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venerdì 19 dicembre 2014

Recensione film: "Gone Girl" (L'amore bugiardo)



Uno dei film in questi giorni nelle sale cinematografiche e che proprio ieri ho avuto modo di vedere è stato quello tratto dal thriller di Gillian Flynn, L'amore bugiardo (recensione).

GONE GIRL

Poster
locandina


REGIA: David Fincher
ATTORI: Ben Affleck (Nick Dunne), Rosamund Pike (Amy Elliott), Neil Patrick Harris (Desi Collings), Tyler Perry (Tanner Bolt), Kim Dickens (Detective Rhonda Boney).

DATA USCITA: 18 dicembre 2014




5 luglio 2012: Amy Elliott e Nick Dunne sono sposati da 5 anni e proprio in questa giornata cade il loro anniversario.
Come ogni anno, Amy ha preparato una caccia al tesoro per il suo maritino: una serie di piccoli indizi sparsi per casa, che ricordano alcune tappe o momenti importanti della loro storia d'amore.

Ma quel 5 luglio non è come tutti gli altri, perchè Amy è scomparsa e di lei non c'è alcuna traccia,
Apparentemente, sembra ci sia stata un'aggressione in casa, con tanto di macchie di sangue.

Cosa è accaduto ad Amy? 
E Nick c'entra qualcosa con la sparizione della moglie?

Le indagini partono immediatamente e, inevitabilmente, il primo sospettato è Nick, nonchè l'unico che forse potrebbe avere dei motivi per avercela con la donna.
Sì, perchè non sempre un matrimonio che, dall'esterno, sembra felice e sereno, poi lo è davvero...
Nick ed Amy sembrano la coppia perfetta: belli, intelligenti (lei un po' di più...), entrambi appassionati di scrittura. Innamorati pazzi l'uno dell'altra, affiatati come il primo giorno.
Lei, poi, è celebre in quanto protagonista delle storie de "La mitica Amy", un personaggio per ragazzi creato dai genitori di Amy, che le ha dato non pochi soldi e notorietà.

Sicuri che Nick non potrebbe avere dei motivi per far fuori la dolce mogliettina?

L'aria da bravo ragazzo di Nick potrebbero non bastare a salvarlo da pregiudizi e ipotesi che vedono lui come il marito cattivo, soprattutto quando la polizia scopre un diario, di cui Nick non era a conoscenza: il diario di Amy, quello che potrebbe rivelare gli oscuri segreti di una coppia che forse nascondeva crepe e insoddisfazioni, e che potrebbe far luce su chi è davvero la bella e colta Amy e su chi è Nick...

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La versione di Amy mostra un Nick distratto, superficiale, aggressivo, via via sempre meno innamorato della mogliettina, che sembra essere vittima di un matrimonio infelice.

Ma anche Nick ha la sua versione e, per quel che gli riguarda, Amy non è la santarellina che vuol apparire e forse l'incubo che lui sta vivendo altro non è che una macchinazione di una mente acuta e intelligente ma anche terribilmente furba e diabolica....

Chi ha ragione?

Tutti, nel paese del Missouri in cui Nick è nato (e in cui è proprietario, insieme alla gemella, di un bar) e in cui lui e Amy si sono trasferiti da qualche annetto, si impegnano per cercare la scomparsa e la tv americana non ci pensa due volte ad imbastire ad arte trasmissioni che mettano in cattiva luce il maritino, che in fondo non appare neanche tanto afflitto dal pensiero che alla moglie possa essere accaduta qualche disgrazia.

Forse perchè lui sa dov'è e cosa le è accaduto?

Come il romanzo, anche il film è attraversato da una bella suspense e si passa dal presente al passato, tramite le pagine di diario di Amy, così che vengono presentate due facce di un'unica situazione, in modo da avere due verità tra loro opposte, anche se poi verrà svelata la "verità vera".

Ciò che fa riflettere, in particolare, è come si faccia presto a mettere alla gogna una persona, ad indicarla come colpevole anzitempo (a prescindere dal fatto che poi la cosa risulti vera) e quanto possano fare i media in questo senso, nel catalizzare l'attenzione della massa su un aspetto della verità o su un altro, in base a come gira il vento.

Ho trovato il film aderente al romanzo; è un thriller convincente, dai risvolti psicologici, non mancano i colpi di scena e la storia è attraversata da una sorta di lucida follia, a tratti surreale ma comunque geniale, e il finale è coerente con questa "atmosfera" inquietante e folle.


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz