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lunedì 10 settembre 2012

Riscopriamo gli autori: Elizabeth Bowen



non più sconosciuti ... ^_^
Anche se la rubrica SCOPERTI... STRADA FACENDO l'ho praticamente sostituita con I LIBRI CHE VORREI... (la mia wishlist, in pratica), riprendo comunque il senso della "scoperta" di un libro che non conoscevo, nonchè di un'autrice anch'essa a me sconosciuta fino ad oggi.
Lo condivido con voi, chiedendovi se questo libro lo avete letto. ^_^



LA MORTE DEL CUORE
di Elizabeth Bowen

La morte del cuore
Ed. Neri Pozza
Collana Biblioteca
432 pp
13.90 euro
Trama

Portia ha soltanto sedici anni quando sua madre muore improvvisamente e lei viene catapultata a Londra nella casa del fratellastro Thomas e della sua algida moglie Anna, in una lussuosa villa che si affaccia su Regent’s Park. 
Portia è nata dal tradimento. Figlia di Irene e di Mr Quayne, legati da una relazione extraconiugale e soltanto in seguito sposati in seconde nozze, Portia ha trascorso un’infanzia lontano dall’Inghilterra, segnata dai continui spostamenti attraverso l’Europa e dai soggiorni nelle squallide camere degli hotel di bassa lega: un esilio forzato, lontano dalla società e dall’idea di una casa.
Thomas e Anna non hanno figli e non sanno cosa farsene della ragazzina: la sua ingenuità e la sua totale ignoranza delle sofisticate convenzioni che regolano l’elegante società londinese sono fastidiose e disarmanti. Anna arriva a considerare la ragazzina una presenza sinistra nella propria casa, sempre affacciata alle finestre, nascosta dietro le tende; Thomas prova a essere gentile ma la sorellastra, ai suoi occhi, è la prova vivente del fallimento di suo padre.
La giovane e introversa sedicenne si trova così costretta a fare presto i conti con una società crudele, costruita sulla bugia e sull’arte della dissimulazione, per imparare a recitare il proprio ruolo e per difendersi dalle persone che avrebbero dovuto proteggerla. 
Inizierà allora a scrivere un diario alle cui pagine deciderà di confidare, senza reticenza, i propri pensieri e i sentimenti più reconditi. Pagine che l’aiuteranno a riflettere e ad acquisire consapevolezza, ma che forse non riusciranno a salvarla. 
La morte del cuore è un ritratto straordinariamente efficace dell’adolescenza, il racconto di quanto crudeli possano rivelarsi gli adulti, con i più piccoli e con se stessi, e allo stesso tempo la fotografia di una Londra invernale e primonovecentesca, lo spaccato di una società fredda e distante, impietosamente denudata in tutte le sue ipocrisie e false verità. 

Di quest'autrice, anche di quest'altro suo romanzo la trama mi sembra affascinante!!


L'ULTIMO SETTEMBRE

L'ultimo settembre
Ed. Neri Pozza
Collana Biblioteca Neri Pozza
304 pp
13.50 euro
Trama

Irlanda, Contea di Cork, 1920. Seria e composta come si conviene a una diciottenne dell'aristocrazia anglo-irlandese, i capelli intrecciati coi nastri che scendono in bella mo­stra sulle spalle, la candida camicia coi fiori bianchi che esaltano la sua giovanile innocenza, Lois accoglie insieme con Sir Richard e Lady Naylor, gli zii coi quali vive dopo la prematura scomparsa dei suoi genitori, i coniugi Montmorency, ospiti attesi da tempo nella grande dimora di Danielstown. 
L'ampia facciata della casa fissa fredda il declivio dei prati, i cani trotterellano nell'atrio, quando Francie Montmorency, la mano a proteggere la veletta viola agitata dal vento, e suo marito Hugo oltrepassano la soglia della villa in cui hanno vissuto dodici anni prima gli spensierati anni della giovinezza.
Raggiungeranno la camera blu, la stanza degli ospiti con i gerani sul tavolo da toilette , il grande letto e un fresco odore di cretonne appena candeggiato. Divideranno le ore con Sir Richard e Lady Naylor, affettuosi amici di sempre, con Lois, così impaziente di vivere e di amare, con Lauren­ce, l'altro nipote dei Naylor, un giovane intellettuale dall'aspetto etereo la cui vita emotiva trascorre futilmente in attesa del prossimo pasto. 
Giocheranno a tennis nei campi allestiti attorno alla villa, dove accorreranno i rampolli dell'aristocrazia anglo-irlandese, fanciulle meravigliose e fanciulle che nessuno vuole sposare, colonnelli e giovani ufficiali che animeranno le danze e allieteranno gli astanti con la loro galanteria. Ma non rivivranno gli spensierati anni della loro giovinezza.
Danielstown è, infatti, la stessa soltanto per occhi distratti ed estranei. I davanzali bianchi mostrano bolle di vernice, come se la casa abbia trascorso un giorno ai tro­pici. Dalle pareti, le foto di reg­gimenti, dei Naylor riuniti, dei vicini di casa di una ge­nerazione precedente, emanano una vaga cupezza. Sulle librerie sfila una parata di elefanti di ebano di cui nessuno ricorda l'origine. Sui campi di tennis, nei giorni di pioggia, si riversa il bestiame. 
E tra un tè e l'altro, una partita di tennis e l'altra, gli aristocratici ospiti discorrono smarriti della guerra che già insanguina le strade della Contea chiedendosi «cosa fare oltre a cercare di non farci caso».

Magnifico romanzo sul tramonto dell'aristocrazia anglo-irlandese al tempo dell'efferato conflitto tra l'ira, l'esercito repubblicano irlandese, e i Black and Tans inglesi, L'ultimo settembre apparve per la prima volta nel 1929 e incontrò subito il favore della critica. Nel decennio successivo, l'opera di Elizabeth Bowen fu unanimemente accostata agli scritti di Virginia Woolf, E. M. Forster e Henry James.


L'autrice.
Elizabeth Bowen è una delle più grandi scrittrici irlandesi, nata a Dublino nel 1899. Autrice di numerosi romanzi di successo, tra i quali La casa a Parigi (The House in Paris, 1935), La morte del cuore (The Death of the Heart, 1938, di prossima pubblicazione in questa stessa collana), Nel cuore del giorno (The Heat of the Day, 1949), ricevette la laurea honoris causa in letteratura dal Trinity College di Dublino e dall'Università di Oxford, e nel 1948 fu insignita dell'onorificenza britannica CBE - Commander in the Order of the British Empire. È morta nel 1973.

2 commenti:

  1. Non conoscevo per niente quest'autrice e nessuno dei due libri. Il secondo è un po' fuori dalle mie letture, ma "La morte nel cuore" sembra davvero bello!
    Ottima scoperta :)

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  2. si infatti tra i due anche a me attira più il primo!!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz