PAGINE

lunedì 17 febbraio 2014

Recensione LA TESTA SUL PIATTO di Chiarella Ghini



Ed eccoci alla seconda recensione!!!

Vi (ri)presento prima il libro.

LA TESTA SUL PIATTO
di Chiarella Ghini


4.99 euro

Trama

Fin da piccola Angelica c onsidera anomala la sua famiglia. Genitori anziani e poco affettuosi, un fratello maggiore di dieci anni, che sceglierà di trasferirsi dall'altra parte del mondo.

E poi c’è lei, Anna, la sorella gemella, diversa nell'apparenza, nelle aspirazioni e nel destino.
L'approccio a vite difformi conferma e approfondisce la distanza, che le gemelle riscontrano non solo fra di loro, ma anche fra le persone che con loro condividono il cammino.
Le donne imboccano strade differenti, si lasciano andare senza vera scelta a esistenze contrastanti, si giudicano, si affrontano, si allontanano.
Eppure, loro malgrado, si ritrovano, attratte dal vincolo di nascita, il quale, anche se non compatta, lega per sempre.


IL MIO PENSIERO

Angelica e Anna sono due gemelle, nate e cresciute in una famiglia come tante, con genitori abbastanza grandi d’età, un fratello (Giulio) che in realtà non hanno avuto modo di conoscere benissimo (più grande di dieci anni, ha preso presto una strada lontana dalla famiglia) e un rapporto tra loro meno simbiotico di quanto ci si aspetterebbe da due gemelle, almeno in apparenza.

Anna ed Angelica sono sensibilmente diverse, eppure hanno in comune il carattere difficile, grintoso al momento giusto, incline a meditare ma non privo dell’oppurtuna pragmaticità quando si tratta di prendere decisioni; si stuzzicano spesso e volentieri, sostanzialmente hanno visioni differenti della vita ed infatti le loro esistenza e le scelte fatte saranno fondamentalmente opposte.

Angelica si sposerà con l’insopportabilmente calmo Filippo, con il quale avrà dei figli e si adeguerà ad una vita fatta di convenzioni e abitudini, che rischieranno di provarla del brio che comunque le è proprio.

Più indipendente e spirito libero è la sorella, Anna, che salterà da una storia amorosa all’altra e anche quando sembrerà essersi fermata con un tale Guido, la sua esistenza sarà ben lontana dal prendere una piega “stabile” e conformista.

Anna ed Angelica si confrontano, si consigliano, si rimproverano, a volte con molto sarcasmo, altre con amarezza e un briciolo di rimpianto; rimpianto per un’infanzia e una educazione senza grosse affettuosità, senza rassicurazioni ma piena di pregiudizi e giudizi, di tabù e freddezza da parte di una madre poco capace di slanci d’affetto e più interessata a vietare che incoraggiare l'apertura delle figlie verso il mondo.

Le vicende di vita delle due donne si susseguono nel corso degli anni, l’Autrice intervalla meditazioni/pensieri e disquisizioni filosofiche con i fatti, sempre puntando l’attenzione sulle sue protagoniste, su ciò che pensano, vorrebbero, rimpiangono; il linguaggio è ricercato, ma probabilmente adeguato al modo di essere di Anna ed Angelica (due personalità particolari, di certo non banali o poco intelligenti, soprattutto Anna), non si può leggere questo romanzo (opinione mia, ovvio) con disattenzione, senza porre la dovuta attenzione, perché si rischierebbe di perdere il filo del discorso.

In certi momenti ho trovato la narrazione più lenta e meno coinvolgente, il personaggio più interessante è Anna, perché gli altri grosso modo mi sono apparsi tutti emotivamente più “piatti”, come a far da sfondo alle protagoniste, di per sé abbastanza complesse.

Nel complesso, un libro interessante, non lo faccio rientrare tra le letture più leggere e spensierate da me affrontate, ma di certo è scritto bene, con molta ricercatezza da parte dell’Autrice, che ci racconta due storie parallele al femminile, due donne intelligenti, dotate di molto senso critico verso se stesse e verso il mondo, che però non sempre si son concesse l’opportunità di scegliere davvero ciò che desideravano, quasi “chinando il capo” davanti alle concezioni limitate (di qualche decennio fa… ma mica del tutto debellate anche oggi) della donna…, senza per questo però sembrarci irrimediabilmente deboli, apatiche, anzi in grado di dare una spinta ed una direzione alla propria esistenza proprio quando sembrava che si stesse ingrigendo ed appiattendo.

Nessun commento:

Posta un commento

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz