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martedì 30 luglio 2013

Recensione LA LUCE SUGLI OCEANI di M. L. Stedman



Ecco il mio parere su un romanzo tra i più belli letti negli ultimi tempi....


LA LUCE SUGLI OCEANI
di M.L. Stedman



Ed- Garzanti
Trad. A. Mantovani
368 pp
17.60 euro
2012


Sono la figlia che hai sempre voluto.

Adesso tu sei mia madre.

E nessuno lo verrà a sapere.
Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo.
Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull'isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d'improvviso la quiete dell'alba.
Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto.
Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l'oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d'attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell'ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro. Perché sulla terraferma, tra la civiltà, c'è una donna che spera ancora. Una donna infelice, ma determinata.

Questa è una storia che esplora ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e come spesso sembrino la stessa cosa. Questo è il romanzo di una madre e di un padre e della loro figlia segreta. Questo è il punto in cui amore e colpa si incontrano, e non vi lasceranno più.


il mio pensiero


La luce sugli oceani è un romanzo dalla storia intensa e piena di sentimenti forti, capace di commuovere indignare, far riflettere, insomma capace di entrare nell’anima del lettore e toccarne le corde più sensibili.


TOM, ISABEL E LA VITA SU JANUS ROCK.

Tutto ha inizio nell’aprile 1926: la giovane Isabel, moglie del guardiano del faro di Janus Rock (un’isola dell’Australia), Tom Sherbourne, è davanti alle croci conficcate nel terreno in ricordo di qualcuno che non c’è più, quando all’improvviso il pianto flebile di un bambino scuote il torpore e la tristezza della donna; l’arrivo di una barca naufragata sulle spiagge dell’isola del faro stravolgerà la vita di Tom e Isabel.
Nella barca infatti c’è un uomo morto e… una bambina, di pochissimi mesi, che piange.
La scena torna indietro, a qualche anno prima, e apprendiamo qualcosa su Tom, sulla guerra da lui combattuta, sul suo tormento interiore per i morti visti e uccisi e per quel vago senso di colpa per essere sopravvissuto, sulla sua solitudine di uomo mite, sensibile ma lontano dal caos e dalla frenesia del mondo attorno a lui; capiamo perché un tipo come lui abbia scelto di buon grado di fare il guardiano solitario di un faro; Tom ama il suo lavoro, è preciso nel trascrivere il diario quotidiano, non soffre la solitudine, eppure non gli par vero che una ragazza bella e giovane come Isabel Graysmark desideri trascorrere la propria vita con lui, a Janus Rock.

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In quest’isola incantata il tempo sembra dilatarsi, trascorre più lentamente, tutto è amplificato e vissuto da vicino:  il rumore delle onde dell’oceano, del vento che soffia, la luce regolare e rassicurante del faro, la natura con i suoi ritmi e i suoi “abitanti”.
A Tom e Isabel piace questa vita, si amano e sono tutto l’uno per l’altra e quando si affaccia l’attesa di un primo figlio, sono felicissimi e realizzati.
Ma la giovane moglie perde il primo bambino, poi il secondo, poi il terzo, che nasce al settimo mese, morto.

Straziante e  dolce la scena di lei che pulisce il corpo senza vita del proprio bimbo, con infinito amore, cullandolo e temendo che mai nella sua vita le capiterà di avere tra le braccia un’altra piccola vita da amare e proteggere.

Tre gravidanze tanto attese ma mai concluse sono qualcosa di doloroso per questa donna, che vive soltanto con l’uomo che ama e che si ritrova a combattere con sentimenti di vuoto, inutilità, lutto, senza riuscire a trovarne conforto.

IL GIORNO DEL MIRACOLO

Isabel e Tom ricevono davvero un miracolo, quando la barca naufraga sulle spiagge della "loro" isola, perché la piccola, giunta insieme ad un uomo morto (presumibilmente il papà, pensano i due coniugi), sopravvissuta al mare in tempesta e sorvegliata dalla luce del faro proprio quando il dolore per i figli perduti stava risucchiando entrambi, diventa l’ancora di salvezza, la luce che rischiara la loro vita solitaria.

Ma l’arrivo della bimba pone anche un gran bel dilemma: mandiamo o no il segnale sulla terraferma (nella vicina Partageuse) perché arrivi qualcuno a prendere la creatura e il corpo senza vita dell’uomo… o accettiamo il dono divino di questa luce meravigliosa, arrivata al momento giusto, proprio quando la sofferenza stava per divenire insopportabile?

La piccola, che verrà chiamata Lucy (Luce) – è un dono non atteso, non richiesto, ma che Dio stesso ha inviato attraverso le acque; Isabel ne è convinta e supplica il buon Tom prima di rimandare il segnale di aiuto e poi di non inviarlo proprio, perché la piccola resti con loro, amata, coccolata, protetta.
Come se fosse figlia loro.

Cosa potrà mai causare questa piccola menzogna? In fondo, il padre era già deceduto, chissà la mamma che fine ha fatto… e comunque è facile immaginare che la piccola sia morta e andata perduta nelle gelide acque dell’oceano!
Inoltre, nessuno sa che Isabel ha partorito un bimbo nato morto, sarà facile far credere che la piccola è la figlia tanto attesa.

In quell’angolo di mondo, dimenticato da tutti, dove ci sono solo loro due, ogni cosa sembra assumere connotazioni e pesi differenti e alla fine, per amore della sua Isabel, il ligio e scrupoloso Tom decide di chiudere gli occhi e le orecchie davanti a ciò che andrebbe fatto e che la coscienza e il senso del dovere gli stanno ordinando di fare.


DECISIONI E DUBBI...

Qualcuno sta spettando la bambina? Una madre affranta? Una famiglia?

L'amore per ciò che sentiamo nostro e che arriva ad essere l'unica ragione di vita è, in queste pagine, qualcosa di forte, intenso e non facilmente gestibile.
Ma anche quando è l'amore a dettare le nostre scelte, questo le rende automaticamente giuste?

E' giusto che una donna perda i figli che tanto desidera? No, certo!
E' giusto che una mamma aspetti in ansia e col cuore spezzato notizie del proprio marito e della propria creatura, e che terze persone si arroghino il diritto di decidere cosa fare del frutto del suo grembo? No, neanche questo è giusto.

Ma quanto distorto può diventare il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, quando si ama tanto intensamente?

Ci sono scelte che, se prese, inevitabilmente rendono felici alcuni ed infelici altri.
Tom prova a mettere a tacere la propria coscienza e il dispiacere per il dolore della vera famiglia della piccola Lucy attraverso l'amore.
Ma presto o tardi la vita ci chiede il conto delle nostre azioni e non di rado è un conto salato.


Lo spettro della menzogna non smetterà di spiarli alle spalle e ad un certo punto prenderà forma in un corpo e un nome, finché la piccola Luce diventerà oggetto di contesa e di amore di due madri, che vogliono entrambe il bene della loro piccola e dalla quale desiderano essere amate.


CONSIDERAZIONI

La luce sugli oceani è un romanzo bellissimo in cui c'è posto per tutti i tipi di sentimenti possibili: dall'amore coniugale a quello per i figli, dai rimorsi per gli sbagli commessi al desiderio di porvi rimedio, dalla nostalgia per un passato che non si può cancellare alla speranza di un futuro che si vorrebbe poter controllare, dal desiderio di giustizia alla rassegnazione di fronte all'ingiustizia.
Sullo sfondo della nostra storia si staglia il ricordo del primo conflitto mondiale che, benché si allontani sempre più nel tempo, fa sentire ancora il suo peso e la sua scia di amarezza, vissuti da chi la guerra l'ha fatta e che nessuna medaglia al valore civile può giustificare.

Bellissimo il personaggio di Tom, nella sua complessità psicologica interiore: è un uomo molto giovane ma che porta dei pesi sul cuore che lo rendono taciturno, poco incline ad aprirsi; eppure quel cuore apparentemente distante è capace di contenere una quantità incredibile di amore e spirito di sacrificio.

Anche Isabel è un personaggio particolare che però ci appare più volubile, istintiva, "viscerale" a tratti egoista, ma anche capace di slanci generosi.


E' un romanzo che tocca fili scoperti e sensibili, come possono esserlo quelli che legano i genitori ai figli; tocca anche tasti "discutibili" dal punto di vista morale, ma io credo che il lettore troverà difficile schierarsi e stabilire in modo netto chi sta sbagliando e chi no, chi è il carnefice e chi la vittima (fermo restando che la prima e vera vittima degli adulti è proprio Lucy).

Pur facendo la sua scelta narrativa, l'autrice non ci conduce necessariamente verso un giudizio morale; lascia che sia il lettore a scegliere quando, quanto e in chi identificarsi, chi giustificare, chi condannare, comprendere, disprezzare o ammirare...; e infine chi perdonare.

E' anche un libro sul perdono, che poi non è altro che la naturale conseguenza di un amore vero. Un amore non sempre costante, calmo e rassicurante, anzi a volte tempestoso come l'oceano e buio come la notte.
Ma pur sempre un amore capace di continuare a brillare come un faro nonostante tutto, ora gettando luce, ora lasciandoci nell'ombra. Un amore che è frutto di una scelta fatta ogni giorno consapevolmente e ai suoi personaggi la Stadman lascia sempre la libertà di scegliere e di agire, nel bene e nel male.


"Posso decidere di marcire nel passato, sprecando il mio tempo a odiare la gente per quello che è accaduto, come ha fatto mio padre, 
oppure posso perdonare e dimenticare".
"Ma non è così facile".
Lui aveva sorriso in quel modo solo suo.
 "Oh ma è molto meno faticoso, tesoro mio. Basta perdonare una volta sola. 
Per provare rancore, invece, serve tutto il giorno, tutti i giorni.
e' necessario ricordare tutte le cose cattive (...). 
Dovrei compilare un elenco molto lungo ed essere sicuri d provare la quantità giusta di odio per ogni persona sulla lista. 
Odiare diventerebbe un vero lavoro: molto teutonico!". 
La sua voce si fece seria. 
"No, abbiamo sempre una scelta. Ognuno di noi ce l'ha".


Scritto con intensità e delicatezza, La luce sugli oceani è una lettura sensibile e profonda in cui traspare tutta la complessità dell'animo umano e della sua capacità di amare. 

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz