Oggi segnalo un libro che ieri sera ho terminato di leggere, quindi annessa vi è la recensione.
Personalmente ringrazio l'autore Giorgio Marconi per avermene inviata una copia in formato e-book, perchè è stata una lettura da me molto apprezzata.
IL PRECARIO EQUILIBRIO DELLA VITA
di Giorgio Marconi
Edizioni Montag Collana Gli orizzonti 112 pp 18 euro Uscita: Febbraio 2012 |
Giulio Matreschi, pittore, ricoverato in una casa di riposo, racconta la sua vita a Goffredo, impiegato delle poste che va a trovarlo per consegnargli una lettera giunta a destinazione con un ritardo di cinquant'anni.
E' la lettera di Clara, l'unica donna che il pittore abbia mai amato e che, se ricevuta nel 1939, avrebbe potuto cambiare la sua vita.
Alla vicenda si intreccia la simpatia che nasce tra Goffredo e Yvonme, infermiera nella casa di riposo.
Le storie dei tre protagonisti si legano nella convinzione che l'Amore non è mai sprecato, ma trova il modo di esprimersi anche a distanza di decenni.
Amore che riesce finalmente ad abbracciare le loro esistenze, in bilico e sempre alla ricerca di un equilibrio, pur nella consapevolezza della sua inconfutabile precarietà.
L'Autore.
Giorgio Marconi è nato a Roma nel 1967. Opera nel mondo dell’informatica da 20 anni, ha avuto modo di viaggiare molto, non solo con la fantasia. Appassionato di letteratura classica e soprattutto contemporanea, amante di noir, gialli, thriller e racconti del mistero. Scrive, principalmente racconti, da poco più di 10 anni. Ha già ricevuto numerosi riconoscimenti in concorsi e iniziative letterarie e per la Montag ha pubblicato già nel 2006 la raccolta di racconti "D'odio, d'amore e altro ancora" (ne ho parlato qui).
LA MIA RECENSIONE
"La vita è come un lungo viaggio. Con tante fermate e tante possibilità di prendere coincidenze, cambiare percorso o tornare indietro eventualmente. Ogni metro percorso è un metro in meno che ci separa dalla meta finale, ogni fermata raggiunta è una fermata in meno e una possibilità in meno di cambiare rotta."
Il precario equilibrio della vita è un romanzo che dà ampio spazio ai ricordi e ai sentimenti, in modo delicato e schietto, con naturalezza, prendendo avvio da un “errore” che le Poste (o il destino, se volete) hanno creato nella vita del protagonista, Giulio Matreschi, pittore ormai ultranovantenne, che vive in una casa di riposo per (ex-)artisti, non consegnandogli in tempo una lettera datata 1939.
Una lettera che avrebbe potuto determinare il corso della vita di Giulio diversamente da come essa si è svolta, perchè a scriverla non era una persona qualunque, bensì una donna importante per lui, l’unica che abbia mai amato: Clara.
Ma le cose sono andate così: Giulio quella lettera non l’hai mai ricevuta e la sua vita ha preso un certo corso, che lo ha visto quale artista di strada dallo “spirito libero”, il cui cuore però resterà “incatenato” teneramente all’amore per Clara, che purtroppo perderà di vista.
Ma la vita ha in serbo per il vecchio pittore uno dei suoi scherzetti... ed ecco presentarsi inaspettatamente un uomo, Goffredo, che dice di essere un impiegato delle Poste, venuto apposta da Giulio per dargli ciò che gli spetta: la lettera di Clara, mai consegnata per 60 anni..
“Spettatrice” sensibile ed arguta di questo insolito incontro è la buona Yvonne, che lavora come infermiera nella struttura per anziani.
Yvonne è una donna sulla cinquantina, dolce e generosa..., in tutti i sensi: dal punto di vista caratteriale e morale, non solo per il lavoro che fa (che certo necessita di una considerevole dose di umanità, sacrificio...), ma anche per aver assistito per anni i propri genitori malati di Alzheimer, mettendo da parte se stessa, la propria vita, i propri sogni al servizio loro e della malattia.
Ed è generosa anche nel fisico, visto che è corpulenta ed imponente, il che contrasta con la sua natura dolce e fragile, desiderosa e affamata di vita, di amore, di tenerezza, di attenzioni.
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La sensazione principale che ho avuto, leggendo le storie di Giulio, Goffredo ed Yvonne, è che l’Autore dia molto valore alle emozioni ed alla ricerca meticolosa delle parole giuste per esprimerle.
Nel corso della narrazione, infatti, una parte fondamentale spetta al racconto che della propria vita – seppure entro “spazi” diversi – i personaggi ci regalano; una sorta di narrazione nella narrazione, di meta-narrazione, se così vogliamo chiamarla!
In particolare, quando a parlare è Giulio (il cui racconto della propria vita occupa una larga parte del romanzo) si nota come attraverso di lui lo scrittore cerchi di impiegare i termini e le espressioni adatte, quelle più vivide, efficaci, in certi momenti anche “poetiche”, per dare a chi legge la percezione anche “visiva” di quanto viene narrato; del resto non poteva essere diversamente, visto che a dar voce a tutto è un protagonista che ha fatto il pittore tutta la vita!
In tanti passaggi, grazie proprio all’uso preciso e ricercato del linguaggio, mi sembrava di vedere davanti a me le scene in modo chiaro, come se fosse un film e non un racconto scritto.
«Siamo tutti equilibristi in bilico sulla fune delle nostre esistenze. Cerchiamo di
rimanere in piedi nonostante il precario equilibrio della vita», dice saggiamente Giulio a Goffredo e questa consapevolezza emerge nelle vite di questi tre personaggi, che a modo loro hanno cercato da sempre, durante la loro esistenza e ognuno con gli strumenti che aveva a disposizione, di trovare un proprio equilibrio, di dare un senso a tutto.
Ma forse il senso di ogni cosa è racchiuso nel sentimento che fa da padrone e da filo conduttore a tutta la vicenda: l’Amore!
Un amore con mille sfaccettature: puro e passionale (come tra Giulio e Clara, da giovani), timido e appena accennato (come in Yvonne e nelle sue infatuazioni), non vissuto appieno (come nel caso di Goffredo), e ancora “intellettuale”, nostalgico, permanente nel cuore e nella memoria..., perchè “ l’Amore, quello vero, non va mai perduto. Trova sempre il modo di manifestarsi, di ritornare.”.
Nelle ultime pagine molte domande accennate, sussurrate... troveranno la loro risposta ed improvvisamente i tanti piccoli tasselli che il “vento del destino” aveva sparpagliato, ci sembreranno andare finalmente al loro giusto posto, e per Yvonne e Goffredo si apriranno nuove prospettive e nuove possibilità.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz