioni di tecniche forensi, e vengono coinvolti nel caso di un aereo finito a picco nell’Oceano Atlantico per cause tutte da chiarire. 
Dall'ultima chiamata registrata non è chiaro se si tratti di un incidente tecnico o di qualcos'altro; fatto sta che il detective del posto manda a chiamare il nostro esperto in criminologia perché dia il suo parere ed escluda la possibilità che possa essersi trattato di un attentato.
Chiudere il caso in quattro e quattro otto non è possibile, in quanto manca il reperto fondamentale: l'aereo, che si è inabissato nelle acque dell'oceano, più precisamente nella Fossa di Porto Rico, a ben otto chilometri di profondità, portandosi dietro, di conseguenza, le prove di un eventuale attentato.
A complicare le cose ci si mette una tempesta di quelle che si vedono solo in Florida e che ha spazzato via dalla pista di decollo ogni traccia.

Insomma, Sachs e Rhyme non sanno che pesci prendere; l'unica strada percorribile pare essere quella, oltre a visionare le telecamere, di interrogare alcuni dipendenti che potrebbero aver visto qualcuno eventualmente mettere un ordigno nell'aereo quando era ancora nell'hangar.

Anche in questo caso, Rhyme deve cercare di non fermarsi alle prime ipotesi e spiegazioni, andando oltre ciò che sembra a un primo sguardo e cercando di leggere con attenzione i comportamenti dei sospettati, smascherando i bugiardi.
E spesso la menzogna è lì dove non avevi creduto potesse essere...

Siamo in presenza di una raccolta di due racconti scritti da un maestro del thriller; in queste pagine il lettore riceve semplicemente un piccolo assaggio delle capacità investigative dei due abili protagonisti: Lincoln Rhyme è acuto e attento, entra con disinvoltura nella mente dei criminali, mentre Amelia Sachs è il suo perfetto braccio destro, che gli fornisce i giusti suggerimenti e lo supporta nelle loro indagini private; insieme sono una coppia formidabile.

I due episodi sono davvero brevi e i casi si risolvono ovviamente in fretta; non c'è modo di approfondire i personaggi, le trame non sono complesse e non si può dire che si arrivi alla soluzione attraverso momenti di tensione narrativa; ciò che dà piacevolezza alla lettura è costituito più che altro dall'atteggiamento con cui i due "investigatori" si approcciano ai due casi, con ironia e molta complicità reciproca, e il modo in cui, ragionando e vagliando ipotesi, essi giungono alla verità, che si rivela con piccoli colpi di scena che, pur non provocando particolari emozioni nel lettore, rendono nel complesso il tutto sufficientemente gradevole.

In conclusione: se siete appassionati di thriller adrenalinici e avvincenti, tenete presente che questi due racconti sono troppo tranquilli e non ritengo abbiano i requisiti per soddisfare la vostra voglia di sangue e suspense; siamo in presenza, a mio avviso, di un libro non impegnativo, adatto come lettura estiva (anche in virtù della sua brevità) e per quei lettori che preferiscono storie poliziesche leggere e non ad alta tensione  ^_-


venerdì 5 luglio 2019

On my wishlist (luglio 2019)



Libri finiti in wishlist!

Il primo è un romanzo complesso e avvincente, sospeso tra epopea rurale, racconto di formazione, biografia di un’artista. La collisione unica tra due classi sociali, due mondi distanti, è il travaglio da cui nascerà un nuovo Paese.


IL GIARDINO DEI MOSTRI
di Lorenza Pieri


E/O edizioni
320 pp
18 €
Luglio 2019
Siamo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, in un paese della Maremma toscana troppo famoso per essere citato. 
Le vicende di due famiglie, una locale di allevatori di cavalli, i Biagini, e una romana altoborghese, i Sanfilippi, si intrecciano, mentre il luogo in cui si incontrano diventa il teatro perfetto della messa in scena dei cambiamenti che avvengono in Italia. 
Così l’amicizia tra Sauro, un buttero ambizioso, e Filippo, un politico edonista, diventati anche soci in affari, porterà gli altri membri delle loro famiglie a legarsi o scontrarsi. Nel paese, dove a prima vista si assiste a una diffusione ubriacante di denaro e allegria, le fedi politiche, i legami familiari, il rigore morale, l’identità sessuale sembrano perdere i loro contorni.
Sauro e Filippo, le mogli Miriam e Giulia, i figli Saverio e Luca sono i prototipi di un’umanità debole, apparentemente magnanima ma il più delle volte meschina. In mezzo a loro la fragile Annamaria, quindici anni e parecchi complessi, fatica a trovare il suo posto. Soprattutto nel confronto con Lisa, bella e spigliata. Ma c’è un mondo parallelo che sta prendendo forma. È il Giardino dei Tarocchi dell’artista franco-americana Niki de Saint Phalle. 

Un luogo magico a cui Annamaria si avvicinerà un poco alla volta e in cui apprenderà, attraverso i racconti e i ricordi dell’artista, molte di quelle lezioni di vita che nessuno, nella sua famiglia, aveva mai saputo o voluto darle.

L'autrice
Lorenza Pieri è nata a Lugo di Romagna ma ha trascorso infanzia e adolescenza in Toscana. Dopo gli studi universitari a Siena e Parigi ha lavorato per quindici anni nell’editoria. Dal 2014 vive negli Stati Uniti dove alterna la scrittura di narrativa a quella giornalistica e drammaturgica, nonché alla traduzione letteraria. Nel 2016 le Edizioni E/O hanno pubblicato il suo primo romanzo, Isole minori, che ha vinto quattro premi ed è stato tradotto in cinque lingue.


"Tutto quello che non ricordo" è una storia d’amore e di amicizia, di tradimento e autoinganno, ma è anche un romanzo sulla perdita, sul tempo che abbiamo, sul nostro bisogno di ricordare ed essere ricordati, e sulle parole a cui ci aggrappiamo nella speranza o nell’illusione di cambiare tutto quello che è stato.


TUTTO QUELLO CHE NON RICORDO
di Jonas Hassen KHEMIRI


Iperborea Ed.
Trad. A. Bassini
252 pp
17.50 
Questa è la storia di Samuel, un ragazzo che ha perso tragicamente la vita: è stato un incidente o un suicidio?
Un giovane scrittore incontra tutti quelli che lo conoscevano per ricostruire attraverso le loro parole chi era veramente Samuel: l’amico speciale Vandad, ora in carcere; la Pantera, artista underground a Berlino; il grande amore Laide, attivista per le donne migranti; l’arzilla nonnina a cui la malattia sta strappando la memoria.
Un appassionante puzzle di voci si compone con la suspense, i colpi di scena e le contraddizioni di un’indagine a presa diretta in cui ciascuno racconta la sua personale verità.
E mentre capiamo di non poterci fidare fino in fondo di nessuno veniamo risucchiati nel ritratto commovente, esilarante e irresistibilmente umano di un ragazzo che abbraccia il mondo con la spontaneità pura di un bambino.
Uno smemorato cronico alla continua ricerca di esperienze indimenticabili, che annota su miriadi di quaderni per combattere la sua paura dell’oblio.
Un outsider tenero ed enigmatico, forse un poseur, forse un sognatore sfruttato dalle persone che più amava, a cui ci affezioniamo come a un amico che ci fa osservare con uno sguardo nuovo il nostro rapporto con gli altri e con la vita.


L'autore.
Jonas Hassen KHEMIRI è nato e vive a Stoccolma, è uno dei più importanti scrittori della sua generazione, autore di fama internazionale di quattro romanzi e sei opere teatrali. La sua opera è stata tradotta in più di venti lingue e le sue pièce sono state rappresentate da più di cento compagnie in tutto il mondo, ottenendo riconoscimenti come il Village Voice Obie Award per il miglior testo.

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