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lunedì 29 aprile 2013

Dal libro al cinema: I FIGLI DELLA MEZZANOTTE



cineromanzo

Ecco un libro da cui è stato tratto un film di recente.

I FIGLI DELLA MEZZANOTTE
di Salman Rushdie


I figli della mezzanotte
Ed. Mondadori
Oscar Contemporanea
Trad. E. Capriolo
672 pp
11 euro
2008
Sinossi

I "figli della mezzanotte" sono i bambini nati il 15 agosto 1947, allo scoccare della mezzanotte: il momento, cioè, in cui l'India proclamò la propria indipendenza. Possiedono tutti doti straordinarie: forza erculea, capacità di diventare invisibili e di viaggiare nel tempo, bellezza soprannaturale.
Ma nessuno è capace di penetrare nel cuore e nella mente degli uomini come Saleem Sinai, il protagonista di questo romanzo che, ormai in punto di morte, racconta la propria tragicomica storia; una vicenda surreale attorno a cui si dipana una grandiosa saga familiare, un magnifico canto corale sullo sfondo della storia dell'India del Ventesimo secolo.

L'autore
Salman Rushdie (Bombay - 1947) si è trasferito a Londra quando aveva quattordici anni. È l'autore di Grimus, I figli della mezzanotte, La vergogna, I versi satanici, Harun e il mare delle storie, L'ultimo sospiro del Moro, Est, Ovest, La terra sotto i suoi piedi, Furia, Shalimar il clown, del reportage sul Nicaragua Il sorriso del giaguaro e dei volumi di saggi Patrie immaginarie e Superate questa linea.

I figli della mezzanotte - Cinema
locandina




Critiche e recensioni

Salman Rushdie ha ceduto i diritti dei “Figli della mezzanotte” per un dollaro, durante una cena, all’amica Deepa Mehta. Ha lavorato alla sceneggiatura del suo romanzo; tanto lo scrittore quanto la regista avevano la loro lista di "scene intoccabili"’ e miracolosamente le liste coincidevano.
Lungo i 148 minuti di film Mehtaincrocia dunque storia privata e storia pubblica alternando il racconto degli eventi della Nazione in profondo cambiamento a quello dei due bambini assegnati uno al destino dell'altro.
un film epico, visivamente attraente che stenta però a condensare in più di due ore di pellicola le oltre cinquecento pagine e rivoluzioni del libro. Tanti (troppi) i personaggi in un arco temporale (anch'esso) molto ampio contribuiscono a diluire la forza del film che si perde, con il passare dei minuti, nella grande mescolanza di elementi narrativi. La grande forza visiva di alcune immagini e le descrizioni di alcuni momenti cruciali (che dimostrano la sensibilità artistica di Deepa Mehta) non bastano dunque a fare de I figli della mezzanotte un film all'altezza delle aspettative, perché se da un lato le vicende storico/politiche che fanno da sfondo sono solo abbozzate, neanche l'odissea umana del protagonista Saleem Sinai e dei suoi ‘fratelli' riesce a creare la giusta empatia con lo spettatore, perché infine troppo frammentaria (sia dal punto di vista temporale sia dal punto di vista dei luoghi). Dall'incontro tra lo scrittore Salman Rushdie(che firma la sceneggiatura) e della regista Deepa Mehta viene così fuori un film ibrido, (troppo) ricco di storie e sensazioni e proprio per questo poco capace di arrivare al pubblico, specie se non particolarmente addentro alle vicende di cui si narra.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz