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venerdì 9 maggio 2014

Recensione: L'ASSENTE di Jan De Zanger



Ed ecco l'ultimo libro terminato!



L'ASSENTE
di Jan De Zanger



Ed. EL
Frontiere
Trad. D. Luciani
128 pp
2000 
Trama

A venticinque anni dalla maturità, una classe del liceo si ritrova per festeggiare i cento anni della sua scuola.
Pieter Vink, un avvocato, si è lasciato convincere ad accettare l'invito, nonostante qualcosa del suo passato in quella scuola lo abbia sempre tormentato: la tragica morte di Sigi Boonstra, il genio della classe, suicidatosi pochi giorni prima degli esami.
Timido e di piccola statura, Sigi era la vittima designata dei bulli di turno che lo avevano sempre fatto oggetto di angherie e scherzi pesanti.
Ben presto Pieter comprende che quella drammatica morte rappresenta la chiave del suo disagio interiore e di quello dei suoi compagni e decide che, sebbene con venticinque anni di ritardo, è giunta l'ora di fare giustizia..






Uno dei fenomeni sempre più diffusi ai nostri giorni e tra i giovani (maschi e femmine), e che richiede a gran voce interventi seri e mirati da parte degli adulti (genitori ed educatori), è di certo il bullismo.
Ebbene, nel "L'assente" il bullismo è presente, ad ogni pagina.
Il protagonista di questo breve romanzo è Pieter Vink, ultra 40enne che si ritrova tra le mani un invito inaspettato: è stato invitato a festeggiare i cento anni della scuola da lui frequentata negli anni dell'adolescenza, la stessa in cui si è diplomato.
La stessa scuola che ha frequentato ben 25 anni fa.
La stessa scuola in cui ha trascorso sei anni della propria vita, in cui ha avuto accanto 14 compagni di scuola, molti dei quali però non riesce a ricordare.
La stessa scuola che sta all'origine dei suoi terribili incubi notturni, che lo accompagnano dalla maturità.

Incubi e malesseri psicologici (cui si uniscono inspiegabili amnesie di quegli anni scolastici....) che Pieter sa essere legati in modo indissolubile all'esperienze vissute in quella classe, da lui frequentata anni prima.

Dietro incoraggiamento della moglie Marja, Pieter decide di recarsi a questi festeggiamenti, che si terranno proprio nel fatidico istituto.
E' davvero pronto a rivedere i vecchi amici?
Come mai la mente gli sta giocando questi brutti tiri, per cui non riesce a rammentare tutti i 14 nomi dei suoi ex-compagni?

Qual è stato il punto di rottura che ha quasi fermato il tempo ed i ricordi nella sua mente, congelandoli tra le mura di quell'edificio?

Pian piano, grazie all'aiuto di alcuni compagni - che hanno deciso, seppur con titubanza e qualche dubbio, di guardare seriamente in faccia il passato e ricordare insieme episodi spiacevoli che hanno caratterizzato la classe di Pieter - ciascuno dei 15 membri di quella scolaresca ormai vecchia di 25 anni, sarà costretta a fare i conti con le proprie azioni, con le proprie meschinità, crudeltà e vigliaccherie.
Pieter costringerà anzitutto se stesso e poi i suoi ex-compagni a guardare al banco vuoto che ha sempre connotato la loro classe: il banco di Sigi Boonstra.
Sigi, il compagno più piccolo della classe.
Sigi, il più debole, il più fragile, ma anche il più intelligente, il primo della classe.
Sigi, considerato asociale, ma in realtà rifiutato.
Sigi, l'invisibile la cui assenza pesa sulle coscienze di tanti.
Sigi, che aspetta di essere "riscattato", di ricevere giustizia.
Sigi, il capro espiatorio, il bersaglio di professori incoscienti e ragazzi bulli e prepotenti, che su di lui verseranno tanti gesti e tante parole di cattiveria inaudita, che non potranno non avere le loro conseguenze.

Su Sigi, ma anche su Pieter.,che però ha ormai deciso di dare a questo raduno uno scopo ben preciso: mettere tutti davanti alle proprie colpe e responsabilità; le colpe di chi ha fatto del male volontariamente, ma anche quelle di chi è stato "gregario passivo", di chi era troppo timido, pauroso o indifferente per poter reagire davanti ad atti di bullismo, per difendere l'indifeso.

Un libro scritto con uno stile conciso, senza girare attorno alle parole, con un linguaggio asciutto ed essenziale, così "semplice" da risultare crudo.

Un libro che colpisce il lettore, lo inchioda e gli pone la domanda: e tu, cosa avresti fatto davanti a un gruppo di bulli che maltrattava vergognosamente un tuo amico più debole?

L'avresti difeso ad alta voce o saresti stato in silenzio, a guardare, a sghignazzare, o forse avresti voltato il viso da un'altra parte perchè semplicemente non erano fatti tuoi?

Ma non lo erano davvero?

Un libro che chiama in causa la responsabilità e i valori di ciascuno di noi, tanto dei giovani quanto degli adulti, questi ultimi soprattutto in quanto educatori delle nuove generazioni, che vanno guidate per maturare sentimenti e valori di rispetto, solidarietà, giustizia, verso tutto ma tanto più verso chi è palesemente in una posizione di "svantaggio" (fisico, psicologico, ecc...).






Pur essendo corto, "L'assente" è in grado di risvegliare emozioni, domande, riflessioni in un lettore sensibile ed attento.






Non posso non consigliarlo!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz