sabato 4 gennaio 2020

Reading Challenge 2020 - 20 libri, 20 Case Editrici



Anno nuovo..., Reading Challenge nuovissima!!

Ed ecco la sfida letteraria di quest'anno, concordata con i membri del bookclub di cui faccio parte su Facebook.
Come potete vedere, gli obiettivi sono solo venti e sono assolutamente accessibili, quindi sarà una challenge anti-stress ^_-




Di seguito, mi sono segnata alcuni titoli già in mio possesso, che potrebbero rientrare nella sfida; dico potrebbero perché nel corso dell'anno c'è la probabilità che cambi idea e inserisca altro; ma per ora, fungono da "promemoria".


  • Per EINAUDI, credo di inserire il libro del mese di gennaio (da commentare a febbraio, sempre sul bookclub): Il treno dei bambini di Viola Ardone, di cui sto leggendo pareri entusiastici. 
Altri titoli: Kafka sulla spiaggia  di Murakami.
  • SELLERIO: hum.., penso di scegliere un libro di Marco Mavaldi. ma ancora non decido quale.

Altri titoli: La bambina sulla banchisa di Adélaïde Bon.


  • FAZI: L'annusatrice di libri di Desy Icardi (ho vinto una copia cartacea partecipando a un giveaway l'anno scorso).
Altri titoli: Il giocattolaio di Stefano Pastor; Il Salice di Hubert Selby jr.
  • FELTRINELLI: ho un paio di libri dell'Allende (La casa degli spiriti, L'isola sotto il mare), ma per ora sento un'attrazione maggiore per Il ladro di giorni di Guido Lombardi, che ne ha tratto un film, in uscita quest'anno.

  • LONGANESI: per ora per questa C. E. c'è un solo nome a echeggiare: Donato Carrisi ^_^

  • ADELPHI: è una C.E. che amo molto, di titoli interessanti ne ho adocchiati diversi, però uno in particolare mi chiama con prepotenza: Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi.

  • CORBACCIO: in casa ho un romanzo di Charlotte Link, La casa delle sorelle. Però sono aperta a nuove proposte.

  • NERI POZZA: quante pubblicazioni belle ci sono qui...! In casa c'è Tracy Chevalier con La vergine azzurra, ma sicuramente qualche altro titolo verrà fuori perchè di cosette interessanti nel catalogo se ne trovano di certo.


  • BOMPIANI: ho scovato due romanzi che mi attirano un sacco, non vedo l'ora di iniziarli: Texas Blue di Attica Locke, West di Carys Davies.


  • PIEMME: in casa mi ritrovo un paio di thriller e un fantasy: L'eredità dell'ombra. La profezia del lupo di Marilù Monda, La città delle ossa di Michael Connelly, Il persuasore di Mark Billingham.

  • LA NAVE DI TESEO: tempo fa mi ero procurata una copia del romanzo d'esordio di Kim Rossi Stuart, Le guarigioni.
  • MARSILIO: in casa ho Il male non dimentica di Roberto Costantini, che però mi sembra di ricordare fosse il terzo di una trilogia...., quindi dovrei recuperare prima i precedenti, ve'?

  • KELLER EDITORE: ammetto di essere completamente a digiuno in merito alle pubblicazioni di questa C.E. Ergo, me ne occuperò strada facendo.

  • NN EDITORE: potrei riprendere Kent Haruf e tornare a Holt, avendo già ivi soggiornato con Canto della pianura.

  • GUANDA: C.E. da me poco frequentata. Urge sbirciata al catalogo. 


  • C.E. A SCELTA: chi vivrà, vedrà. 


Se avete consigli letterari (uno o più libri che, a vostro avviso, proprio non posso lasciarmi scappare) per una, qualcuna o anche tutte le C.E., fatevi avanti: sono tutta orecchie occhi! ^_^



AGGIORNAMENTO DURANTE L'ANNO



  1. FELTRINELLI: IL LADRO DI GIORNI di G. Lombardi (RECENSIONE)
  2. PONTE ALLA GRAZIE: UNA DONNA PUÒ TUTTO.  1941: volano le Streghe della notte di Ritanna Armeni (RECENSIONE)
  3. BOMPIANI: WEST di Carys Davies (RECENSIONE).
  4. KELLER EDITORE: VELOCE LA VITA di S. Schenk (RECENSIONE).
  5. EINAUDI: IL TRENO DEI BAMBINI di V. Ardone (RECENSIONE).
  6. FAZI: IL SALICE di H. Selby Jr. (RECENSIONE)
  7. MARSILIO: SHOTGUN LOVESONGS di N. Butler (RECENSIONE)
  8. ADELPHI: IL GIORNO DELLA CIVETTA di L. Sciascia (RECENSIONE)
  9. C.E. A SCELTA (SONZOGNO): I QUATTRO CANTONI di G. Genisi (RECENSIONE)
  10. E/O EDIZIONI: I RAGAZZI DI ZINCO di S. Aleksievic (RECENSIONE)
  11. IPERBOREA: LA TUA VITA E LA MIA di M. Axelsson (RECENSIONE)
  12. NN EDITORE: BULL MOUNTAIN  di B. Panowich (RECENSIONE) 
  13. PIEMME EDIZIONI: IL PERSUASORE di M. Billingham  (RECENSIONE)
  14. NERI POZZA: IL CASALE di F. Formaggi (RECENSIONE)
  15. CORBACCIO EDITORE: LA COSA VERAMENTE PEGGIORE di T. L. Hayden (RECENSIONE)
  16. SELLERIO EDITORE:  L'ATTENTATO di Y. Khadra (RECENSIONE)
  17. GUANDA EDITORE: ALTA FEDELTÀ di N. Hornby (RECENSIONE)
  18. TEA EDIZIONI:  IN UN MILIONE DI PICCOLI PEZZI di J. Frey (RECENSIONE)
  19. LONGANESI: IL GIOCO DEL SUGGERITORE di D. Carrisi (RECENSIONE)
  20. LA NAVE DI TESEO: LE GUARIGIONI di K. Rossi Stuart (RECENSIONE)




mercoledì 1 gennaio 2020

Bilancio di fine anno: le mie letture del 2019



E siamo davvero giunti nel nuovo anno...!
Prima di rifilarvi un riepilogo delle mie letture e di eleggere le più belle ed emozionanti del 2019, colgo l'occasione per augurarvi di cuore un felice Anno Nuovo!
Che il 2020 possa essere per ciascuno di voi un anno ricco di tante cose belle e di desideri realizzati!




Di seguito, riassumo le mie letture da luglio a dicembre; quelle della prima metà del 2019 sono QUI.

I titoli che trovate in grassetto sono quelli che mi hanno colpito in ciascuna categoria e tra essi spicca chiaramente il libro "vincitore" ^_^


NARRATIVA CONTEMPORANEA


RECENSIONE
L'INVERNO DI GIONA di F. Tapparelli coniuga in modo suggestivo l'elemento del mistero con un profondo livello introspettivo, lasciandoci entrare nella mente del protagonista, nelle sue paure e nei pensieri più intimi (5/5): attraverso SUOR GIOVANNA DELLA CROCE Matilde Serao ci racconta una storia di solitudine, abbandono, di un'anima indifesa in balia dei soprusi e degli abusi di chi ha più soldi e potere (4/5); in una Sardegna intrisa di mito e memoria si intrecciano storie di donne forti e legate alla loro terra, LE DEE DEL MIELE di E. Fenu (4/5); F. Carofiglio con la sua scrittura evocativa sottolinea il potere della memoria raccontandoci L'ESTATE DELL'INCANTO vissuta da Miranda, che ormai anziana ripensa al passato (5/5); LA REGINA DELLE GREGGI di T. Savage è la storia di una famiglia americana che ruota attorno a un personaggio femminile dalla personalità granitica (3,5/5); AMATISSIMA di T. Morrison ci racconta l'odissea di una donna forte e disposta a tutto pur di sfuggire alla schiavitù e dare la libertà anche ai propri figli (4/5); Io Khaled vendo uomini e sono innocente di F. Mannocchi è la scioccante storia di un trafficante di esseri umani (5/5); Yalom con LA CURA DI SCHOPENHAUER offre spunti filosofici e psicologici interessanti circa le relazioni umane e la necessità di empatia e comprensione reciproca (4.5/5); un triangolo amoroso è al centro di UNA SCRITTURA FEMMINILE AZZURRO PALLIDO di Werfel; abile Nevo nel parlarci di tre famiglie, che vivono in TRE PIANI diversi di un medesimo stabile, attraverso le istanze di ES, IO e SUPER-IO (4.5/5); Dexter ci mostra IL CUORE NERO DI PARIS TROUT e ci rammenta che quando la società è malata e ha valori sballati, il crimine non può che esserne il riflesso (4.5/5); con BACIO FEROCE Saviano ci riporta a Napoli, dove la paranza dei bambini è cresciuta ed è più affamata che mai (4/5); se avete voglia di una coccola letteraria da gustare al calduccio sul divano, leggete un romanzo di Fannie Flagg, tipo POMODORI VERDI FRITTI ALLA FERMATA DI WHISTLE STOP (4.8/5); LE NOTTI DI KOS di E. D'Ambrogio Navone è la storia di una vicenda umana e famigliare, che si staglia su un contesto storico e sociale complicato (4/5). Il primo posto in questa categoria va a Sacha Naspini con OSSIGENO per aver narrato mirabilmente  una "storia di gabbie" (materiali e non) in cui ci si ritrova chiusi, soli e prigionieri (5/5).

LIBRI LETTI: 15



THRILLER

RECENSIONE
Chevy Stevens mi ha regalato una storia appassionante, che passa gradualmente dal family drama al thriller psicologico in NON TI LASCERÒ (4/5); un thriller paranormale quello di S. Ruggerini, un grande incubo dove le paure più ancestrali vengono fuori e dove nulla succede a caso perchè TUTTO È SCRITTO (3,5/5); sfumature horror in LA GRANDE CASA BIANCA di M. Gramolini e il suo viaggio visionario che conduce verso una dimensione sovrumana, a contatto con malvagie entità paranormali (3/5): THE CHAIN di A. McKinty costruisce una catena di rapimenti e ricatti, che però ha più di un anello debole (2,5/5); VOCI SOFFOCATE di B. Quintini mi ha colpita per la trama articolata e i colpi di scena (4.5/5); c'è molta avventura in I MIRACOLI DEL SANGUE di Roccato, che partendo da fatti storici realmente accaduti, ci porta indietro agli anni del nazismo (4/5).


LIBRI LETTI: 6

GIALLO/NOIR


SVEGLIARSI CON TRUMP UNA MATTINA di P. Lanzetta: Peppenella deve destreggiarsi tra 

vecchi casi non risolti, juventini ammazzati e pene d'amore (2,5/5);  in SABOTAGGIO A. Piras ci presenta un vicequestore solitario, malinconico, intuitivo, alle prese con un caso più complesso di ciò che sembra (3.8/5); LE LACRIME DEL LAGO TAI di Qiu Xiaolong si contraddistingue per la personalità del protagonista e i ragionamenti attraverso cui giunge alla soluzione del caso (3,5/5); ARIANNA ZETA è una protagonista con una personalità forte e pronta ad usare le armi per portare a termine le missioni affidatele (3.5/5); merita il podio L'ISOLA DELLE ANIME di Pulixi che, attraverso intrecci avvincenti e sullo sfondo di una terra aspra e affascinante insieme, svela i lati più ambigui, tormentati e imprevedibili dell'essere umano (5/5).

LIBRI LETTI: 4


NARRATIVA FANTASTICA/POST-APOCALITTICA

Yeats, attraverso FIABE IRLANDESI ci trasporta in un magico universo di leggende proprie del folclore irlandese, popolato da spettri, folletti, diavoli, giganti, streghe, re e principesse (3,5/5); in un mondo impazzito e ormai ridotto a un lugubre cumulo di macerie, è possibile coltivare la speranza in un futuro più luminoso e umano? Ce lo racconta  Cormac McCarthy in LA STRADA (4/5); POLOM PROJECT (di S. Queen) è un progetto scientifico dalla portata notevole e fa gola ad un gruppo di gente senza scrupoli (3,5/5).

LIBRI LETTI: 3.


RACCONTI

NATALE ROSSO SANGUE è una raccolta di racconti ad altissima tensione e carichi di suspense, hanno in comune l'ambientazione natalizia (4/5); PROMESSE. Due indagini di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs di J. Deaver ci presenta la coppia alle prese con un paio di casi da risolvere insieme (2.5/5)

LIBRI LETTI: 2


POESIE

F. Canfora nella raccolta poetica ORIZZONTI scrive versi sul senso della vita e sulle istanze spirituali dell’uomo (3/5); VERSO UN FORSE di S. Di Ubaldo costituisce un viaggio dentro se stessi, costellato di riflessioni su passato, presente e futuro, di un certo disincanto nei confronti della realtà (3,5/5); sentimenti, ricordi e pensieri che Mattia Cattaneo tramuta in poesie dando voce a IL LINGUAGGIO DELL'ANIMA (4/5).

LIBRI LETTI: 3



ROMANZO DI FORMAZIONE

M. La Piana propone al suo lettore OTTO PAROLE attorno alle quali declina pensieri, riflessioni, racconti di pezzi di vita nei quali viene spontaneo ritrovarsi (3.5/5); LASCIA CHE LE COSE ACCADANO di Ksenija Stojic è un romanzo molto introspettivo, che scava mirabilmente nel cuore e nella psiche dei personaggi (4/5). MAX di Sarah Cohen Scali è ambientato nella Seconda guerra mondiale e illustra, attraverso un punto di vista originale e spiazzante, il terribile e crudele Progetto Lebensborn, volto alla germanizzazione delle giovani generazioni (4.5/5).

LIBRI LETTI: 3


NARRATIVA PER RAGAZZI

Essere diversi non è un ostacolo, bensì una ricchezza da condividere con gli altri, ce lo ricorda R.  Postorino in TUTTI GIÙ PER ARIA (4/5).

LIBRI LETTI: 1



NARRATIVA ROMANTICA/YOUNG ADULT/CHICK-LIT


In DICIANNOVE e VENTUNO di E.S. Carter conosciamo Emma e Jake, il cui amore dovrà attraversare più di un ostacolo prima di poter sbocciare (3,8/5); l'amore romantico incontra quello per i libri in LA BAMBINA CHE ANNUSAVA I LIBRI di M. Chiarottino (4/5); alla Franklin Gooding Junior High School la vita degli studenti scorre movimentata tra emozioni travolgenti, deliziose infatuazioni, baci rubati e vere amicizie (4/5); PURCHÈ SIA AMORE di B. Nalin è un romance 
RECENSIONE
contemporaneo che ruota attorno a passioni ed amori intensi, con una protagonista romantica alla ricerca del vero amore (3,8/5); il romance si incastra con l'elemento post-apocalittico in LE CONCUBINE DEL PIANETA GOMORO di L. Calvano (4/5); PIANO CONCERTO SCHUMANN di P.M. Liotta è l’intrigante storia di una talentuosa pianista di fama internazionale, la cui esistenza verrà sconvolta da una particolare proposta di lavoro e da un prestigioso regalo (4/5); in NOVE MINUTI di B. Flynn si narra la drammatica storia d'amore tra una ragazza rapita da una banda di bikers e il loro capo (4.8/5); DIARIO SEMITRAGICO DI UN CASALINGO DISPERATO di Ariel ci fa sorridere per l'ironia e le situazioni buffe che coinvolgono il suo protagonista pasticcione (4/5); amore, passione e avventura in HIGHLANDER. TORNA DA ME di Karen M. Moning (4/5).

LIBRI LETTI: 9


NARRATIVA STORICA

TRADITI E CONSEGNATI ALLA MORTE di E. Anzanello  vicende avventurose e drammatiche di un gruppo di soldati tedeschi appartenenti alla 3. SSPanzer Division Totenkopf che, alla fine della seconda guerra mondiale, si sono visti traditi dagli americani e consegnati alle truppe sovietiche (3.5/5).

LIBRI LETTI: 1



MANUALI (vari generi)/INCHIESTE

RECENSIONE
Fabio Federici ci offre un'analisi chiara e illuminante de IL LATO OSCURO DELLA MAFIA NIGERIANA, un fenomeno criminale di grandissima attualità e dalla portata molto pericolosa (4/5); LA SCOPERTA DELL'INTELLIGENZA di E. Cicciola si concentra sulle ricerche di Alfred Binet nell'ambito della psicologia sperimentale (3,8/5); FEDERICO di F. Anselmo ripercorre la triste e ingiusta vicenda di Federico Aldrovandi, morto in seguito all'intervento delle forze dell'ordine (5/5); G. Gagliardi si sofferma sulla PSICOLOGIA DEL MALATO ONCOLOGICO  e sulle conseguenze psicologiche che vivono coloro ai quali viene diagnosticato un tumore. (5/5); beh io adoro Chef Rubio quindi mi sono goduta ogni saporita e simpatica tappa di UNTI E BISUNTI. Viaggio nell'Italia dello street food (5/5).

LIBRI LETTI: 5


(AUTO)BIOGRAFIA

GLI SPIRITI NON DIMENTICANO di V. Zucconi narra la vita del leggendario guerriero Sioux "Cavallo Pazzo" e le continue lotte con l'Uomo Bianco (4,5/5); CESSATE OGNI COMUNICAZIONE è il racconto che Anton Solarino ci ha lasciato della propria esperienza di radiotelegrafista durante la seconda guerra mondiale.

LIBRI LETTI: 2


Tenendo conto di tutti i libri letti nel corso dell'anno che da poche ore ci ha lasciati, ecco la Top Ten delle letture più belle (non necessariamente l'ordine corrisponde all'indice di gradimento):

  1. OSSIGENO (S. Naspini)
  2. L'ISOLA DELLE ANIME (P. Pulixi)
  3. ELLIE ALL'IMPROVVISO (L. Jewell)
  4. IL PAESE DELLE PAZZE RISATE (. Carroll)
  5. COUNTRY DARK (C. Offutt)
  6. MAX  (S. Cohen-Scali)
  7. PISTA NERA (A. Manzini)
  8. VOLO DI PAGLIA (L. Fusconi)
  9. STONER (J. E. Williams)
  10. L'INVERNO DI GIONA  (F. Tapparelli)


Totale pagine lette da luglio a dicembre: 14.565 (circa)
Totale pagine lette nel 2019: 28.976

Totale libri letti da luglio a dicembre: 54
Totale libri letti nel 2019: 112

martedì 31 dicembre 2019

Recensione: MAX di Sarah Cohen-Scali



Ambientato nella Seconda guerra mondiale, Max narra, in maniera originale, romanzata e attraverso un punto di vista realistico e spiazzante, il terribile e crudele Progetto Lebensborn, volto alla formazione di nuove generazioni appartenenti alla pura razza ariana.


MAX
di Sarah Cohen-Scali


Ed. L'Ippocampo
trad. F.Ascari
445 pp
"19 aprile 1936. Sta per scoccare la mezzanotte. Nascerò tra un minuto esatto. Vedrò la luce il 20 aprile, giorno in cui si festeggia il compleanno del nostro Führer. Sarò così benedetto dalle divinità germaniche e si vedrà in me il primogenito della razza suprema. La razza ariana. Quella che ormai regnerà sul mondo. Sono il bambino del futuro. Concepito senza amore. Senza Dio. Senza Legge. Senza null'altro che la forza e la rabbia. Morderò, invece di poppare. Urlerò invece di vagire. Odierò, invece di amare. Heil Hitler! "


La prima cosa che colpisce di questo romanzo è il narratore: lo incontriamo prima ancora che nasca; la sua voce si fa sentire prima ancora che dalla sua gola esca il primo vagito in assoluto.
Sì, Max è decisamente un narratore speciale, e sin da subito comprendiamo che si rivelerà molto probabilmente un protagonista sui generis.
Non potrebbe essere diversamente: lui è un bambino particolare, lo è, tanto per iniziare, per il modo in cui è stato concepito: brutale, ingiusto.

La sua giovanissima e bellissima mamma è stata praticamente stuprata da un ufficiale tedesco, con l'obiettivo specifico di inseminarla, affinché da due giovani esponenti della pura razza ariana (biondi, occhi azzurri, carnagione di porcellana) venisse concepito un bimbo perfettamente tedesco.

Max è particolare anche per il modo in cui viene cresciuto, anzi addestrato, come gli animali da circo.
Egli nasce (e trascorre i primi sei anni di vita) all'interno di un istituto nel quale vengono fatti nascere tutti i bambini del Progetto Lebensborn, che letteralmente significa "Sorgente di Vita": è un programma genetico ideato dai nazisti e iniziato da Himmler, che seleziona prima donne e future madri, poi i bambini stessi (non tutti si rivelano, crescendo, adatti a far parte di questa missione) quali puri rappresentanti della razza ariana: una gioventù ideale destinata a rigenerare la Germania e poi l'Europa occupata dal Reich.
Nei primi due capitoli "ascoltiamo" la voce di Max, quando è ancora un feto ma già è esaltato, inebriato dall'ideologia nazista, dall'adorazione del Führer, che egli sente e ama quale "padre" spirituale.
Assistiamo al parto mozzafiato che mette al mondo questo neonato, il cui cuore è a forma di svastica, e continuerà ad esserlo negli anni a venire.

Max è una sorta di personificazione del male ma lo è in termini così schietti, spontanei, quasi ingenui, da indurci a sorridere; forse intenerire no, ma parliamo comunque di un bambino piccolissimo, al quale ovviamente - per ragioni narrative - l'Autrice ha "prestato" una voce ed una prospettive molto "lucide", razionali, non di rado ciniche.
Sì, cinico è Max, ad es., quando parla della sua mamma, che lui non vede come una povera ragazza costretta a farsi violentare a scopo riproduttivo, ma come una giovane privilegiata che ha avuto l'onore di accoppiarsi con un bell'esemplare di tedesco per offrire poi il proprio figlio a Hitler e alla Germania.
Non considera la sofferenza della genitrice, ma non per cattiveria...: semplicemente non la contempla, non la coglie, e pur godendo del calore umano da lei offertogli, è convinto di non averne bisogno. Lui, Max, non necessita di una madre, in quanto è il figlio prediletto di Adolf Hitler e la gloriosa nazione germanica è la sua unica mamma.
Sua madre lo chiama Max, sussurrando questo nome così semplice e comune alle minuscole orecchie del suo frugoletto, ma quando il bimbo viene battezzato niente di meno che dal Führer in persona, riceve un altro nome: Konrad.
E quando sua madre viene allontanata dall'istituto (succede per tutte le madri dei piccoli ospiti), Max dice di non soffrirne... eppure per diverso tempo starà malissimo, tra forti mal di pancia e una preoccupante inappetenza.

Ma il bravo dottor Ebner, il "mostro" che seleziona i piccoli, decidendo chi può restare e continuare il programma e chi, invece, è un "coniglio" da annientare, sa come curare questo piccoletto, il prototipo del tedesco ideale, e così Max-Konrad si riprende e riacquista le forze, crescendo in modo perfetto e divenendo un bambino bello, forte, resistente, dalla personalità coriacea, volitiva; è eccitato e curioso verso tutto ciò che lo circonda, assiste con (apparente?) indifferenza e un disarmante e cinico senso pratico ai numerosi crimini commessi dai nazisti ed è tuttavia orgoglioso di far parte di questo sistema di cui ammira i codici segreti, che lui - intelligente e intuitivo com'è - cerca in tutti i modi di interpretare correttamente.

Sogna di frequentare la scuola di formazione per i futuri leader nazisti, per poter finalmente uccidere impunemente i nemici dei Reich, cresce con l'ossessione di un mondo migliore (germanizzato, of course) e dell'invasione dell'Europa da una cosiddetta razza superiore. una razza formata da elementi aventi specifici tratti fisici, somatici, per i quali era necessario che avessero "le misure" (del corpo, ad es. del cranio, la distanza degli occhi tra loro e dal naso, ecc...) giuste per poter rientrare nel progetto Lebensborn.

Ho letto con sgomento e un senso di indignazione e impotenza delle durissime condizioni di vita cui vengono sottoposte le povere creature ammesse al programma: sorvegliate a vista da vere e proprie megere inacidite e severe al limite del disumano, alimentazione scarsa e inadeguata, esercizi fisici assurdi, che mettono alla prova i corpi infantili e già fragili (ci sono bambini anche di quattro anni) che non di rado soccombono davanti a tanta durezza; punizioni corporali crudeli per chi infrange regole e disciplina; menti vergini che vengono costantemente bombardate da informazioni deviate, proprie della propaganda dell'ideologia nazista.
Sono bambini strappati alle proprie famiglie, alla braccia delle proprie madri, costretti a crescere molto in fretta e respirando un'aria di fanatismo perenne, di odio razziale, viscerale, in particolare verso gli ebrei, i parassiti del mondo, a detta di Hitler e compagni.
Konrad è un futuro nazista super convinto della giustezza e della "bontà" delle convinzioni del suo amatissimo e invincibile Führer, e desidera essere come lui lo vuole, per servirlo al meglio, come merita.

Si resta basiti davanti a questo bimbetto dall'aspetto angelico ma capace di fare riflessioni e pensieri sprezzanti, a volte spietati, indifferenti e freddi da un punto di vista emotivo: un moccioso saputello, che sa tutto, capisce tutto, pensa come un adulto, non ha paura di niente (anche se i mal di pancia continueranno a verificarsi ogni volta vivrà situazioni traumatiche) ed è folle di orgoglio nazista; mai un dubbio, mai una domanda che metta in discussione ciò che gli viene insegnato, mai un cedimento sentimentale, mai una lacrima per i soprusi subiti da lui (ben pochi e rari, a dire il vero, essendo egli il "cocco prediletto" del professor Ebner) o dai compagni, con i quali si guarda bene dall'instaurare una finanche primitiva forma di amicizia.

Chi è Konrad, cosa rappresenta? È metafora di uno spaventoso fanatismo marchiato nella mente e nel cuore di una vita acerba, manipolata e violentata sin dal grembo materno?
Una cosa è certa: questo bambino che descrive in prima persona di cosa siano capaci gli uomini in tempo di guerra, ci spiazza, è vero, ci lascia senza parole per il suo punto di vista così arrogante, tronfio, "innocentemente perfido"..., e allo stesso tempo ci fa provare un gran dispiacere al pensiero di queste vittime del nazismo; vittime di cui si parla poco, di cui si conosce poco, che nel corso degli anni son passati sotto silenzio e, anzi, a pensarci destano solo antipatia, in quanto figli di quella ideologia aberrante e razzista che tutti condanniamo, giustamente.

E invece anche Max è una vittima verso la quale il lettore, proseguendo con la lettura e seguendone le vicende avventurose, prova compassione. Che colpa si può, in fondo, attribuire a un'anima innocente cresciuta in un contesto manipolato, che ne ha formato il modo di pensare e agire senza offrirle alternative, senza educarla a coltivare alcun pensiero critico, senza fornirle gli strumenti per accettare o rifiutare una certa dottrina?

Questo aspetto comincia ad emergere quando Konrad, ammesso alla Napola (Istituto di Educazione Nazionalpolitica), conosce un ragazzo più grande, Lukas, un polacco dal temperamento ribelle, il cui aspetto fisico, però, corrisponde al prototipo ariano: è perfetto, quindi, per essere indottrinato e reso tedesco.
Lukas potrebbe essere il fratello maggiore di Konrad, tanto che si somigliano, e per qualche oscura ragione il bambino si sente irresistibilmente attratto da questo ragazzaccio che inizialmente non esita ad affrontare punizioni durissime pur di non cedere all'indottrinamento nazista.
Per difenderlo, Konrad si infila nei guai, senza ricevere neppure un grazie dal signorino; come se ciò non bastasse, la batosta più grande arriva quando questi gli rivela di essere... un ebreo!
Konrad sa che dovrebbe denunciarlo, ma non ce la fa, non vuol farlo: si sente legato a Lukas, è disposto a mentire e a "tradire" l'adorato Führer pur di non vedersi allontanato dall'amico, perché sente che i loro destini sono legati.
E che gioia per il ragazzino constatare che, dopo gli iniziali ammutinamenti, Lukas si è convinto a germanizzarsi! Finge di essere un perfetto nazista... e lo fa davvero bene!

Sì, perché Konrad sa che il suo amico finge: lui è un ebreo e tale resterà per sempre.
E grazie a questo ebreo la cui coscienza resta sveglia nonostante tutto, "il vecchio Max" comincia a risorgere in Konrad, che vedrà scosse tutte le proprie certezze e prenderà coscienza dell'ingiustizia che sta affrontando (insieme agli altri allievi).

Finalmente il lettore può vederlo da una diversa angolazione: non più come un nemico, ma come vittima dell'indottrinamento nazista.Con un ritmo che si fa via via più serrato, ci appassioniamo all'amicizia tra i due ragazzi all'interno della scuola, assistiamo all'evolversi della guerra e delle sorti della Germania, giungendo alla catastrofe finale del 1945, in una Berlino illuminata e devastata dalle bombe e occupata dai russi...

Max è un romanzo di formazione che si impone nel panorama letterario (e, in special modo, in quello per ragazzi) per l'importanza dell'argomento affrontato e di cui non si parla moltissimo (tantissimi ragazzi furono rapiti dalle SS e crudelmente tolti alle famiglie per essere inseriti in questo malefico progetto, tanti altri furono eliminati prima ancora di diventare grandi perché ritenuti inadeguati però quante informazioni in merito ci capita di leggere sui testi di storia scolastici?) ma che rappresenta un crimine vero e proprio, per il quale purtroppo i colpevoli non hanno pagato come avrebbero dovuto; per la prospettiva originale, insolita e disarmante scelta per raccontarci questa storia; per l'evoluzione morale del protagonista-narratore, che vediamo nascere, crescere, formarsi in un modo per poi "rinascere" a una nuova vita, a un modo differente di pensare e concepire il mondo e l'altro; per lo sfondo storico accurato, su cui l'Autrice ha fatto ricerche e ha letto tanto.

Lo reputo un romanzo appassionante, scritto (e tradotto!) molto bene, che inchioda e impressiona il lettore, ne cattura tutta l'attenzione, lo scuote emotivamente, suscitandogli indignazione, commozione, turbamento... In una parola, non lo lascia indifferente.

Io lo consiglierei come libro di narrativa per le scuole medie e superiori; credo possa offrire moltissimi spunti di riflessione critica alle giovani generazione... e non solo a loro.

Finisce dritto dritto nella Top Ten dei libri più belli del 2019.

lunedì 30 dicembre 2019

Bilancio di letture di dicembre 2019



Si sa, quando un anno volge al termine, si fanno bilanci, si tirano le somme.
Domani vedrete online il post in cui riassumo le mie letture della seconda metà del 2019 e stilo la Top Ten di quelle più belle lette nel corso dei dodici mesi appena trascorsi.
Oggi, invece, eccovi le mie letture dicembrine.




  • OSSIGENO di Sacha NaspiniLiberi: lo siamo davvero? Essere privati della propria libertà fisica da qualcuno che crudelmente decide di rinchiuderti in una prigione da cui difficilmente potrai uscire, è terribile; eppure non è l'unica prigione nella quale possiamo essere segregati: ce ne sono di emotive, mentali, che si creano in seguito a meccanismi perversi messi in moto a volte da altri, altre da noi stessi. E allora la domanda che continua a risuonare è questa: chi ha rinchiuso chi?
  • I MIRACOLI DEL SANGUE di Maurizio Roccato. La storia narrata in questo thriller molto avventuroso è ambientata in Italia, più precisamente a Torino e si basa su fatti storici realmente accaduti; fatti che, nell'immaginazione dell'Autore, collegano periodi storici distanti tra loro e ci portano indietro agli anni del nazismo.
  • LE NOTTI DI KOS di Elena D'Ambrogio Navone. Nata nella bellissima Kardamena, situata nella costa meridionale di Kos, isola del Dodecaneso, Igea, dopo essere cresciuta in una famiglia agiata, è costretta, dalla guerra e dal fascismo, a vivere anni di esilio, umiliazioni e miseria. Ma il destino è imprevedibile e chissà, forse anche per lei ha in serbo qualcosa di buono.
  • "UNTI E BISUNTI. Viaggio nell'Italia dello street food" di Chef Rubio. Condito con le ricette delle sfide che lo hanno visto protagonista, insaporito da aneddoti da backstage e simpatiche curiosità, servito con uno stile frizzante, romanesco e sincero, il diario di viaggio di Chef Rubio ci svela un grande segreto: in cucina non importa che tu sia un cuoco stellato o un semplice appassionato, occorrono curiosità, amore per il cibo e la sua condivisione.
  • LASCIA CHE LE COSE ACCADANO di Ksenija Stojic, che ha al centro la bellissima amicizia tra due donne, diverse per età e vissuto, che hanno tanto da donarsi reciprocamente.
  • ARIANNA ZETA. THE ANGELS OF ASSASSINATION di F. Zanirato: una  raccolta di racconti avente come protagonista una giovane donna che, dietro l'aspetto angelico e una professione "normale", nasconde una doppia vita, dai contorni decisamente "noir": è un angelo, sì..., ma della morte.
  • IL LINGUAGGIO DELL'ANIMA di M. Cattaneo: in queste pagine esterna ciò che è dentro l'essere umano, dando voce a pensieri, sentimenti, percezioni, emozioni, e condividendoli con il lettore, che ha modo, quindi, di ritrovarsi in questo linguaggio speciale, che è quello del cuore.
  • MAX di Sarah Cohen-Scali, che ci racconta dell'assurdo Progetto Lebensborn, ideato dal nazismo per favorire la nascita di bambini ariani ed elevare così il grado di «purezza» del popolo tedesco.
  • CESSATE OGNI COMUNICAZIONE di A. Solarino: il resoconto autobiografico da parte di chi la guerra "l'ha fatta", l'ha vista coi propri occhi, e a un certo punto ha deciso di parlarne mettendoli su carta, analizzando quegli anni (1940-'45) con la lucidità e il necessario distacco dovuti al tempo passato, riconoscendone incongruenze e follia.


La vera scoperta letteraria dicembrina è costituita da OSSIGENO di Sacha Naspini, una storia che tiene il lettore incollato ad ogni singola pagina. Originale anche il romanzo MAX, che offre un punto di vista insolito e interessante di una pagina del nazismo forse poco nota.

domenica 29 dicembre 2019

Recensione: CESSATE OGNI COMUNICAZIONE di Anton Solarino



Un’opera postuma, il resoconto autobiografico da parte di chi la guerra "l'ha fatta", l'ha vista coi propri occhi, e a un certo punto ha deciso di parlarne mettendoli su carta, analizzando quegli anni (1940-'45) con la lucidità e il necessario distacco dovuti al tempo passato, riconoscendone incongruenze e follia.


CESSATE OGNI COMUNICAZIONE
di Anton Solarino



Armando Editore
240 pp
L'autore è solo un ragazzo quando, in qualità di Radiotelegrafista, si ritrova a partecipare al secondo conflitto mondiale, assumendo anche incarichi di grande responsabilità, svolti a contatto delle più alte Autorità Militari.

Il racconto di Solarino è autobiografico, egli ci parla della "sua" guerra, l'esperienza da lui fatta in prima persona di questo evento dalla portata immensa, e che per lui è iniziata quando aveva soltanto 18 anni.
Ci racconta degli addestramenti militari, i rapporti con i compagni e i superiori, e quindi l'arrivo in Albania, poi in Grecia...; leggiamo le condizioni di disagio affrontate, a motivo della scarsità di cibo, di indumenti (inadatti alle condizioni climatiche), il rapporto con la popolazione locale.
Non mancano pagine più "leggere", in particolare quelle in cui l'autore ci racconta dei flirt avuti con diverse donne, relazioni amorose più o meno fugaci, che hanno allietato le notti del giovane militare lontano da casa.

Il compito suo e dei compagni era quello di ricevere dal Comando Supremo di Roma (per trasmetterle ai Comandi di zona delle forze aeree e navali Italo-tedesche che stazionavano nelle basi della Grecia) tutte le notizie riguardanti movimenti di convogli e di navi da guerra Inglesi, affinché le forze Britanniche combattenti in Egitto non ricevessero rifornimenti di alcun genere.

Dell'articolata e dettagliata narrazione di Solarino colpiscono diversi aspetti: ad es., le durissime condizioni vissute da questi uomini che "per garantire il perfetto funzionamento di ogni singola parte dell’impianto Radio (...) hanno sofferto il freddo, la fame, le fatiche più inumane, affinché i collegamenti, potessero essere garantiti in qualunque situazione".

L'autore non nasconde il genuino entusiasmo iniziale col quale ha aderito alla guerra voluta da Mussolini ed è palese la sincera ammirazione per quanti, come lui, hanno dato il proprio contributo per questa "causa" che avrebbe dovuto - nei sogni del duce e di chi ha "creduto" in lui - dare lustro all'Italia.
Solarino insiste molto su un concetto che però vacilla un po', a mio avviso, e ha le sue grosse fragilità: secondo lui, l'esercito italiano era tutt'altro che impreparato ad affrontare gli sforzi bellici accanto alla Germania, ed è giusto tentare di sfatare la leggenda della "nostra impreparazione” e della inadeguatezza degli armamenti militari italiani; gli Specialisti godevano di una preparazione accuratissima sulle apparecchiature più moderne ed efficienti, la Marina Militare era in quel momento tra le più forti in assoluto.

Ma evidentemente, qualcosa via via dev'essere cambiato, e drasticamente direi, nelle file dei nostri militari, soprattutto a livello organizzativo, visto che tutta questa preparazione o è venuta decisamente meno... o in realtà non c'era proprio (non più di tanto, almeno):

"Noi, cresciuti all’ombra del Fascismo, partiti per quella guerra carichi di entusiasmo, convinti di andare incontro ad un avvenire radioso per la nostra Patria, così come ci era stato promesso. Noi, che in buona fede cercavamo tutte le giustificazioni per la totale disorganizzazione che incombeva su quell’operazione che avrebbe dovuto essere rapida e decisa e si stava rivelando invece macchinosa e dilettantesca."

Emerge quindi, tra queste pagine, il quadro di un’Italia sballottata e confusa che invia i suoi uomini a combattere spesso privi di mezzi e preparazione tecnica e bellica.

Col trascorrere di settimane, mesi e anni, lo stesso Solarino ha dovuto ammettere che la propria visione "romantica" di una guerra combattuta solo ed unicamente sui campi di battaglia e tra eserciti contrapposti, cozzava contro la realtà: a soffrire erano (e sono) sempre e comunque i civili, la gente comune.
La guerra è guerra, ed è spietata, senza onore.

“Il nostro non aveva l’aspetto di un esercito vittorioso in marcia nel territorio conquistato, ma era una massa informe di uomini stanchi, laceri e affamati”.

Altro che esercito conquistatore! Piuttosto una massa informe di uomini che fuggivano disordinatamente davanti all’incalzare del nemico.

Cosa resta di questa guerra, giunti alla fine di essa?

"Centinaia di migliaia di morti e di invalidi, il Paese semidistrutto, distrutti, l’orgoglio Nazionale e il rispetto di noi stessi."

Cessate ogni comunicazione è un diario di guerra, una guerra vista e vissuta dal di dentro, dietro le quinte, a stretto contatto con coloro che la costruirono giorno dopo giorno, "operando in modo che certi avvenimenti si verificassero mentre altri no; pilotando gli uomini e gli eventi a condursi in una certa maniera, che alla fine, non poteva che dare certi risultati."
L'obiettivo di Anton Solarino è quello di raccontare "quei fatti" come li ha vissuti, per rendere un omaggio, sia pure tardivo, alla memoria di tutti quei morti di cui si sarebbe potuto fare a meno, di coloro che immolarono la propria giovinezza fiduciosi e sereni per ideali che non hanno portato a nulla di buono, anzi.

Sebbene io non ami particolarmente i racconti di guerra, la lettura di questo libro si è rivelata sufficientemente interessante perché giunge a noi attraverso un punto di vista interno, personale: è una testimonianza profondamente umana, che ci permette di riscoprire la bellezza della condivisione delle esperienze vissute e il piacere di essere vivi.


sabato 28 dicembre 2019

Libri da leggere nel 2019: obiettivi rispettati... e non!






A differenza dell'anno precedente, a gennaio 2019 mi ero ripromessa di non stendere liste (interminabili!) di libri che desidero leggere da tempo immemore, per non scontrami - a fine anno - con la triste consapevolezza di non aver ottemperato agli obiettivi che mi ero prefissata  .

Come al solito quando si parla di libri, però, non ho mantenuto fede al 100% a questo proponimento, e ho ceduto comunque, nel corso dei mesi, alla tentazione di segnarmi qualche autore da recuperare assolutamente .

Alcuni effettivamente li ho letti, altri... me tapina!, no. 

Rimandati al 2020?
Mah, me lo auguro!  


Tra gli autori per i quali è avvenuto il mio desiderato battesimo letterario, ci sono:




KENT HARUF
WILKIE COLLINS


MAURIZIO DEL GIOVANNI
ANTONIO MANZINI

ESHKOL NEVO


Gli scrittori che, al contrario, "non ho fatto in tempo" () a leggere, sono stati: Gianrico Carofiglio, John Irving, Ian Manook, Valentina D'Urbano, Alessia Gazzola, Marco Mavaldi, Giampaolo Simi, Nick Hornby, Philippa Gregory ... E ALTRI CHE FORTUNATAMENTE IN QUESTO MOMENTO MI SFUGGONO .


E poi ci sono gli autori che ho già letto e che mi ero ripromessa di approfondire, tipo Elena Ferrante, di cui devo leggere STORIA DEL NUOVO COGNOME (ce la farò prima della seconda stagione della serie tv??? ), Stephen King (ero attratta da Elevation, Doctor Sleep...), Margaret Atwood, con I TESTAMENTI: devo continuare anche la serie de "Le Sette Sorelle" di Lucinda Riley prima che si accumulino i libri che la compongono, chè poi mi secca recuperarne troppi...; e mi ero ripromessa di riavvicinarmi ad autori che mi sono piaciuti molto in passato, come De Cataldo, De Giovanni e Antonio Lanzetta 

Ok, non mi è andata malaccio, dai, ma si può sempre fare di meglio .

Per adesso, continuo a leggere ciò che ho sotto mano , per le TBR... c'è tempo  



ANCHE VOI AVEVATE UNA LISTA DI LIBRI 
CHE DESIDERAVATE LEGGERE NEL 2019?

CI SIETE RIUSCITI? 

venerdì 27 dicembre 2019

Recensione: IL LINGUAGGIO DELL'ANIMA di Mattia Cattaneo



"Il linguaggio dell'Anima" è una raccolta di poesie di Mattia Cattaneo, il quale in queste pagine esterna ciò che è dentro l'essere umano, dando voce a pensieri, sentimenti, percezioni, emozioni, e condividendoli con il lettore, che ha modo, quindi, di ritrovarsi in questo linguaggio speciale, che è quello del cuore.

Ciascuno di noi ha tutto un mondo dentro, sicuramente ricco e profondo, ma non tutti lo esprimiamo nel medesimo modo; non solo, ma non tutti sanno "convertirlo" in versi che fanno vibrare le corde dell'anima.

L'anima è, infatti, uno scrigno magnifico, che di sovente custodiamo gelosamente per noi, e l'Autore possiede la mirabile capacità di usare la parola poetica, ricca di metafore e suggestioni, quale splendido ed efficace mezzo attraverso cui esprimere, con sensibilità e delicatezza, stati d'animo, momenti vissuti nel passato, ricordi legati a persone, profumi, ambienti. 


Primosegno Edizioni
72 pp
10 euro
"Il cuore ha tremato,
ma non ti sei fermato.
Questa è la vita:
poche parole,
giuste azioni."


La solitudine, la tenerezza, l'amore - fonte di gioie, ristoro, come anche di pensieri nostalgici -, le tante inquietudini che turbano il cuore, lo sguardo rivolto verso l'infinito, verso la natura (così generosa nell'ispirare impressioni, associazioni di idee, nello stimolare la memoria), il valore dei ricordi, ora struggenti ora malinconici, ma sempre e comunque preziosi in quanto indispensabili per dare colore e valore alla nostra storia personale.

Leggo molto volentieri le raccolte poetiche e sono sempre pronta a lasciarmi trasportare e coinvolgere emotivamente dalle liriche contenute in esse quando sento che chi scrive riesce non solo a rivelare e condividere la propria interiorità attraverso il linguaggio poetico, ma ancor più a mettere il lettore sensibile in condizione di rispecchiarsi in quei versi, toccando con mano emozioni e sensazioni, sentire che appartengono anche un po' a lui, e in essi ritrovare frammenti di sè, del proprio mondo.

Non posso che consigliare, a quanti amano in particolare il genere, questa raccolta molto bella e corredata da immagini che arricchiscono le poesie presenti in essa. 

giovedì 26 dicembre 2019

Recensione: ARIANNA ZETA - The Angels of Assassination di Flavia Zanirato



Una raccolta di racconti avente come protagonista una giovane donna che, dietro l'aspetto angelico e una professione "normale", nasconde una doppia vita, dai contorni decisamente "noir": è un angelo, sì..., ma della morte.

ARIANNA ZETA - The Angels of Assassination 
di Flavia Zanirato



Cartabianca publishing
136 pp
12 euro (cart.)
5.99 euro (ebook)
Novembre 2019
Anna Vailati lavora per una piccola compagnia aerea, l’Esperia Air Lines, come assistente di volo: professionale, efficiente, sempre gentile con colleghi e passeggeri..., ma in realtà ha un inquietante segreto, che tale deve restare: il suo nome è Arianna Zeta e fa parte dell'associazione The Angels of Assassination, gli “angeli assassini”, costituita per difendere gli oppressi eliminando i loro aguzzini, individui senza scrupoli, egoisti, che pensano unicamente ai propri interessi senza preoccuparsi se schiacciano i diritti altrui - politici, finanzieri, bancarottieri, affaristi, fidanzati maneschi, uomini che sfruttano le donne.

Questi sono i bersagli di Arianna e dei suoi colleghi, pronti ad operare senza esitazioni, armati di tutti punto, agili e scattanti, bravi nel rendersi invisibili e nel dileguarsi nel buio o tra la folla perché nessuno scopra mai la loro identità o le loro "missioni letali".

La spregiudicata killer è una donna decisa, coraggiosa, sa essere spietata e cinica e non potrebbe essere diversamente perché per far fuori qualcuno ci vuole sangue freddo e polso fermo; sa come muoversi in qualsiasi contesto, svolge ogni operazione con lucidità, freddezza, calcolando in modo minuzioso ogni dettaglio, ogni possibile ostacolo, prevedendo "piani di riserva" nel caso quello principale dovesse fallire per qualche imprevisto.

"La verità è che ho un aspetto angelico ma dentro di me arde un fuoco inestinguibile, il quale brucia ogni cosa. Nelle mie vene scorre la lava".

Anna-Arianna sa quel che fa e soprattutto perché lo fa, e questo la spinge a portare avanti ogni compito senza reticenze, anche se questo vuol dire non avere una vita normale, non poter vivere nella propria città natale, fare attenzione alle amicizie da coltivare, ai luoghi da frequentare; è disposta a girare in lungo e in largo - del resto, già lo fa in quanto hostess -, dal quartiere romano dell’EUR a Sanremo, da una splendida isola della Sardegna alla provincia veneta, da una cena aziendale in una villa fuori Mantova alla campagna intorno al Circeo.

Dovunque ci sia l'esigenza, Arianna Zeta e gli altri “angeli” della sua associazione segreta affrontano mascalzoni e arrivisti di vario genere, vendicano torti, eliminano ingiustizie, chiaramente a modo loro, come dei moderni Charlotte Corday, la rivoluzionaria francese che uccise Marat, affermando di “aver ucciso un uomo per salvarne centomila”.

Lo sfondo di questi dodici racconti è il mondo delle compagnie aeree italiane, che l'Autrice conosce bene e personalmente; immagina così una collega esasperata dai piccoli e grandi soprusi di cui è testimone, che sia ad "alta quota" o nella vita di tutti i giorni e come questo la stessa spinga a trovarsi una professione parallela: la killer professionista, appunto, una donna  bella e dal fascino letale, una giustiziera che agisce nel segreto, con grazia felina e un sorriso beffardo a incurvarle le labbra.

L'ultimo racconto - il 13esimo - non si allontana dall'ambito dell'aviazione e, pur non essendo sanguinario, è comunque misterioso, perché è una storia di strani ed inquietanti presagi, che sembra vera e forse lo è, chissà…

"Arianna Zeta" è un noir il cui fil rouge sta non soltanto nello sfondo costante dei voli aerei ma ancor più nella sua protagonista audace e "tosta", ironica quando serve, riservata ma al contempo sopra le righe e spesso esagerata in ciò che fa, affascinante nella sua coerenza omicida, circondata da colleghi con le sue stesse qualità, abituati ad agire col favore delle tenebre della notte e a sporcarsi le mani di rosso per il sangue versato. 
Una donna che si fa amare o detestare, senza mezze misure.

Una lettura intrigante e godibile, che si lascia apprezzare  per la scorrevolezza e la prosa fluida, i continui "cambi di scena", il ritmo vivace, che la rendono adatta tanto a chi già ama il genere quanto a chi solitamente ne è "a digiuno".

lunedì 23 dicembre 2019

Un racconto per Natale: "Daniel e l’Angelo" di Jill Barnett



Cari lettori, vi segnalo l'uscita di tutti e tre i racconti a tema natalizio di Jill Barnett; la sinossi appartiene al primo racconto:



- Daniel e L'Angelo (Natale in Città #1) tradotto da Marianna N.
- L'eroe di Eleanor (Natale in Città #2) tradotto da Isabella Nanni
- Penny portafortuna (Natale in Città #3) tradotto da Isabella Nanni


Daniel e l’Angelo
di Jill Barnett

Editore: Babelcube Inc.
Traduttore: Marianna N.
Prezzo: 2,58 euro
Store dove l’ebook è in vendita: 
Amazon, Kobo, IBS, LaFeltrinelli.it, GooglePlay


Sinossi

Un Angelo caduto viene inviato sulla terra per insegnare il significato del Natale. 
Quando il ricco finanziere D.L. Stewart trova una donna ferita nella neve di fronte alla sua residenza di New York, non ha idea che la bella Lillian, in realtà sia un angelo caduto pasticcione e dal cuore enorme, mandato dal Paradiso per insegnargli cosa sia davvero il Natale. 
È proprio il lavoro giusto per lei. D.L. ha un’anima ferita e cinica, un uomo freddo che crede di poter comprare tutto e tutti. Ma presto Lillian trasforma la vita tranquilla e solitaria dell’uomo in un vero caos e il Natale in città diventerà un Natale nel cuore.

Biografia autrice
JILL BARNETT incanta i lettori con il suo mix di storie originali fatte di amore e risate. Publishers Weekly ha dato al suo libro, Il cavaliere dei miei sogni (I Romanzi Mondadori), un’opinione stellare, definendolo “esilarante... I suoi personaggi sono gioiosi e freschi, il suo stile è piacevole da leggere, come un raggio di sole estivo.” Detroit Free Press al libro Joy la strega (I Romanzi Mondadori), uno dei migliori libri dell’anno, hanno dichiarato, “La Barnett ha uno stile fantastico perché con una battuta riesce a dare vita a una storia d’amore.” Tutti gli altri suoi libri hanno avuto il plauso della critica e da allora sono apparsi nelle classifiche dei bestseller del New York Times, USA Today, Publishers’ Weekly, il Washington Post, Barnes and Noble e Waldenbooks, che ha assegnato a Jill il premio National Waldenbooks. Ne sono state stampate 7 milioni di copie e le sue opere sono state pubblicate in 21 lingue. Jill vive con la sua famiglia nel Nord-Ovest del Pacifico.

sabato 21 dicembre 2019

Recensione: OSSIGENO di Sacha Naspini



Liberi: lo siamo davvero?
Essere privati della propria libertà fisica da qualcuno che crudelmente decide di rinchiuderti in una prigione da cui difficilmente potrai uscire, è terribile; eppure non è l'unica prigione nella quale possiamo essere segregati: ce ne sono di emotive, mentali, che si creano in seguito a meccanismi perversi messi in moto a volte da altri, altre da noi stessi.
E allora la domanda che continua a risuonare è questa: chi ha rinchiuso chi?



OSSIGENO
di Sacha Naspini



Edizioni E/O
224 pp
16 €
2018

"Il punto non è che mio padre è mio padre.
Il punto è che sono suo figlio."


Luca ha ventisei anni, è orfano di madre e vive con suo padre, il professor Carlo Maria Balestri, stimato antropologo, uomo sobrio, educato, dai modi gentili, poco propenso a litigare, pure con quel figlio che spesso e volentieri gli mette il muso e innalza irritanti silenzi, che il padre puntualmente rompe di propria iniziativa.
La sera del 6 ottobre 2013 i due stanno cenando quando in casa irrompono i Carabinieri, che portano via Carlo.
Le accuse sono gravissime: il professore Balestri è accusato di essere un rapitore di bambine; ad inchiodarlo è la testimonianza dell'unica sopravvissuta ai suoi crimini: Laura, rapita in una calda giornata d'agosto del 1999, a soli otto anni. 
Quando viene ritrovata, quattordici anni dopo, è una giovane di ventidue anni.

L'incubo della povera vittima pare essersi finalmente concluso...
Chiusa in un container per quasi tre lustri, è diventata una donna tra le fredde mura di una scatola di ferro e adesso è finalmente libera, può tornare alla sua vita, alla sua famiglia. Può tornare a vivere.

Ma è davvero così? 
Lasciarsi alle spalle quel pezzo (non piccolo) di vita, spesa in cattività (una catena le era stata messa al collo perché non potesse in alcun modo fuggire) per mano di un uomo che ha deciso di tenerla rinchiusa in una "gabbia"per ragioni oscure e perverse, è tutt'altro che semplice.
E poi..., tornare a quale vita? Cosa è cambiato nel corso di tutti questi anni? Come rapportarsi a una madre che ormai le è divenuta estranea?
Riuscirà mai Laura ad uscire definitivamente da quella maledetta gabbia di ferro che è stata la sua "casa" per tanto tempo?

L'autore ci racconta sia gli anni precedenti il rapimento - la Laura bambina, la sua vita famigliare, l'amichetta del cuore Martina - sia quelli vissuti nel container.
Come si comportava con lei il professor Balestri? Le ha mai usato violenza? Ha provveduto adeguatamente quanto meno ai suoi bisogni fisici e materiali?

La vicenda di Laura è davvero singolare, in quanto il suo rapimento è connotato da elementi diversi da quelli, tragici e terribili, che il più delle volte leggiamo/udiamo dalle testimonianze dei sopravvissuti a sequestri lunghi anni e anni.

Non voglio dirvi troppo in quanto preferisco lasciarvi la curiosità di scoprire da soli che tipo di esperienza - per quanto assolutamente terribile - Naspini abbia deciso di lasciar vivere alla propria protagonista; aggiungo solo che, benché il papà di Luca sia senza dubbio un mostro, il Male incarnato, per ciò che ha fatto a delle anime innocenti, una cosa emerge con chiarezza circa il suo modus operandi: non ha mai alzato un dito su Laura, nessuna violenza fisica o sessuale; anzi, in quattordici anni... non le ha mai rivolto la parola.
Una solitudine estrema, mista alla paura di un destino sconosciuto e soggetto alle bizze e alle intenzioni di un folle, il quale - inspiegabilmente? - ha portato anche lì, tra le quattro gelide mura del container, il suo essere uno studioso affermato, un uomo di cultura.

Il punto di vista di Laura si allarga e la vediamo anche dopo la liberazione: Laura torna a casa, da sua madre (il padre è morto e la donna ha un nuovo compagno), ha pure un fidanzatino; sorride, passeggia tanto e da sola, con un quaderno in mano su cui appunta costantemente qualcosa di importante, col cellulare sempre pronto, scatta foto a ciò che la circonda, che siano persone o oggetti; insomma, si comporta come una ragazza normale. 
Eppure a volte è colta da una sorta di raptus: dopo aver trascorso del tempo da sola gironzolando tra le strade di una caotica Milano, sente il bisogno impellente di entrare in un bar qualsiasi per chiudersi in bagno, dove - potendo - resta anche per un’ora. È il suo modo per riprendere fiato e poi tornare all’aperto, in apnea.

Ma questa ostentata normalità quanto può durare?
Cosa si cela nella mente di una ragazza che ha vissuto un'esperienza del genere?
E si è accorta Laura che qualcuno la sta seguendo?

Se Laura è stata costretta a vivere imprigionata in un buco per quattordici anni, altre persone - vicine a lei in modo diretto e non - hanno sperimentato un altro genere di prigionia e l'Autore lascia che ci inabissiamo nel fiume di pensieri e stati d'animo di queste persone, tanto da metterci nei loro panni.

Pensiamo alla mamma di Laura: com’è parlare e interagire con una figlia sopravvissuta a quattordici anni di reclusione e tornata a casa all'improvviso, da un giorno all'altro? Una figlia che intanto è cresciuta (seppure in condizioni assurde, strane, anormali), s'è fatta donna, ha acquisito abitudini, modi di fare e pensare che a te mamma sono sconosciuti, nonostante sia tua figlia. Una figlia estranea, riservata, inaccessibile, gentile e carina sì, ma terribilmente lontana.

"Laura è l’argine di un oceano sconosciuto. Che comunque inonda, travolge barchette. Per prima la mia."
"A volte ci sono distanze che diventano scudi; non possono più essere tradite."

E tu sei altrettanto distante da lei, chiusa nel tuo mondo fatto di bollette da pagare, di una relazione che boccheggia per mancanza di ossigeno, di aria pulita, e rischi di soffocare. 
Che ne sa questa ragazza - l'ultima volta che l'hai vista aveva otto anni! - di come tu hai vissuto per tutto questo tempo senza di lei?
Del dolore, dei sensi di colpa, della paura di non riavere più indietro la propria creatura, di non sapere come affrontare un giorno dopo l'altro con questa assenza atroce?

E cosa pensa e sente Martina, la migliore amica di Laura, l'ultima ad averla vista quel giorno maledetto? Martina, un po' insistente, capricciosa, poco sensibile verso i problemi della propria amichetta... Del resto, stiamo parlando di una bimba di otto anni, cosa avremmo mai potuto pretendere?
Come ha vissuto Martina in questi quattordici anni? Quante volte la sua mente è ritornata a quei momenti in cui ha parlato con Laura prima che lei sparisse?

E poi c'è lui, Luca, il figlio del Mostro.

"Tutti sanno chi sono, da dove vengo. Sono nato e cresciuto nelle stanze del Male. Non riescono a separare mio padre da me. Anche per il sottoscritto è un’impresa: la mia identità non è solo quel che percepisco; è ciò che percepisce la gente. (...) La prima cosa da fare sarebbe questa: andare via. Se vuoi modificare un documento devi rompere col passato, altrimenti suona come una buffonata. Sparire nel nulla, senza che qualcuno possa smentirti. O riconoscerti."

Cosa succede se un giorno scopri che la persona che ti ha generato è un sequestratore, un assassino, la malvagità fatta persona? 
La cattura del padre maniaco, del professore di antropologia acclamato, i cui saggi sono sempre andati a ruba, che teneva conferenze seguitissime ovunque, non è di certo la fine di un incubo, tutt'altro: segna l’inizio di nuove vite, di nuove scelte da parte di chi è in qualche modo sopravvissuto e adesso deve riorganizzare la propria esistenza, mettere insieme i cocci, cercare fessure e crepe dalle quali respirare per non soccombere. 

L’esperimento malato del professor Balestri continua.
Ad essere imprigionate non sono più delle bambine e le prigioni non sono scatole di ferro ma altre gabbie con le quali in molti devono confrontarsi. 
Nel caso di Luca, c'è la gabbia della genetica, del sangue: essere figlio di criminale fa sì che lui sia soggetto a maturare il medesimo tipo di condotta malata?

"Ricostruire tutta una vita sulla traccia segreta di un padre malato non è facile. All’inizio cercavo gli incastri, una parte di me non riusciva a bloccare la smania"

Luca cerca di capire chi sia davvero l'uomo che l'ha generato, come abbia fatto a vivere per tanti anni nell'inganno, tenendo figlio e moglie all'oscuro di quell'altra vita, di quella fissa degenere per le minorenni da segregare... per farci cosa poi?

Luca sviluppa malesseri, sensi di colpa ingiustificati per questo padre cattivo, e allora decide:

"La buona vita di Laura è la mia ossessione (...) Una forma di espiazione. Una forma di pazzia. Mi hanno chiuso in un barattolo: per i primi istanti sono rimasto immobile, cercando di non perdermi. Poi ho cominciato a muovere le antenne."
"A forza di cercare Laura l’ho trovata: sono diventato lei."

Controllare che Laura stia bene diventa la missione quotidiana di questo ragazzo la cui esistenza, a un certo punto, comincia a ruotare, in solitudine, attorno a colei cui suo padre ha fatto del male, per assicurarsi che nulla di brutto possa nuovamente accaderle.
L'importante è agire nel segreto, essere una sorta di invisibile angelo custode.
Dopotutto, lui ormai dell'invisibilità ha fatto il suo rifugio più sicuro, e in una città immensa come Milano ci vuol poco a diventare un'ombra tra le tante figure anonime che corrono e vivono di fretta, senza guardarsi, solo sfiorandosi occasionalmente,

"Le persone non mi vedono, l’invisibilità è pane quotidiano, la cerco ma lungo quelle strade sfiora il disumano."

E infine c'è lui, il piccolo Gavin, che è sparito all'interno della scuola e tutti - insegnanti e polizia - lo stanno cercando, non sapendo che il bambino sta facendo a tutti un bello "scherzetto".
Chi è Gavin, cosa ha a che fare con Laura e Luca, e cosa lo spinge ad eclissarsi volontariamente, a cercare un pertugio, un nascondiglio da cui guardare le persone che si stanno preoccupando per lui? Cosa o chi sta aspettando, chiuso nel suo nascondiglio?

"Ossigeno" è un racconto corale, ed è essenzialmente una "storia di gabbie", di scatole in cui ci si ritrova chiusi, soli e prigionieri: tutti i personaggi sono, infatti, incastrati in una scatola, che sia fisica o mentale. E non sempre è semplice per loro capire chi ha rinchiuso chi.
Chi ha manipolato e chi si è lasciato manipolare.
Forse perché in realtà prigionieri lo sono tutti e la libertà vera, quella che parte da dentro, è solo un miraggio, un'illusione, almeno fino a quando i fantasmi e i legami di un passato irrisolto staranno acquattati in un angolo della mente, pronti a venir fuori alla prima occasione, a lacerare, a separare.


Ossigeno è un romanzo davvero bello ed intenso, che coinvolge tanto a livello emotivo perché lo scrittore sa come condurre il lettore in queste diverse gabbie in cui si trovano i suoi personaggi, di cui "sentiamo" turbamenti, emozioni, paure, dubbi, ossessioni; è una scrittura intima, ipnotica, capace di creare ansia, suspense e attesa, di scavare e penetrare in profondità inchiodandoci pagina dopo pagina, e leggendo le vite di questi uomini e donne simili a insetti incastrati in qualche anfratto nascosto, ci troviamo ad osservarli con attenzione e inevitabilmente a pensare: "Vediamo cosa fanno". 

Consigliatissimo!!

"Un’urna con pareti invisibili e un mondo che comunque resta altrove. (...) un conto è farsi compagnia e vivere una vita fianco a fianco, un altro è controllarsi a vicenda, esistere ognuno nell’ombra dell’altro. Due solitudini non fanno la libertà. L’unica cosa a cambiare è questa: la percezione che hai del carcere. Va a finire che l’aria comincia a mancare lo stesso, e allora si cercano crepe, spiragli, fessure… "

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