Per la rubrica sui romanzi e gli scrittori orientali, oggi tocca ad un autore tibetano: Alai, che vive in Cina, scrive in cinese e ha all'attivo numerose raccolte di racconti; il suo primo romanzo è quello che presentiamo oggi, pubblicato nel 1998: Rossi fiori del Tibet.
Ed. Rizzoli Collana Bur Scrittori contemporanei 500 pp 8.80 euro 2004 |
A raccontarla è l'ultimo discendente della famiglia, un giovane ritenuto idiota, e come tale disprezzato e ignorato da tutti, che sa osservare cose e persone con un occhio ingenuo ma allo stesso tempo straordinariamente acuto.
E tra rivalità familiari, lotte di potere, amori e sconfitte, la storia della dinastia diventa allo stesso tempo la storia del paese e del tramonto di un mondo.
Un paese fiabesco e lontano da ogni stereotipo, in cui bellezza e violenza si uniscono in un nodo inestricabile, crudele e affascinante.
Questo romanzo, forse il primo esempio di "realismo magico" tibetano, è per il suo paese quello che i romanzi di Gabriel García Márquez sono stati per la Colombia.
The Los Angeles Times
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz