In questo primo volume della serie "I canti del male", il commissario Vito Strega deve vedersela con due casi complessi e di non facile soluzione.
Il primo ha a che fare con una serie di omicidi compiuti, senza ombra di dubbio, da dei ragazzini...
Il secondo, invece, ha al centro Vito stesso: egli costituisce per sé stesso il più importante caso da risolvere per poter essere un uomo davvero libero da tormenti e demoni interiori e tornare a svolgere il suo lavoro con professionalità, sostenuto da un'intuizione geniale che lo rende unico e indispensabile.
IL CANTO DEGLI INNOCENTIdi Piergiorgio Pulixi
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Bur Rizzoli 264 pp |
Commissario di polizia tanto brillante quanto misterioso e tormentato, ha di recente commesso, mentre era in servizio, un'azione grave (di quelle che i colleghi difficilmente dimenticano o perdonano del tutto) che potrebbe costargli la carriera, per non compromettere la quale è costretto ad accettare di andare in analisi.
"Punizione" che non gli è affatto nuova ma questa volta, con la tenace e determinata dottoressa Livia Salerno, sembra andare leggermente meglio, nel senso che quanto meno la psicologa ha un minimo di accesso alla personalità complicata del poliziotto, conoscenza necessaria, del resto, perché lei possa, al termine delle loro turbolenti sedute, dichiarare se Vito Strega sia o no idoneo ad essere reintegrato e riammesso in servizio.
E di lui c'è un gran bisogno perché in città si sta verificando, a una velocità preoccupante, una sfilza di omicidi efferati di cui si conoscono i colpevoli... eppure...
L'ispettrice Teresa Brusca, che si occupa del caso e che deve portare risultati il prima possibile all'iracondo vicequestore Palamara, sa di aver bisogno del punto di vista del collega Strega, e infatti non esita a chiedergli pareri e ad esporgli ciò che si sa degli omicidi, nonostante l'uomo sia momentaneamente sospeso.
La situazione è questa ed è semplice e chiara: alcuni ragazzini (anche molto giovani, persino tredici anni) si stanno rendendo autori, a pochissimi giorni l'un dall'altro, di violenti assassinii a danno di adulti a loro vicini.
Cosa spinge questi minori a commettere tali reati e ad andarne fieri, tanto da mettersi a ridacchiare o a rispondere con indifferenza a chi li interroga?
In teoria, i casi parrebbero di immediata soluzione in quanto l'identità di ogni assassino è nota oltre ogni ragionevole dubbio, ma Strega è del parere che chiudere tutto troppo velocemente sia un grande errore.
Questa scia di delitti, compiuti da ragazzini dal volto angelico e lo sguardo imperscrutabile, è un mistero inquietante che da subito coinvolge Strega, che non riesce a non indagare e a non rifletterci su anche se non gli toccherebbe.
Sostenuto dall'amica e collega Teresa Brusca (che ha un'infatuazione per lui...), Vito si sforza di far caso a dettagli, di farsi domande e cercare piste per risalire all'origini di tutto, rispondendo in primis a un interrogativo imprescindibile: e se dietro questi crimini commessi tutti da minorenni ci fosse un intreccio ben più oscuro di ciò che appare?
E se ci fosse una mente diabolica che sta armando la mano di questi ragazzi? Quale "burattinaio" si nasconde dietro la loro furia? Quale "missione" sta perseguendo e perché?
Parallelamente all'indagine - che vede Vito e Teresa mettersi sulle tracce dei giovanissimi killer, cercando di conoscere i contesti da cui provengono e le ragioni che si celano dietro ai loro folli gesti -, Strega porta avanti anche una propria privata battaglia: quella contro sé stesso e il suo amore verso l'ex-moglie, Cinzia.
Cinzia l'ha lasciato perché negli anni Strega era cambiato, dandosi anima e corpo al proprio lavoro, finendo per trascurare ogni altro ambito dell'esistenza personale e di coppia.
Il suo lavoro ha marchiato l'anima di Strega, rendendolo cupo, tormentato dai casi da risolvere, dai criminali da acchiappare, per non parlare di quel maledetto e persistente "canto degli innocenti", il costante e atroce lamento, che gli riempie la testa, di tutte quelle vittime che gli chiedono di non lasciarli soli, di dare loro giustizia.
E Vito Strega prende sul serio ogni indagine e sa come attingere sia alla sua vasta conoscenza ed esperienza in materia filosofica, psicologica e criminologica, sia a quel formidabile intuito che lo rende capace di risolvere i casi più spinosi.
Ma tutta questa dedizione non poteva non influire sul matrimonio con Cinzia, la quale a un certo punto si è decisa ad interrompere la relazione con Strega e attualmente sta con un altro uomo.
Se lei è riuscita ad andare avanti e a rifarsi una vita senza Vito, quest'ultimo non si dà pace, sente di amare ancora Cinzia e non immagina un futuro senza di lei.
Vito è un uomo dal fisico imponente, statutario, affascinante e riservato, la cui aurea di mistero lo rende, agli occhi di molte donne, pieno di carisma, intrigante, insomma un uomo tutto da scoprire.
Ma Vito ha il cuore impegnato e occupato dall'amore per Cinzia e sono solo tre le donne che attualmente possono avvicinarglisi e offrirgli amicizia e compagnia: la signora Ada e l'adolescente Jessica (sue vicine di casa) e l'imprevedibile e snob gatta Sofia.
A dire il vero c'è un'altra donna che fa capolino, apparentemente in modo casuale, nella sua vita: si chiama Marina e Vito Strega diventa ben presto la sua ossessione...
"Il canto degli innocenti" è un noir psicologico che mi è piaciuto moltissimo in quanto unisce un'indagine interessante, con dei killer così giovani da rendere tutto più sinistro e inquietante, e la storia personale del protagonista, un uomo brillante e perspicace, devoto e appassionato nello svolgimento della propria professione, che nasconde nell'animo profonde cicatrici, traumi mai risolti, rimpianti e fragilità che lo rendono la persona complessa che è, umanamente travagliata ma professionalmente affidabile e di certo molto empatica quando si tratta di dedicarsi con tutta sé stessa a un caso e alle persone coinvolte.
Vito Strega è un personaggio che ho già imparato ad apprezzare e amare, lo trovo davvero molto ben tratteggiato nel suo essere sia fragile e dilaniato da malesseri interiori che intelligente, intuitivo e combattivo quando c'è da individuare e fermare criminali.
Come ormai dico sempre, la scrittura di Pulixi è tanto tanto scorrevole, i capitoli sono relativamente brevi, i personaggi interessanti e si procede nella lettura ad un ritmo incalzante.
Non posso che consigliarlo.
Ciao Angela, finalmente ho letto anch'io un libro di Pulixi: La libreria dei gatti neri... molto carino, anche se mi aspettavo qualcosa di più.
RispondiEliminaUn abbraccio e buona domenica 😘
Ciao Fra!
EliminaLa libreria... è un giallo leggero con toni ironici, a differenza di questi più noir e drammatici, quindi sì, condivido che sia carino e immagino possa non soddisfare in toto il lettore (questione anche di aspettative).
Buona domenica a te! 😘