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giovedì 18 luglio 2013

Recensione IL BALLO di Irene Nemirovsky



Eccomi con il mio pensiero su un classico del Novecento, della brava scrittrice di origini ebraiche ma naturalizzata francese Irene Nemirovsky.

IL BALLO 


Immagine di Il ballo
Ed. Newton Compton
Collana Live
0.99 euro
126 pp
2013
Trama

"Il ballo" è la storia di una perfida rivincita all'interno di una ricca famiglia.
 Per i Kampf l'organizzazione del ricevimento, a cui sono invitati i maggiorenti della città, è un'occupazione serissima. Tutto deve funzionare alla perfezione, come il meccanismo di un prezioso orologio.
 Proprio per questo, il ballo, che dovrebbe segnare l'ingresso della quattordicenne Antoinette nella brillante società parigina, è un sogno più per la madre, volgare e arcigna parvenue, che per la ragazza. 
Con una scrittura precisa e senza fronzoli, Irène Némirovsky racconta in poche, dense e drammatiche pagine, la vendetta di Antoinette.



il mio pensiero

Il ballo è un breve racconto della scrittrice ebrea Irene Nemirovsky, vittima della malata ideologia nazista e morta in un campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale.
Sul blog è presente la recensione di uno suo romanzo, purtroppo lasciato incompiuto per le succitate vicende personali e storiche: “Suite francese”.

Protagonista di questo racconto è la 14enne Antoniette Kampf, una ragazzina dolce e pacifica, la cui personalità incline al bene è, in un certo senso, inquinata dalla cattiveria degli adulti che la circondano.
La ragazzina vive con i propri genitori, Alfred e Rosine Kampf, persone derivanti da un ceto sociale medio-basso ma che a un certo punto hanno fatto fortuna e desiderano adesso vivere appieno i privilegi della ricchezza, soprattutto circondandosi di persone altolocate ed in vista in città.
Per fare le amicizie giuste, i due coniugi organizzano un ballo in casa, che sarà una sorta di “ingresso ufficiale” nella società ricca di cui vogliono entrare a far parte a 360°.

Ma non sempre le cose vanno come si desiderano e la crudeltà e la superficialità di questi due adulti subirà un duro colpo proprio per mano della fragile Antoniette, oppressa da continui ed aspri rimproveri da parte della vanitosa madre e da una non meno sofferta indifferenza paterna.
Un racconto breve ma che a mio avviso dice molto sullo stile, gli argomenti e la concezione della vita e dell'uomo dell'Autrice.

I coniugi Kampf rappresentano quella parte di società frivola, volubile, interessata solo al prestigio, al denaro, alla soddisfazione dei propri piaceri, a discapito dei sentimenti e della famiglia.
Antoinette, nonostante sia tanto fragile e giovanissima, nonostante le lacrime che piange di nascosto, nasconde in sè una certa "freddezza" e razionalità, che si manifestano con il desiderio di vendetta verso l'asprezza e la crudele indifferenza degli adulti-mostri; una vendetta che certo parrà infantile, ma che ci lascia capire quanto male facciano ai figli certi atteggiamenti e certe parole degli adulti.

Carino, anche se troppo breve per una valutazione più.. "approfondita".

Con questo classico moderno partecipo a:

sfida
UN CLASSICO AL MESE


2 commenti:

  1. sembra una storia interessante, però anche un pò troppo "sbrigativa"... almeno è l'idea che mi sono fatta leggendo varie recensioni.

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    1. eh si, lo è per il fatto che comunque è un racconto e l'autrice non è che si soffermi molto su personaggi, contesto ecc.... ;) però è carino, ecco

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz