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giovedì 7 febbraio 2019

Recensione: BUIO E LUCE. Alzate gli occhi al cielo di Fabio Salvatore



La testimonianza serena, consapevole e toccante di un uomo che ha trovato nella fede la via per affrontare il cancro che da anni ha colpito il suo corpo ma non è riuscito ad abbattere il suo spirito.



BUIO E LUCE. Alzate gli occhi al cielo
di Fabio Salvatore



Ed. Paoline
176 pp
2018
"“Caro” Scarafaggio, sono vent’anni che ci conosciamo; di più: vent’anni che conviviamo."

Con queste parole inizia la testimonianza personale dell'Autore, Fabio Salvatore, che si rivolge direttamente al "suo" cancro denominandolo con l'appellativo "scarafaggio": sì perchè il cancro è una "brutta bestia", il solo pronunciare la parola basta a farci venire brividi di paura, di angoscia, perchè ad essa associamo, inevitabilmente, il dolore, la disperazione, la morte..., insomma cose negative.

E' il 2008 quando Fabio pubblica il suo primo libro, "Cancro, non mi fai paura", e da allora ha ricevuto migliaia di lettere da parte di tantissimi suoi lettori che hanno condiviso con lui le proprie esperienze, i propri dolori, i propri inferni intimi e personali.

Tra queste pagine Fabio condivide, a sua volta, con noi alcune di queste lettere, e da esse prende spunto per parlarci di sè, per rivelarci i suoi pensieri, le paure, le piccole conquiste, i momenti di sconforto e quelli in cui ha raggiunto la consapevolezza di sè, della propria esperienza dolorosa - dovuta alla malattia e poi alla improvvisa e tragica perdita del padre - e di come essa l'abbia cambiato, dandogli modo di diventare una persona nuova, un credente convinto che la propria vita, i propri giorni, siano custoditi in mani sicure: quelle divine.

"Ognuno ha il suo inferno qui sulla terra. Peccato che il paradiso scegliamo di non viverlo. Ogni giorno, ogni istante è paradiso, ma noi ci perdiamo nell’odio, nel rancore, nei giudizi, invece di apprezzare l’angolo di cielo sulla terra che ciascuno di noi potrebbe trovare."

Non c'è persona al mondo che non abbia le proprie personali battaglie quotidiane da portare avanti, piccole o grandi che siano: può essere una malattia incurabile, invalidante e dalle conseguenze drammatiche (la difficoltà ad avere un figlio, a continuare la propria vita com'era prima della malattia, che sia nel lavoro, negli studi...), un trauma subito nell'infanzia, arduo da superare, il senso di impotenza e il dolore di fronte alla malattia dei propri cari, la depressione...: l'elenco delle afflizioni cui l'essere umano si imbatte nel corso dell'esistenza è, purtroppo, infinito.

Ma in ogni lettera riletta in una notte in cui Fabio si ritrova a guardare ancora una volta dentro di sè, nel proprio cuore, ci sono non solo tanta sofferenza, timore, angoscia, dubbi... ma anche tanto coraggio, desiderio di rinascita, di non lasciarsi risucchiare dal vortice del dolore, di non fare del proprio "problema" l'etichetta che identifica colui che soffre.
Noi non siamo i nostri problemi, non siamo la nostra malattia; i nostri limiti fanno sì parte di noi, del nostro vivere quotidiano, ma siamo più di questo: siamo persone aventi ciascuna una propria storia, un vissuto, una personalità, dei sogni, delle paure, e ciò che siamo non è soltanto frutto di quel che viviamo ma ancor più di come decidiamo di viverlo, affrontarlo.

"A volte le paure ci mangiano, ci divorano, ci risputano a pezzi. Io ho imparato a conviverci, a esorcizzarle; mi sono convinto che la paura non esiste: è un limite della nostra mente, ma serve l’aiuto di una Forza superiore a quella umana per superarlo. Di tante paure ho fatto i miei punti forza, uno stimolo al coraggio, un incentivo all’amore."

Fabio è consapevole di quanto male, di quale profondo inferno, di quale acuto tormento, di quali e quanti angoscianti demoni si agitino nell'animo umano, perchè ha imparato - e ogni giorno continua ad impararlo - sulla propria pelle cosa significa sentirsi fragile e inutile al cospetto di cose più grandi di sé (quale, appunto, un cancro); sa cosa voglia dire attraversare il buio dello sconforto, della disperazione, dello scoraggiamento; sa cosa voglia dire avere la forza di non domandarsi "Perché proprio a me?"; sa cosa voglia dire intravedere una flebile luce proprio mentre sei nella parte più interna e buia del tunnel... e aggrapparsi ad essa, correre verso quella luce e lasciarsi abbagliare dalla speranza, dall'amore, dalla fede.


"Non voglio più essere vittima delle mie fragilità, voglio fare leva su tutte le mie debolezze, farne una nuova partenza. Le fragilità sono la nostra bellezza. Non permettiamo alla vita di scorrere senza che ce ne accorgiamo, non lasciamo che le difficoltà gettino ombre su tutto ciò che di bello c’è in noie nella vita, nei volti che incrociamo, nelle persone che sfioriamo. Guardiamo questo mondo e tutto ciò che di meraviglioso contiene, ogni piccolo miracolo (...). Ma soprattutto guardiamo noi stessi e godiamo dell’opportunità di essere vivi, ringraziamo Dio per il prodigio della vita".

Le riflessioni di Fabio sono intrise di una fede sincera e questa fede egli desidera condividerla, perchè sa per esperienza personale che solo in Dio è riuscito a trovare riposo, pace, forza, ritrovando la voglia di vivere e di essere uno strumento per portare l'Amore di Gesù a chi vive momenti ed esperienze di profonda afflizione e di comprensibile scoramento.

E di fronte alla malattia e alle diverse traversie che tutti gli esseri umani - seppure in modi e tempi differenti - vivono, ci si sente tutti uguali, nessuno è migliore di un altro, nessuno è più forte, più o meno fortunato...; le fragilità e i timori davanti all'ignoto sono gli stessi, come anche la speranza, quella scintilla presente in ciascuno che ci ricorda come in noi esistano risorse incredibili che si attivano in mezzo alle tempeste e che fanno di noi dei guerrieri; e nelle nostre battaglie non siamo soli, perchè tante persone combattono ogni giorno, e Dio stesso non ci abbandona nelle difficoltà.

"la malattia ha questo, di positivo: ci avvicina come persone, uomini e donne che si raccontano per darsi coraggio.".


Un libro che si legge tutto d'un fiato, tocca davvero le corde più profonde dell'anima perchè parla al cuore, alla nostra sensibilità, a quella parte di noi più intima, quella spirituale, empatica, che si pone in contatto con l'anima dei nostri simili, che cerca di comprenderne e accoglierne le emozioni, i vissuti personali, con se stessi (la conoscenza di sè, la consapevolezza di chi siamo e vogliamo diventare è un requisito imprescindibile per accogliere l'altro) e con Dio.

Un viaggio nell'animo umano, parole che fanno bene al cuore e alla mente, che fanno riflettere, che possono dare coraggio, conforto, speranza, Amore.

4 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz