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mercoledì 3 aprile 2013

ANTEPRIMA. LA PEDINA SULLA SCACCHIERA di Irene NEmirovsky



Un'autrice intramontabile da leggere e apprezzare...

LA PEDINA SULLA SCACCHIERA
di Irene Nemirosky


Ed. Adelphi
Biblioteca Adelphi
Trad. N. Di Leo
160 pp
18 euro
USCITA 3 APRILE 2013
Sinossi

«I padri hanno mangiato l’uva acerba e i denti dei figli si sono allegati»: così è scritto nella Bibbia. All’èra dei pirati della finanza e dell’industria, degli imperi economici costruiti sui campi di battaglia, dello sperpero e dell’abiezione (quella che nei suoi appunti Irène Némirovsky chiama «l’èra Golder») è succeduto lo scenario desolante degli anni Trenta: «Disoccupazione... Crisi... Svalutazione del dollaro... Deficit di bilancio...» e «tutti quegli scandali infami, quei processi, quelle bancarotte indecorose» in cui sprofonda la finanza internazionale... Modesto impiegato nell’azienda un tempo appartenuta a suo padre – «il Bohun dell’acciaio, il Bohun del petrolio», una sorta di «re misterioso e malefico» di cui si diceva: «Sui suoi passi nascono la rovina e la guerra» – e poi passata nelle mani di colui che era solo un faccendiere e un prestanome, Christophe Bohun non ha né ambizioni, né speranze, né desideri, né nostalgie. Si lascia svogliatamente amare da una moglie di irritante perfezione e da una cugina da sempre infatuata di lui. «È la pedina» annota ancora la Némirosky sulla minuta del romanzo «che viene manovrata sulla scacchiera, che per due o tremila franchi al mese sacrifica il suo tempo, la sua salute, la sua anima, la sua vita». Alla morte del padre, però, Christophe trova in un cassetto, ben in evidenza, una busta sigillata: dentro, una lista di parlamentari, giornalisti, banchieri che, all’epoca del crac finanziario, avevano ricevuto dal vecchio Bohun somme ingenti per convincere il governo a incentivare i preparativi bellici. Riuscirà questa potenziale arma di ricatto, e di riscatto, a scuoterlo dal suo «molle torpore»? Difficile trovare un romanzo così puntualmente applicabile a temi e fatti di ottant’anni dopo.

L'autrice.
Irène Némirovsky, nata a Kiev nel 1903 da una famiglia di ricchi banchieri di origini ebraiche, visse a Parigi dove, appena diciottenne, cominciò a scrivere. Nel 1929 riuscì a farsi pubblicare il romanzo David Golder, ottenendo uno straordinario successo di critica e di pubblico. Irène continuò a scrivere, ma presto fu costretta a usare un altro nome, perché gli editori, nella Francia occupata dai tedeschi, avevano paura di pubblicare i libri di un’ebrea. Nel luglio del 1942 fu arrestata e deportata ad Auschwitz, dove ad agosto, a trentanove anni, morì, lasciando incompiuto il suo ultimo capolavoro, Suite francese. La Newton Compton ha pubblicato Suite francese, Due; Come le mosche d’autunno - Il ballo; Il vino della solitudine; I cani e i lupi; Il calore del sangue - Il malinteso; Jezabel;Il signore delle anime; David Golder; I fuochi dell’autunno.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz