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sabato 2 novembre 2013

Recensione: UNA VITA DIVERSA di Catherine Dunne



Terminato qualche giorno fa ma solo oggi riesco a trovare del tempo per recensirlo!!!

UNA VITA DIVERSA
di Catherine Dunne


Ed. Guanda
400 pp
12 euro
Trad. E. Kampmann
2013
Trama

Irlanda, fine Ottocento. Violenti scontri scuotono il Paese e annunciano la lotta per l'indipendenza dal Regno Unito. E Belfast, punto nevralgico dell'isola, è il luogo in cui la tensione politica è più forte. Ma in quello scorcio di secolo, sullo sfondo delle vicende nazionali, si desta anche nelle donne la consapevolezza di nuove possibilità, l'insoddisfazione per destini che si consumano interamente entro l'ambito famigliare. Sarà questa inquietudine a segnare le cinque ragazze protagoniste del romanzo: da un lato Hannah, May e Eleanor, tre sorelle di una famiglia agiata, soggetta a un improvviso rovescio di fortuna ma impegnata a mantenere il decoro nel rispetto delle convenzioni borghesi; dall'altro Mary e Cecilia, avviate fin da piccole al duro lavoro nelle filande e costrette a badare a se stesse. Attraverso una sapiente esplorazione dei loro punti di vista di bambine, adolescenti e donne, Catherine Dunne segue le sue eroine lungo trent'anni cruciali della loro vita e della storia irlandese. In comune hanno tutte l'intima aspirazione a un'esistenza più ricca e piena, l'insopprimibile desiderio di una vita diversa.




il mio pensiero

Una vita diversa è un romanzo che dà spazio e voce all'universo femminile, con tutte le sue fragilità, contraddizioni, punti di forza, desideri, aspettative, emozioni.
Le stesse figure maschili, che pure affiancano le protagoniste, risultano alla fine "secondarie" ma ci lasciano comprendere ancora di più cosa accade nella mente e nel cuore delle cinque protagoniste.
L'Autrice ci presenta cinque diverse storie di vita, che coprono un arco di tempo di circa una decina d'anni (1893-1903), durante il quale seguiamo lo sviluppo psicologico e sociale di Hannah, May ed Eleonor O'Connor e, in parallelo, di Mary e Cecilia McCurry.

Tutte vivono a Belfast, ma in situazioni e condizioni differenti.
Le prime tre sono sorelle si trasferiscono da Belfast a Dublino (a causa di un avanzamento di carriera del padre); vivono con i genitori, Edward e Sophia; attraverso una narrazione che, pur restando in terza persona (fatta eccezione per Eleonor, della quale leggiamo il diario, quindi è in prima persona), ci dona il punto di vista tanto delle ragazze quanto della madre Sophia, conosciamo lo svolgersi degli eventi guardando le cose da diverse prospettive, il che ci permette di evitare giudizi affrettati su personaggi che possono sembrare meno "simpatici", ma dei quali l'Autrice desidera comunque offrirci il punto di vista.

La famiglia O'Connor è benestante, fa una vita agiata; le ragazze studiano in ottimi collegi e crescono seguendo i dettami e le regole imposte ed insegnate loro dalla madre, utili e necessarie per vivere nella buona società.
Sin da piccole, le ragazze manifestano i loro diversi caratteri, pur essendo legatissime l'una all'altra: Hannah, la maggiore, sembra determinata, convinta di poter "sfruttare" il proprio talento musicale per fare carriera; May è dolce ma curiosa, ama leggere e fantasticare sui posti che potrebbe conoscere, viaggiando, da grande; Eleonor è pacifica, intelligente, osservatrice, ma sempre trattata come la piccolina di casa cui bisogna nascondere "i segreti dei grandi".
Tutte e tre però subiscono uno sgradevole rovesciamento della propria situazione socio-economica a causa di un grosso sbaglio commesso dal padre, molto probabilmente messo sotto pressione da una moglie fin troppo ossessionata dal pensiero di mantenere uno stile di vita appariscente, che mostri a tutti il loro status; cosa, questa, che non può non pesare sulle spalle del povero e poco energico Edward, che evidentemente desidera, suo malgrado, accontentare la moglie e le sue esigenze...
Ma fare il passo più lungo della gamba costa ed Edward finirà per avere un comportamento disonesto: ruberà sul posto di lavoro, andrà in carcere e da questo momento in poi la vita delle tre sorelle cambierà; anzitutto andranno a vivere dal nonno materno (tornando a Belfast) e poi la mancanza di danaro farà sì che i progetti ed i desideri che esse, nel segreto del loro cuore, avevano maturato per loro stesse, crolleranno davanti a nuove necessità ed urgenze.
Questo peserà in particolare, ed in modo più evidente, su Hannah, che sarà costretta ad obbedire alle decisioni genitorialeie a far buon viso a cattivo gioco davanti a programmi di vita molto diversi da quelli immaginati da lei per se stessa....
Le sorelline minori stanno a guardare, con stupore e un po' di timore, questi drastici cambiamenti e anche a loro, in un certo senso, sarà chiesto di crescere in fretta, mettendo da parte fantasticherie e sogni ed imparando ad affrontare nuove sfide e nuove "avventure".

Parallelamente, conosciamo anche Mary e Cecilia, anch'esse irlandesi; le due sorelle sono orfane di entrambe i genitori, sono tutto l'una per l'altra, si aiutano e sostengono a vicenda e conducono una vita di stenti e fatiche: lavorano in un opificio, il lavoro è duro e faticoso e a malapena vanno avanti con ciò che guadagnano; ma il problema non è neanche quello economico...!
Il contesto storico che fa da sfondo alla storia è quello del conflitto religioso-politico-sociale che ha afflitto per anni e anni l'Irlanda del Nord, cioè gli scontri tra cattolici e protestanti, tra inglesi e irlandesi.
I due popoli si odiano e l'odio divampa pian piano in modo forte, violento, non solo tra coloro che palesemente portano avanti le insurrezioni, ma anche dai semplici cittadini, ad es. sul posto di lavoro.
Ed infatti, le povere Mary e Cecilia saranno, loro malgrado e nonostante siano caratterialmente pacifiche e buone, coinvolte e travolte nelle aggressioni dei protestanti nei confronti dei cattolici, con conseguenze gravissime per la povera Cecilia.

Non voglio aggiungere molte cose sulla trama per non rivelarvi troppo, però almeno questo lo devo dire: Mary resterà sola, senza Cecilia e senza il suo buon fidanzato Myles e si vedrà "costretta" (ma la sua forza di volontà le farà guardare a questa costrizione come ad un'opportunità!) a lasciare la propria casa per andare a Dublino, in città, a cercare lavoro, per cambiare vita, per darsi delle occasioni e delle possibilità di migliorare la propria esistenza, rifiutandosi di restar chiusa nello squallore e nella abitudinarietà di una vita che non è vita, ma solo un sopravvivere tra gli stenti ed in povertà.

I destini di queste donne si incroceranno in modo naturale e per qualcuna le cose andranno meno bene che per qualcun'altra, ma comunque ognuna cercherà di fare delle scelte (o di sentire sue quelle che altri hanno fatto per lei) e di sforzarsi di trarne soddisfazione e felicità.
Alcune volte la sorte sembrerà sorridere, altre volte sarà avversa; molte lacrime verranno versate, tanti sospiri di delusione e amarezza verranno fuori a confermare come non sempre "la vita diversa" che ci si era augurate è stata lì a portata di mano o servita su un piatto d'argento.
Qualcuna si accontenterà, qualcun'altra combatterà, un'altra sembrerà curvare le spalle davanti alla tragicità di certi eventi, un'altra ancora mostrerà un'insospettabile energia e caparbietà.... ma tutte loro, ad ogni modo, seguiranno la propria strada.

Personalmente, alcune di loro mi hanno un po' delusa per aver rivelato un carattere meno forte e volitivo di quel che sembrava all'inizio, per aver preferito adattarsi a regole e convenzioni sociali con troppa facilità; però è pur vero che, alla fine, ciò che emerge è un quadro dell'universo femminile davvero variegato, complesso, descritto con molta cura e sensibilità da una'Autrice che riesce a lasciare entrare il lettore in tante vite, a scrutarle nei minimi particolari, mettendocele a nudo, senza ipocrisie o illusioni, ma presentandocele per quelle che sono: semplici donne, giovani, inesperte, con i loro sentimenti e le loro contraddizioni, le scelte da fare (alcune condivisibile, altre meno), il loro coraggio e le loro paure.

Un romanzo scritto benissimo, con molta attenzione alla sfera psicologica e interiore delle protagoniste; nonostante non siano personaggi principali, anche gli uomini del libro sono comunque presentati nel loro lato umano e con una certa sensibilità. 
Lo sfondo storico non è un elemento irrilevante e ad esso è dato il giusto peso, in relazione alle vicende personali delle protagoniste.

Consigliato,  la Dunne ha fatto breccia, per quel che mi riguarda!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz