PAGINE

martedì 2 marzo 2021

Recensione: VOLER BENE IN SEGRETO di Domenico J. Esposito

 

Il protagonista di questo breve romanzo è un giovane uomo che sta vivendo un periodo della propria vita piuttosto triste, in cui a predominare sono sentimenti di solitudine, insoddisfazione, inutilità, che rischiano di gettarlo in uno stato di apatia e frustrazione dal quale deve trovare la forza di venir fuori per tornare a sorridere.



VOLER BENE IN SEGRETO
di Domenico J. Esposito

Eretica Ed.
107 pp
14 euro
Efrem Lettieri ha perso il lavoro e l'avere più tempo a disposizione lo porta a dedicarsi alla grande passione della sua vita: la musica.
Fa parte, infatti, di una band, assieme agli amici di sempre - Franco, Agostino e la cantante Stella.

Ma nonostante faccia ciò che più ama, il presente di Efrem è pesante perché a renderlo tale è quella cappa di malinconia e di solitudine che non lo molla un attimo e dalla quale rischia seriamente di farsi schiacciare.

Efrem è un ragazzo che tende a chiudersi in se stesso, a rimuginare su errori propri o su eventi, fatti e persone del passato che gli hanno procurato amarezze, dolori e delusioni; è facile che, quando si sente nervoso, incompreso e solo, afferri una birra e provi a dimenticare la propria infelicità e il proprio "mal di vivere" alzando il gomito, ma, si sa, i risvegli - dopo una sbornia - non solo sono spiacevoli, ma lasciano ancora di più addosso la sensazione di inadeguatezza e di fallimento.

Efrem sa di avere non pochi amici attorno a sé, eppure avverte un'inquietudine e un malessere che lo fanno star male sino alle lacrime, sente di aver perso l'amore della propria vita - Dorena -, e adesso che il passato bussa alla porta del presente, egli si ritrova in balia di ricordi dolorosi, che rischiano di isolarlo, di renderlo pieno di livore e di privarlo della serenità.

Un giorno, infatti, sul suo cammino si trova nuovamente di fronte ad una persona che in passato gli ha fatto perdere le staffe: Crescenzo, un giovane conosciuto anni prima, quand'era giaà un assistente universitario e a causa del quale Efrem fu cacciato dall’università.

E con chi è fidanzato attualmente Crescenzo? Con la dolce Stella, una ragazza sensibile  cui Efrem è molto legato  e per la quale non solo prova un affetto sincero, ma desidera proteggerla.

Sì, perché egli è convinto che Crescenzo, così sicuro di sé, arrogante, sarcastico e strafottente, stia solo prendendo in giro Stella e che si stia in realtà vendicando di Efrem stesso.

Tra i due, in effetti, in passato c'è stata un po' di maretta e tutto per una donna, Dorena, di cui Efrem è stato innamorato. 
Tra i due è finita, però, a causa dei comportamenti instabili di lei, che hanno fatto soffrire non poco Efrem, il quale infatti si porta dietro un carico di paranoie ed insicurezze che non gli fanno bene, anzi!

I personaggi di questo breve romanzo incarnano, in un modo o nell'altro, il concetto espresso dal titolo: non sanno esprimere il bene che provano, lo tengono sigillato dentro di sé e questo rischia di togliere loro la gioia di condividere sentimenti, paure, desideri, ambizioni. La mancanza di condivisione non può che far sentire soli!

" voleva bene a tutti, ma non lo avrebbe mai detto a nessuno, alcune persone non lo dicono, lo dimostrano con i gesti; certe persone, le più profonde, sanno soltanto voler bene In segreto".

Attorno al protagonista ruotano i suoi amici, anch'essi con le proprie problematiche, ma del resto... è la vita stessa ad essere così, costellata ora di gioie e soddisfazioni, ora di dolore e delusioni.
Tra essi spicca lo scrittore Donato, un uomo scoraggiato (non riesce a farsi pubblicare ciò che scrive), che prova anch'egli una grande solitudine e stanchezza mentale, ma la passione per la scrittura - come quella per la musica per Efrem - potrebbe essere la sua vera àncora di salvezza. Ci si aggrapperà?

Efrem deve scrollarsi di dosso fragilità, pensieri negativi, ricordi che lo fanno star male e lo tengono ingabbiato in una pericolosa spirale di autocommiserazione, e deve imparare ad accogliere il bello che la vita offre, aprendo gli occhi (del cuore) per rendersi conto di una realtà semplice ma per nulla scontata: non è solo! Nonostante la sua convinzione di non essere capito e amato come vorrebbe, i suoi amici sono - pur con i loro difetti e bizzarrie - lì, accanto a lui, pronti a dimostrargli che in realtà egli non è mai stato solo: piuttosto, è lui, Efrem, che deve riscoprire il valore della compagnia e della fiducia negli esseri umani e in se stesso.

Ma perché questa consapevolezza giunga, deve definitivamente buttarsi una volta per tutte il passato alle spalle e andare finalmente avanti per la sua strada.

Il libro di Domenico Esposito ci presenta una storia che, scritta con un linguaggio semplice ed immediato, rispecchia, in modo verace, i malesseri e le inquietudini di uomini e donne giovani tutt'altro che perfetti, anzi, molto insicuri e pieni di problemi e, proprio per questo, realistici. Gente comune, che non ha nulla di eroico in sé, che deve affrontare difficoltà quotidiane, come mancanza di lavoro, problemi mentali, scoraggiamenti che frenano sogni e speranze, errori che ancora si fanno sentire attraverso i sensi di colpa.

È una storia di amicizia, amori tormentati, fragilità emotive, rimpianti, paura di esprimere sentimenti, vendetta, perdono (da dare agli altri ma anche a se stessi), talenti da coltivare e sogni da inseguire perchè diventino realtà. Si arriva al finale con un sorriso di fiducia e ottimismo e con la sensazione che, per quanto ci si possa sentire sbagliati, inadeguati, impreparati davanti alla vita, essa è in grado di sorprenderci sempre e di regalarci gli amici giusti perché possiamo crescere ed essere persone migliori.

4 commenti:

  1. Mi ha conquistato già solo la copertina!

    RispondiElimina
  2. Le tue recensioni conquistano come i romanzi che descrivi così bene non solo nella componente narrativa ma anche nel profondo dell'essere, nella psicologia dei personaggi, nella loro fragilità e umanità :)

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz