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sabato 23 novembre 2013

Mini-recensione: "Ultime lettere di Jacopo Ortis" di Ugo Foscolo



Ed eccomi a dirvi il mio pensiero su un classico della letteratura italiana - del genere epistolare -:

"Ultime lettere di Jacopo Ortis" 
di Ugo Foscolo



La vicenda trae origine dal suicidio di Girolamo Ortis, uno studente universitario morto a soli 23 anni. Foscolo mutò il nome di Girolamo in Jacopo, in onore di Jean-Jacques Rousseau. Nel paese natio esiste tuttora la casa del giovane, ristrutturata dagli eredi a seguito del terremoto del Friuli del 6 maggio 1976.

Jacopo Ortis è uno studente universitario veneto di passione repubblicana, il cui nome è nelle liste di proscrizione.
Dopo aver assistito al sacrificio della sua patria si ritira, triste e inconsolabile, sui colli Euganei, dove vive in solitudine. 
Passa il tempo leggendo Plutarco, scrivendo al suo amico, trattenendosi a volte con il sacerdote curato, con il medico e con altre persone buone. Jacopo conosce il signor T., le figlie Teresa e Isabellina, e Odoardo, che è il promesso sposo di Teresa, e comincia a frequentare la loro casa. 
È questa, per Jacopo, che è sempre tormentato dal pensiero della sua patria schiava e infelice, una delle poche consolazioni....

Ultime lettere di Jacopo Ortis è il romanzo in cui confluisce e si realizza la tumultuosa e fervida personalità del Foscolo: le vicissitudini di Jacopo rispecchiano la sua biografia, romanticamente esemplare grazie agli elementi passionali che la colorano, al rapporto conflittuale con l'ambiente che lo circonda, all'esilio degli ultimi anni.

recensione
Siamo davanti ad un romanzo epistolare in cui emerge in modo palese il valore della patria quale oggetto d'amore e sacrificio per sottrarla alle mire del nemico invasore, che qui è incarnato da Napoleone; ma accanto all'amore per l'Italia c'è anche la delusione per certe scelte politiche (quali il Trattato di Campoformio) che calpestavano la libertà dei popoli.
Jacopo Ortis è un giovane che ci appare, in ogni rigo, in ogni pagina e in ogni sua lettera, una personalità malinconica, disperata, incline allo struggimento, all'amore passionale e devoto.
Lo struggimento e la sofferenza che caratterizza il suo amore per l'amata e tradita Italia, è presente anche anche in quello per la sua Teresa, amore irraggiungibile e impossibile.
Scrivendo all'amico Lorenzo, Jacopo racconta le proprie giornate, le passeggiate, gli incontri, la sua venerazione per certi autori (quali il Petrarca, Plutarco, ma soprattutto Vittorio Alfieri e Giuseppe Parini), i pensieri, le malinconie e i sentimenti per Teresa, sentimenti che non possono avere una connotazione positiva perchè la giovane - che pure non è indifferente a Jacopo - non potrà mai ricambiarli espressamente, in quanto promessa sposa ad Odoardo, in obbedienza alle volontà paterne e per ragioni materiali.
Pagina dopo pagina, sentiamo crescere l'angoscia e il dolore nel cuore e nella mente del povero Ortis, che non trova pace perchè ciò che gli è più caro non sarà mai suo: gli è negata la felicità su questa terra e il pensiero di ciò che avrebbe potuto vivere con Teresa - assaporato brevemente con un bacio fugace - ma che mai si avvererà, lo condurrà alla disperazione e al desiderio di rifiutare questa vita, che gli sta donando solo infelicità.
Il conforto dell'amicizia e il pensiero dell'amata mamma non impediranno a Jacopo di fare la scelta più drammatica per un essere umano.

Che dire...?
Lo volevo leggere da un po', mi sembrava doveroso visto che Foscolo è un caposaldo della letteratura italiana; ho trovato le mie piccole difficoltà a lasciarmi coinvolgere e per via del linguaggio "d'altri tempi", arcaico, e per la personalità stessa dell'Ortis, esageratamente fragile e disperata...
Ciò non toglie che sia un classico che merita di essere letto e che non dovrebbe mancare nelle nostre librerie.

con questo classico partecipo
alla sfida

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz