PAGINE

lunedì 28 dicembre 2015

Recensione film: LEI - HER di Spike Jonze



Ieri sera ho guardato un film in streaming, che vede come protagonista un attore che mi piace moltissimo: Joaquin Phoenix, il fratellino del "mio River".  ^_^


LEI - HER


2013
Regia: Spike Jonze

Cast: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson (solo voce), Rooney Mara, Olivia Wilde.


Il film è ambientato in un futuro neanche troppo lontano da noi, in cui un gruppo di intelligentoni ha creato un sistema operativo che interagisce in modo molto sviluppato con gli utenti, andando incontro alle loro esigenze di tipo relazionale.

A dare anima e cuore alla storia c'è lui, il protagonista, Theodorescrittore romantico, divorziato e terribilmente solo.

Theodore è un'anima sensibile e, come gli dice, sinceramente ammirato, un suo amico, dentro di sè ha una parte femminile molto accentuata, nel senso che dimostra di essere molto sensibile verso l'universo femminile, riuscendo a scrivere lettere d'amore ricche di sentimento e pathos, piene di una dolcezza che forse in un uomo è rara.
Ma Theodore vive l'attuale condizione di single con una certa sofferenza e inadeguatezza, così da cercare spesso "conforto" e compagnia all'interno di chatroom, con voci femminile sensuali che gli donano attimi di sensazioni e di estasi, che sono un mero surrogato e, alla fine dei quali, l'uomo si ritrova ancora più solo e frustrato.

Ha pochi ma fidati amici, che lo apprezzano per quel che è e che cercano di combinargli incontri sentimentali, in modo da fargli dimenticare la sua ex - il cui ricordo di frequente gli balza in mente, rendendolo malinconico e tristemente consapevole della propria solitudine -, ma non sempre questi vanno a buon fine perchè Theodore è restio a tuffarsi a capofitto in una relazione sentimentale, pur sentendone la necessità.

Finché un giorno non viene a conoscenza dell'evoluto sistema operativo, che sembra compensare in modo perfetto il bisogno di relazioni di persone sole o semplicemente desiderose di qualcuno che li comprenda e li assecondi.

Ed è così che Theodore acquista e "conosce" Samantha, un OS con una voce sensuale ma anche dolce, capace di ascoltarlo con pazienza e, allo stesso tempo di consigliare con ironia e leggerezza, venendo incontro ai suoi bisogni di affetto e di essere capito al volo.

La consapevolezza che si tratta di una voce virtuale, alla quale non corrispondono nè un corpo nè dei sentimenti reali, non impedisce a Theodore di affezionarsi: Samantha sembra completarlo, comprenderlo come non gli succedeva da tempo; lo ascolta, lo fa sorridere e ridere, lo eccita, fa per lui qualcosa di importante per la sua carriera (visto che il matrimonio fallito stava togliendo allo scrittore la gioia del proprio mestiere) dandogli fiducia e stimolandolo a credere in ciò che scrive.
In una parola: lo fa sentire vivo.

Se è vero che Samantha è una voce in un computer, è pur vero che questa voce non è metallica, impersonale, meccanica, registrata: Samantha ride, si imbarazza, scherza, chiede scusa..., reagisce come un perfetto essere umano e in questo modo riesce a compensare quello che parrebbe essere l'ostacolo più grande ad una vera e propria relazione: la fisicità, la "sostanza" di un corpo da stringere, toccare, abbracciare, accarezzare, di cui sentire il calore, del quale  Theodore possa dire: "E' mio, mi appartiene..., ci apparteniamo".

Theodore e Samantha si dichiarano amore, si sentono attratti l'uno dall'altra.

Com'è possibile sentire questo genere di trasporto fisico e mentale verso una persona che non esiste nella realtà?
E' possibile sentirsi legato, fidanzato ad una voce senza volto, senza occhi in cui perdersi, senza mani da toccare, senza labbra da sfiorare, senza un corpo da abbracciare?

La voglia di amare ed essere amato è talmente forte in Theodore da far sì che egli perda il raziocinio necessario a fargli distinguere il reale dal virtuale?

La relazione tra i due sembra un vicolo cieco, un amore senza sbocco e senza futuro: come ne uscirà Theodore, proprio adesso che sembra riporre in esso troppa fiducia, tanto da sentirsi rinato?



"Lei - Her" è un film particolare, che a mio avviso si sofferma egregiamente sulla solitudine dell'uomo contemporaneo, sul suo impellente bisogno di interazioni piene ed appaganti e sul rischio di ricorrere a dei surrogati che, per quanto in grado di simulare l'esperienza umana, ne sono comunque lontani nella sostanza.

Stupisce come Samantha sia una voce computerizzata ma così ben pensata e costruita da avere quasi "vita propria", un'intelligenza ed una empatia che sanno poco di tecnologia e molto di umano.


Ma resta il fatto che umana non è e c'è sempre la questione del limite corporeo, nonostante ci si impegni per ignorarlo.

Questo film è molto attuale per la tematica della virtualità e di come essa entri ogni giorno di più nella nostra vita fino a condizionarla, se pensiamo a quante sono le persone che quotidianamente accedono a siti per incontri e chatroom per trovare compagnia virtuale con persone che molto probabilmente non incontreranno mai.
La ricerca spasmodica di sensazioni e relazioni al di fuori del quotidiano può diventare ingestibile e spesso lascia solo un senso più profondo di vuoto, che credevamo di colmare ma senza in realtà riuscirci.

Non ho ascoltato la voce della bella Scarlett perchè ho visto il film in italiano, quindi di lei non c'è traccia per me, ma posso dire che Leaf conferma sempre la sua bravura, la sua capacità di entrare nel personaggio, trasmettendo con gestualità, espressioni facciali... tutta la solitudine, la frustrazione, la sofferenza di un uomo incredibilmente infelice, che di giorno si sente isolato e perso in una città grande ed in mezzo a tanta gente anonima, indaffarata e sola, e che di notte si ritrova in compagnia di luci e silenzio, che inevitabilmente desidera colmare, in qualche modo.

Con un'intensa interpretazione di Gioacchino, Her è un film che punta i riflettori su un tema attualissimo: il binomio realtà virtuale (con la sua potenziale ricchezza relazionale) e solitudine.

Per leggere le recensione di altri film, cliccare sull'etichetta "Cinema".

2 commenti:

  1. Oh, sembra bellissimo! *___*
    Una sorta di versione malinconica e non inquietante/cinica di "Ex Machina"... Lo voglio vedere! ;D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ed infatti chi me l'ha consigliato l'ha accostato proprio a Ex machina :))
      però quest'ultimo devo ancora vederlo :)

      Elimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz