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martedì 1 aprile 2014

Viaggiare leggendo... ad Amburgo, durante la guerra



Buongiorno amici e lettori!!!

travel.... reading
Cominciamo la giornata con la rubrica "Viaggiare leggendo" e soffermiamoci brevemente sulla località in cui è ambientato uno dei libro in lettura:

LA MIA AMICA EBREA
di Rebecca Domino


lulu.com
300 pp
1.99 euro
USCITA 27 GENNAIO
2014
Trama

Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. 
Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. 
Fra loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri.
Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente. 
Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza.


Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.

L'autrice.
Rebecca Domino è nata nel 1984, e da sempre è appassionata di scrittura. Dopo aver messo da parte questa sua grande passione per molti anni, è tornata a scrivere e adesso e' cio' che le piace di piu' fare. E' anche un'appassionata viaggiatrice e lettrice. "La mia amica ebrea" e' il suo primo romanzo
.

Wandsbeker Marktstr.,  Hamburg - Wandsbek (1999)
La storia narrata nel libro - che è davvero molto bello, scritto bene e si legge con molto interesse - è ambientata negli anni del Secondo Conflitto Mondiale ad Amburgo, in Germani, più precisamente a Wandsbek.
Wandsbek è un distretto di Amburgo (ce ne sono 18), che è la seconda città più popolosa della Germania, dopo Berlino.

Durante la seconda guerra mondiale Amburgo fu sottoposta ad una serie di devastanti raid aerei, come del resto è testimoniato dalla giovanissima protagonista Josepha.
Gli Alleati aveva messo a punto una strategia di bombardamento che (mediante l'uso di spezzoni incendiari da 4 libbre, sganci a grappolo, studi sull'impianto topografico dei centri storici facilmente infiammabili, situazione meteorologica, ecc.) poteva innescare un'unica e gigantesca tempesta di fuoco autonoma per almeno trenta minuti. 
Lo stesso Arthur Harris, capo del Bomber Command, battezzò l'attacco su Amburgo col nome di “Gomorra”, dando a intendere quali fossero le intenzioni circa il destino della città.

La notte del 28 luglio 1943 si generarono colpi di vento infuocato a 75 metri al secondo. Le case bruciarono per il solo effetto del calore e circa 50.000 persone furono sterminate. 
I cadaveri vennero ritrovati soprattutto nei rifugi sotterranei come le cantine, trasformati improvvisamente in enormi forni crematori. 
Alla fine della guerra, la città era ridotta a 43 milioni di metri cubi di macerie (compreso il centro storico), pur non raggiungendo la totalità della distruzione come invece accadde in altre città.
.
L'Autrice ha dimostrato di essersi ben documentata a livello storico non solo in merito ai bombardamenti ma anche perché cita un campo di concentramento che era sito proprio vicino Amburgo, a 30 km a sud-est: il lager di Neuengamme, aperto nel dicembre del 1938.

Dopo l'occupazione della Polonia, Himmler voleva avere a disposizione un Lager capace di accogliere 40.000 polacchi e così nella vecchia fabbrica di mattoni cominciarono affluire trasporti di piccola entità, 200 - 250 persone, tutte destinate a produrre mattoni. 
La materia prima, l'argilla veniva estratta da una cava che si trovava già dentro il recinto del Lager.

Nel marzo del 1940, quello che inizialmente era essenzialmente un Lager dove si producevano mattoni, si trasformò in un Lager terrificante.

Nei primi tempi, da Neuengamme venivano inviati continuamente deportati a Bernburg, uno dei sei centri dove si praticava l'eutanasia, per venire poi gasati.

Inizialmente i trasporti verso questo Lager contavano poche centinaia di persone per divenire consistenti.
Alla fine del 1940 contava già 5.000 deportati (430 erano morti negli ultimi mesi); a fine 1941 i deportati erano saliti a quasi seimila. A fine 1943 la forza del Lager arrivò a 25.700 deportati e a fine 1944 il Lager conta 48.800 deportati, di cui circa 10.000 donne ed i morti quell'anno superarono le 8.000 unità.

Alla fine di marzo del 1945 si contavano 87.000 uomini e 13.000 donne, ma i trasporti continuarono ad arrivare ed arrivarono pure i gruppi inviati dalla Gestapo di Amburgo per essere impiccati o fucilati dentro il Lager.

Il Lager di Neuengamme con i suoi 80 sottocampi divenne il più grande Lager della Germania settentrionale: passarono dentro i suoi reticolati circa 104.000 deportati e si stima che fra i 45.000 ed i 55.000 non sopravvissero.

fonti: Wikipedia - http://www.deportati.it/neuengamme_canale/default.html - 

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz