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lunedì 10 settembre 2012

Recensione: UN ALBERO CRESCE A BROOKLYN (di B. Smith)



Come anticipato, ecco la recensione del secondo libro terminato  (QUI per la scheda).:

UN ALBERO CRESCE A BROOKLYN
di Betty Smith


Un albero cresce a Brooklyn
Ed. Neri Pozza
Collana Biblioteca
576 pp
14 euro
2007

Un albero cresce a Brooklyn è un classico della letteratura americana del '900, ad oggi in uso in gran parte delle scuole degli USA, come testo scolastico.
E' un racconto autobiografico in cui l'Autrice, Betty Smith, attraverso l'infanzia ed il punto di vista di una bambina di 11 anni (di cui seguiremo la crescita, fino a 16 anni) di nome Francie Nolan, ci regala uno spaccato della vita così com'era vissuta nel periodo immediatamente precedente il Primo conflitto mondiale.
Siamo a Brooklyn, nel quartiere di Williamsburg.
Una delle prime cose che saltano agli occhi è la capacità riflessiva e descrittiva affidata alla giovanissima protagonista, figlia dell'irlandese Johnny e dell'americana (con origini austriache) Katie Rommelly.
Il lettore segue passo passo le vicende di vita familiare e quotidiana, narrate in terza persona e seguendo per la maggior parte il corso dei pensieri della bimba.
Francie è una bambina magra, timida, che cresce in una famiglia povera, in un quartiere povero, in cui i bambini raccolgono per strada pezzi di stagnola e li portano dallo straccivendolo per guadagnarci qualche cent, che a volte verrà conservato nel salvadanaio, altre volte sarà speso in dolciumi.
E così, insieme a Francie, passeggeremo per le vie di Brooklyn, incontrando bambini magri e sporchi, adulti insoddisfatti o affaccendati nelle attività quotidiane e seguiremo di volta in volta il corso delle sue riflessioni su tutto ciò che vive attorno a sè.



Francie è un'attenta osservatrice di luoghi, cose, persone; i suoi piccoli occhi limpidi ed innocenti sembrano cogliere l'anima  di ogni cosa ed avvenimento, per cercare di afferrarne il senso, per fermarla in memoria: nelle descrizioni che accompagnano la piccola Francie e il mondo attorno a lei, nulla è irrilevante ma tutto merita attenzione.
Francie è una bimba sensibile, non solo nel corpo (fragile e mingherlino), ma più di tutto nell'animo; ha bisogno di calore, comprensione, ma non sempre ne riceverà, non nel modo che vorrebbe, almeno.
Lei ama i suoi genitori anche se dice di amare di più il papà che la mamma, ma in realtà sa il perchè di questo sentimento: Francie sente che la madre non l'ama come ama invece il figlio maschio - Neeley - e questa preferenza, questa mancanza di gesti affettuosi, sarà sempre fin troppo palese agli occhi della bambina, che ne soffrirà, riversando per questo il suo amore sul padre; perché in fondo lei e Johnny sono più simili: sognatori, sentimentali...
Ma Francie non è una bambina  invidiosa e irriconoscente: lei conosce ed apprezza i sacrifici della madre, sa quanto sia generosa, forte e pronta a mille sacrifici per la famiglia e questo la piccola non lo dimenticherà mai, neppure da grande e neanche quando sentirà bruciare il dolore per il diverso trattamento rispetto al fratello; in questo, dimostrerà una tempra e un carattere davvero maturi.
Nel romanzo, si sente forte tutto il peso della mentalità ristretta di allora e ci si indigna con Francie davanti alle discriminazioni e alle ingiustizie che i poveri devono subire, rispetto ai ricchi; questo sia tra i grandi, che a scuola, da parte degli insegnanti verso gli alunni.
Ma la nostra protagonista  riuscirà, grazie alla sua buona volontà e caparbietà, a non soccombere dinanzi ad una realtà che si aspetta poco da lei.
Francie ama leggere, imparare cose nuove, scrivere storie; il suo sogno infatti è di diventare scrittrice e dimostra, crescendo, di avere le basi caratteriali giuste per combattere e non restare nell'ignoranza, nella "povertà umana e sociale" che caratterizza la gente del suo stesso ceto sociale; la ragazzina sfrutta quindi tutta la sua intelligenza e creatività per emergere.
Non sarà sempre facile; a volte qualcuno la scoraggerà, criticando e disprezzando le sue storie (troppo realistiche, troppo aderenti alla realtà..., una realtà triste, fatta di fame, mancanza di lavoro, mamme disperate, bimbi seminudi...), altre volte riceverà gratificazioni..., ma ogni volta ne trarrà nuova forza e nuova linfa per crescere più forte, per innalzare i suoi rami fino al cielo, proprio come l'albero che cresce sul cemento di Brooklyn.

La storia di Francie è una storia di riscatto sociale ed umano; leggerla è piacevole, l'Autrice ci lascia entrare nelle vite di Francie e dei personaggi che le ruotano attorno (tutti ritratti in modo chiaro, così che il lettore riesca a figurarseli e nel fisico e nella psicologia), in modo naturale, chiaro, tanto da renderli a noi familiari.
Il lettore adulto può mettersi nei panni della ragazzina protagonista "guardando" i suoi sentimenti, le sue parole con tenerezza, forse con un pizzico di nostalgia per quel candore, quell'ingenuo stupore, quella genuinità nel vedere e valutare fatti e persone che, crescendo, tendiamo un pò a perdere....
Il lettore più giovane ne può trarre molti spunti di riflessione per la propria vita, perchè molti sono i valori che emergono: l'importanza di una famiglia attenta alle esigenze di tutti, il valore ed il costo dei sacrifici fatti per raggiungere i propri obiettivi, l'amore per i propri genitori sempre (anche quando non sempre ci lodano come e quando vorremmo, quando non ci danno quell'abbraccio che tanto ci farebbe bene), il saper affrontare di petto le cattiverie della gente, i pregiudizi, il valore dell'istruzione come opportunità per un futuro migliore...

Un albero cresce a Brooklyn è un libro che non dovrebbe mai mancare nella nostra personale  libreria; è una lettura scorrevole, mai noiosa perchè la prospettiva della narrazione è appassionante, come lo è lo svolgersi degli eventi, sempre raccontati con realismo e vivacità, in un'alternanza tra momenti narrativi e riflessivi.


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz