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lunedì 13 maggio 2013

Recensione: "Vetro" di Giuseppe Furno


Eccomi con la recensione dell'ultimo libro terminato ieri pomeriggio!!!
E' un romanzo storico, quindi fa parte di un genere che mi piace e che leggo sempre molto volentieri; non solo, ma è anche ambientato in Italia e in un'epoca che amo: il Rinascimento.
Sto parlando dell'esordio letterario di Giuseppe Furno:

Ed. Longanesi
La Gaja Scienza
784 pp
18.60 euro
2013
VETRO
di Giuseppe Furno

Trama

Venezia, 1569. Mentre la Serenissima Repubblica si sta preparando a un sanguinoso conflitto con l’Impero Ottomano e l’Inquisizione brucia migliaia di libri, l’esplosione dell’Arsenale illumina la notte, ed è violentissima. Intere contrade vengono rase al suolo, lasciando morti e feriti. 

Tra i soccorritori c’è Andrea Loredan, secondogenito del Doge e avvocato de’ Prigioni, che si destreggia in uno scenario di devastazione e sofferenza destinato a cambiargli la vita.
Nel frattempo, un vecchio nuota fra le fiamme che ardono sulla superficie della laguna: ha una missione da compiere in nome di chi ha amato. 
Riesce a salvarsi, solo per essere subito arrestato dalle milizie veneziane.





il mio pensiero

L'articolata storia narrata in "Vetro" ha inizio il 13 settembre 1569, a Venezia, con lo scoppio dell'Arsenale, evento durante il quale avverranno una serie di fatti caratterizzati da furti, morti, misteri da risolvere.
In mezzo a tutto questo trambusto conosciamo il giovane avvocato Andrea Loredan, figlio dell'allora Doge Pietro Loredan.
Andrea si troverà coinvolto in tutta una serie di eventi per lui nuovi e misteriosi, che prendono le mosse in quella famigerata notte, quando - unendosi al preto Bepo Rosso per soccorrere la gente ferita -, gli verranno indirizzate delle parole misteriose, da parte della badessa di un monastero femminile, l’Ordine della Celestia: "Andrea… cerca senza paura… nelle emme del cielo… e nell’anima troverai… la verità”.

Cosa vogliono dire le parole della vecchia monaca, in punto di morte, considerato che non si sono neanche mai incontrati?
Questa breve e sibillina frase sarà lo stimolo per Andrea, che dovrà comprendere tante cose di sè e della propria famiglia, in particolare della madre, ormai morta da tempo (Lucrezia).

La sua professione di avvocato gli farà conoscere una donna, Sofia Ruis, madre di due ragazzini, Tonino e Gabriele; il minore, Tonino, verrà misteriosamente ammazzato proprio nella notte dello scoppio.
Spinto da un sentimento di umana pietà, al quale si mescoleranno attrazione e tenerezza, Andrea si schiererà dalla parte di Sofia, che dopo aver perso un figlio, rischia di perdere anche il maggiore, accusato di aver ucciso il fratellino.
Ma anche per Andrea si profilano i guai con la giustizia, in quanto viene accusato ingiustamente di un omicidio.
Il giovane, che è un uomo onesto come pochi e crede nella giustizia, cercherà di scoprire la verità, di capire chi e perchè voglia incastrare lui e il figlio di Sofia, ma la scoperta della verità non sarà affatto una via semplice: molti personaggi e molte storie del passato si presenteranno nel presente, facendo luce sulla famiglia di Andrea, in particolare su Lucrezia, e su un grande segreto che essa custodiva, in complicità con altre persone insospettabili.

Siamo in un periodo particolare: il Cinquecento è stato il secolo della Riforma protestante e quindi della Controriforma, anni in cui l’Inquisizione è al lavoro per scovare i libri proibiti messi all’Indice dal Concilio di Trento, pronta ad arrestare e torturare coloro che li nascondono, li leggono, li diffondono.
Non manca l'elemento stregoneria, che è tristemente sopravvissuto al buio medievale.
Andrea dunque verrà fatto partecipe di segreti nascosti da anni in seno ad una "setta" che custodisce i libri proibiti e che si fa portavoce del diritto di leggere e di conoscere anche ciò che la Chiesa vuol far affondare e dimenticare...

L'amore per i libri e la conoscenza - a tutti i livelli e senza pregiudizi - è un elemento importante nella storia e l'ho apprezzato moltissimo.


“…la ragione che spinse noi Custodi a raccogliere libri fu proprio quella di dare al falso pari dignità del vero. Nei libri non abbiamo mai cercato la verità, ma la libertà: libertà di esprimere un pensiero, un’idea”

lascia dire Furno a uno degli uomini incontrati da Andrea e che fanno parte della summenzionata  “setta” segreta che per anni ha conservato i libri proibiti salvandoli da rogo.

È un romanzo in cui l’uomo si manifesta in tutta la sua pienezza di sentimenti, nobili o ignobili che siano: nelle sue meschinità nell’architettare il male, nell’iniquità presente anche in persone e luoghi in cui ti aspetteresti che ci fosse solo santità e rettitudine, nell’ignoranza di chi ancora crede a malocchi e fatture, nell’intelligenza e arguzia di chi deve ingegnarsi per portare avanti la propria missione e affidarla ad altri, nell’amore per i figli, per la propria donna, per la verità, per la cultura, per la propria città, nell’odio per il nemico….


Confesso che recensire questo libro non è stato per me semplicissimo; questi pensieri li ho scritti ieri sera, immediatamente dopo averlo terminato, per poter esprimere tutto "a caldo".
È davvero un romanzo storico nel senso pieno della parola; l’Autore rivela una conoscenza ammirevole del periodo esaminato e di tutto ciò che riguarda Venezia, gli aspetti politici, "marinari", "bellici"...; insomma è un libro scritto con moltissima precisione e minuziosità.

Leggerlo è stato come fare un viaggio nella bellissima Venezia, lasciandomi immergere completamente e con tutti i sensi, vedendo il fuoco che brucia la città o i libri, i veneziani e i turchi che combattono, ascoltando i discorsi sussurrati di nascosto di chi sta architettando il male, nel sentire gli odori di una città affascinante, che nasconde nelle proprie calli tanti misteri e nello sciabordio ammaliante delle proprie acque qualcosa che mette su un pizzico di inquietudine.


La narrazione è in terza persona ma non per questo essa risulta fredda e distaccata, anzi crea dinamicità e ci lascia vedere gli eventi da varie angolazioni, in modo da rendere il lettore consapevole di tutto.

Come dicevo, non è stato un romanzo di “semplice lettura”, proprio per la presenza di particolari storici, per le descrizioni accurate di ambienti e situazioni, la generosa presenza di nomi che potrebbero non piacere a tutti.
Avendo esordito dicendo che mi piacciono molto i romanzi storici e che il periodo preso in esame è tra i miei preferiti, non posso dire che questo libro non mi sia piaciuto, tutt'altro; ripeto, l’unico motivo di “rallentamento” nella lettura sta proprio nei numerosi dettagli, ma questo, alla fine, può essere considerato una nota assolutamente positiva per l’Autore, che ha dato vita, a mio avviso, ad uno scritto di notevole valore letterario.

Ne consiglio la lettura, in particolare a chi ama la storia!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz