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lunedì 30 dicembre 2013

Recensione IL CUORE SELVATICO DEL GINEPRO di Vanessa Roggeri



Buon pomeriggio amici lettori!
Credo che questo di oggi costituisca ufficialmente l'ultimo libro letto nel 2013 e devo dire che son felice che faccia parte delle mie letture perchè merita...!
Un punto di merito va ancora alla narrativa italiana che tanto spesso non delude, anzi!!

Ed ecco il libro che ho letto :

IL CUORE SELVATICO DEL GINEPRO
di Vanessa Roggeri


Ed. Garzanti
216 pp
14.60 euro
2013
Trama

È notte. Il cielo è nero come inchiostro, e solo a tratti i fulmini illuminano l'orizzonte.
È una notte di riti e credenze antiche, in cui la paura ha la forma della superstizione. In questa notte il rumore del tuono è di colpo spezzato da quello di un vagito: è nata una bambina
Ma non è innocente come lo sono tutti i piccoli alla nascita. 
Perché questa bambina ha una colpa non sua, che la segnerà come un marchio indelebile per tutta la vita. 
La sua colpa è di essere la settima figlia di sette figlie, e per questo è maledetta. E qui nel suo paese, in Sardegna, c'è un nome preciso per le bambine maledette, si chiamano cogas, che significa streghe. Liberarsene quella stessa notte, senza pensarci più. Così ha deciso la famiglia Zara.
Ma qualcuno non ci sta. 
Lucia, la primogenita, compie il primo atto ribelle dei suoi dieci anni di vita. 
Scappa fuori di casa, sotto la pioggia battente, per raccogliere quella sorella che non ha ancora un nome. La salva e la riporta a casa, e decide di chiamarla Ianetta
Non c'è alternativa ora, per gli Zara. È sopravvissuta alla notte, devono tenerla. 
Eppure il suo destino è già scritto. 
Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, sarà una reietta. Emarginata. Odiata
Da tutti, tranne che da Lucia. È lei l'unica a non averne paura. Lei l'unica a frapporsi tra la cieca superstizione e l'innocenza di Ianetta. 
Contro tutto e tutti. 
Lei l'unica a capire chi si nasconde dietro quegli occhi spaventati e selvatici: una bambina in cerca di amore, che farebbe qualsiasi cosa pur di ricevere uno sguardo e una carezza. 
Solo una bambina, solo una ragazza, con un cuore forte e selvatico come il ginepro
Le sue radici non si possono estinguere così facilmente; la loro fibra è fatta di ferro e se fuori bruciano, dentro il cuore rimane vivo. 

Questa è la storia di una bambina e di una colpa non sua. 
È la storia di una sopravvivenza e della lotta contro le superstizioni.
È la storia di due sorelle, quella maledetta dall'ignoranza e colei che sa vedere oltre.
È la storia di una terra e delle sue tradizioni più arcaiche e oscure.
Una storia che trabocca in modo dirompente di passioni: amore, rabbia, disperazione e speranza.



L'autrice.
Vanessa Roggeri è nata e cresciuta a Cagliari, dove si è laureata in Relazioni Internazionali. Ama definirsi una sarda nuragica, innamorata della sua isola così aspra e coriacea, ma anche fiera e indomita. La sua passione per la scrittura è nata fin da quando la nonna le raccontava favole e leggende sarde intrecciate alle proprie memorie d'infanzia. Queste storie di una Sardegna antica, magica e misteriosa l'hanno segnata profondamente facendole nascere il gusto per la narrazione e il desiderio di mantenere vivo il sottile filo che ci collega a un passato ormai perduto.

il mio pensiero

Quanto può essere forte la presenza di determinate superstizioni e credenze pagane in un borgo sperduto, in un villaggio sconosciuto ai più, perso tra la fitta boscaglia di una regione italiana, alla fine dell'Ottocento?
L'autrice di questo bellissimo romanzo ci racconta una storia che risponde alla mia domanda e la risposta sembra essere: può essere davvero molto forte e portare con sè diverse conseguenze, per lo più tristi.

E' una notte come tante..., forse solo un po' più scura; il cielo è nero e pronto a scaricar giù acqua, e in una notte come questa Assunta, moglie di Severino, porta alla luce la sua settima figlia...
Ha già cinque belle figliole, Assunta, e la sesta è morta piccolina; la settima proprio non ci voleva perchè lì a Baghintos, una località sperduta della Sardegna, forti e resistenti sono certe leggende, certe brutte superstizioni, che attribuiscono alla settima nata un insieme di cattivi presentimenti, di sciagure...
E la piccola, appena nata, viene esaminata con cura e quale è il terrore e il raccapriccio nello scoprire che ella porta su di sè, sul proprio corpicino ancora sporco di sangue, i segni maledetti della sua vera natura, altrettanto maledetta: la piccola orribile coda che le spunta da dietro, la peluria nera che la ricopre tutta, quegli occhi profondi e penetranti, piccoli dentini che paiono già spuntare in bocca...
Eh no, purtroppo non ci sono dubbi: la neonata è una coga e le cogas sono streghe, quindi vanno uccise immediatamente e senza pietà, altrimenti ogni tipo di disgrazia si abbatterà sulla casa in cui è nata.
Nonno Efisio non ha dubbi: suo figlio Severino, padre della piccola disgraziata, deve liberarsene, ammazzandola, e pure subito!
Ma Severino non ha cuore di commettere un omicidio e lascia la piccola all'aria aperta, sotto una pioggia battente, sperando muoia da sola.
Ma non sanno che la loro figlia maggiore, la decenne Lucia, tanto coraggiosa quanto buona e dolce, ha anche una gran curiosità di scoprire che ne è della sua ultima sorellina e così va fuori e scopre la piccola...
Da quel momento sarà l'unica a nutrire per Ianetta (questo è il nome che Lucia stessa le darà, dopo averla soccorsa) sentimenti di pietà e affetto, a differenza degli altri membri della famiglia che, pur accettando con disperata rassegnazione, di tenersi in casa "la piccola strega", si guarderanno bene dal trattarla come un essere umano, lasciandola sola e abbandonata, umiliandola alla prima occasione e facendo sì che cresca come un animale selvatico.

Senza affetto, senza mai alcuna carezza, una parola gentile.
Solo insulti, maledizioni, bestemmie, odio.

Ma Ianetta è solo una bambina e che colpe può mai avere in sè un esserino per natura innocente?

Certo nessuna, ma la sola a covare dentro di sè tale giusta convinzione è sempre e soltanto lei, la buona Lucia, che non riesce a capacitarsi del perchè tutti - dalla famiglia ai compaesani - odino e disprezzino la sua sorellina minore.
Anche le altre sorelle - Pinella, Fedela, Desolina e Mariuccia - cresceranno col pensiero che Ianetta è come un animale pericoloso, che porta sfortuna, responsabile di ogni minima disgrazia a cose, persone o animali, quindi va scacciata e allontanata come qualcosa di immondo.
A nulla serviranno i tentativi, nel corso degli anni, della bella Lucia di far comprendere ai genitori, alle sorelle e alla fedele domestica Cicita, che Ianetta è solo una bambina, un essere umano come loro; a nulla serviranno piccoli gesti da parte di una selvatica Ianetta - che ovviamente, non curata da nessuno, crescerà come una bestiolina, una selvaggia, sempre sporca, scalza, a stento saprà parlare - di dimostrare che non è pericolosa, ma che anzi il suo cuore desidererebbe amare ed essere amato.
Al contrario, a lei verranno attribuite varie disgrazie che, neanche a farlo apposta, si abbatteranno sulla superstiziosa famiglia Zara, da molti guardata con sospetto misto a compassione per la presenza in casa della terribile e brutta coga: ci saranno dei lutti improvvisi, infatti, che faranno soffrire tutti in casa Zara, dando loro modo di dare ogni colpa sempre alla povera Ianetta che, con i suoi malefici, porta dolore e sfortuna a chi le è attorno.
Odiata e scacciata da tutti, Ianetta crescerà sola, badando a se stessa come può, aspettando amore e attenzioni da una famiglia che sempre l'odierà e riconoscendo solo in Lucia l'unica sua alleata.

Col passare degli anni, le sorelle Zara crescono e per una di esse arriverà anche l'amore della sua vita: è il dottor Giuseppe Spada, giunto a Baghintos per curare i malati di queste zone sconosciute e difficili; tra lui e Lucia scoccherà subito l'amore ma la loro felicità verrà spesse volte oscurata da lutti e disgrazie, dai tormenti che non lasciano tranquilla la povera Lucia, assillata continuamente dal pensiero della sorella coga e dalla possibilità concreta che qualcosa di vero e fondato, nelle credenze popolari - relativamente a spiriti, demoni, fatture, cogas, brujas.... - ci sia e che, chissà, possa sul serio mettere a repentaglio la vita propria e di ciò che lei ha di più caro.

Ma, come la Roggeri fa dire al dottor Spada:

Le suggestioni e superstizioni uccidono la ragione e soffocano il cuore. 



Saprà Lucia discernere qual è - ed è sempre stato, probabilmente - il vero pericolo in casa Zara?
E' davvero la povera e sfortunata Ianetta, capace - secondo tutti - di far del male e uccidere delle anime innocenti?
O forse a far del male sono l'ignoranza, l'odio cieco ed irrazionale verso ciò che sembra diverso, verso ciò che non si sa spiegare e che quindi fa paura?


Non solo, ma Lucia imparerà, tra molte lacrime, che non bisogna aver paura di ciò che non si vede (spiriti, fantasmi, streghe....) ma molto di più delle persone in carne ed ossa, la cui anima è ròsa dall'invidia e dalla cattiveria.... e che sono davvero pronte a far del male, anche servendosi delle superstizioni e di chi è più debole e reietto.

Il cuore selvatico del ginepro è un romanzo dalle atmosfere suggestive, anche cupe, come cupi possono essere la mente e l'animo umano, quando si lasciano irretire e travolgere da sentimenti impetuosi, da passioni ed emozioni (positive o negative che siano) che non si riescono a gestire, e che portano a un susseguirsi di eventi drammatici.

Pregno di parole, cultura e credenze sarde, scritto con realismo, con personaggi ben tratteggiati, dai sentimenti forti e travolgenti, l'Autrice ci trasporta con maestria - ma allo stesso tempo con estrema naturalezza - in un mondo che ormai ci sembra lontano, "antico", popolato da personaggi delle leggende popolari che da sempre un po' affascinano, un po' inquietano e sempre incuriosiscono, perchè riflettono un po' le paure ancestrali di tanti di noi; un mondo piccolo, "chiuso", in cui si può nascondere tanto male e tanto odio, ma dove quella sola goccia di bene presente riesce a dare un filo di speranza anche a una pianticella che tutti avevano tentanto di schiacciare e soffocare, perchè Ianetta resta una piccola grande donna che in tanti cercheranno di spezzare, ma che - grazie ad una natura resasi forte a causa di un isolamento forzato, di maltrattamenti e offese - in realtà imparerà a resistere ai venti e alle tempeste...:



Le radici di ginepro non si possono estinguere così facilmente; la loro fibra è fatta di ferro e se fuori bruciano, dentro il cuoricino rimane vivo.

Davvero un bel libro, capace di rapire l'attenzione del lettore per lo stile, la trama e i personaggi (in primis quello della forte e coriacea Ianetta); non posso che consigliarlo e dichiararmi orgogliosa che certi libri siano opera di scrittori italiani!!

2 commenti:

  1. Essendo sarda, non posso non leggerlo!!
    Sono curiosa di leggerlo!! spero di farlo presto
    Bella recensione!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz