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venerdì 26 aprile 2013

Ko Un e le sue poesie



ko un
Per l'autore orientale di oggi, ho scelto un poeta: Ko Un.

 Ko Un è una delle figure più importanti della letteratura coreana contemporanea.
Cresciuto durante gli anni più bui dell'occupazione coloniale giapponese, dopo una lunga parentesi trascorsa come monaco buddista, si spoglia degli abiti religiosi per assumere negli anni Settanta la guida della dissidenza sudcoreana contro la dittatura militare, che gli costa spesso lunghi periodi di prigionia. Grande è anche il suo impegno verso la riunificazione nazionale, e nel 2000 fa parte della delegazione ufficiale sudcoreana per il primo storico incontro al vertice a Pyongyang tra i leader delle due Coree.
In oltre quarant'anni di attività ha pubblicato più di 120 volumi tra raccolte di poesie, saggi e altri scritti. Poeta di fama internazionale, è stato invitato a poetry readings in moltissimi paesi del mondo.
Nel 2004 per la prima volta ha partecipato a un convegno sulla poesia in Italia, paese in cui sono state pubblicate unicamente due raccolte poetiche: Fiori d'un istante (Libreria Editrice Cafoscarina 2005) e L'isola che canta(LietoColle 2009).


Ecco alcune sue poesie.
L'animo di un poeta


Un poeta nasce negli spazi tra crimini,
furti, uccisioni, frodi, violenze,
nelle zone più oscure di questo mondo.

Le parole d'un poeta s'insinuano tra le
espressioni più volgari e basse,
nei quartieri più poveri della città,
e per qualche tempo dominano la società.

L'animo d'un poeta rivela il solitario grido di verità
che emana dagli spazi fra mali e bugie del suo tempo,
è un animo picchiato a morte da tutti gli altri.

L'animo d'un poeta è condannato, non v'è dubbio.
m

Danze

Il vento del nord soffiando s'avvicina.
Gli alberi,
alberi d'inverno, tutti, danzano.
Anch'io mi adeguo, e danzo.
In fondo
neanche il cielo sembra resistere:
i fiocchi di neve disordinatamente danzano.
Anche gli orsi nel profondo delle caverne,
e le serpi sepolte lungo i pendii delle colline,
si svegliano per un attimo dal lungo sonno
e danzano pacatamente
al ritmo delle cose terrene.

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L'isola che canta

Sparse, nel mare delle mie origini,
chissà perché,
isole qui e là.
Piccola, tra loro,
s'intravede l'Isola che canta.
Quando il vento, forte, soffia nelle lontane acque dell'Ovest,
attorno a quell'Isola,
sempre,
si ode cantare.
Puntuali, da tempi antichi,
arrivano le anime dei pescatori morti nel vasto mare,
Arrivano col grande vento
e cantano.
Per giorni e notti, cantano.

Così anch'io, cresciuto
guardando quell'Isola
ho accolto in me il grande spirito
e ancora oggi sono un cantore viandante.
Ho avuto, a volte, momenti solenni, ma oggi non son'altro
che un triste
malinconico cantore viandante.

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Il canto del colore bianco

Una vita.
Sogna un'altra vita.
Nella tarda primavera, quando i fiori palpitando
aspettano la luna,
una vita
somiglia a un'altra vita.
Nelle notti d'estate, quando i campi di grano saraceno
aspettano la luna,
una vita
seppellisce un'altra vita.
È inverno
la neve che ormai scende fitta
attende con tutta se stessa la luna.
Getto un sasso.
Quel sasso finisce nella neve.
Una nuova vita ha inizio.
La luna è sorta in un baleno.

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Come le rondini che tornano


Come le rondini che tornano
anch’io ho un motivo per vivere
come quel mare
che le rondini attraversano nel ritorno
ha una sponda a sud
così io ho un motivo per aspettare il domani
io ho un motivo per avere nostalgia di te.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz