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lunedì 7 dicembre 2015

Dietro le pagine di "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery



Come anticipato nel post di ieri, dal 21 gennaio in libreria potremo trovare "Vita degli Elfi", il nuovo romanzo di Muriel Barbery, che arriva nove anni dopo il bestseller "L'eleganza del riccio".
Ed è di questo romanzo di cui vogliamo sbirciare il "dietro le pagine".

Vorrei poter condividere con voi la recensione, visto che l'ho letto, ma la lettura di questo libro risale a diverso tempo fa e non sarei in grado di parlarvene come vorrei.
Ricordo però che, benchè trovai la scrittura di Barbery accattivante - forse proprio a motivo delle sequenze filosofiche presenti e delle diverse citazioni meritevoli di attenzione -, la storia e il suo finale mi lasciarono un che di "amaro in bocca".
Magari un giorno lo rileggerò ^_^

Se voi l'avete letto, lasciatemi pure un parere, se vi va!

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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".

Alla domanda sul perchè abbia deciso di impostare il  libro partendo da un un indirizzo realmente esistente di Parigi, rue de Grenelle per la precisione, dove c'è un negozio di Prada, l'autrice risponde che l'ha fatto perché in quella strada si trova in uno dei quartieri più chic. Solo dopo che il libro fu pubblicato, vi ha fatto un salto e ha scoperto che c'era la boutique. L'edificio descritto nel libro, tuttavia, è pura invenzione, e anche la strada non ha alcuna connotazione e non è molto importante ai fini della storia.

Come è nata l'idea di questi personaggi? 
Renée, il concierge, era un personaggio secondario nel primo romanzo,  "Gourmet Rhapsody", e rileggendolo dopo diversi anni ha ricordato qualcosa dettole dall'editore. 
Nel manoscritto originale, Renée appariva come una donna estremamente rozza, stereotipata e su di lei l'editore disse: "Sei un romanziere, tutto è possibile; la vostra concierge potrebbe esprimersi altrettanto bene come la duchessa di Guermantes ".
3859987
Ed. E/O
326 pp
2006
Ricordando queste parole, improvvisamente ha avuto voglia di tentare di dar voce ad un portiere colto ed erudito. Sono così nate le prime pagine del "Riccio".

Per quanto riguarda Paloma, è venuta fuori un po' più tardi e piuttosto per caso durante la riscrittura ed è stato il marito di Muriel (nonchè suo primo lettore) a consigliarle di dar voce anche a lei.

Le prime 200 pagine del libro inizialmente erano state affidate  solo a Renèe ma poi ha pensato di inserire anche Paloma e solo quando è giunta a pochi capitoli dalla fine ha cominciato a scrivere entrambi i personaggi contemporaneamente. 

L'interesse delle due donne donne per il Giappone prende spunto da quello personale nutrito da Muriel stessa e dal marito.
 "Interesse" è di gran lunga una parola troppo debole: sono stati a lungo amanti della cultura giapponese e quando si sono trasferiti a Kyoto, una città di cui sono perdutamente innamorati, i loro sentimenti per questo paese sono stati confermati. Il fascino è iniziato per lo più come un fatto estetico, ed è rimasto tale: sono affascinati dalla capacità dei giapponesi di creare bellezza pura, raffinata; il genere di cose che si vedono nella lenta e dolce sontuosità dei film di Ozu, nello splendore dei giardini giapponesi.
Ma quello che amano ancora del Giappone, senza negare il suo volto cupo e terribile, è il suo repertorio di comportamenti: la sottile cortesia, il senso di sicurezza che deriva dalla solidarietà sociale, una specie di candore che la Barbery spera possa resistere alle alle spirali infernali del mondo contemporaneo.



Informazioni tratte dagli articoli su:  https://www.bookbrowse.com  -  http://blog.timesunion.com/

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz