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domenica 6 aprile 2014

Ricordando.. Giovanni Pascoli



Ma il 6 aprile è anche la data in cui moriva un grandissimo poeta italiano.

Giovanni Pascoli

(31/12/1855 - 6/4/1912)

.
Nasce a San Mauro di Romagna, quarto di otto figli: lo precedono Margherita, Giacomo e Luigi; dopo di lui verranno Raffaele, Giuseppe, Ida e Maria.
Il 10 agosto 1867, giorno di San Lorenzo, Ruggero Pascoli viene ucciso da un colpo di fucile in fronte, mentre rientra a San Mauro in calesse dopo essersi recato per affari a Cesena. L'omicidio, che rimarrà impunito, è traumatico per Giovanni: si infrange il nido famigliare inaugurando oltretutto una serie di lutti.
Muore di tifo, nel 1868, a soli 18 anni, la sorella Margherita; segue la madre di crepacuore; nel 1871 muore Luigi.
1873 - Giovanni vince il concorso per una borsa di studio che gli consente di frequentare Lettere all'Università di Bologna. Fra gli esaminatori è il Carducci che lo classifica al primo posto.
1876 - Muore di tifo Giacomo, il «piccolo padre». È l'ennesimo lutto e la perdita dell'ultimo sostegno per Giovanni, che avvia a Bologna una vita debosciata: frequenta le osterie e gli anarchici perdendo così la borsa di studio.
Incoraggiato ed aiutato più volte da Carducci, riesce a risollevarsi e ad insegnare e riprendersi la borsa d studio e la sua carriera di poeta e letterato prende il volo.

Per sempre! (I Canti di Castelvecchio)

Io t'odio?!... Non t'amo più, vedi, 
non t'amo... Ricordi quel giorno? 
Lontano portavano i piedi 
un cuor che pensava al ritorno. 
E dunque tornai... tu non c'eri. 
Per casa era un'eco dell'ieri, 
d'un lungo promettere. E meco 
di te portai sola quell'eco: 
PER SEMPRE! 
Non t'odio. Ma l'eco sommessa 
di quella infinita promessa 
vien meco, e mi batte nel cuore 
col palpito trito dell'ore; 
mi strilla nel cuore col grido 
d'implume caduto dal nido: 
PER SEMPRE! 
Non t'amo. Io guardai, col sorriso, 
nel fiore del molle tuo letto. 
Ha tutti i tuoi occhi, ma il viso... 
non tuo. E baciai quel visetto 
straniero, senz'urto alle vene. 
Le dissi: "E a me, mi vuoi bene?" 
"Sì, tanto!" E i tuoi occhi in me fisse. 
"Per sempre?" le dissi. Mi disse: 
"PER SEMPRE!" 
Risposi: "Sei bimba e non sai 
Per sempre che voglia dir mai!" 
Rispose: "Non so che vuol dire? 
Per sempre vuol dire Morire... 
Sì: addormentarsi la sera: 
restare così come s'era, 
PER SEMPRE!"

LA CUCITRICE (Mirycae)

L'alba per la valle nera
sparpagliò le greggi bianche:
tornano ora nella sera
e s'arrampicano stanche:
una stella le conduce.

Torna via dalla maestra
la covata, e passa lenta:
c'è del biondo alla finestra
tra un basilico e una menta:
è Maria che cuce e cuce.

Per chi cuci e per che cosa?
un lenzuolo ? un bianco velo ?
Tutto il cielo è color rosa,
rosa e oro, e tutto il cielo
sulla testa le riluce.

Alza gli occhi dal lavoro:
una lagrima? un sorriso?
Sotto il cielo rosa e oro,
chini gli occhi, chino il viso,
ella cuce, cuce, cuce.

2 commenti:

  1. Oddio quanto ho odiato Pascoli a scuola. Però ora devo ammettere che le poesie sono molto belle!!

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    Risposte
    1. ahahah
      mary, ma mi sa che è la scuola che tante cose ce le fa odiare....!!
      io ad es. ho odiato manzoni, però lo rileggerei col senno di poi....!; =)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz