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martedì 16 dicembre 2014

Recensione: "Un delitto avrà luogo" di Agatha Christie



Che mese strano, questo, a livello di letture!
Sto leggendo, sì, ma non riesco a terminare un libro nei tempi che vorrei...!
Ma vabbè, nessuno ci corre dietro e l'importante è leggere ciò che ci piace! ^_-

Terminiamo la giornata con una piccola recensione di un giallo, di quelli "classici", scritto da un'autrice di prim'ordine...

UN DELITTO AVRA' LUOGO
di Agatha Christie


in lettura
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'Un delitto avrà luogo venerdì 29 ottobre a Little Paddocks. Si pregano gli amici di voler prendere nota di questo messaggio che non sara ripetuto'.

Un annuncio quanto meno singolare, quello che appare, una mattina, sulla North Benham News and Chipping Cleghorn Gazzette, il quotidiano locale di Chipping Cleghorn, un piccolo villaggio nella campagna inglese, dove la vita scorre monotona e tranquilla.
E proprio sulla Gazzette vengono riportati quotidianamente brevi resoconti su tutto ciò che accade in paese, in modo da nutrire i pettegolezzi e rendere un po' più interessanti fatti e personaggi.
A Little Paddocks vive l'amabile Letitia Blacklock, con la domestica straniera Mitzi e l'amica Bunny.
I vicini di casa di Letitia non ci pensano due volte a presentarsi, puntuali, all'appuntamento, convinti che si tratti di un gioco, con al centro un finto delitto.
E invece il delitto c'è davvero: insomma, ci scappa il morto, vale un dire un giovanotto con tanto di pistola e maschera, che piomba in casa proprio quando sono tutti riuniti, e nel buio... spara!
E a morire è proprio il presunto... ladro? Assassino?

Il giovane, che si chiama Rudy Scherz, era lì per compiere una rapina, poi finita male? Ma come ha fatto ad entrare? E chi ha messo quell'assurdo annuncio sul giornale? 

Apparentemente, la prima ed unica cosa che sembra chiara a tutti, è che proprio la padrona di casa, Letitia, fosse la vittima designata da Scherz, il quale avrebbe voluto ucciderla, ottenendo però solo un leggero ferimento della stessa e, ahilui, la propria "accidentale" morte.

Ma è andata davvero così? Davvero questo ragazzo, che quasi nessuno conosceva tranne la stessa Letitia, era lì per commettere un delitto? E perchè? Forse qualcun altro lo aveva mandato a far fuori la donna?

Le indagini iniziano subito e la polizia è sconcertata, perchè le modalità del crimine sono infatti veramente incredibili e tutti i vicini, accorsi a Little Paddocks, sembrano non avere validi motivi per veder morta la gentile e calma Letitia.

Ma è poi vero?

All'ispettore Craddock, tenace e testardo, tante cose non tornano e a dargli una mano... c'è lei, la cara vecchina dagli occhi di ghiaccio ma dallo sguardo dolce: l'angelica Miss Jane Marple, capitata come sempre al posto giusto nel momento giusto, che riuscirà a venire a capo del problema.

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L'Autrice utilizza grosso modo gli stessi "metodi" usati in "Dieci piccoli indiani" e "Assassinio sull'Orient-Express", cioè portare tutti i possibili colpevoli in un unico luogo, chiuso, circoscritto, in modo da non lasciare a nessuno dei presenti all'omicidio un vero e proprio alibi.
Tutti sono sospettabili e solo grazie ai ragionamenti di Miss Marple  - simpatica, garbata, un po' pettegola ma senza essere irritante - e ai passi falsi del vero colpevole è possibile pian piano giungere alla verità, arrivando ad una situazione finale che non si sarebbe mai ipotizzata nell'inizio nè in itinere.

Anche questo giallo della Christie è leggero, piacevole, scorrevole, capace di guidare il lettore verso la soluzione del caso, mostrandogli tutti gli aspetti della faccenda, gradualmente.
La morte aleggia tra le pagine come una visitatrice sì sgradita ma mai "terribile" e spaventosa, ed infatti ad essa gli attori della storia non reagiscono con troppo angoscia.
Un giallo carino, non si può dire che dia particolari emozioni e tenga col  fiato sospeso, ma di certo accompagna piacevolmente un paio d'ore di lettura.... a caccia dell'assassino.

Altre recensioni:


DIECI PICCOLI INDIANI di A. Christie



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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz