Un libraio dal brutto carattere e quattro amici appassionati di gialli e noir che - lungi dal voler cambiare il mondo standosene seduti al bar, come canta Gino Paoli - preferiscono riunirsi in una libreria, pronti a dare il loro prezioso ed esperto contributo a un'indagine spinosa in cui alle povere vittime viene ordinato di fare delle terribili scelte, tassativamente entro un minuto.
Marsilio Ed. 296 pp |
Una tranquilla famigliola (composta da padre, madre e figlio) ha appena tenuto una festicciola in casa quando la morte bussa alla loro porta: ha l'aspetto di un uomo incappucciato, fornito di videocamera, pistola e una clessidra di legno.
Quell'ospite inatteso, dando vita a una sorta di macabro teatro, compie un crimine con una spietatezza e un'accuratezza (non lascia indizi e non commette nessun errore che possa ricondurre a lui) da killer professionista; a restare in vita è solo il bambino, Lorenzo, unico testimone della serata più brutta della sua vita e che lo renderà orfano.
Perfidamente, e come a prendersi gioco di coloro che indagheranno su quelle morti, l'assassino, prima di andarsene dal luogo del delitto, lascia un "ricordino": una clessidra di legno, inquietante souvenir che gli farà guadagnare l'appellativo "l'assassino della clessidra".
Il romanzo parte subito col botto, con una scena di sangue che lascia il lettore turbato, ma nonostante la tragicità dell'incipit, nel presentarci per la prima volta il protagonista, il libraio Marzio Montecristo, l'autore ce ne parla in toni leggeri ed ironici, allentando così la tensione.
Marzio è un grande appassionato di gialli e, dopo un passato da insegnate (interrotto bruscamente per una ragione ben precisa riconducibile al suo carattere fumantino, nonché al non riuscire a tollerare le ingiustizie), ha deciso di dare una svolta alla propria vita aprendo, nel centro di Cagliari, una libreria, ma non una qualsiasi, bensì una "Libreria del Mistero", specializzata in romanzi polizieschi, noir e thriller.
Ad essere precisi, nel tempo il nome della libreria è stato cambiato in Les Chats Noirs, per rendere un buffo e simpatico omaggio ai due gatti neri (soprannominati Miss Marple e Poirot) che un giorno, con l'indifferente eleganza che li contraddistingue, si sono presentati in negozio e non se ne sono più andati.
A prescindere dal nome, sarà che vende libri destinati a un target specifico (e limitato), sarà che Montecristo non sprizza gioia, buon umore e simpatia da tutti i pori, ci sono periodi in cui la libreria naviga in cattive acque e più di una volta, da quando ha aperto, ha rischiato di chiudere i battenti.
A salvarla non è di certo il buon carattere di Marzio, che, anzi, ogni giorno ha un diverbio con i già non numerosissimi clienti che varcano disgraziatamente la soglia del negozio ( col rischio di farli arrabbiare, spaventare e convincerli a non rimetterci più piede), bensì la sua collaboratrice Patricia (con cui ha quotidianamente vivacissimi scambi di battute), che sa come trattare le persone, anche le più difficili e capricciose.
Non solo ma, tempo prima, a dargli una grandissima mano a risollevare le sorti della libreria, è stata un'anziana cliente, colta e piena di idee: Nunzia, che ha avuto la brillante idea di dar vita ad un gruppo di lettura, in seguito battezzato “gli investigatori del martedì”: un manipolo di super esperti di gialli che si riuniscono dopo la chiusura per discutere con passione del romanzo della settimana.
A dire il vero, quando la serata di lettura ebbe inizio, i lettori partecipanti erano molti di più di quelli attuali, ma purtroppo, dopo che la povera Nunzia cominciò ad ammalarsi e a perdere colpi (psicologicamente soprattutto), l'iniziativa rischiò addirittura di morire, se non fosse stato per gli inossidabili e irriducibili lettori che, ancora adesso, continuano a riunirsi.
L'anima del gruppo, Nunzia, non può più far loro compagnia perché è ricoverata in una struttura per anziani a causa dell'Alzheimer; Marzio le vuol bene e va a trovarla regolarmente, anche se lei ormai ha pochi momenti di lucidità e molti di confusione, dove non lo riconosce e lo scambia per un medico.
Come dicevo, ci sono i lettori più fedeli con i quali Marzio forma il piccolo ma vivacissimo gruppo di lettura del martedì: c'è Vittorio Scalabrini, un pensionato malinconico; frate Raimondo, solare e rassicurante; l'allegra Camilla Solinas, un'ottantenne fissata con i serial killer, e la più giovane del gruppetto, la dark Maina (contrazione di "Mai 'na gioia), che conosce a memoria interi brani dei suoi romanzi preferiti.
Sarà proprio questa cricca di improbabili detective a dare una mano alla polizia, impegnata a risolvere il caso dell'assassino della clessidra, il quale - manco a dirlo - continua a commettere i suoi omicidi inscenando sempre la stessa situazione e lasciando la solita clessidra sul luogo del delitto.
Anche se non mancano delle piccole differenze tra i crimini, ad accomunarli è questo: il killer entra in casa, immobilizza i componenti della famiglia e intima a uno di essi di scegliere quale congiunto lasciar morire e quale salvare; l'atroce decisione va presa entro un minuto (il tempo è, ovviamente, scandito dalla clessidra), in caso di non scelta moriranno tutti... tranne colui che, per "vigliaccheria", non ha fatto il nome, come ordinatogli dall'assassino.
Lucido e perfido, il killer mette. dunque, una delle vittime nella condizione di scegliere chi far morire: un figlio o l'altro, la mamma o il papà, la moglie o il figlio..., insomma c'è una sadica scelta da fare.
Ma non è scontato che essa venga fatta, perché scegliere se far ammazzare un congiunto al posto di un altro è tremendo! Con che coraggio si prende una decisione del genere?
Mentre l'uomo prosegue con il suo diabolico disegno, una vecchia amica di Marzio - la sovrintendente Angela Dimase - e l'ispettore Flavio Caruso chiedono al librario di fare una cosa per loro: visto che un anno prima il famigerato gruppo di lettura è stato capace di aiutare la polizia a risolvere un vero caso da tutti considerato senza speranza, perché non dare il loro contributo anche ora?
Marzio&Co. sono entusiasti all'idea di mettere le mani sul fascicolo di un caso reale, pur sentendone contemporaneamente "il peso", perché qui non si tratta di storie inventate da un bravo romanziere ma di persone in carne ed ossa cui viene tolta la vita o di altre lasciate vivere, ma con un trauma sulle spalle che non li abbandonerà mai.
Marzio, poi, è emotivamente coinvolto in uno dei casi (il primo), quello che vede come unico superstite della famiglia il piccolo Lorenzo Vincis, che è stato un suo alunno; Lorenzo è legato al suo ex-insegnante e solo con lui è disposto a sbloccarsi per raccontare cosa è successo tra le mura della sua casa, fornendo anche particolari su cui gli investigatori possono riflettere e provare ad abbozzare delle ipotesi.
Il caso della clessidra è complicato: l'omicida è "pulito", scaltro, uccide a sangue freddo, sa come non farsi sorprendere; come sceglie le sue vittime? C'è un legame tra esse? Apparentemente sembra proprio di no, ma i cinque esperti di gialli de Les Chats Noirs sanno ognuno il fatto suo e, ragionando, ipotizzando, proponendo, scavando nei perché, nei come e in ogni altro dettaglio di quegli omicidi, riusciranno ad avvicinarsi sempre più alla soluzione. Una soluzione che è sempre stata sotto i loro occhi..., ma si sa, a volte le cose più semplici ci sfuggono, concentrati come siamo a cercare le risposte chissà dove.
Ho trovato intrigante l'idea di base degli omicidi: "A chi vuoi più bene: a mamma o a papà?", è una di quelle domande che, credo, tutti i bambini si sono sentiti rivolgere almeno una volta; una domanda posta col sorriso da un adulto (scioccamente?) curioso e un tantino sadico al contempo, e che chiede al piccolo di operare una scelta che, per carità, non condannerà a morte nessuno.
Credo che a rendere ancor più inquietante il modus operandi dell'assassino della clessidra sia proprio il fatto di "sporcare" qualcosa che, essendo legato all'infanzia, ha i caratteri dell'innocenza, della purezza, della spensieratezza, e che invece, in uno scenario criminale, assume contorni decisamente tragici e sanguinosi.
Marzio è un protagonista irresistibile perché il suo modo di essere burbero e le sue schermaglie con i clienti (che comunque sono bravissimi a farlo innervosire con certe richieste assurde), le battutacce, le urla ecc., danno vita a momenti divertenti e umoristici; e poi, nasconde anch'egli un cuore buono e una sensibilità romantica che però è bravo a tener sepolta dietro strati di acidità e sguardi torvi.
Assolutamente consigliato, sia a chi solitamente predilige i gialli, sia a chi non li legge abitualmente.
Ciao Angela, nuova follower del tuo blog, ti ho trovata grazie a questa recensione. Si tratta di un libro di cui ho sentito molto parlare e che mi tenta davvero molto. Poi parlando anche di gatti . . . che sono il mio amore. Spero che vorrai passare da me a trovarmi sul mio blog Il Rifugio degli Elfi https://ilrifugiodeglielfi.blogspot.com/ Un saluto e buona continuazione di primavera
RispondiEliminaCiao Arwen! Grazie per il follow e per essere passata:)
EliminaCerto, passerò molto volentieri!
Grazie per essere passata da me Angela,spero vorrai lasciarmi il follow-back per il mio blog. Ciao e buona continuazione di settimana
RispondiEliminaRientravi già tra i blog che seguo, a dire il vero 😉
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