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giovedì 7 luglio 2011

Padre Fedele: condanna per violenza sessuale

Non ha resistito, padre Fedele Bisceglia, e ha urlato tutta la propria indignazione quando ha udito la sentenza che lo condannava a 9 anni e 3 mesi di reclusione per aver stuprato una suora; ha inveito contro chi lo ha condannato e contro le suore Francescane dei Poveri che hanno testimoniato contro di lui e sostenuto la suora violentata.
Il religioso nel 2006 fu arrestato per aver violentato 5 donneche frequentavano la casa d'accoglienza, "L'Oasi dei poveri", ma al posto dell'aiuto le poverette sono state costrette a subire le violenze del frate, aiutato dal suo segretario Antonio Gaudio, che ha avuto 6 anni e 3 mesi per il medesimo reato.

La suora - che aveva dichiarato di essere stata sottoposta all'assunzione forzata di forti farmaci, in modo da renderla succube ed inoffensiva -, la quale ha avuto la forza di denunciare il proprio stupratore, ha compiuto un gesto coraggioso e importante non solo per se stessa, ma anche per le altre vittime; tutte le sue consorelle e la Madre Superiora dell'Ordine delle Suore Francescane hanno da sempre sostenuto la suora e hanno accolto con viva commozione e soddisfazione la lettura della sentenza dai giudici del Tribunale di Cosenza, sostenendo che questa è una "vittoria" per le donne vittime di violenze, tanto più perché si tratta di persone che già vivono situazioni di disagio e che devono essere aiutate e non maltrattate ed offese nella propria dignità di persone.

Il frate ha quindi avuto, davanti alla condanna per questo stupro, parole di rabbia, appellandosi all'arcivescovo Monsignor Nunnari e affermando la propria innocenza ed onestà.
La condotta "bizzarra" e fin troppo vivace, da sempre tenuta da padre Fedele, in particolare in riferimento alla sfrenata passione per il calcio (che gli costò l'espulsione dall'ordine religioso), non è mai stata una novità ed è stata anche usata dall'accusa durante il processo.



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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz