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giovedì 25 agosto 2011

La lettura fa l'uomo completo


Niente come la lettura di un libro, nell'apparente quiete e nel silenzio può dischiudere in modo imprevedibile la vista di nuovi orizzonti di vita.  (T. De Mauro)


Ho sempre amato leggere, da bambina, e spesso ho (o avrei...) preferito che come regalo mi donassero un buon libro piuttosto che un giocattolo....


Ogni volta che sono in giro per shopping, soprattutto nei centri commerciali, prima ancora che perdermi nei negozi di abbigliamento o di scarpe, la mia attenzione è attratta dalle librerie e lì spendo il miglior tempo, a sfogliare, leggiucchiare, sfiorare libri dai titoli noti o quelli recenti, di cui ho letto la recensione e che vorrei "si trasferissero" dalle mensole delle libreria a quelle di casa mia...
Se dovessi comprare tutti i libri che desidero e ogni volta che lo desidero, temo che dovrei buttar giù dalla finestra qualcosa che ho già in casa per far posto a loro: così,  a malincuore son costretta a trattenermi abbastanza spesso!


Però ogni tanto lo sfizio me lo tolgo: su Bol.it ho ordinato due romanzi, che tra le altre cose erano scontati:


  • "Il linguaggio segreto dei fiori" di Vanessa Diffenbaugh, di cui ho sentito parlare benissimo, tanto da esserne incuriosita.
Questa è la trama (da http://www.qlibri.it/):  Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. E attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra. Fino all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l'anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico in grado di estirparla è un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili. Solo così il cuore più acerbo della rosa bianca può diventare rosso di passione.
  • L'altro libro è "La  chimera" di Sebastiano Vassalli.
Antonia, orfanella abbandonata nei pressi del convento di S. Michele a Novara, cresce tra le suore e le loro numerose funzioni religiose, la rigida disciplina del convento e la dottrina cattolica. Come tutte le "esposte" (abbandonate) del convento, è destinata ad essere "adottata" da un visitatore qualsiasi; all’età di dieci anni, Antonia è infatti presa in custodia dai due coniugi Nidasio, provenienti dalla "bassa" novarese, e precisamente da Zardino. Il suo arrivo al paese è fonte di voci e pettegolezzi delle comari, che si scandalizzano per la diversità della bambina e per la sua inutilità nella campagna. In realtà Antonia cresce molto bella ed intelligente, suscitando l’invidia di buona parte del paese. Nel frattempo la città di Novara è segnata da avvenimenti importanti: tra questi spicca il vescovado di Carlo Bascapè, uomo dai grandi ideali, inimicatosi con la Roma cattolica e corrotta del tempo e per questo confinato a Novara; nella sua nuova diocesi cambia radicalmente la vita dei fedeli, costringendoli ad una fede più sincera, meno scaramantica ed esteriore. Inoltre fa sostituire i molti preti e parroci corrotti (o quistoni), che si occupavano di usura, attività illecite e non caste. Le sue riforme raggiungono anche Zardino: il vecchio parroco Don Michele è infatti sostituito dal giovane ambizioso Don Teresio, che abitua i paesani a frequenti cerimonie ed offerte in denaro. Antonia viene presto scacciata dall’ambiente della chiesa per aver riso del vescovo Bascapè in visita a Zardino. Da quel momento tiene spesso in pubblico discorsi sull’inutilità dei preti e delle loro "favole" su paradiso ed inferno, atte solo a "spillare quattrini alla povera gente". Inoltre rifiuta proposte di matrimonio di nobili ricchi, ricoprendosi dell’accusa di "superbia" da parte del paese. Quest’accusa è resa più forte quando Antonia si fa ritrarre da un pittore nelle vesti della Madonna del Soccorso. All’età di diciannove anni la ragazza si innamora di un "camminante" (anarchico vagabondo della bassa) di nome Gasparo. Egli riunisce squadre di "risaroli" (miseri lavoratori delle piantagioni di riso) da portare a Zardino. I due si incontrano di notte di nascosto nei pressi del "dosso dell’albera" (collina con un castagno dove si pensava che le streghe si incontrassero col diavolo), e lui la inganna con grandi promesse. Antonia viene sorpresa più volte dai "Fratelli Cristiani" (sorta di vigili urbani dell’epoca, che impedivano fughe notturne ai risaroli), che la riportano a casa con la forza. Tutte questi comportamenti misteriosi della giovane alimentano le voci che ella sia una strega e che di notte partecipi ai "sabba" (incontri col diavolo). Antonia si vede così dapprima evitata dalla gente, poi isolata, poi ancora offesa. Infine Don Teresio la denuncia al Tribunale ecclesiastico di Novara, presieduto dall’inquisitore Manini; egli si interessa con grande fervore al caso per ridare l’indipendenza e l’importanza perduta al Tribunale, approfittando dell’assenza di Bascapè che si era recato a Roma. Vengono interrogati molti testimoni, che confermano la colpevolezza della "strega"; gli unici a raccontare la storia d’amore tra Antonia e il camminante sono l’amica Teresina, i genitori adottivi e il camparo Pietro Maffiolo. Questa storia, giudicata troppo semplice ed evidente, è però scartata. L’imputata viene così arrestata e torturata brutalmente perché confessi le sue colpe: stremata dal dolore ella afferma che di notte si incontrava con qualcuno che poteva anche essere un diavolo; Antonia viene quindi imprigionata nello scantinato del Tribunale, poi rinchiusa in una torre. Infine viene bruciata viva sopra al dossodell’albera, issata su una pira di legni ricavati dal castagno "maledetto".

L'ho preso perché  ho sempre avuto una predilezione per i romanzi a sfondo storico e quello dell'Inquisizione e del periodo della "caccia alle streghe" è un contesto che mi ha sempre incuriosita e attirata, forse per il senso di inquietudine che lo caratterizza.

Beh... non mi resta che aspettare che i miei romanzi suonino il citofono...!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz