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venerdì 25 gennaio 2013

Narrando l'Oriente: Patti Kim



narrativa orientale

La nostra autrice dell'Est di questo venerdì è coreana..

Patti Kim, nata a Pusan, in Corea, nel 1970, si trasferisce negli USA con la famiglia a 4 anni; dopo la laurea in Letteratura Inglese all'Università del Maryland, trascorre un lungo periodo nella colonia di scrittori a Ledig House. Con Un taxi chiamato fedeltà, suo romanzo d'esordio, ha vinto nel 1997 il Towson University Prize for Literature ed è stata selezionata per il Book of the Month Club's Stephen Crane Award for First Fiction.Vive a Potomac, nel Maryland.


Un taxi chiamato fedeltà
Ed. 66th and 2nd
Collana Bazar
Trad. di P.Eusebio
170 pp
14 euro
2011
Elegante e ironico… una narrazione puntuale e sicura. «The New York Times Book Review»

Un vero prodigio… un’opera perfettamente compiuta. «Usa Today»

Trama

"Il confronto tra le origini coreane e l'America, paese d'adozione, filtrato attraverso gli occhi di una bambina abbandonata.


Una mattina, di ritorno da scuola, Ahn Joo Cho vede la madre scomparire su un taxi insieme al fratello minore. Il suo cervello registra una sola parola, fedeltà, impressa sulla portiera della macchina che porta via metà della sua famiglia. Da allora una domanda la perseguita: perché non ha scelto me? Mentre l’infanzia trascorre con il padre disoccupato, spesso ubriaco e violento, Ahn Joo si sente isolata, anche a scuola, prigioniera della sua tripliceunicità : è coreana, non ha la madre e il padre è un fallito. Si rifugia quindi nella finzione, finendo per diventare lei stessa una finzione, costruisce un mondo fatto di bugie, soprattutto per nascondere la verità sulla scomparsa della madre, e il disprezzo per il padre la induce a vergognarsi delle sue origini. Il padre però, in un improvviso moto di orgoglio, decide di cambiare vita e di trasferirsi a Washington, dove riesce a riscattarsi e a costruire un nuovo rapporto con la figlia. Ma un’ultima, sconvolgente scoperta attende la giovane protagonista.
Raccontato dalla voce di una bambina, in un effcace equilibrio tra rabbia e ironia, Un taxi chiamato fedeltà indaga le diffcoltà e il disorientamento degli immigrati di prima e seconda generazione che desiderano sentirsi interamente parte del paese d’adozione ma si scontrano con la cultura d’origine, estranea e lontana.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz