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lunedì 25 novembre 2013

Recensione LA PSICHIATRA di Wulf Dorn



Recensione dell'ultimo thriller terminato durante il week end!!

LA PSICHIATRA
di Wulf Dorn


Ed. Tea
400 pp
5 euro
Sinossi

A questo nuovo caso la dottoressa Ellen Roth, psichiatra, non era preparata: la paziente rannicchiata ai suoi piedi è stata picchiata, seviziata.
Mugola parole senza senso. Dice che l’Uomo Nero la sta cercando. 
E quando il giorno dopo la paziente scompare dall’ospedale senza lasciare traccia, per Ellen incomincia l’incubo. 
Chi è quella donna? Cosa le è successo? 
E chi è veramente l’Uomo Nero?





il mio pensiero

Figlia mia, il cervello è una sfoglia di cipolla”: queste le parole di mia madre nel definire, a modo suo e con una metafora presa dalla natura e dalla vita quotidiana, la complessità e l’imprevedibilità della mente dell’uomo, che, da un momento all’altro e a causa anche di un evento apparentemente insignificante,  può “perdere la bussola”.
Evidentemente Dorn ha parlato con mia madre e ha costruito la propria tortuosa storia a partire dal suo aforisma.

La psichiatra è un romanzo thriller psicologico ben congegnato che, dall’inizio alla fine, è tempestato di colpi di scena e sorprese che lasciano il lettore stupito e desideroso di continuare a scoprire nuovi scenari, nuove spiegazioni agli strani ed inquietanti fatti che si susseguono.
Fatti che vedono coinvolta, in primis, la giovane psichiatra Ellen Roth, che lavora alla Waldklinik, insieme al proprio compagno Chris (col quale ha in progetto l'andare a convivere) e al collega Mark, entrambi psichiatri.
Ellen è una brava dottoressa, ligia al proprio dovere e molto sensibile umanamente ai disturbi e ai problemi dei propri pazienti, dai quali non di rado si lascia coinvolgere anche emotivamente.
Un giorno, nella grande e rinomata clinica psichiatrica immersa nel bosco, giunge una paziente senza nome, che non proferisce parola e che se ne sta rintanata in un cantuccio in una stanza nel reparto 9.

Ellen tenta un approccio con lei ma l’unica cosa che riesce ad ottenere dalla povera donna, terrorizzata, maleodorante, sporca e piena di contusioni, è una serie di frasi apparentemente deliranti, incentrate su un personaggio delle fiabe per bambini, l’Uomo Nero, dalla quale sta fuggendo e che verrà a prenderle, tutte e due; riesce a strappare alla dottoressa la promessa di proteggerla, qualora l’Uomo Nero, cattivo e violento, fosse tornato…
Perché sicuramente sarebbe tornato.

Ma come la paziente è comparsa in reparto da un momento all'altra e solo Ellen l’ha vista e c’ha parlato, così e altrettanto in sordina, essa scompare, senza che alcuno l’abbia vista…
Forse l’hanno rapita? Forse è fuggita da sola, spaventata e smarrita?

Nessuno ha visto la paziente senza nome, né gli infermieri né Mark; solo Ellen e Chris - a detta della prima - sanno di lei; infatti, pare che Chris stesso le abbia chiesto di dare un’occhiata a questo caso particolare ma attualmente egli è con un amico, Axel, in vacanza, in un posto dell’Australia difficilmente raggiungibile telefonicamente.
Ellen non si dà pace e sente il peso di questa povera donna, che un uomo senza scrupoli e sicuramente psicopatico, tiene prigioniera, sottoponendola a sevizie fisiche e psicologiche.
A tormentarla, poi, non è solo il pensiero del destino della sventurata, ma anche una serie di incubi terribili, nei quali le pare di vedere la donna, l’Uomo Nero e altri pericoli spaventosi, che la minacciano e rischiano di farle perdere la ragione.
Come se non bastasse, qualcuno – proprio l’Uomo Nero? – la tempesta di telefonate perché lei possa risolvere una serie di “indovinelli” e arrivare a trovare e salvare la donna; il tipo la segue ovunque, fino ad arrivare a farle del male fisicamente, oltre che psicologicamente.

Ma chi è la donna senza nome? E chi è l’Uomo Nero, che sa tutto di Ellen, i suoi movimenti, le sue abitudini?

Molti dubbi tormentano Ellen, e man mano che le ore passano lei arriverà a dubitare davvero di tutti coloro che le sono vicini, compresi Mark e lo stesso Chris.
Ma che motivo avrebbero questi due uomini, che la conoscono da anni e che sono per natura gentili, per volerle fare del male e addirittura ucciderla? E che hanno a che vedere con la donna senza nome?
Purtroppo, diversi indizi, se visti da una certa “angolazione” e soffermandosi su determinati aspetti,  conducono a loro e ora sembra colpevole l’uno, ora l’altro.

Ma a turbare la povera Ellen si affianca la terribile domanda: e se stessi impazzendo? E se stessi avendo delle tremende allucinazioni?

Attraverso una narrazione coinvolgente, nella quale ci addentriamo tanto nei meandri della mente di Ellen – nelle sue paure, nelle sue domande, nelle sue ricerche – quanto nei fatti, che accadono velocemente (il fulcro della vicenda si svolge praticamente in tre giorni, perché tale è il termine stabilito dall’Uomo Nero perchè Ellen trovi la paziente scappata) e che portano il lettore a farsi una serie di domande su ciascun personaggio coinvolto, per cercare di capire dove sia la verità.

Vi dico che leggendo ho cambiato idea sul “mostro” e sul perché perseguitasse Ellen, diverse volte, seguendo gli indizi man mano disseminati da un astuto Dorn, ma anche immaginando io stessa scenari alternativi e più inquietanti, che poi si sono rivelati azzeccati…., per quanto una parte di me preferisse “verità diverse”.
Dorn ci conduce, in modo implacabile e crudo, nell’inferno di una mente che fa l'occhiolino ad insegnamenti di freudiana memoria: nonostante ciascuno di noi provi a dimenticare certe esperienze traumatiche, a relegarle nell’oblio più nascosto, convinti (o speranzosi) che, se siamo forti e cerchiamo di ricostruirci una vita sana, questi ricordi molesti se ne staranno buoni buoni in quel cantuccio e non si risveglieranno a darci fastidio, in realtà la nostra mente – che non dimentica! – è pronta a giocarci un brutto tiro e a metterci davanti al nostro passato irrisolto affinchè lo risolviamo…
È un thriller psicologico, come dicevo all’inizio, davvero ben costruito, dettagliato (senza mai essere pesante) anche nel darci piccole delucidazioni di tipo psichiatrico e che ci apre scenari che mai il lettore avrebbe immaginato e che gli regalano suspense e colpi di scena ricchi di pathos e coinvolgimento.
Fino alla fine, l’Autore è abile nell’instillare nei personaggi (e in noi) piccoli dubbi circa la risoluzione della vicenda e questo rende il tutto accattivante, soprattutto da un certo momento in poi, quando si rischia di restare incollati alle pagine perché ormai si è troppo dentro la storia e si desidera arrivare a capirci qualcosa.

È un romanzo che mette a nudo la mente colpita da paranoie, ricordi traumatici, dolore, sofferenze che si voleva cancellare per essere finalmente felici, allucinazioni, che non colpiscono solo coloro cui è stato diagnosticata palesemente una malattia psichiatrica, ma che in una certa misura possono riguardare anche menti “normali”, razionali, sane, che però si ritrovano sull’orlo di un baratro di follia che, pur essendo riconoscibile, non sempre è possibile evitare.
E’ un romanzo che mostra quanto labile sia il confine tra normalità e pazzia.
Consigliato.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz